L'incubo del grano rosso

x Doom

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    In un primo momento, gridargli contro non servì a nulla se non scaldare ulteriormente gli animi. Quando però iniziò a parlare come se avesse un piano, affidandosi anche a loro, i Black Knights iniziarono finalmente a cambiare espressione, e per quanto non apprezzassero l'idea di restarsene in disparte decisero comunque di affidarsi a lei. Mentre Sae e Nefertiti mettevano le mani al centro di quel cerchio, Mike le raggiunse immediatamente dopo, scombussolato ma determinato, tanto da sorridere risoluto verso la sua insegnante. Gli altri fecero lo stesso, e approfittando di quel momento Artù si voltò verso Nefertiti, lanciandole uno sguardo di incoraggiamento.
    Falli a pezzi, tigre.
    No, non le avrebbe detto di stare attenta. Cazzo aveva visto di cosa era capace, dal suo punto di vista quelli nei guai era chiunque avesse deciso di mettersi contro la Sapienza. Alla fine, giunse anche la mano di Marcus che, per quanto non disprezzata, venne accolta con una certa sorpresa da tutti quanti che lo fissarono con una vaga diffidenza.
    Siete sorpresi? Morgana mi ha offerto la sua merenda una volta.
    Nefertiti avrebbe sicuramente confermato: Morgana era la tipa che quando vedeva qualcuno isolato e in difficoltà si faceva in quattro per aiutarlo e farlo sentire integrato. Non era sorprendente che Marcus fosse lì per dare una mano. Stabiliti i ruoli, Sae non doveva fare altro che raggiungere Banner assieme a Nefertiti. Dalamadur ovviamente non si sarebbe fatto vedere prima del momento del bisogno, ma il professore aveva già tutto ciò di cui avevano bisogno: un'auto parcheggiata proprio davanti alla scuola. Fece loro cenno di avvicinarsi e sebbene non fosse un'auto lussuosa, sarebbe bastata per tutti e tre e arrivare alla destinazione. Quando entrambe furono in macchina, Banner allacciò le cinture di sicurezza per poi rivolgersi a Sae con aria arresa.
    Giornatina, eh? Scusate ma se la situazione è grave come credo di aver capito, opterò per una guida sportiva.
    E non mentì di certo: pur ascoltando tutto ciò che Sae aveva da dire, Banner rimase concentrato sulla strada guidando in maniera decisamente inaspettata per la macchinina che stava utilizzando. Dava l'idea di potersi sfasciare da un momento all'altro prendendo un doso troppo velocemente, ma non fallirono mai raggiungendo la zona designata in tempo zero. Guidandolo, Sae avrebbe avuto modo di percepire un'intensa presenza maligna in quel luogo, non necessariamente sorprendente: tra quei palazzi oramai abbandonati dovevano essere stati commessi una grande quantità di omicidi, e molti spiriti erano divenuti irrequieti. Iniziò a vedere chiaramente degli spettri che sembravano dei morti viventi, arrancare verso di lei come se fossero alla ricerca di aiuto. Purtroppo loro avrebbero dovuto aspettare. La traccia di Morgana divenne di nuovo intensa, e con lei anche quella di Dalamadur prese a farsi sentire: era ovvio che li stava seguendo per vegliare sulla professoressa, come promesso. Oltre a ciò nessuna presenza negativa. Banner e Nefertiti non avrebbero percepito nessuna aura combattiva, nessuna pressione energetica, né istinto omicida. Sembrava di trovarsi all'interno di un cimitero di cemento. Seguire le tracce di Morgana si rivelò estremamente semplice e li portò all'interno di un vecchio edificio dentro la quale c'erano molti scarti riciclati come cartoni, vecchie coperte e bidoni di metallo, probabilmente usati dai senzatetto come rifugio, ma neanche di barboni c'era traccia. Giunti ad uno dei piani intermedi, il trio trovò finalmente quello che stava cercando: Morgana giaceva stesa su un materasso abbandonato a terra, completamente nuda e coperta di lividi su tutto il corpo. Le braccia erano tempestate di segni di punture, il sangue sul suo corpo era incrostato, aveva anche le labbra secche segno che era rimasta lì per diverso tempo senza cibo e acqua. Era ancora viva, tuttavia. Dei suoi rapitori non c'era nessuna traccia, eccezione fatta per alcuni indizi: mozziconi di sigaretta, alcuni spenti addosso a lei, altri dentro delle lattine svuotate da poco, che sfoggiavano marche che andavano molto tra i giovani di Roma. Banner tolse subito il suo camice consegnandolo a Nefertiti, lasciando che fosse lei ad occuparsi della sua amica, lui fece un passo indietro iniziando a comporre il numero di telefono dei soccorsi. Morgana giaceva in uno stato di semi incoscienza, sembrava in trance, incapace di articolare anche solo mezzo suono, ma aveva gli occhi sgranati di chi era stato portato all'esaurimento. A quel punto un pensiero si fece strada nella mente di Sae, assieme ad una truculenta visione. Ebbe modo di rivivere per qualche istante le sensazioni di Morgana, nessuna immagine precisa ma solo emozioni: Dolore, umiliazione, disperazione. Non dava l'idea di essere stata semplicemente rapita e stuprata, no era solo un gioco. Sul suo corpo c'erano tracce di morsi vistosi, come se fosse stata sbranata da... un branco di lupi. Lupi neri dallo sguardo vermiglio che fissavano la scena soddisfatti. Quella era una trappola... ma non per i ragazzi. Quella era una trappola per lei. Ecco perché Marcus le aveva impedito di usare i suoi poteri, ecco perché il misterioso "amico" l'aveva invitata al silenzio. Se avesse usato i suoi poteri al massimo quei "lupi" l'avrebbero trovata. Morgana non era altro che la vittima sacrificale, per questo non c'era nessuno lì. A quel punto, se Sae aveva pensato che l'idea di qualcuno sulle sue tracce fosse a dir poco ridicola... avrebbe dovuto ricredersi.
     
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    Avere l'appoggio di Nefertiti ebbe un effetto molto convincente sui ragazzi, finalmente diedero retta a Sae e posarono pian piano la loro mano per fare squadra. Quello che la sorprese fu che anche Marcus partecipò alla cosa. Non fece trapelare nulla però accettando quella comunione grata. Evidentemente Morgana era una ragazza speciale poiché si era fatta voler bene da molto dei suoi compagni, e perfino da Marcus. Quindi quest'ultimo li aveva seguiti perché anche lui era preoccupato per lei? Non c'erano altri minuti da perdere, così Sae e Nefertiti raggiunsero Banner che li aspettava con l'auto già accesa. Una volta spiegato cosa gli avevano detto i ragazzi e cosa era successo, partirono subito. Il viaggio fu rocambolesco, quando arrivarono a destinazione, le due ragazze erano aggrappate a maniglie e sedili, con i capelli dritti ed il fiatone per la grande fifa che avevano provato durante tutto il viaggio. Se fosse stato un momento meno serio, probabilmente Nefertiti avrebbe baciato il terreno per benedire la sua solidità. Avvicinandosi al luogo che aveva visto nelle visioni di Mike, percepì subito le energie negative che permeavano quel luogo. Sae esitò un momento rabbrividendo a quella sensazione che non fece che accentuarsi quando vide gli spiriti delle vittime che vagavano in quel luogo, alcuni erano smarriti, con evidenti sintomi di amnesia e credevano di essere ancora vivi. Altri erano carichi di odio, altri erano disperati. Tipici spettri che avevano bisogno del suo aiuto, ma non poteva badare a loro in quel momento. Mordendosi il labbro colpevole, li ignorò e si diresse verso la presenza di Morgana che percepiva più forte.
    La sento, è qui! Fece a gran voce per farsi seguire dai suoi compagni. Il cuore le batteva a mille, aveva un pessimo presentimento e quando finalmente giunsero alla stanza dove c'era la ragazza, a Sae le mancò un battito. Esitò ostruendo anche la via di accesso agli altri due, e Nefertiti dovette spintonarla per farsi avanti e quando vide la sua amica in quelle condizioni, urlò il suo nome, terrorizzata che ormai fosse troppo tardi. Sae e Nefertiti corsero verso la ragazza, ma fu Nefertiti a raggiungerla per prima.
    Morgana! Mio dio... cosa ti hanno fatto? Le si riempirono gli occhi di lacrime, ma si fece forza, mordendosi la guancia per impedirsi di disperarsi sulla sua amica: Morgana aveva bisogno di lei, doveva essere forte per lei. Sae invece crollò in ginocchio, con gli occhi sbarrati mentre fissava le ferite di Morgana e venne travolta dal dolore che aveva provato la ragazza. Vide i segni dei morsi che le bombardarono nel cervello le visioni del suo sogno!
    I lupi... i lupi neri... Balbettò incredula, poi una morsa nello stomaco le fece venire una forte nausea, che riuscì miracolosamente a trattenere. Nefertiti intanto coprì con il camice di Banner la ragazza, poi senza esitare un momento si ferì alla mano per poter dare il suo sangue a Morgana.
    Perdonami... sono arrivata tardi. Qualche lacrima le scappò rigando il suo viso, ed anche Sae non riuscì più a trattenerli. Le due donne poi vennero invase da due sentimenti molto diversi. Nefertiti sentì crescere una rabbia feroce, una sete di vendetta che non aveva mai provato prima. Avevano osato toccare la sua amica, il suo mondo, chi lo aveva fatto doveva morire. Sae invece venne invasa dal terrore, si portò le mani fra i capelli tremando.
    Il mio sogno... era questo. Adesso ho capito... ma l'ho capito troppo tardi! Fissava il pavimento su cui le sue lacrime formavano piccoli dischi umidi. Non poteva più ignorare gli avvisi di Thresh, e la sua assenza le fece sorgere un sospetto terrificante. Non riuscì a fare a meno di collegare la parola "il bugiardo" sulla foto che aveva visto di Thresh con altri due uomini, la sua assenza proprio quando mancava anche Morgana. E se fosse stato proprio lui a fare quello a Morgana? Per spaventarla, terrorizzarla e manipolarla? Sarebbe davvero capace di una cosa così meschina? Per quale motivo? Se fosse stato lui, non lo avrebbe capito nel sogno? Si voltò verso Banner e con il solo sguardo gli fece capire che aveva capito qualcosa di pericoloso.
     
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    Mentre metteva giù il telefono dopo aver chiamato i soccorsi, Banner si voltò verso Sae sgranando gli occhi nel vederla completamene sconvolta, come se avesse realizzato qualcosa di spaventoso. Ebbe la netta sensazione che il terrore di quella donna non fosse dettato unicamente da ciò che avevano scoperto, ma da qualcosa che solo lei poteva realizzare. Pochissimo tempo dopo, erano tutti all'ospedale di Roma. I ragazzi stavano aspettando in sala d'attesa delle notizie mentre i dottori facevano tutti i controlli necessari. Banner e Sae invece si ritagliarono un piccolo spazio solo per loro, in uno stanzino dove c'erano delle macchinette distributrici e alcune macchine per il caffè. Il professore socchiuse la porta, abbassando di molto il tono di voce, avvicinandosi alla sua collega mentre le porgeva una tazza di caffè caldo.
    Per il momento è fuori pericolo, i dottori stanno facendo esami approfonditi ma non ha riportato lesioni gravi, probabilmente il grosso del danno lo hanno fatto le droghe ma i primi esami sono positivi. Possiamo solo aspettare.
    Di Carnovash, ancora nessuna traccia. La polizia si era recata sul luogo dove avevano ritrovato Morgana per indagini ma vista la situazione, non c'erano molte speranze di trovare qualcosa. Perfino i poteri medianici di Sae sembravano incapaci di collegare quelle poche tracce a qualcuno, esattamente com'era successo con lo spirito di Morgana anche quelle briciole di indizi erano stati completamente isolati a livello spirituale. Chiunque avesse compiuto quell'operazione sapeva esattamente cosa stava facendo.
    Ti ho vista sconvolta prima... hai capito qualcosa? Ti prego, non tenermi sulle spine.
    Il volto di Banner era comprensivo, ma anche maledettamente allarmato. A differenza di Sae, lui non riusciva a collegare i pezzi, non poteva comprendere cosa davvero significava, né riusciva a immaginare che magari Thresh era stato capace di compiere qualcosa del genere solo per terrorizzarla e farla cadere in ginocchio davanti a lui. La situazione si era inevitabilmente complicata ad un livello assurdo, Sae non poteva più pensare di essere lontana dai guai. Sicuramente se non fosse stato per l'intervento di Marcus avrebbe dato esattamente ciò che cercavano ai suoi inseguitori, chiunque aveva macchinato una cosa del genere l'aveva mancata per un soffio. Dava proprio l'idea che qualcuno volesse obbligarla a fare un viaggio astrale col preciso scopo di identificarla. Possibile che Vidocq fosse davvero sulle sue tracce? O era davvero tutta una macchinazione di Thresh?
     
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    Nefertiti si impose di seguire Morgana sulla autoambulanza, stressando i medici per dirgli di prendere il suo sangue per aiutare la sua amica. Non la lasciò fin quando non la portarono dentro a delle stanze in cui avrebbero fatto tutti i controlli necessari. I ragazzi avrebbero trovato Nefertiti seduta in sala di attesa, vicino ad un buco nel muro, aveva le nocche di una mano sporche di stucco secco. Fissava un punto vuoto a terra, ed un piede continuava a fare nervosamente su e giù. Nella mano teneva il suo cellulare, aveva appena mandato un messaggio a Thresh.

    Dove cazzo sei finito? Hai lasciato che accadesse di nuovo! Sotto il tuo naso!

    Era furiosa, sentiva solo una gran voglia di spaccare tutto. Si era ripromessa che da quando era diventata in grado di combattere, non avrebbe più permesso di vedere scene del genere, ma aveva fallito, non si era accorta che qualcuno aveva preso di mira qualcuno dei suoi amici. Quando arrivarono i ragazzi, Nefertiti non li salutò nemmeno, lasciando che fosse Banner ad aggiornarli sulle condizioni di salute di Morgana.
    Ditemi che avete trovato qualche video, qualche indizio sui colpevoli! Guardò Artù dritto negli occhi, la sua non era una supplica, voleva sapere chi erano perché voleva dare loro la caccia. Sae dall'altro lato si sentiva terribilmente in colpa, si sentiva in pericolo, non aveva idea di cosa dovesse fare. Trovava quello che avevano fatto a Morgana assurdo. Se l'avevano presa per stanarla perché non avevano mandato una specie di ricatto alla scuola? No forse la situazione era ancora più preoccupante, forse attaccavano chiunque avesse addosso energia delle lanterne, alla ricerca di lei, della medium che potesse vedere? Stava scervellandosi così tanto che si era chiusa nella sua bolla, sussultò quando sentì l'odore del caffè e la voce di Banner vicina.
    E' un sollievo, ma sarà dura per lei quando si riprenderà, ho sentito ciò che ha provato, è stato orribile. Diede un sorso al caffè, ed il calore della bevanda riuscì a distendere qualche nervo che la teneva ancora tesissima.
    Sì, ho capito varie cose. Affermò prendendo un altro sorso per aiutarsi anche a fare ordine mentale.
    Quando ho cercato le tracce di Morgana, con l'aiuto di Mike, ho sentito chiaramente che i rapitori della ragazza avevano nascosto le loro tracce appositamente. Hanno agito anche a livello spirituale. Sai questo cosa significa? Che sapevano perfettamente ciò che stavano facendo. Inoltre quando abbiamo trovato Morgana ho visto delle tracce specifiche su di lei, dei morsi di animali, morsi di lupo. Lo spaventapasseri dei miei sogni rappresentava i ragazzi, e quei lupi sono persone che sanno di me in qualche modo. Credo che come dicevi tu e Thresh, i miei viaggi astrali hanno attirato l'attenzione di qualcuno, che si è interessato alle mie facoltà e mi sta cercando. Probabilmente non conoscono ancora la mia identità, forse hanno capito che il loro "medium" si trova a scuola dove ho avuto la maggior parte delle mie esperienze di viaggi nel labirinto. Stanno cercando di stanarmi, di spingermi a viaggiare ancora in modo astrale, oppure stanno prendendo di mira tutti quelli che portano addosso l'energia di Thresh, nella speranza di trovarmi. E questo significa che i ragazzi, soprattutto i Black Knights sono in pericolo. Sae era spaventata, di solito quando aveva avuto a che fare con dei bulli, facevano del male a lei, non si era mai ritrovata nella condizione di mettere in pericolo le persone che amava in quel modo violento. Adesso invece le cose erano molto diverse, avevano attaccato un suo studente e probabilmente sarebbero presto tornati all'attacco. Doveva essere molto cauta.
    Lo so sembra assurdo, ma mi spaventa di più sapere che questo fatto sia una fatale coincidenza. Thresh mi aveva specificamente messo in guardia, dicendomi che avrei potuto attirare l'attenzione di altre lanterne che sarebbero stati sicuramente molto più crudeli di lui, che non si sarebbero fatti scrupoli, attaccando le persone che amo per farmi del male ed ottenere ciò che volevano. Ed è appena successo. Proprio quando manca da scuola, sparendo assieme a Morgana. Lui è il primo sospettato, e se la prima ipotesi è falsa non posso credere che possa arrivare a così tanto per manipolarmi. In ogni caso io e loro siamo in pericolo.... Sorseggiò ancora, gli occhi le divennero lucidissimi, aveva una gran voglia di frignare, mettersi in un angolo e prendere a pugni il muro. La sua missione era diventata parecchio più difficile, iniziava a sentirsi sopraffatta dalla sua stessa debolezza.
    Come faccio? Come farò a proteggerli tutti? Alcune lacrime le rigarono il viso e finirono dentro al caffè. Aveva capito che non poteva dire a nessun altro ciò che sapeva del guf e del sigillo di Akira. Gli unici a saperlo erano lei e Thresh. Se lei non aveva parlato, forse lo aveva fatto lui. Quella informazione era diventato un indizio importantissimo.
     
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    Di norma la rabbia di Nefertiti avrebbe provocato un profondo timore nello sguardo e nei cuori dei suoi compagni, ma in quel momento la tristezza e la rabbia avevano preso il sopravvento su qualsiasi altra emozione, e tutti guardavano verso il basso, impotenti e mortificati di fronte a quello che era successo. Mike si teneva ancora la testa tra le dita, chiaramente provato per quello che era successo poco prima, si sentiva in colpa perché non era stato in grado di fare una seconda seduta medianica alla ricerca di qualche risposta ma... forse in quella situazione era meglio così. Artù prese l'iniziativa, afferrando Nefertiti da dietro, abbracciandola e circondandola intorno alle spalle con gli arti, avvicinandole la testa a sé per darle un bacio rabbioso sulla testa.
    Calmati adesso... lo so come ti senti, sono furioso anche io, ma prendere a pugni le pareti non serve a niente. Mantieni la calma.
    Perfino Claudia, che aveva raggiunto gli altri, se ne stava seduta con aria frustrata su una di quelle poltrone, piantando sopra al sedile anche le scarpe assumendo una posizione strana e rannicchiata, ma che la aiutava a concentrarsi. Stava scorrendo rapidamente sul suo telefono notizie che riguardavano la zona industriale abbandonata per capire chi bazzicava da quelle parti e trovare quantomeno una traccia, con scarsissimi risultati.
    Nel frattempo, Sae confessò i suoi pensieri e i timori a Banner: intuì perfettamente che se qualcuno le stava dando la caccia era perché non conosceva la sua identità. Aveva perfettamente senso, magari avevano scoperto che "qualcuno" ha una sensibilità spirituale superiore, tanto da essere capace di "vedere oltre", ma non conoscevano la sua identità anche perché cosa potevano riconoscere di un viaggiatore astrale? Era straordinario anche solo il fatto che l'avevano in qualche modo percepita, figurarsi rintracciarla. Quindi avevano ordito tutto quel teatrino solo per spingerla a farsi vedere, e se non fosse stato per Marcus di sicuro sarebbe caduta in trappola alla perfezione. Banner non volle interromperla, come se volesse lasciarla sfogarsi. Doveva tirare fuori tutto e non la compatì per il pianto, offrendole piuttosto un fazzoletto che profumava di bucato fresco, tanto per darle un minimo di consolazione. Si prese del tempo prima di risponderle, perché non voleva metterle in testa idee strane, né farla dubitare, o tanto meno spaventarla più di quanto non fosse. Ma anche lui era sconvolto: avevano fatto del male ad uno dei loro studenti e questo non era perdonabile. Chiunque fosse il colpevole, non l'avrebbe passata liscia, anche e soprattutto se si trattava di Carnovash.

    La situazione è... complicata. La parte peggiore è che probabilmente dovremmo sbrigarcela tra di noi, visto che più volte le alte sfere si sono rivelate inutili quando si tratta di ottenere informazioni riguardo a personaggi tanto pericolosi. Non ci si può fare niente... per un combattente di grande livello serve un combattente altrettanto potente, non basterebbero tutti i poliziotti di Roma se si mettessero sul caso, forse l'unica che può trovare una traccia sei tu ma... non mi sembra una buona idea.
    Fece una piccola pausa, sorseggiando lentamente il suo caffè: Gli occhiali si appannarono ma non se ne preoccupò, segno che non stava guardando niente ma anzi, si stava concentrando su tutt'altro. Si schiarì la voce e senza cambiare tono, cercò di dire la sua.
    Cerchiamo di essere razionali... il fatto che "i Lupi" abbiano organizzato una trappola del genere è un punto a nostro favore: significa che non sanno chi sei, sanno solo dove cercare, hanno buttato l'amo preparando una trappola ingegnosa, ma non ha funzionato. Ora siamo sulla difensiva, nasconderti sarà estremamente più semplice, quindi per ora non devi preoccuparti della tua famiglia. L'unica cosa di cui dobbiamo preoccuparci sono i nostri ragazzi, loro sono chiaramente in pericolo e probabilmente Morgana non è che la prima vittima...
    Un altro rumoroso sorso gli sfuggì dalle labbra pensando al fatto che se avessero deciso di puntare alle ragazze, prima o poi sarebbero finiti su Nefertiti e in quel caso... probabilmente non sarebbero stati così fortunati. Ma il caos era chiaramente contro di loro, non nutriva speranze verso quella possibilità ed era anche piuttosto improbabile che i Lupi avrebbero scelto lo stesso approccio una seconda volta. Ma forse quella era la soluzione giusta. Quando le lenti si ripulirono, lo sguardo di Banner somigliava molto poco a quello del professore distratto, e molto più a quello di un vero combattente.
    Forse però... stavolta stare sulla difensiva non è la scelta giusta. Aspettare che ci bracchino uno a uno nell'attesa di una soluzione non ci porterà da nessuna parte. Forse è ora che la preda diventi cacciatore...
    Sebbene fosse un commento incoraggiante, dietro le parole di Banner c'era qualcosa di sinistro, un lato di sé che anche il professore cercava di allontanare ma che chiaramente vedere una studentessa in quello stato aveva risvegliato. Ma non ebbe paura di mostrarlo a Sae, perché sapeva che quella donna, pur non essendo una combattente, non era una codarda che scappava di fronte alle difficoltà, ma le affrontava a viso aperto. A quel punto la sala d'attesa crollò in un profondo silenzio, e passi pesanti accompagnati dal rumore di pesanti catene costrinsero i presenti a voltarsi verso la fonte. Thresh aveva finalmente fatto ritorno, e avanzava nel corridoio della sala d'attesa con uno sguardo mortalmente serio. Ci fu un istante in cui tutti i ragazzi sembrarono pronti a dire qualcosa, che fosse una supplica, un'accusa o una richiesta di spiegazione, ma rimasero tutti in silenzio. Banner si zittì rimanendo sullo stipite della porta della stanza in cui si trovava, sorseggiando ciò che restava del suo caffè, l'unico a non aver dato l'impressione di essersi zittito era Marcus, che non cambiò espressione né respiro neanche dopo l'entrata in scena di Thresh. Il non morto cercò lo sguardo di tutti gli altri, notando l'indecisione e il dolore che li possedeva, si soffermò quindi sull'unica che sapeva essere pronta a reagire, fissando Nefertiti.
    La tua rabbia è inestimabile, mia diletta... ma ti invito a rivolgerla nella direzione giusta.
    Aveva letto il messaggio, sapeva cosa le passava nella testa, ma sapeva anche che Nefertiti aveva imparato a conoscere il suo professore: quell'uomo non le aveva offerto una nuova gabbia d'oro in cui nascondersi, bensì aveva donato a lei e a tutti i suoi studenti il potere di opporsi, di crescere e di combattere per sé stessi. Morgana non era diversa: i segni di battaglia che aveva sul corpo testimoniavano che si era opposta. Prendersela con Thresh che aveva lasciato succedere una cosa del genere era come prendersela con Torben per aver lasciato che Nefertiti scappasse.
     
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    Nefertiti trattene una parolaccia in mezzo ai denti quando capì che i suoi amici non erano riusciti a trovare niente. Non rivolto verso di loro ovviamente, ma verso la sfortuna. Sentirsi abbracciare da Artù la prese un attimo contropiede, ma riuscì a calmare la ragazza, un pochino per l'imbarazzo di un gesto così affettuoso davanti a tutti, che per la vicinanza di Artù che le faceva sempre sentire le farfalle nello stomaco.
    Lo so, ma sono così incazzata. Quei bastardi non devono passarla liscia. Affermò guardando un punto vuoto sul pavimento, sentendosi impotente esattamente come nel passato e ciò la faceva infuriare di più con se stessa. Inoltre aveva anche ascoltato la spiegazione che Sae aveva dato a Banner, scoprire che i nemici avevano coperto le loro tracce, le faceva pensare che lo avevano fatto proprio perché avevano paura di allarmare Thresh, o Dalamadur che di solito vegliavano sulla scuola. Il suo sesto senso di strega le diceva che quei bastardi non avevano rapito uno studente qualsiasi, avevano puntato a loro. Non ne capiva il motivo, ma non le serviva per decidere di volergliela far pagare molto cara.
    Intanto Banner ascoltò Sae lasciandola parlare e sfogarsi, la donna accettò con gratitudine il fazzoletto, rimanendo un momento sorpresa nel sentirlo pulito e profumato di bucato fresco. Avrebbe dato per scontato che avrebbe dovuto avere l'odore di Banner, quello buono si intende. Era un uomo molto più meticoloso di quanto pensasse. Anche Banner era concorde sul fatto che dopo quell'evento i ragazzi sarebbero stati in pericolo. Era una fortuna che fossero tutti lì in ospedale assieme, poiché sarebbe stato più facile tenerli d'occhio per il momento. Sae non conosceva il potenziale bellico di Nefertiti, e soprattutto non poteva sapere quanto potesse diventare spietata quando di mezzo c'erano i suoi amici. Pensava che anche lei andava protetta perché anche lei era giovane e inesperta del mondo. Sae calmò i singhiozzi, asciugandosi il viso quando notò lo sguardo determinato di Banner. Si sentì una sciocca, non ci aveva proprio pensato a giocare una contromossa. Non era abituata a pensare di combattere in modo diretto, o di pianificare in modo subdolo le cose. Non era nella sua natura, però Banner aveva ragione non potevano aspettare che braccassero ad uno ad uno gli studenti. Doveva assolutamente riprendere il controllo delle sue emozioni, come aveva sempre fatto e lottare.

    Hai ragione, se le nostre deduzioni sono corrette, noi abbiamo un vantaggio. Sappiamo che mi cercano, ed il loro tentativo di far sembrare l'incidente di Morgana un normale stupro non è andato a buon fine. Possiamo tendergli una trappola. Affermò, pensando già di dover spiegare tutto ai ragazzi, così da tenerli con la guardia alta. Stava già pensando di organizzare una specie di ritiro sportivo, così da tenerli tutti insieme nello stesso edificio, in modo da rendere molto più difficile i possibili agguati. I suoi occhi si illuminarono di quell'idea e stava per dirla a Banner, ma si zittì sul nascere poiché percepì la presenza di Thresh ancor prima di sentire il rumore delle sue catene. Un brivido passò sulla sua schiena della donna e deglutì a vuoto. Sae guardò la scena da dietro Banner in silenzio a sua volta. Consapevole che avrebbe avuto modo di parlare con lui in privato. Nefertiti invece fissò negli occhi Thresh, mostrandogli tutta la sua determinazione, la sua rabbia i suoi capricci da figlioletta che non aveva avuto il suo babbo vicino quando ne aveva davvero bisogno.
    Credimi è rivolta nella direzione giusta! Tu piuttosto che cazzo facevi di così importante che non hai risposto a nessuno di noi? Manco un cazzo di messaggio di risposta! Nefertiti era ben consapevole che Thresh non aveva colpe, con quel messaggio si era sfogata su di lui, perché lo credeva così potente che se fosse stato presente a scuola, non sarebbe successo. Ce l'aveva con lui perché nel panico totale aveva sentito il bisogno della sua vicinanza, e lui non c'era, un sentimento egoistico ovviamente, ma la ragazza dopotutto non era ancora così avvezza ai legami importanti, peccava di essere infantile poiché il suo cuore era fresco a quel sentimento esattamente come una bambina che scopriva certi tipi di sentimenti per la prima volta.
     
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    Quella era la classica situazione in cui, solo con lei, Thresh si sarebbe sciolto di fronte alla rabbia, all'egoismo e alla furia di Nefertiti tessendone le lodi e sbrodolandosi addosso a lei, fiero di quanto possenti fossero le sue emozioni in certe situazioni. Ma non poteva assolutamente lasciarsi andare, non davanti a tutti, non davanti al suo fidanzato chiaramente. La situazione era molto più seria, ma non avrebbe fatto nulla per scoraggiare la rabbia di Nefertiti, optando per una delle sue risposte pragmatiche e misteriose.
    Dov'ero io non ha importanza, sappi solo che da lì i telefoni tendono a non prendere molto...
    Molto probabilmente era facile immaginare che fosse finito nel Labirinto, o qualcosa del genere. Evidentemente stava mantenendo la sua parte di patto se si era preoccupato di fare le sue ricerche, o più semplicemente si stava dando da fare per calmare un pochino le acque dall'altra parte. Dopotutto una sua preziosa risorsa era stata messa in mezzo da una divinità del Dedalo per farle assassinare la sua diletta, non esattamente qualcosa che poteva ignorare a cuor leggero.
    Dove eravate voi, piuttosto. Sono stato un così pessimo insegnante che alla prima difficoltà siete dovuti ricorrere all'aiuto di qualcun altro?
    Usò un tono forte, ma non sembrava deluso. Evidentemente si era reso conto anche lui che una simile indagine era al di fuori della portata dei suoi allievi, e certamente nemmeno uno come lui poteva prevederla. Se li provocava era per capire se anche gli altri erano agguerriti quanto Nefertiti. Gli sguardi degli altri, difatti, si infiammarono. Tutti meno uno, e non era l'indifferenza di Marcus ad averlo incuriosito: la stanchezza di Mike, piuttosto. Dava proprio l'idea di essersi spinto oltre e Thresh allargò solo per un attimo le palpebre degli occhi, come se un lampo lo avesse attraversato per un istante. Si portò una mano davanti alla bocca, dissimulando un sospiro, ma in realtà Sae notò perfettamente che si era portato una mano davanti alla bocca per nascondere un mezzo sorriso. Durato solo un istante, ma chiarissimo per lei che aveva imparato a fissare quella faccia con disprezzo.
    Ti è così difficile accettare le conseguenze delle tue azioni, zombie?
    Con le braccia conserte e lo sguardo rivolto verso l'alto, Marcus decise di dire la sua, prendendo ovviamente la parte opposta a quella del professore non morto. Probabilmente anche Marcus pensava che se Thresh non avesse mai coinvolto i suoi studenti con i poteri del Labirinto, non li avrebbe esposti a simili pericoli. Lui e suo padre disprezzavano le Lanterne, evidentemente.
    Vedete di finirla, tutti quanti.
    A spezzare la tensione, arrivò la voce di Morgana che spalancò la porta del corridoio della sua stanza. Aveva addosso un pigiama di qualche taglia più grande, gli occhi gonfi e iniettati di sangue, i capelli scombinati e che stavano venendo in quel momento legati in una rozza coda tenuta assieme da un laccio emostatico rubato dalla sua sala. Aveva l'aria provata, tanto che si reggeva in piedi tenendo la spalla contro la porta, e dalla sua espressione doveva dolere quella posizione, ma c'era grande rabbia sulla sua faccia. Molti dei segni sul corpo erano spariti, evidentemente il sangue di Nefertiti era servito. Ovviamente catalizzò l'attenzione su di sé, e quando i capelli furono legati, riprese il discorso.
    Credete che mi piaccia fare la vittima? Cazzo non è questo che voglio diventare! Fanculo! Mi rifiuto! La cosa che mi fa incazzare davvero... è che hanno preso di mira me. Lo sapete che significa? Che sono l'anello debole! La colpa non è di nessuno di voi, è solo mia che non sono stata all'altezza! Professore... mi dispiace...
    Rivolse quelle scuse verso Carnovash, abbassando il capo e serrando i denti con tutta la rabbia che aveva in corpo. Thresh chiuse gli occhi, scuotendo il capo e portandosi le mani dietro la schiena.
    Hai ancora molto da imparare, non mortificarti. Piuttosto, ti senti bene?
    Mai stata meglio... mai stata così lucida... solo... si portò una mano sulla fronte, dolente. Non riesco a ricordare un cazzo... la droga che mi hanno dato deve essere stata potente... oppure i loro cazzi non erano poi granché, niente che valga la pena ricordare.... ahahahaha...
    Si concesse una risata nervosa, fingendo di sdrammatizzare, ma in realtà la sua mente era molto più provata di quanto non sembrasse. La cosa che più stava odiando Morgana in quel momento non era ciò che era successo, ma lo stato in cui si trovava il team: sembravano tutti provati e la fissavano come una vittima. Si sentiva debole e compatita, uno stato che non accettava. Non era diventata una seguace delle Lanterne per questo.
     
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    In quella situazione conoscendo Nefertiti, se fossero stati da soli, lo avrebbe picchiato con dei pugni contro la pancia, o gli avrebbe tirato dispettosamente i capelli, solo per il gusto di fare i capricci, ma non poteva mostrare quel tipo di intimità davanti agli altri, non voleva ferire Artù o far capire cose strane ai due professori sullo stipite della porta che guardavano. La risposta di Thresh non soddisfò per niente Nefertiti, ma era consapevole che probabilmente non poteva dire apertamente davanti a tutti dove fosse stato. Nefertiti poteva anche intuire che probabilmente aveva avuto a che fare con il labirinto, ma ignorava del tutto che Fortinbras voleva avere il suo cuore, letteralmente. Sae nel frattempo notò che Thresh aveva guardato Mike incuriosito, e non gli era piaciuto per niente quel sorrisetto soddisfatto che aveva fatto. Che diamine significava?
    Intanto tutti non osavano parlare, a parte Marcus che non perse occasione di fargli capire come la pensava, indispettendo anche un pochino Sae dato che con lei era sempre così dannatamente enigmatico e criptico. Nefertiti sembrava pronta a dirgliene ancora, ma prima che potesse dire la sua alle sue spalle fece capolino Morgana. Si era ripresa bene, e già era in piedi lì a ricordare a tutti che non si sentiva sconfitta, che non aveva intenzione di starsene in un angolino a piangersi addosso. Nefertiti si voltò verso di lei, si sentì così sollevata a vederla che faceva la gradassa. Le si annodò lo stomaco perché le ricordò se stessa quando faceva la voce grossa per coprire la propria debolezza. Lei però sapeva benissimo quanto facesse male essere stati stuprati, quando ti facevano sentire impotente, lo schifo che non ti lascia anche se ti lavi. Infine la sua risata nervosa colpì duramente Nefertiti che si fiondò ad abbracciare Morgana con forza. Rimase un lungo momento così, per farle capire che le era vicina, che non serviva sforzarsi di fare la dura.

    Gliela faremo pagare. Le sussurrò per poi lasciarla andare e guardarla negli occhi risoluta: lo avrebbero fatto insieme, le avrebbe donato la vendetta che meritava.
    Sae intanto guardava la scena sentendo il cuore scaldarsi, quei ragazzi erano molto forti, non solo fisicamente, ma anche nella loro mente. Una normalissima ragazza si sarebbe chiusa nella stanza per starsene da sola, traumatizzata e sconvolta. Lei invece si era fatta vedere per calmare tutti, per dimostrare che non l'avevano abbattuta, era una guerriera. Sorrise sentendosi così orgogliosa di loro.
     
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    L'abbraccio di Nefertiti venne ricambiato quasi subito da Morgana, che esitò solo per un istante non per mancanza di volontà, ma per debolezza. Serrò le labbra tra i denti e strinse forte a sé l'amica, annuendo col capo mentre cercava rifugio tra le sue spalle. Il silenzio che arrivò subito dopo non aveva lo stesso sapore di impotenza e tristezza di prima, c'era aria di vendetta nell'aria e quello più soddisfatto di tutti sembrava proprio essere Thresh. Alla luce di quei fasti, il non morto non esitò a dare le prime direttive.
    Molto bene. Professor Banner, sarebbe così gentile da occuparsi delle pratiche per il congedo di Morgana? Qui potrebbe non essere al sicuro e si sta già riprendendo, i ragazzi si occuperanno di lei e si preoccuperanno anche di riportare Raizex a scuola.
    Il discorso finì con uno sguardo verso Artù: in quanto leader avrebbe dovuto prendere lui in mano la situazione e far rientrare tutti a scuola prima del calare del sole. Banner inspirò rumorosamente, non apprezzava l'idea di prendere ordini da Thresh ma per quell'occasione avrebbe fatto un'eccezione. Annuì, sciolse le braccia e si staccò dallo stipite della porta. Diede una pacca sulla spalla di Sae come a volerle lasciare un amichevole saluto, dopodiché si sarebbe occupato delle scartoffie per ufficializzare il rilascio prematuro di Morgana. Mentre i ragazzi si apprestavano a lasciare l'edificio, Thresh si voltò verso Sae con aria decisamente seria.
    Professoressa Klein... una parola.
    Le fece cenno di seguirlo, camminando col suo solito fare lento e incombente verso una delle stanze dell'ospedale, richiudendosi la porta alle spalle. Prima di seguire i suoi compagni, Mike lanciò un'occhiata estremamente preoccupata verso la sua adorata insegnante, ma non disse nulla in quell'occasione, né fece niente. Aveva capito quanto complicata fosse la situazione e decise di aspettare istruzioni facendo il bravo e senza agire d'istinto. Se Sae avesse seguito Thresh, aprendo la porta in cui si era infilato il non morto, si sarebbe ritrovata in un ambiente che non somigliava affatto all'ospedale ma piuttosto all'inquietante ufficio del non morto, pieno di catene e strani macchinari pericolosi il tutto con uno sfondo che ricordava un vecchio dungeon maledetto. Se lo ritrovò davanti, pochi passi dopo di lei, con le braccia strette dietro la schiena mentre le dava le spalle. Aveva già visto quella figura inquietante da dietro, prima ancora che si conoscessero direttamente, e quello sguardo che si voltava misterioso verso di lei ristagnava ancora negli incubi di Sae come se fosse a tutti gli effetti l'inizio di un incubo. Quando Thresh si voltò di nuovo, solo col capo, verso di lei in quel modo, un brivido sarebbe nato dietro la sua schiena in maniera spontanea, dato che suonava quasi una minaccia. La stava intimando di rispondergli, evidentemente, e senza troppi giri di parole.
    Saresti così gentile da ragguagliarmi sulla situazione di oggi? Aggiungendo anche i tasselli che mancano ai ragazzi, ovviamente.
    Thresh conosceva i poteri di Sae, sapeva benissimo che qualsiasi resoconto potessero fargli i suoi studenti non sarebbe mai stato completo quanto quello di Sae. Si aspettava dunque un quadro completo, e anche eventuali disavventure con gli altri insegnanti. Probabilmente la presenza di Marcus in quel quadretto lo aveva insospettito, lasciandogli immaginare che il rapimento di Morgana fosse solamente la punta dell'iceberg in quella situazione. Sae aveva voltato le spalle a Tarabas, cosa avrebbe fatto? Si sarebbe affidata completamente a Thresh oppure avrebbe mantenuto le distanze con lui?
     
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    Il sospiro di Banner dopo che Thresh gli aveva chiesto di occuparsi del congedo di Morgana, divertì un poco Sae ma ebbe il buon gusto di non far trapelare niente. I ragazzi sembravano molto affiatati, Sae poteva immaginare che per quella giornata non avrebbero lasciato da sola Morgana per nessun motivo. Soprattutto Nefertiti che dava l'idea che volesse perfino dormire insieme a lei per essere sicura che fosse al sicuro. Prima che potessero andare via Sae si affrettò a raggiungerli, posò una mano sulla spalla di Lancillotto, ma guardò uno per uno i ragazzi.
    Per oggi cercate di rimanere sempre insieme, non lasciate nessuno di voi da solo. Nefertiti sollevò le sopracciglia sorpresa, poi però si fece seria ed annuì. Ci avrebbe pensato lei a tenerli tutti al sicuro. Forse era una prudenza esagerata, ma non voleva lasciare nulla al caso, non poteva sapere con chi avevano a che fare, e come avrebbero agito. Thresh chiese a Sae di conferire, ed era sicura che volesse sapere da lei cosa fosse successo. La donna annuì facendogli capire che lo avrebbe raggiunto. Aveva dell'ansia sottopelle, non le piaceva rimanere da sola con lui perché aveva sempre la sensazione che sarebbe finita in situazioni spiacevoli. Tuttavia dalla sua aria seria, immaginava che non era in vena di crudeli scherzi. Stava recitando? Oppure Sae stava costruendo troppi castelli in aria? Se ci pensava bene infondo Thresh aveva già avuto da lei l'informazione più ghiotta delle sue avventure nel labirinto. Forse c'era altro che voleva da lei? Parlare con lui avrebbe potuto risolvere sicuramente qualche altro dubbio. Nel frattempo notò che Mike la guardava come se si aspettasse delle istruzioni. Gli scrisse un messaggio con il cellulare.

    Sei stato bravissimo oggi, grazie a te abbiamo salvato Morgana! <3
    Stai assieme agli altri assicurati che nessuno rimanga da solo, e riposati ne hai bisogno.

    Sae seguì il professore, rabbrividendo nello scoprire che anche in ospedale c'era una stanza molto simile a quella che aveva a scuola. Si ritrovò un momento a fissare le pareti e gli oggetti ed intuì che non era l'ospedale ad avere una stanza dedicata a lui. Doveva sicuramente essere un potere dell'uomo, probabilmente poteva agire su una stanza chiusa applicando i suoi sigilli, rendendo il territorio suo. Qualcosa nel suo istinto le diceva che quando lo faceva era per isolarli per non far sentire niente a possibili orecchie indiscrete. Dopotutto con loro c'era anche Marcus, con cui doveva parlare appena ne avrebbe avuto l'occasione.
    Immagino che hai intuito che la situazione è più grave di quanto non sia vero? Affermò indicando con un movimento delle mani l'ambiente attorno a loro.
    Prima di spiegarti tutto, rispondi cortesemente ad una mia domanda: Sei stato attirato in luoghi lontani dalla scuola? Non voglio farmi gli affaracci tuoi, ma puoi dirmi dove sei stato? Con chi sei stato? Potrebbe essere un indizio importantissimo. Lo guardò dritta negli occhi, sperando di poter leggere almeno nella sua mimica facciale qualcosa, dato che con i suoi poteri non riusciva proprio a percepire niente da lui. Sae era seria, e stava cercando di capire qualcosa di più sul nemico: avevano attirato Thresh lontano dalla scuola con qualche scusa? Oppure Thresh era solito sparire in giorni come quelli e quindi il nemico ne era a conoscenza?
     
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    Sae era decisa a collaborare, ma non sembrava aver intenzione di assecondarlo se prima non capiva quanto Thresh potesse essere affidabile. Evidentemente si aspettava di tirare fuori qualche informazione da ciò che gli avrebbe detto, e il non morto capì che stavano seguendo la stessa identica linea di pensieri. Si voltò di più, mostrandole un sorriso compiaciuto. Adorava vederla pragmatica e lucida quando non metteva in mezzo i suoi inutili pensieri da mammina preoccupata. Una simile battaglia non poteva essere affrontata senza il giusto pragmatismo.
    L'ho capito cosa ti frulla nella testa... ci ho pensato anche io, sai? Una bella coincidenza che tutto questo sia successo proprio mentre non ero presente. Ma credo che tu l'abbia capito oramai, no? Niente succede per caso...
    Stava chiaramente aggirando la domanda, e sapeva che Sae non l'avrebbe assecondato senza una risposta. Ci teneva solo a farle capire che le sue deduzioni non solo erano corrette... ma anche completamente inutili. Se qualcuno le stava dando la caccia era ovvio che poteva contare su una preparazione invidiabile. Scovarlo con le congetture era uno sforzo inutile.
    Sono stato ad Alagadda... una persona aveva bisogno del mio sostegno. Magari un giorno te la presenterò, ma non credo tu sia pronta ad incontrarla. Sappi solo che io non proteggo solo i ragazzi chiusi tra le mura della Sapienza.
    Come al solito Sae non riusciva a leggere la sua anima come chiunque altro, ma quella conversazione aveva un sapore particolarmente insolito, qualcosa alla quale Thresh non si avvicinava molto ma che Sae avrebbe trovato stranamente familiare. Era... istinto paterno? Uno come LUI? Impossibile... eppure dannatamente simile. Sae non poteva sapere che Thresh aveva una grande schiera di figli, e quasi nessuno restava calmo nella sua casetta a non far danni. Anzi, l'esatto opposto... ma per lei quel discorso era decisamente troppo prematuro.
    E visto che c'ero ho sistemato anche altri affari... ma parlare delle mie gite nel Labirinto come se fossero commissioni da sbrigare nel tardo pomeriggio è tanto assurdo quanto inutile. Se sono vago è solo perché questa informazioni non ti servono, non perché voglio mentirti. E quello che interpretano i miei ragazzi lo penso davvero: non ho intenzione di costruire nessuna gabbia dorata. Li proteggo, è vero, ma non sono un pastore né un tiranno. Quello che è successo a Morgana non è una tragedia... è un miracolo. Poteva andare molto, molto peggio, ma evidentemente anche per i suoi predatori ucciderla era una pessima idea. Il fatto che sia viva e tra noi è frutto del suo impegno. Morgana è forte, non una ragazzina che ha bisogno di protezione, e lo stesso vale per tutti. Quindi il nostro compito non è fare da scudo, ma scoprire cosa succede.
    A quel punto terminò il suo sproloquio, lanciandole un occhiata che sembrava decisa a farle tirare fuori tutto quello che teneva dentro, senza ulteriori domande inutili e giri di parole. Le informazioni di Thresh in quel momento erano inutili, le sue invece molto più preziose.
     
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    Sae lo lasciò parlare senza mai interromperlo, ma le sue sopracciglia si aggrottavano in un espressione scocciata. Quando le ripeteva sempre che niente succedeva per caso, le faceva sembrare quasi che avesse ordito lui tutto quanto e ciò la faceva sentire presa in giro. Le disse senza tanti problemi che era stato ad Alagadda, come se fosse stato un quartiere di Roma, spiegandole che era andato lì per dare sostegno a qualcuno. Confessandole che a quanto pare aveva anche altre persone da proteggere laggiù in quella dimensione infernale. Incrociò le braccia al petto pensando che se aveva così tante persone da proteggere, diventava automaticamente inaffidabile per qualcuno, non poteva avere anche il dono dell'ubicazione. Difatti Morgana ci era finita vittima, e fin lì Sae rimase abbastanza "serena", quando però iniziò a dirle che ciò che era successo a Morgana fosse un miracolo. Poteva essere d'accordo solo sul fatto che magari l'avevano trovata viva e che si era ripresa presto, ma per il resto ne era fortemente contraria.
    E' questo ciò che mi fa incazzare di te! Gli insegnanti devono guidare e fin quando sono sotto il nostro stesso tetto è nostro dovere proteggerli! Soprattutto quando loro sono innocenti. Non sono dei cazzo di soldati, sono ragazzi, hanno bisogno anche di un sostegno morale. Morgana è una ragazza forte, ma credi che se ne starà buona come se niente fosse? Ma l'hai vista Nefertiti? Ho sentito un chiaro istinto omicida provenire da lei quando ha trovato Morgana. Potrebbe mettersi nei casini perché si fa guidare dalla sete di vendetta. Non puoi startene in un angolo ad osservare fin quando non sono quasi in fin di vita ed intervenire solo alla fine! Tu... aaargh mio dio più ti conosco e più mi dai ai nervi! Si passò una mano sul volto mugugnando parole incomprensibili, per cercare di riprendere il tema di cui dovevano parlare, ed i ragazzi erano decisamente più importanti dei loro battibecchi.
    Stamattina i ragazzi sono corsi da me disperati perché non riuscivano trovare Morgana nemmeno andando in perlustrazione con Raizex. Ti potrebbe fare piacere sapere che non sono subito corsi a cercare aiuto, ma hanno fatto le loro ricerche. Sono venuti da me quando non avevano altre buone opzioni, sospettavano che fosse finita nel labirinto. Hanno cercato prima te per verificare, ma te non ceri. Insomma alla fine mi hanno cercata poiché sanno che con i miei poteri avrei potuto trovarla. Ciò che ho sentito e trovato non mi è piaciuto, poiché mi sono accorta che avevano nascosto le loro tracce spirituali. Così ho chiesto a Mike di usare i suoi poteri particolari, ed è riuscito a interagire con quella traccia nascosta e seguire il percorso della ragazza. Ho motivo di credere che mi hanno teso una trappola, hanno usato Morgana per spingermi a fare un viaggio astrale. Chiunque abbia preso Morgana, ha coperto le sue tracce anche spirituali. E' evidente che sapevano benissimo cosa stavano facendo, ma mi chiedo perché mai si siano nascosti in questo modo. Se volessero trovarmi non era più logico che lasciassero una specie di firma così da spingermi a cercarli? Quindi ti dico quali sono le ipotesi a cui sono arrivata. 1) Hanno nascosto le tracce per non farmi capire chi fosse stato, quindi il sospettato numero uno sei proprio tu dato che sei sparito proprio quando hanno preso Morgana. 2) Hanno coperto le loro tracce per non farsi riconoscere da qualcuno che frequenta questa scuola, perché magari li conosce benissimo.
    La situazione è grave, stanno prendendo di mira i ragazzi e questo non posso perdonarlo. Avrebbero potuto rapire chiunque, ma hanno preso proprio uno dei ragazzi che hanno la tua stessa energia... non ti sembrano fin troppe le coincidenze?
    Fece una piccola pausa, giusto per dare modo a Thresh di immagazzinare le informazioni, e riprese poco dopo.
    Se voi adepti delle lanterne potete entrare ed uscire dal labirinto quando cavolo vi pare, perché diamine vogliono arrivare a me? Io cosa potrei mai avere di così importante da spingerli a rapire e stuprare e torturare una ragazza? Non lo capisco! Sono solo una cacchio di medium che vede i morti, e sto cercando mio marito, perché interesso così tanto i mostri del labirinto o tuoi colleghi di religione? Fissava Thresh seria come non lo era mai stata, non era più una questione di cosa desiderasse lei, non era più una questione di studiare e scoprire cose nuove. Hanno preso di mira i ragazzi della scuola e il peso dei loro esperimenti era cambiato radicalmente.
     
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    Nel sentirla di nuovo imprecare come se volesse litigare alla stregua di una ragazzina, Thresh socchiuse gli occhi scuotendo il capo con aria arresa. Quella donna ci teneva davvero un sacco a fargli sapere quanto lo odiava, il non morto iniziava a pensare che quelle dimostrazioni di disprezzo erano oramai diventate praticamente una questione di principio per lei, più che una sua effettiva colpa. Ammesso che ne avesse mai avuta.
    Non ho detto che me ne resterò con le mani in mano... adesso smettila di essere infantile e continua.
    La liquidò con poco, senza troppe spiegazioni. Non sentì il bisogno di giustificarsi di fronte ad un comportamento del genere. Lasciò che gli spiegasse la situazione e lui, pur restando immobile, viaggiò con lo sguardo cercando di ponderare ogni possibilità. Incrociò di nuovo gli occhi con lei quando si sentì accusato di essere dietro a tutta quella storia e non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire una risatina divertita mentre scuoteva il capo oramai arreso.
    Ahhh... che umiliazione. Pensavo mi vedessi come un oscuro emissario di chissà quale grande male ultraterreno, invece scopro che mi consideri un pagliaccio manipolatore, alla stregua di qualche santone a capo di una setta coi capelli gellati e l'abito firmato. Che caduta di stile...
    Quella risatina malefica si incrinò ad un certo punto, Sae per un momento percepì un malevolo istinto da parte sua, forse si era trattenuto all'idea di prenderla per il collo e farle rimangiare quello che aveva appena detto. Ma non si scompose, mantenne il controllo, non era un tipo violento come tutti potevano dipingerlo ma a volte i pensieri intrusivi sono difficili da nascondere. Tornò serio e soprattutto tornò a guardarla, ma con un'aria chiaramente diversa rispetto a prima: più che adirato nei suoi confronti... sembrava provare pena verso di lei. Mentre parlava, si avvicinava e gradualmente si piegava verso di lei, avvicinandosi col volto a quello della donna.
    Non me la predo... hai bisogno di un capro espiatorio, in tutto questo, giusto? Accusi me perché sai che se ne avessi avuto l'occasione, non saresti abbastanza forte per proteggere Morgana da un rapimento. Sai che i nostri ragazzi sono finiti in mezzo perché hai deciso di fare di testa tua, e invece di fidarti della via semplice hai iniziato ad aprire ogni singola porta che ti appariva davanti, alla ricerca di una soluzione che... "facesse meno schifo". Sei mortificata perché sai benissimo che facendo compiere la seduta a Mike, hai messo lui in mezzo. La trappola era per te... ma hai usato il suo bel faccino giovane per farla scattare. Se davvero ci fossi io dietro tutto questo... non saresti molto diversa da me, Meine kleine Sae...
    Anche se si concesse il tempo di un ampio e malefico sorriso, non le concesse il tempo di replicare, afferrandola per le guance con la mano destra in modo che non potesse distogliere lo sguardo da lui, costringendola a fissarlo negli occhi mentre raggiungevano il sugo della questione.
    Ora voglio condividere con te i miei pensieri e i miei piani, dicendoti esattamente come ho intenzione di risolvere la situazione, ma prima di ogni altra cosa devo avanzare una piccola richiesta... bada bene, lo sto chiedendo con la massima gentilezza che mi è concessa in questa situazione, pertanto ti prego di ricambiare il mio garbo...
    La teneva immobile, ma non la stringeva, non per farle male ma per obbligarla a mantenere il contatto visivo. Gli occhi di Thresh, così vicini, non avevano proprio niente di umano. Sembravano finestre terrificanti su un cosmo oscuro, ammaliato da una luce tetra impossibile da comprendere, tanto terrificante quanto irresistibile. Dentro di essi si poteva percepire tutto il suo malsano potere, e le sue oscure intenzioni.
    Smetteresti, gentilmente, di fingere di essere una qualunque? Abbiamo già appurato che sei in grado di vedere ben al di là di una persona del mio calibro... sei capace di risvegliare e potenziare i poteri degli altri, i tuoi viaggi astrali ti permettono di attraversare le dimensioni, e come se questo non fosse straordinario di per sé, puoi anche tornare senza problemi da posti in cui di solito non c'è ritorno. I manufatti magici reagiscono in maniera assurda a contatto con i tuoi poteri, a dir poco imprevedibile, la Configurazione del Lamento (il cubo) ti serve e ti riverisce invece di consumarti. Gli affamati ti bramano... i ricchi ti invidiano. Tu non sei una moglie disperata con in mano il manifesto di suo marito scomparso... tu sei un faro al centro dell'oceano più oscuro del mondo, un mare pieno di navi perdute... colme fino all'orlo di corsari. Prima capirai questo... prima sarai capace di proteggere i MIEI ragazzi.
    Solo a quel punto la lasciò andare. La sua sedicente mediocrità non aveva valore per Thresh. Non gli importava che fosse fedele a lui, o una preziosa alleata, quello che voleva disperatamente da lei era che accettasse il suo ruolo in quella storia. Non era inciampata su una porta magica, era il punto di svolta che aveva dato il via a tutto e il suo fingere di essere una dei tanti finita lì per caso era un modo per lavarsene le mani dal punto di vista di Thresh, un comportamento deprecabile inferiore anche al rapire una ragazza e violentarla.
     
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    Lo odiava quando lo rimproverava di essere uno sprovveduto e lui le rispondeva dandole dell'infantile. Era come se non la ascoltasse nemmeno, dicendo la cosa più irritante possibile per zittirla. Non aveva contestato il fatto che se ne fosse andato a spasso, ma che reputava quasi un bene ciò che era successo. Non aveva però tempo e voglia di spiegarglielo come si doveva, quindi andò dritta al punto raccontandogli cosa fosse successo e cosa pensava. Per un solo attimo le era sembrato di vedere un lampo di crudeltà passare negli occhi del non morto, come se potesse da un momento all'altro, afferrarla legarla ed umiliarla come era già successo.
    Non hai capito cosa ti sto dicendo! Affermò Sae rimanendo seria senza abbassare lo sguardo, ma le gambe le sentiva molli ma allo stesso tempo inchiodate a terra. Non poteva farci nulla, continuava a farle paura, ed anche a volerlo dipingere come il più bieco manipolatore come si era descritto prima, non riusciva a superare quella paura completamente. Forse perché percepiva in lui qualcosa di così oscuro e terrificante che non riusciva nemmeno a comprenderlo e quindi le faceva paura.
    Non è così! Non metterei mai a rischio Mike! Sbottò offesa prima di sentirsi afferrare dalla mano del non morto che la fece irrigidire. Le gambe tremavano ma i suoi occhi erano agguerriti, di chi non aveva intenzione di farsi mettere i piedi in testa, per lo meno moralmente. Lei non aveva fatto nulla di male, aveva agito bene perché le cose potevano essere molto peggio. Avrebbe voluto mordergli la mano per farsi lasciare andare, ma decise invece di lasciarlo parlare. Quando le chiese di smettere di fingere di essere una qualunque aggrottò la fronte perplessa. Che diamine stava dicendo? Lei ERA una qualunque, cioè forse non proprio una donna comune, ma non si sentiva affatto così speciale come invece lo erano le persone che sapevano combattere e portavano i loro poteri a livelli inimmaginabili. Non ribatté alle sue parole, lasciandolo parlare a briglia sciolta, misteriosamente quando era nervoso parlava molto più volentieri. Doveva imparare a urtare i suoi nervi più spesso se voleva avere delle risposte da parte sua, ma pensare che poi rischiava che la torturasse con i suoi giocattoli infernali, la faceva sempre desistere. Thresh quindi trovava straordinario ciò che per lei era una maledizione, e che non riusciva ancora a comprendere del tutto. La sorprese sentirgli dire che il cubo non la stava consumando, e che la "serviva".
    Davvero pensi questo? Io però non comprendo cosa intendi tu con "faro in mezzo ad un oscuro mondo". Prima di trovare il cubo ero una semplicissima donna che parlava con i morti. Non conosco niente di quel mondo oscuro di cui parli, sono come un bambino disperso in un bosco. Che senso ha bramare un fiammifero nell'oscurità se appena lo prendi si spegne? Tu mi sopravvaluti, io sono impotente. Ho fatto un sogno, ho avuto la premonizione, ma non ho potuto fare niente. Vedere e non poter fare niente equivale ad una punizione, ad una tortura. Qui non si tratta più di usare le mie capacità per avere un vantaggio, per ricattare o per scoprire segreti. La minaccia non è più di entità che appartengono al labirinto che potrebbero bloccarmi lì. C'è qualcuno che vive su questa nostra stessa terra ed ha aggredito uno dei ragazzi. Come fanno a sapere di me? Ed anche se mi avrebbero potuto vedere da qualche parte durante i miei viaggi astrali, come potrebbero mai sapere di cosa potrei essere capace? Loro hanno percepito qualcosa, ed il fatto che hanno aggredito Morgana mi fa pensare che hanno puntato ad una cosa ovvero l'energia che tu hai condiviso con me e con i ragazzi. Un energia che conoscono a quanto pare. Sae continuava a guardarlo negli occhi, perché cercava di capire qualcosa che però non le arrivava.
    Come faccio a proteggerli? Da sola non posso fare niente. Non fraintendermi, non ho intenzione di piangermi addosso, ho degli indizi e voglio usarli per stanare il nemico. Non so ancora come ma lo farò. Quanti altri colleghi religiosi tuoi conosci che potrebbero interessarsi a me e conoscere la tua energia?
     
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    Aveva davvero a che fare con una ragazzina, allora? Maledizione, in certe situazioni era indistinguibile da una delle sue studentesse, anzi... ad essere onesti, Thresh vedeva in lei qualcosa di molto simile a Nefertiti, che non si considerava speciale e anzi tutto quello che le era capitato era una maledizione, una scusa per gli altri così da poterla maltrattare, torturare e gettare in un inferno senza senso. Paragonarla alla sua diletta fu l'unica cosa che permise a Thresh di distendere i nervi e risponderle in maniera pacata, pur mantenendo uno sguardo severo e un tono di voce alto, per farle capire che quei concetti dovevano entrarle in testa, con le buone o con le cattive.
    No, prima di trovare il cubo eri semplicemente un pesciolino che provava ad arrampicarsi su un albero... fino a che non hai trovato il mare, non hai mai usato DAVVERO i tuoi poteri. Sei sempre stata speciale, ma non ne hai mai avuto bisogno. Come pensi che si sviluppino i poteri nei combattenti? Ti sembra un caso che i guerrieri più forti siano nati da traumi, tragedie e campi di battaglia ridotti in cenere? I poteri rispondono alla volontà, e tu non hai mai avuto bisogno di esercitare la tua volontà, almeno fino ad ora. Per questo sei sempre stata "Normale", dal tuo punto di vista. Ma è falso, e prima lo accetti, prima tutto questo inizierà ad avere un senso.
    Fece una breve pausa, per assicurarsi di aver mandato il giusto messaggio. Lo sottolineò, per farle capire che era inutile continuare con quei piagnistei se prima non capiva il suo ruolo all'interno della storia:
    Prima lo farai, prima sarai in grado di fare qualcosa per proteggerli...
    A quel punto si allontanò da lei, aveva capito che starle troppo vicino serviva solo a farle tremare le gambe e per quanto si divertisse a terrorizzarla in quel momento aveva bisogno che Sae fosse quanto più lucida possibile. Allargò il palmo della mano rivolgendolo verso il basso all'altezza del suo fianco. La lanterna lo raggiunse, levitando, iniziando ad accendersi di quel tetro e inquietante bagliore verde lasciando alle spalle del non morto una scia tenebrosa e spettrale. La sollevò di più portandosela verso il petto, ribaltando la mano che adesso rivolgeva il palmo verso l'alto, come se stesse tenendo un'eterea fiamma verde sopra di sé.
    L'energia delle Lanterne è sublime, assai superiore a qualsiasi altro metodo di potenziamento energetico. Non serve essere uno di noi per rendersene conto. Ci sono creature particolari che riescono ad incanalarla alla perfezione... corpi seducenti capaci di trasformare questo caos in una forza raffinata... una vera delizia per gli occhi, te lo assicuro.
    Parlarle delle streghe di Umbra era una pessima idea, e non aiutava minimamente la loro situazione, ma ogni volta che ripensava a quelle donne rimaneva incantato, quindi la mente vagava inevitabilmente. E la cosa non valeva solo per loro: una volta che la conosci l'energia delle lanterne è unica e maledettamente riconoscibile, perfino Sae doveva rendersene conto: ne era stata affascinata in prima persona.
    Tuttavia, concordo con te: in questo caso specifico è estremamente probabile che sulle tue tracce ci siano altri seguaci del Labirinto. Non ti sei scordata di quello che ti ho detto a proposito del Guf, no?
    Si voltò lentamente verso di lei, lasciando che la Lanterna lasciasse il palmo della sua mano ed iniziasse a volteggiare come uno spettro. Il fumo intorno ad essa iniziò a condensarsi, assumendo le fattezze di una figura femminile. Prima solo vaga, poi chiaramente prese l'aspetto di Sae, completamente nuda e interamente colorata di verde, con la lanterna che le pendeva dal collo come un collare, e che si muoveva in maniera sensuale come se stesse facendo uno spettacolo di striptease. Tra quella figura spettrale e la vera Sae c'era una sorta di "Muro invisibile", uno specchio spettrale sulla quale la finta Sae si stava sfregando mettendo in mostra le sue forme.
    Immagina questo... è tutta la vita che guardi il Guf da lontano, come se fosse la torre più alta della tua città, dentro la quale sai che non entrerai mai... e puf, all'improvviso compare questa tizia uscita fuori dal nulla che schiaccia le sue tette e il suo culo sopra al Guf, vicinissima come mai nessuno prima, il tutto mentre ti mostra la lingua come se volesse prenderti in giro. E' difficile da non notare.
    Thresh diede una pacca sul culo allo spettro e questo scomparve tornando ad essere semplice fumo spettrale intorno alla sua lanterna. La luce riflessa sulle pareti di quell'inquietante strumento proiettò quelli che sembravano occhi scarabocchiati suoi muri, e più Sae li guardava, più diventavano grandi.
    Non ti hanno trovata ma... ti hanno sentita. Forse non l'hai fatto di proposito, ma è successo. Ti è caduto un bicchiere di cristallo dentro una stanza buia e silenziosa, e adesso tutti stanno cercando di capire da dove veniva quel frastuono, perché il suono era vicino come non mai al Guf, e tutti vogliono il Guf.
    Spiegarle nel dettaglio cosa significasse questo concetto era solo una perdita di tempo, l'importante era farle capire di preciso l'entità della situazione.
    Se lo chiedi a me, in ogni caso, era inevitabile. Nulla succede per caso. Questo era il tuo destino fin dall'inizio, probabilmente se non fossi finita in questa situazione non avresti neanche avuto la possibilità di salvare tuo marito e ti avrebbero divorata in letto di morte appena la tua anima sarebbe spirata. Quel debole corpo che disprezzi è una bella protezione dagli spiriti maligni, altroché. Non ne hai neanche idea. Ma adesso le cose sono diverse: qualcuno o qualcosa ti ha dato la possibilità di fare la tua mossa, di comprendere tutto questo. Forse non nel modo che ti piace, ma in quello che è necessario. Adesso però, basta con le congetture. Passiamo piuttosto all'azione.
    La lanterna smise di volteggiare in giro e tornò di fianco a Thresh. Il non morto spalancò la mano destra verso di essa e immediatamente il fumo iniziò a convergere verso di lui, partendo dall'arto disteso. La mano iniziò a ricoprirsi di una corazza ossea spettrale, il cappotto ne venne coinvolto e divenne più mostruoso e diabolico, mentre la testa si accendeva di una densa fiamma verde che circondò la sua faccia assumendo poi le fattezze di una maschera ossea inquietante. In quello stato il suo volto umano era a malapena visibile, e Sae avrebbe avuto l'impressione di parlare con un vero e proprio mostro.
    Ecco cosa farò io... ho intenzione di dare la caccia a chi si è messo contro di noi... la mia adorata Nefertiti non mi perdonerà mai se non gli darò un collo in cui affondare i denti... e non vedo l'ora di lasciarglielo fare.
    C'era una perversa eccitazione in quelle parole, Sae poteva sentire il suo brivido e se anche lei ardeva solo un pò di sete di vendetta, sarebbe stata contagiata da quell'eccitazione, almeno un pò. Thresh a quel punto sollevò anche l'altra mano, che teneva l'estremità opposta della catena della sua lanterna: stringeva tra le mani un falcetto verde, un'arma tanto affilata quanto inquietante che ora stava puntando verso di lei, con aria quasi minacciosa.
    Pertanto farò tutto ciò che è in mio potere per riuscire a trovarli. E se fallirò mi servirò di te. E se non vorrai farlo di tua iniziativa allora... mi assicurerò che tu abbia un buon motivo per farlo, stavolta. Non fraintendermi... solo perché non faccio questo genere di cose, non significa che tu non faccia bene a temermi, Sae. Fino ad ora siamo stati alleati, ti ho fatto una promessa e intendo mantenerla, ma ti ho anche già spiegato come funziona la scala delle mie priorità: i miei ragazzi vengono prima di ogni altra cosa. Quindi se devo far stridere il nostro contratto per aiutarli non sarai tu ad avere la precedenza, sappilo.
    Non era una minaccia, era qualcosa di più subdolo. La stava mettendo alla prova. Non voleva spaventarla e basta, non avrebbe avuto senso. Voleva vedere piuttosto quanto anche lei fosse davvero coinvolta in quella situazione. Quanto era "DAVVERO" una brava persona. Se anche lei poteva lasciarsi affascinare dalla sete di vendetta, dal potenziale del suo potere, e da cosa poteva fare quando invece di fare la vittima si trasformava invece nella carnefice. Abbassò il falcetto a quel punto, senza spegnere la trasformazione, ma assumendo un tono più pacato e... complice.
    Oppure puoi stare dalla mia parte di tua spontanea iniziativa. Puoi decidere che sei stanca di fare la persona normale intrappolata in questo bosco oscuro... puoi smettere di essere il fiammifero che ha paura di spegnersi ad ogni fiato, e fare DAVVERO qualcosa per i MIEI ragazzi, qualcosa che li renda altrettanto TUOI. Sappi solo che questa non è una battaglia che si può vincere con le chiacchiere. Questa è l'oscurità... l'oscurità vera. Non ti hanno chiesto gentilmente la strada per il Guf... hanno deciso di prendersela aprendo il culo di una delle tue studentesse, e probabilmente faranno lo stesso, ancora e ancora... prima con Mike... poi magari con te... e poi chi lo sa, con tua figlia. Sei disposta ad aspettare che succeda... o vuoi fare la tua schifosa parte per una volta?
    Sapeva che la stava mettendo all'angolo, ma era elettrizzante. Sae doveva rendersi conto che ogni volta che aveva mantenuto le distanze, era stata cauta e pacata, le cose non avevano fatto altro che peggiorare o sfuggire al suo controllo. Doveva convincerla che doveva prendere l'iniziativa, solo quello sarebbe stato il passo deciso verso l'oscurità che Thresh tanto desiderava. Uno solo... non chiedeva altro.

    Edited by BOLSHAK VS DOOM - 16/2/2024, 14:09
     
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