La vicina ammaliatrice (completo)

foot fetish,ipnosi,mindfuck,lavaggio del cervello

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    Ero un ragazzino gracilino e magro,avevo 15 anni e vivevo con mio padre in una di quelle tipiche casette col prato intorno che si trovano alle periferie delle grandi città,papà era quasi sempre all'estero per lavoro oppure passava il suo tempo in ufficio,insomma lo si poteva vedere solo nel week-end.
    Eravamo entrambi molto soli,io ero figlio unico e mamma si era separata da lui quando ancora ero piccolo : litigavano molto,qualche volta l'anno veniva a farci visita,si capiva che lo amava ancora poverina...
    Poi c'era LEI,la nostra vicina,a cui,mia madre dava in parte la colpa della loro separazione,era una donna falsa,avida,melensa,corpulenta,SENSUALE che si vestiva sempre nello stesso modo,ballerine,leggings,gonna corta,canottiera senza spalle e un fazzoletto legato intorno ai capelli che andava a incorniciare il faccione,estremamente eccitante per proporzioni e volumi,i colori dei vestiti erano uguali tra loro e spaziavano fra le varie tonalità di viola.
    Se avete pensato ad Ursula,la strega del cartone della Disney "La sirenetta",avete inquadrato il tipo.
    Essendo ancora piccolo non subivo il suo fascino,la detestavo era lampante il fatto che volesse sedurre mio padre e sostituirsi alla mamma,il tutto ovviamente con lo scopo di poter mettere le mani sulle nostre finanze.
    Era un'abile ammialiatrice,lei,quando vedeva mio padre gli veniva sempre in contro,posava le sue manoni sulle sue spalle curve (era gracile anche lui),avvicinava il viso al suo e gli parlava con una voce calda e vellutata,CARO,lo chiamava e lo stordiva con un fiume di chiacchere,quando poi mio padre,LA PREDA,era stato ristupidito a dovere e cotto a puntino-*DING*-,iniziava a parlargli di mamma-"Una donna egoista che non avrebbe mai dovuto lasciarlo"- e di me -"Caro"-e proseguiva-"Tuo figlio non è che un peso,sai io conosco un posto in cui si occuano dei bambini...".Papà,che mi voleva bene, a volte riusciva a ribellarsi-"No lui è mio figlio e sta con me"-altre volte balbettava qualcosa cercando una risposta,allora la maliarda iniziava ad accarezzarlo al viso e continuava a rimbesuirlo,a salvarlo arrivavo io,-"Papà"-tirandolo per una manica-"Ha suonato il telefono",non era vero e papà tornato in casa non si preoccupava nemmeno di assicurarsi di ciò,ma invece mi rivolgeva uno sguardo pieno di gratitudine,al contrario la grassona mi fulminava con lo sguardo quando mi avvicinavo...



    Passarono due anni e divenni un adolescente,la grassona sembrava essersi arresa,finchè un giorno,era un giovedì soleggiato e afoso,la trovai su un materassino a prendere il sole sul praticello di casa sua (che confinava col nostro...),aveva gli occhiali scuri,i capelli ricci fasciati dall'eterno fazzoletto e si spalmava la crema da sole sui piedi.
    Rimasi ipnotizzato guardando le piante dei piedi dure e callose mentre venivano ricoperte da quella crema densa e morbida,la pensai a scuola tutto il tempo,mentre si ungeva con la crema in bikini viola,mi vergognavo,ero cotto della donna che mi stava rovinando la vita.
    Tornando a casa però mi chiese il perchè della sceneggiata con lo sdraio,mio padre salvo il week-end non c'era quasi mai e lei lo sapeva benissimo,ergo ero caduto dritto dritto in una bella trappola,la cosa mi eccitò profondamente e lasciai al mio uggello il compito di ragionare,ignorando il buon senso e la coscienza.
    Tornato a casa la vidi ancora lì quindi andai da lei-"Posso fare qualcosa per lei?"-.Lei si tolse gli occhiali da sole e li mise sulla fronte e mi guardò con un sguardo e un sorriso che volevano dire-"Bene,bene..."-"Oh tesoooro mi spalmeresti la crema?"-.
    "Certo,signora"-e in quell'attimo persi tutta la mia dignità e il mio orgoglio,per sempre.
    Mi inginocchia per terra anzi mi inchinai...
    Fece un sorriso compiaciuto.Ma lessi in quelle belle labbra carnose scherno e disprezzo e ciò mi eccitò ancor di più.
    "Allunga le braccia e metti le mani a coppetta"-Mi fu ordinato.
    Obbedii.
    Mi fu colata sulle manine una sostanza fredda,unta e trasparente : era olio per massaggi!Il che mi dette un'ulteriore conferma sulla trappola in cui stavo cadendo.Lei mi guardò e capì che quella,cioè fare l'innocente e fingere solo ora di cadere dalle nuvole,sarebbe stata la mia ultima opportunità per sfuggirle.
    "Si metta seduta"-Ne fu rassicurata.E io,fui contento di averle fatto capire di avermi accalappiato.C'ero proprio cascato come un sacco di patate!
    Si sedette puntando i piedoni tra l'erba soffice del prato quindi spalmai le spalmai l'olio profumato sulle sue coscie carnose,le mie ditina affondavano nella carne mentre cercavo di massaggiarle con più vigore possibile.Lei sospirò di piacere inarcando le labbra in un sorriso,teneva gli occhi fissi su di me, lo percepivo,ma ero concentrato sulle cosce e troppo imbarazzato per la posizione in cui mi trovavo per guardarla in faccia in faccia.
    Il mio vero scopo era di arrivare a quei piedoni ruvidi e sudati che mi avevano sottomesso e così dopo dieci minuti passati a massaggiargli le cosce vigorosmente SCESI...
    Le sollevai la garba destra,rossissimo in volto e imbarazzatissimo,lo feci con estrema delicatezza,poggiando una mano sulla caviglia e l'altra sulla tibia carnosa,sostenendola anche col mio ginocchio e mi trovai la pianta del piedone ipnotizzatore,(giallogniolo e calloso) puntato contro il faccino rosa e tenero e a pochi centimetri dal naso.
    Dentro di me mandai un'imprecazione : non potevo godere appieno dell'odore perchè la grassona l'aveva già ricoperto di crema qualche ora addietro.Almeno avrei fatto gioire i miei polpastrelli che bramavano in contatto con quella pianta regale.
    Le mie piccole povere manine furono come calamitate dal ruvido piedone,le mie esili ditina si misero ad agitarsi convulsamente tastando con forza il centro del piede come un bambino che cerca disperatamente di riemergere dall'acqua,ero eccitattissimo ogni volta che i polpatrelli incontravano un callo la mia patta era scossa da un fremito e io mi mettevo a massaggiarlo spasmodicamente,per minuti interi.
    Guardai quelle che ora mi sembrava un essere divino e vidi che aveva chiuso gli occhi e gemeva sorriadendo,poi le dita finalmente scesero fino al tallone duro e screpolato e il mio pene esplose in una mega sborrata,chiusi gli occhi e respirai profondamente,volevo baciarglielo e chiamarla padrona,anche se la coscenza inutilmente resisteva,un poco.
    Ma la voce della divina mi destò dall'incantesimo in cui lei stessa mi aveva fatto cadere.
    "Sei stato un tesoro,adesso però devo andare,si è fatta sera non te ne sei accorto?"-Disse togliendomi il piede dal ginocchio.
    -"Oh...si giusto è sera...a-allora b-buona giornata...c-cioè b-buonaserata...insomma a-a-arrivederci"-balbettai io.
    "Domani posso contare sul fatto che ti avrò tutto per me?Ho bisogno di gualcuno che falci l'erba"-Disse con una voce calda e suadente.
    "Sì..."-aggiunsi chinando la testina-"TUTTO CIO CHE DESIDERA"
    Mi senti,mi accarezzò il faccino col piedone ruvido,quindi s'alzò e se ne andò.
    Mi toccai la guancia sospirando e rimasi in ginocchio con lo sguardo trasognato per un'ora lì nel suo prato.
    L'indomani la dea mi fece lavorare come uno schiavo sotto il sole,tutto il giorno,cuocevo a fuoco lento,lei era li splendida sudata a crogiolarsi sul materassino con un bicchiere di limonata ghiacciato in mano,le cosce accavallate,senza degnarmi nemmeno di uno sguardo,mentre io sgobbavo come uno schiavo dovendo falciare l'erba,ma avrei fatto qualsiasi cosa per soddisfarla e poi l'eventualità di essere accarezzato dai suoi bei piedoni mi faceva fremere tutto...
    Arrivò la sera l'aria fresca mi portò un po' di solievo,stavo seduto con le ginocchia divaricate,faticavo a tenere gli occhi aperti e me la trovai davanti,era ancora in bikini senza occhiali,si mise in punta di piedi e con le mani giunte,rimasi a guardarla a bocca aperta come un ebete-"Oh povero caro chissà come ti sarai affaticato?Sarai stanco perchè non entri?"-La sua voce dolciastra e appiccicosa mi s'appiccicò all'orecchio colando sul cervello.
    "G-grazie"
    Si voltò e le vidi le suole dei piedi nudi piegarsi,alzarsi e schiacciare l'erba,la seguì gattonando,come in una sorta di trance.
    Mi fece accomodare nel salotto.
    "Vado a mettermi più comoda,tu aspetta qui!"-Mi disse senza nemmeno guardarmi.
    "Sì signora"
    Le luci alle pareti diffondevano una luce calda l'ambiente era un gioco di rosa chiaro e bianco,guardai i quadri erano foto del suo viso divino ingrandito che mi fissavano con uno sguardo duro e penetrante,intervallati da veri propri dipinti di spirali colorate,c'era una libreria,ci buttai un'occhio lessi titoli del tipo "Ipnosi e lavaggio del cervello" oppure "10 semplice mosse per piegare un uomo".
    Ero morto di stanchezza facevo fatica a tenere gli occhi a aperti,e quel divano morbido e caldo era come se accogliesse dolcemente le mie natiche doloranti,chiusi le palpebre,la divina arrivò in vestaglia trasparente scura,bigodoni e ciabattine di gomme sottilissime rosa trasparenti che facevano sembrare i suoi piedoni ancora più enormi,mi eccitava anche conciata così!
    Si sedette dall'altra estremità del divano e si tolse le ciabatte e mi poso i piedi sulle gambe,io iniziai ad accarezzarglieli,-"Devo parlarti"-disse freddamente poi proseguì"Tu sai io voglio bene a tuo padre..."-"Sì"-risposi io ma ormai ero completamente stordito dall'odore si sudore dei piedi e in più lottavo contro il sonno,insomma conoscevo bene i suoi propositi ma sentivo la testa vuota e pesante e le sue parole si insinuavano dentro,avrei creduto a QUALUNQUE cosa...
    "Bene caro,ho bisogno di metterlo in guardia da tua madre,non vorrei..."-mi risvegliai di colpo-"No,non si permetta,lei non ha il diritto,è colpa sua se si sono separati,ci lasci in pace non l'aiuterò a rovinarci,io..."-Dissi piangendo,cercavo di ribellarmi ma ero sfinito.Lei allora inizio a strusciarmi il piede contro la patta,"Caro sei stanco,hai frainteso la situazione."
    "Ohhh"-con le dita del piede mi aveva tirato giù la zip-"No,la prego mi lasci andare io non voglio aiutarla...lei è mia mamma,per piacere"-Il mio pisellino si ritrovo avvolto dalla suo suola callosa e sudata,il suo bel tallone premeva contro la base del mio pene,grazie all'attrito prodotto dalla sua pelle screpolata il piedone portava il mio cazzo su e giù,mi stava masturbando con un piede solo!
    Chiusi gli occhi,travolto da un'ondata di piacere e abbandonai la schiena allo schienale morbido e imbottito del divano,-"Mmmm...siiiii rilassati,caro,lasciati andare"-"Adesso voglio che tu sappia cosa è successo veramente fra tuo padre e tua madre,lei era una persona egoista e vi lasciò perchè era stufa di prendersi cura di te...mi senti caro?Era stufa di prendersi cura di te..."-disse gelida e tagliente quindi iniziò a masturbarmi più veloce,sentì che la cappella era rimasta intrappolata su un callo il quale muovendosi con tutto il piede la eccitava e massaggiava
    "Sì...mmm...la sento era stufa di me"-ripetei in trance.
    "Era stufa di VOI"
    "Era stufa di noi"-ripetei gemendo.
    "E tu impedirai che tuo padre commetta lo stesso sbaglio"
    "Io...lo impedirò"-il mio pene esplose e dissi la frase gridando,un fiume di sperma bagnò i piedi della divina.
    "Bene"-disse le ridendo-"Adesso ti spiegherò ciò che dovrai fare"-.
    Io la fissavo con lo sguardo vacuo inerme appoggiato allo schiena del divano,annuì debolmente,allora lei strusciò il piede con cui mi aveva segato sul mio viso pulendosi lo sperma e si sedette di fianco a me,le sue ditona avide e grasse stringevano avidamente un astuccetto di cuoio lungo e sottile,ne aprì la cerniera ed estrasse un cristallo legato a una catenina per la quale lo tenne tra le dita davanti alla mia faccia.
    Il cristallo riflettè la calda luce arancione delle lampade contro il mio viso,la sega mi avava completamente svuotato e io mi lasciai catturare dal riflesso senza opporre resistenza.
    Con l'altra mano libera iniziò ad accarezzarmi e mi spiegò cosa avrei dovuto fare,io annuivo obbediente e ascoltavo attentamente,passò un'ora e finito di impartirmi gli ordini la padrona mi congedò,mi inginocchiai e le baciai i piedi,tornai a casa e dormì conscio ormai di essere divenuto lo schiavo della donna che ci stava rovinando la vita...



    Così la padrona riprese le mire su mio padre,ma stavolta potetendo contare su di me,non aspettava più di veder papà mettere il naso fuori casa si presentava
    direttamente da noi,dove io la aspettavo fedele e obbediente e le aprivo,le toglievo le scarpe e le dicevo dove avrebbe potuto trovare il mio genitore,lei non mi guardava nemmeno si avviava nell'ala della casa indicata,mentre io rimanevo lì davanti alla porta,con le sue divine ballerine in mano,la mente annebbiata e un'erezione enorme,entrambe le cose erano causate dal fetore che si levava dalle sue calzature.
    Quando aveva finito con papà,tornava verso la porta e mi vedeva lì con lo sguardo vacuo,le ginocchia divaricate e le braccia piegate con ancora in mano le
    sue scarpe,faceva un bel sorriso disgustoso e compiaciuto,si sedeva e si lasciava infilare le calzature.
    Tutte le sere io mi dovevo recare da lei.
    Venivo fatto accomodare sul divano,accanto ad esso poggiato su un tavolino,c'era un enorme cristallo che rifletteva la luce della stanza,il mio sguardo ne
    era subito catturato e dominato,a quel punto la dea mi metteva sotto il naso le sue scarpe e lavava via tutti i dubbi,i rimorsi e la consapevolezza che la
    mia mente riusciva a riaquistare durante il giorno,sciaquandoli via con la sua voce calda e di velluto.
    Durante quelle che chiamava le "sedute",mi sentivo splendidamente il piacere di compiacerla mi dominava completamente,ma una volta finita la seduta e
    massaggiatole i piedi io ero completamente prosgiugato,mi sentivo stanco,spento tutto intorno a me era insipido,e passavo la notte e il giorno dopo in attesa
    di essere ricovonvocato da lei.
    Di giorno in giorno diventavo sempre più servile nei suoi confronti,passavo le giornate in uno stato di costante eccitazione masturbandomi con le ciabatte che milasciava,mi abbassavo a fare qualunque tipo di faccenda per lei,dal pulirle la casa allo sturarle il water,ma la cosa più svilente di tutti era quando riceveva le amiche,tutte donne sulla quarantina,femministe.
    Io dovevo stare lì con loro e servile.La padrona mi mostrava come un trofeo si faceva massaggiare i piedoni da me davanti alle altre,le quali ghignavano,ridevano e mi schernivano,per tutto il tempo stavo lì ai loro piedi inginocchiato aspettando che mi venisse chiesto di portare da bere o qualsiasi altra cosa.
    A ogni incontro ero trattato sempre peggio e questo mi eccitava tremendamente,erano amiche della dea e io dovevo obbedire anche a loro,già questo pensiero bastava a provocarmi un'erezione,in più quelle troie mi riempivano di domande imbarazzanti e qualunque mia risposta era accolta con un fragore di risa sguaiate,in quei momenti avrei tanto voluto chieder loro di potermi masturbare là seduto per terra davanti a loro.
    Al quarto incontro scoppiai,mi trovavo inginocchiato al fianco delle sedia della padrona quando una delle sue amiche,una bella donna,abbronzata,alta,snella che indossava sempre gli occhiali da sole e fascia,mi disse ridendo con disprezzo-"Piccolo schiavo perchè non mi baci il piede"-e senza attendere risposta si sfilo la ballerina,mettendo un mostra un piede abbronzato e affusolato,lunghissimo anche per una donna di quella statura (il piede più sexy che avessi mai visto!!!!!) e non resistetti,con la mano sinistra glie lo presi con forza e inizia ad annusarle la parte superiore della pianta mentre con la destra inizia a masturbarmi ossessivamente.
    Fu la sega più bella della mia vita,cullata dalle risa sguaiate di quelle malevoli galline e l'odore dei loro piedi madidi che si strusciavano sulla mia tenera faccina.
    L'incontro si concluse con le donne che uscivano mentre io le accompagnavo alla porta e baciavo i piedi di ognuna di loro,l'ultima si volse verso la mia corpulenta padrona ridendo come un'oca-"Ma come ci sei riuscita,gli hai completamente ridotto in pappa il cervello"-.
    Quella frase ebbe l'effetto di toccare dentro di me ancora qualche residuo di orgoglio,perchè i miei occhi si fecere improvvisamente umidi e iniziai a balbettare-"Io...i-io...non...".
    La grassona che fino a poco fa vedevo come un'essere divino mi guardò accigliata,poi impassibile richiamò le sue amiche in casa e disse loro-"Tenetelo,povero
    caro non si sente bene"-
    Le donne mi afferrarono,io piangendo cercavo di divincolarmi,ma ero troppo gracile per sfuggir loro,vidi la megera che in tanto s'era dileguata,tonare con
    un'oggetto in mano,quando capì di che si trattava implorai piangendo-"No,la prego no,io non mi faccia questo mi lasci andare...io..."-
    Le amiche risero di gusto,la padrona mi avvicinò il cristallo al viso quando una di loro,una donna grassa anche lei ma più bassa,con capelli rossi raccolti
    in tante treccine che aveva un naso aquilino e due piccoli occhi porcini chiese-"Ti prego lascia che me ne occupi io,voglio divertirmi"-.La padrona glie lo concesse e le mise il cristallo in mano.
    Mi tenne il viso dolcemente e lo indirizzò verso il prisma,non resistetti e mi lasciai andare guardando l'oggetto e subito mi senti tutte le membra indolenzite,allo stesso tempo però mi sembrava di essere leggero,leggero e impotente,allora la mia mente venne cullata da una voce calda e morbida,ma allo stesso tempo imperiosa-"D'ora in avanti tu obbedirai hai nostri ordini...".
    Mi lasciai vincere dalla piacere e rinunciai a fare resistenza,mettendomi a schiena dritta e con le braccia conserte lungo i fianchi,volevo solo lasciarmi andare e ascoltare ciò che avrei dovuto fare per loro.
    Vedendo che avevo cessato la resistenza,le donne iniziarono ad accarezzarmi,addirittura la stangona con gli occhiali neri si chinò e mi diede un morbido bacio sulla guancia-"Bravo bambino...".
    La cosa più piacevole era la mano sul viso di colei che teneva in mano il prisma,la trovavo incredibilmente sensuale-"Io...farò tutto ciò che vorrete".
    Allora mise via il cristallo poggiandolo su un mobiletto e mise anche la mano destra sulla mia guancia in modo da tenermi tutto il viso nelle sue mani,mandò uno sbuffo di soddisfazione che sembrava più un sibilo,sul viso le si dipinse un sorriso malvagio,avvicinò il faccione a pochi centimentri dal mio (potevo sentirne l'alito!) e mi baciò...
    Un bacio unto,appiccicoso,lungo e intenso,mi sentì in paradiso,tutta la mia coscienza fu spazzata,divenni un verme pronto a strisciare ai piedi delle dee che mi circondavano aspettando disperatamente un comando e...
    Il bacio finì,ma la donna continuava a tenermi il faccino tra le mani e il viso a pochi millimetri dal mio-"Ricorda,anche se ti verrà ordinato qualcosa che va contro ogni tuo principio tu DOVRAI obbedire".
    -"Sì...".
    -"E adesso vai torna a casa e attendi nuovi ordini"
    -"sì...".
    Uscì e mi diressi bbediente verso casa mia,udì scoppiare alle mie spalle un fragore di risa femminili.
    -"hahahaha...ma lo avete visto".
    -"Che tenero,quasi mi fa tristezza"
    La sera venni riconvocato a casa della padrona,era sola.
    -"Accomodati sul divano e fissa il prisma".



    Passò qualche mese e il lavaggio del cervello che la megera esercitava su mio padre diede i frutti da lei sperati,durante una visita di mamma mentre pranzavamo sulla veranda lui esplose,facendola scoppiare in un pianto dirotto.
    -"Basta!Non voglio più vederti,se ti importasse di me o di tuo figlio saresti ancora qui anzi che spassartela coi soldi degli alimenti.Fuori!"
    Fuggì via con le lacrime agli occhi mentre la megera osservava tutto dal prato di casa sua,con un ghigno compiaciuto sulla faccia.
    Non provavo niente per ciò che era successo,ma anzi ero solo contento della riuscita del piano della mia padrona e dopo che mio padre se ne fu ritornato a casa sentì l'impulso irresistibile di raggiungerla e vederla soddisfatta.
    Era seduta sullo sdraio in bikini e masticava un lungo bignè ripieno al cioccolato che le colava dalla bocca fino ad arrivarle al doppio mento anche le mani ne erano intrise.
    Mi accarezzò con la sua manona libera lasciandomi sulle guancine lerci aloni di cioccolato e disse-"Perfetto tutto va come previsto chi l'avrebbe mai detto che ad aiutarmi saresti stato proprio tu".
    -"Io ho fatto ciò che dovevo per servirvi,MAESTA'".
    -"Mmmmmm...caro!"
    Mi porse la mano con le dita tutte sporche di cioccolato e io inizia a succhiarglielo via avidamente.
    -"Ohhoho"-Fece lei divertita e proseguì-"Ben presto disporrò di tutti i vostri averi e allora sarò davvero una regina".
    La sera come al solito fui fatto accomodare sul solito divano,ma stavolta non c'era il solito prisma ad attendermi,avevo trovato la porta aperta e della padrona avevo solo udito la voce che mi comandava di entrare,poi arrivò,ai piedi portava un paio di scarpe rosa porcello col tacco vertiginoso,indossava una gonna bianca cortissima,una canottiera senza spalle con sopra un'abito aperto bianco anch'esso,mentre il cerchietto era dello stesso colore delle scarpe e della canottiera:rosa.
    Rimasi lì a sbavare a bocca aperta,la dea si sedette accanto a me e prendendomi il viso tra le mani disse-"Caro,ho avuto fin dall'inizio in mente di sedurre tuo padre per appropriarvi dei vostri averi e grazie a te ormai sono vicina a ottenere il mio scopo,tuo padre adesso non ha più nessuno che possa sottrarlo a me,sua moglie è fuggita da lui in lacrime e con tutta probabilità lo odierà,mentre il suo unico e amato figlio..."-si interruppe avvicinando la sua faccia alla mia con gli occhi spalancati e mi baciò-"E' mio".
    Mi lasciai andare con un sorriso ebete sullo schienale del divano.
    -"Ma oggi ho riflettuto caro,non voglio avere lui accanto a me mentre mi godrò i soldi,VOGLIO TE...".
    -"C-certo conti pure su di me i-io faro tutto quello che posso per servirvi...".
    -"Ma,tuo padre non ti lascerà tutti soldi,non voglio aspettare che tiri le cuoia,va eliminato..."
    Inorridito mi ritrassi dalle sue carezze-"Io-io...non-non può chiedermi questo..."
    Non perse tempo afferrò con le sue ditona grasse il bottone della mia zip ,aprì la patta e si ficcò avidamente in bocca il mio uccello,le sue labbra carnose succhiavano con cupidigia,dopo un pò le sua bocca si staccava,ma solo per tornare alla caricà con ancora più vemenza.Venni e fu la sborrata più piacevole mai provata.Lo sperma non fu l'unica cosa che mi succhiò via la megera perchè dopo l'eiaculazione mi ritrovai svotato anche della volontà.
    Le presi la mano con l'altra si puliva schifata la sborra dalla bocca e glie la baciai la mano -"Lo eliminerò,lo distruggerò e tutti i suoi soldi saranno tuoi,dea"-.
    E così feci uccisi mio padre facendolo cadere dalle scale,la padrona vendette tutto ciò che era nostro,io mi ridussi a vivere in uno squallido stanzino in casa sua e lei trovò un ragazzo forte e muscoloso,e fu questi il fortunato a essere masturbato dai suoi piedi divini,io mi dovetti accontentare di pulirglieli e baciarle le scarpe mentre venivo schernito da entrambi,questo per mesi finchè non mi fece internare in un riformatorio abbandonandomi per sempre.




    Se per sbaglio ho fatto degli erroracci mi scuso,sul PC mi sfuggono spesso,voi segnalatemeli di modo che io possa correggerli...

    Scusate il doppio post,ma mi sono accorto adesso di non poter aggiornare il titolo del vecchio da Pt1 a completo.
     
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    Lo trovo ben scritto, e resa particolarmente bene la fase "mind-control".

    Non condivido la perversione di adorare e odorare i piedi callosi... come mai un feticismo così perverso? Capisco il piede abbronzato della bella ospite della vicina...

    Ma soprattutto, se il protagonista è dominato non dovrebbe descrivere i piedi della vicina come fetenti e altri aggettivi negativi.

    Comunque le capitolazioni della volontà sono davvero eccitantissime, soprattutto là dove sta per riprendersi... magari alla lunga un po' ripetitive... il lavoro di bocca con cui l'ammaliatrice convince il giovane vicino al parricidio poteva essere descritto più a lungo come una vera e propria battaglia tra piacere e volontà.

    Comunque complimenti. Davvero efficace
     
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    L'unica parola che mi sento di usare per descrivere questo racconto e come l'ho trovato è orribile.Non mi è piaciuto per niente,mi spiace ma racconti cosi li trovo davvero opprimenti
     
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    Mat seewind, fammi capire... critichi il contenuto o il racconto in sé?

    Ci sono cose morbose che fanno male leggersi, ma ciò non toglie che effettivamente sia un buon racconto, e il fatto che ti opprima, significa che genera delle emozioni. Io ribadisco che mi è piaciuto, sebbene, ripeto, questo parlare della vicina ora definendola eccitante, ora definendola spaventosa (mi sa tanto di Ursula della sirenetta :) ) sembri un po' incoerente. Ma forse era un effetto voluto dall'autore, per rendere l'incoerente volontà della vittimaprotagonista

     
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    No vabbe raga, questo e’ un racconto di 11 anni fa, che nostalgia!!! Avevo davvero l’eta’ del protagonista di cui ho scritto (circa 16 anni!). P wee era un mio vecchio account, se cliccate sul mio profilo troverete altre storie che ho postato in vari forum di forumfree. apuleio74 Quasi ti risponderei ora alle critiche, ma la tua risposta all’altro utente e’ in parte corretta. E ursula e’ oggettivamente sexy se soffri di mommy issue ;););)
     
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    Ahah, sì, il tempo vola quando ci si diverte! :D
    Tra l'altro dopo aver scritto il commento ho riletto il racconto e ho visto che l'allusione a Ursula era esplicita. Era proprio scritto. Quindi o la notizia era passata subliminalmente al mio subconscio, o la descrizione era davvero efficace.
    Non so...c'è mamma e mamma. A me ursula piace quando si trasforma, come maga magò, o come la maga Alcina dell'Orlando Furioso, o la dama rossa del trono di spade. Insomma, l'ammaliazione la trovo sexy, come l'inganno e la manipolazione...però mi piace che la vittima almeno creda di essere in presenza di una stragnocca. Tipo amore a prima svista con Jack Black (ma meno romantico).

    Spero cmq che in questo decennio tu ti sia diretto verso fantasie meno tetre :D.

    Buon anno
     
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