L'incubo del grano rosso

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    Come poteva biasimare la povera Sae? Era del tutto nuova a quel livello di "poteri" e fenomeni particolari, era ovvio che Sae fosse come una studentessa che aveva molte cose da imparare riguardo a ciò che le stava capitando. Thresh cercò di farle capire che era sempre stata speciale, che però fino a quel giorno non aveva avuto modo di usare le sue facoltà poiché non ne aveva bisogno. Le ricordò una cosa fondamentale che riguardava le persone che diventano forti e combattevano, ovvero che era grazie alla volontà che molti di loro ci riuscivano, ed adesso che aveva scoperto che l'anima di suo marito era in pericolo era riuscita a trovare la volontà di lottare a sua volta. Non l'aveva mai guardata in quell'ottica, ma non poteva negare che le sue facoltà si erano potenziate sempre di più al punto da riuscire a capire le intenzioni del prossimo anche senza toccarli fisicamente. Era una bellissima cosa, ma continuava a pensare che non era forte abbastanza per poter fare la differenza. La spiegazione di Thresh continuò e si fece aiutare da una rappresentazione magica per farle capire il concetto. Vedersi così sfacciata la imbarazzò: era così che la vedeva Mike quando lo seduceva? La trovava volgare, sperava di essere più elegante. Il suo viaggetto spirituale aveva attirato fin troppe attenzioni, ma il problema era che non era stata lei a cercarlo, era quasi come se una entità divina ce l'avesse portata. Questo era il concetto che Thresh non voleva capire, o meglio non voleva capire che turbava tantissimo Sae. Se glielo avesse detto era sicurissima che avrebbe detto che era destino, o una volontà divina, che non era una cosa che accadeva per caso. Tutte quelle anime quindi bramavano il Guf, ed a quanto pare anche gli adepti sulla terra ne volevano fare qualcosa. Thresh avrebbe visto che Sae muoveva gli occhi a destra e sinistra, un chiaro segno che stava riflettendo velocemente su molte cose. La trasformazione di Thresh fece fare un passo indietro alla donna, vederlo con quell'aspetto spettrale lo rendeva troppo simile ad una creatura del labirinto. Per non parlare del fatto che il suo fisico sentiva una forte attrazione per quell'energia. Le disse cristallino cosa voleva fare, voleva dare la caccia ai colpevoli, e le trasmise un brivido di frenesia che per un momento contagiò anche lei. Avevano fatto del male a Morgana e quando ripensava a come l'aveva trovata. anche il suo cuore ardeva di sete di vendetta. Era una brava persona, ma mica una santa. Thresh poi andò a pigiare su un tasto sensibile per lei: i ragazzi, il fatto che sarebbero stati in pericolo e che per avere quella dannatissima informazione, avevano fatto del male a qualcuno a cui teneva. Lei VOLEVA fare qualcosa per proteggerli, ma non sapeva come farlo.
    Smettila di dire "i MIEI ragazzi" lo imitò con il vocione basso, mostrandosi stizzita. Fece qualche passo avanti avvicinandosi a lui con fare agguerrito, facendo poi mezzo passo indietro quando si rese conto che era troppo vicina a lui.
    Non sono una TUA proprietà, credi di essere l'unico a tenerci? Anche io e Banner ci teniamo molto a loro ed anche per me loro sono la priorità! Non permetterò loro di toccare un solo capello dei NOSTRI ragazzi. Voglio tendere loro una trappola. Se sono un "faro" che li attira come mosche al miele, allora accendiamolo e poi diamogli il ben servito! Ma non posso farlo da sola! Sono esperta di spettri e come aiutarli ad accettare la morte e passare oltre. Ma sono una bambina davanti ai misteri del labirinto. Abbassò lo sguardo, non poteva fare altrimenti, doveva farsi aiutare da Thresh, anche se non riusciva a fidarsi di lui.
    Collaboriamo, Nefertiti non è l'unica che vuole dare un morso a quei farabutti.
     
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    C'era ancora incertezza nel suo cuore, ma la carica non le mancava, e questo era più che sufficiente. La risposta per quanto stizzita compiacque Thresh, che sorrise tanto con le sue labbra quanto con quel ghigno scheletrico e diabolico, accorciando le distanze con lei più di quel passo indietro che Sae aveva cercato di lasciare tra di loro. Si piegò in avanti così che davanti al campo visivo di Sae non ci fosse altro che il suo mostruoso faccione, invitandola a fissarlo negli occhi. Irradiati di quel potere, erano ancora più terrificanti di prima.
    Ora sì che mi piaci...
    Thresh allargò il braccio che impugnava la falce, e più il braccio si allargava, più l'arma diventava grande, trasformandosi in un vero e proprio artiglio che circondò i fianchi di Sae e la trascinò verso di lui. Per qualche ragione, la lama dell'arma non la tagliò minimamente, neanche i vestiti finirono danneggiati, quell'arma sembrava fatta per toccare ben altro rispetto alla carne e Sae lo capì subito appena toccò il ventre del non morto col suo, sentendo immediatamente l'energia delle Lanterne che si sprigionava davanti a lei. Poteva prendersi tutti i contentini che voleva, aggrapparsi a Mike il più possibile, buttare giù quante più pozioni le andava, ma niente sarebbe stato paragonabile a quell'energia pura, presa direttamente da una fonte così intensa da sembrare irreale. E Thresh non era ancora neanche eccitato, non stava nemmeno provando a sfregarsi, al massimo la provocava, obbligandola ad un mostruoso casquè per non ritrovarsi la sua faccia mostruosa dritta sulla bocca. I piercing sui capezzoli avrebbero iniziato a vibrare, dandole pulsioni di energia intense, un piacere perverso, osceno e instancabile che accese direttamente il ventre della donna come se potesse farla eccitare a comando. Ma dallo sguardo di Thresh si capiva che non era qualcosa di suo, anzi sembrava sorpreso e compiaciuto di quel risultato, banalmente era una reazione prevedibile al legame che avevano stabilito, e quanto gustosa fosse per una come lei l'energia intensa di un simile mostro.
    Confesso che avrei preferito non tentarti, tenerti al sicuro, lasciandoti come risorsa occulta mentre potevamo creare uno specchietto per le allodole, ma visto che ci tieni a fare da esca perché no... faremo entrambe le cose contemporaneamente. Daremo la caccia a questa minaccia e al tempo stesso la attireremo su di te. Ma per farlo dovrai diventare più di così. Avrai bisogno di molta, moltissima energia... e io so esattamente dove fartela ottenere.
    A quel punto l'avrebbe forzata in un bacio osceno, perverso, quasi violento, un richiamo lussurioso alla quale difficilmente avrebbe potuto sottrarsi per colpa della forza di Thresh e quel richiamo che la stava già mandando in tilt. Il professore però non fu affatto bestiale, anzi si sforzò di darle un bacio degno di questo nome, tanto impaziente quanto succulento. La lingua calda del non morto avrebbe cercato la sua in una spirale di piacere, il solo scambio di saliva mentre cercava di leccarle via ogni traccia di esitazione era un sogno. La mano del non morto, quella libera dalla falce, si perse tra i capelli dietro la nuca di Sae per baciarla intensamente, tirandola a sé con fare possessivo impedendole di sottrarsi. Il bacio le trasferì una grande quantità di energia, abbastanza da risvegliare i suoi istinti e i suoi poteri. Voleva darle un assaggio di cosa la aspettava, così che non si sarebbe persa in pensieri inutili al termine di quella giornata. Si sforzò di lasciarla andare solo quando fu certo di averla ubriacata col suo potere, e anche dopo essersi staccato da lei rimasero vicini, incollati, così da completare quel discorso.
    Non ci sono solo io a scuola... mi assicurerò che tu abbia l'energia più pura che la nostra squadra possa offrirti... e tu la darai ai MIEI ragazzi, così da renderli più forti. E se farai un buon lavoro allora forse saranno i NOSTRI ragazzi. Tu non vuoi essere come Banner, tu vuoi essere come me. Lui è un maestro... io... sono una GUIDA! Apprenderai la differenza... lo farai... Mein Kleine Sae...
     
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    C'era un detto che diceva "tieni gli amici vicini ma i nemici ancora più vicini." Se provava ad assecondarlo forse avrebbe potuto trovare quelle prove che cercava, poteva capire cosa volesse davvero. Capì che serviva una enorme forza d'animo quando si ritrovò il suo faccione vicinissimo, provò ad indietreggiare di nuovo ma la piccola falce si era ingrandita ed aveva costretto Sae ad avvicinarsi a lui con tutto il corpo. Quando i loro ventri entrarono in diretto contatto, Sae percepì di nuovo l'intensa energia dell'uomo, le ricordò cosa si provava ad unirsi nella carne con lui. Qualcosa di così intenso da farle paura. Una normale combattente poteva apprezzare e crogiolarsi in una sensazione del genere, lasciarsi andare. Era quello il punto che frenava sempre Sae: "lasciarsi andare" al piacere, proprio con una persona che considerava una specie di nemico era impensabile per lei. Farlo con Mike, o perfino con Lancillotto era stato diverso, invece con Thresh aveva paura di perdersi, di non riuscire a controllarsi, ed era già successo, era giunta al Guf ed aveva attirato dei nemici pericolosi che avevano fatto del male ad un suo prezioso studente. Anche se il suo corpo reagiva, come se fosse assetata di piacere, la sua mente era ancora ferrea. Thresh accettò l'offerta di Sae, e sembrava già avere in mente qualche piano, dicendole che le serviva molta più energia, aggiungendo che sapeva come fargliela ottenere. Sae aggrottò la fronte, immaginando dove volesse andare a parare, era pronta a rimproverargli che fosse un pervertito. Non le diede il tempo, si ritrovò le labbra incollate alle sue, era stretta a lui e dovette poggiare le mani contro il suo petto in un inutile tentativo di spingerlo via. Mugugnò sorpresa e indignata, una pessima scelta poiché la lingua le finì in bocca. Le sembrò di perdere le forze, le mani che prima premevano contro il petto dell'uomo scivolarono via, sentì le gambe afflosciarsi, mentre l'energia le si propagò in corpo, facendola sospirare smarrita in quelle sensazioni che la rapivano ogni volta. Non si rese conto che ad un certo punto ricambiò quel bacio, assorbendo l'energia che le stava donando ubriacandola totalmente. Quando si staccarono, Sae era leggermente ansante, gli occhi languidi e smarriti, come se si fosse fatta una dose di una droga potente. Thresh blaterò qualcosa sul fatto che a scuola c'erano altri che potevano donarle energia, e lei poi avrebbe dovuta darla ai ragazzi. Sae lo guardò confusa, non aveva idea di cosa intendesse esattamente. Il suo buon senso le suggeriva che non poteva star parlando di una specie di orgia con gli studenti. Sarebbe stata una follia. C'erano sicuramente altri modi per condividere energia, ed altri modi per addestrarsi a dovere.
    Col cavolo che voglio essere come te! Io voglio essere una guida, ma non come te. Non sono una metallara pervertita. Lo disse senza pensarci, come se avesse parlato sotto effetto dell'alcool, quindi sincera totalmente.
    Dobbiamo studiare un piano, non posso riempirmi di energia così a caso, ti ricordo che ogni volta che me ne hai data ho fatto dei viaggi astrali incontrollati! Non sembrò più lottare per spingerlo via, non le dispiaceva più quella sensazione, ma lottava per cercare la lucidità che le serviva.
    Dobbiamo tenere i ragazzi insieme, fino a quando non becchiamo il nemico. Organizziamo un ritiro sportivo, così da poterli tenere sott’occhio 24 ore su 24. Non voglio rischiare che giochino altri scherzi del genere sfruttando momenti di distrazione. Pensare al bene dei ragazzi riuscì a farle riportare le mani contro il petto dell'uomo per cercare inutilmente di spingerlo via. Le sembrava di star spingendo contro una colonna di marmo della piazza del cupolone.
     
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    Metallaro? Ma a me piacciono i Linkin Park. Questo avrebbe voluto dirle, ma la situazione non lo permetteva di certo. La mente di Thresh era completamente assorbita da quell'espressione persa e quasi ubriaca di Sae, era impaziente di vederla scivolare nella lussuria più totale fino a che non l'avrebbe ridotta come nel loro ultimo incontro. Ma su una cosa quella donna aveva ragione: dovevano essere pazienti e non strafare, agire con cognizione di causa, quindi decise di lasciarla andare. Per il bene di entrambi, s'intende, non perché era lei a spingerlo. Fosse dipeso per i deboli polsi di Sae, quei pettorali d'acciaio sarebbero rimasti addosso a lei fino al mattino seguente, probabilmente.
    Oh... l'idea del ritiro sportivo è rischiosa, ma mi piace.
    Disse mentre si portava le dita intorno al mento, considerando con un sorrisetto perverso ogni possibilità che si sarebbe creata in un contesto simile. Il ghigno malefico e lussurioso di Thresh divenne sempre più evidente man mano che quella spettrale corazza spariva dal suo corpo, riportandolo ad uno stato più "mortale" e meno inquietante. Per quanto questo fosse possibile.
    Se è vero che ci stanno braccando, allora il ritiro sembrerà a tutti gli effetti una trappola, o una ghiotta occasione, in base a quanto sono svegli o frettolosi. In ogni caso sarà una buona occasione. Quello sarà il momento migliore per accrescere i tuoi poteri, quindi fino ad allora mi tratterrò. So esattamente a chi chiedere per aiutarci ad organizzare la cosa nella maniera migliore possibile, lascia fare a me. Ma anche tu dovrai fare la tua parte.
    Man mano che l'intenso potere della lanterna si attenuava, Sae riprendeva respiro proprio come la stanza che li circondava. L'influenza di Thresh stava diminuendo ma questo non era necessariamente un bene perché dopo quell'intenso bacio il suo corpo si era risvegliato: un potente brivido stimolava i suoi capezzoli e il suo ventre, quella meravigliosa fame si era risvegliata, non violenta e aggressiva come le altre volte ma presente, una voglia trascurabile ma difficile da ignorare, come la pizza il mercoledì. Il non morto portò le braccia dietro la schiena e la sua lanterna si riposizionò penzoloni sulla cinta.
    Se Tarabas è sulle mie tracce di sicuro vorrà venire a rompere le scatole, cosa che non possiamo permetterci per ora. Ma puoi assecondare quello che è successo oggi: il suo pargoletto sembra abbastanza affiatato con la causa, se lo convinci che può convincere suo padre a lasciarlo andare come "spia" senza la necessità che venga lui, sarà una piccola vittoria per noi.
    Alzò lo sguardo verso l'alto, assumendo un'aria molto più seria.
    Se sarò impegnato con te e i ragazzi, mi servirà tutto l'aiuto possibile per fare la guardia... temo che non potrò lasciare Dalamadur a fare la guardia alla tua casa. Dovrai procurarti una babysitter molto affidabile per la tua bambina. Lasciarla solo con i nonni sarebbe rischioso, visto l'andamento delle cose. Sono sicuro che Banner accetterà molto volentieri di farti questo piacere...
    Sae capì subito che Thresh aveva fatto i compiti: non solo sapeva che Sae lasciava la sua bambina dai nonni quando serviva, segno che di sicuro l'aveva pedinata o aveva fatto in modo che qualcuno lo facesse per lui, ma si stava anche assicurando di allontanare tutti gli eventuali scocciatori che potevano rendere quel piano più complicato e mettergli i bastoni tra le ruote. Ovviamente, al di fuori di quanto preoccupante e inquietante fosse la cosa, non aveva tutti i torti: se Tarabas voleva acciuffare Thresh, perdere il sostegno del non morto a metà della "battaglia di logoramento" significava condannare Sae e i ragazzi alle fauci di quei lupi, e Banner aveva dimostrato più volte di disprezzare i metodi del non morto, quindi di sicuro avrebbe insistito per fare a modo suo in questa situazione. Ancora una volta, paradossalmente, Thresh era il miglior alleato di Sae. Le stava chiedendo di togliere di mezzo tutti i disturbatori e non ci stava neanche provando a tenerlo nascosto. Perché avrebbe dovuto, in fondo? Thresh aveva sempre giocato a carte scoperte, e per qualche ragione l'istinto suggerì a Sae che se davvero volevano attirare in trappola i lupi e concedere ai ragazzi la loro meritata vendetta, doveva assecondarlo.
    Io mi occuperò dei preparativi. Domattina ti presenterò il piano completo. Ci divertiremo, te lo assicuro...
    La scintilla maligna che si accendeva nello sguardo di Thresh mentre i diabolici ingranaggi nel suo cervello si mettevano al lavoro era senza ombra di dubbio la parte più inquietante della sua personalità. A quel punto provare a imporsi sarebbe stato del tutto inutile, visto che quel non morto sembrava aver già organizzato tutto nella sua testa.
     
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    Sae aggrottò la fronte perplessa quando lui le disse che l'idea di un ritiro sportivo gli sembrava rischiosa. A lei sembrava l'esatto contrario, era come trincerarsi dietro una difesa solida. Non conosceva altri modi per poterli tenere tutti insieme ed al sicuro, senza far allarmare genitori o assistenti sociali. Sae riprese respiro dopo che lui la lasciò andare, non poteva di certo rischiare di fare un viaggio astrale incontrollato proprio in quel frangente, con i ragazzi in ospedale e preoccupati. Man mano che lui attenuò l'influenza della lanterna, notò anche che le era rimasta addosso un certo appetito, ma non era più fortissima come le altre volte. Non si sentiva più una drogata in piena crisi di astinenza. Che fosse per via del fatto che aveva copulato con Thresh e poi con Mike? Oppure... Un sospetto si fece strada nella mente di Sae, ripensò al legame spirituale che le aveva messo di nascosto Tarabas. Era un effetto collaterale di quella magia? Se così fosse stato, avrebbe desiderato dare un pugno fortissimo nello stomaco di Tarabas, solo per il gusto di vederlo rannicchiarsi per il dolore mentre le chiedeva scusa. Ma non aveva prove e certezze, quindi la lasciò come una ipotesi nel suo cervello. Thresh sembrò accogliere con entusiasmo l'idea di Sae, quasi non riusciva a crederci che fosse d'accordo con lei. Sapeva già come fare per organizzarsi, ed infine le fece una richiesta, ovvero tenere fuori dalle scatole Tarabas, facendosi aiutare da Marcus. Sae si mise le braccia conserte e ghignò malefica.
    Quindi un pochino ti preoccupa Tarabas eh? Però se venisse sarebbe una mano in più per difendere i ragazzi in caso di agguati. Certo sempre se riuscisse a trovare una scusa plausibile per poter partecipare ad un ritiro sportivo di cui lui non fa parte. Affermò grattandosi il mento pensierosa: probabilmente sarebbe venuto di nascosto e infondo non le dispiaceva avere un aiuto in più anche all'insaputa di tutti. Infine Thresh le fece notare una cosa importantissima per lei, ovvero Aurora, se Dalamadur non proteggeva più lei e la sua casa doveva trovare un posto sicuro, e la stupì scoprire che Thresh sapeva già che aveva spesso lasciato Aurora dai nonni. Non che fosse difficile da immaginare, era una tradizione di tutto il paese condividere l'educazione e le cure dei pargoli con i nonni. La proposta di chiedere a Banner le sembrava molto sensata: si fidava di lui ed era sicuramente in grado di difenderla. Annuì senza battere ciglio. Non rimaneva che organizzarsi per bene.
    Proverò a convincere Marcus a venire con noi, è una buona idea per tenere Tarabas calmo. dichiarò, ma in realtà pensava che Marcus poteva essere un enorme aiuto a lei, le sue abilità avevano mostrato più volte di poterla aiutare concretamente. Infondo non aveva mai rivelato a Thresh che aveva sentito lui durante uno dei suoi viaggi astrali, e che probabilmente Marcus riusciva come lei a vedere il labirinto. Se non c'era altro da aggiungere, Sae preferì tornare dai ragazzi, nella speranza di poter parlare con Marcus.
     
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    Thresh pensava che fosse un'idea rischiosa non perché difensivamente fallace, ma perché stavano chiaramente confessando ai loro nemici che avevano centrato il punto, e di sicuro il loro bersaglio sarebbe stato all'interno della ristretta cerchia "difesa" dal ritiro. Quindi sarebbero stati messi meglio a livello difensivo, ma avrebbero concesso ai cacciatori informazioni preziose. In confronto a una scuola intera dietro cui nascondersi, pochi eletti in ritiro sportivo era molta meno gente da gestire. Ma non condivise con lei quel pensiero, forse ci sarebbe arrivata da sola.
    Tarabas non mi fa paura, ma penso che potrebbe rivelarsi una bella scocciatura. E in situazioni come queste è meglio avere ogni vantaggio possibile.
    Lo disse con naturalezza. A differenza di come Tarabas vedeva Thresh, il non morto considerava lo scrittore una mera distrazione, un disturbo trascurabile che prima o poi avrebbe dovuto sistemare una volta per tutte. Non gli dava molto peso, ma pensava di poterlo sfruttare a suo vantaggio, eventualmente, quindi non valeva la pena toglierlo di mezzo prematuramente. Sebbene fosse chiaro che l'organizzazione in mano a Thresh non avrebbe fatto altro che creare situazioni strane per Sae, la donna decise di affidarsi a lui, per stavolta. Una scelta che si sarebbe rivelata oltremodo saggia in futuro, visto che Sae ne avrebbe raccolto i frutti. Seppur entusiasta e impaziente, Thresh la lasciò andare senza aggiungere altro, limitandosi a mostrarle un sorriso fin troppo entusiasta. Avrebbe davvero voluto comunicare la buona nuova a Nefertiti per iniziare a pianificare le loro prossime mosse, ma sapeva che per il momento sarebbe stata in compagnia di Morgana, quindi per l'ennesima volta si trattenne. Ah, che destino malaugurato... non poteva far altro che aspettare a quel punto!
    Quando Sae tornò nella sala d'attesa, i ragazzi erano già andati via per riportare Morgana a casa, Banner era impegnato con i documenti da sbrigare ma di sicuro non sarebbe stato difficile tornare a casa con i mezzi. Mike aveva inviato un messaggio a Sae dicendole che dopo aver riaccompagnato Morgana avrebbe pensato lui ad Aurora, e che quindi poteva stare tranquilla. Le chiese soltanto di farsi sentire appena le acque si sarebbero calmate, così da potersi ricongiungere. Nella sala d'attesa era rimasto solo Marcus, come se sapesse benissimo che Sae voleva parlargli. Se ne stava con le mani incrociate dietro la nuca in una posizione quasi distesa su una di quelle poltroncine attaccate al muro, in attesa. Appena la professoressa tornò, incrociò subito lo sguardo con lei

    Perché hai deciso di rifiutare l'aiuto di mio padre? Non è una buona idea... rifiutare il suo, significa accettare quello di Carnovash, e questa è un'idea anche peggiore. Sono sicuro che ti ha già fatto del male... ne ho la sensazione, e io non mi sbaglio mai. Non riesco a capirti.
    Anche se manteneva una certa freddezza e inespressività, Marcus non sembrava volerla accusare. Le sue domande erano sincere: non riusciva a comprendere il comportamento di quella donna, per qualche motivo sfuggiva ad ogni sua logica e ne era perplesso. Oltretutto, era comprensibilmente preoccupato perché dare fiducia a Thresh avrebbe ostacolato non di poco i piani di suo padre. Era deciso ad affrontare l'insegnante su quel punto di vista, e probabilmente avanzare richieste o altri argomenti non sarebbe servito senza prima chiarire quel punto principale.
     
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    Sae non rispose a Thresh, ma lei non pensava che Tarabas sarebbe stata una scocciatura, o per lo meno non per lo scopo per cui avrebbero fatto il ritiro scolastico. Era evidente che aveva dei piani anche per altro oltre alla difesa dei ragazzi. In quel caso avrebbe però scoperto cosa volesse fare sul momento. Provare ad indagare o a tirargli fuori informazioni in quel momento era inutile. Quando arrivò alla sala di attesa, le suonò il telefono dove lesse il messaggio di Mike. Quel ragazzo era un amore, lo avrebbe ringraziato a dovere appena le sarebbe stato possibile. Intanto notò che Marcus era rimasto, e senza tanti giri di parole andò dritto al punto. Sae sospirò massaggiandosi una tempia, prese posto accanto a lui. Diede prima una occhiata verso la stanza in cui era stata per assicurarsi che potesse parlare liberamente.
    Sei un ragazzo sensibile, le tue sensazioni non sono sbagliate. E' complicato. Tuo padre ha promesso di aiutarmi, mi ha dato la sua disponibilità per soccorrermi in caso di bisogno. Quando però l'ho chiamato perché avevo bisogno di lui, di un aiuto, non mi ha risposto, e come conseguenza è finita che lui mi ha fatto del male. Tuo padre però, nonostante avesse sentito ogni mio dolore e difficoltà, perché mi ha fatto a mia insaputa un legame spirituale, non ha fatto niente, nonostante io lo avessi cercato. Ho capito che non posso fidarmi di tuo padre, perché avrebbe messo al primo posto il suo scopo, sempre. In un certo senso posso capirlo, non sta affrontando una battaglia facile, ma ho capito che non posso gestire anche lui. E' inutile collaborare se l'aiuto è unilaterale. In realtà ho trovato sciocco ciò che ha fatto. E' naturale per me avere dei dubbi lungo il mio cammino, sarebbe innaturale il contrario. A tuo padre è bastato questo per chiudersi a riccio e guardarmi come se fossi in combutta con Carnovash. Fece una risatina amara, poiché non riusciva a credere che potesse dare quell'impressione quando tremava sempre al suo cospetto.
    Quando in realtà io ne sono una vittima. Se continuo, se tengo duro è unicamente per le persone che amo. Per la mia famiglia, per i miei studenti. Per fartelo capire con una metafora: se tu stessi tenendo per una mano tua madre, che penzola da un burrone, non la lasceresti mai per farla precipitare no? Resisteresti con tutto te stesso per salvarla, anche se arrivasse un rapace a beccarti il braccio, resisti per non lasciarla cadere, e pian piano recuperi centimetri tiri sempre più su tua madre, fin quando non è salva. Anche se avrai il braccio distrutto, sai che ne è valsa la pena. Se collaboro con Carnovash è perché nonostante tutto è l'unico ad avermi aperto un varco verso la persona che voglio salvare. In un certo senso Carnovash è sia il rapace che la roccia che mi sostiene. E' un concetto difficile da spiegare. Però su una cosa puoi stare sicuro, io non farò mai niente per fare del male agli altri. Finito quel discorso lo guardò negli occhi, con un espressione triste. Non sapeva se avesse compreso, ma qualcosa nel suo istinto le diceva che almeno l'avrebbe ascoltata.
    Senti, ho bisogno di chiederti una cosa. Ricordi quando sei arrivato a scuola? Dicevi che gli angeli non erano come l'opera d'arte che avevi visto. Come sono fatti? Oltre alle ali, per caso hanno sei dita? O qualcosa del genere?
     
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    Marcus si aspettava una risposta, per questo non la interruppe e lasciò che spiegasse. Non sembrava comprendere minimamente il suo punto di vista, forse abituato a pensare che suo padre fosse nel giusto oltre ogni ragionevole dubbio, e che ogni mossa, sacrificio o colpo basso era necessario alla vittoria, che rappresentava un vine superiore in una certa misura. Cercò di spiegarsi facendo un esempio ma parlando di madri Sae non fece altro che confondere il ragazzo. Il suo sguardo si fece assente, come se si fosse ricordato all'improvviso di qualcosa che portò la sua testa su altri lidi. Anche se quell'esempio fosse stato calzante probabilmente non lo avrebbe seguito.
    Il tuo esempio è troppo semplice, donna... non hai tenuto conto della goccia di sangue che potrebbe scenderti dal braccio e annegare le persone sotto di te, o il tuo grido di dolore che potrebbe svegliare gli aguzzini che tormentano quelli sopra di te, o quante persone potrebbero soffrire perché una madre è sopravvissuta, o un figlio no.
    Scosse il capo, come a voler concludere quel discorso prematuramente. Sembrava sapere che parlarne non avrebbe portato a nulla, il suo punto di vista era troppo differente da quello di Sae, chiacchierarne non sarebbe stato fruttuoso. Quella domanda serviva solo per capire esattamente con cosa avesse a che fare, se con un'alleata oppure una nemica, ma Marcus capì che Sae era una vittima in quel contesto, non poteva prendersela né contare troppo su di lei, e questa era una risposta più che sufficiente per il giovane.
    Sei dita? Gli angeli non appaiono come li descrivete, perché non possono essere osservati né compresi da voi umani. Non avrebbe senso descriverne uno.
    Domanda piuttosto ingenua quella di Sae, si aspettava forse di sentire indizi sul suo misterioso "amico" tirati fuori da qualcuno che sembrava lontano dal mondo anche per gli standard del Labirinto? Lo sguardo di Marcus si fece molto più confuso rispetto a prima, realizzò che Sae stava cercando in lui risposte e nozioni che il ragazzo non sapeva darle e che con tutta probabilmente non avrebbe soddisfatto neanche la sua curiosità potendo farlo. La vedeva come un cucciolo smarrito che non aveva idea di cosa stesse succedendo.
    Torniamo al punto, non sono qui per chiacchierare. Voglio chiederti di dare una seconda possibilità a mio padre, se dirlo in questo modo ti fa piacere di più il concetto. Non ha bisogno di te, come non ha bisogno di me, tuttavia nel suo cammino del giusto è assai difficile trovare vittime innocenti che passano dall'essere ostacoli a diventare vittime sacrificali. Per quanto consideri la tua mente limitata, ho visto come hai aiutato gli altri studenti e penso che anche tu sia una persona giusta. Quando non ci sarà più Carnovash, loro avranno bisogno di una guida, e dovendo scegliere penso che saresti quella ideale. Ma ciò non sarà possibile se diventi uno strumento di quel mostro, o molto più probabilmente, una vittima degli eventi che verrà schiacciata o da una parte o dall'altra perché semplicemente non hai trovato il tuo posto. Non ti sto dando un ultimatum, voglio solo fornirti una guida disinteressata. Non verserei lacrime per la dipartita di qualcuno in questa storia, ma nel tuo caso mi dispiacerebbe.
    Anche se nel suo personalissimo, stramboide e distorto modo, Marcus sembrava aver visto qualcosa di positivo in Sae e lo stava esprimendo (più o meno) a modo suo. Era fermamente convinto che suo padre fosse nel giusto, nelle azioni e negli intenti, ma soprattutto era certo della sua riuscita, memore forse di molti altri successi come quello che si apprestava a portare avanti nei confronti di Carnovash. Tuttavia, sapeva anche che per questo genere di successi serviva compiere delle scelte: se nel momento cruciale Thresh avesse deciso di usare Sae come scudo, Tarabas avrebbe compiuto un grande sacrificio pur di vincere, probabilmente conscio che non ci sarebbero state molte occasioni per battere il suo avversario. Marcus le stava chiedendo di schierarsi dalla parte "giusta", anche a costo di venire manipolata, perché significava che nella migliore delle ipotesi, Tarabas avrebbe fatto in modo di coinvolgerla l'indispensabile pur di vincere e tirarla fuori solo al momento opportuno. Se non la controllava però, il risultato restava incerto.
     
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    Notò che Marcus l'aveva ascoltata pazientemente, ed infine disse la sua usando delle metafore fin troppo specifiche: a cosa si stava riferendo? Era davvero curiosa, ma sapeva che se glielo avesse chiesto si sarebbero persi in discorsi strani.
    Vedi Marcus dal mio punto di vista, le persone sotto di me, sapranno nuotare, e se non sono le mie gocce di sangue a farli annegare lo saranno quelle di qualcun altro. E gli aguzzini sopra di me tormenteranno comunque, io non posso fare nulla per aiutare quelli sotto o quelli sopra, anche se volessi, ma posso salvare la persona che stava precipitando. Solo lei posso salvare ed impedire che muoia. Quelli sopra e sotto hanno più possibilità di salvarsi, mentre la persona che ami e che tieni per mano no, sei tu l'unica possibilità di salvezza. E quando riuscirò a salvarla allora posso pensare anche di aiutare quelli sopra e sotto. Come dicevo è un discorso complicato da riassumere. Affermò leggermente in imbarazzo perché parlare con Marcus non era mai facile. Tuttavia le fece capire che il suo atteggiamento che sembrava egoista non lo era affatto. Vedeva il mondo in modo diverso dagli altri, e ciò la affascinava. La risposta di Marcus all'apparenza fuori contesto ed inutile fece capire a Sae che forse quell'essere poteva essere davvero un angelo: non riusciva a comprenderlo e non riusciva ad osservarlo. I suoi occhi si allargarono a quelle informazioni, erano un indizio da non sottovalutare. Marcus tornò di nuovo a parlare del punto per cui le stava parlando, e si sorprese nel sentirgli chiederle di dare una seconda possibilità a suo padre. L'aveva mandato lui? Perché magari aveva capito solo dopo i suoi errori? Stava iniziando a innervosirsi nel sentirsi dire che aveva una mente limitata, quel ragazzo mancava proprio di tatto. Il suo discorso però poi si addolcì tantissimo, arrossì quando Marcus le disse che lei era una guida di cui i ragazzi avevano bisogno quando Carnovash non ci fosse più stata. Infine gli sorriso dolcemente quando le disse che gli sarebbe dispiaciuto se le fosse successo qualcosa di male. Sollevò una mano verso di lui, lo fece istintivamente con l'intenzione di dargli una carezza materna sul viso, ma si fermò prima di arrivare a destinazione, poiché si ricordò che non gli piaceva essere toccato.
    Grazie Marcus è molto dolce da parte tua. Anche io mi sto affezionando a te. Temo che però sia tuo padre a non volermi più dare una possibilità. A meno che non sia lui ad averti mandato a chiedermelo. Io però non ho nessuna intenzione di diventare una vittima sacrificale. Questo è un concetto su cui io e tuo padre siamo in disaccordo a quanto pare. Io sto lottando per salvare l'anima di mio marito, per salvare i ragazzi dal giogo di Thresh. E se devo sfruttare Thresh per farlo lo farò, se devo sopportare i suoi modi barbari per capire come sconfiggerlo lo farò. Su questo sono sempre stata sincera anche con lui. Se tuo padre continua a considerarmi una pedina, non potremo mai collaborare davvero. Devo fidarmi di lui e lui deve fare altrettanto. Sospirò esausta. Comprendeva la lotta che faceva Tarabas, comprendeva che non era malvagio, ma aveva capito che il modo di fare di Tarabas stava diventando un grosso ostacolo.
    Sono stata io una sciocca ad aver cercato in lui un sostegno morale, un'ancora di salvezza. Mi stanno succedendo tante cose strane, tante cose che per me sono del tutto nuove e che sto cercando di comprendere. Ad esempio c'è un essere che sta cercando di contattarmi dal labirinto. Ma non riesco a comprenderlo, non riesco a vedere le sue forme, è come se fosse lontanissimo ai miei sensi, le uniche cose che sono riuscita a vedere sono delle ali ed una mano con sei dita. Non so se sia un angelo, ma se lo fosse forse potrei trovare un modo per comunicare facendo un tentativo, con qualche ricerca. Mi ha protetta, due volte. Ecco perché ti chiedevo come fossero questi angeli, da come avevi agito quel giorno, "correggendo" la statua, tu sembravi saperlo. Inoltre, cos'era quel disegno che mi hai mandato? Lo hai fatto tu? Mi ha ricordato moltissimo degli occhi che ho visto nei miei viaggi astrali. Tu riesci a vedere le creature del labirinto? Riesci ad entrarci? Lo guardava negli occhi, fissando le iridi del ragazzo, saettando da uno all'altro occhio quasi avesse cercato di vedere in quei due punti qualcosa di lui che non poteva vedere normalmente, perdendosi in quell'azzurro quasi irreale per la loro bellezza. Provò a poggiare una mano su quella di Marcus.
    Chi sei, cosa sei? Come fai a vedere e capire cosa succede oltre il velo di questo mondo? Se Marcus si fosse ritratto dal suo tocco, avrebbe chiesto scusa. Tarabas forse non poteva aiutarla, ma Marcus lo aveva fatto più volte. Desiderava tanto che anche lui fosse al ritiro con i ragazzi, la confortava sapere che non sarebbe stata l'unica con i sensi sviluppati.
     
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    Sae vide benissimo il modo in cui Marcus si irrigidì, prima ancora di allontanarsi, di fronte al gesto di quella mano che provava a toccarlo. Aveva una strana avversione, assai diversa dalla banale fobia, ma era impossibile interpretare la cosa. Non sembrava un trauma, né una repulsione istintiva. Forse, banalmente, non sapeva come reagire a simili dimostrazioni e la cosa lo metteva in difficoltà. Non la ammonì in malo modo, né le lanciò strani sguardi, si limitò ad osservare il fatto che Sae si fosse ritratta di sua spontanea iniziativa, e tanto bastò per tenerlo calmo. Continuò a fissarla con aria vacua ma attenta mentre Sae cercava di spiegarsi e condivideva con lui i suoi pensieri. Non sembrava comprendere perfettamente cosa Sae stava cercando di dirgli, ma capì che cercava in lui delle spiegazioni che, in ogni caso, Marcus non poteva darle. Quando poi gli toccò la mano, il ragazzo abbassò lo sguardo, ammonendola senza però cambiare tono.
    Mi stai toccando.
    Non cambiò respiro, non cambiò espressione, né il battito del cuore aumentò, eppure c'era qualcosa di strano nella repulsione del giovane nei confronti del tocco. Riprese il discorso solo una volta che Sae si fosse scusata e allontanata da lui, mantenendo lo sguardo fisso e serio nei suoi confronti.
    Ho idea che stai cercando in me delle risposte che non sono in grado di darti. Quello che capisco, però, è che ti fidi di più di Carnovash e dei mostri del Labirinto che non di coloro che vogliono aiutarti. Preferisci chi non ti fa capire di essere una pedina, rispetto a coloro che non possono fare a meno di dirti in che posizione sei. Allora è la verità che ti spaventa? Sappi che non provo disprezzo, solo una profonda tristezza.
    Chiuse gli occhi, per un istante Sae percepì in lui un forte senso di colpa. Forse perché l'aveva giudicata come avevano fatto gli altri, riconoscendola come sciocca e ingenua. Si stava punendo per essere stato così spietato, probabilmente, e lo testimoniava il fatto che quando riaprì gli occhi il tono era rimasto lo stesso, ed ero tornato a parlare più paziente verso di lei. Voleva darle quantomeno speranza, anche se a modo suo. Afferrò un pacco di fazzoletti lasciato vicino a loro, sfilandone uno e portandoselo su una coscia come se fosse un foglio bianco. Con un pennarello rosso lasciato lì da qualche bambino annoiato, tornò a disegnare quel misterioso occhio che le aveva mandato la mattina di quell'interminabile giornata.
    Quello che ti ho mandato non è un occhio, né una visione. E' un "suono".
    Mentre lo disegnava, non si limitava a tracciarne il contorno e stabilirne la forma. Lo faceva con ritmo, come se stesse ripetendo qualcosa dentro la sua mente, una filastrocca o qualcosa del genere. Prima il semicerchio da un lato, calcato al centro delle due estremità, come un suono crescente. Poi anche l'altro semicerchio, a destra stavolta, eseguito con lo stesso identico ritmo, ma con una cadenza opposta. Subito dopo, come un fischio immediato, tracciò la linea al centro, dall'alto verso il basso come se volesse mettere il punto a un'esclamazione. Le altre due parti le aveva tracciate con calma, quella centrale invece era stato un gesto unico, fluido, netto. Quel segno aveva un che di familiare per Sae, non tanto per il simbolo, ma per il modo in cui venne tracciato. Sentiva come se un ricordo, sepolto così a fondo nella memoria da venire dimenticato, stesse cercando di riemergere.
    Gli angeli non usano la lingua degli uomini. Cantano in un modo che solo loro riescono a comprendere. Questo è il suono che sento quando ti vedo. Non riuscivo a tracciarlo fino a che qualcosa in te non è cambiato, poi è diventato chiaro, per questo te l'ho mandato.
    Qualcosa in lei era cambiato? Si riferiva al fatto che aveva potenziato le sue abilità? Oppure non era una coincidenza che quel "suono" fosse diventato più chiaro proprio quando Sae aveva fatto quell'incubo terrificante? Nello sguardo di Marcus mentre le tendeva quel fazzoletto marchiato, non c'era né confusione né pregiudizio. Aveva semplicemente deciso di condividere qualcosa, senza doppi giochi o tenere nascosto niente. A differenza di Tarabas lui era genuino.
    Non mi ha detto mio padre di venirti a cercare, ho pensato che fosse la cosa giusta da fare.
    A quel punto si sarebbe alzato, deciso probabilmente ad andarsene. Se Sae voleva chiedergli di venire con loro al ritiro sportivo, doveva cogliere l'occasione perché Marcus non sembrava qualcuno capace di voltarsi indietro.
     
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    Dopo avergli toccato la mano, il ragazzo la ammonì di nuovo per quel gesto, facendo ritirare subito Sae, anche un pizzico perplessa, soprattutto se pensava che una volta aveva ficcato la sua testa fra le sue cosce, e non gli era dispiaciuto affatto.
    Scusami, non lo faccio apposta, toccarti mentre parlo di cose che mi stanno a cuore mi da conforto, mi fa sentire più vicina a te. E' una cosa istintiva, scusami. Posò le mani sulle proprie gambe e cercò di intrecciare le dita così da non farsi venire di nuovo la voglia di toccarlo. Quel ragazzo continuava ad essere un vero mistero e le sue risposte enigmatiche non la aiutavano mai a capirci di più.
    No, ti sbagli io non mi fido di Carnovash, e non comprendo le creature del labirinto, entrambi mi fanno molta paura. Non credermi così ingenua, anche se ho un faccino innocente. So che Carnovash cerca qualcosa da me, e che sta cercando di manipolarmi. Nella mia situazione non ci sono finita per mia volontà. Come dice tuo padre, per me è tardi tornare indietro. Confessò, prima che Marcus tirasse fuori un pennarello e le spiegava cosa fosse il segno che le aveva mandato. Lo guardò un attimo stralunata quando le spiegò che quello era un suono e non era un immagine. Fissò il disegno, sperando scioccamente che potesse percepire da esso qualcosa. L'unica cosa che le riportava alla mente erano concetti legati ai ricordi, ma non riusciva a capire. Il ragazzo non le disse chi era o cosa fosse, ma era più che evidente che non era un comune ragazzo, forse la teoria che fosse per metà angelo non era poi così strano. Fissò il ragazzo stralunata, non riusciva proprio a capire cosa stesse cercando di dirle, a parte il fatto che in lei qualcosa fosse cambiato. A cosa si stava riferendo? Rimase lì imbambolata a cercare di capire, quando improvvisamente Marcus si alzò dopo averle detto che non era stato Tarabas a mandarlo.
    Aspetta! Si affrettò ad alzarsi a sua volta, per mettersi vicina a lui.
    Tu vuoi aiutarmi? Mi aiuti a proteggere i ragazzi? Cercò di attirare la sua attenzione in quel modo.
    Ti andrebbe di farmi ancora da angelo custode?Scelse proprio quelle parole perché la prima volta che le aveva usate avevano colpito il ragazzo, e l'avevano spinta ad aiutarla.
    Organizzeremo un ritiro sportivo, così da tenere i ragazzi tutti vicini in un posto sicuro. Ed ovviamente ci sarà anche Thresh, che temo non mi lascerà in pace. Non so cosa abbia in mente, ma sono sicura che vuole fare qualcosa di losco, sfruttando la mia volontà di trovare i colpevoli che hanno aggredito Morgana. Mi piacerebbe che partecipassi anche tu, per sentire, per avere un occhio in più in caso io finisca di nuovo in quelle orribili condizioni che poi mi hanno fatta litigare con tuo padre. Venendo con noi inoltre potresti aiutare anche tuo padre a trovare qualche indizio. Forse non vuole più avere a che fare con me, ma tu potresti chiamarlo in caso di emergenza. Fece una piccola pausa e se avesse notato che Marcus esitava o sembrava sul punto di rifiutare, giunse le mani in preghiera.
    Ti prego...
     
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    Era chiaramente pronto ad andare via, oramai rassegnato all'idea che Sae avesse deciso come dovevano svolgersi le cose, ma il suo richiamo lo bloccò sul posto forse perché in quel "aspetta" c'era una disperata richiesta di aiuto. Si voltò verso di lei, chiaramente sorpreso, e aspettò di sentire la sua richiesta. Era chiaramente inattesa e quando si sentì chiamare "angelo custode" ebbe un sussulto. Forse stava aspettando qualcosa del genere? Aveva la faccia di uno che aveva avuto un deja vu o qualcosa del genere. Alzò lo sguardo verso l'alto, come se stesse cercando un modo per rifiutare, ma nel vedere Sae che lo stava letteralmente supplicando, esitò di nuovo. Storse il naso, evidentemente aveva ancora qualche perplessità ma non sembrava deciso a rifiutare.
    Io faccio ciò che penso sia giusto. Voglio aiutare mio padre perché ritengo Carnovash un malvagio. L'idea di chiudermi dentro un luogo isolato dove lui avrà il controllo è una follia, ma lo è anche lasciarlo fare indisturbato. Mio padre non mi lascerà andare serenamente, ma se gli farò credere che è l'unico modo che ha per restare a contatto con te allora forse me lo permetterà.
    La fissò in maniera più decisa, sembrava quasi che stesse per rimproverarla.
    Ma io non amo mentire. Quindi sarà bene che il tuo disprezzo verso mio padre e la richiesta d'aiuto nei miei confronti sia sincera.
    Quindi anche lui, se voleva, poteva piegare le regole a suo favore. Annuì col capo, per farle capire che voleva salutarla visto che non avevano più altro da dirsi. Era molto strano per Sae non riuscire a cogliere nulla da quel simbolo disegnato, di solito anche le più scarse tracce di occulto avevano una traccia spirituale vaga. Sae fissandolo avrebbe avuto la sensazione che ci fosse qualcosa che le sfuggiva, un pò come se il suo stesso cervello le stesse mettendo un blocco o qualcosa del genere. Nel bene o nel male, Marcus aveva accettato e se Sae aveva imparato a conoscerlo, di sicuro quella risposta significava che stava dalla sua parte, ma continuare a interrogarlo come se fosse un fiume di parole come Thresh era completamente inutile. Marcus era comunque uno studente, alla fine della fiera. Cosa sperava di estorcergli? A quel punto era rimasta di nuovo da sola, aveva poco tempo per i preparativi del caso: Thresh le aveva detto che già il giorno seguente sarebbe stato tutto pronto. Il cubo nella borsa di Sae vibrò per qualche istante, rimanendo silenzioso, sembrava quasi volesse darle un suggerimento come a dirle che non doveva organizzare solo i suoi affari nel mondo reale, ma anche nel Labirinto. Se andavano ad un ritiro sportivo, per qualche tempo sarebbe stata completamente alla mercé di Thresh, con come unico scudo la ragionevole presenza dei ragazzi e magari l'aiuto di Marcus. Cosa ne sarebbe stato di lei?
     
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    Era debole a quella definizione, era buono a sapersi, ma rimaneva un mistero su come la pensasse lui al riguardo. Lo vide esitare, ma quando storse il naso temette che avrebbe rifiutato, insultandola di nuovo in qualche strano modo.
    Credimi, so come ti senti a sapere di dover rimanere in un luogo chiuso ed isolato con lui. Gli altri studenti adorano Carnovash, ho proprio bisogno di qualcuno come te al mio fianco. il tuo aiuto sarà prezioso per me. Sae era molto sincera, non aveva chiesto il suo aiuto perché glielo aveva suggerito Thresh, per lei era solo una felice coincidenza. Lo voleva vicino perché lui riusciva a sentire meglio di lei i pericoli. Dava per scontato che Thresh non avrebbe fatto del male a lui, o i ragazzi, sarebbe molto stupido da parte sua dopo ciò che era successo con Morgana. Non voleva rimanere da sola con lui, per combattere una battaglia impari.
    Credimi, sono molto sincera a chiedere il tuo aiuto. Mi hai protetta due volte quando meno me lo aspettavo, quando sei apparso all'improvviso per fermarmi hai impedito che mi braccassero. I tuoi doni sono preziosi per tenere tutti al sicuro, per scoprire se ci sono minacce e poter intervenire tempestivamente. Il tuo sesto senso è molto più sopraffino del mio. Lo guardava dritto negli occhi con aria di supplica, ed era davvero sincera. Non aveva dimenticato quella volta che l'aveva strappata via da quelle mani rosse, sarebbe potuto capitare di nuovo, ed avere lui vicino, era rassicurante. Thresh non avrebbe potuto salvarla in casi come quelli come invece avrebbe fatto Marcus.
    In realtà non disprezzo tuo padre, sono solo molto arrabbiata con lui. Stava per dirgli che se l'avesse incontrata quando lo aveva cercato, probabilmente non avrebbe avuto un rapporto completo con Thresh. Ma pensò che era meglio risparmiargli una notizia del genere, non poteva sapere come l'avrebbe presa, infondo era pur sempre un ragazzo.
    Grazie, ti manderò tutti i dettagli appena conosco il posto. A quel punto lo lasciò andare mentre lei rimase lì sola ed in ansia. Il cubo attirò la sua attenzione, lo sentì vibrare ma non capì il "messaggio" che voleva darle. Mica voleva cambiare forma? Se la sarebbe cavata da lì in avanti? Prima di tutto però era saggio tornare a casa con i mezzi? Provò a cercare Banner, così da tornare con lui.
     
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    Sae si stava prendendo cura dei suoi studenti, e anche se il cambiamento non sembrava particolarmente evidente, le conseguenze delle sue azioni si sarebbero presto sentite. Dopotutto anche Marcus era cambiato molto in poco tempo, ed era disposto ad aiutarla. Finite le scartoffie da sistemare, Banner si ritrovò di fianco a Sae con entrambe le mani piantate sulla base della propria schiena, intento a stiracchiarsi facendo scricchiolare rumorosamente le vertebre.
    Che giornata... dai, ti riporto a casa. E prometto di guidare piano, stavolta.
    Commentò per sdrammatizzare, anche se il sorrisetto sotto quel paio di spessi occhiali aveva un che di amaro. Quando furono da soli in macchina, Banner accese quella piccola utilitaria per farla scaldare un pò, rivolgendo lo sguardo verso Sae con aria tanto preoccupata quanto curiosa.
    Voglio essere onesto con te, Sae... la situazione non mi sorprende più di tanto. Anzi a dirla tutta mi aspettavo che questo genere di faide capitassero molto più spesso. Purtroppo non è inusuale... tra dissidenti, nemici dell'impero o banale rivalità tra scuole, questi casi sono molto più comuni di quanto si potrebbe pensare. Se poi parliamo di accademie che formano combattenti... non dico che è la normalità, ma non è un risultato inatteso. Quello che mi preoccupa semmai, è che orbiti stranamente tutto intorno a te...
    Iniziò a guidare placidamente, prendendosi tutto il tempo per chiacchierare con Sae mentre la riaccompagnava a casa. Ricordava dove l'abitazione si trovava, ma non disse nulla per rimanere genuinamente discreto. Dal modo in cui guidava si percepiva una calma irreale, tipica di quei combattenti che sono abituati ad affrontare situazioni di stress. Sae aveva molto da imparare sul sangue freddo dei guerrieri, inutile trascurare un dettaglio del genere. Da come parlava, Banner sembrava concorde con il punto di vista di Sae: lei non era particolarmente speciale, c'erano molti altri come lei, forse Sae aveva a disposizione un tipo particolare di percezione ma non la credeva una specie di predestinata come Thresh, o una chiave di volta come Tarabas. Per questo era confuso dalla facilità con cui Sae aveva attirato quella serie di eventi a catena.
    Tu che ne pensi? So che non è il tuo campo ma... per te tutto questo ha senso? Dal mio punto di vista è così normale da risultare assurdo, per questo mi sta venendo il dubbio che forse c'è qualcosa di completamente fuori dalla nostra portata...
    Banner era chiaramente quello meno preparato sulla situazione, e soprattutto non aveva idea di quale fosse il piano di Carnovash. Quella era l'occasione giusta per chiedergli aiuto. Inoltre, Sae sapeva molto bene che Banner era un'alchimista, le aveva regalato uno strumento prezioso per conservare e recuperare ricordi, forse poteva darle altri tipi di supporti pur non trovandosi fisicamente al suo fianco.
     
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    Banner fortunatamente l'aveva aspettata, ed aveva concluso tutte le pratiche burocratiche del ospedale. Si sentì sollevata nel poter stare in compagnia, tutta quella faccenda di Morgana le aveva messo addosso delle ansie davvero difficili da calmare. Ridacchiò nervosamente alla promessa di Banner di guidare piano, ma annuì seguendolo. Quando furono in macchina Banner volle condividere con lei il suo punto di vista, spiegandole che in teoria quel tipo di faccende dovevano considerarsi normali, non nel senso che erano cose considerate normali, ma che non era strano che facessero quel tipo di agguati. Ciò spiegava perché Morgana avesse parlato in quel modo dicendosi che l'avevano vista come l'anello debole.
    Quando ho percepito con i miei sensi che Morgana non era finita nel labirinto, avevo tirato un sospiro di sollievo, sperando che fosse qualcosa di molto più ordinario. Non so magari anche una crisi da parte della ragazza che voleva avere del tempo per sé. Pensi che sto diventando paranoica? Che magari il rapimento e lo stupro di Morgana sia solo una specie di vendetta da altre squadre? Anche se fosse, sapevano che in questa scuola c'è qualcuno che può seguire delle tracce spiritiche. E' qualcuno che ha fatto i compiti. Quindi penso che in ogni caso sia il caso di indagare e scoprire chi ci sia dietro. Se fossero davvero solo una vendetta crudele sulle partite vinte, allora le mie visioni e ciò che ho visto sono tutte frutto di manipolazioni mentali, e sto perdendo molti colpi come medium. Sarebbe davvero umiliante scoprire che le chiacchiere di Thresh mi abbiano influenzato a tal punto. Però se chi ha attaccato Morgana lo ha fatto per stanarmi, se ciò fosse vero, la situazione sarebbe davvero preoccupante. Per colpa mia i ragazzi finirebbero in situazioni del cazzo. Ed io voglio che loro vivono la loro adolescenza spensierati, che si divertono, che le uniche preoccupazioni che devono tormentarli sia se hanno studiato per gli esami. Non mi piace l'idea che fanno il tragitto da casa a scuola con la paura che qualcuno possa braccarli e fare loro del male. Sì lo so che sono il futuro di Roma, che un giorno dovranno combattere, ma c'è tempo per quello, c'è tempo per soffrire e imparare sul campo. Voglio vederli ridere, voglio vederli fare a botte per una ragazza. Sono ragazzi e meritano di vivere la loro spensieratezza. Sae si perse a fissare il traffico esterno alla macchina e rilassò il corpo contro il sedile.
    Ho chiesto a Thresh di organizzare un ritiro sportivo, così da tenere i ragazzi insieme al sicuro. Nel mentre dobbiamo indagare a fondo alla faccenda, e spero davvero che sono solo una stupida fifona che ho creato inconsciamente visioni inesistenti. Voglio capire cosa sta succedendo e credo che l'unico modo sia avere Thresh alle mie calcagna. Ho bisogno del tuo aiuto. Vorrei che durante questo periodo del ritiro sportivo tu ti prenda cura di Aurora. Non posso portarla dai miei genitori, non sarebbero in grado di difenderla in caso le mie visioni fossero vere. Sei l'unico a cui affiderei Aurora ad occhi chiusi. Posò la mano su quella di Banner quando la posò sul cambio dell'auto.
    Potresti farmi questo enorme favore? Lo guardò con occhi pieni di supplica, non aveva idea di come fare altrimenti. Il suggerimento di Thresh non era stato stupido, anzi tutto l'inverso. Banner era l'unico combattente che conosceva affidabile. Aurora poi aveva già mostrato che apprezzava l'uomo.
    Ho chiesto a Marcus di venire con noi, così che se le cose si mettessero male, potrà far intervenire Tarabas. Non sarò da sola, ci sono anche i ragazzi. Non devi preoccuparti per me. Ma non so davvero come fare con Aurora, se arrivassero a lei, io... Strinse la mano sul petto con forza, e cercò di non farsi assalire dalla paura. Non voleva nemmeno pensarci, perché non sarebbe sopravvissuta ad una cosa del genere.
     
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157 replies since 6/2/2024, 10:56   575 views
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