Venite bambini..

Per Chibino <3

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  1. Chibi kira.
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    Il piccolo Alphonse stava letteralmente ribollendo di rabbia, a dir poco furioso per l'atteggiamento che stava tenendo nei suoi confronti la bella commessa (Anche se, per il momento, sembrava acquisire sempre più i contorni della serial killer o della stupratrice o, peggio ancora, di entrambe le "professioni") dell'oltremodo ambiguo negozietto del parco che si era rivelato essere una vera e propria trappola per i ragazzini (O per i nerd, a essere precisi, e visto che Alphonse rientrava in entrambe queste categorie era doppiamente nei guai) di ogni età, al punto che per trattenere l'ira dovette stringere le sue belle e delicate manine in alcuni assolutamente teneri e deliziosi pugnetti, neppure fosse un tenero infante in vena di capricci. Ma bisogna pure comprendere il suo modo di vedere le cose: Infatti, benché come Divinità fosse più che abituato alle ingiurie e alle accuse degli uomini (Non potete neppure immaginare quante imprecazioni un Dio debba sorbirsi in una singola giornata) non era, però, abituato al tono di sufficienza e di caustico divertimento che usava con lui la bella ragazza. Dopotutto, in quanto Dio, quelle imprecazioni lo colpivano come a un uomo avrebbero colpito le invettive di una formica, ma purtroppo, questa volta, era accaduto quello che mai, nella sua eterna esistenza, avrebbe potuto immaginare: E cioè che una di queste suddette formiche aveva avuto l'ardire di elevarsi sopra di lui, sbeffeggiandolo come se fosse l'ultimo verme della terra. Insomma, per farla breve, era tanto arrabbiato perché -per una volta- la situazione si era capovolta: Era lui, infatti, il "nostro" Dio preferito(?), a sentirsi impotente contro la netta superiorità altrui e a non trovare altro modo per sfogare questa terribile sensazione di inutilità, di ininfluenza su gli altri e persino su di sé, se non con a forza di sarcasmo e di sguardo così fiammeggianti d'ira che se avessero avuto il potere di fulminare qualcuno, la bella ragazza si sarebbe ritrovata essere un mucchietto di cenere in un battito di ciglia.
    Ma purtroppo non avevano questo potere, proprio come non lo aveva più neppure lui stesso (E dire che prima di reincarnarsi ne aveva scatenate di tempeste) dunque doveva contentarsi a tenere fisso il suo sguardo furioso blu cobalto, su quello compiaciuto e ironico della ragazza, di quella strana e particolare tonalità dorata.
    Puoi anche evitare di rivolgerti al sottoscritto con quell'epiteto, sgualdrina, dato che non ne capisci il reale significato: Detto da te assume la stessa insensatezza del gracchiare stridulo di una cornacchia qualsiasi. O di un'oca, per essere più precisi.
    Rispose velenoso come un aspide, concedendosi persino un sorrisetto perfido per il suo ben poco lusinghiero paragone a un'oca, volatile che, nella "saggezza" comune, veniva creduto non essere molto intelligente. Cosa non affatto vera, del resto, ma dopotutto c'è una bella differenza con ciò che si crede e con la realtà.
    E se ne accorse molto presto il nostro caro Alphonse, che si trovò di punto in bianco a desiderare di scappare, di correre il più lontano possibile da quella splendida strega e dalla assolutamente invitante sua casetta di marzapane, quando questa, alzandosi seducente e fluida dal bancone, si avvicinò pericolosamente a lui, rivolgendogli addirittura una velata (Ma neanche tanto) minaccia a cui lui mai avrebbe ceduto ma che lo impensieriva non poco. Infatti, sebbene fino a pochi istanti prima, era assolutamente deciso di non indietreggiare d'un passo (Metaforicamente e non) di fronte a quella bella ragazza, quando quest'ultima lasciò il bancone -che fungeva da inconsapevole "barriera" fra i due- per avvicinarsi in modo assolutamente scortese e indecoroso al piccolo Dio, quest'ultimo dovette fare uno sforzo quasi indicibile per non indietreggiare spaventato ma rimanere al suo posto, con il suo bel faccino contratto in una sorta di broncio che voleva esprimere serietà e rabbia, ma che mostrava soltanto disappunto e impotenza. Infatti, oltre a cominciare a essere sempre più spaventato per quella situazione assolutamente assurda e che diventava sempre più pericolosa ogni minuto passato, era anche molto imbarazzato per la vicinanza eccessiva con una così bella (E succintamente vestita) ragazza, cosa a cui non era affatto abituato. Come non era abituato, di per sé, ad stare vicino ad altri essere viventi in genere, visto che aveva uno "spazio vitale" oltremodo ampio (Almeno per una persona, s'intende, poiché da Dio aveva tutto l'Universo e più come spazio vitale). Quindi, sbuffando quasi tra sé e sé e scuotendo irritato il capo, senza ben sapere contro chi di preciso, se con la ragazza o con se stesso, indietreggiò di qualche passo, almeno per poter respirare più facilmente e non avere il viso di fronte al prosperoso décolleté della ragazza (Eh, "sfortunatamente" l'altezza era quella), cosa che avrebbe potuto destabilizzare ancor di più i suoi già incasinati neuroni che non riuscivano a decidersi se farlo sentire spaventato, imbarazzato o eccitato e per questo si contentavano di farlo sentire tutte e tre le cose assieme, con ovvi effetti sulla capacità di giudizio del nostro piccolo Alphonse.
    Non osare minacciarmi, razza di... Di... Di una meretrice!
    Tuonò (O come potrebbe farlo un ragazzetto alto un metro e ottantavogliadicrescere) Alphonse, con le guance rosse dall'irritazione e dall'imbarazzo assieme, cercando con ben scarsi risultati di sostenere adeguatamente lo sguardo della bella commessa, senza dover, ogni istante, abbassarlo per fissare un punto imprecisato del pavimento che, chissà per quale recondito motivo, veniva trovato incredibilmente interessante dalla sua mente.
    Che ti si possano legare gli intestini ad un albero finché non ti vergogni, per questo, sgualdrina!
    Continuò "inveendo" il bel ragazzino terribilmente indignato per la minaccia, seppur velata, di venir costretto a rivelarle il suo nome se non lo faceva di sua spontanea volontà. Sicuramente la sua momentanea(?) "rapitrice" non doveva essere molto religiosa, poiché in caso contrario avrebbe certamente saputo che non c'è modo migliore per far fare a un Dio il contrario di quanto chiesto, se non minacciandolo.
    Non ho alcuna intenzione di prestarmi ai tuoi sciocchi giochetti e né, tantomeno, di far conoscere il mio nome a una pervertita come te, quindi scordatelo. E adesso smettila di tediarmi oltre con questa farsa e liberami subito: La mia pazienza è agli sgoccioli.
    l'Avvertì il piccolo Dio "minacciandola" a sua volta, sebbene con il buffo e tenero broncio d'imbarazzato furore che aveva stampato sul visetto rosso non lo rendeva di certo credibile o minaccioso. E la cosa più terribile è che lui stesso ne era conscio, ma che non poteva fare altrimenti: Dopotutto in che altro modo avrebbe potuto comportarsi? Avrebbe dovuto supplicarla, pregarla di liberarlo, chiedendo pietà? Un'opzione che non poteva essere assolutamente presa in considerazione, meglio la morte. O almeno così pensava il nostro piccolo Dio... Chissà se la bella commessa fosse riuscita a fargli cambiare idea? Dopotutto sembrava possedere ottime argomentazioni, nel male e nel bene (Per il male Alphonse gli avrebbe dato un bel trenta, mentre per il bene due -il giudizio negativo va al numero più insospettabile, naturalmente).

    E tu perdonami, Neko-san, se scrivo troppo ma anche in questo caso è colpa di Alphonse! *Indica il piccolo Dio che se ne va indispettito.* >w> asd Detto questo, chiedo perdono se il post è più confusionario del solito ma ho avuto davvero pochissimo tempo per scriverlo. Spero ti piaccia. >w<
     
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23 replies since 29/3/2013, 16:10   559 views
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