Posts written by Demi

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    Vedi, io Iceringer internamente l'avevo affibbiato a Torrisi senza neanche passarci per Mete, probabilmente perché fu la prima voce che mi passò per la testa nell'immaginario quando cercai un po' di inquadrarlo mentalmente, ma col senno di poi e considerando il quadro più completo trovo che in effetti riascoltandolo un paio di volte Mete è più calzante e aiuta a focalizzarlo meglio.
    Nael e Alice nella mia mente sono vittima un po' dell'essere figlie dei loro pv originali invece nel senso che avendo presenti i personaggi da prima che sbarcassero sul GDR mi era venuto naturale pensarli con le loro voci correlate magari storpiando o adeguando i toni, quindi ad esempio come per Alice non avevo pensato minimamente a possibili alterazioni, ma come discutevo anche l'altro giorno in chat è divertente proprio scoprire come ognuno abbia una propria idea del proprio PG e degli altri.

    Io "per quanto a me, quanto quel che non posso di cui parlare che io" porto invece in tavola Tony, che fa parte di quel gruppo di PG più liberi da eventuali vincoli legati a voci o doppiatori avendo un PV "original" e non collegato a qualche mondo o opera. Penso sia abbastanza palese dalle miriadi di citazioni, nome, prestanza e modo di fare su chi mi sia basato per gettare le fondamenta del personaggio, ma contro forse ogni aspettativa, la voce che ho sempre avuto in mente per il personaggio non è quella del Sassone, bensì quella di un doppiatore italiano meno aitante ma non per questo meno carismatico, Pietro Ubaldi. Questo perché il tigrotto non è un vero e proprio action hero come potrebbe esserlo un the rock: è grosso, ha il vocione, ma è un vocione che può e spesso sfocia in tonalità molto ridicole, storpiate, comiche e essenzialmente al limite proprio di quei cartoni animati adorati dai bambini, ed è proprio a questa sua vociona dal range molto ballerino che è complementare il suo carattere fuori dall'ordinario, buffo e giullaresco devoto proprio a far sorridere e divertire chi incontra.
    In poche parole, ha quel vocione estremamente elastico che risulta magnetico per quanto ridicolo può arrivare ad essere, e che spesso e volentieri distorce proprio per darsi tonalità goffe e far ridere un po' come potrebbe fare Jim Carrey, come in questi esempi. Un vocione che però, inalterato, risulta molto più solenne di quanto si potrebbe pensare, rifacendosi per l'appunto alla voce di Reinhardt.


    Ah, e punti bonus perché ho solo di recente scoperto che posso mettere questa e torturare ufficialmente, e con la voce giusta, Hina.
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    dGFF8VK

    Fu impossibile per Tony non lanciare una sincera, confusa occhiata perplessa a Krolia in risposta alla sua primissima constatazione. Non si era accorta di quanto fosse grosso? Per un attimo quelle parole gli fecero temere di averci davvero dato fin troppo dentro e averla stordita in modo irreparabile, una preoccupazione che si riflesse nei suoi occhi onestamente allarmati ma che si dileguò non appena vedendo la cavaliera meglio da vicino si accorse che stava arrossendo, solo in quel momento unendo i puntini nella sua altrettanto imbarazzata mente e contagiando anche il suo felino viso con un certo rossore. Fortunatamente per entrambi, la portatrice ebbe la saggia idea di non lasciare spazio a quello che sarebbe decisamente stato un goffo silenzio, ed anzi con la sua domanda accendendo nel tigrorso la volontà di mettere le cose ben in chiaro: la risposta dell'ibrido sarebbe stata preceduta da quello che sarebbe stato possibile definire solo come il più caloroso degli abbracci, una stretta tanto decisa quanto indescrivibilmente affettuosa, resa indubbiamente ancor più confortevole dalla sua pelliccia. Avvolta Krolia con le proprie braccia possenti, questa volta del tutto privo anche solo d'una singola traccia di malizia, avrebbe tentato di stringerla a sé, cercando di infonderle anche solo parte della sua comicamente smisurata autostima, sollevandola da terra e premendosela addosso come avrebbe potuto fare un gigantesco cucciolo con il proprio peluche preferito.
    Ma insomma, Krolia! Smettila di convincerti di aver fatto meno di quanto tu abbia fatto davvero!
    Il suo tono spogliatosi completamente dell'imbarazzo che prima lo accompagnava, la voce dell'ibrido riecheggiò con la stessa forza con cui tentò di cingerla, e che avrebbe tentato di far breccia nei timori della cavaliera per farle capire che le parole di quel colossale gladiatore non erano guidate da pietà o compassione ma pura ed onesta sincerità. Una forza che si sarebbe ripercossa anche sul confessionale all'interno del quale era parzialmente rimasto, perché non appena si perse in quel momento di rettitudine, inavvertitamente il peloso gigante buono finì per farsi un po' troppo largo, andando a toccarne le pareti e farle scricchiolare, le quali a loro volta lo avrebbero portato a immobilizzarsi per un istante timoroso di rompere quella fin troppo piccola struttura a cui non era abituato, rizzando la coda e abbassando le orecchie mentre stringeva salda la povera Krolia.
    S-sei spossata, è evidente... dovresti riposare...
    Avrebbe fatto qualche felpato passo in avanti per uscire del tutto da quella gabbia di legno demoniaca mentre si guardava sopra e dietro per fare attenzione a non toccarla ulteriormente, tentando nel mentre di continuare il suo discorso come se nulla fosse per poi liberare la sua dolcissima preda così da permetterle di camminare, riportando gli occhi su di lei.
    La mia "situazione" non è qualcosa che può essere risolto da un momento all'altro, e non è neanche giusto che tu te ne faccia carico. Non che mi dispiacerebbe, sia chiaro, è stato... beh, è stato bellissimo, ma non voglio causarti problemi...
    Insomma, per quanto il suo corpo gli dicesse di sì e lei si fosse dimostrata tanto disponibile e bendisposta, era proprio per via della benevolenza della cavaliera che voleva assicurarsi di non approfittarsi di lei, e la sua voce preoccupata seguita dallo sguardo attento sarebbero stati chiari indicatori del fatto che era proprio per via di quanto fosse stato prezioso quel loro momento insieme ed il suo aiuto che non voleva incastrarla con sé o finire per abusare della sua gentilezza, costringendola o peggio.

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    ipDxl5v
    Per quanto succose potessero essere le sue cosce, Nael avrebbe dovuto far fronte ad una volontà effettivamente più che cementata ostacolare i suoi tentativi di provocare Ryo, che dinanzi alla sua sfacciataggine e l'ennesima palese posa da poster girl per una qualche sorta di rivista osé avrebbe risposto con una vena rigonfia - sulla fronte, per quanto ce ne fossero altre decisamente anch'esse al pieno delle loro funzioni da tutt'altra parte.
    Non sono un tenerone, ho semplicemente dei principi!
    Sebbene non volesse darlo a dimostrare, si sentì quasi in dovere di giustificarsi nonostante quella situazione tutt'altro che tipica non lo richiedesse affatto, specialmente non ad una relativa sconosciuta come quella studentessa che aveva incontrato da poco. Forse era l'imbarazzo, forse la confusione, ma ciò che era certo era che quella spiegazione gli uscì molto meno accusatoria di quanto forse avrebbe voluto, spingendo l'egiziano ad accorgersi lui stesso del proprio tono poco convinto e mandarlo solo ancora più in furioso imbarazzo, portandolo a mettere il broncio e semplicemente zittirsi in risposta all'occhiolino di Nael e del suo avvertimento. Una scelta inavvertitamente saggia perché gli avrebbe permesso di concentrarsi introspettivamente, soprattutto non appena avrebbe sentito di nuovo quella strana sensazione che già da prima ormai lo attanagliava farsi di nuovo più forte, come una fiammata, non appena avrebbe visto la strega piegarsi davanti a lui per un'ennesima volta. Fu come sentire una scossa improvvisamente attraversargli tutto il corpo e prima che potesse anche solo prenderne pienamente coscienza nella sua mente lampò come un fulmine a ciel sereno la soddisfacente ma distorta idea di rabbuffare quell'arrogante studentessa con una di quelle sculacciate degne del proprio nome, del tipo che affondavano con disumana aggressione le loro dita nelle pienezze dei culi che punivano come i giustizieri della notte privi di pietà e lasciavano indelebili i loro marchi su di essi, per sempre cambiati e redenti. Un esempio fin troppo eroico forse per qualcosa di tanto osceno alla radice, e quella pellicola mentale non sarebbe di certo passata inosservata al raziocinio di Ryo, che, per sua fortuna, era rimasto invece immobile come uno stoccafisso mentre Nael si allontanava.
    Quel pensiero non era da lui, quelle sensazioni non erano da lui. Che cazzo gli stava succedendo? Approfittando del breve momento di solitudine, il ragazzo si sarebbe portato le mani vicino al volto, sfregandosi le dita l'una con l'altra alla ricerca di qualcosa d'invisibile all'occhio, un po' come se stesse tentando di scavare dentro di sé, o meglio dentro i propri circuiti, perché sentiva che c'era decisamente qualcosa che non andava, qualcosa che era cambiato di cui non si era accorto. Puntando le proprie dita verso la porta che Nael gli aveva indicato - sì proprio quella in fondo al corridoio cui gli aveva detto di stare attento e che non aveva assolutamente capito, salvo per inconsciamente prenderne nota - avrebbe focalizzato parte della propria energia nelle dita dove sentiva scorrere quel fremito alieno, convinto di star richiamando l'arte occulta del genjutsu a cui si era affinato per raccogliere un agglomerato e scagliarlo in avanti, ma quando avrebbe aperto la mano in avanti e verso l'uscio del corridoio a concretizzarsi non sarebbe stato ciò che si aspettava: come se avesse rotto una diga dentro di sé che arginava il suo passaggio, avrebbe avvertito una quantità smisurata di energia scorrergli incontrollata nel braccio che lo avrebbe di getto spronato ad afferrarselo con l'altra mano in un vano e assurdo tentativo di bloccare il suo passaggio come se fosse sangue, un tentativo insulso e a cui nulla sarebbe servito: in un unico boato dalle sue dita sarebbe esploso un enorme chiodo spettrale dal colorito viola traslucido rifinito e lavorato come un'enorme, decisamente poco virile gemma brillante come le sue stesse armi cristalline, inavvertitamente verso le scale dove si era direzionata Nael per via del modo in cui era rivolta la sua mano. Una conseguenza decisamente inaspettata e che lo obbligò a guardare incredulo e parzialmente anche in panico quella punta partirgli da davanti e sfiorargli il volto, ma ancor meno attesa sarebbe stato ciò che venne subito dopo, ovvero lo sprigionarsi di quella stessa aura che prima lo seguiva bensì in modo molto più evidente e papabile, da lui stesso percepibile, che avrebbe preso a imporgli un calore a dir poco insopportabile, soffocante, da un attimo all'altro cominciando a farlo sudare persino quando poco prima sentiva di star gelando. Una vera e propria sferzata d'aria incontrollata che partì dal suo braccio avrebbe portato subbuglio a tutti i libri attorno a lui e qualsiasi cosa non fosse eccessivamente pesante o ben ancorata. Leggermente chinato in avanti, si sarebbe ritrovato bloccato a fare del proprio meglio per fermare quella fuoriuscita inaspettata e inspiegabile, la propria pelle bagnata dal suo stesso sudore come se fosse nel mezzo di una sauna incandescente, il suo volto fermo in un'espressione tanto impegnata quanto concentrata come se sottoposta ad una prova di forza ardua quanto una vera e propria fatica erculea. Inconscio dell'aspetto illegalmente erotico che avrebbe potuto avere visto da un'occhio esterno, i suoi muscoli flessi e incordati al contempo mentre venivano attraversati e bagnati dai rivoli di sforzo liquido che li permeavano e si perdevano sotto la canottiera sempre più aderente al corpo allenato, non avrebbe nemmeno potuto far caso al fatto che quella bollente folata avrebbe evidenziato ancor di più la sua forma all'occhio di chi lo avrebbe visto. Fortunatamente nessuno.

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    ipDxl5v
    La manovra che Ryo aveva in mente non si rivelò esattamente fra le più corrette, ma d'altronde non era di certo la prima volta che un suo piano gli si ritorceva spettacolarmente contro. Era certo che in un'altra occasione, in un'altra vita, avrebbe potuto considerare una vittoria il risvolto che prese quella situazione a dir poco caotica nella quale era finito: ritrovandosi con le mani sul sedere di Nael visto il tentativo di fuga, con lei essenzialmente seduta sul proprio bacino e quello che poteva essere un accesso più che diretto e immediato al suo seno, sicuramente una buona maggioranza dei ragazzi in quel frangente lo avrebbe invidiato, ma non lui. No, mentre Ryo inavvertitamente si ritrovò ad affondare per errato istinto le proprie dita fra l'abbondante pienezza delle chiappe di quella strega invasiva, nella sua mente stava venendo combattuta una guerra terribile fra i propri ormoni e quelli che erano i suoi principi.
    Se ti disprezzassi non sarei qui, razza di... di-!
    Avvampato e succube delle incertezze che si erano fatte largo nel suo animo, insicuro di come esattamente continuare quella frase già mezza balbettata e di per sé poco convinta, con un tono degno del più bravo dei finti imbronciati si sarebbe ritrovato ad essere incapace di concluderla, mentre invece l'albina avrebbe potuto sentire con marcata distinzione qualcosa di più che generoso e rigonfio spingerle contro il didietro da sotto di lei, attraverso il tessuto dei pantaloni del ragazzo. Qualcosa di molto sostanzioso, forse anche troppo. Una consapevolezza di cui si sarebbe accorto Ryo stesso e che, allarmandolo, lo avrebbe spronato a sfruttare quella muscolatura che sfoggiava inavvertitamente sotto la propria canotta per cercare di sollevare Nael prima che potesse indagare e alzarsi con lei, reggendola per le cosce e inavvertitamente obbligandola a essenzialmente poggiarsi e stringersi su di lui, ma solo per voltarsi e tentare poi di farla sedere sul divano dove prima era lui, sebbene le sue dita avrebbero contribuito a mandarle una scarica di maliziosa, pura energia erotica dalle sue gambe lungo tutta la schiena. Se fosse riuscito nel proprio intento, con le loro posizioni invertite, un fiato appesantito per lo sforzo e l'ormai oscenamente evidente disumano rigonfiamento in mezzo ai propri pantaloni, il ragazzo avrebbe comunque puntato un dito verso la strega, provato ma non sconfitto.
    Ascolta, qualsiasi cosa ti stia passando per la testa non. Posso. Va bene?! Non è questione di apprezzare o meno!
    Non aveva affatto un tono ostile o di rimprovero, sembrava più quasi di preoccupazione, timoroso forse, un po' come se più che litigarle stesse cercando di farla desistere anche per il suo stesso bene.

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    dGFF8VK

    Sentirsi separare dalla stretta di Krolia fu una rinuncia oltremodo sofferente per Tony, ma necessaria. Con la sua iniziativa la cavaliera si assicurò di non farlo ricadere immediatamente di nuovo nel bisogno di riprendere quell'unione che sapeva di dover terminare ma che non voleva. Tuttavia, davanti allo spettacolo oscenamente erotico della guerriera davanti a lui caduta a terra e con i suoi orifizi dilatati, Dwayne avrebbe potuto accorgersi di quanto realmente perversa e distorta potesse divenire la sua mente in preda ai propri impulsi, perché ciò che lo travolse inizialmente non fu una sensazione di preoccupazione per lei, ma un ripugnante senso di fierezza e soprattutto desiderio di riprendere da dove aveva lasciato. Una pulsazione che si sforzò di sopprimere ma non poteva negare, la quale però passò repentinamente in secondo piano non appena i suoi occhi felini notarono più importantemente lo stremo comunicato dagli arti tremolanti della compagna. Il suo muso, da quello ferale e ringhiante ch'era divenuto e rimasto durante tutto il loro selvaggio accoppiamento, perse rapidamente il suo sguardo ferino, quasi aggressivo, le pupille estremamente dilatate dei suoi occhioni celesti affinandosi per tornare ad una parvenza di normalità e controllo - un cambiamento che però non sarebbe stato altrettanto rapido ed evidente nelle sue parti più basse perché al contrario l'erezione mastodontica che ancora sfoggiava rimase ostinata ad ergersi per diversi attimi, momenti forse fin troppo imbarazzanti in cui al contempo avrebbe visto Krolia fissarla, e che per un istante lo avrebbe fatto tentennare, velatamente imbarazzato, contornandogli le pelose guanciotte di rosso mentre quasi sembrava chiudere quel suo enorme torace per rannicchiare le braccia e far toccare le punte dei suoi indici l'una con l'altra.
    Ah... ehm... non... farci caso... ?
    Nonostante però l'assurdità di quella situazione, non avrebbe permesso a quel siparietto d'impedirgli di agire: scosse la testa per scrollarsi ogni pensiero di dosso, e senza esitare oltre l'enorme tigre avrebbe richiamato nella propria mano con il ninjutsu quello che sembrava essere un enorme accappatoio rosso la cui superficie vellutata era popolata interamente da quelli che sembravano essere adorabili raffigurazioni infantili di cuccioli di tigre, per poi avvicinarsi a Krolia ed aiutarla ad alzarsi, sollevandola anche lui stesso di peso se necessario ed ammantarla del tutto con esso. Vista la marcata differenza fra le loro stazze, non le sarebbe stato difficile intuire che quell'enorme panno, più che sufficiente a coprirla abbondantemente, apparteneva a lui.
    Scusa... questa volta ho davvero esagerato. Stai bene? Riesci a camminare?
    Le sue grosse zampe avrebbero tentato di prenderla per le spalle ed aiutarla ad alzarsi con la dovuta calma e pazienza, e se avesse mostrato anche solo il minimo accenno di squilibrio o stanchezza non avrebbe esitato a sorreggerla da dietro con le proprie braccia invitandola se necessario anche a poggiarsi su di sé, in quello che sarebbe stato un abbraccio confortevole e premuroso che questa volta non aveva fini più maliziosi, a testimonianza di ciò la ritirata del membro spaventoso dell'ibrido che soppiantato dalla sua preoccupazione sarebbe quietamente e lentamente tornato nel proprio scompartimento.

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    I mocciosi di S. Calogero 1 roll
    A caccia di manzi 1 roll

    Lancio dado: 78
    • 1d100
      78
    • Inviato il
      12/3/2023, 23:47
      Demi
    Lancio dado: 15
    • 1d100
      15
    • Inviato il
      12/3/2023, 23:47
      Demi
  7. .
    ipDxl5v
    Nonostante le parole iniziale e il tono di Nael, Ryo inizialmente tenne fede al proprio intento: con la mano a bloccargli la vista attendeva pazientemente che la ragazza gli confermasse di aver finito di cambiarsi, scioccamente non avendo percepito il disappunto nella sua voce almeno a primo impatto. Errore che venne rettificato immediatamente tuttavia non appena avvertì qualcosa impattare contro il divanetto su cui sedeva, per la precisione di fianco a lui: d'istinto gli venne naturale scattare sull'attenti, abituato com'era all'ambiente tutt'altro che amichevole e placido della Gakuen, portando immediatamente la mano che prima copriva il suo viso alla zona colpita di fianco a lui, afferrando di getto ciò che aveva colpito il divano per impedirgli di muoversi ulteriormente, sfoggiando uno sguardo divenuto improvvisamente ben più serio e che aveva perso completamente il suo precedente imbarazzo. Non appena si sarebbe accorto che ciò che stava stringendo fra le dita era la caviglia della strega, tuttavia, spalancò gli occhi in un'espressione più che colma di panico ritrovandosi davanti la ragazza a essenzialmente quasi gambe aperte, vista la posizione che aveva adottato. Nael ottenne ciò che cercava, perché per diversi attimi gli occhi dell'egiziano le rimasero praticamente incollati addosso, ma ciò che non poteva immaginare sicuramente era che se una parte del cervello del ragazzo tentava di immortalare per sempre quella vista nella mente, l'altra invece cercava entrò in pieno panico in un miscuglio caotico e turbolento di sentimenti contrastanti, pensieri e inibizioni che si scontravano, il tutto in un tornado perpetuo di ormoni che dal basso avrebbero invaso il raziocinio del giovane. Dal basso, sì, perché mentre l'espressione solitamente scorbutica e indifferente del sedicenne si frantumava per ospitarne una più adatta a quella che potrebbe avere un'idiota estremamente confuso, con la bocca semi aperta e un'occhio socchiuso, in mezzo alle gambe di Ryo si sarebbe palesato in modo oscenamente evidente un rigonfiamento evidente, e che lasciava ben poco spazio all'immaginazione.
    S-s-sì, sì, d'accordo, ho visto, sei bellissima- ora VESTITI!
    Tentò di sembrare il più contrariato e autoritario possibile, ma colto completamente alla sprovvista da quella situazione il tono della sua voce tradì il suo dilagante imbarazzo, così come una certa eccitazione che tuttavia sembrava star disperatamente combattendo in un modo decisamente inadeguato di cui non era sicuro o convinto, e che lo avrebbe spinto a tentare di sgattaiolare via da quella sua posizione - approfittando di quella delle gambe di Nael, avrebbe lasciato andare la sua caviglia e cercato di scivolare verso il basso, in mezzo ad esse per finirle alle spalle, completamente ignaro sia dell'evidente oscenità nei suoi pantaloni, sia del mutamento che la sua energia avrebbe cominciato a sperimentare, e che avrebbe iniziato a rendere quello strano accaloramento che entrambi percepivano particolarmente più evidente, pacatamente iniziando a divenire veramente papabile.

  8. .
    dGFF8VK

    Nonostante l'intensa e incessante fame con cui le spinte dell'ibrido continuavano a prenderla e reclamarla, persino nella sua stanchezza il corpo allenato di Krolia non accennò neppure per un istante a cedere alla misura eccessiva del suo affare bestiale. Neanche per un istante Tony si sarebbe sentito insoddisfatto, ma anzi sentiva ardentemente la tenacia della cavaliera e delle sue carni continuare a stringerlo vogliosa. Non servivano parole né risposte, né tantomeno quel accenno di aiuto che la sua esausta compagna vide tentare di concedergli mentre vorace spingeva il suo cazzo in profondità dentro di lei fino a farcelo svanire del tutto: ancor più fomentato dalla ormai tenue ma onnipresente risolutezza di Krolia si sarebbe chinato più in avanti per chiuderla ancora più in una letale e calorosa morsa di bollente, passionale amore, facendo ritrovare la povera cavaliera essenzialmente premuta fra le gambe possenti del tigrorso e il suo colossale petto, le sue spinte divenendo per un breve ma che le sarebbe sembrato eterno istante delle spinte degne di un vero e proprio pistone a piena potenza, il suo turgido cazzo diventando alla pari di un ferro rovente, duro come l'acciaio e cocente senza però perdere quella beata pienezza che aveva imparato a farsi amare dalla guerriera. Non appena inevitabilmente poco dopo Krolia raggiunse l'orgasmo, Dwayne non sarebbe stato affatto da meno, e non avrebbe opposto alcun tipo di resistenza a quella stretta ineguagliabile che il suo culetto preso dagli spasmi del climax riversarono sul suo membro, ma anzi li avrebbe accolti e sfruttati appieno per prendersi egoisticamente proprio quel piacere di cui troppo tempo si era privato, e che la sua nuova amica gli stava concedendo: affondata con decisione la sua verga dentro di lei, stringendola a sé proprio come se fosse una bambola irrinunciabile e che gelosamente intendeva custodire tenendola ben salda fra le zampe, avrebbe preso a riempirla e riversare in lei tutto il contenuto dei suoi frementi testicoli senza risparmiarsi nemmeno un goccio, mentre la teneva bloccata in quella morsa soffocante. Smise di stimolarla lui stesso per qualche attimo immobilizzato dal piacere e vittima della sua stessa ingordigia, questa volta non riuscendo neppure a ruggire fieramente come era solito fare.
    Solamente alla fine di quella bestiale unione, quando riottenne pieno controllo e coscienza di sé, Tony si accorse della loro posizione e stato attuale, e di come aveva riversato tutto ciò che il corpicino della sua amante non era riuscito a contenere sul pavimento sotto di loro, concedendo ad entrambi finalmente un attimo di riposo e recupero. Sopra di lei, Krolia avrebbe potuto sentire i ringhi vocali e bestiali della tigre poco a poco scemare in affettuosi e amorevoli fusa, sebbene molto più rumorose e basse, decisamente più virili e profonde di un piccolo gattino innocente ma non per questo meno tenere.
    Dovremmo fermarci, Krolia...
    Forse una parte di lei avrebbe potuto pensare di tirare un sospiro di sollievo, o meglio di riposo, ma con quel poco di lucidità che le era rimasta la guerriera avrebbe sicuramente avuto modo di accorgersi come le dita della tigre sulla sua fighetta fradicia ripresero a muoversi, stimolandola ancora un poco prima che l'altra sua mano le lasciasse il collo per sorreggerla mentre la sorella arrivava alla bocca dell'ibrido per dargli modo di leccare i suoi succhi, deliziandosi dei suoi umori come se fossero un nettare irresistibile in un gesto ancora carico di sfrenata perversione, ed ancora più allarmante sicuramente per lei sarebbe stato sentire quell'enorme cazzo ancora in piena erezione non solo non uscire da lei, ma continuare a spingere risoluto contro le sue carni come se non avesse affatto voglia di fermarsi, un terrificante timore di cui la cavaliera avrebbe ricevuto la conferma attraverso le braccia del gladiatore, che vigorose e bramose di lei l'avrebbero di nuovo avviluppata per stringerla a sé, arrivando con le mani entrambe a stringerla per le cosce, dandole però comunque modo di poggiarsi finalmente con i piedi a terra. Era evidente che quel piccolo barlume di ragione rimasto nell'oceano di lussuria e animalesca passione stesse cercando di riemergere in quel gigante buono che la stringeva gelosamente a sé, ma la realtà era che ora che aveva assaggiato qualcosa di tanto bello quanto ciò che Krolia gli aveva concesso una grossa parte di lui volesse selvaggiamente portarsela chissà in quale posto per rinchiudercisi fino a quando non sarebbe stata completamente sua. Un impulso selvatico, sbagliato, ma che non poteva rinnegare di certo da solo, e che la guerriera avrebbe fatto bene a non fomentare. Forse doveva solo aiutarlo a rinsavire.

  9. .
    dGFF8VK

    Vittima delle stesse tentazioni che stava cercando di riversare su di Krolia, l'enorme tigre non se lo sarebbe fatto ripetere di certo: nello stesso attimo in cui la cavaliera si sarebbe lasciata sfuggire quella che più che una supplica sembrava una sorta di intimazione, quello stesso cazzo cui l'aveva obbligata ad esplorare avrebbe pulsato con ancora più passione, quasi come se rispondendo d'impulso alla sua lamentela. Le fusa dell'ibrido si fecero molto più basse, divenendo più similari a delle sorta di effusioni ringhianti molto primali ma cariche di eccitazione, e senza perdere tempo avrebbe liberato le mani della ragazza dalla stretta della propria per portarle entrambe sul suo sedere irresistibile, afferrandola con vorace decisione per poi sollevarla il giusto che bastava in modo da allineare la punta di quella sua grossa verga con il suo buchino. Krolia avrebbe dovuto sopportare la separazione dal suo caldo e morbido manto per pochissimo, perché immediatamente dopo avrebbe avuto modo di godersi la pienezza di quella carne turgida ed eccitata per lei riempirla completamente - stavolta non costretta a bloccare la propria avanzata a causa del suo utero, ma piuttosto con disumana voglia decisa a spingersi fino a fondo dentro di lei, anche a costo di impalarla completamente e farcirla.
    Hrrrrrr... amo questo tuo tono deciso.
    Tesi come corde di violino, nel mentre anche con l'esterno del suo corpo allenato Krolia non avrebbe avuto difficoltà ad avvertire i muscoli del suo amante flettersi, indurirsi e inspessirsi non solo per lo sforzo cui avrebbe imposto sin da subito nelle sue spinte, i suoi addominali, persino sotto la folta pelliccia, premendo e spingendo contro il suo dorso come durissime, scolpite pietre che davano l'idea di poter essere utilizzate persino per grattugiarci qualcosa - quella muscolatura dava l'idea di star ingrossandosi anche e soprattutto, appositamente per sedurla ulteriormente. Una riflessione che avrebbe trovato ancor più conferma dal modo in cui subito dopo Tony l'avrebbe afferrata, portando una mano al suo collo e l'altra alla sua bisognosa fighetta, tutt'altro che dimenticatosi di lei. La sua stretta era possessiva ma non opprimente, dando l'idea che fosse semplicemente dettata dalla sua natura ferale e dall'impulsività animalesca che non da un vero desiderio di intrappolarla, ma molto più umana sarebbe stata la stimolazione con cui da subito avrebbe ripreso a tormentarla, riprendendo da dove aveva lasciato a strusciare calorosamente la sua cuscinata zampona prima contro la sua clitoride gonfia e arrossata, per poi ricominciare a viziare le sue grandi labbra con le dita, il tutto mentre parte della mano raggiungeva sotto di lei per aiutare a sollevarla mentre la tigre sforzava il proprio bacino per continuare a fotterla e spingere quella palpitante, venosa e divina mazza incessantemente dentro di lei fino alla base.
    Ti si addice, non pensi?
    Vibrando contro il suo corpo, le parole ruggenti che partivano dal petto ringhiante dell'ibrido le avrebbero raggiunto le orecchie come perversi sussurri, poco dopo il nasino grazioso del felino incontrando il lato del suo collo prima che arrivasse a baciarla e leccarla.

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    ipDxl5v
    Avere davanti e fra le mani una bellezza fuori dal comune come quella di Nael era qualcosa a cui Ryo era tutto fuorché abituato, e peggio ancora la ragazza sembrava possedere una scioltezza per quel tipo di vicinanze che lui non poteva per niente vantare. Come se non bastasse, l'energia che ormai già da prima aveva preso ad invadere i corpi di entrambi non voleva assolutamente accennare a placarsi. Ritrovandosi con decisamente fin troppo fra le mani - in più di un senso - il lieve stordimento indotto da quel piacevole torpore e dalla vicinanza con la strega sarebbe svanito abbastanza da farlo ragionare all'ennesima domanda della ragazza, solo in quel momento accorgendosi della propria mano sul suo seno. Nael però avrebbe potuto percepire una certa esitazione da lui, o forse orgoglio - magari semplicemente un'audacia inaspettata, difficile dirlo con certezza perché lo sguardo dell'egiziano sarebbe stato fisso sul suo petto, con un certo rossore ad avvampargli il volto poco sotto le guance. Ciò che avrebbe invece potuto scandire con esattezza sarebbe stata proprio quel tentennamento che avrebbe spinto Ryo a tenere la sua mano su di lei per più di quanto forse potesse aspettarsi, il ragazzo però eventualmente sospirando, serrando le labbra e chiudendo gli occhi un po' come se stesse cercando di privarsi di qualunque tipo di tentazione mentre finalmente cercava di staccarsi da lei, separandosi non solo da quel morbido e abbondante contatto ma anche il suo calore piacevole, a cui sentiva di star abituandosi troppo.
    Non fraintendere, Nael... sei carina e tu stessa hai giustamente detto di avere un corpo perfetto: puoi trovarti sicuramente qualcuno migliore di me.
    Mentre avrebbe fatto per tentare di placidamente allontanarsi da lei, portando la mano che prima la palpava spudoratamente sulla sua fronte, ponendo su di essa un dito per cercare di spingerla via con una certa, ferma ma gentile decisione, per Nael non sarebbe stato difficile intuire che quella era solo una mezza verità, potendo inoltre facilmente comprendere che la menzogna non si celasse affatto nel complimento che le aveva concesso, ma anzi forse quella confessione implicita di attrazione era proprio una delle cose più sincere che le aveva detto da quando si erano incontrati. Dava più l'idea che stesse cercando di montare una qualche sorta di scusa per privarsi di qualcosa verso cui in realtà si era accorto di provare un certo interesse, ovvero lei.
    Dimmi... dimmi solo quando hai finito.
    Se fosse riuscito a distanziarsi di quel poco che bastava, avrebbe cercato di calmarsi facendo un profondo respiro, portandosi poi una mano al volto per coprirsi gli occhi e darle la privacy che voleva concederle, nonostante la fin troppo sicura strega avesse ostentato di non averne bisogno. Non aveva voluto concedere ai propri occhi troppa occasione di soffermarsi sul suo corpo allenato ed incantevole. Voleva, cazzo se voleva, ma non poteva.

  11. .
    dGFF8VK

    Vedere, sentire Krolia preoccuparsi per lui avrebbe spronato in Tony lo stesso affetto che già da prima aveva iniziato ad attanagliarlo, fondendosi ai suoi istinti più primordiali per fomentare ancora di più quella protettività che già di suo lo contraddistingueva. Nelle sue mani la cavaliera avrebbe sentito la turgida verga della tigre tutt'altro che quietarsi in risposta ai suoi tocchi, piuttosto gonfiandosi, pulsando con un desiderio immorale ma brutalmente naturale che non aveva minimamente vergogna a mostrare quanto ardentemente la desiderasse, ma ancor più importantemente, quanto oscenamente godesse non solo dal sapere di averla riempita a dovere, ma anche e soprattutto di averla fatta gridare di piacere. Una perversa sincerità che il semidio stesso non avrebbe tardato a manifestare anche con il resto del suo corpo, premendo con insistenza Krolia contro il suo corpo mastodontico come se a volerle impedire anche solo di immaginare di separarsi da lui, a tutti gli effetti intenzionato quasi a spalmarla sopra di sé per farla giacere beata mentre le sue braccia la circondavano, stringendole e continuando a massaggiare quelle tette tanto invitanti con una zampa mentre l'altra schiudeva con bramosa voglia il suo buchino.
    Non sminuirti... sei riuscita a placarmi, hai già fatto più che abbastanza.
    Deciso a farla sentire totalmente ammantata dal suo calore, inconsciamente persino la coda dell'enorme tigre avrebbe cominciato ad avvilupparsi attorno alla figura della guerriera, attorcigliando a risalendo lungo la sua gamba destra, abbracciandole la coscia con il proprio morbido manto per arrivare con la sua enorme lunghezza ad avvolgerla sotto l'ombelico. Con una voce e un respiro carico di un affetto e fervore equiparabile solo a quello del più dedito degli amanti, le avrebbe dolcemente leccato una guancia, chino su di lei dall'alto, per poi sussurrale ancora all'orecchio.
    Sono un incrocio fra due delle razze più aggressive, territoriali e possessive che esistano, Krolia... entrambe piuttosto insaziabili...
    Forse alieno per lei sentir definire "razze" e non "specie" delle bestie come tigri e orsi, ma lui vedeva loro con la stessa distanza genetica ed occhio con cui poteva vedere gli umani. Una riflessione sulla quale però la ragazza non avrebbe potuto pensare molto neanche volendo, perché non appena avrebbe preso a cercare di premere contro di sé la sua mastodontica erezione, contrariamente a quanto la logica avrebbe voluto, la tigre avrebbe abbandonato il proprio intento per piuttosto supportare completamente la mente annebbiata e perversa della cavaliera: la mano che prima viziava le sue parti più basse avrebbe avvolto quelle della ragazza che abbracciavano la pulsante, mostruosa verga, i cuscinetti dell'enorme zampa bloccandole in una perversa stretta che le avrebbe obbligate ad affondare e serrarsi sulla sua carne palpitante. Una chiusa che l'avrebbe obbligata a ricordarsi come quella mostruosità non fosse affatto umana, potendo percepire non solo il bestiale gonfiore di quello che sembrava a tutti gli effetti un muscolo degno del più possente dei bicipiti, trepidante e eccitato per lei, ma palpando la base arrivando addirittura a poter sentire persino una zona ancor più dura, come se sotto tutta quella spaventosa, massiccia carne d'acciaio vi fosse persino un'ossatura.
    Soprattutto quando fra le zampe stringono una femmina - una compagna, tanto splendida.
    Qualsiasi sorta di pensiero avrebbe potuto invaderle il cervello tuttavia avrebbe dovuto attendere, perché nel potere lui a sua volta avvertire il piacere dell'invito della sua corolla di carne, Tony non si sarebbe di certo fatto problemi a sollevare la ragazza per poi portarla a sedere direttamente sopra il suo bollente cazzo. Continuando imperterrito a farle stringerglielo fra le mani, sorreggendola lui stesso utilizzando la presa sul suo busto si sarebbe alzato quel che bastava dalla sedia per inarcarsi in avanti con lei stretta a sé, prendendo poi a depravatamente far scivolare l'enormità di quella mazza oscena lungo il suo buchino ancora e ancora, strusciandolo contro di esso, provocandolo e stimolandolo senza alcuna decenza mentre allo stesso tempo Krolia avrebbe potuto scandire alla perfezione con le sue dita tutta la lunghezza della sua asta senza farsi sfuggire neppure un dettaglio, percorrendola e percependo perfettamente le protuberanze che la percorrevano, la sua forma mostruosa.
    È tuo, Krolia, tutto tuo... sei stata brava, lo hai domato, ti appartiene. Ora lascia che ti dia ciò che ti è dovuto.
    Era evidente quanto stesse assolutamente tentando di ubriacarla di piacere, a essere egoista, ma soprattutto a rinforzare la sua autostima. Un desiderio dettato non solo dalla sua volontà di aiutare la ragazza a conquistare i suoi timori e diventare una vera guerriera anche in quel campo, ma mosso anche da una propria, più perversa brama: buone intenzioni o meno, non sarebbe mai riuscito a rinnegare l'attrazione che provava verso le donne forti, decise e sicure di sé; se poteva aiutarne una a nascere, al contempo aiutando un'amica, ancor meglio.

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    I mocciosi di S. Calogero 1 roll
    A caccia di Manzi 1 roll

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      Demi
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      9/2/2023, 22:08
      Demi
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    ipDxl5v
    Non poté fare a meno di alzare un sopracciglio dubbioso non appena Nael denotò la sua spiccata temperatura corporea, il giovane egiziano richiamando alla mente quanto calda effettivamente gli fosse risultata la mano quando poco prima stavano camminando lungo i corridoi scolastici della Oxford, ma quel ricordo finì per distrarlo solo per molto poco dalla situazione in cui si ritrovava: già la carezza sul suo volto come se fossero un qualche tipo di amanti vicini servì a spossarlo. Costringendolo a volgersi di nuovo verso di Nael per non guardarla da vicino finì per spostare solo le pupille di lato, anche se con la coda dell'occhio continuava a vedere le sue labbra carnose farsi vicine, ma ciò che senza dubbio finì per percuoterlo nell'animo fu la nonchalance con cui si pose a lui per quanto riguardava il denudarsi.
    Non ho detto che non puoi farlo, ma... insomma, non lo so, non ti imbarazza?
    Le rispose di getto, sforzandosi di farsi coraggio per incrociare il proprio sguardo con quello di Nael, lasciando che i suoi occhi dorati e tenui d'energia incontrassero i suoi, ma non poté far a meno poi di immediatamente ripensare al proprio vestiario e al modo in cui si era presentato in accappatoio alla porta del proprio dormitorio in passato e... notò l'ipocrisia delle proprie parole, costringendolo ad ammutolirsi in un imbarazzo tutto proprio, arrossendo mentre la strega avrebbe potuto sfruttare di quel suo momentaneo congelamento per gustarsi da vicino e dall'alto ciò che la canottiera del ragazzo tentava di nascondere: sotto di essa avrebbe infatti potuto intravedere quei pettorali bronzei fin troppo sviluppati per un sedicenne, il fisico degno di un vero, autentico faraone dei tempi antichi, di quelli che non si erano limitati a sedere sul proprio trono ma piuttosto erano scesi in battaglia nelle vesti di re guerrieri senza perdere la perfezione della propria pelle. Quel banchetto per gli occhi tuttavia sarebbe stato interrotto dall'improvvisa riemersione dell'orgoglio del ragazzo, che messo ancora una volta all'angolo dall'ultima, ennesima insinuazione di Nael, finì per contrattaccare in modo spettacolarmente fallimentare.
    Sono Giapponese solo per metà - non conosco l'imbarazzo e tocco tutto ciò che voglio e mi piace!
    Quel meccanismo di arrogante risposta provocatoria era qualcosa indottrinato dentro di lui a livello a dir poco istintivo per colpa della sorella, e sebbene sotto normali circostanze ne andasse fiero, altero di insolentemente rendere pan per focaccia a qualsiasi istigamento, ciò che seguì quella sua affermazione fu un volto sbigottito quanto profondamente arrossato, incerto lui stesso di come divincolarsi dalla pessima posizione in cui si era appena infilato - soprattutto perché, tanto per cementificare la propria spavalderia, aveva seguito a quella sua sfacciata dichiarazione una tattica, ferma ma non forzuta stretta a quell'abbondante ben di Dio che si era ritrovato fra le mani, affondando le proprie dita fra la voluttuosa generosità di Nael senza esitazione. Una stretta che già di per sé il ragazzo avrebbe portato avanti con una certa pacatezza ben marcata, come se nonostante tutto non fosse affatto la prima volta che si concedeva una palpata e sapesse grossomodo come renderlo piacevole per entrambe le parti - ma che soprattutto sarebbe stata accentuata e resa ancor più godibile per Nael dall'energia eromantica che si stava risvegliando nel ragazzo, unendo alla gentile marcatezza della sua stretta un piacevole calore come se la stesse stringendo con un caldo, morbido velo, tanto vellutato quando confortevole.

  14. .
    dGFF8VK

    La voce spezzata dal piacere di Krolia e le sue suppliche smossero nel profondo la tigre: sentirla schiudersi moralmente mentre invece il suo utero prendeva a stringerlo lo eccitò più di quanto non avesse fatto finora l'innocenza della cavaliera. Fu come se un peso gli si fosse appena tolto dal cuore, sapendo di non dover più preoccuparsi di sconvolgerla, e assieme a tale preoccupazione abbandonando anche quel minimo freno che gli era rimasto dal suo buonsenso. Folle di voglia e desiderio, non avrebbe impedito a Krolia di continuare la depravata danza che aveva scelto di intraprendere sul suo cazzo, ma non sarebbe riuscito a frenarsi dall'impulso di arrivare a leccarle i rivoli di saliva che le scendevano da quel suo delizioso volto spezzato dal piacere, arrivando poi di nuovo a baciarla ma poi ancora spezzare subito quell'effusione per scenderle sul collo con la propria lingua, impaziente, incapace di controllarsi come se frustrato dall'insana idea di non poterla lambire ovunque allo stesso tempo. Una frustrazione dettata dalla follia del suo istinto, ma a cui comunque non poteva comandare e che la guerriera avrebbe potuto percepire più che chiaramente: mentre infatti quel grosso, turgido cazzo divino dentro di lei rispondeva ai baci del suo bisognoso utero con lo stesso amore e desiderio con cui lo cercava, pulsando e gonfiandosi con lo specifico e malato intento di imprimere nella mente delle sue carni la propria, specifica grandezza per non fargliela mai più dimenticare, ogni tentativo di parola di Tony finì per frantumarsi in incomprensibili ringhi, quasi veri e propri ruggiti che senza alcun freno avrebbe cominciato a riversare quasi direttamente sul corpicino allenato ma decisamente meno imponente della cavaliera. Scuotendole le ossa con quella che sorta di bizzarra dichiarazione d'amore tutta felina, le labbra tigresche del gladiatore rimanevano attaccate perversamente al suo collo, mentre gli artigli che ancora stringevano gelosamente il sedere abbondante di Krolia arrivavano a graffiarla - un gesto che con la loro affilatura e la forza smisurata della bestia avrebbe quasi potuto provocarle paura, ma che invece si sarebbe solo limitato a lasciarle dei chiari, evidenti segni.
    Una preoccupazione irrilevante e inconscia, tuttavia, perché il pensiero di Tony era esattamente allineato a quello della magnifica, perversa e determinata guerriera che lo stava cavalcando con l'intento di spremerlo fino all'ultima goccia: flettendo e sfruttando appieno il suo fisico mostruoso e inumano, avrebbe utilizzato ogni centimetro dei suoi muscoli bestiali per accompagnare le sue spinte spingendo il suo sederino contro di sé ogni volta che la ragazza piegava le sue gambe per impalarsi contro il suo membro gonfio oltre ogni modo per lei. Gli attimi di quell'unione oscena sembrarono quasi diventare un'eternità, ma quando finalmente percepì l'orgasmo di Krolia la sua reazione fu a dir poco spontanea: come se i loro corpi fossero divenuti tutt'uno, la sua verga avrebbe risposto all'orgasmo dell'amante che lo stringeva, esplodendo in un impulso di sfrenata passione e raggiungendo l'apice della sua eccitazione per riversare nella sua bisognosa fighetta di nuovo tutto il seme che le sue palle avevano da donarle. Ormai ben oltre la soglia del non ritorno, Dwayne si sarebbe abbandonato al più fragoroso e possente dei ruggiti innalzando il muso verso l'alto, mentre copiosamente e con fierezza riempiva allo sfinimento Krolia con il suo bollente nettare. Un grido selvaggio che avrebbe scosso il legno del confessionale dentro cui si trovavano, forse anche più delle spinte vogliose della cavaliera, e che difficilmente sarebbe passato inosservato - ma tutto ciò non importava. Non importava, perché mentre farciva la sua Krolia con il proprio denso e abbondante dono obbligandola di nuovo a ospitare tutto quel copioso benessere dentro di lei, la mente e attenzione della tigre rimaneva devota solo e solamente a lei.
    Brrrrravissima, Krolia... davvero molto, molto brava...
    Se fosse riuscita a riprendersi abbastanza dall'arrivare a vederlo in volto, Krolia avrebbe potuto vedere come l'espressione della tigre fosse ora ben diversa da quel sorriso affabile e cucciolone con cui si presentava sempre ovunque: le sue pupille affinate ora facevano da capostipite ad un volto molto più concentrato, quasi ossessivamente tale, proprio come quello di un predatore che non osava staccare il proprio sguardo dalla propria preda, che in questo caso era proprio lei.
    Buona... sincera... coraggiosa... meriti un bel premio, non credi?
    Con un sorriso tanto malizioso quanto compiaciuto da lei, stringendola fra le proprie braccia avrebbe smesso solo momentaneamente di stimolarle il buchino per riportarsi sulla sedia nel confessionale, mettendosi a sedere per poi sollevare la ragazza quanto bastava così da far scivolare fuori da lei il suo pulsante membro, e dare modo al suo ventre senza dubbio rigonfio e pieno del proprio seme di sfogarsi e liberarsi, mentre la girava così da porla con la schiena contro il proprio fisico d'acciaio impellicciato. Krolia si sarebbe ritrovata davanti il mastodontico, bestiale cazzo della tigre che ancora non accennava neppure minimamente a volersi calmare, ergendosi statuario e fiero quasi premendo contro di lei e percorrendo il suo corpicino come se a volerle rammentare quanto esattamente l'avesse mostruosamente dilatata. Prima che però avesse modo di chiedersi quanto diamine potessero far sesso le tigri (molto) o come quella bestia fosse entrata dentro di lei, Tony non le avrebbe concesso riposo: dopo averla essenzialmente messa a sedere sopra la base di quel suo cazzo osceno, le grosse zampe della tigre presero a scivolare lungo il suo corpo, una fermandosi al seno mentre l'altra arrivando alla sua femminilità. Lentamente avrebbe ripreso a stuzzicarla, il suo tocco tanto delicato quanto preciso fin troppo vogliosamente stimolandole la clitoride per poi scivolare verso il basso e dentro di lei, le dita gentilmente divaricando e ricordando alle sue grandi labbra parte della grandezza che avevano ospitato poco prima, completamente svergognato e noncurante del proprio seme ed anzi, depravatamente sembrava quasi intento a spingerlo dentro di lei mentre usciva come se le stesse implicitamente, perversamente dicendo di non perdersene nemmeno un po'. Ma quella piacevole fermata non era che una tappa della loro vera destinazione.
    Penserò io a viziarti per bene... mia dolce suora.
    Il suo sguardo rimase immutato, completamente catturato e incollato su di lei guardandola dall'alto mentre le dita sulla sua fighetta riprendevano a scendere, arrivando a sollevarla quel poco che bastava per infilarsi fra la spaccatura del suo sodo culetto e ritornare a stuzzicare e massaggiare quel buchino che prima aveva abbandonato, gradualmente con più delle proprie dita ora intrise dello stesso nettare che l'aveva ingravidata. Ogni movimento, ogni stimolo era un massaggio che si ripercuoteva non solo sul suo posteriore ma anche sul suo sesso, il suo braccio strusciandosi contro di esso e sfregandosi pacatamente, ma con decisione, contro la sua clitoride. Lo stesso braccio che la premeva contro i muscoli possenti sui quali riposava, sul suo morbido manto regale ed invitante, assieme al fratello che nel mentre si stava assicurando di non trascurare le sue tette, massaggiandole e tastandole con la stessa, decisa dolcezza con cui un grosso gatto poteva impastare. L'aveva chiusa in una perversa coccola, forse indegna di una guerriera, ma era davvero così terribile come l'orgoglio avrebbe potuto farle credere?

  15. .
    ipDxl5v
    Dover rinunciare alla possibilità di continuare quello scambio tanto perverso e sbagliato richiese non poca determinazione a Ryo, e per quanto avesse tentato di fare il maturo in realtà non sarebbe riuscito a negare dentro di sé il dispiacere che lo avrebbe invaso nel vedere sua sorella uscire. Era la cosa giusta, la sua parte più responsabile lo sapeva, ma questo non gli avrebbe impedito di seguire con lo sguardo Kasumi mentre scappava in fretta e furia, ma soprattutto di arrossire a sua volta nel vederla correre rossa come un peperone, come se per riflesso incondizionato ripensando a sua volta all'idea di invitarla a lavarsi con lui sotto la doccia per stringere di nuovo fra le mani quel suo culo divino. Telepatia fraterna o pura coincidenza? Impossibile saperlo, ma ciò che Ryo invece sapeva molto bene era che avrebbe fatto di tutto per impedire al loro rapporto di tornare a com'era prima. Non voleva, non lo avrebbe permesso mai, e quella stessa ardente volontà che gli bruciava in petto sarebbe servita anche a fomentarlo per ciò che sarebbe dovuto venire subito dopo: dopo la rapida doccia infatti si sarebbe rivestito in fretta e furia indossando giusto una camicia nera e un paio di jeans, e messo un paio di scarpe immediatamente si sarebbe messo in cammino verso la libreria scolastica, o almeno cercandola al meglio delle proprie possibilità, con il pieno intento di investigare e cercare informazioni su quello strano coltello che durante il cammino continuava a girare ed osservare, impugnato nella propria mano. Cos'era il cristallo che prendeva forma quando se lo conficcava nel petto? Da dove veniva, e soprattutto, cosa diavolo gli succedeva? Lo aveva usato mosso dal puro istinto, senza chiedersi nulla, ma era stato tutto fin troppo surreale... un pugnale trovato all'interno di quello che poteva descrivere al meglio come una dimensione fin troppo astratta, durante una gita, dopo vuoti di memoria e sbalzi temporali...
    Che mal di testa...
    Era successo tutto troppo in fretta e in modo estremamente caotico. Aveva bisogno di risposte, di comprendere. La Gakuen gli avrebbe messo altri ostacoli davanti per metterlo alla prova persino durante il suo tragitto verso la libreria, o sarebbe riuscito a raggiungerla senza perdersi, nella speranza magari di riuscire a trovare anche un docente con cui poter parlare? Se c'era una cosa che quella scuola gli aveva insegnato in quei pochi giorni da quando aveva iniziato a frequentarla era di prepararsi per l'impossibile.


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