L'incubo del grano rosso

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    Durante il racconto di Sae, Banner no riuscì a nascondere una certa preoccupazione, celata e anche molto male solo da qualche movimento delle dita intorno alle labbra nella speranza che potessero mascherare le sue espressioni. Più Sae avanzava col discorso, più Banner si rendeva conto di quanto fosse degenerata velocemente la situazione, e proprio sotto il suo naso. Frustrazione e sensi di colpa si unirono alla miriade di emozioni che stava provando ma non interruppe Sae, ben consapevole che la donna davanti a lui stava facendo un grande sforzo per condividere tutte quelle esperienze, quasi nessuna troppo piacevole. Iniziò a mugugnare, con le labbra strette tra le dita e lo sguardo basso, perso nel vuoto.
    Santo cielo Sae... se non sapessi dove siamo ti direi che mi stai raccontando solo incubi e favole della buonanotte. Ma non ho motivo per dubitare.
    A giudicare da come aveva reagito sentendo parlare di Scorn e di Fortinbras, sembrava quasi che Sae gli stesse parlando di figure mitologiche che aveva sentito solo nei libri o in vecchie iscrizioni, chiaramente Banner non era mai entrato nel Labirinto e sapere che Sae riusciva a passare con tanta facilità era davvero stucchevole per lui. Per qualcuno che non usa il potere di una lanterna, entrare ed uscire dal Labirinto a proprio piacimento è un'impresa non da poco, ma Sae ne parlava come se fossero davvero solo brutti sogni. I "doni" che mostrava poi, suscitavano molto l'interesse di Banner.
    Capisco la tua paura, Sae. La capisco benissimo te l'assicuro. Ma adesso abbiamo deciso di aiutarci a vicenda, niente più segreti, quindi ho bisogno di sapere se hai con te altri... "souvenir", per così dire.
    Commentò mentre indicava il rosario che Sae portava al polso. Sembrava aver attirato molto la sua attenzione e già semplicemente dal riflesso dei suoi occhi, Sae poteva capire che Banner ne stava esaminando l'oscuro potere, tanto con timore quanto con fascino.
    Non che mi fidi, ma se Carnovash ti ha affidato qualcosa del genere significa che lui ha capito qualcosa che a noi sfugge. Vorrei sapere se ti ha dato anche altro, o se tu hai trovato altro. Del cubo già ne sappiamo parecchio, ma tutto il resto potrebbe essere un'informazione importante.
    Sae poteva dirgli che portava in petto un'arma spirituale pensata per un sacrificio umano? Banner sembrava davvero disposto a darle tutto ciò di cui aveva bisogno, nei limiti delle sue possibilità ovviamente. Dopotutto lui non sembrava esperto di Thresh e di Lanterne, non come Tarabas almeno, e probabilmente non aveva neanche un quadro chiaro su cosa stessero cercando di fare o lui o Vidocq. Sae poteva dirgli molto a quel punto, la misura dei segreti che la donna aveva custodito e che ora potevano essere messi a disposizione del professore dipendeva solo da lei.
     
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    Sae si aspettò qualche rimprovero da parte di Banner, ma aveva sottovalutato quanto in realtà lui avesse capito come si sentisse, e sopratutto che non era stato per niente facile per lei. Gli aveva solo fatto un sunto, ma lei ricordava parecchie altre cose spiacevoli. Sae in quel tempo in cui lo aveva lasciato da parte aveva imparato molte cose ed aveva saputo molte altre. Aveva così tante nozioni per la testa che non sapeva da dove iniziare a spiegargli come stavano le cose. Notò che guardava molto incuriosito il rosario, così lo tolse e glielo porse, per farglielo vedere da vicino. Forse lui avrebbe riconosciuto qualche runa, o magari essendo nerd di quel genere di artefatti poteva riconoscerci qualcosa di particolare.
    Sì, sono successe un mucchio di cose. Mormorò sospirando esausta. Banner le chiese se avesse altri "souvenir" con sè, a parte il cubo si intendeva. Sae distolse lo sguardo leggermente imbarazzata, ce l'aveva un altro souvenir, ma non poteva farglielo vedere al contrario del rosario.
    Sì, avrei dei piercing. Dopo le prime esperienze con il cubo, mi è capitato di fare un viaggio astrale, non fu come mi capitava di solito. Sono entrata in connessione con la dimensione del labirinto, vidi tante mani rosse che cercavano di afferrarmi e portarmi via. Non riuscivo a tornare nel mio corpo, ed è intervenuto Marcus, il figlio di Tarabas, o almeno credo che fosse il suo spirito o il suo potere. Lo so è assurdo, ma ricordo che sentivo la sua voce, mi diceva di tornare indietro. Gli ho chiesto aiuto perché non riuscivo a farlo, e quando sono tornata nel mio corpo, ho incontrato Thresh che ha notato che avevo qualcosa che non andava. Insomma per fartela breve mi ha dato dei piercing, che secondo lui avrebbero dovuto aiutarmi a tenere a bada le mie esplosioni di energia e potenziarmi così da avere un maggiore controllo sulle mie facoltà. Ha funzionato, sono diventata più sensibile, vedo con maggiore chiarezza e non finisco tutte le volte per svenire di fatica. Io credo che Thresh vuole aiutarmi perché vedo con troppa facilità il labirinto e riesco ad interagirci. Ogni volta che succede mi guarda con due occhi grandi come quelli di un bambino, pendendo dalle mie labbra. Ed infine non so se sia un vero "souvenir", ma quando sono finita nel labirinto una di queste notti, con il mio corpo astrale, sono finita davanti a Fortinbras, credo fosse una specie di regnante del posto, lo temevano tutti. Quando ne fui al cospetto, mi sentivo morire per quanto lo sentivo potente. Hanno provato ad attaccarmi, ma il rosario ha creato una sorta di barriera attorno a me che mi ha protetta. A quel punto Fortinbras, mi ha concesso una sola parola. E siccome ero disperata e desideravo il potere di poter aiutare mio marito, gli ho chiesto "potere". Non so come lo abbia interpretato lui. Ha incastonato dentro la mia anima una specie di pugnale, e mi ha detto di portargli il cuore di una lanterna, e più precisamente "colei che lui chiama "la mia tempesta"". Credo che quel "pugnale" dovrebbe essere l'arma con cui farlo. O forse è una specie di maledizione che si attiva quando quell'essere capirà che non potrò mai uccidere qualcuno. Insomma è sembrato troppo reale per essere solo un sogno. Ed anche Thresh crede che non sia stato solo un sogno.
    Fece di nuovo una pausa, per far metabolizzare gli eventi al suo amico.
    In tutto questo mi sento molto confusa riguardo a Thresh. Lui è l'unico essere vivente che non riesco a "sentire", ma ho sentito il suo potere ho capito che nella sua lanterna ci sono delle anime. Trattenere un anima è per i miei concetti sbagliato. Per non parlare del fatto che si atteggia a santone con i ragazzi... insomma dimmi la verità. Tu cosa pensi di Thresh? E' davvero un essere così pericoloso da dover togliere di mezzo come sostiene Tarabas?
     
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    Brividi sul volto e sulla schiena di Banner mentre Sae si apriva a lui: quell'uomo aveva cercato un approccio pacato e attento, mentre Sae si era gettata nel buio, forse più nolente che volente, ma senz'altro aveva fatto molti passi in luoghi oscuri che un tipo cauto come il professore non aveva nessuna intenzione di fare, non a cuor leggero se non altro. Il fatto poi che si fosse messa in contatto con una divinità blasfema stringendo un patto con lui era a dir poco terrificante, non solo per le implicazioni ma anche per le conseguenze. Sae portava davvero con sé un'arma del genere? Afferrando il rosario, Banner rimase ad ascoltarla cercando di prestare attenzione a entrambe le cose. Il racconto di Sae e ciò che gli stava mostrando era estremamente inquietante e pericoloso ma cercò di restare calmo e lucido, soprattutto perché sentiva che oramai era troppo tardi per darle avvertimenti. Quando Sae gli chiese cosa pensava di Thresh, Banner si portò un paio di dita sugli occhi per stropicciarli un attimo e fare mente locale, scacciando altri pensieri e concentrandosi su un discorso unico.
    Calma, ragioniamo con calma. Anzitutto non farti ingannare dai suoi trucchetti: la sua lanterna senza dubbio si "nutre" di anime ma di sicuro non va in giro a ostentare quelle che ci ha intrappolato dentro nel corso degli anni. Non fraintendermi... sono SICURO che lì dentro c'è qualcuno morto ammazzato, ma di sicuro non lo ha mostrato a me o a te. Di sicuro, se ha attivato i poteri di quella lanterna, ti ha fatto vedere "frammenti", o "echi" di quelle anime che ha portato con se. Sono solo "parte" di quell'anima, non l'anima intera di una persona.
    Quello che diceva Banner aveva senso, e spiegava anche come mai Thresh fosse così bravo ad affascinare gli altri. Le anime che aveva visto nella sua lanterna Sae, dopotutto, erano monotone. Ripetevano sempre le stesse cose e sembravano bloccate in un loop eterno, intente a ripetere lo stesso momento cristallizzato. Probabilmente, le anime che Thresh metteva in mostra erano frammenti di esperienze ed emozioni che aveva rubato in momenti particolari, come quando avevano fatto sesso assieme. Anche lei che si era "nutrita" di Mike non lo aveva sicuramente privato del suo spirito, ma solo di una parte. Banner le stava suggerendo che un anima intera strappata ad un corpo funzionava in maniera decisamente diversa rispetto all'eco di un frammento di essa, e questo aveva perfettamente senso in base all'esperienza di Sae e ciò che aveva visto. Dunque Thresh aveva un lato probabilmente molto più spaventoso, celato, che ancora non aveva rivelato.
    Detto ciò, se ti sta aiutando non è perché è un buon samaritano. La mia opinione è che ci sono solo due possibilità e sono una più inquietante dell'altra: la prima, è che probabilmente aiutandoti si aspetta qualcosa in cambio, magari farti diventare più forte coincide con uno dei suoi obbiettivi e quando saprà di averti in pugno, non potrai negargli un "amichevole favore", come lo chiamerebbe lui. La seconda possibilità, e più inquietante, è che probabilmente ha visto in te qualcosa di... inspiegabile. Non ha nessun tornaconto, nessuno prevedibile almeno, ma crede che tu incarni qualcosa, ora non prendermi alla lettera ma magari per lui sei come una profezia. Sta cercando di farti maturare per qualche scopo che non riusciamo neanche concepire, e aiutarti è solo un modo per far accrescere i tuoi poteri nell'attesa che succeda qualcosa.
    A quel punto, mentre faceva scorrere gli inquietanti denti di quel rosario blasfemo tra le dita, Banner venne colto da un nuovo pensiero, che lo portò ad avvicinarsi quello strumento al volto.
    Oppure... c'è una terza possibilità.
    Lo sguardo che fino a un attimo prima era perso nel vuoto, tornò verso Sae, fissandola con estrema preoccupazione.
    Magari questo è solo un gioco perverso... dove tu, io e i ragazzi non siamo altro che pezzi da far marciare verso un oscuro banchetto. Forse quel pazzo sta portando avanti un rituale così grande che non riusciamo neanche a mettere insieme i pezzi, e quello che accade a te è solo un altro piccolo frammento di quello schema enorme che sta mettendo assieme. Ma cosa potrebbe fare di così terribile? Possibile che questo sia solo il suo personalissimo teatro degli orrori? E' davvero difficile starci dietro...
    Banner la stava aiutando a mettere assieme i pezzi ma era evidente che mancava un'informazione chiave. E anche sapendo del talento di Mike, dell'esistenza del Guf o degli obbiettivi di Vidocq, mancava ancora qualcosa di così intrinsecamente profondo che non permetteva a niente di avere senso. Perché Tarabas? Perché Sae? Perché la sapienza? Cosa aveva visto Thresh che a tutti gli altri mancava? Prima che il cervello potesse esplodere per le troppe congetture, Banner ebbe un'intuizione che lo portò su altri lidi.
    Io... per quanto mi sforzi non riesco a riconoscere i denti che compongono questo rosario. Di che cosa è fatto? Sembrano appartenere a tante creature diverse, eppure sono tutti così simili...
    Thresh non le aveva spiegato nulla di quel rosario, aveva semplicemente affidato a lei quel prezioso strumento senza darle altre nozioni. Poi, col tempo, Sae era riuscita in qualche modo a farlo suo. Ma anche in quel caso brancolava nel buio: come si era legato a lei, e perché? In qualche modo, quel rosario la proteggeva dalle entità del labirinto, sia in senso fisico... che carnale. Che fosse il suo misterioso "amico" ad averla protetta in quel modo?
     
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    Sae si rendeva conto di aver inondato Banner di informazioni spiacevoli, ma a quel punto pensò che valesse la pena raccontargli le sue esperienze, in cerca di un vero alleato che potesse aiutarla in quel caos. Banner cercò di mettere un ordine ai loro discorsi e le disse ciò che pensava di Thresh, confermando i suoi sospetti ovvero che la lanterna si nutriva di anime, ma che non aveva mostrato mai una vera anima intrappolata lì dentro, solo dei frammenti. Stava per ribattere che dovrebbe essere impossibile intrappolare un anima intera contro il suo volere, ma dopo le sue esperienze, non volle dare niente per scontato. Se suo marito era intrappolato da qualche parte, anche una lanterna poteva intrappolarne qualcuna. In effetti nessuna di quelle anime che aveva sentito le era sembrata così profonda, ma erano tutte "contente" di essere lì a crogiolarsi nella lussuria. Era quindi possibile strappare un frammento di anima? A quel punto le venne in mente quando aveva provato a sondare con i suoi poteri l'anima ed il potere di Mike, scoprendo che era stata lei a lasciarci una sorta di "seme", quindi aveva lasciato un frammento della sua anima in Mike, ed era successo anche a Lancillotto? Visto che l'aveva stuprata?
    No, non è sicuro un buon samaritano. Commentò quando Banner le presentò alcune sue ipotesi, e Sae sospirò preoccupata poiché le prime due ipotesi le calzavano a pennello. Sae nascose il viso fra le mani, poggiando i gomiti sulle ginocchia, stropicciandosi la faccia confusa.
    Non riesco a capirlo nemmeno io, mi sono ritrovata a pensare che siano creature del labirinto. Dopotutto è lì che ha generato uno scudo protettivo su di me. Tornando a Tresh, a me sembra che siano vere tutte e tre le tue ipotesi. Lui si definisce uno studioso, ed io sono una specie di anomalia che gli è capitata fra le mani e cerca di studiarmi e quando capisce qualcosa sicuramente vorrà usarmi per qualche suo scopo personale. Continua a dirmi "Niente succede per caso", come se ci fosse un disegno divino che sta tracciando la mia strada. Ma oltre lui, c'è qualcosa, qualcuno di là che cerca di comunicare con me. Quell'essere mi ha protetta nei miei ultimi viaggi astrali nel labirinto. Qualcuno che mi ha protetta da quelle mani rosse, e mi aspetta. Non so chi sia, lo vedo sempre lontanissimo e l'unico dettaglio di lui che noto è la sua mano con sei dita. Ogni tanto mi manda delle visioni, degli impulsi come uno spirito tormentato che non riesce a farsi capire. Ragionare su Thresh sembrava solo aumentare altri dubbi ed interrogativi. Era impossibile capire cosa volesse fare, ed anche se Sae lo aveva portato a confessare cosa pensasse di Akira e ciò che aveva fatto, non la aiutava a capire quale fosse il suo scopo in tutto quello.
    Visto che ero già così infognata, ho pensato di sfruttarlo a mia volta, di usarlo per arrivare ai miei scopi. Ma probabilmente non ho fatto altro che danzare sul palmo della sua mano. Perché un uomo come lui nutre la fiducia di Zaborg?
     
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    Chiacchierare con Sae stava facendo suonare qualche campanello nella testa di Banner, si spremeva tanto le meningi quanto il mento serrato tra le dita, a caccia di tutti i ricordi e le nozioni che potevano essere loro utili in quel momento. Stava analizzando la situazione con metodo, senza scadere nel panico, anche per dimostrare a Sae che era possibile così che lei stessa non cascasse nel tranello del Labirinto: la più grande debolezza in certe situazione è proprio la paura.
    Disegno... divino?
    Borbottò tra sé, prima di alzare lo sguardo al cielo e allungare un braccio verso la sua borsa, da dove tirò fuori un grosso quaderno dalla quale fuoriuscivano svariati pezzi di foglietti, chiaramente appunti su appunti che si erano sovrapposti e accatastati nel tempo. Aprì un paio di pagine più grosse mostrandole poi a Sae: c'erano molti appunti scritti in maniera strana, pareva una lingua comprensibile ma in realtà era come specchiata e rovesciata, un modo molto intelligente e furbo per codificare i suoi stessi appunti, a dir poco geniale. Oltre alle scritte, c'erano delle riproduzioni schizzate di quelli che sembravano dei rilievi scolpiti nella roccia. Tra essi, era riconoscibile una figura che somigliava moltissimo a Fortinbras.
    Questi sono i miei appunti riguardo la trascrizione di un antico testo dei miei maestri, si riferiscono ad una guida che si faceva chiamare "Il Virgoforo di Kul-Manas". Attraverso i racconti di questo misterioso esploratore che pare conoscere molto bene il Labirinto, si hanno delle nozioni o quantomeno delle informazioni sulla mitologia di questo luogo.
    Non era la prima volta che Sae ne sentiva parlare, anche Tarabas aveva citato il Virgoforo riferendosi a dei testi antichi rinvenuti da alchimisti di alto livello, evidentemente Banner faceva parte di quest'ultima categoria, visto che ne parlava come se fosse qualcosa che aveva studiato.
    Nel Labirinto ci sono diverse Divinità, ognuna con la sua "Verità" che cerca di interpretare la visione della loro Dea. La figura di questa creatura è molto misteriosa, gli alchimisti la chiamavano "La strega Apocrypha" ma probabilmente la parola "Strega" è un'interpretazione semplicistica, nel senso che non ci sono parole nella nostra lingua per tradurre ciò che gli dei del Labirinto considerano una "Strega". Ad ogni modo, il passaggio non è chiaro, ma sembrerebbe che le divinità del Labirinto non siano tutte concordi su come vada interpretata la visione di Apocrypha. Ad esempio, nel caso di Fortinbras, si racconta che lui sia una specie di custode dei segreti, un campione eletto che ha trasformato il suo regno in un campo di battaglia per custodire i segreti del Labirinto da quelli che considera "Invasori", per "proteggere" la verità di Apocrypha, almeno secondo lui... almeno secondo gli scritti.
    Iniziò a grattarsi la testa ferocemente, mostrando una faccia frustrata. Si rendeva perfettamente conto che il discorso era estremamente vago, ma non poteva farci niente: per lui era come cercare di interpretare una mitologia antica e confusa scritta in una lingua che non aveva senso. Era già un miracolo che stessero collegando dei pezzi in qualche misura.
    Sappiamo che questa è solo "una" visione per questa verità, dato che esistono i cubi e le Lanterne, quindi è ovvio che in realtà ci sia una volontà che invece vuole degli invasori nel Labirinto, per qualche motivo. Il che spiegherebbe perché c'è tanto caos a proposito di questo luogo misterioso... quando cantano troppi galli non si fa mai giorno, suppongo.
    Si rese conto che quella linea di pensieri non stava portando da nessuna parte, quindi decise di cambiare argomento, parlando di qualcosa su cui poteva dirsi maggiormente ferrato.
    Il discorso sulle mani a sei dita è interessante, però... nella letteratura mistica, le 6 dita sono un simbolo di "inumanità", in senso stretto si tratterebbe di un livello superiore di "umanità", un concetto arcaico di "alieni", se vogliamo metterla così. Se consulti dei tomi abbastanza antichi, potrai vedere che molte guide su come ad esempio sviluppare una pietra filosofale oppure generare altri processi alchemici, sono rappresentati con mani che eseguono il processo, e hanno sei dita. Vorrebbe esprimere una "conoscenza superiore". Non è difficile immaginare che certi procedimenti siano stati suggeriti all'umanità da entità superiori, come aiuto o come baratto. Forse anche tu hai a che fare con una cosa del genere?
    Un angelo custode alieno? Un'idea simpatica, forse anche romantica, ma Sae avrebbe avuto la sensazione che quella fosse una risposta troppo semplice, troppo ovvia. Il suo "amico" non sembrava affatto un essere illuminato che voleva rivelarle una grande verità, o insegnarle i segreti dell'alchimia. Sembrava piuttosto un disperato, solitario, alla ricerca di un aiuto che neanche lui sapeva come chiedere, in una situazione non tanto lontana da quella in cui si trovava Sae, dopotutto. Forse a renderli affini non era un legame di angelo custode, ma la disperazione che li accomunava.
    Per finire, non credo che Zaborg nutra fiducia nei confronti di Carnovash, né di chiunque altro in questa scuola. Credo che stia semplicemente applicando una strategia di guerra: "conosci il tuo nemico". Lasciare i criminali e le entità pericolose in questo posto, controllati ma con la dovuta libertà, addirittura con la possibilità di reclutare nuovi "adepti" è il modo migliore per scoprire il modus operandi di certi pericoli. Zaborg non è un benefattore, è un combattente, e anche tra quelli come "noi" lui è qualche spanna sopra. Non si tratta solo di potere, ma di premeditazione bellica. Se i combattenti sono esperti di arti marziali, Zaborg è un soldato con i carri armati.
    Sottolineare quanto un monarca sia effettivamente potente veniva molto, molto più facile rispetto ad un vago discorso su mitologie di dimensioni oscure. Perfino tra i monarchi stessi Zaborg aveva la fama di secondo solo a Caius, Banner non stava tessendo le lodi di qualcuno che ammirava ma stava descrivendo una macchina di distruzione al livello di Thresh, se non di più.
     
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    Banner era concentratissimo, Sae lo seguiva con gli occhi notando che sembrava ricordare molte nozioni che aveva studiato o che lo avevano interessato. Tirò fuori appunti in codice, sorprendendo Sae che non riuscì a capire perché mai stesse codificando quei appunti. Li voleva tenere per sé non far capire niente magari a Thresh? Visto che si parlava del labirinto? Infine vide dei disegni di alcuni rilievi ed uno in particolare le ricordò tantissimo Fortinbras, quando lo riconobbe puntò subito il dito sulla figura:
    E' lui! Fece avvicinandosi di più a quei disegni per poterli osservare e capire se riuscisse a riconoscere qualcos'altro.
    La "divinità" che ho incontrato e che mi ha dato quel pugnale è questo qui, Fortinbras. Lo interruppe solo un attimo per poi continuare ad ascoltare ciò che aveva scoperto riguardo alla sua ricerca. La parola "Apocrypha" non le era nuova, le sembrava di averla sentita da qualche parte, ma sul momento non riusciva proprio a ricordare. Il discorso sulla "visione della dea" le ricordò molto quando Thresh le aveva fatto un confronto fra lui e Vidoq, anche loro avevano delle visioni molto diverse del proprio culto. Il non morto aveva definito Vidoq come una sorta di estremista, ma in cosa credeva il culto le risultava ancora fumoso e incerto. Se doveva giudicare da come si comportava il non morto e quelle anime che aveva sentito, le sembrava solo un covo di zozzoni, fissati con le torture.
    Ricordo che era circondato da esseri che gli somigliavano un poco, tutti molto simili tra di loro, mi sono sembrati dei soldati che gli obbedivano ciecamente. Adesso che mi parli di "custode" mi torna in mente che quando tirò fuori il pugnale, aveva aperto un vortice dimensionale, dove ci teneva altre armi, una in particolare mi aveva colpito, non so perché ma sembrava un cimelio potente. Somigliava ad una lancia rossa, ma l'ho vista per pochissimo. Picchiettava il dito sul mento, in cerca di altri ricordi importanti che però non le saltavano alla mente. A parte il nome della guida.
    Anche Tarabas mi aveva parlato del Virgoforo di Kul-Manas, e da quello che ho scoperto l'unica copia esistente si trova a Sonnenburg. Tu hai avuto modo di studiare l'albo?
    Banner condivise con lei anche le sue conoscenze riguardo alla figura con sei dita, parlandole di un simbolo che riguardava esseri "superiori" che in tempi remoti avevano avuto modo di far progredire l'umanità, condividendo con loro delle conoscenze. Sae cercò di spremersi le meningi, ma per il momento il suo "amico" aveva dato poche informazioni per poterla aiutare a capire di che tipo di creatura stesse parlando. La prima volta che lo aveva visto era stato durante un viaggio astrale notturno. In quel quadro, lontanissimo, somigliava più ad un simbolo. Le uniche volte in cui le era sembrato "vicino" era stato quando aveva attinto energia direttamente da Thresh.

    Più che un erudito che vuole condividere il suo sapere, sembra un disperato che cerca il mio aiuto. L'ho visto ancora pochissime volte, e quei enigmatici messaggi che mi ha mandato non mi aiutano a capire cosa vuole da me, o meglio come posso aiutarlo. Mi ha protetto, il che mi fa pensare che abbia facoltà che gli permettono di essere ad un gradino più alto a quelle inquietanti creature che allungano le loro mani verso di me, ma non ho altri indizi al momento. Confessò un pochino scoraggiata, prima che Banner le parlasse di Zaborg dando un immagine non proprio onesta del monarca. Continuava a pensare che mettere dei giovani vicino a dei criminali simili era controproducente sotto molti punti di vista. Il monarca però sembrava però così tanto sicuro di sé da credere in un progetto del genere. Non riusciva ancora a capire del tutto la visione del monarca, Banner sembrava un uomo che si era redento, che aveva trovato una vocazione buona, insomma si era ripulito ed aveva messo la testa apposto. Thresh non dava per niente quell'idea. Sae tornò a fissare Banner, grattandosi il mento pensierosa.
    Conosci il tuo nemico, eh? Anche tu sei considerato un "nemico" da Zaborg,giusto? Fai il bravo ragazzo perché ti piace la tua nuova vita? Cosa ti ha portato a cambiare strada? A parte le botte che hai preso da Zaborg si intende. Perché mi aiuti? Non hai paura di finire in grossissimi guai per colpa mia? Il tono di Sae non era sospettoso, anzi tutto l'inverso, era preoccupata, perché Banner al momento sembrava passarsela bene, e lui non covava sentimenti di vendetta nei confronti di Thresh. Aiutarla significava mischiarsi in faccende pericolose e soprattutto imprevedibili.
     
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    A Sonnenburg? Può essere... ci sono molte copie in giro, ma sarà un falso come tutti gli altri. Non ne ho mai visto uno originale.
    Borbottò tra sé, con aria poco seria. Non sembrava considerare plausibile la cosa, o quantomeno non una pista utile. Evidentemente un manoscritto così importante e prezioso doveva contenere delle informazioni vitali, e una narrazione profonda del Labirinto. Se davvero esistesse una cosa del genere, di sicuro tutti farebbero a gara per ottenerlo. Ma non era quello il caso: Banner aveva visto molte copie e nessuna di esse aveva le informazioni chiave, erano più che altro versioni parafrasate di quelle poche lettere e documenti ritrovati, roba per dilettanti poco interessante. Fu sorpreso però di come Sae parlava di quel misterioso "amico": invece di parlare di un'entità misteriosa pareva quasi che si stesse riferendo ad un barbone trovato vicino casa sua per sbaglio, smarrito in mezzo alla strada. Che situazione curiosa, la sua, Sae non aveva solo dei poteri unici ma sembrava anche ammantata da un velo di caos imprevedibile, difficile anche solo da decifrare, figurarsi prevedere. Quando però il discorso si fece più personale, Banner sobbalzò, rendendosi conto che l'idea di battersi con Zaborg gli aveva messo un brivido vistoso sulla schiena, impossibile da nascondere. Abbassò il capo e si passò una mano sulla nuca, lasciandola per tranquillizzarsi mentre cercava le parole giuste.
    Beh in realtà... se proprio vogliamo farla semplice... a questo progetto ci credo anche io.
    Tornò a guardarla, più risoluto, con uno sguardo sincero ma deciso.
    Non sempre ho messo i miei talenti al servizio degli altri, e quasi mai li ho usati per il bene. Sapere che c'è qualcuno che mi vuole dare una seconda possibilità... è una bella cosa. Ah, non fraintendermi... non parlo di Zaborg, lo so bene che quel tipo non mi manderebbe neanche un biglietto di auguri a Natale! Parlo dei nostri ragazzi...
    Il sorriso sognatore e colmo di speranza che si allargò a quel punto su volto di Banner si rivelò genuino e particolarmente caloroso. Quel tipo non sembrava né un assassino né un criminale, ma di sicuro aveva fatto scelte sbagliate nella sua vita. La redenzione, attraverso quelle giovani generazioni, era un dono per lui. Proprio come con Sae, i ragazzi della Sapienza, la gioventù di Roma, avevano fatto braccia nel suo cuore e adesso voleva non solo guidarli ed educarli, ma anche proteggerli. Forse non era quello lo scopo di Zaborg, ma di sicuro ne era nato qualcosa di buono.
    Credo che questa occasione sia la cosa migliore che mi sia capitata... fa ridere adesso perché qualche anno fa mai avrei pensato di dover ringraziare il governo dell'Impero per qualcosa, ma eccoci qui. Penso che se una mela marcia come me ha tirato fuori da questa storia qualcosa di buono, allora c'è davvero speranza per il progetto. Motivo per cui bisogna impedire a personaggi pericolosi come Carnovash di peggiorare la situazione...
    Banner non sperava solo di aiutare i ragazzi, ma anche di vedere altri tipi come lui che trovavano nuova motivazione e un senso ai loro talenti. Un messaggio positivo, per quanto nato dal marciume di una società che difficilmente si regola da sola.
     
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    Possibile che l'informazione che le avevano dato sia Tarabas che Thresh era falsa? Perché renderle appetibile quel tomo parlando proprio di Sonnenburg, se c'erano altre copie identiche in giro? Non nascose la sua perplessità, palesandola con una grattata dietro l'orecchio.
    Quindi Thresh mi ha mentito? Perché indicarmi quella città allora? Non ha senso. Affermò, confusa. Forse intendeva dirle che lei poteva trovare la copia originale usando i suoi poteri? Non riusciva proprio a capirlo. In ogni caso avrebbe scoperto qualcosa quando sarebbe riuscita ad andare a Sonnenburg, la gita scolastica ne era l'occasione perfetta. Si concentrò quindi sulla reazione di Banner e in un certo senso la divertì vederlo rabbrividire quando nominò "le botte di Zaborg", chissà se anche Thresh reagiva in qualche modo al nome del monarca? Tornando a Banner invece notò il suo sorriso sincero quando parlava dei ragazzi. Gli sorrise comprensiva, anche lei si era innamorata di quei ragazzi, erano tutti così promettenti, così in gamba che vederli diventare degli adulti di cui essere fiera le riempiva il cuore di gioia.
    In poche parole hai trovato la tua vocazione. Si lasciò sfuggire una piccola risatina complice, tipica di chi comprendeva bene di cosa stesse parlando il suo amico.
    Sai è stato propri lui, Carnovash, a dare a Mike un quaderno con le informazioni che riguardavano la squadra nera. Mike mi aveva spiegato che si era confidato con lui dicendogli che si sentiva turbato perché non si sentiva in grado di proteggere le persone che ama. E dopo avergli detto una delle sue massime criptiche gli ha passato quel quaderno, c'erano vari appunti sulla squadra nera e dei disegni di alcune armature che indossano. Sono certa che quel quaderno fosse suo, ne sentivo le tracce sopra. Li stava studiando, questo è certo. Da un lato posso capire che come insegnante abbia mostrato delle opzioni ad un ragazzo che cerca ancora la sua strada, ma Mike ha sviluppato da pochissimo i suoi poteri, prima di dedicarsi ad un percorso così impegnativo dovrebbe prima di tutto imparare a padroneggiare le sue abilità, no? Voleva dargli il beneficio del dubbio, magari non c'era sotto qualche strana macchinazione da parte sua anche su Mike. Volle confidargli le sue perplessità in cerca di un consiglio da parte sua. Sae però sentiva che aveva anche altro di cui discutere con lui. Così prese il cellulare e gli mostrò l'immagine che gli aveva mandato Marcus.
    Guarda questa immagine. Me l'ha mandata Marcus, senza scrivermi niente. Quest'occhio inquietante l'ho visto anche durante i miei viaggi astrali, ma inizio a pensare che forse me lo ha mandato per scogliere il legame spirituale che Tarabas aveva fatto con me? Avrebbe senso secondo te? Non sono un esperta di incantesimi di questo tipo, li ho sempre trovati ingiusti e barbarici. Oh Cavolo! Adesso capisco perché mi sentivo sempre osservata, erano loro due? Banner avrebbe potuto vedere benissimo il nervosismo che le fece stringere la mascella.
    Che figli di ... Strinse le labbra per impedirsi di dire la parolaccia, una abitudine che aveva preso da quando aveva avuto Aurora. Si sentiva presa in giro da quei due. Tarabas aveva agito sempre in modo subdolo, invece Marcus aveva fatto il finto tonto per tutto il tempo? A rischio di sembrare ritardato? Quindi aveva ragione nel dire che non avrebbe dovuto considerarlo uno degli studenti?
     
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    Dopo il breve momento di complicità dove entrambi resero chiarissimo anche solo con le emozioni quanto fosse importante quel posto per loro, Sae iniziò a perdere di vista il discorso lasciandosi andare ai suoi pensieri e alle congetture. La faccia curiosa di Banner non mutò minimamente nel vedere il disegno di quell'occhio, non gli diceva proprio niente e anzi il fatto che Sae ci stesse ricamando sopra qualcosa allarmò non poco il professore che sollevò le mani per invitarla a tranquillizzarsi, cercando di mettere fine a quel flusso di pensieri oramai lanciato a ruota libera verso il caos.
    Hey hey calma... ti stai perdendo! Ho conosciuto anche io Marcus e penso sia completamente diverso da suo padre, e poi che senso avrebbe mandarti un'immagine del genere solo per prenderti in giro? So che prende molto a cuore le rappresentazioni artistiche, magari ti ha preso in simpatia e ha voluto mostrarti qualcosa di fatto da lui, è un tipo eccentrico dovresti saperlo.
    Fece una breve pausa, lasciando che Sae si tranquillizzasse un pò, invitandola a ragionare meglio sulla figura di quel ragazzo. Immaginarlo complice di qualcuno, anche se era suo padre, risultava a dir poco surreale
    Per quanto riguarda Tarabas, probabilmente giocare con te e frugare tra le tue cose non è stato molto cavalleresco ma non mi sembra un machiavellico malvagio che non vede l'ora di farti soffrire. Siete entrati in contrasto, ma se ti allontani da lui non ti farà del male. Il legame, se c'era, adesso è spezzato, probabilmente anche lui vuole tirarti fuori da questa storia. Non sei circondata da nemici, l'unico di cui dovresti preoccuparti davvero è Carnovash.
    Portò le braccia in posizione conserte, facendosi più serio in volto. Non voleva dimostrarsi troppo preoccupato, ma se Sae aveva voglia di tirare fuori congetture, allora lui gliene avrebbe data una più valida.
    Il fatto che lui sia l'unico che fino ad ora ti ha aiutato in maniera concreta è tanto vero quanto sospetto, ovviamente anche lui ha i suoi scopi. In tutta sincerità, non credo che arriverebbe a farti del male davvero, dopotutto è ancora un professore di questa scuola, la gente non può sparire come se niente fosse! Ma bisogna comunque stare attenti. Non cercherò più di scoraggiarti, ma permettimi almeno di darti un consiglio: cerca di non muoverti da sola. Su di me puoi contare, e affidati a chiunque sia degno della tua fiducia. Non affrontare certe situazioni da sola, o rischi di perderti, o peggio. Possiamo andare in fondo a questa storia, vorrei solo che non corressi rischi inutili, Sae.
    Su questo di sicuro Banner aveva ragione. L'unico motivo per cui Sae aveva agito da sola fino a quel momento era perché non sapeva di chi potersi fidare, ma adesso il quadro era assai più chiaro. L'unico problema era che, purtroppo, anche lei aveva qualche segretuccio da nascondere.
    Facciamo così... credo che il più grosso mistero che devi affrontare ora è capire "cosa" effettivamente sta cercando di contattarti. Proverò a fare qualche ricerca, tu appena puoi mandami per messaggio la descrizione più esaustiva possibile a proposito di questa "entità a sei dita". Sono sicuro che è una buona pista da cui partire. E se possibile... fossi in te eviterei viaggi astrali per un pò. Se sei finita sotto lo sguardo di qualche Dio malvagio, farei in modo di non illuminarmi in piena notte nel bosco tetro...
    Un consiglio davvero, davvero, DAVVERO, saggio.
     
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    Banner non aveva riconosciuto niente nel disegno di Marcus, il che rese quel messaggio ancora più criptico di prima. In effetti Banner non poteva collegarlo agli occhi che lei aveva visto nei suoi viaggi Astrali, probabilmente l'unico che poteva risolvere i suoi dubbi era proprio Marcus. Le risultava però difficile potergli dare fiducia visto ciò che era successo con Tarabas. Lei lì era una delle vittime e l'hanno trattata come una specie di sospettato in un caso grave. Senza parlare che a detta dell'uomo era stato proprio Marcus a pensare di spiarla spiritualmente. Era inevitabile pensare male, ma banner spezzò una lancia in favore al ragazzo, dicendole che non doveva dimenticare che erano comunque in buona fede. Marcus in particolare era sempre stato eccentrico, ed anche enigmatico, ricordava ancora perfettamente quanto si fosse offeso quando si era offerto di aiutarla e credeva che le avrebbe dato una sorta di ampolla. Sae sospirò passandosi una mano sulla fronte per massaggiarla, come se avesse voluto lenire un mal di testa sul nascere.
    Sì è vero, è un ragazzo eccentrico, ma questo disegno mi ricorda troppo qualcosa che ho visto nei miei viaggi astrali, non può essere solo un disegno per un estro artistico. Mise via il cellulare, pensando che sicuramente avrebbe dovuto parlare direttamente con il ragazzo per svelare quel mistero. Abbassò anche la testa, capendo che se agiva in quel modo era perché le bruciava ancora dentro il fatto che Tarabas non si era fidato di lei. Ma soprattutto le bruciava tantissimo che lui aveva percepito come si era sentita quando si era ritrovata in enormi difficoltà e non l'ha cercata per aiutarla, nonostante glielo avesse promesso, nonostante lo avesse cercato lei stessa. Si era sentita tradita. E la cosa più inquietante era che l'unico che aveva mantenuto le sue promesse era stato proprio Thresh. Da come ne parlava Banner, le faceva sembrare quasi che quella fosse stata una mossa riuscita dell'uomo: renderle inaffidabile il nemico con cui si era alleata, così da poterla circuire al meglio. Banner si offrì di aiutarla, le consigliò di non andare avanti da sola, di farsi aiutare. Lo guardò con rammarico perché non pensava di poter avere tutto quel controllo su quello che le succedeva attorno.
    E come faccio? I viaggi astrali più "pericolosi" sono successi mentre dormivo, e mentre dormo non accade per mia volontà. Ecco perché Thresh mi ha dato questo rosario. Sospirò esausta, rimettendoselo al polso, quasi avesse avuto paura che tenerselo lontano per troppo tempo potesse diventare deleterio.
    Riguardo a questo "amico" che vuole contattarmi, posso dirti che la prima volta che l'ho visto, era dentro ad un dipinto in una galleria d'arte del labirinto. Inizialmente pensavo fosse un quadro normalissimo, invece poi l'essere si è mosso come se stessi guardando una specie di monitor spirituale. Da allora faccio sempre strani incubi, che hanno incluso anche visioni di mio marito in pericolo. Non riesco a "vederlo", mi appare come una sorta di sagoma scura, ciò che vedo chiaramente sempre è appunto la sua mano con sei dita. Di recente è riuscito a "mostrarsi" mentre parlavo con Mike, quando abbiamo parlato della squadra nera. Ho visto la sua mano che si allungava verso di me, ed ha usato Mike come tramite. Cioè non credo che abbia usato davvero Mike, forse l'ho visto così perché stavo parlando con lui. La prossima volta che riuscirò a vederlo, posso provare ad usare il ciondolo che mi hai regalato. Così da mostrarti la mia visione. Fece una piccola pausa, poi si avvicinò a Banner, con la testa bassa, giocherellò con le dita sul suo rosario e cercò il coraggio di tirare fuori un altra informazione che la preoccupava moltissimo.
    C'è un ultima cosa che devo dirti. Non so se sia un modo per manipolarmi, ma di recente Carnovash ha cercato di mettermi in guardia, dicendomi di stare attenta a non attirare l'attenzione con le mie facoltà, perché potrei attirare l'attenzione di Vidoq. Inizialmente l'ho guardato come se stesse dicendo una enorme cazzata: che centro io con un terrorista? Ma tutti sanno che anche lui è un "adepto delle lanterne". Questa cosa mi ha fatto capire che Thresh mi ronza attorno proprio perché ho queste continue visioni e questi contatti "indesiderati" con il labirinto. Da come ne parlava, era come se stesse dando per scontato che questo Vidoq possa farmi del male per ottenere chissà che cosa da me. Insomma non so se è sincero e cerca di proteggermi, oppure se mi sta mettendo una paura fottuta addosso per spingermi a cercare in lui protezione. Insomma io sono solo una medium, così fragile che mi spezzo con un grissino, cosa possono volere da me gli adoratori di Apocrypha? Non posso mica portarli lì, io ci vado con lo spirito mica fisicamente. Nonostante tutto ciò, io voglio davvero salvare mio marito, ho scoperto che ciò che ci hanno detto dal governo non è vero, ho visto alcune salme... quando li ho toccati ho sentito cosa gli è accaduto.... A quel punto Sae tremava, era spaventata da tutto ciò che le stava succedendo, ma non poteva tirarsi indietro dopo ciò che aveva visto nell'obitorio. Dopo aver capito che sicuramente l'anima di suo marito era in pericolo oppure era stata dilaniata, ciò che alla fine serviva a Sae era ritrovare e capire dove fosse finito Jacob. Anche scoprire che la sua anima era stata consumata da qualche entità ultraterrena sarebbe servito per farle mettere il cuore in pace. Vivere nell'incertezza era il vero incubo, il vero dolore di una perdita.
     
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    Mentre Sae pronunciava "galleria d'arte nel Labirinto" lo sguardo di Banner si assottigliò in maniera vistosa, iniziando a contare mentalmente le cose assurde che stava ascoltando. Se non fosse stato per la fiducia che nutriva nei confronti di Sae, e la situazione fin troppo familiare, avrebbe giurato che la donna lo stesse prendendo in giro o che fosse semplicemente impazzita. Sapeva che ciò che stava sentendo era vero, solo... difficile da digerire tutto assieme. Alzò anche un sopracciglio perplesso quando gli parlò di Mike: aveva citato quel ragazzo davvero molto spesso durante la conversazione, quanto erano diventati intimi quei due? Non era neanche entusiasta di sentire che uno dei loro ragazzi fosse finito così tanto coinvolto in una situazione del genere, ma per il momento mantenne quel pensiero per sé: non voleva suonare aggressivo nei confronti di qualcuno che sapeva perfettamente volere il bene dei loro ragazzi quanto lui. Le lasciò concludere il discorso, poi disse finalmente la sua, non prima di un profondo sospiro. La situazione era complicata, nessuna soluzione semplice era una valida opzione.
    Che un terrorista del calibro di Vidocq stia dando la caccia a te mi sembra una grande idiozia, ma mi hai raccontato troppe assurde per mettere limiti alla mia visione, none escluderò nessuna possibilità. Ciò che so per certo però, è che nemmeno uno come Vidocq può pescare a caso tra le persone e cercarne una in particolare per i tuoi scopi. Forse anche Faust voleva metterti in guardia con i viaggi astrali: hai detto che puoi raggiungere il Labirinto solo in quel modo, no? Forse tenere sotto controllo il tuo potere e limitare le attività insolite potrebbe non essere una brutta idea, almeno per un pò.
    Si schiarì la voce e assunse un'espressione più seria, non voleva che quel discorso diventasse strano, ma piuttosto farle capire che le stava concedendo un opzione, un suo aiuto che poteva tranquillamente rifiutare, volendo.
    Se nel sonno non hai controllo, forse potrei aiutarti con un sigillo... come medium sai di cosa parlo: un sigillo ti impedirebbe di fare viaggi volontari, ma anche di evitare quelli accidentali. Non mi piace come soluzione e anzi come ti ho già detto credo poco alla storia di Vidocq, ma magari ti aiuterebbe a tenere sotto controllo la cosa. Se accetterai, mi assicurerò di darti un modo per interrompere il sigillo in qualsiasi momento, in caso di bisogno, quindi ne avresti il totale controllo, anche per dimostrarti che puoi fidarti di me.
    A quel punto però sollevò un dito per farle capire che aveva ancora una cosa da dirle, e che anche se una simile considerazione poteva metterla in pericolo, doveva condividerla con lei per essere al 100% onesto.
    So che mi pentirò di questo ma... voglio dirti onestamente cosa penso... hai detto che non riesci a comunicare con questa entità, né avevi l'idea di che aspetto avesse fino a che non l'ahi "incontrato" attraverso il Labirinto. Non posso fare a meno di pensare che il modo migliore per avvicinarti a lui è proprio usando il Labirinto. In netto contrasto con ogni singolo avvertimento che ti ho dato fino a ora, fare viaggi astrali e avvicinarti al Labirinto potrebbe essere il modo migliore per comunicare con questo essere, quindi rifletti bene prima di accettare il mio aiuto...
    Il volto di Banner era molto preoccupato, ma deciso ad aiutarla. Sae era di fronte a due possibilità: accettare l'aiuto di Banner e prenderla con calma, raccogliere informazioni e isolarsi da quei richiami misteriosi che la confondevano ma al tempo stesso la guidavano anche. Oppure poteva decidere di fidarsi dell'istinto, rifiutare l'aiuto di Banner e lasciarsi trasportare dalle visioni, dal cubo e dai viaggi astrali che rispondevano all'oscuro richiamo del Labirinto.
     
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    Sae si rese conto che aveva raccontato fin troppe cose che alle orecchie di Banner che non avevano molto senso. Era stata troppo letterale, raccontandogli cosa aveva visto, senza prima fargli una sorta di infarinatura dell'ambientazione che aveva scoperto. Si era abituata con Thresh a cui non serviva farlo, poiché sapeva già di cosa stesse parlando. Si ripromise di essere più chiara nelle prossime delucidazioni. Non riuscì a notare che Banner stava sospettando qualcosa a proposito di Mike, infondo dava per scontato che sapesse che erano diventati più intimi, proprio per via di ciò che gli era successo, e lo aveva preso a cuore. Non doveva essere poi così strano per gli altri sapere che Mike le girava attorno perché ne era cotto. Soprattutto Banner avrebbe dovuto immaginarselo. Sae però non calcolava che ogni tanto le si accendeva una luce particolare nei suoi occhi quando parlava di lui. I suoi sentimenti per il ragazzo erano sinceri, e la sua preoccupazione genuina. Banner alla fine diede per scontato che era una idiozia pensare che Vidoq potesse darle la caccia o cercarla. E Sae concordava poiché infondo non aveva ancora niente di concreto da poter usare per gli adepti delle lanterne. Infondo se Thresh la stava addestrando forse era proprio per arrivare a quello scopo. Quindi era altamente probabile che Thresh la stesse manipolando mettendole altre paure e preoccupazioni, e agendo in modo teatrale usando appunto il povero Dalamadur come una specie di bodyguard. Infondo il mattino dopo si era pure vantato, e magari lo aveva fatto proprio per aumentare quel senso di paura che aveva iniziato ad alimentare? Era inutile farsi così tante seghe mentali, doveva concentrarsi sui suoi obbiettivi, e mentre lo pensava, Banner le propose un sigillo che potesse impedirle di fare viaggi astrali.
    Ti ringrazio per il tuo aiuto, ma non voglio usare sigilli perché ho paura che possano dare effetti incontrollati. Ho già avuto altri problemi di effetti collaterali davvero fastidiosi. Senza contare che ho già avuto un sigillo addosso a mia insaputa. Insomma ho paura di fare danno invece di risolvere problemi. Le faccende con anime e spiriti non sono mai semplici. Il vero aiuto che mi servirebbe è poter metter al sicuro Aurora, mia figlia. Affermò, sentendosi un poco esausta al pensiero che stava diventando sempre più difficile conciliare lavoro, famiglia e missione. Si grattò la nuca sentendosi un pochino in colpa a scaricare tutte quelle preoccupazioni al suo amico, pensò che forse era il caso di lasciarlo riflettere sulle mille informazioni che gli aveva dato, mentre lei avrebbe cercato di arrancare e tenere tutto in piedi.
    Scusami, immagino di essere stata caotica con tutto ciò che ti ho raccontato. A parte le mie visioni ed i contatti con entità misteriose, voglio solo proteggere le persone a cui voglio bene ed impedire a quel farabutto di fare del male ai ragazzi. Thresh è molto interessato a me ed alle mie facoltà, quindi credo che asseconderò il suo interesse, per poter capire cosa diamine ha in mente. Se so che ho te ad aiutarmi, sarà meno traumatico. Si allungò sulla cattedra per raggiungerlo ed abbracciarlo.
    Grazie. Glielo disse con profonda gratitudine, era bello sapere di non essere totalmente sola in quella battaglia. Quando si allontanò gli sorrise, raccolse la sua borsa e si preparò ad andare via.
    Dovrei andare a ringraziare la maestra di Aurora, negli ultimi tempi sono sempre andata in ritardo a prenderla. Teniamoci in contatto, appena ho delle novità, ti farò sapere, magari in modo meno caotico. Se lui non avesse avuto altro da dirle, sarebbe uscita dall'ufficio. Era intenzionata a cercare Marcus, possibilmente lontano da suo padre.
     
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    Banner annuì al rifiuto di Sae, non l'avrebbe obbligata e rispettò la sua decisione, voleva solo essere d'aiuto non imporle la sua visione.
    Tua figlia dovrebbe essere la preoccupazione principale, forse dovresti lasciarla dai parenti per un pò visto come sta andando la situazione... neanche questo te lo imporrò, è solo un consiglio, e sappi che se servisse mi preoccuperò che sia al sicuro.
    Ancora una volta non si stava imponendo su di lei, poteva capire perfettamente che separarsi da sua figlia poteva essere un'opzione assolutamente inaccettabile per affetto o anche semplicemente per istinto materno. Sae sapeva cos'era meglio per lei e Banner non aveva nessuna intenzione di fare l'uomo responsabile che ne sapeva più della sua collega. La situazione era delicata, chi poteva dire quando sarebbero giunti a una soluzione? Non poteva certo abbandonare la piccola per chissà quanto. Rimase spiazzato quando per ringraziarlo Sae andò ad abbracciarlo: era certo che il contatto fisico fosse una brutta idea visto quello che avevano... condiviso. Ma evidentemente Sae aveva intenzione di metterci una pietra sopra e Banner accolse con sollievo quella realizzazione, ricambiando il suo abbraccio.
    Troveremo una soluzione, vedrai. Sarò anche diventato un prof con la faccia da scemo ma sono ancora un alchimista di un certo livello.
    Concluse come se volesse vantarsi, riportandosi gli occhiali a fondi di bottiglia sul naso lasciando che quella grossa frangia scombinata gli cadesse sulla faccia conferendogli di nuovo quell'aria goffa e distante dal suo reale fascino. Si salutarono dunque con la promessa di scambiarsi informazioni preziose al più presto, dopodiché la campanella avvisò l'inizio delle lezioni. Gli altri con cui Sae voleva parlare avrebbero aspettato, per forza. Durante la lezione, Sae avrebbe notato che alcuni dei ragazzi erano assenti: Artù, Morgana, Lancillotto e altri sportivi non si trovavano al loro banco, ma la cosa capitava spesso vista la preparazione atletica di cui avevano bisogno. Strano che nessuno l'avesse avvisata. I dubbi di Sae sarebbero poi stati completamente cancellati da un messaggio inatteso: non lo trovò nel suo telefono ma bensì incastrato in modo piuttosto appariscente nel cassetto della cattedra, in un punto dove nessuno l'avrebbe trovato ad eccezione dell'insegnante. Era ovvio che quel biglietto era indirizzato a lei, lasciato lì appositamente da qualcuno che voleva restare anonimo. il biglietto era in una carta scadente, sembrava un pezzo di quaderno ritagliato, ma non era scritto a penna bensì composto da molte lettere dell'alfabeto ritagliate, principalmente tirate fuori da riviste o fumetti. Il messaggio non era lungo, ma particolarmente chiaro:

    [Spietata Saebina Klein, insegnante opprimente.
    So cosa stai facendo all'alunno chiamato Mike.
    Ho intenzione di affrontarti. Ci vedremo nel retro dei magazzini durante la pausa pranzo
    Firmato: Giustizia "Shadow Justice" Ombra]

     
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    Sae ci aveva pensato a portarla dai suoi genitori, ma non poteva tenerla troppo a lungo lì, le sue assenze sarebbero saltate all'occhio. Non voleva attirare troppo l'attenzione, ma se le cose si sarebbero fatte troppo complicate avrebbe sicuramente trovato un modo per portarla dai suoi genitori o magari farsi aiutare. Intanto la sua giornata da insegnante proseguì normalmente, e notò che la squadra di atletica mancava all'appello. si stavano allenando? Non era il caso di non far perdere loro troppe lezioni? Ne avrebbe parlato con il coordinatore sicuramente. Le sembrò una giornata normalissima, fin quando non trovò quel misterioso biglietto. La donna sospirò nervosa: ma che diavolo stava succedendo? Perché Lancillotto e altri pensavano che stesse abusando di Mike? Erano stati molto attenti a non far vedere niente a scuola. Giudicarla poi opprimente era surreale. Cercò di analizzare per bene il biglietto, dal materiale usato, sembrava fatto dagli studenti. Quaderni e fumetti erano materiali che giravano più facilmente fra di loro. Erano amici di Mike? Per non parlare di come si sono intitolati "Shadow Justice" faceva davvero pensare a degli adolescenti. Da un lato si sentiva stressata da tutti quei fraintendimenti, poi però pensò che se fossero stati davvero gli studenti, doveva ammirare il loro senso di "giustizia": aiutare un amico in difficoltà era davvero ammirevole. Decise di andare ad affrontarli, così da chiarire che c'era stato un grossissimo malinteso. Prima di andare però provò ad usare i suoi talenti, concentrandosi sul biglietto per cercare di leggere i sentimenti con cui lo avevano fatto, e chissà magari ottenere qualche indizio in più su questi fantomatici giustizieri della scuola.
     
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    Dopo aver affrontato divinità di altre dimensioni, Sae non poteva di certo farsi impensierire da qualche ragazzino con il fraintendimento facile. La zona dei magazzini della scuola però, aveva un che di inquietante: molto isolata, silenziosa, priva dei colori che caratterizzavano l'ambiente scolastico, più simile al retro di un vecchio magazzino o di un centro commerciale. Come c'era da spettarselo, appena Sae fu sul posto venne avvicinata da una figura che a giudicare dalla sua stazza non poteva che essere un altro studente.
    Saebina Klein! Sono lieto di scoprire che quantomeno tu non sia una codarda, pronta ad affrontare il giudizio!
    Davanti a lei fece un passo deciso una figura mascherata: indossava un casco integrale da motociclista dalla quale pendevano alcuni fili, probabilmente appartenenti ad un sistema di camuffamento vocale. Il casco era decorato, ma non sembrava qualcosa di personalizzato: piuttosto un generico "stile cyberpunk" viola e nero come se ne potrebbero trovare molti su un catalogo. Sulle spalle portava un mantello scuro circondato da una pelliccia bianca, lo teneva in modo da coprire completamente la sua figura ma non lo faceva benissimo: si intravedevano le scarpe eleganti che di solito i ragazzi portavano alla Sapienza, e quando c'erano piccole folate di vento sotto il mantello si poteva intravedere la divisa. Era una figura relativamente bassa rispetto a Sae e gli altri ragazzi, e a giudicare da come gli cadeva addosso quel mantello, anche abbastanza in carne.
    Ho scoperto il segreto che riguarda te e l'alunno che risponde al nome di Mike, e non sono disposto ad accettare ulteriori soprusi... la tua condotta è imperdonabile!
    Forse a quel punto un brivido avrebbe attraversato la schiena di Sae: quel fare solenne era probabilmente immaturo, ma risoluto. Che qualcuno fosse stato capace di scoprire in qualche modo il loro segreto? Quel ragazzo stava forse per accusarla di avere un rapporto intimo con uno dei suoi studenti? Voleva metterla nei guai proprio com'era successo con Lancillotto? Nonostante l'aspetto buffo e la stazza poco dirompente, quella giovane e misteriosa figura sembrava a tutti i costi decisa a fare giustizia, almeno secondo il suo punto di vista.
    Sel 'istinto l'avesse portata a cercare risposte col suo potere, Sae avrebbe sentito chiaramente lo spirito giovane e fresco di quel ragazzo, molto simile a Mike per certi versi. Non poteva che essere un altro studente dalla Sapienza, ma aveva qualcosa di strano. Sae non sarebbe stata capace di definirlo in maniera chiarissima, perché non aveva mai visto niente del genere. Per fare dei paragoni, sarebbe stato come quando in passato aveva visto spiriti di esseri umani che possedevano animali e oggetti, oppure quando una forza portante o semplicemente un'entità spirituale entrava all'interno di un corpo che non gli apparteneva. Un indizio sulla natura non umana di quel ragazzo oppure una sorta di interpretazione del suo spirito? Magari Sae aveva quella sensazione perché il ragazzo si nascondeva dietro una maschera?
     
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157 replies since 6/2/2024, 10:56   574 views
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