Venite bambini..

Per Chibino <3

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  1. Chibi kira.
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    Se Alphonse fosse stato una bomba, a questo punto, sarebbe già stato innescato e pronto a esplodere quando il timer avrebbe finito il suo impietoso conto alla rovescia. "Sfortunatamente", invece, il nostro amato(?) protagonista non era un ordigno a orologeria ma un "semplice" Dio incarnatosi nel corpo di un minuto ragazzino, la cui unica cosa che stava per esplodergli era la sua graziosa testolina che, lungi dall'assere formata da esplosivo al plastico, stava comunque per saltare (metaforicamente, certo) in aria dalla rabbia: Infatti, sebbene quella situazione sconvolgeva la mente e il corpo del piccino con un surplus di emozioni e sensazioni diverse, alcune mai provate prima di allora ma tutte, comunque, contrastanti fra di loro come eccitazione, paura, irritazione e imbarazzo, le ultime reazioni della "ragazza con qualcosa in più" (Per "qualcosa" s'intende un'anaconda che avrebbe fatto apparire le sue "cugine" degli omonimi film degli spaghettini), unite al suo fare compiaciuto, irriverente e tronfio di un evidente senso di superiorità, aveva aggiunto a questo mix di per sé già molto instabile ed esplosivo anche l'indignazione causata dall'esser stato ferito tanto violentemente nell'orgoglio da una delle parole della suddetta ragazza.
    Che si apra una voragine sotto ai tuoi piedi e ti conduca direttamente all’Inferno!
    Inveì, infatti, il grazioso piccino, come risposta alla domanda retorica della sua atipica rapitrice, irato come pochissime volte in vita sua dato che, quasi sicuramente inconsapevolmente, la donna aveva toccato davvero un tasto dolente per il piccolo Dio.
    Io non sono affatto "minuto": Sono perfettamente nella media, sei tu che sei fuori scala per il tuo sesso -ambiguo-, razza di una sgualdrina!!
    Pronunciò la parola "minuto" come chi fosse sul punto di sputare un boccone particolarmente rivoltante e disgustoso, non senza metterci anche un'abbondante dose di disprezzo e rabbia, mentre dava mostra di avere una personalissima opinione sull'altezza "media" dell'umana stirpe. Infatti, per chiunque avesse avuto un minimo di acume e di spirito d'osservazione, avrebbe capito che il nostro adorato(?) piccino avesse un rapporto conflittuale con la propria altezza e, specialmente, con quella degli altri. Dopotutto provate per un attimo a mettervi nei suoi panni e a capire il suo personale punto di vista (Quest'ultimo, per poterlo comprendere davvero appieno, bisogna mettersi quantomeno in ginocchio): Per miliardi di anni, infatti, era stato un Dio, un essere dunque che ha sempre guardato dall'alto qualunque creatura strisciasse, volasse, nuotasse o usasse qualsiasi altro metodo per spostarsi sulla superficie e non del proprio pianeta di appartenenza, per poi ritrovarsi, di punto in bianco, nel corpo di un ragazzino che a stento arrivava al metro e cinquanta, costretto a sollevare ogni volta la testa per guardare in faccia qualcuno. Sicuramente il suo collega il Destino ha un senso dell'umorismo molto particolare e un'ironia tutta sua, ma innegabile che tutto questo sembrava quasi un contrappasso dantesco e ciò era davvero intollerabile per qualcuno dell'ego e dell'orgoglio di Alphonse. Dunque, anche se la sua razionalità -sebbene da uno dei recessi più bui e profondi della sua mente, dove era stata confinata almeno momentaneamente(?)- lo stava avvertendo che la sua altezza sarebbe potuta considerarsi "media" soltanto dal popolo dei nani (E, addirittura, fra alcuni curiosissimi folletti blu comunisti, sarebbe considerata persino "alta"), l'orgoglio del nostro piccino si era impuntato a non voler lasciar correre la cosa, appuntandosi, tra l'altro, di fare qualche "piccola" modifica al genoma umano quando sarebbe tornato a essere un Dio, in modo da rendere l'altezza massima inferiore al metro e venti, tanto per dimostrare la sua maturità e la sua mancanza di risentimento a chi per anni lo aveva chiamato "nanerottolo".
    Ad ogni modo, la caterva di insulti e invettive varie che stava per prorompere con la forza di un fiume in piena dalla bella boccuccia di Alphonse, fu prontamente fermata dall'inaspettato gesto della bella ragazza che, chinandosi verso di lui per sfiorargli con beffarda malizia il mento, mise ben in mostra il suo prosperoso seno ai bei occhioni cobalto del ragazzo che, come la luce viene risucchiata da un buco nero, si ritrovarono catturati verso la fortissima malia che quelle due dolci e perfette collinette che neppure Virgilio avrebbe saputo descrivere in tutta la loro poesia (Forse perché non erano "bucoliche" come quello che era abituato a decantare) in un espressione che, con le bella labbra di corallo leggermente schiuse e gli occhioni leggermente illanguiditi da quello che stavano osservando, era definibile soltanto come da stupro semplicemente adorabile, che perdurò sul suo bel visetto finché la ragazza non decise di sussurrare qualche parolina a pochissimi centimetri di distanza dal suo viso.
    C-cosa? I-io...
    Pigolò come un pulcino implume caduto nella ciotola del latte di una gatta molto, molto affamata, mentre i suoi occhi, finalmente sfuggiti (Anche se non per volontà loro, bisogna dirlo) alla malia di quel bellissimo seno si aggiogavano quasi istintivamente all'egida di quei bellissimi occhi dorati, brillanti più del l'oro, mentre le sue belle guanciotte nivee avvampavano dall'imbarazzo.
    S-stai... Stai zitta! Io uso l'atteggiamento che più mi aggrada, capito?? Sei tu, invece, che dovresti smetterla di intrappolare le persona contro la loro volontà: Potresti finire molto presto in carcere... O in guai addirittura più seri.
    Si riprese, seppur un po' a fatica, il piccolo Dio, scuotendo la testa sia per scacciare via l'imbarazzo che per allontanare da sé la mano curata della bella ragazza -pur rimanendo dritto e impettito dov'era, orgoglioso come sempre-, cercando di ritrovare un minimo di lucidità e riuscendo, persino, a insinuare una velata minaccia alla sua incantevole sequestratrice sebbene, viste le sue precedenti reazioni, non avrebbe sortito quasi certamente l'effetto sperato.
    Come diavolo ti permetti di chiamarmi così, stupida oca? Non ti permettere mai più a usare un nomignolo del genere con il sott... Ah.
    Mugugnò il piccino, sgranando gli occhi, mentre un'altra delle sue filippiche dense di insulti veniva bloccata sul nascere (E per fortuna, aggiungiamo noi) da un'altra delle impulsive reazioni della bellissima ragazza che, in quattro e quattr'otto, dimostrando una forza fisica superiore anche al previsto, lo aveva fatto indietreggiare facendolo sbattere anche con discreta violenza su uno scaffale, imprigionandolo dunque fra lei e lo scaffale. Situazione che, in un altro contesto (E con una persona che non fosse una donna bellissima vestita poco o niente) avrebbe fatto sudare freddo il povero Alphonse, spaventando moltissimo, ma che questa volta, almeno in un primo momento, gli provocò un repentino e velocissimo calo dell'attività neurale (Fra i neuroni sopravvissuti, naturalmente, che in quel momento erano circa due, di cui uno fermo immobile e l'altro alla sua disperata ricerca) che divenne, per almeno qualche secondo, praticamente inesistente. Infatti, visto la disparità di altezza fra i due, il piccino si ritrovò improvvisamente "di fronte" a al bellissimo e prosperosissimo seno della ragazza, a pochissimi centimetri di distanza da esso, così vicino che quasi poteva sentire il delizioso profumo della belle vellutata della ragazza carezzargli le narici e dargli, letteralmente, alla testa (Anche se in quel momento la sua testa era più vuota del deserto del Nevada). Tutto ciò, naturalmente, è molto semplice da spiegare: Il piccolo Alphonse, infatti, non si era mai ritrovato così vicino a un vero seno da donna così bello, invitante e apparentemente morbido in tutta la sua giovane vita e trovarsi improvvisamente con la faccia quasi spiaccicata su di esso, con il desiderio quasi irrefrenabile di affondare il viso in quel tripudio di morbide voluttà, di strusciare le sue guanciotte morbide e vellutate su quei due capolavori di Madre Natura neppure fosse un gattino in cerca di attenzioni dalla sua padrona, era normale che il suo cervello subisse un più o meno temporaneo blackout delle sue sinapsi.
    I-io... I-io...
    Balbettò il piccino scioccamente, con una vocetta tenera e indifesa che poco aveva a che fare con il cipiglio autoritario e severo di pochi attimi prima, non sapendo non solo cosa dire e come dirlo, ma anche cosa pensare di tutta quella storia: Insomma, va bene, era stato rinchiuso contro la sua volontà in un negozietto da una donna all'apparenza alquanto perversa e con un gusto particolare verso i ragazzini (Almeno da quanto il piccolo Dio aveva potuto capire), ma era anche vero che tale donna era una delle più belle che avesse mai visto, se non la più bella in assoluto, sicuramente irritante e irrispettosa, ma anche quindi capace di tenergli testa e di un minimo di di intelligenza e fascino (Per quanto al volgarità dimostrata finora un po' la penalizzava in questo senso... E le faceva prendere punti, in un altro) quindi, perché negarsi oltre? Il suo orgoglio, qui, gridò che non poteva perché era una semplice umana, perché avrebbe calpestato inevitabilmente il suo ego e la sua dignità e perché non era mica l'ultimo dei pervertiti disperarti che pur di sfiorare le tette di una donna con una mano venderebbero l'anima al Diavolo.
    ...O almeno così sperava, certo. E comunque, la sua razionalità gli fece notare anche che la bella ragazza non era propriamente del tutto tale, vista la "sorpresina" che sembrava nascondere in mezzo alle sue bellissime gambe e questo, naturalmente, era un importantissimo punto a sfavore per la suddetta visto che capovolgeva (Mai termine fu più adatto) radicalmente i ruoli e la situazione, anche se il giovane Alphonse poteva essere stato tratto in inganno dai vestiti o da una piccola illusione ottica (Anche se non gli risultava l'esistenza di illusioni ottiche capaci di far venire complessi d'inferiorità a Rocco Siffredi) ma, nel dubbio, era meglio non rischiare, anche perché l'obiezioni riportate dal suo amor proprio e dal suo buonsenso gli sembravano quanto mai corrette e inattaccabili.
    Che... Che diamine stai facendo? Ti è dato di volta il cervello, forse?? Lasciami andare subito!
    Replico il piccino chiudendo gli occhi a dir poco imbarazzatissimo, mentre le sue guance si avvamparono di rosso, e si dimenava come poteva per trovare una "via di fuga", arrivando persino a spingere con forza la ragazza per crearsi almeno un minimo spiraglio con cui allontanarsi da lei e dalle sue perfide "gemelle" più ammalianti del canto delle sirene. Sfortunatamente, essendo stata data alla cieca, le piccole quanto graziose manine di Alphonse toccarono leggermente il morbidissimo seno della ragazza, facendo salire di colpo il picco dell'imbarazzo e provocando un altro blackout nella mente del nostro povero, piccolo Dio.
    A-ah, n-no... N-non v-volevo, s-scusami...
    Avrebbe pigolato imbarazzatissimo prima di lanciarsi verso lo spiraglio provocato dalla sua spinta (Sempre se al ragazza si fosse spostata almeno un po', certo), deliziosamente rosso in viso, cedendo all'istintivo desiderio di darsi alla fuga. Probabilmente non era la scelta più saggia e neppure la migliore per il suo orgoglio, ma in quel momento non era riuscito a pensare a nulla di meglio che non fosse scappare, anche se aveva la spiacevole sensazione di essere un topolino con cui stava giocando un gatto sadico quanto affamato, che lo lasciava zampettare inutilmente tenendo la sua zampa sulla sua lunga coda...

    Non ti preoccupare, Nrko-san: Mica ci corre dietro nessuno. E sì, non devi preoccuparti per la sfacciataggine di Tyrann, visto che è assolutamente deliziosa e graditissima. ghgh A proposito, spero che ti piaccia questo Alphonse a metà fra lo tsundere e l'ukettoso (Non che prima era stato molto diverso, eh). >.<
     
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23 replies since 29/3/2013, 16:10   559 views
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