Venite bambini..

Per Chibino <3

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  1. Chibi kira.
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    In Principio fu il Verbo e il Verbo disse:
    E' p-permesso?
    In effetti non è, apparentemente, l'esordio più brillante per cominciare una bella conversazione, soprattutto se pronunciato dalla vocetta melodiosa ma, in quel momento, anche imbarazzata e timida del nostro caro(?) Alphonse, quasi tremolante, che proprio in quell'istante si accingeva a superare la soglia dello sfolgorante negozietto di manga, dolciumi e balocchi in genere che lo aveva attirato come un'ape al miele e che era improvvisamente sorto, letteralmente dal giorno alla notte, al centro del grazioso parchetto cittadino che era solito frequentare il pomeriggio, subito dopo la fine delle lezioni.
    Ma come mai un Dio come lui era entrato in un negozio del genere, il cui nome "Otakulandia" era già tutto un programma? E perché, soprattutto, aveva esordito in quel modo tanto timido e imbarazzato che non si addiceva affatto ai suoi modi, solitamente sì educate e cortesi, ma anche freddi e alteri?
    Per rispondere alla prima domanda, si potrebbe anche sostenere che, essendosi incarnato da anni nel corpo di un comune essere umano, era assolutamente normale che, nel corso del tempo, ne avesse anche sviluppato le passioni e le semplici debolezze, come la creta prende inevitabilmente la forma dello stampo in cui viene messa, ma sarebbe una spiegazione soltanto parzialmente vera e non priva di un vizio piuttosto grave nel suo fondo: E cioè l'idea che un Dio, a differenza degli umani, non sentisse il bisogno di svagarsi un po' o di distrarsi dalla solita routine quotidiana. Al vero anche la sola immagine di un Dio che possa provare noia o avere una "routine", perlomeno come la intendiamo noi, sembra ai più paradossale e ad alcuni anche blasfema. E tutto ciò, naturalmente, oltre che essere assolutamente ridicolo, è dovuto a secoli di indottrinamento da parte di teologi e filosofi a cui il Sole del deserto aveva fatto un po' troppo male: Poiché, secondo l'opinione di questi individui, essendo Dio totalmente perfetto non poteva certo rivolgere il suo pensiero a qualcosa che, invece, non lo era, dunque doveva contentarsi di passare tutta l'eternità a cui era destinato pensando in continuazione a se stesso o, per dirla in una maniera cara ai filosofi (Sapete com'è: I più credono che qualcosa complicata, inutilmente ingarbugliata e all'apparenza stupida, sia in realtà un profondo ragionamento filosofico, quando in realtà, è semplicemente un'idiozia come sembrava all'inizio) pensando a se stesso che pensa se stesso. Ma ve la immaginate la noia di questa assurdità? Da rimanerci quantomeno secchi... Sempre se si dispone della possibilità di morire perché in caso contrario, come per le Divinità, la tortura sarebbe eterna, il che non è affatto una bella cosa. Che poi, a onor del vero, la presunta perfezione delle Divinità rimane, per l'appunto presunta, e il nostro Alphonse/Om ne è, suo malgrado, l'esempio più lampante: Se così, infatti, non sarebbe stato, non avrebbe mica richiamato l'attenzione della commessa del negozio con un così timido inizio. E qui non c'entra nulla né la creta né lo stampo, semplicemente gli Dei non sono perfetti e hanno i vizi e le virtù proprie dell'uomo, anche perché sennò la storia dell'aver creato l'uomo a "sua immagine e somiglianza" sarebbe piuttosto poco realistica e limitata.
    Ad ogni modo, queste semplici spiegazioni, dovrebbero aver quietato la curiosità di chi voleva conoscere il motivo per cui Alphonse era entrato in quel bel negozietto, mentre i più pignoli si dovranno accontentare di questa precisazione: Quel giorno, come tutti i precedenti, Alphonse si era fatto lasciare dal suo autista, subito dopo la fine delle lezioni, in quel grazioso parco per rilassarsi un po' leggendo il bel romanzo storico che aveva acquistato da qualche giorno e che aveva portato con sé e avendo notato con gradita sorpresa l'inaspettata costruzione e apertura di quel nuovo negozio, sia per curiosità, sia perché realmente appassionato degli articoli che si vendevano, aveva deciso di entrare e spendere letteralmente un patrimonio in videogiochi, fumetti e leccornie varie.
    Per la seconda domanda, invece, dobbiamo entrare un po' più nel particolare e descrivere la graziosa commessa che si trovava dietro al bancone del negozio, perché è proprio quest'ultima la causa dell'imbarazzo del nostro amato(?) Dio: Era, infatti, una bellissima ragazza sua vent'anni, molto più alta del nostro "eroe" (Non che ci volesse poi molto, eh, ma in questo caso la ragazza era alta anche per al media "comune"), con un volto a dir poco sublime impreziosito da lunghe e perfette ciocche argentee all'apparenza più morbide della seta, senza contare il fisico longilineo dalle forme prosperose e a dir poco perfette, "coperte" a malapena da un vestitino dall'apparenza deliziosa ma decisamente troppo, troppo, succinto (Almeno per un certo Dio dagli ormoni di un sedicenne) e che il bel kimono che la ragazza usava a mo di "giacca", non aiutava affatto a coprire, anzi aperto com'era sottolineava ancor di più le generose porzioni di pelle nivea esposta allo sguardo fin troppo attento e imbarazzato del piccolo (Per quanto un Dio possa essere piccolo, certo) Alphonse.
    Oh, Buon Me è incredibilmente bella... E per niente vestita!! Ma come può pensare di vestirsi così in un luogo come questo??? E'... E' indecente!
    Si chiese (E si rispose, anche se non alla domanda che aveva appena formulato nella sua mente) per un ultimo istante il povero cervello del Dio che, lungi dal pensare a un se stesso che rimugina sul proprio io, smise di formulare altri pensieri per dedicarsi soltanto all'elaborazione dei dati provenienti dagli occhi del nostro piccolo Alphonse che, inevitabilmente, erano stati guidati da un'antica forza ancestrale, ineluttabile come la legge di gravità, verso la profonda scollatura della bellissima ragazza, che metteva in mostra un décolleté assolutamente invitante nonché dalle sembianze assolutamente deliziose e morbidissime. Il suo unico rimpianto fu soltanto che la ragazza fosse seduta di fronte a lui e che, dunque, non poteva vedere il suo fondoschiena che doveva essere assolutamente superbo. Pensiero che, fortunatamente, risvegliò le sue sinapsi intorpidite e lo fece arrossire come una bella ciliegia matura, facendogli aprire meccanicamente la bocca come un idiota per alcuni secondi, senza che dalle sue corde vocali uscisse un solo fremito. In compenso, però, tutto il suo grazioso corpicino fasciato dalla bella e un po' severa divisa della scuola, composta da dei pantaloni neri, una camicia bianca, una giacchetta nera con il simbolo dell'istituto privato come unico fregio e delle scarpe in pelle del medesimo colore, e con il libro tenuto stretto contro il suo petto deliziosamente magro e androgino neppure fosse una studentella delle medie alla sua prima interrogazione, ebbe un leggero fremito come a cercare di dar una svegliata alla sua mente, di nuovo persa -stavolta- negli occhi dalla singolare quanto bella sfumatura dorata della fanciullla, caso più unico che raro in cui la sfera sensoriale del corpo cerca di risvegliare quella intellettuale della mente ma, dopotutto, non si è degli Dei per niente (In realtà un po' è così, ma non dilunghiamoci su aspetti poco piacevoli).
    C-cioè, i-insomma... Ehm... Buongiorno, e-ecco, mi scusi, ma m-mi c-chiedevo se il negozio fosse aperto perché... P-perché vengo qui molto spesso e questa è la prima volta c-che lo noto, dunque non... Non sapevo se foste o meno aperti al pubblico.
    Pigolò il nostro adorato(?) piccino, in un sussurro appena udibile, ma piacevole all'udito come il cinguettio di un uccellino o il miagolio di un gattino, incapace di guardare negli occhi la bellissima commessa se non per rapide e fugaci "incursioni" per poi ritornare a fissarlo imbarazzato come non mai a un punto imprecisato dell'ampio bancone, neppure se vi fosse stato legato un uomo.
    E così, il nostro piccolo Dio aspettava la risposta, possibilmente cortese e comprensiva, della bella commessa sperando che non si desse a sorrisetti di sufficienza o a sguardi maliziosi perché sennò sarebbero stati guai seri. E non perché sarebbe diventato rosso e imbarazzato come non mai ma perché, soprattutto, la ragazza avrebbe potuto pagare cara la sua ironia: Con un fulmine, ad esempio, visto che non ci si prende gioco impunemente di una Divinità.
    ...Anche se la suddetta Divinità non sapeva più evocare fulmini o la pesta bubbonica, per non parlare di meteore infuocate dal cielo. Ma comunque avrebbe escogitato un modo per vendicarsi: Magari avrebbe messo in disordine tutti gli albi a fumetto su cui avrebbe potuto mettere le mani! Sempre, naturalmente, se non fosse scappato via dalla vergogna, s'intende. E comunque, forse, la sua era tutta un'inutile paranoia: Dopotutto poteva essere anche una ragazza buona e gentile, mica doveva giudicare una persona dal suo modo di vestirsi, sarebbe stato come giudicare un Dio dal tempio eretto in suo onore. Anche se, al vero, dal mondo in cui proveniva era sempre stato un ottimo metodo...
    Narrato.
    Pensato.
    Parlato.
     
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23 replies since 29/3/2013, 16:10   559 views
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