L'incubo del grano rosso

x Doom

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    Mentre Sae diceva che quelle sue visioni non potevano essere un caso, Banner si lasciò rapire da un forte brivido sulla schiena, perché sapeva che aveva ragione. La sua mente razionale stava cercando di rassicurarlo, ma era ovvio che non poteva esserci nulla di così semplice. Lo rincuorò però sapere che nonostante tutto la professoressa non aveva perso i suoi ideali e non si era lasciata sopraffare dalla paura: credeva ancora che quei ragazzi meritassero una gioventù felice e spensierata, lasciando a dopo i traumi della vita e le difficoltà di una battaglia. E su questo erano più che d'accordo. Era pronto a lasciare che quel discorso prendesse una piega più leggera, ma Sae iniziò a spiegargli il piano che Thresh stava architettando, e da come stava iniziando a guidare Banner fu evidente che stava diventando nervoso. Prima che potesse dire la sua, però, Sae cercò di spiegargli la situazione e in che modo aveva bisogno di lui. Per un istante venne completamente assorbito dagli occhi supplichevoli di Sae e dovette sforzarsi di fissare la strada per non farsi influenzare. Poi però, cedendo a quella stretta intorno al cuore, alla gola e allo stomaco, sospirò rumorosamente.
    Oramai ti conosco, non lasceresti correre come niente... né posso convincerti a fare diversamente. Questa idea è davvero pessima, Sae... i ragazzi sarebbero al sicuro anche stando a scuola, anzi in questo modo non farete altro che esporvi di più. Senza contare che l'idea di lasciarti in balia di Carnovash...
    Scosse il capo, frustrato ma praticamente arreso.
    E mi rendo conto che preoccuparti per tua figlia renderebbe solo le cose più difficili. D'accordo Sae, mi prenderò cura di lei: finché non sarai tornata mi assicurerò che non le succeda niente. Però tu devi promettermi che starai attenta e non prenderai decisioni affrettate, d'accordo?
    Solo a quel punto si voltò verso di lei, e le puntò l'indice contro il volto per assicurarsi di essere stato chiaro.
    Devi prometterlo.
    Si era arreso, ma nel suo sguardo c'era una profonda preoccupazione. Potendo obbligarla, di sicuro le avrebbe impedito con tutte le forse di prendere quella direzione, ma Sae era determinata ad andare fino in fondo. Che fosse per vendetta, per la necessità di tenere tutti al sicuro o quantomeno trovare delle risposte, Sae non si sarebbe tirata indietro e questo il professore lo capiva fin troppo bene. Era solo frustrato all'idea di non poterla aiutare, e peggio ancora stava lasciando che finisse tra le grinfie di Thresh. Uno scenario peggiore era difficile da immaginare, ma Sae era degna della sua fiducia e non l'avrebbe privata del suo aiuto. Inoltre, in un certo senso, sapere che quantomeno poteva contare su Marcus e Tarabas lo rincuorava, forse non era esattamente da sola in quella selva oscura. In assenza di altre richieste o argomenti da trattare, Banner si sarebbe limitato a riportarla a casa, così che potesse godersi un meritato riposo.
     
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    Sae percepì il brivido che afferrò Banner, anche se emulò calma davanti a lei. Cosa che gli riuscì meno quando gli confessò cosa stavano organizzando con Thresh, rendendolo nervoso. Sae si aggrappò di nuovo alla maniglia della macchina, parlandogli a cuore aperto. Si aspettava che la rimproverasse, che gli dicesse di non farlo, lo percepiva a pelle, ma questa volta non lo fece, capendo che Sae sarebbe comunque andata avanti in quella faccenda. A ben pensarci lei era diventata la consulente della squadra, sarebbe stato stranissimo se non ci fosse andata. L'uomo però non nascose che pensava che fosse una brutta idea rimanere in balia di Thresh, ma accettò di prendersi cura di Aurora, rincuorando moltissimo Sae. Era stata una sciocca ad allontanarsi da lui per quel breve periodo. Banner si stava rivelando un amico preziosissimo. Probabilmente se non si fosse innamorata di Mike, non le sarebbe dispiaciuto approfondire la loro amicizia.
    Grazie, non hai idea di quanto questo mi aiuti. E sì te lo prometto, non prenderò decisioni affrettate, c'è troppo in ballo. Ti terrò costantemente aggiornato. Non ti lascerò senza notizie. Ma ti prego non preoccuparti così tanto per me. Anche se le intenzioni di Thresh sono un mistero, ciò che sembra certo è che non può permettersi che mi facciano del male, e compromettono le mie capacità di vedere il labirinto. Da come mi ha parlato prima, sembra quasi che mi veda quasi come una specie di prescelta o robe del genere che mi inquietano comunque. Se dovesse succedere qualcosa di pericoloso ti chiamerò. Non ti terrò all'oscuro ti prometto anche questo. Gli diede una carezza su una spalla con affetto, sorridendogli grata. Cercò poi di sdrammatizzare un pochino la situazione, andando su un argomento che avrebbe potuto interessare il buon studioso. Prese il fazzoletto che aveva disegnato Marcus, lo distese sulle gambe, così che quando ci sarebbe stato un momento in cui erano fermi, Banner potesse guardarlo.
    Prima ho chiacchierato con Marcus, gli ho chiesto perché mi avesse mandato quel disegno. Te lo ricordi vero? E mi ha dato una risposta davvero enigmatica. Mi ha detto che non è un immagine, ma è un suono. Ha tracciato questo simbolo seguendo un ritmo ben preciso con il pennarello. Mentre lo faceva mi diceva che gli angeli comunicano in un modo tutto loro, usando dei canti. Così mi è venuto in mente che forse questo simbolo potrebbe essere qualcosa che è legato a delle testimonianze o ricerche che riguardano le sfere celesti. Nella tua collezione di libri hai per caso qualcosa che potrebbe aiutarmi a fare delle ricerche? Marcus inoltre mi ha detto che ha percepito provenire da me questo suono. Lo indicò con il dito, guardando Banner molto perplessa al riguardo. Poiché Sae non era del tutto sicura di aver capito cosa aveva cercato di dirle Marcus.
    Il ragazzo ha sempre mostrato un alto interesse nella razza degli angeli, anche se ho la sensazione che per "angeli" lui intende qualcosa di diverso da ciò che intendiamo noi. Forse si riferisce ad una sfera celestiale superiore a quei angeli che ci sono sulla terra. In effetti a ben pensarci, i suoi occhi... Hai notato anche tu che Marcus è un bel ragazzo? Si dice che di solito gli angeli sono di natura molto belli. E quelle cose strane che mi dice, mi fa pensare che forse è per metà angelo...o aah lascia stare, mi sto facendo troppe pippe mentali. Però mi ha portato a pensare, quando guardo questo simbolo, mi da una strana sensazione, come se avessi dimenticato qualcosa di importante. Forse mi è capitato di vederlo ma non riesco proprio a ricordare dove. Glielo poggiò sul cruscotto, così che potesse tenerlo lui il fazzoletto e magari se avesse avuto voglia, dilettarsi con ricerche sull'occulto.
     
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    Le rassicurazioni di Sae furono sufficienti e non insistette oltre sull'argomento. Dopotutto lui stesso aveva più volte affrontare a viso aperto le sue battaglie, rischiando pur di vincere, probabilmente Sae stava facendo lo stesso. E sembrava sapere cosa stava facendo. Prima di salutarsi, però, la donna gli mostrò quello strano simbolo che Marcus aveva disegnato per lei, simile ad un occhio. A giudicare dall'espressione del professore, niente di quello che aveva detto il ragazzo sembrava avere senso e anzi, al culmine del racconto di Sae Banner aveva una mano sulla fronte con l'aria di chi ha un forte mal di testa in corso.
    Quel ragazzo è davvero enigmatico... io non ho onestamente idea di cosa lui stia parlando. Ovviamente esistono molti modi di comunicare basati sul suono e anche se sappiamo molto della razza angelica, non è da escludere che ne esistano delle categorie misteriose e particolari che magari hanno suscitato il suo interesso, o che banalmente sono affini alle sue sensibilità.
    Gesticolava con aria confusa, afferrando il fazzoletto per avvicinarlo a sé, nella speranza che magari gli venisse in mente qualcosa, ma nulla. Quell'argomento, per quanto studiato, era davvero misterioso per lui.
    Non so spiegare tutto questo, ma proverò a mettere assieme i pezzi. Mentre sei in trasferta, approfitterò del tempo che passerò a sorvegliare tua figlia per studiare in maniera approfondita tutto quello che abbiamo al momento. Non posso prometterti nulla ma... farò del mio meglio.
    A quel punto fu lui a posare la mano sulla spalla della donna, cercando di consolarla e al tempo stesso anche incoraggiarla. Non era il momento per perdersi d'animo.
    Adesso torna a casa, è inutile tormentarci ancora, e tu hai bisogno di stare con la tua famiglia prima di partire. Ti darà la forza, e ti servirà.
    Il sorriso gioioso della sua bambina e lo sguardo premuroso di Mike le avrebbero sicuramente dato la carica per i giorni che la aspettavano. Si stava per mettere in un serio pericolo, circondata da nemici e con poche persone fidate al suo fianco. Probabilmente Sae non si era fatta assumere alla Sapienza partendo da quel presupposto. Una volta a casa, sistemando le sue cose, si sarebbe resa conto che il cubo aveva cambiato forma di nuovo, assumendo un aspetto diverso rispetto a prima, e che era caratterizzato da alcuni movimenti appena percettibili. Era come se fosse composto da due parti incastrate tra di loro, e quelle due parti si aprivano e si chiudevano di pochissimo in maniera ritmica. Dava l'idea che stesse... cercando qualcosa.
     
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    La perplessità di Banner le fece capire che quindi era giusto ciò che aveva pensato, ovvero che Marcus chiamava "angeli" creature molto diverse da ciò che i comuni mortali consideravano. Qualcosa che lui percepiva in modo particolare, dando una forma a dei suoni. A tempo debito magari avrebbe potuto fare qualche ricerca su suoni legati ad entità mitologiche o qualcosa di simile. Intanto arrivarono a destinazione, e Banner le promise che avrebbe provato a cercare qualcosa, e nel frattempo doveva dedicarsi alla sua famiglia per trovare la forza di andare avanti. Sae annuì con un sorriso colmo di affetto.
    Hai ragione, devo strapazzare di coccole Aurora prima di andare. Prima di scendere dall'auto, Sae strinse di nuovo la mano a Banner, gli sorrise ancora piena di affetto e gratitudine.
    Grazie di cuore per tutto, ti devo un enorme favore. Gli diede un bacetto di saluto sulla guancia e poi si recò verso la sua abitazione. Una volta a casa, sentì la voce di Aurora che corse subito verso la porta quando sentì il rumore delle chiavi che aprivano. Se la ritrovò davanti tutta contenta e Sae si fiondò subito a raccoglierla in braccio riempendola di baci.
    Ciao amore, mi sei mancata tantissimo. Le disse stringendola a sé e riempendo la guancia di altri baci, facendole anche il solletico per farla ridere e bearsi di quel suono così dolce. Sapeva già di dover pensare ad un grosso regalone da farle al suo ritorno, come ad esempio una gita a Disneyland o qualcosa del genere per passare del tempo insieme, divertirsi senza pensieri. Una volta messa a terra la piccola si avvicinò a Mike abbracciando anche lui stretto e dandogli un bacio sulle labbra.
    Grazie tesoro, non saprei cosa farei senza di te. Strapazzò anche lui di coccole, riempendo di baci la guancia, il naso, le labbra. Quando si decise di lasciarlo andare da quella dolce tortura gli sorrise mostrando quel velo di orgoglio che ancora la animava per ciò che aveva fatto per salvare la sua amica.
    Sei stato bravissimo oggi, hai esagerato, ma hai salvato me e Morgana. Stava per tornare a strapazzarlo di altre coccole, ma la piccola Aurora la chiamò per raccontarle della sua fantastica giornata all'asilo e mostrarle i suo disegni. Se Mike fosse rimasto in casa con lei per quella sera, avrebbe preparato una bella cenetta, ed infine lo avrebbe praticamente obbligato a riposarsi. Si sarebbe accorta del cambiamento del cubo dopo aver messo a letto Aurora, prima di andare a farsi una doccia. Sbiancò a quella vista: il cubo aveva di nuovo cambiato forma e non aveva idea di cosa diamine potesse significare. Lo avrebbe fatto vedere a Thresh appena possibile, poiché non riuscì a capire quando era successo e soprattutto che evento aveva innescato quel cambiamento. Che fosse stato quello il suono diverso a cui si riferiva Marcus?
     
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    Mike e Aurora accolsero con entusiasmo Sae di ritorno a casa. Il ragazzo era ancora maledettamente stanco, aveva l'aria parzialmente assente ma si gustò con piacere le coccole della sua maestra, ricambiando quegli abbracci e quei baci stringendola a sé per farle capire che era felice di essersi reso utile, e di aver fatto la cosa giusta. In quell'occasione però, accolse di buon grado l'idea di riposarsi, ben conscio che da quel giorno in avanti le cose si sarebbero complicate. Non aveva idea di quale fosse il piano di Thresh ma era esausto e non poteva permettersi una decente lucidità per capire tutti i cambiamenti che stavano per arrivare. Il giorno seguente avrebbero fatto tesoro del ristoro e del tempo a disposizione. Osservando il cubo trasformato, Sae sentì chiaramente un richiamo provenire dal labirinto. Somigliava quasi ad un latrato mostruoso, quando animali feroci vogliono attirare l'attenzione in qualche modo. Non si sentì direttamente minacciata, ma neanche incoraggiata da quelle sensazioni. Che qualcuno la stesse chiamando? Poteva essere Scorn che voleva portarle consiglio, ma anche Fortinbras impaziente di saldare i conti con lei. Una cosa era certa però, in quell'occasione Sae aveva la capacità e la forza d'animo per non lasciarsi trasportare: visto che Mike aveva preso il suo posto non era stanca e poteva permettersi il lusso di non andare a dormire quella notte senza conseguenze l'indomani, consapevole che un sogno incontrollato poteva trascinarla in altre dimensioni e farle rischiare grosso. Scegliendo di restare vigile avrebbe sentito di nuovo la presenza di Dalamadur circondare casa sua, forse rischioso adesso che c'erano dei segugi sulle sue tracce, ma probabilmente era meglio così. Impossibile prevedere le mosse dei "Lupi", quindi una difesa d'emergenza sarebbe stata preziosa in qualsiasi situazione. Sae era anche vagamente colta da quel perverso appetito, non una fame insaziabile come le era successo altre volte, ma senz'altro presente. Purtroppo però Mike stavolta non le sarebbe stato di grande aiuto, e sprecare quella pozione misteriosa datale da Thresh per un simile scopo era sicuramente uno spreco. Magari poteva conviverci, tenere buone quelle sensazioni e sfogarsi solo a tempo debito. Sae aveva l'intera notte davanti per prepararsi a ciò che sarebbe successo dopo, e poteva soltanto scegliere se affrontare i suoi demoni oppure rimanere in pace con sé stessa ancora per un pò.
     
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    Dopo che Aurora e Mike si addormentarono, Sae si alzò dal letto per andarsi a fare un caffè. Probabilmente anche se ci avesse provato ad addormentarsi non ci sarebbe riuscita per la grande ansia che aveva addosso. Si recò in cucina per non svegliare accidentalmente Mike: quel ragazzo aveva davvero bisogno di riposo. Era la prima volta che probabilmente usava i suoi sensi spirituali e lo avevano sfiancato. Fortuna che c'era stata Nefertiti lì a soccorrerlo. Mentre aspettava che il caffè fosse pronto, Sae osservò il cubo, e percepì chiaramente dei versi, dei lamenti, sembravano dei richiami, ma non osò provare a connettersi spiritualmente ad essi. Preferiva farlo con Thresh vicino, anche se lo odiava o dubitava molto di lui, non poteva negare il fatto che lui era quello più ferrato in materia e poteva aiutarla con la sua dannata lanterna. Ed a proposito di Thresh le tornò in mente il bacio che le aveva dato, così carico di energia. Ricordò cosa aveva provato quando avevano fatto sesso. Era qualcosa che non aveva mai provato prima, qualcosa di così inebriante e profondo da spaventarla, ed allo stesso tempo tentarla. Quei pensieri risvegliarono certi appetiti, e si pizzicò da sola per scacciare via quella sensazione: come poteva avere certi appetiti pensando a lui? Si sentiva sporca, si sentiva come quelle drogate che si facevano del male per via del cervello spappolato a forza di sostanze tossiche. Andare da Mike era impensabile, quel ragazzo era distrutto aveva bisogno di recuperare energie, farlo da sola poteva solo peggiorare la situazione. Notò che non era però forte come nei giorni precedenti, somigliava ad un normalissimo appetito da ovulazione. Decise quindi di ignorare quel richiamo di piacere, poiché le sembrava perfettamente gestibile. Decise piuttosto di occupare la mente provando a fare qualche ricerca on line, per cercare libri o nozioni che potessero riguardare alfabeti celestiali, cercò canti e suoni mistici. Quando sentiva le palpebre appesantirsi, beveva qualche sorso di caffè e poi andava a guardare prima Aurora che dormiva, sentendo il cuore scogliere dalla tenerezza, e poi andava a guardare Mike addormentato, pensando a quanto fosse dolce e irresistibile. Tornando in cucina le venne in mente una cosa, ricordava che nelle loro chiacchiere Thresh aveva accennato al fatto che non dormiva, poiché essendo uno zombie non ne aveva bisogno. Prese il suo telefono e fece una foto al cubo, poi mandò l'immagine al numero di telefono di Thresh. Non sapeva se le avesse risposto o meno, ma tentare non poteva nuocerle. Se non avesse risposto ne avrebbe parlato con lui quando si sarebbero visti.


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    Sae Klein
    Oggi il cubo ha cambiato forma. Sento dei lamenti, come dei richiami... devo preoccuparmi?
    Nsm1KLx

     
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    Mentre se ne stava davanti al computer, Sae decise di fare una foto al cubo per inviarla a Thresh. Inizialmente sembrò una buona idea, ma mentre il telefono stava caricando l'immagine da inviare, si sarebbe resa subito conto che qualcosa non andava. Il messaggio non stava venendo inviato, e mentre lo schermo del telefono sfarfallava come se fosse prossimo a spegnersi, avrebbe potuto notare che l'immagine scattata era sfocata, distorta, come se la telecamera non fosse riuscita a prendere la forma a dovere. Poi arrivò la notifica che il messaggio non era stato inviato, e la batteria del telefono si sarebbe scaricata molto velocemente. La corrente nella casa si abbassò drasticamente fino a che il computer e il monitor non si spensero del tutto, davanti alla faccia di Sae rimase solo la luce intermittente del telefono, oramai prossimo a spegnersi.
    Il cubo si trasforma per "configurarsi", evolve, proprio come fanno i tuoi poteri... è come una chiave che spezza sigilli sempre più profondi nel labirinto. E più sigilli si spezzano, più è facile vedere nell'abisso...
    Una voce distorta, ma giovane, chiaramente umana stava uscendo dai dispositivi di Sae. Dal telefono, dal monitor, dal televisore, ma a farci bene caso stava succedendo la stessa cosa anche dai piccoli specchi in casa, e anche dai vetri che riflettevano meglio. La voce era in qualche modo intensa, ma non occupava tutta la casa. Sae ebbe la netta sensazione di essere l'unica a poterla sentire. Poi si spense anche lo schermo del telefono, e proprio come se avesse avviato una videochiamata, davanti al sullo specchio nero comparve un volto in penombra, leggermente illuminato solo da un paio di occhi rossi iniettati di sangue.
    ...ma anche l'abisso può vederti meglio.
    C'era un che di familiare in quell'inquietante sorriso che si stava stampando sotto lo sguardo vermiglio che aveva davanti. Ma prima che Sae potesse scorgerlo meglio, il punto di vista che stava osservando dall'altra parte divenne più chiaro. Sembrava che chiunque si fosse messo in contatto con lei si trovasse in una sorta di galleria poco illuminata anche quella vagamente familiare. Le pareti erano coperte di sangue, e avevano dei segni vistosi come se qualcosa di pesante ci fosse finito addosso, lacerandole.
    Finalmente! Un vero colpo di fortuna che io sia arrivato prima di chiunque altro! Ho aspettato così tanto per mettermi in contatto con te ma... fino ad ora non potevo credere che esistesse qualcuno di davvero così connesso al Labirinto. Sono proprio felice di poterti guardare in faccia, finalmente.
    Nonostante l'assurdità della situazione, e sebbene quelle voci stereofoniche rendessero tutto molto inquietante, Sae non aveva la sensazione di star parlando con qualche terrificante entità, men che meno con qualcuno di impossibile da comprendere. Era umano, senza ombra di dubbio.
     
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    Sae guardò perplessa l'immagine che aveva fotografato, notando che era sfocata e distorta, eppure era sicura che prima di premere il tasto fosse stato tutto apposto. La luce si abbassò tutto sfarfallò e poi si spense tutto. Sae rimase ferma sul posto ed iniziò a sudare freddo. Le venne la pelle d'oca, le sembrò di essere finita nella scena di un film horror. Si pizzicò la faccia per essere sicura che fosse sveglia e non si fosse addormentata senza accorgersene. Una voce sconosciuta che proveniva dai suoi dispositivi la fece saltare sul posto per lo spavento, e se non le scappò un urlo era unicamente perché era troppo tesa. Era la voce di un giovane, ma non riusciva a riconoscerla fra quelli che conosceva della scuola. Si guardò attorno allarmata, gettando una occhiata verso le stanze di Aurora e Mike, ma notò che nessuno dei due si era svegliato. Serrò le labbra per non farsi scappare una imprecazione di tensione. Si alzò in piedi lentamente, quasi avesse avuto paura che i movimenti troppo bruschi potessero far scattare la presenza come un animale spaventato. Vide una figura nei riflessi e negli specchi della casa, non riuscì a vederlo bene dato che era tutto buio, e riuscì a scorgere solo degli inquietanti occhi rossi ed un sorriso. C'era qualcosa di familiare, qualcosa che però non riusciva ad affacciare chiaramente nella sua mente. Quando il misterioso intruso disse "Finalmente", deglutì a vuoto, sentendosi molto molto tesa. Non sapeva cosa fare ma cercò di rimanere calma. Era evidente che chi le stesse parlando apparteneva al labirinto, o le stesse parlando da lì. O Chissà, c'era qualcosa di molto strano, non aveva la sensazione di parlare con un entità come Fortinbras o come Scorn. Non si sentiva ancora in pericolo, ma ciò non riuscì a farla rilassare.
    Chi sei? Io non riesco a vederti. Provò ad accendere la torcia del suo cellulare verso la figura che vedeva riflessa, forse con la batteria scarica sarebbe durato pochissimo, ma tentò lo stesso per poter scorgere chi le stava parlando.
     
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    Per qualche assurda ragione, la volontà di Sae riuscì a raggiungere l'altra parte dello schermo, e come se fosse partito un flash riuscì a scorgere meglio parte della figura con cui stava parlando: capelli e occhi rossi, un ciuffo bianco sulla fronte, aveva un incarnato insolitamente provato, sembrava quasi che si fosse appena ripreso da una brutta ustione che aveva riguardato buona parte del suo corpo, ma questo era evidente solo sulla guancia e sul collo, visto che il resto del corpo era coperto da un vestito scarlatto. Era chiaramente una persona, molto giovane, forse poteva essere uno dei suoi studenti, ma quel sorrisetto malefico lo rendeva molto più simile ad un pazzoide.
    Hey hey calma! Sono sensibile! Ha fatto male...
    Il flash durò solo un istante e il misterioso interlocutore si ritrovò a stropicciarsi gli occhi, rendendoli ancora più luminosi dopo averli aperti.
    Puoi stare tranquilla: anche se fossi pericoloso in questo momento sono come un detenuto intrappolato dentro una gabbia di vetro spessa mezzo metro e lontana da te un milione di anni luce... sono inoffensivo per te, non era mia intenzione spaventarti ma adoro le entrate in scena ad effetto...
    Le parlava come se fossero già amici, sembrava stesse cercando di metterla a proprio agio. Dalla posizione delle braccia del suo interlocutore, sembrava che stesse parlando a una finestra, con le mani piazzate ai lati di quest'ultima, intento a fissare Sae. Riusciva a vederla, perché i loro occhi si incrociavano facilmente e lui la seguiva con lo sguardo.
    Infatti per quanto assurdo ti possa sembrare, non sono qui per offrire aiuto a te... anzi, sono qui perché ho un DISPERATO aiuto da parte tua.
    Enfatizzò molto la parola "disperato", stava cercando di chiarire subito la sua situazione, così da non lasciare spazio a fraintendimenti. Si portò la mano destra sul petto, come se stesse facendo un giuramento solenne. La mano era coperta da un guanto nero con delle punte che sembravano degli artigli di metallo.
    Oh non temere! Non ho intenzione di avanzare pretese! Anzi se chiedo aiuto a te è perché so che hai bisogno di un punto di riferimento, di una spalla seria! Ed eccomi qui, possiamo aiutarci a vicenda! Andiamo, non farmi supplicare. Ti garantisco che sono affidabile, se non ti dico il mio nome o non mi faccio vedere è solo perché conosco qualcuno che potrebbe mettere una brutta parola sul mio conto e voglio essere sicuro che non ci siano barriere di fiducia nei nostri confronti, capisci? Solo io e te, una conversazione amichevole e un patto tra persone mature.
    Sbuffò, riprendendo fiato, forse aspettandosi una risposta da parte di Sae. Sorrideva, e dava l'idea di essere davvero impaziente. Non mentiva quando diceva di aspettare quell'occasione con trepidazione.
    Non voglio niente da te, niente di tuo o di permanente. Voglio solo che mi aiuti per UNA singola piccolissima cosina... dopodiché sarò a tua completa disposizione.
    Con quegli artigli metallici sulla punta delle dita segnò il suo elegante vestito rosso con una croce sul cuore, simbolo di una promessa che non aveva intenzione di infrangere.
     
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    Il flash le permise di vedere la figura di un ragazzo, sembrava giovane e molto provato. Forse anche ferito, ma non era riuscita a vederlo bene. Aveva notato anche il suo sorriso e nonostante avesse avuto l'aria di un pazzoide, per un attimo le ricordò il ghigno di Thresh. No, forse stava stravedendo.
    Scusa. Mormorò dopo che il ragazzo si lamentò del dolore. Cercò di metterla a suo agio, dicendole che era davvero troppo lontano per poter fare qualsiasi cosa contro di lei anche volendo. Dichiarò senza tanti mezzi termini che aveva un bisogno disperato del suo aiuto, il che rendeva la faccenda ancora più inquietante. Le venne per un momento che fosse uno spettro, ma di solito quando uno spettro chiedeva il suo aiuto lo sentiva chiaramente. Quell'entità era viva, lontana da qualche parte, non le sembrava un anima in pena.
    Non avermene, ma sai che la tua premessa ti rende ancora più losco? Affermò massaggiandosi le tempie. Da quello che poteva sapere poteva essere un demone che era stato sigillato, poiché molto pericoloso, non riusciva proprio ad abbassare la guardia ma era stupido scacciarlo via.
    Ti ascolto, di cosa hai bisogno? Chiese educatamente, risedendosi sulla sedia, per essere cortese, ma i suoi piedi erano puntati a terra.
     
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    Lo so, lo so, me ne rendo conto, desolato. Ma devo assicurarmi che tu non mi "riattacchi" in faccia. Sarebbe molto umiliante ma... puoi farlo, e questo ti fa capire quanto sei al sicuro e in vantaggio in questo momento.
    Esordì frettoloso, facendole capire che con la forza di volontà poteva tranquillamente scacciarlo. Dopotutto, semplicemente perché aveva desiderato di vederlo meglio, era riuscita quasi a "scattargli una foto" da un'altra dimensione, non esattamente poco. Queste erano il genere di cose che Thresh considerava incredibili, ma che Sae faceva senza rendersene conto, senza dargli importanza. Quando Sae disse al ragazzo che lo ascoltava, il suo sorrisetto si fece più sottile e affilato, meno ampio e in una certa misura più "serio". Sentiva qualcosa fremere in lui, e non dovette aspettare molto per sentirlo.
    Mettimi al mondo.
    Seguì un silenzio inquietante e irreale, spezzato da un frastuono disumano creatosi nella mente di Sae. Sembrava quasi che una libreria piena di informazioni e tomi le fosse crollata addosso. Collegò immediatamente cosa le aveva detto Thresh tempo prima: farsi mettere incinta da una lanterna era un metodo estremamente rapido ed efficace per "evocare qualcosa" di abbastanza potente da aiutarla a risolvere tutti i suoi problemi. E le cose erano fin troppo assonanti, impossibile non metterle una di fianco all'altra. Il ragazzo iniziò a ridacchiare, la sua risata aveva un che di nervoso e di nuovo sembrava frettoloso di chiarire.
    Perdonami... troppo frettoloso? Non volevo girarci troppo attorno, lasciami spiegare...
    Prese un lungo respiro mentre cercava di chiarirsi, sistemandosi un attimo la giacca, tirandosi indietro i capelli e schiarendosi la voce. Poi piantò entrambe le mani ai "lati" della finestra dalla quale stava parlando a Sae e, leggermente più serio rispetto a prima.
    Certo non sei obbligata a farlo tu ma ho dato per scontato che fossi una brava persona e che non inganneresti mai qualcun altro per avere una gravidanza indesiderata e farmi passare dall'altra parte, ma sono aperto a proposte ovviamente. Il problema è che questo è l'unico maledetto modo per uscire da questo posto di merda...
    Anche se non poteva vederle, Sae sentì le punte artigliate dei guanti del ragazzo stridere sulla parete che li separava, cercava di mantenere la calma e il sorriso, ma il suo volto aveva una crescente frustrazione che montava. Stava facendo di tutto per nasconderla ma era pressoché impossibile: una rabbia recondita dentro di lui gli impediva di mascherare quel sentimento, era come un libro aperto a differenza di Thresh. L'opposto di un enigma impossibile. Quel ragazzo desiderava davvero, davvero, davvero fuggire dalla sua prigione, più di ogni altra cosa.
    Voglio andarmene da qui... questa è una prigione per me. Non conosco altro che questa dimensione oscura dove i miei poteri non vengono né visti né apprezzati. Tutto quello che vedo sono anime in pena che intrattengono divinità annoiate e smorte, vecchi pazzi che non fanno altro se non contemplare, e ognuno con un diverso modo di annoiarsi. Questo non è il mio posto, non è il mio destino! Tu sei l'unica essere umana che è stata capace di avvicinarsi così tanto a "noi" senza farsi corrompere o smarrire la strada di casa. Se non rispondi a questa chiamata rimarrò qui per sempre!
    Non era disperazione la sua, era rabbia. Non poteva accettare il suo destino, forse crudele, ma chiaramente quella non era una pacata richiesta d'aiuto. O meglio, lo era, ma Sae non poteva essere certa della purezza dei suoi intenti. Rendendosi conto che stava esagerando col tono e con lo stridio, il ragazzo prese un lungo respiro e si sistemò di nuovo giacca e capelli, assumendo un tono più tranquillo.
    Facile non fidarsi, lo capisco... ma io credo nel legame di sangue, e non mi dimentico dei debiti. Se ti lascerai chiamare mammina, proteggerò te e chiunque vorrai, sarò il tuo ANGELO custode, qualsiasi cosa tu voglia fare con il cubo, il labirinto o il mondo intero mi va benissimo, sarò il tuo ponte, la tua spada e qualsiasi altra cazzo di cosa tu abbia bisogno. Voglio solo uscire da qui. Ne ho bisogno. Ho bisogno della mia possibilità.
    Strinse i pugni con tutta la forza che aveva in corpo. Era evidente lo sforzo che stava facendo per trattenersi. L'orrida richiesta e le conseguenze di una simile scelta erano così schifosamente chiare che soltanto un pazzo avrebbe accettato. Tuttavia, adesso quella prospettiva aveva un volto. Aveva una voce. E somigliava fin troppo a uno dei suoi ragazzi. Sae l'avrebbe davvero ignorato?
     
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    Il misterioso essere le fece capire che con la sua volontà avrebbe potuto mettere fine a quella conversazione quando voleva. Dicendole chiaramente che aveva il coltello dalla parte del manico. Sae quindi si sentì rassicurare dal fatto che al momento non correva nessun pericolo. Era la prima volta che qualcuno che non fosse "morto" chiedeva il suo aiuto, e lei di solito ascoltava sempre le suppliche, prodigandosi ad aiutare. Non sempre per altruismo, alle volte anche solo per mettere fine a tormenti. Quindi rimase lì in attesa e tre paroline soltanto le fecero gonfiare una vena sulla fronte per il nervosismo.
    Quindi eri tu! Fece a denti stretti con un altissimo nervosismo. Dopo essersi ricordata cosa le aveva detto Thresh a proposito di mettere al mondo esseri potenti, Sae aveva collegato il suo periodo di calore estremo, che l'aveva costretta a saltare addosso a Thresh. Se avesse potuto lo avrebbe strozzato agitandolo ed accusandolo di tutta la sofferenza che aveva patito per colpa di quell'appetito insaziabile. Prima che potesse inveire contro di lui, l'essere si scusò spiegandole che quello era il suo unico modo per uscire dalla sua prigione. Capì che era disperato, capì che si sentiva in trappola, e sapeva che poteva pentirsi di rifiutare di aiutarlo. Se riusciva a metterle addosso quel prurito insaziabile fra le sue cosce, chissà che altro poteva farle, anche solo per vendicarsi? Tuttavia Sae non era così egoista e le dispiaceva percepirlo in quel modo. Il suo dono le faceva sentire la sua sofferenza, aveva davvero un disperato bisogno di aiuto. E probabilmente lei era l'unica con cui era riuscito a parlare.
    Ok, calma, non ti respingerò, non chiuderò questa conversazione. Tuttavia ho bisogno di sapere alcune cose prima di poter accettare la tua richiesta di aiuto. Cosa significa "metterti al mondo"? Non intendo ovviamente la parte meccanica del fatto, ma come farai a mettere la tua anima nel mio grembo? Ed una volta che nasci, non sarai un neonato? Non dimenticherai tutto di questa vita che hai vissuto adesso? Ti reincarnerai e comincerai da capo? Cosa ti succederà? Sae non poteva accettare così a cuor leggerlo, pensando al suo corpo come una specie di incubatrice senz'anima. Se avesse accettato di metterlo al mondo, lo avrebbe considerato SUO figlio, lo avrebbe amato, e di sicuro non lo avrebbe mai e poi mai "usato" per renderlo la sua "spada", il suo ponte, lo avrebbe voluto al sicuro, felice assieme ad Aurora. Inoltre sapeva benissimo che per la parte meccanica serviva il seme di un uomo, e si ritrovò a guardare di nuovo nella direzione di Mike. Se proprio doveva fare un figlio avrebbe voluto che fosse di Mike, ma era troppo giovane, gli avrebbe rovinato la vita perché si sarebbe messo a cercare qualche lavoro ed avrebbe smesso di studiare. Probabilmente avrebbe cercato di farsi arruolare nella squadra nera. Farlo fare a Thresh la inorridiva, non solo perché avrebbero avuto un legame che Sae non voleva, ma avrebbe ucciso il cuore di Mike, avrebbe perso l'amicizia di Banner ed il rispetto di Marcus.
    Se consapevole del fatto che metterti al mondo creerà un legame fra di noi profondo?
     
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    Nel sentirsi accusare con quel "eri tu!", il ragazzo rimase di sasso tenendo le palpebre semichiuse e la bocca quasi spalancata, guardandosi attorno con aria confusa. Sae sembrava aver capito qualcosa ma per lui non c'era proprio niente da capire: non aveva idea di cosa stessero parlando in quel momento, visto che era riuscito a mettersi in contatto con lei solo ora grazie al cubo. Dal modo in cui gli occhi si stavano muovendo sempre più frenetici era ovvio che stava per andare nel panico: Sae aveva frainteso e quella situazione stava per volgere a suo sfavore. Sembrò pronto a risponderle frettolosamente per non farle interrompere la comunicazione, ma rimase sorpreso nel constatare che Sae stava affrontando la questione in maniera lucida, valutando seriamente la sua proposta. Chinò il capo, lasciandosi sfuggire un sospiro di sollievo e anche un moto che somigliava ad un cenno di vittoria, evidentemente per lui anche solo una vaga speranza era meglio di niente. Alzò lo sguardo solo quando Sae completò quello che voleva dirgli, e la risposta che arrivò fu mortalmente seria.
    E io ho tutta l'intenzione di onorare questo legame... avrai fatto per me molto più di chiunque altro in questo buco di merda, o dei miei reali genitori. Sarai la madre che non ho mai avuto, e io un figlio di cui andare fiera. Adesso ti spiegherò come fare...
    Pronunciò quelle parole con così tanto ardore che il marchio a forma di croce sul suo cuore sembrò quasi andare a fuoco. Voleva farle capire che non aveva nessun interesse ad ingannarla perché quella, per lui, era l'occasione migliore che avesse mai assaporato in tutta la sua esistenza. Deciso a non perdere tempo, staccò le mani dai contorni della "finestra", cercando di ricomporsi così da spiegare il tuo piano.
    Normalmente non sarebbe così semplice, ma nel nostro caso abbiamo molti fattori a nostro favore. Prima di tutto io non sono un "Nobile" come gli altri: ho una volontà mia, sono più forte e più influente, inoltre tecnicamente sono già uscito dal Guf quindi i miei ricordi e la mia mente non saranno influenzati dall'incarnazione, ho già abbastanza potere per mantenere la mia volontà. La chiave della nostra operazione la possiedi già: la Necromachia che ti porti dietro, quella specie di rosario che ti porti dietro.
    Indicò verso di lei come se lo stesse cercando con lo sguardo. Forse si aspettava che Sae lo portasse sempre con lei, idea tutt'altro che bizzarra considerando quanto si era rivelato utile.
    E' un manufatto speciale... ne esistono pochissimi! Fatto con cadaveri persi nel tempo e nello spazio... può schermarti dall'influenza del Labirinto, renderti addirittura immune all'invasione del Guf... ma se seguirai le mie istruzioni, possiamo ribaltare il suo scopo e collegarlo spiritualmente a me, in modo da garantire il mio passaggio. Dopo che lo avremo alterato, ti basterà usarlo durante un rapporto con una Lanterna, o se non ci tieni ad essere la mia mammina puoi farlo fare a qualcun altro, non mi importa onererò comunque il nostro patto! Sarà molto semplice... probabilmente all'inizio sarò confuso e non avrò il massimo dei miei poteri, ma il risultato è garantito!
    Ritrovò rapidamente quel sorrisetto malefico e furbetto che lo aveva contraddistinto dall'inizio della loro conversazione. Anche se era un prigioniero disperato, sembrava molto sicuro di sé, delle sue idee e delle sue capacità. Aveva un piano elaborato, sicuro e studiato, era stato metodico, l'unica cosa di cui aveva bisogno era un'occasione, e di qualcuno disposto a dargli una possibilità.
     
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    Quando notò che il ragazzo reagì spaesato alla sua accusa, guardandosi attorno come se ci fosse stato altro a farla arrabbiare, capì che forse non era lui l'origine di quel formicolio fra le sue cosce. Che diavolo stava succedendo? Ci stava la fila per chiederle di mettere al mondo i bambini? Ma non era la religione cristiana con quella fissazione di mettere al mondo figli? Il ragazzo le disse che avrebbe onorato il loro legame, e che sarebbe stato un bravo figlio, ma qualcosa le diceva che ci stava qualche fregatura da qualche parte che ancora non aveva capito. Di fatti il ragazzo fu subito frettoloso nel cercare di spiegarle cosa avrebbe dovuto fare per farlo nascere. Parlò di "nobili" lasciandole intendere che conosceva bene il labirinto. Era scontato pensare che c'era stato, e adesso era chiuso chissà da qualche parte. Il fatto che però era il cubo stesso ad aver aperto quella "finestra" per comunicare le lasciava intendere che in realtà lui era ancora lì nel labirinto. In qualche strana prigione. Ci rimase male nello scoprire che avrebbe conservato i suoi ricordi. Per un solo attimo si immaginò un infante che le parlava come un adulto, rendendo la scena molto più inquietante di Thresh quando si arrabbiava. Anche se diceva che avrebbe tenuto fede al loro legame, in cuor suo sospettava che non l'avrebbe mai amata come madre. Subito dopo cercò di riprendere il controllo delle proprie emozioni, non poteva già pensare come se avesse accettato. Il ragazzo le spiegò che avrebbe potuto usare il rosario, e quando notò che lo cercava, sollevò il braccio mostrandoglielo legato al suo polso. Sentiva il nome di quell'affare per la prima volta: necromachia. Un nome inquietante. Vide l'entusiasmo in lui, ma Sae non si sentiva affatto convinta.
    Non voglio spegnere il tuo entusiasmo, ma ci sono molte cose che mi sfuggono e che mi fanno sentire puzza di bruciato. In ogni caso, cerca di metterti un attimo nei miei panni: un perfetto sconosciuto che non vuole nemmeno rivelarmi il suo nome, mi sta chiedendo di costruire un rapporto MOLTO importante. Anche più importante di un banale matrimonio. Non è una decisione che si può prendere così su due piedi. Mi dici anche che ricorderai tutto, quindi tu non hai intenzione di ricominciare una nuova vita. Vuoi solo uscire da quel posto e probabilmente cercherai vendetta su chiunque ti abbia rinchiuso lì dentro. Ciò significa che non sarò mai tua madre, ma una tizia che ti ha liberato dalla tua prigionia. Non proverai mai quel sentimento che unisce madre e figlio, e se i matrimoni possono essere di convenienza, il rapporto fra madre e figlio no. Non posso metterti al mondo per avere in cambio un soldato che mi difende, e capirai per averlo dovrei pure aspettare parecchi anni. Come affare è davvero pessimo per me. Lo guardava dispiaciuta, perché ciò che le stava chiedendo era davvero troppo.
    Però sei riuscito a parlare con me, hai aperto una finestra verso di me. Magari per aiutarti non serve farmi ingravidare da una lanterna. Si strinse in se stessa portando le braccia attorno a sé come se avesse voluto abbracciarsi da sola, non avrebbe potuto mai fare un figlio con Thresh.
    I figli devono nascere per un atto d'amore. E non posso generarti con qualcuno che odio. Guardò di nuovo verso il ragazzo, consapevole che avrebbe iniziato a cercare di convincerla con chissà quali discorsi, che lei però sapeva non potevano essere sinceri.
    Se mi dici il tuo nome, potrei provare a tirarti fuori da lì in modo diverso. A quanto pare ho abilità molto particolari...
     
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    La risposta di Sae spezzò completamente l'entusiasmo del ragazzo, che pur cercando di mantenere una certa serietà e quel sorriso stampato sulla faccia, era ovvio che qualcosa si stava lentamente incrinando. Man mano che Sae faceva valere le sue ragioni, lui scuoteva il capo in maniera sempre più decisa, fino a che non iniziò a mugugnare una lunga serie di "no". Sembrava impaziente di dirle in cosa stava sbagliando, cosa non stava capendo ma era certo che vomitarle addosso i suoi pensieri non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione, quindi si sforzò di essere quanto più lucido possibile.
    No... tu non capisci. La felicità di uno vale la sofferenza di un altro da quelle parti? Allora non è tanto diverso da qui, è questo che vuoi farmi credere? Non ho diritto ad una possibilità?! Per odio o per amore, sono destinato a non nascere nemmeno?? E' davvero questa la tua sentenza???
    Si stava alternando, lo capì subito ed si fermò prima di alzare troppo la voce, riprendendo fiato con le mani alzate per farle capire che, implicitamente, voleva scusarsi e non accusarla di niente.
    Capisco... capisco tutto. Come potresti fidarti di un mostriciattolo a forma di persona che ti chiama dall'altro mondo solo per farti scopare da un bastardo? Assurdo, me ne rendo conto anche io... però ti invito a riflettere su questa cosa: se è vero che il legame che ti sto chiedendo è così forte e importante, allora sai anche tu che non posso semplicemente ingannarti. Pensi che io ti veda come una porta? Vale lo stesso per me... la mia anima sarà vincolata a te per il resto della mia esistenza, non è qualcosa che potrò né vorrò ignorare. Sono solo al limite, disposto a tutto pur di mettere fine a questa prigionia, a questa non-esistenza, ma non per questo sono solo l'ennesimo dannato mostro di questo posto. Io sono diverso, ho solo bisogno di una possibilità... o meglio, di qualcuno che me la dia.
    Era davvero motivato, inutile cercare di fargli distogliere lo sguardo dal suo obbiettivo. Era difficile comprendersi per entrambi, anche se in questo caso parlavano la stessa lingua. Forse con un piccolo sforzo Sae poteva capire che se quel ragazzo stava chiedendo una cosa simile era perché non aveva nessun'altra scelta. Sbuffò, abbassando ancora di più il tono della voce, cercando di trovare le parole giuste.
    D'accordo... questa non è un ultimatum, come ti ho già detto... non vado proprio da nessuna parte, quindi non devi rispondermi subito. Ma sappi che ora che il cubo è in quello stato, "messaggi" come questo saranno molto più frequenti, e non saranno tutti amichevoli come il mio. Ti darò tutto il tempo che ti serve per pensarci... mi troverai qui, Scorn ci farà da tramite.
    Fece come per allontanarsi dallo schermo. Aveva capito che Sae non si sarebbe convinta facilmente, e lui poteva soltanto alterarsi se quella conversazione non andava nella giusta direzione. Era meglio finirla nel modo giusto.
    Non ti dirò il mio nome... me lo darai tu quando ci incontreremo.
    Sentenziato questo, mentre la fissava negli occhi mortalmente serio, il ragazzo spezzò la comunicazione e i dispositivi elettronici di Sae tornarono improvvisamente a funzionare. Avrebbe sentito la presenza di Dalamadur estremamente vicina, quasi come se le stesse respirando addosso. Evidentemente aveva percepito il pericolo e si stava preparando ad intervenire, ma adesso che il legame si era spezzato stava tornando placido e distante. Quel guardiano era davvero molto efficiente, inutile negarlo.
     
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