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goldendick.
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L’uomo nero
Da piccola, come tanti e tante bambine di questo mondo, sono
cresciuta, con lo spauracchio dell’uomo nero, spesso mi veniva
ricordato che se avessi fatto da monella mi avrebbe messo in
un sacco e portato via.
Devo dire che ne ero terrorizzata, anche perché ogni tanto
l’uomo nero si presentava veramente a casa mia, con sembianze
diverse ma, sempre nero e più nera era la sua carnagione, più
la mia paura aumentava in proporzione, immaginate il mio stato
d’animo quando si presentavano in due.
Quando lo vedevo scappavo per nascondermi nella mia cameretta
ma, per fortuna la mamma mi rincuorava dicendomi “Sei stata
brava, amore mio, è venuto per me, sono io la monella” “Ora
vai a letto e dormi, non avere paura ma, non uscire se no ti
rapisce”
Cercavo di dormire ma la paura mi teneva sveglia e dopo un
po‘, sentivo i lamenti della mamma, “aaah, aaaaaaaah,”
lentamente si trasformavano in urla, “Ohi, oooohi mamma che
bestione, fai piano, bruciaaaaaaa” Ma, il babbo non faceva
niente per proteggere la mamma? L’unica cosa che so è che
riusciva a non farla portare via.
Parole incomprensibili, singhiozzi strozzati in gola, attutiti
dalle porte chiuse ma, che martellavano nel mio cervello, mi
tappavo le orecchie per non sentirla e tremavo come una
foglia, nascosta sotto le coperte, con l’angoscia che il
mostro passasse a prendermi per portarmi lontano da mamma e
papà.
Voi avete già capito chi erano quegli uomini e cosa facevano
con la mamma, io ero piccolina e ho realizzato solo dopo molti
anni.
Non capitava spesso, ma almeno una volta al mese, alla porta
di casa si presentava l’uomo nero, generalmente erano giovani
ragazzi dal fisico atletico dai muscoli ben scolpiti, dagli
addominali a tartaruga, ma anche se erano dei bei ragazzi, io
battevo i denti dalla paura, in preda al panico più totale.
Crescendo ho passato molte notti insonni, ascoltando i loro
tumultuosi incontri e il mio ditino ha imparato a darmi
piacere, trastullandomi il clitoride e sparandomi dei feroci
ditalini, d’altronde quella mignotta di mia madre, gridava
come una cagna in calore, passando delle ore a farsi sbattere
da uno storpio, dico storpio perché non potete immaginare da
quali nerchie amava farsi montare, era capace di prendere dei
veri pali nodosi, lunghi e grossi da far paura.
Vi chiederete come faccio a saperlo, ebbene sono diventata una
guardona come il vecchio trombone di casa, il cornuto (papà)
adorava fotografare e filmare la mamma tra le braccia di altri
uomini, tutti di colore e dotati di cazzi enormi, io invece li
spiavo attraverso il buco della serratura, scoprendo che ho
una mamma troia e guardarla mentre gode di piselloni da mille
e una notte è un vero piacere e poi vedere le sue grandi tette
penzolni che sballottavano ad ogni spinta dello storpio mi
facevano sbrodolare la passerotta come un rubinetto aperto,
desiderando lo stesso trattamento.
Anche papà è ben dotato ma certo non come quei ragazzi e
fotografava, fotografava e filmava con il cazzo sempre in tiro
e quelle scene come in un film porno, mi eccitavano
tantissimo, tanto da farmi scopare dal mio ragazzo nelle
stesse posizioni della mamma, nessuna esclusa, concedendomi
pure alle dolorose penetrazioni anali, anche se lei non deve
soffrire così tanto, visto che chiede a gran voce di venire
inculata, “siii siiiii rompimi il culoooooooo…..Siii siii
amore sbattimelo tutto dentro, sfondalooooooo” da dei cazzi
che farebbero rabbrividire una vecchia baldracca.
Mamma è una dissoluta, scandalosa, bella gnocca di nome
Cinzia, sulla metà della quarantina, anche se lei afferma di
averne soltanto trentotto.
Una biondona dai capelli lunghi mossi, occhi castani, un corpo
dalle curve morbide, generose, distribuiti in 165 cm d’altezza
e un bel visetto da maialona.
Devo dire che la mamma è molto affascinante, giunonica, dai
seni grandi, sodi che si tengono ancora su e non sfigura se
non indossa il reggiseno, anche il culo è tondo sinuoso e
quando l’estate passeggia sul bagnasciuga in topless con un
minuscolo perizoma a coprirgli il corpo e che ne esalta la
rotondità delle natiche, gli uomini si girano e gli sbavano
dietro, mangiandosela con gli occhi.
Nei miei sogni, il più ricorrente era di succhiarlo a papà, di
farlo schizzare nella mia bocca, per sentirne il sapore e
berlo sino all’ultima goccia e naturalmente farmi fottere da
lui e se me ne fosse venuta l'occasione, volevo essere la sua
troietta e farmi offrire ad altri uomini per poter succhiare
di fronte a lui tante belle nerchie.
Il detto dice, “Buon sangue non mente” e io come la mamma ho
un indole da gran troietta e le mie fantasie, sapevo che prima
o poi, mi avrebbero portato ad un incontro ravvicinato con
loro, papà, mamma e qualche bel cazzone nero.
La curiosità di vedere i video della sexy casalinga, o quella
mignotta di mia madre, nell'improvvisato gioco del filmino
fatto in casa, nell’esibizione del sesso tra la mamma e tanti
cazzoni neri, non mi ha fermato sin che non ho trovato,
nell’ufficio di papà, decine di cassette e DVD e naturalmente
caricatori interi di diappositive.
Godeva da gran maiala e il cornutone si compiaceva di avere
una moglie così troia e si avvicinava a lei solo quando stava
per esplodergli il piacere, gli infilava il cazzo in bocca e
dopo due slinguate gli riversava un fiume di borra in gola o
schizzava a raffica sul suo bel viso ricoprendolo del suo
seme.
Solo rarissime volte la mamma si è esibita in un doppio
pompino o una doppia penetrazione dove assieme al giovane
ragazzo c’era anche papà, lui godeva nel sentirla gemere,
urlare di piacere, di vederla mentre lo pigliava nel culo,
quanti primi piani di cazzi giganteschi che sfondavano il suo
piccolo buchetto.
Mi chiamo Alessia, mi considero una bella ragazza e sono
orgogliosa del mio corpo del mio bel visetto, sono una
diciannovenne, so di piacere e non mi vergogno a dire che ho
delle belle tette di una terza misura piena, con due capezzoli
che stimolati, si inturgidiscono facendosi molto sensibili,
duri e lunghi, un bel culetto che gli uomini apprezzano e mi
desiderano per come sporge, dalla invidiabile struttura a
mandolino e mi eccita da morire quando vedo maschi arrapati,
far strabuzzare gli occhi, nel contemplare le parti anatomiche
del mio corpo.
I miei seni sono più piccoli rispetto a quelli di generose
dimensioni, della mamma ma, riempiono le magliette, mostrando
due poppe di pregiata fattura, sporgendo fieri dal profondo
della scollatura. Capelli lunghi, lisci, di un bel nero
corvino, occhi verdi dal taglio orientale, dallo sguardo
intenso.
L’inevitabile, si è presentato inaspettatamente un sabato sera
che sono rientrata prima del solito, ultimamente, i miei
genitori mi facevano capire soprattutto nel fine settimana, di
voler rimanere da soli e io andavo a dormire da un’amica o
ritornavo alle quattro del mattino dopo una serata in
discoteca ma quella sera non mi avevano accennato a rincasare
più tardi.
Sono entrata in casa muovendomi cautamente cercando di non
fare rumori per non svegliarli, mentre passavo davanti alla
loro camera, si è aperta la porta e ne è uscito papà
completamente nudo con il suo bel cazzo in tiro, sono rimasta
a bocca aperta, ammirando quel fantastico obelisco, mentre
lui, con le mani, faticava a nascondere l’erezione, aveva
qualcosa di ipnotico perché non riuscivo a distoglierne lo
sguardo, grosso come non mai, ritto da far paura e grondante
di sperma.
Dall’emozione mi si sono piegate le ginocchia, ritrovandomi
per terra, accucciata tra le sue gambe, avevo il suo uccello a
pochi centimetri dalla mia bocca, l’ho preso in mano,
stringendolo nel pugno, era duro, grosso, l’ho scappellato ed
esplorato in tutta la sua lunghezza, menandolo lentamente
avanti indietro, guardavo la cappella imperlata dei suoi umori
e l’ho infilata in bocca succhiandola avidamente, provocandomi
un’eccitazione talmente forte da non capire più niente, avevo
la mente totalmente annebbiata, in un attimo i capezzoli si
sono inturgiditi, irti e duri premevano contro la felpa e
mentre la fighetta si infradiciava, sentivo il clitoride
gonfiarsi, sembrava un cazzetto in erezione e premeva sulle
mutandine.
Follia di un attimo o premeditazione covata da anni di
desiderio, ero affamata di sesso e di uomini, di cazzi neri e
grossi ma, papà doveva essere il primo, non volevo che fosse
solo spettatore, volevo una dose massiccia di cazzi e lui
doveva riempirmi assieme all’altro black e compiacersi della
sua troietta.
L’inebriante profumo di cazzo arrapato, mi entrava dalle
narici e mi esplodeva nel cervello, mi eccitava, così ho
iniziato ad assaggiarlo con timide slinguazzatine per poi
mettermelo in bocca e farlo sparire tra le mie labbra.
“Mmmmmh….siii…siiiiiiiii…mmmh….bambina mia…siiiiii” sentire il
suo gemito e sapere che sono io a dargli piacere mi eccita
ancora di più ed inizio a succhiarlo con più foga, mi avvento
sul cazzo spinendomelo in gola, sono avida di sborra da
gustare da bere sino all’ultima goccia, lo slinguazzo da gran
puttana e sono orgogliosa che apprezzi il mio lavoretto di
bocca.
La mamma mi è di fianco, completamente nuda, solo con le
autoreggenti e dei vertiginosi tacchi a spillo, mi tira per un
braccio “vieni di la, staremo meglio”
Sapevo che non erano soli, difatti un magnifico stallone
black, è sdraiato sul letto, ha tra le gambe una creatura
mostruosa, un cazzo veramente di notevoli dimensioni, ritto da
far paura, robusto, nodoso, dal diametro largo come quello di
una lattina di birra e lungo almeno una trentina di
centimetri.
Non mi era mai capitato di vedere un cazzo di quella
pezzatura, talmente grosso da non credere che potesse essere
vero e ora poteva essere anche mio, oltre che della mamma.
Si è alzato venendo verso di me che avevo ripreso a spompinare
papà, schiafeggiandomi con la verga, due tre colpi sulle
guance come a dire ci sono anch’io, imboccalo.
Ho cercato di stringerla con la mano ma, non riuscivo a
chiudere il pugno, per serrarlo avrei dovuto cingerlo con le
due mani ma avevo un cazzo per mano e quello di papà non lo
avrei certo mollato.
La cappella mi ha puntato la bocca, l’ho lappata, tenendola
stretta tra le labbra, succhiando e slinguando, insalivandolo
e inumidendolo dai coglioni alla punta, con la bestia che si
ritrovava, era troppo grosso per sbattermelo in gola, solo
inghiottire l’enorme cappella mi soffocava.
Meno male che potevo ingollare profondamente il pisellone di
papà, perché amo sentirlo varcare l’ugola e come impazzita
passavo da una nerchia all’altra, senza tregua senza capire
più niente.
La mamma ha iniziato a spogliarmi, mi ha levato la felpa e
slacciato il reggiseno, le tette sono schizzate fuori
mostrandosi fiere agli occhi di papà e all’amico dei miei
genitori, ha continuato sfilandomi la gonna e quando mi ha
tolto gli slip, erano completamente bagnati dai miei umori.
Le mani della mamma, da dietro mi palpavano i seni, mi
torturavano i capezzoli e quando ha allungato una mano sulla
gnocca strusciandomi le mammelle sulla schiena, non ci ho
visto più, ho perso completamente la bussola e urlando sono
venuta, provando un ’orgasmo inaudito, talmente intenso da
dover mollare la presa dei due cazzi.
Mi sono girata verso la mamma quasi a ringraziarla ma, non mi
ha fatto fiatare, ha avvicinato le labbra alle mie e dopo due
bacetti, mi ha infilato la lingua in bocca, ho iniziato a
succhiarla non l’ho rifiutata, mi piaceva, le sue labbra erano
bagnatissime, saporite, mentre lasciavo che le nostre lingue
frullassero una contro l’altra, baciandoci dolcemente, come
due amanti .
Sentire il calore dei suoi seni che si strusciavano sui miei
era fantastico, non sono rimasta indifferente a quelle
carezze, li ho presi in mano li ho esplorati, palpati, mi sono
incantata ad ammirare le sue splendide aureole scure, grandi
come un mandarino con al centro due capezzoli enormi, irti e
duri, certo non sfidavano le leggi di gravità ma le sue
mammelle erano fantastiche, mi sono appiccicata con la labbra
a ventosa succhiandoli golosamente, tormentandoli a colpetti
di lingua per stimolarli sempre di più.
Le sue mani scorrevano sul mio corpo e anch’io accarezzavo il
suo, la mano mi è sgattaiolata tra le sue gambe era
bagnatissima, tanto che involontariamente due dita gli sono
scivolate dentro, senza nessuna resistenza.
I due erano tremendamente eccitati nel vederci lesbicare,
tanto che il babbo, ha preso la telecamera e ha iniziato a
riprenderci e ci incitava a baciarci a leccarci e penetrarci
con le dita, mentre l’uomo nero si masturbava furiosamemente.
La mamma si è coricata sul letto, facendomi mettere nella
classica posizione del 69 e gli ho spiaccicato la fighetta ben
depilata sulla bocca, sapevo cosa voleva e anche se inesperta,
la mia lingua si è insinuata tra le sue labbra fradice
d’umori, slinguazzando lungo il solco da una parte all‘altra,
mentre con le dita gli allargavo la fica.
Mi masturbava ferocemente, agitando il dito sul clitoride,
avendo cura di inumidirlo infilandoselo in bocca, mi sono
chinata su di lei pigliando il clitoride già duro tra le
labbra, la lingua lo solleticava lentamente e succhiavo, ha
spalancato oscenamente le gambe lasciandosi andare alle mie
attenzioni.
La sua lingua si è fatta strada arrivando sul mio buchino e
mentre con una mano mi allargava il sedere con l’altra
rovistava la mia passerina pronta per l‘ennesimo orgasmo.
Siamo venute assieme, gemendo, contorcendoci e schizzandoci
l’orgasmo una nella bocca dell’altra, era la prima volta che
facevo godere una donna e che ne assaggiavo il piacere.
L’uomo nero mi tirava per un braccio, voleva sbattermi ma, nei
miei desideri c’era papà anche se solo a guardarlo, quel
cazzone nero come la pece, mi faceva sbrodare come una fontana
e sbavare come una vacca in calore.
“scopami porcone, fotti la tua bambina” Ha voluto che gli
saltassi sopra e messa a cavalcioni mi sono impalata a smorza
candela, finalmente era tutto dentro di me, ero io a muovermi,
spingendo col bacino avanti indietro, salendo su e giù, davo
il ritmo, mi sentivo piena di cazzo, godevo, ero in estasi,
volevo sentirmelo profondamente piantato sino al collo
dell‘utero.
Mi artigliava le poppe, mi torceva i capezzoli, mi faceva male
ma godevo come una pazza, accelerando con spinte sempre
più ravvicinate, lo sentivo pulsare, aderiva perfettamente alle
pareti vaginali, aiutato dalle mie contrazioni per
solleticarlo dandogli il massimo piacere.
La mamma messa a pecora, con le mani si teneva ben larghe
le chiappe e col buchetto ben spalancato incitava l’amico
ormai devo dire di famiglia, a sbatterglielo nel culo senza tanti
complimenti.
L’uomo nero, non si è fatto pregare, con quel bestione grosso
e duro che ha tra le gambe, di donne che si fanno rompere il
culo, ne doveva trovare molto poche.
La mamma ha accettato il grosso intruso senza nessuna
fatica, gli è sprofondato dentro in un sol colpo, incredula la
guardavo pigliarlo nel culo, entrava ed usciva con estrema
facilità, ad ogni botta, la sue due tette enormi
sballonzolavano da una parte all’altra e il black la pistonava
con la grinta di un toro, pompava con vigore, sbattendola
selvaggiamente.
Godeva in modo incredibile, gustandosi il bestione nel
budello, era tutto un gemere, ad ogni spinta nel culo urlava
ma, non era dolore, piacere, soltanto piacere, si dimenava
come un ossessa e urlava nella lussuria.
Il babbo aveva preso a muoversi dentro di me venendomi
incontro ai miei salti sul suo cazzo, mi dava delle profonde
bordate, lasciandomi senza fiato, tremavo in preda alle
convulsioni, con ritmo sostenuto, animalesco, che lo stava
portando all’orgasmo “Aspetta papà, vienimi nel culo” mi sono
girata e sempre accovacciata puntandomi la cappella
sull’anello anale ho iniziato a spingere con forza, sin che
non ha ceduto e lentamente è sprofondato dilatandomi in
modo bestiale, mi sembrava che nel culo fosse entrato un
autotreno, non ero più vergine ma non ero abituata al
calibro del cazzone di papà.
Mi inculava lentamente, avevo il buco del culo in fiamme,
bruciava maledettamente e nonostante il dolore il piacere mi
saliva al cervello, la fighetta pisciava sborra e col ditino
mi masturbavo maltrattando il clitoride.
Il mio papino, era molto resistente, mi pompava da più di
mezzora tra figa e culo, con lo stesso vigore e di venire non
voleva saperne.
L’uomo nero, che in realtà si chiamava Mustafà, mi si
avvicinava con la nerchia in mano, agitando il cazzo, pronto a
penetrarmi, intuivo il suo desiderio di possedermi ma, ne ero
intimorita, non mi ero mai fatta trombare un cazzo così grosso
e lungo.
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IoMammataEto'o.
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Protesto !!! in questa storia non mi avete pagato i diritti di copyright ( mi chiamo Mustafà) ... . -
plutone.
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bella famiglia . -
metal amon.
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bello a quando il seguito . -
cazzone25.
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bello .