L'incubo del grano rosso

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    Nefertiti non riusciva a crederci, le parole di Thresh la eccitavano da impazzire, le davano appagamento, ma allo stesso tempo sconforto, come poteva capire se erano vere? Come poteva essere che lui la amasse? Lei era una mocciosa in confronto a lui, mancava di esperienza anche sentimentalmente, come poteva essersi innamorato di lei? Le sembrava impossibile assurdo. Cosa poteva offrire lei ad un uomo così potente, così enigmatico? Sapeva che aveva avuto mille donne, e non poteva credere che lei fra tutte lo aveva colpito nel cuore. Perché? Perché lei? Perché pensare di essere amata da lui la rendeva così immensamente felice, ma allo stesso tempo ne aveva paura? Il suo cuore batteva all'impazzata, le mancava il respiro per il piacere che divenne via via più intenso. Le chiese se pensasse che fossero false, le chiese di ascoltarlo ancora, e subito dopo sentì la sua lingua bollente contro il suo viso, mentre raccoglieva quella lacrima salmastra che le rigava il viso. La sua voce rotta dal piacere, appassionata la eccitava. Non si scostò da lui, anzi quando lo sentì con la lingua sul viso si premette contro di lui, quasi come un gattino in cerca di coccole. Thresh non le aveva mai mentito, piuttosto era sempre stato così fastidiosamente diretto e crudelmente sincero. Le aveva detto cose che lei non aveva mai osato pensare. Quindi era vero? La amava? Non gli fece nemmeno finire di parlare, che la bocca di Nefertiti si fiondò contro quella di Thresh, infilandogli la lingua in bocca, fin da subito passionale. Ansando e soffocando i gemiti direttamente nella bocca del suo amante. Lo assecondava nei movimenti, spingendosi contro di lui quando spingeva e ritirandosi quando lui si ritirava, così da rendere l'amplesso molto più violento e deciso. Ogni volta che affondava, Nefertiti tremava in tutto il corpo. Si beò di lui, chiuse gli occhi per sentire i suoi gemiti, per percepire il suo corpo di acciaio che la premeva contro il materasso, la lingua che le scivolava in bocca, il suo odore, ed ovviamente il suo enorme cazzo che sembrava volesse impalarla. Non le serviva cercare sensazioni forti che le avrebbe dato il dolore, non le serviva mettere alla prova i suoi limiti. Ciò che voleva in quel momento era solo lui, sentirlo vicino, sentirlo sincero. Di tanto in tanto metteva in tensione i muscoli pelvici, così che oltre alle contrazioni naturali della sua cervice, lo stringeva con più forza, quasi avesse voluto mungerlo dentro di lei. Gli afferrò la mano che prima le stringeva il seno, per invitarlo a massaggiarla, a stuzzicarla ad afferrarla il più possibile. Desiderava che avesse altre braccia con cui afferrarla, altri peni con cui penetrarla e farla sentire totalmente avvolta da lui.
     
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    Dato che le loro forze erano completamente distratte, i poteri che alimentavano quelle oscure lanterne non potevano fare altro che osservare in silenzio quello sfogo di passione irrefrenabile e crescente, mentre i due amanti si consumavano inarrestabili e colmi di voglia, decisi ad andare avanti finché i loro corpi avrebbero resistito... e quei corpi potevano resistere per sempre. Nefertiti accolse il bacio di Thresh e per quanto fosse frustrante non esercitare ogni goccia del suo potere per farla godere, il non morto si beò di quanto intenso fosse quel momento nella usa semplicità, rendendosi conto che lei lo stava assecondando, invitandolo a scoparla più forte, a prenderla, a farla sua. Non avevano abbastanza corpi per potersi soddisfare in quella maniera, tanto erano potenti i loro sentimenti. Ma se da una parte si stavano godendo quell'istante senza interruzioni, dall'altra i loro poteri non potevano restarsene con le "mani in mano", o in questo caso con le lanterne in mano. Quegli oscuri strumenti avevano iniziato a volteggiare intorno a loro oramai da un pò, come se stessero dando inizio ad un perverso rituale in attesa di un comando da seguire. Thresh non aveva sentito il bisogno di usare uno dei suoi trucchi, ne aveva già messi a disposizione abbastanza, ma Nefertiti non era di certo esperta quanto lui a controllare un simile potere, quindi le lanterne seguirono l'istinto della ragazza, avvolgendo con le loro fiamme il letto per intero, circondando i due amanti e ascoltando l'unica preghiera che Nefertiti aveva espresso distintamente da quando aveva perso il controllo. L'influenza delle lanterne accese i poteri di entrambi, senza controllo: le mani avvolte intorno ai seni di Nefertiti si accesero di una densissima fiamma verde e le labbra di Thresh si fecero incandescenti, come se si stesse per trasformare. I brividi di piacere sul corpo di Nefertiti si cristallizzarono come un'onda di oscurità che convergeva verso il suo amante, prima semplicemente carezzandolo, poi unendosi a lui come se le fiamme verdi del non morto potessero sciogliere i cristalli della sua diletta per fonderli in una cosa soltanto. Fu un momento intenso per loro, anche se i loro corpi non giunsero all'estasi fu come se le loro energie avessero raggiunto l'orgasmo all'unisono in maniera esplosiva, stordendoli entrambi ma senza impedire loro di continuare cosa stavano facendo. Quando i sensi tornarono a funzionare in maniera chiara, Nefertiti si sentì afferrare da qualcosa che non la stava possedendo: una mano bollente, artigliata, che la prese per la spalla. Un'altra massiccia, vigorosa, ammantata da una forza spirituale diversa da quella di Thresh, "viva" e potente, la prese per la mano. Infine un tocco a dir poco spettrale, come se una fiamma verde densa avesse preso forma e corpo, consistente per quanto eterea, la prese per il mento costringendola ad alzare lo sguardo. E mentre quelle mani afferravano lei... al tempo stesso, quelle del professore afferravano loro, fissando con diffidenza lo spettacolo che si era manifestato.
    Oh, mia adorata... te lo avevo detto che dovevi stare attenta a cosa desideravi...
    Vicini e seduti sul letto, prossimi a chiudere le distanze con Nefertiti, c'erano altri tre Thresh che per aspetto e fattezze differivano molto dal professore, eppure risultavano così maledettamente riconoscibili che era impossibile confonderli. Uno non somigliava affatto ad un non morto, anzi era mostruoso: aveva il corpo coperto di scaglie nere, marchiate da simboli runici che sembravano quasi delle catene verde spento dipinte direttamente sul suo corpo. Nonostante il muso allungato, le fauci e le corna simili a dei lunghi capelli rivolti verso l'alto, lo sguardo era quello di Thresh e le punte di un paio di quelle corna somigliavano a dei ganci. Un altro di loro era identico in tutto e per tutto a Thresh, ma aveva un colorito del corpo naturale, una pelle leggermente abbronzata e i capelli più lunghi e vaporosi, di un rosso ramato e completamente liberi, privi di trecce o legacci. Sembrava una versione "viva" di Thresh, più tonica e con più pelo sul corpo a differenza del fisico glabro del non morto. L'ultimo corpo era totalmente spirituale, sembrava fatto di pura fiamma verde: i suoi tratti e le dimensioni del suo corpo erano distinte, ma portava addosso dei segni rossicci dal colore spento, come se delle mani avessero provato a tirarlo via, facendogli del male. Quando Thresh li "riconobbe," mise di tenerli. Istintivamente si era preoccupato di difendere Nefertiti, ma adesso che li riconosceva poteva capire perfettamente cos'era successo. Thresh era sempre stato estremamente sensibili alla magia, e la sua lanterna gli aveva permesso di lasciarsi influenzare da essa in molti modi. In particolare con le sue amanti, quel genere di influenza era capitato fin troppo spesso: rivedeva in quei corpi creati il potere di Cia, di Midna, di Desdemona, perfino di Sae e altre ancora. Evidentemente Nefertiti aveva poteri al di fuori della comprensione di Thresh ed era riuscita a dare forma ai suoi stessi desideri... un pò come se fosse gelosa di ciò che le altre avevano fatto con lui, e adesso (come promesso) erano solo sue, almeno per quella notte. Quei corpi non erano spenti né vuoti, anzi dal loro sguardo sembravano confusi e curiosi proprio come "l'originale", ma a giudicare dal sorriso malefico che si scambiarono tutti e tre assieme era evidente che nessuno sarebbe finito nel panico. A parte Nefertiti, probabilmente.
    Forse tutta la notte non ti basterà...
    Thresh la afferrò con forza, tirandola verso di sé, per poi sedersi con le gambe quasi conserte sul letto, mentre teneva le gambe di Nefertiti per l'articolazione delle ginocchia. Si trasformò nelal sua perversa poltrona di carne, senza permettere ad un singolo centimetro della sua verga di uscire da dentro di lei. Si assicurò, però, di tenere le gambe della ragazza quanto più spalancate possibile, in modo che tutti gli altri corpi potessero ammirare lo spettacolo che avevano creato. Da quella posizione, il gonfiore provocato dall'estrema penetrazione del sesso di Thresh dentro di lei era particolarmente visibile e pulsava sulla pelle bruna della ragazza. Non servirono inviti, perché i corpi dei nuovi Thresh si fiondarono immediatamente verso di lei. Lo spettro si mise alla sinistra della ragazza, carponi verso di lei, portando una di quelle mani spettrali all'altezza del suo sesso, e la bocca poco più su. Con le dita circondava la grossa amzza che la penetrava e le grandi labbra di lei, massaggiandole con impaziente perizia mentre torturava la clitoride, il tutto mentre teneva la bocca spalancata in prossimità del monte di venere, baciandola e leccandola, risalendo quel gonfiore dentro la sua carne fino a dedicarsi al suo ombelico, leccandolo come se stesse violando un nuovo pertugio. Il redivivo dai capelli rossi invece, si piantò all'altezza del suo petto, baciandole e tastandole il seno, tirandosi addosso a lei dal lato opposto a quello dello spirito come se volesse offrirle il suo corpo, massiccio e vigoroso come mai era stato quello di Thresh prima di allora. Massaggiava energicamente i suoi seni concentrando le dita sui capezzoli per torturarli, sembrava quasi che stesse cercando un modo per staccarle i piercing, ma non lo faceva per rendere tutto più interessante. Baciava e leccava la sua pelle, passando dai seni alla gola, facendole sentire tutta la sua impaziente passione, voglioso di averne di più. Il drago invece fu quello più spavaldo e impavido di tutti: non si chiese cosa poteva dare alla ragazza, ma cosa poteva prendersi. Nefertiti se lo ritrovò in piedi, di fianco a lei, con quella grossa mazza stesa in orizzontale davanti agli occhi, perfino più mostruosa di quanto la ricordasse. Nera, priva di quella delicata carne pallida che aveva imparato a conoscere. Sembrava un'arma a giudicare dalle scaglie nere che portava, ma quando pulsava intravedeva al suo interno dei flussi di energia verde, sembrava quasi un vulcano spettrale. Era una verga rovente che le sfiorava le labbra, impaziente di darle un assaggio. La invitava e la tentava a prenderlo in bocca, ma non la manipolò in nessun modo se non carezzandole la testa con quella mano scagliosa, coccolandola e sfregandola su di sé in maniera erotica e oscena. Dopotutto... quello era il suo desiderio. TUtti quei maestri erano lì solo per lei.
     
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    Nefertiti non era ancora in grado, o forse era meglio dire che non aveva ancora la totale consapevolezza di poter usare il potere delle lanterne in modo diverso da quello dei cristalli. Dopotutto era passata da essere totalmente inerme, con l'unica facoltà di guarire velocemente in modo impressionante, a quello di poter combattere, di poter usare quei strani cristalli per difendere se e proteggere i suoi amici. Non ne era ancora poi così esperta nell'uso, lo stava imparando ad usare pian piano. Non immaginava minimamente che in quella stanza le cose potevano prendere vita, a partire dai suoi sentimenti. Era totalmente presa dal voler sentire Thresh su di sé, gli infilava la lingua in bocca passionale, poi succhiava quella sua avidamente, gli strizzava le mani contro il suo seno. Spingeva i fianchi contro di lui, spalmando le natiche contro i suoi fianchi, premendo le spalle contro i suoi pettorali. Non si rese nemmeno conto che le fiamme delle lanterne avevano avvolto il letto e li avevano circondati. Nefertiti era certa che riusciva a sentirsi in quel modo solo con lui, quando si univano nella carne crogiolandosi nei loro sentimenti. Ed era tutto così maledettamente irresistibile, delizioso, l'energia del non morto la inebriava, accendeva i suo circuiti energetici e magici, si sentiva potente, imbattibile. Si lasciò trascinare da quelle sensazioni, come se fosse stata catturata dalla corrente di un fiume potente, ma che la cullava la faceva stare così maledettamente bene. I suoi sensi tornarono più vigili quando si sentì afferrare da una mano esterna. Ad un primo impatto quasi sospirò poiché aveva voluto altre mani di Thresh su di lei, ma la ragione la portò a pensare che Thresh ne aveva solo due, e che entrambe erano su di lei. Così si staccò dal bacio di Thresh, con un espressione ubriaca di piacere e potere. Confusa guardò le mani che la afferravano, e non capì subito cosa stava succedendo, si allarmò per un momento quando sentì anche Thresh irrigidirsi e mettersi in guardia. Poco dopo però iniziò a capire, e lo capì anche Thresh che sorridendo le ricordò che avrebbe dovuto stare attenta a ciò che desiderava. Nefertiti battè le palpebre incredula, e anche un poco confusa dal fatto che era consapevole che i desideri non erano controllabili, o meglio potevi evitare di realizzarli, ma non potevi impedirti di sentirli.
    Che succede? Esclamò confusa, con la voce ansante per via del fatto che era ancora unita nella carne al suo professore. C'erano altri uomini, e scrutandoli meglio Nefertiti si accorse che erano identici a Thresh, o meglio sembravano altre versioni di lui, come se si fossero materializzati davanti a lei alcuni dei professori di mondi paralleli: uno in cui era una sorta di dragonico, uno spettrale ed uno che sembrava vivo. Li fissò per un momento incredula, aggrottando la fronte perplessa nello scoprire che da vivo, Thresh aveva avuto i capelli rosso ramati, e la pelle scura, più simile alla sua. Per un momento pensò che stesse avendo le allucinazioni, ma sentiva distintamente le loro mani su di sé. Riconobbe in loro lo stesso sguardo e lo stesso sorriso del suo amato professore, non c'era alcun dubbio quelli erano tutti Thresh, ed erano in 4 adesso su di lei. Sudò freddo: trovava complicato e difficile gestire il piacere che provava con uno solo, che sarebbe successo con tre versioni diverse in più? Lui sembrava entusiasta, lei invece iniziava a preoccuparsi. Le morirono le parole in gola, non sapeva che dire, da come aveva parlato Thresh sembrava quasi che fosse stata colpa sua, ed in parte si rendeva conto che non era una cosa detta così tanto per. Ricordava distintamente il desiderio di avere più Thresh per lei. Non pensava però che si sarebbe realizzato seriamente. Bloccata in quel limbo di pensieri confusi, Thresh la tirò su esponendola agli altri, facendola arrossire vistosamente.
    Aa..aah aspetta... Balbettò timorosa, ma le furono addosso in pochissimi secondi. La versione spettrale si dedicò subito alle parti più sensibili del suo corpo, massaggiandola e facendola tremare già da subito, le sembrava assurdo che uno spettro riuscisse a rendere il suo tocco più profondo e misterioso di un normalissimo tocco fisico. Che cos'era? La versione viva invece si accanì sui seni, facendola rabbrividire di altro piacere. Thresh poteva sentire distintamente le carni di Nefertiti stringersi in spasmi continui. Era sicura che non era un sogno, anche se per un momento aveva pensato che fosse svenuta durante il sesso e stesse sognando quella assurdità. No, riusciva a sentirli distintamente su di lei, e la cosa più strana era che percepiva che non erano estranei, tutti loro emanavano la stessa energia, la stessa presenza di Thresh. Ed erano lì tutti per lei. Lo capì dal fatto che la terza versione, quella dragonica le piazzò davanti alle labbra la sua enorme verga, senza forzarla, tentandola invece come se quello fosse un delizioso frutto esotico che doveva solo decidere di cogliere. A quel punto Nefertiti era troppo ubriaca di sensazioni per poter ragionare lucidamente. Si lasciò andare, tirò fuori la lingua e saggiò quella verga enorme, piazzò una mano sul pettorale della versione rossa, stringendolo quasi avesse voluto sincerarsi che fosse tutto vero. L'altra mano invece la portò sulla nuca del Thresh "originale" incoraggiandolo ad andare avanti. Mugugnava di piacere, e si lasciò andare immergendosi totalmente nell'estasi di quei corpi. Ad un certo punto non capì più chi stava toccando, o cosa stava leccando e baciando, se lo stava godendo, come la più laida delle pervertite. Non poteva farne a meno, tutto quel ben di dio era lì per lei, ed era un sacrilegio ignorarli.
     
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    Nefertiti non avrebbe sentito solo il loro vigore, ma anche la gelosia di Thresh, forte perfino nei confronti di sé stesso. Infatti, appena la ragazza iniziò a toccare gli altri, il dragonico mostro in piedi davanti a lei allungò una mano scagliosa verso le ciocche di capelli sulla sua tempia, infilandoci dentro gli artigli per carezzarla in maniera quasi aggressiva, sembrava quasi volesse afferrarla con violenza ma tratteneva quel pensiero e quel desiderio, accompagnandola sulla sua verga. Si notava subito che non era un "vero"drago, ma piuttosto qualcosa di artificiale, creato con la magia. Le sue scaglie infatti non seguivano movimenti naturali, non si aprivano solo durante i movimenti più complessi ma sembravano quasi pulsare, attraversati da energia densa verde e luminescente nascosta sotto di esse. Sembrava quasi una sorta di armatura fatta di scaglie di drago che non una vera mutazione, fusa alla carne del non morto al punto da corromperla. L'esempio più lampante era proprio la sua verga, che in quell'istante si crogiolava sulla lingua e tra le labbra di Nefertiti, reagendo alla sua vogliosa dichiarazione perversa come se volesse ricambiare. La saliva della giovane apprendista si mescolò ben presto ai fluidi maschili che fuoriuscivano da quella carne, che trasudava magia non solo dall'uretra ma anche dalle scaglie più morbide che circondavano la cappella. La lingua e le labbra di Nefertiti divennero verdi come se avesse mangiato una di quelle caramelle dal gusto forte, abbastanza da macchiare anche la carne di chi le assapora, e si sarebbe lasciata inebriare da quel sapore intenso che sapeva di magia. Thresh non poteva godere del potere magico di Umbra, né sapeva come imbrigliarlo, non ne era capace, ma quando Cia aveva trasformato il suo corpo per goderne assieme quella forza era stata sua per un breve momento, e anche se non poteva controllarla Nefertiti ne poteva godere ampiamente. Forse non avrebbe mai trovato un cazzo più gustoso da assaporare con la bocca di quello. Salvo trovare un vero drago, ovviamente... quel tipo di magia neanche il labirinto può imitarla. Per quanto fosse piacevole quella situazione, il dragonico Thresh non cedette mai alla tentazione di spingersi più del necessario e violarle la gola in un solo colpo: con quelle dimensioni sarebbe stato doloroso e complesso, ma la voglia era facile da leggere nei suoi occhi affilati e mostruosi. Avrebbe lasciato che fosse Nefertiti a farsi avanti, senza fretta, conscio che anche a lei ben presto non sarebbe più bastato. Dopotutto, come poteva? La verga del suo maestro era vigorosa e possente, spingeva dentro di lei con grande entusiasmo ad ogni stretta che Nefertiti le concedeva, ma quando c'erano gli sguardi di così tanti Thresh vogliosi su di lei, uno solo bastava davvero?
    Anche il Thresh "vivo" aveva qualcosa di insolito, dopotutto l'avevano "risvegliato" proprio le streghe più anziane ed esperte con cui aveva giaciuto il non morto, ma in quel caso la magia di Umbra non lo aveva contaminato come quando era successo con Cia, bensì lo aveva riportato ad uno stato precedente alla non morte, seppur per poco tempo. Un evento che lo aveva senz'altro riempito di potere magico, ma che non aveva superato il suo. Infatti, Nefertiti poteva sentire un calore diverso provenire da quelle mani, era un pò come se il potere della lanterna di Thresh fosse più forte in quel corpo, vigoroso e tonico, a differenza di quello "normale" da zombie. Thresh era possente anche nel suo stato "deperito", vero, ma evidentemente il suo reale fisico poteva essere ancora più vigoroso, e quella copia ne era la dimostrazione. Quindi Thresh era ancora più potente da vivo? La non morte era un limite per lui? Assurdo da pensarci. Di sicuro però era un bene che quella versione del professore avesse deciso di dedicarsi proprio al suo seno, perché altrimenti non avrebbe potuto godersi il suo "respiro". Già, forse normalmente Nefertiti non ci aveva mai fatto caso, ma il suo professore non le sospirava addosso perché gli fiato gli era stato mozzato. Quello che sentiva era una sorta di "flusso magico" che Thresh scaricava naturalmente per l'eccitazione. Caldo, inebriante, assuefacente, ma comunque artificiale per certi versi. Quello che carezzava adesso la sua pelle bruna e i suoi capezzoli tesi, reso ancora più intenso dalla saliva lasciata a suon di avide lappate, era un respiro vero, vivo, caldo, impaziente. Esprimeva davvero passione, molto più di quanto le dita stessero stringendo le sue carni. Con estrema perizia, il corpo vivo di Thresh sciolse la stretta dei piercing in modo da liberare i capezzoli di Nefertiti, ma dando prova di essere estremamente potente in quel momento, gli indici di quell'amante si infilarono dentro i capezzoli stessi di Nefertiti, penetrandoli come se fossero altri caldi pertugi con cui stimolarla. Venne naturale proprio come se quei buchi ci fossero sempre stati, e forse era colpa della magia perversa del professore, uno dei tanti motivi per cui le aveva fatto un simile dono. Un pervertito inguaribile. La stimolazione divenne più intensa e intima, di sicuro Nefertiti non era pronta a provarla ma sarebbe stato esattamente come avere altre due fiche bollenti e impazienti che venivano stuzzicate e stimolate come mai prima di allora.

    Non sono io a controllarli... e non sei neanche tu. Rispondono al tuo desiderio... e più cresce, più ne vogliono. Sei davvero ingorda Nefertiti... mi rendi estremamente orgoglioso...
    Thresh articolò quella frase negli spasmi più totali, era preso dal piacere a sua volta come se stesse provando quello che assaporavano i suoi corpi assieme a loro. La voce spezzata del professore risuonò anche attraverso il suo corpo spirituale, che lampeggiava come se stesse mandando lo stesso messaggio direttamente all'anima di Nefertiti. Se le orecchie della ragazza fossero state troppo distratte per cogliere quel messaggio, quel corpo lo avrebbe spedito direttamente dentro di lei, proprio come stava facendo con le sue attenzioni. Nefertiti poteva sentire le mani di quella creatura, così come le sue labbra e la sua lingua, non limitarsi semplicemente a stuzzicarla e palparla, ma penetravano dentro di lei come e fosse un liquido ectoplasmatico che si spalmava sulla sue membra e le toccava sempre più in profondità. Sembrava quasi che stesse cercando l'anima di Nefertiti per tirarla fuori, e nel tentativo la toccava sempre più intimamente, avvolgendo al verga del professore e rendendola più calda, più forte, più impaziente.
    Desideralo ancora... esprimi i tuoi desideri... dì che ne vuoi di più...
    Quella squadra di mostri perversi continuò a stuzzicarla a lungo prima di impartire quel nuovo suggerimento, il cui scopo era semplicemente dargliene ancora, farle desiderare ancora di più e sfogare assieme tutta quella perversione che avevano generato in un unica, singola stanza, fuori dal mondo, che esiste solo per loro due.
     
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    Nefertiti si sentiva immersa in un sogno, quello che stava vivendo era così irreale, ma le sensazioni invece erano così reali. L'odore ed il sapore di quella verga davanti a lei. Le mani e le bocche che si erano accanite sul suo corpo sensibile. Aveva del timore dentro di lei, non era di certo abituata ad amoreggiare con più persone. Si sentiva impacciata, ma bastò quella piccola carezza fra i suoi capelli, percepire il desiderio di lui e poi la gelosia per non farsi assalire dalla paura. Esitò un momento, non aspettandosi di percepire un tale sentimento da parte del professore. Eppure lei sentiva che quei tre esseri che si stavano dedicando a lei erano sempre lui, erano la versione diversa di lui, in un certo senso le ricordò vagamente i videogame che permettevano di cambiare l'aspetto del personaggio usando contesti differenti. Non sapeva esattamente dove mettere le mani per prima, ma in quel frangente non le dispiaceva affatto sentirli totalmente devoti a lei. Era così bello averlo tutto per sé, sentirsi così desiderata da lui. Era troppo eccitata per fare dei ragionamenti sensati, ciò che riuscì a pensare piuttosto fu che aveva tutto quel ben di dio tutto per sé, e non doveva nemmeno avere paura di offendere qualcuno, poiché era sempre lui, e si stavano impegnando tutti per farla godere al meglio. Non si chiese cosa fosse quel fluido verdognolo, sentiva che era irresitibile e lo divorava, leccando quella verga che ,nonostante il colore fosse diverso, conservava tutte le caratteristiche del suo adorato professore. Sentiva provenire da quel cazzo qualcos'altro, molto più flebile dell'energia delle lanterne, qualcosa che però le era molto familiare ma che allo stesso tempo non riusciva a ricordare. Lo sentiva provenire anche dal Thresh "vivo". Solleticava qualcosa nel fondo della sua essenza che la invogliava ad assaporarne di più. Non poteva nemmeno immaginare che la forma dragonica in realtà era frutto di un incantesimo di umbra. Lo leccava avida, lo faceva scivolare in bocca, fino a sentire soffocarsi in profondità nella gola, lo faceva con calma, con perizia, come se si stesse studiando quel fallo magico oltre che goderselo. Il Thresh vivo le regalava brividi profondi, sentiva il suo calore molto più intenso, qualcosa che le faceva capire che era vivo, potente e ironicamente più spaventoso della versione zombie. Continuava a toccarlo, a carezzare la pelle bruna, quasi non riuscisse a credere che fosse così vigoroso. Mentre si gustava la verga del dragonico, sentì i piercing abbandonarla, i capezzoli le sembrarono così leggeri, bruciavano leggermente, e subito dopo una strana sensazione pervase quei punti sensibili, costringendola a fermarsi un momento per vedere che diamine stava succedendo. Fu una sensazione di piacere diversa dal calore della lingua o dai pizzichi delle dita, era molto più intenso, e le scappò un profondo gemito mentre con gli occhi strabuzzati per la sorpresa notò che le dita del professore si erano infilati in quei minuscoli fori, come se fossero stati capaci da sempre di potersi allargare in quel modo osceno e innaturale. Non trovò parole per rimproverarlo o per chiedergli come diamine avesse fatto. Le stille di piacere erano continue e le mandarono presto in tilt il cervello, senza contare che la sua fica era martellata da Thresh e continuava a farla godere da impazzire. Lui le fece presente che non era lui a controllare la volontà di quei "intrusi" che rispondevano unicamente al suo desiderio, come se il suo istinto li portasse a farli agire. Non credeva che fosse del tutto vero, non aveva pensato di volere delle dita dentro i suoi capezzoli, era un idea che nemmeno l'aveva sfiorata, poiché non pensava di poter fare una cosa simile. Come se non bastasse l'ultimo Thresh, quello spettrale le continuava a dare sensazioni impossibili da decifrare con la mente così ubriaca di piacere. I suoi gemiti si fecero sempre più acuti, sentiva che stava di nuovo per arrivare ad un orgasmo. Forse ne aveva avuto già altri più piccoli, non riusciva nemmeno a capirlo perché il piacere era davvero travolgente.
    la voce di Thresh continuava a cullarla a invitarla a rimanere vigile e chiedere.

    Aah sìì, tutto, tutti... di più... Non fu in grado di fare un discorso sensato, ma fece capire con i gesti che li voleva tutti su di sé, dentro di lei. Tornò a succhiare il cazzo del dragonico con parecchia più foga, tirando fuori la lingua come se avesse voluto assaporarlo totalmente con la bocca. Ancheggiava con i fianchi, così da sentire la cappella di Thresh spalmarsi contro il suo utero e darle perfino stille di dolore, raggiunse un orgasmo, tremando e sbavando in preda all'estasi. Eppure non fu appagante, non voleva fermarsi. La mano che palpava il petto del Thresh vivo si spostò sulla sua erezione, lo masturbava senza tanti complimenti, tastando anche i suoi testicoli con le dita di tanto in tanto. Abbandonò la verga del dragonico, annaspando aria, che faceva vibrare un vistoso filo di saliva che li univa ancora.
    Ti voglio, in tutti i miei buchi, scopami nel culo, nella figa, nella bocca, voglio sapere cosa si prova a diventare scema a suon del tuo cazzo. Dopo quelle parole tornò di nuovo a succhiare a masturbare con entrambe le mani con la bocca, con la sua carne. Sembrava un digiuno di mesi su una tavola imbandita di cibo. Non si stava vergognando di mostrarsi così piena di desiderio, così oscena per lui.
     
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    L'orgasmo e le parole di Nefertiti accompagnarono con entusiasmo quella scoperta perversa, un mondo di lussuria creato appositamente per lei che in quel momento le apparteneva in maniera esclusiva. Nefertiti aveva creato con l'aiuto del suo maestro un harem perfetto, un segreto solo tra di loro senza nessuna pretesa che non fosse il piacere reciproco, e dal modo in cui i cazzi di quei Thresh impazienti vibravano sopra e dentro di lei, era chiaro che non speravano di sentire altro. Il piacere della ragazza aveva oramai preso il sopravvento, e quello che in un primo momento era stato il desiderio di scaldarla e lasciare che si abituasse gradualmente alla novità, adesso era un cocente desiderio che usciva all'unisono da tutti i suoi amanti e diventava difficile, se non impossibile da trattenere. Non ci furono né sguardi né sorrisi d'intesa, quei corpi stavano agendo di puro istinto e probabilmente sarebbe sbagliato dire che si coordinarono alla perfezione, ma riuscirono a non litigare se non altro. Il primo passo fu sentire la verga nella sua gola e quella dentro il suo utero che scivolavano lentamente dal suo corpo: lo fecero con poco entusiasmo, pulsando forte dentro di lei come se stessero esitando, incapaci di abbandonarla completamente. Il professore originale si lasciò sfuggire un gemito di disappunto quando la carne della sua diletta smise di avvolgerlo, lo fece con molta calma, stringendo la sua stessa verga tra le dita della mano destra, dita che si accanirono sulle carni di Nefertiti quando furono vuote, masturbandole con aria impaziente mentre la cappella scivolava vogliosa sulla carne umida del suo perineo, cercando un altro anfratto da violare. Le dita del Thresh vivo si staccarono dai suoi seni, lasciandoli insoddisfatti a penzolare con quei buchino leggermente dilatati che si contorcevano come carni vogliose, mentre si piazzava impaziente davanti a lei. Mentre la cappella dello zombie iniziava a farsi strada dentro il suo culo, gradualmente Nefertiti vide chiaramente il Thresh vivo che la fissava negli occhi con un desiderio assolutamente impaziente. Nella sua carne c'era un vigore assurdo, superiore a quello di tutti gli altri, un vigore mascolino, un desiderio imponente come se volesse metterla incinta solo con lo sguardo. Una fortuna che quella fosse, in effetti, solo una materializzazione dei desideri di Nefertiti, altrimenti di sicuro in quello stato il suo amante avrebbe potuto fare scelte poco etiche, e non esitò nemmeno a dirglielo.
    Ti verrò dentro fino all'ultima goccia... ti farò traboccare di me... fino a che non ci sarà solo il mio seme...
    Il modo in cui fece scivolare la sua verga dentro di lei, spingendola verso il basso, fu così irruento e veloce da non farle neanche il tempo di rigenerare l'imene, e la spinse verso il basso obbligando il suo corpo a venire impalato dall'enorme verga dello zombie, trasformando quella penetrazione anale graduale in una doppia penetrazione estrema ed improvvisa. Nefertiti si ritrovò ben presto stretta tra due fuochi, incapace di toccare terra come sospesa in un vuoto di puro piacere. Ma di vuoto, in quel momento, non c'era niente: la carne gonfia e venosa del suo professore le attraversava le carni in maniere nettamente distinte. Dentro il suo culo poteva sentire il tremolii di quelle protuberanze callose simili a punte tondeggianti che stimolavano ogni punto del suo culo, arrivandole fino allo stomaco e facendola sentire come una di quelle streghe impalate da parte a parte pronte all'esecuzione, ma in una maniera decisamente più perversa e meno pericolosa. L'altra, seppellita nella sua fica, tremava impaziente facendole sentire le vene gonfie e caldissime piene di sangue impazzito per lei, mentre la cappella pulsava impaziente di riempirle l'utero mentre lo conquistava spinta dopo spinta. I corpi perfetti dei suoi amanti l'avevano chiusa in una morsa irresistibile, erano pronti a partire, ma prima che Nefertiti potesse emettere anche solo un grido di piacere, venne subito intercettata dai restanti due amanti.
    La tua fame è irresistibile... voglio saziarla!
    Lo schiocco di entusiasmo della coda del Thresh dragonico riecheggiò nella stanza mentre pronunciava quelle parole e le afferrava la gola da dietro, obbligandola ad inarcarsi il più possibile, piegandosi su quei due amanti che avevano conquistato i suoi buchi e le avevano tolto le energie. In quel modo, il ventre di Nefertiti si trasformò in un ponte di lussuriosa carne, forse aveva fatto esercizi del genere solo in allenamenti più duri ma applicarlo al sesso era completamente diverso. Il suo corpo era in tensione a quel punto, bloccato da quelle carni immani e ben presto sarebbe stato ancora più difficile per lei, perché il dragonico insegnante l'aveva obbligata in quella posizione per unirsi alla festa: non le diede il tempo nemmeno di replicare, Nefertiti si ritrovò il grosso cazzo di quel drago in gola mentre dalla base della sua cloaca iniziava a fuoriuscire una massa di carne pulsante che somigliava ad un paio di testicoli, ma avvolti intorno alla sua stessa virilità. Questo non impedì alla massa immane di schiacciarsi contro il suo volto, annebbiandole i sensi col calore di un drago e l'odore pungente di un maschio impaziente di accoppiarsi. Il liquido verdastro che secerneva poi, era così pregno dio scura magia da somigliare al più delizioso e drogante cocktail che una strega potesse assaporare. La sensazione di sentirlo affondare dentro di lei, poi, fu assai amplificata dalla posizione scelta: da fuori, la gola di Nefertiti aveva preso l'aspetto di quella mostruosa virilità, che la attraversava impaziente, scopandole la bocca come se fosse una deliziosa fica. Le dita del dragonico avevano avvolto completamente la sua testa, tenendola ferma davanti a sé, senza perdere quel tocco arrogante e possessivo di prima. Le carezzava i capelli come poteva, e con i pollici che si incrociavano inevitabilmente sulla sua bocca carezzava le labbra carnose di Nefertiti come a volerla coccolare, a dirle che stava facendo un ottimo lavoro. Quella macchina perversa di cazzi che la impalavano in tutti i buchi trasformò quel ponte di carne in una danza oscena, resa ancora più eccitante dal seno morbido di Nefertiti che danzava in funzione dei loro affondi, abbandonato a sé stesso anche se non ancora per molto. Il Thresh spettrale infatti, rivendicò la sua parte a modo suo: attraversò il corpo di Nefertiti a partire dallo stomaco proprio come uno spettro evanescente, in modo che la sua verga da incubo si ritrovasse proprio in mezzo alle tette della ragazza. Usando le mani, afferrò quelle montagne di cioccolata perversa, avvolgendole con le sue dita e penetrando i due buchi aperti con i rispettivi indici e medi, iniziando a masturbarli come se fossero dei piccoli pertugi di piacere, allargandoli e affondando dentro di lei per lasciar scivolare al loro interno deliziosa energia spettrale. Quel potere rese i buchi più grandi e i seni aumentarono di qualche taglia, abbastanza da avvolgere completamente la sua verga spettrale. Mentre con le dita masturbava i suoi capezzoli, con le mani stringeva i seni intorno al suo cazzo, prendendo a muovere il bacino seguendo il ritmo di tutti gli altri, scopandosi il seno di Nefertiti e bloccando la ragazza con la sua presenza spirituale. Non c'erano solo tre enormi pali di carne a tenerla bloccata sul posto, ma c'era anche un vero e proprio spettro evanescente che la teneva bloccata in quel punto, impalandola più che letteralmente nell'anima e nello spirito mentre abusava di lei. Sae poteva fare una cosa del genere con i suoi poteri? Incredibile... neanche si rendeva conto di quanto fosse potente. Poco importa: ci avrebbe pensato Thresh a sfruttare quelle abilità, anche se solo momentaneamente, per poter soddisfare la sua preziosa diletta. Quell'estrema convergenza di carne perversa era solo per lei, e se Nefertiti pensava che non potessero andare oltre... avrebbe dovuto presto ricredersi: quello era solo l'inizio.
     
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