Segreti inconfessabili

per Amy

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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Raiko non era soltanto assurdamente bella (o alta, Santo Cielo!) ma anche incredibilmente deliziosa: ogni suo gesto, ogni sua parola sembravano amplificare ancora e ancora il desiderio della donna, rendendola sempre più coinvolta da lui. E ciò, per l'anima ferita del demonietto, era un vero e proprio balsamo: Evelynn, malgrado tutti i suoi sforzi, malgrado l'abiezione in cui era sprofondato, era rimasta distante, intoccabile, inavvicinabile; quel cuore tanto amato, quel cuore così dolorosamente bramato era rimasto chiuso come uno scrigno col suo tesoro, insensibile alle sue preghiere e alle sue lacrime. L'aveva scopata come non aveva mai scopato nessun'altra, si era messo a nudo come non osava fare nemmeno con se stesso... e non era servito a nulla, in quel momento si accorgeva più che mai che Evelynn non si era neppure fatta sfiorare l'anima in quella terribile notte. Era rimasta distante, in alto, a godersi la sua sconfitta. Raiko, invece, no: era lì, con lui, per lui e soltanto questo le avrebbe fatto meritare la sua eterna gratitudine. E il demonietto voleva darle decisamente di più, molto di più.
    Intanto, però, si limitava a tentarla, facendola viaggiare con la mente verso immagini sempre più perverse e intense, prima di chiamarla al presente alzando maliziosamente un lembo della sua maglietta e chiedendo il suo aiuto. Fu meraviglioso veder divampare la bramosia nei suoi occhi quando scoprì una striscia di pelle colorata e lucida, così come adorò il modo in cui si morse il labbro inferiore e sospirò emettendo un'altra nube rosa. - Mi hai appena fatto proprio un bel complimento, sai? - ridacchiò in tutta risposta al suo "rimprovero", mentre un'espressione adorabilmente furbetta si faceva spazio in quel visetto fin troppo carino. - Non pensavo di essere una simile distrazione per te... sono tanto, tanto felice. Così tanto che potrei aiutarti a concentrarti. Magari potrei decidere di obbedirti e fare il bravo diavoletto... ti aiuterebbe a non distrarti, vero? Sapere che ubbidirei a ogni tuo comando e che ti ringrazierei per ogni ordine, sorridendoti felice... - la voce di Bowen era giovanile ma non infantile e lo dimostrò bene, perché in quel momento divenne un abisso di profonda sensualità, un abisso carezzevole e avvolgente, in cui risuonava la nota allegra, argentina della sua indole giocosa e, quella sì, infantile. Il demonietto stava chiaramente giocando ancora con lei, costruendole davanti agli occhi quello che sarebbe potuto essere il loro prossimo futuro, sempre se avesse avuto ragione sulla sua indomita birbanteria. - Mh, sì, decisamente ti aiuterebbe a non distrarti. Peccato che... non te lo sei ancora meritata. - aggiunse con la voce che si faceva divertita, provocatoria e lanciandole uno sguardo... beh, da riempirlo di schiaffi. O di morsi.
    In ogni caso, Raiko cedette alla sua provocazione e insinuò le mani sotto alla sua maglietta, prendendo a carezzarlo delicatamente: il demonietto accolse il suo tocco con un sospiro fin troppo sensuale, rilassandosi e socchiudendo appena gli occhi bizzarramente colorati. Le mani di Raiko erano grandi ma molto femminili, delicate e... fresche, rispetto alla sua temperatura deliziosamente alta ed era un bene che fossero tutte queste cose, perché la pelle rossa e nera che stavano accarezzando era decisamente unica: vellutata, morbida, elastica e incredibilmente lucida all'aspetto non pareva neppure pelle, ma qualcosa di infinitamente più piacevole al tatto. Sotto quel delizioso prodigio della natura, però, vi era un corpicino minuto ma da guerriero, con muscoli ben sviluppati e sodi, che guizzarono al suo passaggio. Era molto, molto piacevole... e probabilmente Raiko adorò il momento in cui gli sfiorò i capezzoli, poiché anche il demonietto sussultò e sgranò gli occhioni guardandola sorpreso, prima che si aprisse un sorriso davvero perverso sul suo bel visetto. - Per il piacere mio... o, mhhh, tuo? - le chiese, provocatorio, lasciandosi andare a un gemito fin troppo perverso nel bel mezzo della frase, mentre la guardava colmo di bramosia. Forse aveva accentuato quel gemito per farla eccitare di più ma i successivi furono tutti assolutamente sinceri e intensi, anche perché il tocco di Raiko era davvero irresistibile, sebbene ancora reagire. Quei piccoli, graziosi capezzoli azzurri si tesero quasi fin dal primo tocco e s'inturgidirono rapidamente, mentre il corpicino del demonietto rispondeva come un sensibile strumento musicale a ogni carezza e a tutte le variazioni imposte dalla donna: i muscoli guizzavano ogniqualvolta li torceva, sia pure di poco, mentre la schiena del demonietto si inarcava per offrirglieli meglio, invece rabbrividiva ed emetteva un sospiro intenso, quasi stupito, quando li tirava appena, con la codina che tremava così tanto da sembrare quasi che stesse scodinzolando. Sì, Bowen aveva dei capezzoli davvero sensibili... e non sembrava affatto vergognarsi di ciò, anzi glieli offriva con gioia, anche perché quei capezzoli mantenevano tutte le particolarità della sua pelle, anzi le elevavano ancora di più, tanto erano piacevoli al tatto e risultassero comunque morbidi, elastici malgrado fossero ritti come spilli. - Ahh, Raiko... - gemette, lanciandole uno sguardo terribilmente liquido di piacere mentre le sue, di manine, le carezzavano il ventre e si avvicinavano sempre di più a quei seni meravigliosi, pur senza ancora toccarli. - Anch'io voglio vedere fin dove ti puoi spingere... me lo vuoi mostrare? - chiese, desideroso di accedere anche lui alla sua pelle ma senza precorrere i tempi: aveva capito le intenzioni della guardiana e, con quella docile richiesta, le stava dicendo che accettava la sua posizione di comando... ma che, naturalmente, questo non l'avrebbe resa esente dalla sua birbanteria, come mostrava quel ghignetto disegnato sulle sue dolci, morbide labbra: labbra che sembravano un po' più gonfie e invitanti di prima, oltre che di una tonalità azzurra un po' più marcata... indubbiamente un sintomo della sua eccitazione. E la dimostrazione che Raiko avesse fatto un piccolo errore di valutazione: i corpi dei demoni sono fatti per tentare, non per il piacere.
     
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    La pelle esotica di quel demonietto era davvero irresistibile, più volte Raiko gli fece sentire le unghie anche se solo per un istante, sintomo della voglia irrefrenabile che aveva di poterlo graffiare. Era un contatto insolito, diverso dagli amanti che aveva provato in passato e sentiva il bisogno di scoprirne ogni sfaccettatura, senza vergogna, non solo per provarla su di sé ma anche per sentire quanto osceni e perversi potevano diventare i suoni usciti da quella boccuccia birbante. Finalmente riuscì ad incrinare quella faccia tosta quando gli afferrò i capezzoli, provocando una reazione prevedibile, ma che colse comunque con entusiasmo Raiko che si ritrovò a dover stringere quel sadico sorrisetto tra i denti, pronti a mordersi il labbro inferiore fino a farlo sanguinare pur di darsi un contegno. Non poteva cedere alle sue pulsioni, non così facilmente: Bowen era un amico e voleva concedergli tutti i riguardi possibili, ma quel suo modo di fare che sembravano volerle strappare via a forza il lato più sadico che nascondeva dentro di sé la stava mettendo a durissima prova. Non le sfuggirono i piccoli cambiamenti: il suo tono divenne più docile, perfino le labbra parvero ammorbidirsi per diventare perfette da baciare e venir baciate, i capezzoli stessi si stavano offrendo a lei, voleva davvero lasciarsi guidare da Raiko e glielo stava dimostrando in tutti i modi, anche con le parole. La ragazza aprì la bocca lasciandosi sfuggire un altro gemito bollente, impaziente, tanto che non riuscì a resistere alla tentazione di tirare e torcere i capezzoli di quella creatura ancora un pò, giusto per strappargli l'ennesimo gemito, prima di lascialo finalmente andare.
    Sì... voglio che mi tocchi anche tu... fammi sentire quelle mani bollenti sul mio corpo...
    Mentre lo diceva, si toglieva di dosso quei drappi simili a paramenti che le coprivano il ventre e le spalle, tenendo soltanto quella sorta di tuta da combattimento super attillata che ben poco lasciava all'immaginazione: delineava alla perfezione il corpo della donna, la sua muscolatura presente ma delicata, i suoi seni abbondanti, la forma dei capezzoli turgidi e perfino la sagoma della sua intimità che stava iniziando ad inzupparsi con umori sempre più difficili da trattenere. Raiko si afferrò i lunghi capelli, accarezzandoli col dorso della mano mentre questa girava intorno al collo e passava sulla sua spalla. La lunga coda della guerriera finì tra i suoi seni, stretta tra le sue mani mentre lei eseguiva un leggerissimo passo sul posto che servì a dare le spalle a Bowen: in questo modo offrì a lui la schiena e quelle forme armoniose che componevano i fianchi e le natiche, oltre che alla sottilissima striscia quasi completamente invisibile che teneva assieme la sua tuta. Avrebbe potuto aprirla esattamente come una chiusura lampo, e infilare le sue mani dentro i vestiti di Raiko proprio come aveva fatto lei per poterla toccare senza filtri.
    Vieni... avvicinati...
    Lo invitò a farsi avanti, voltandosi leggermente col capo, con l'espressione nascosta dalla lunga coda di capelli che le copriva il viso, ma che rendeva chiarissima l'espressione eccitata e impaziente. Il bacino di Raiko tremava ma non per la paura, bensì per l'impazienza. Voleva assolutamente entrare in contatto con lui, sempre di più, ma gradualmente godendosi ogni istante.
     
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    Il demonietto sentiva il sadismo di Raiko scalpitare in lei, tirare le catene con cui era imprigionato per liberarsi e concedersi quel piacere da troppo tempo negato... e sentiva anche quanto la donna volesse andare piano, usargli tutti i riguardi del caso. Una deliziosa contraddizione che rese ancora più piacevole per Bowen abbandonarsi a quelle mani splendide e attente, rabbrividendo quando gli faceva sentire le unghie e offrendole i suoi capezzoli turgidi, fin troppo sensibili, senza riserve o timori di sorta. Vedeva consumarsi quella lotta, tra due così diverse istanze, nello sguardo luminoso, eccitato della sua amica e tutto ciò gli donava un fremito d'eccitazione intenso, mentre accentuava il suo onnipresente sorriso, sebbene ormai spesso venisse interrotto da un gemito irreprimibile. - Ahhh... mh, Raiko... - mugolò, guardandola con un misto di abbandono e brama quando lei, in risposta alla sua domanda, gli tirò e gli torse ancora a lungo i capezzoli, prima finalmente di lasciarlo andare e assentire alla sua richiesta. Sì, la lotta era ancora in corso, ma decisamente il lato sadico della splendida guerriera guadagnava sempre più terreno.
    Adorò il gemito d'impazienza, di brama che gli dedicò prima di togliersi quei drappi che coprivano la sua splendida figura: davanti gli occhi bramosi, eccitati del demonietto la splendida figura di Raiko si rivelò nella sua perfetta bellezza, sottolineata da quella tuta meravigliosamente attillata, mentre i dettagli del suo desiderio si facevano evidenti, deliziosamente evidenti; i capezzoli così turgidi che parevano voler bucare la stoffa della tuta, la sagoma di quella femminilità la cui eccitazione stava iniziando a trasudare nel tessuto... e naturalmente la luce negli occhi di Raiko, molto, molto simile alla sua. - Sei bellissima. - disse quasi in un sospiro che sarebbe potuto sembrare estatico, se i suoi occhi non avessero lampeggiato famelici, mentre un fremito di bramosia gli artigliava le carni. Non era l'unica che doveva trattenere certi impulsi, dopotutto.
    Impulsi che il demonietto governò per bene, in effetti, perché Raiko ebbe tutto l'agio di dargli le spalle, mostrandogli così la meraviglia di quella schiena flessuosa e di quei glutei semplicemente, totalmente perfetti: adesso fu il turno di Bowen di lasciarsi andare ad un gemito d'impazienza, mentre i suoi occhi si riempivano di quella meraviglia. Perfetta, semplicemente perfetta! Si morse il labbro inferiore, come se soltanto in quella maniera potesse trattenersi dal saltarle addosso e, proprio in quell'istante, arrivò la sua meravigliosa, dolcissima richiesta: il sorriso di Bowen si aprì sul suo bel visetto, gli snudò le zannette e nel frattempo una luce intensa, di pura bramosia gli si accese negli occhi.
    Le afferrò i fianchi e, con quelle manine piccole ma assurdamente morbide, le carezzò quasi devotamente la silhouette per poi portarle sul suo ventre, dove la sua deliziosamente più evidente. - Sei così bella, Raiko... sei perfetta. - sospirò fremendo di impazienza come i fianchi che stava carezzando, prima di postare una mano a cercare la linea che teneva insieme quella splendida tutina, trovandola e iniziando ad aprirla, quasi senza fretta malgrado il fremito che attraversava le sue mani, mentre la splendida pelle diafana di Raiko finalmente appariva davanti ai suoi occhi. - Sai, mi sono sempre chiesto cosa indossassi sotto questa tuta... spero proprio che la risposta sia "niente". - la provocò, finalmente tornado a sorridere birbante mentre le sue manine si insinuavano sotto la tuta e, finalmente, la guerriera poteva assaporare il tocco diretto delle sue mani, di quella pelle unica ed esotica. Mani che si dedicarono alla sua schiena, al suo ventre ma che soltanto sfiorarono il suo pube e i suoi seni, come se il demonietto volesse non solo farle godere il momento ma anche farla diventare ancora più impaziente, ancora più bisognosa di un contatto intenso. - Mhhh, ancora non basta... ti voglio sentire molto, molto più vicina. - soffiò sulla sua pelle, prima di stringerla in un abbraccio passionale. Un gesto quasi dolce, sì, se non fosse per una piccola sorpresa: in uno dei brevi momenti che si era preso per ammirarla si era tolto la maglietta e adesso la sua schiena morbida, perfetta era a diretto contatto con la pelle vellutata, bollente del demonietto e i suoi piccoli, turgidi capezzoli le si premevano contro quasi spietatamente.
    Ahh, la tua pelle, il tuo odore... mi farai impazzire, così. Diventerò pazzo di te, Raiko. - affermò con un tono eccitato e, al tempo stesso, vellutato, mentre le strusciava lentamente i capezzoli contro la schiena e, soprattutto, le premeva una granitica erezione proprio contro quel culo perfetto che tanto lo aveva conquistato. - Finirò col pensarti ogni sera. Finirò col fare cose molto, molto perverse quando ti penserò. - continuò, mentre la sua mano sinistra saliva quasi senza fretta verso il suo seno, quel seno meraviglioso e incredibilmente prosperoso, che iniziò a carezzare lievemente, concentrandosi nella parte inferiore e senza ancora andare a cercare i suoi di capezzoli. - ...e tu, Raiko? Tu mi penserai? - le chiese in un sussurro indicibilmente perverso, mentre la sua altra mano si perdeva nel suo pube e poi più basso, fino a raggiungere la sua femminilità: forse non avrebbe scoperto se l'avrebbe pensato, ma di sicuro stava per scoprire cosa indossasse sotto la tuta.
     
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    Non vedeva l'ora di tornare a strappargli quei gemiti tirando e torturando i capezzoli morbidi di quel demonietto, ma Raiko desiderava ardentemente anche la sua parte e non poteva riceverla se non si offriva completamente a lui. Non era una sfida, ma un gioco di seduzione, e la guerriera non aveva nessuna intenzione di allungare il passo, né di imbrogliare. Poteva sembrare banale ma, sentirgli dire quanto fosse bella ai suoi occhi fu molto, molto piacevole per Raiko: Bowen riusciva a vedere la sua bellezza attraverso quel velo di pericolosità che Raiko si portava dietro fin dalla sua oscura infanzia, la vedeva bella anche se le sue forme erano volgari e pronunciò quelle parole con sincerità, una sincerità pura e al tempo stesso perversa che la fece eccitare moltissimo, tanto che strinse le gambe come se volesse spremere la sua stessa femminilità per invitarlo ad assaporare quella bellezza. Iniziò a respirare molto più lentamente quando Bowen prese a toccarla, carezzandola da sopra alla tuta mente gradualmente la apriva, impaziente di scoprire cosa ci fosse sotto. I dettagli del corpo di Raiko però non avevano mentito: la risposta era piuttosto ovvia ma dal modo in cui Raiko respirava con difficoltà, rossa in volto per l'eccitazione, era chiaro che quel gioco di misteri poco velati la stesse stuzzicando ancora di più. I sospiri divennero gemiti più lunghi e caldi quando finalmente le dita del demonietto iniziarono ad accarezzarla, e le sue attenzioni non furono solo per la schiena e i fianchi di Raiko, ma anche il suo ventre sebbene non osasse spingersi verso i seni o la sua intimità, non tanto per rispetto quanto più per dispetto, evidentemente. Il labbro inferiore di Raiko si ritrovò stretto tra i denti della ragazza, vittima bianca di quella frustrazione che era così impaziente di sfogare eppure conciliava così tanto il piacere da non poterne proprio fare a meno. Le parole di Bowen la portarono a schiudere le labbra, come se volesse invitarlo, ma qualsiasi parola di Raiko si trasformò invece in un gemito di piacere appena trattenuto quando sentì il petto del demonietto stringersi alla sua schiena, condividendo il calore, la morbidezza di quella carne e il turgore dei capezzoli che lei stessa aveva avuto il piacere di torturare. Dovette allungare la mano sinistra verso il muro per tenersi in equilibrio, e portare quella destra sulla propria bocca per trattenere i gemiti più forti, altrimenti incontenibili. Perché era così debole a quel corpicino esotico e bollente? Non poteva farci proprio nulla... lo adorava, e più si sforzava di nasconderlo, più diventava evidente. Inspirò forte quando percepì il corpo di Bowen farsi più audace: le natiche stavano assaporando il turgore della sua verga, mentre il seno e il ventre diventavano facili prede di un tocco lento e attento, eppure colmo di desiderio. poteva sentire i seni di Raiko inturgidirsi così come i suoi capezzoli, e l'intimità bagnarsi al punto che poteva scivolare ancora più facilmente dentro quel che restava della sua tuta, oramai quasi completamente rimossa. Le immagini che Bowen evocava nella sua mente rendevano Raiko sempre più eccitata, ma quando le chiese cosa avrebbe fatto lei dovette liberare la bocca dalle dita che la tenevano chiusa, respirando affannosamente per trattenerei gemiti, iniziando la sua perversa confessione.
    L'ho già fatto... ti ho già pensato... molte... molte volte...
    Scandì quelle parole, non perché si vergognava, ma perché doveva accompagnarle ai gemiti che quelle mani attente le strappavano, come se si stesse offrendo a lui, invitandolo a toccarla ancora più intimamente.
    E ho fatto cose... cose molto perverse... mentre pensavo a te...
    Ricalcò il discorso di Bowen per fargli capire che avevano ponderato gli stessi, identici desideri, e adesso erano ad un passo dal poterli soddisfare. I fianchi della donna iniziarono a muoversi, lentamente, sfregandosi contro l'erezione di Bowen per fargli capire cosa desiderava davvero. Man on ancora, non così presto... dovevano continuare quel gioco di seduzione il più possibile, perché quando avrebbero ceduto al richiamo della carne, tornare indietro sarebbe stato impossibile.
     
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    Raiko era... perfetta. Poche volte una simile affermazione ha reale riscontro, soprattutto in un campo tanto soggettivo come la bellezza ma, per la dolce guerriera di Neo Venezia, non c'era definizione migliore: il corpo velato da quella tuta aderente, quasi perversa, era pura meraviglia e mentre l'apriva scoprendone la pelle diafana, Bowen tratteneva il respiro e sgranava gli occhioni colorati, non dallo stupore ma dalla brama. Voleva pascersi di quella visione, voleva immergersi in quel corpo tanto bello quanto morbido, accogliente; voleva stordirsi col profumo delizioso di quella pelle magnifica, priva della più piccola imperfezione e affogare tutto il suo dolore, tutte le sue paure nel piacere che si sarebbero reciprocamente scambiati. La dolce, pura bellezza di Raiko avrebbe scacciato quella oscura, terribile di Evelynn e avrebbe trovato la pace... sia pure per una notte.
    Insomma, quanto stavano facendo era più che semplice (ma benedetto) piacere e anche più che un rito funzionale a uno scopo: era un atto di purificazione e, in quanto tale, era sacro. Sacro in una maniera molto perversa, certo, ma è ingenuo credere che la sacralità si trovi soltanto tra incenso e panni bianchi... e Bowen ingenuo non lo era di certo. Per questo (e non solo per impazienza) non stava chiedendo nulla a Raiko sul rituale, cosa fosse la nebbia viola che respiravano sempre più brillante o sulle due "statue" che troneggiavano vicino al letto: lo avrebbe scoperto quando lo avrebbe vissuto, in quel momento voleva e doveva lasciarsi andare ai suoi desideri e a quanto stavano condividendo. E fu decisamente la scelta giusta, poiché Raiko vibrava dei suoi stessi desideri, dei suoi stessi bisogni, tanto che il demonietto sospirò di piacere nel sentirla fremere sotto le sue dita sottili, delicate per essere quelle di un guerriero, mentre le sue mani rendevano le carezze più intense senza, però, raggiungere le zone che più avevano bisogno del loro tocco. Un sorriso beato, ancorché famelico, sbocciò su quel visetto grazioso quando la sentì gemere e tremare perché l'aveva abbracciata senza maglietta, pelle contro pelle e anche lui gemette, quasi in tono lamentoso, come ad assicurarle che neppure lui era insensibile al calore e alla morbidezza della sua schiena.
    Resistere al richiamo di quel seno perfetto, meravigliosamente procace o di quella femminilità già fradicia non era facile neanche per lui e le sue mani sempre più impazienti, li lambivano pur senza raggiungerli. - Che guaio, Raiko, che guaio... - miagolò, con un tono tutt'altro che dispiaciuto, mentre si stringeva ancora di più a lei, premendole con maggiore forza i capezzoli turgidi e, soprattutto, quell'erezione marmorea contro i suoi glutei. - Adesso che so che non porti nulla sotto... ti spoglierò sempre con gli occhi ogni volta che ti vedrò. Finirò col distrarmi tutto il tempo, finirà che mi verrà duro non appena ti incontrerò... - spiegò, strusciandosi appena contro la sua schiena, facendole percepire l'irreale setosità della sua pelle rossa e, allo stesso tempo, il turgore di quei capezzoli blu. I rischi che le stava esponendo, però, non sembravano affatto preoccuparlo anzi, quando Raiko gli confessò quanto lo pensasse, fu il suo turno di sospirare e mordersi il suo labbro inferiore, sentendosi montare l'impazienza quasi improvvisamente. - Oh, Raiko, Raiko, Raiko... così mi rendi tanto, troppo felice. - sussurrò in un tono deliziosamente sensuale, attraversato da un brivido di felicità e di brama, mentre le sue mani si avvicinavano di una carezza al suo seno e alla sua femminilità. - Adesso sono sicuro che mi diventerà duro non solo quando ti incontrerò, ma anche quando ti penserò. E ti penserò tutto il tempo, Raiko. Tutto... il... tempo... - scandì quelle parole proprio come aveva fatto lei, con un tono assolutamente perverso e, allo stesso tempo, vellutato quanto le sue mani che, inesorabili, si avvicinavano ancora... ma non ancora abbastanza. - Farò solo cose perverse pensandoti... e mi costringerai a diventare bugiardo perché continuerò a rubare mutandine: le tue. - affermò e, finalmente, la sua mano sinistra raggiunge il suo seno che immediatamente strinse: la sua manina era deliziosamente piccola e quel seno, da solo, era più grande della sua testa, era quindi una sfida improba... ma le strinse proprio la porzione dell'areola e del capezzolo, proprio per farla fremere e gemere; intanto, la sua mano destra si era spinta sul suo pube, fino a sfiorarle e poi titillarle il clitoride. - Raiko, Raiko... - miagolò, con un tono di voce lamentoso, perversamente infantile come se stesse per esprimere un desiderio che, se non esaudito, avrebbe comportato parecchi capricci. - Perché non mi racconti come mi pensavi? Le cose perverse... ce le aggiungo io. - propose in un sussurro, mentre carezzava col medio e l'anulare le sue grandi labbra, premendo piano il palmo contro il clitoride, in una carezza lieve e con le dita catturava il capezzolo turgido e lo stringeva un po', mentre le sue labbra morbide, piene si posavano sulla sua schiena in un bacio bollente e perverso.
    Non sapeva cosa lo aspettava, confusamente era certo che Raiko avrebbe fatto del suo meglio (o del suo peggio)... ma nel frattempo, in quell'interludio, la perversione ce l'avrebbe messa lui: poi sarebbe arrivato il momento di farsi da parte, di lasciare lo scettro a lei ma non era quello il momento. Forse.
     
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    Raiko fu costretta a serrare con forza il labbro inferiore tra i denti per trattenere i gemiti, tutta colpa di quelle paroline oscene, il modo di sfregarsi perverso di Bowen e soprattutto la netta sensazione di quei capezzoli blu turgidissimi che le graffiavano delicatamente la schiena. Perfino il respiro divenne più caldo e pesante: era convinta che ad un certo punto si sarebbe abituata e invece più lo desiderava più diventava difficile deglutire, diventava difficile respirare, e le dita diventavano sempre più impazienti, prudevano come se fosse pronta a combattere ma stavolta non era di una sanguinosa battaglia che sentiva il bisogno. Poteva sentire il desiderio di Bowen, e Raiko stessa voleva condividere con lui anche il suo, per questo si muoveva quasi impercettibilmente mentre lui le carezzava il ventre e i fianchi avvicinandosi lentamente alle sue parti più sensibili, come a volerlo incoraggiare, a spezzare quell'impazienza che oramai da un pò la divorava. Lui nel frattempo continuava a confessare quanto attratto fosse dalla sua nuova amante, eccitando Raiko all'idea di poterlo sorprendere proprio mentre la derubava dei suoi capi intimi, costringendola a chiuderlo dentro la sua stanza per poterlo punire. Proprio mentre stava per lasciarsi sfuggire un caldo sospiro misto ad un gemito, Bowen arrivò alle sue parti più sensibili, strappandogli invece un verso di sorpresa estremamente caldo, mentre il capezzolo e la clitoride si indurivano vistosamente sotto il suo tocco, come a volerlo incoraggiare a darci dentro senza vergogna.
    N-non... ahn... non devi derubarmi... se continuerai a farlo... d-dovrò punirthiiii...
    Trattenere i gemiti diventava sempre più difficile, e lei di certo non stava aiutando Bowen a fare le cose con calma visto che la sua intimità divenne così bagnata da lubrificare alla perfezione le dita del demonietto così che fosse maledettamente facile tornare a torturare la sua carne femminile senza ostacolo alcuno.
    Aaah... Bowen...
    Invocò anche lei il suo nome mentre la invitava a confessarsi, a lasciarsi alle spalle l'esitazione e godere insieme. Stavolta non riuscì proprio a trattenersi, e fu lei a prendere l'iniziativa: quella lenta danza con le natiche non le bastava più. Portò una mano alle sue spalle, scivolando sul ventre di Bowen per potergli afferrare il membro con decisione. Non gli fece male, non lo strinse con forza, ma dal modo in cui lo prese Bowen percepì un desiderio a dir poco violento. Raiko lo aiutò ad avvicinarsi, così che potesse scivolare tra le sue natiche e le cosce, facendosi strada tra le sue carni grazie a quegli umori caldissimi e abbondanti fino a che la cappella non sarebbe spuntata dall'altra parte. In quel modo, Raiko poteva carezzare la punta del suo membro con le dita, e bastavano pochi movimenti dei bacini per iniziare una perversa masturbazione usando soltanto i loro sessi.
    Ti sogno mentre mi stringi da dietro... mentre tocchi il mio seno, mentre lo mordi e mi tiri a te... ti sogno con il cazzo tra le mie gambe che mi tenti, che lo fai strusciare contro la mia fica... mi dici che mi vuoi penetrare, ma non lo fai mai... mi fai sentire il calore della tua cappella, il calore del tuo seme tra le cosce, tra le gambe, ma ancora non mi prendi... e poi... e poi...
    E poi sono io a prendermi quello che voglio, ma non lo disse ad alta voce, strozzando quel verso di piacere tra le labbra nel disperato tentativo di darsi un contegno. Ma se il turgore delle sue carni, gli umori abbondanti e quell'espressione impaziente che si voltava con la coda dell'occhio verso di lui non l'avevano già tradita, quel discorso sarebbe rimasto comunque poco credibile.
     
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    L'impazienza stava contagiando entrambi ma, se il demonietto riusciva a tenerla a bada grazie alla sua indole dispettosa, così non era per Raiko: adorò sentire come si strusciava sul suo petto, come agitava i fianchi soltanto per spronarlo a essere sempre più intenso, ad abbandonarsi al desiderio. E che dire dei gemiti? Li amava, voleva godersi qualunque nota perversa quelle bella labbra sapessero produrre! Avrebbe sussurrato in ogni caso una caterva di oscenità, ma sentirla rispondere affatica, tra ansimi, mugugni e respiri accennati... oh, dava nuova benzina a quella boccuccia impertinente e davvero, davvero oscena. - Mhhh, sì, ti prego... puniscimi, Raiko. Non attendo altro che la punizione che soltanto tu puoi darmi... - e mentre rispondeva così, in quel tono oscenamente languido, si godeva lo splendido corpo della guerriera sotto le sue mani. Adorò sentire tanto il capezzolo quanto il clitoride inturgidirsi di colpo già al primo tocco e, naturalmente, ciò lo convinse a essere più intenso, a rendere quel petting ancora più perverso.
    Ohhhh... mi stai bagnando tutta la mano, sai? Se avessi la mia bocca lì, a quest'ora starei rischiando di affogare... - fece notare terribilmente birbante e languido insieme, mentre le sue dita scivolavano su quelle carni a dir poco fradice, il cui profumo stava velocemente e meravigliosamente saturando l'aria. Naturalmente voleva costringerla a immaginarlo con la testa tra le sue cosce, mentre la leccava adorante e lei, magari, gli tirava i capelli colma di piacere: voleva portare la dolce, timida, materna Raiko al punto di rottura e scoprire un po' cosa si intravedeva tra una crepa e l'altra. Non che trovasse la sua personalità dolce, gentile un'impostura, tutt'altro: Raiko era veramente dolcezza e premure incarnate, semplicemente c'erano altre sfaccettature (che lui aveva già intravisto) della sua personalità che voleva conoscere molto, molto bene. E però quell'eccitazione non era certo a senso unico! Anche lui si stava terribilmente eccitando nel sussurrare cose tanto perverse e quel culo perfetto, ormai completamente esposto, che si strusciava contro il suo pube ormai lo aveva reso così duro da fare male.
    Il demonietto aveva già deciso di abbassarsi i pantaloni e i boxer, sia per trovare sollievo e sia per portare a un nuovo livello le sue provocazioni, ma aveva decisamente tirato troppo la corda, tanto che Raiko gli tirò fuori il membro eretto e se lo portò tra le sue splendide cosce, mentre il demonietto gemeva di sorpresa e di piacere insieme. La carne che la mano della guerriera aveva tanto precipitosamente afferrato era davvero, davvero perversa: era decisamente troppo grande per quel corpicino delizioso e possedeva le stesse peculiarità dei suoi capezzoli o delle sue labbra, poiché era interamente blu e aveva una consistenza davvero unica; se, infatti, il turgore era assolutamente evidente, era anche incredibilmente vellutata e piacevole al tocco, neanche la invitasse a strizzarla con forza... con lo dita, per esempio o, meglio ancora, con le sue cosce. E, ancora di più del resto del suo corpo, era pressoché bollente. Aaahhh... Raiko, come sei... impaziente... - miagolò in un gemito vellutato, stringendosi al corpo della guerriera e premendo meglio il suo cazzo contro la sua femminilità e le sue cosce, facendole sentire per bene quanto fosse grande, duro e impaziente. Quando la sua grossa cappella venne catturata dalle sue dita il demonietto fremette sulla sua pelle, gemendo e spingendo i fianchi un po' di più contro di lei, tanto che Raiko avrebbe sentito le sue gonadi morbide, fin troppo grandi e calde, premersi contro le sue cosce.
    Era già tutto più che ampiamente perfetto, ma Raiko lo rese ancora di più confessandogli i suoi desideri, le sue fantasie... che replicavano perfettamente la situazione che stavano vivendo in quel momento: sul bel visetto di Bowen si aprì un sorriso assolutamente perverso, mentre i suoi occhioni bizzarramente colorati si illuminavano di brama. - Mhhh, Raiko... - miagolò con un tono lamentoso, mentre si stringeva a sé in un abbraccio tanto abbandonato quanto languido; quasi subito le sue morbidissime, calde labbra apposero un bacio sulla sua schiena, poi un altro un po' più su e ancora e ancora, fino ad arrivare al suo collo dannatamente invitante. - Voglio scoparti così tanto... lo senti quanto voglio? Non faccio che pulsare e pulsare, mi sembra d'impazzire. Ti voglio per tutto il giorno, ti voglio per tutta la notte! - era il suo turno di confessare e il demonietto lo fece, premendosi al suo corpo morbido, strusciando la sua pelle vellutata (e i suoi capezzoli turgidi) contro la sua schiena, mentre affondava coi fianchi contro le sue cosce, frizionando così quel cazzo enorme contro la sua femminilità fradicia; era una confessione sincera, quel cazzo pulsava terribilmente forte, dall'uretra ormai gocciolava la sua impazienza e le sue parole erano accompagnate da gemiti e fremiti intensi, come testimoniava la sua codina quasi scodinzolante. - Ti voglio prendere, prendere, prendere... ti voglio scopare fino a svuotarmi, fino ad addormentarmi stremato su di te, abbracciati. - continuò, mordendo il collo che aveva prima baciato e succhiandolo col preciso intento di farlo arrossare, mentre le sue piccole mani afferravano entrambi i suoi seni e un nuovo affondo le riempiva le cosce, le strofinava la femminilità sensibile. - Voglio fotterti, fotterti, fotterti... voglio vederti ribaltare gli occhi mentre vieni e godi, schizzandomi addosso! - continuò sempre più osceno, sempre più sboccato, spingendo ormai come un ossesso contro di lei, proprio come se stesse cercando di scoparle le cosce e, soprattutto, si mise sulle punte dei piedi per poterle leccare l'orecchio, tutto l'orecchio. Purtroppo già raggiungere il suo collo era per lui difficilissimo, l'orecchio era pressoché inarrivabile... ma per fortuna la sua lingua blu era davvero, davvero lunga. - Voglio vedere cosa succede "poi"... - concluse, continuando quel petting quasi feroce, tendendosi il più possibile per morderle il lobo, mentre mostrava l'espressione più bramosa, monella ed eccitata che il suo visetto potesse produrre. Raiko lo avrebbe accontentato?
     
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    Più lo stuzzicava e più Bowen, di rimando, accendeva le voglie di Raiko con quella voce spezzata dal piacere, maliziosa e vogliosa, impaziente di condividere con lei piaceri intensi. Anche se le sue gote arrossivano vistosamente per la vergogna, moriva di eccitazione e soddisfazione mentre il demonietto descriveva tutto ciò che sentiva, e che toccava, facendola eccitare ancora di più. La mente si vergognava, ma il corpo accoglieva tutto come lussuriosi complimenti, ricambiando di cento volte ogni singolo stimolo che culminava con mugugni sempre più intensi e impazienti. Era meraviglioso bearsi di quel cazzo sproporzionato rispetto alle forme infantili del demonietto, e nonostante quel corpicino minuto era riuscita ad eccitarlo abbastanza da farlo spingere come se volesse sbatterla a terra e montarla con tutta la sua forza, senza alcun ritegno. Poteva percepire quel vigore, quell'impazienza, mentre si sfregava contro la propria intimità, facendole percepire sulla sensibile pelle delle cosce e quella delle natiche il suo vigore maschile, irruento e spietato. Spalancò la bocca per respirare mal e scappò un gemito così forte e vergognoso che avrebbe voluto sparire pur di non arrossire in quel modo, ma l'unica cosa che riuscì a fare fu voltarsi di più verso di lui fissandolo come se volesse mangiarlo vivo. Non riuscì a dirgli niente, tuttavia, completamente rapita dalla sua perversa confessione, bloccata dalle attenzioni che il corpo del demonietto le stava concedendo. Era così piccolo, sembrava quasi impotente, eppure riusciva a stimolarla con ogni parte di sé. con quei movimenti irruenti, con le dita vogliose, con quella boccuccia vellutata. I capezzoli di Raiko rispondevano ai suoi stimoli, le grandi labbra lo avvolgevano sempre di più ad ogni movimento come se volessero spingerlo dentro a forza, la bocca della donna si mordeva le labbra disperata come se potesse davvero frenare quei gemiti, missione impossibile mentre gradualmente la bocca si apriva al ritmo dei movimenti del bacino di Bowen, che sembrava già pronto a scoparla. Appena sentì la lingua scivolarle sull'orecchio si ritrovò ad inarcare la schiena e i gemiti si fecero forti, incontenibili. Era maledettamente tentata di prendere quel grosso cazzo proprio come aveva fatto prima e spingerselo nell'intimità così da consumare finalmente quell'amplesso, ma Raiko ci teneva davvero a far capire a Bowen che non si trattava solamente di uno sfogo sessuale, né di una necessità per quella missione. Voleva davvero rendere il loro rapporto speciale, quindi cercò di contenersi respirando profondamente. Bowen non avrebbe sentito incertezza nella voce di Raiko, né un ripensamento: non voleva scacciarlo né scoraggiarlo, stava solo cercando di aprirsi a lui senza essere troppo materiale.
    Oddio Bowen... non riesco più a resistere... voglio farlo... voglio farlo ora... ma non posso cedere solo all'istinto. Spogliati... spogliati per me e mettiti sul letto. Lo faremo nel modo giusto...
    Aveva bisogno di un istante. Se si separavano sarebbe stata come una doccia fredda per entrambi, ma ne sarebbe valsa la pena. Se Bowen avesse deciso di assecondare la richiesta della sua nuova compagna di giochi non se ne sarebbe pentito. Avrebbe assistito ad uno spettacolo osceno e finalmente sarebbero stati ad un passo dal consumare quel sogno perverso che si stavano promettendo da troppi, interminabili istanti.
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    L'impazienza, il bisogno di Raiko le scorreva sotto la pelle, la imperlava di sudore, contraeva quei perfetti muscoli da guerriera e, allo stesso tempo, rendeva le sue forme, la sua femminilità ancora più morbide, ancora più accoglienti. Continuare quel petting feroce, impetuoso senza passare al livello successivo, senza affondare in lei come quella stessa fica supplicava, divenendo sempre più fradicia e calda, era una tortura anche per lui... e se non vi cedeva, più che per disciplina, era per la sua inossidabile monelleria. Sì, perché se la brama divorava il corpo magnifico di Raiko, il suo volto esprimeva tanto il desiderio quanto l'imbarazzo e, per un dispettoso come lui, quei gemiti mal soffocati, quegli occhi bramosi e vergognosi insieme... erano quasi meglio che spingerla contro il muro e scoparla come se non ci fosse un domani. Si beò del modo quasi disperato in cui lo guardò, adorò i gemiti che ormai fuggivano a frotte dalla sua bella bocca e, soprattutto, assaporò il fremito che la scosse quando le leccò l'orecchio: si sentì inebriare da quanto quella meravigliosa guerriera, così tanto più alta di lui, fosse assurdamente sensibile, meravigliosamente fradicia e il suo enorme cazzo pulsò straziato dall'impazienza, tra le sue cosce e le sue grandi labbra.
    Arrivò anche lui a mordersi il labbro e sì, stava finalmente per cedere quando Raiko gli fece una specifica riesca, a cui seguì un passo di distanza, come se lei per prima non si fidasse della sua capacità di resistere: Bowen la guardò prima sorpreso, poi deliziato e snudò le zannette candide in un sorriso tanto ferino quanto felice. - Mi chiedi così tanto, Raiko... ma come posso dirti di no? Non potrei mai negarti nulla... perché sei tutto quello che voglio. - disse e, con le mani calde di passione (e della sua pelle), le carezzò delicatamente la schiena, i fianchi meravigliosamente ampi e perfetti. - Questo sacrificio è così grande, però, che deve avere un pubblico: dammi i tuoi occhi, Raiko, voglio che seguano ogni mio passo. Voltati, voglio vedere il tuo petto sussultare per me. - pretese, mentre anche lui indietreggiava di un passo e si liberava dei vestiti che gli rimanevano: era poca roba, la maglietta se l'era già tolta e Raiko aveva già provveduto ad abbassargli tanto i pantaloni che i boxer, semplicemente questi due scivolarono ancora di più, fino alle sue caviglie e se ne liberò con gesti aggraziati, mentre scopriva i suoi piedini piccoli e deliziosi. In pochi, veloci attimi il corpicino del demonietto fu completamente nudo davanti agli occhi di Raiko, le sue linee dolci, da efebo venivano impreziosite dalla muscolatura da guerriero che palpitava sotto la pelle e, naturalmente, da quel cazzo oscenamente grosso che svettava impaziente, col glande che quasi si sfregava sul suo ventre.
    Ti piaccio? Non trattenere i complimenti, fanno piacere anche a noi maschi. - affermò, con una luce davvero birbante negli occhi, prima di mordersi il labbro inferiore più per provocarla che per trattenere chissà quale impulso. - E' bello sapere di avere su di sé gli occhi di una donna. E' bello sapere di essere... desiderati, bramati. Mi vuoi mostrare il tuo sguardo migliore, Raiko? Voglio sentirmi l'agnellino delle favole... e tu potresti fare la lupa cattiva. - era da un po' che Raiko lanciava sguardi da lupa cattiva, in realtà, ma Bowen voleva vederla imbarazzarsi ed eccitarsi insieme ancora e ancora, quindi non avrebbe messo alcun limite alle oscenità che la sua mente perversa era in grado di produrre. - Che poi, mi sono sempre chiesto... quale mio lato preferisci di più? Questo... - si chiese con un tono fintamente innocente, accarezzandosi il petto e portando le mani per tutto il ventre, fino al pube: la sua pelle colorata era lucida in maniera fin troppo invitante, appariva irrealmente vellutata e morbida anche se i suoi muscoli la tendevano a ogni contrazione, mentre il suo cazzo... pur enorme com'era, pur mostrandosi spaventosamente duro ed eretto, non perdeva l'aria di essere una morbida, golosa caramella blu. - ...o questo? - le diede le spalle, permettendole di apprezzare ancor meglio quel corpicino minuto e flessuoso, grazioso dalla punta delle corna alla punta dei piccoli piedi, mentre curvava la schiena verso di lei e metteva in mostra tanto quel culetto pieno, perfetto da stringere e quella buffa, tenera codina che agitò come a invitarla ad accarezzarla, dopotutto appariva molto, molto più morbida di un batuffolo di cotone.
    Quella posa lasciva durò poco, però, perché si raddrizzò e con passi lenti, sensuali raggiunse il letto: Raiko avrebbe apprezzato la danza di quel culo perfetto su quelle cosce tornite e decisamente troppo lunghe rispetto alla sua altezza complessiva? In ogni caso il demonietto si sdraiò sul letto, non prima di rivolgerle uno sguardo furbetto, come di chi sta preparando un gran bel dispetto. Si sdraiò, infatti, ma poggiando la testa poco dopo il limitare del materasso, in modo che potesse guardarla agevolmente con gli occhi, benché capovolta... e non solo, dato che protese le braccia verso di lei a invitarla ad avvicinarsi. - Voglio assaggiarti, Raiko. Voglio affogare nella tua fica... - disse e, per rendere più chiaro il messaggio, schiuse la boccuccia e tirò fuori quella lunga, perversa lingua blu, che si agitò impaziente nell'aria densa di energia oscura. Era quello il modo giusto di farlo? Di certo lo era per Bowen, il cui cazzo non avrebbe potuto svettare più enorme, duro e bisognoso di cure.
     
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    Mentre Bowen avanzava quella richiesta, Raiko si portò un pugno serrato vicino alle labbra, mordendolo energicamente come a volersi punire: si era ripromessa di darsi un contengo, ma più lui la provocava, più lei lo assecondava, cedendo alla tentazione, lasciandosi coinvolgere, e con la coda dell'occhio iniziava a guardarlo mentre si faceva indietro e la accontentava, rendendola sempre più impaziente e costringendola a stringere le cosce intente sfregarsi, a caccia di un sollievo che non avrebbe trovato fuori da quel letto.
    Oh si... mi piaci... ti desidero...
    Confessò con la voce spezzata dal piacere mentre si voltava lentamente verso di lui, fissandolo e mordendosi le dita strette sempre più forte fino a quasi farsi male. Si vergognava così tanto ma Bowen aveva ragione: lei non era un'agnellina, era un lupo famelico, eccitato e impaziente. Non contento, Bowen la interrogò chiedendole quale lato lei preferisse costringendola a trattenere il fiato e distogliere lo sguardo paonazza in volto mentre lui completamente nudo si lasciava ammirare in ogni angolo. Le labbra si muovevano come a volergli rispondere senza esitazione, ma i denti stavano serrati il più possibile perché qualsiasi parola le fosse uscita dalla bocca in quel momento sarebbe stata un sacrilegio umiliante per entrambi. Ma forse, quei capezzoli osceni che tremavano sotto la tuta attillata, praticamente inzuppata di umori, l'aveva già condannata ad un destino poco elegante. Riuscì a riprendere fiato solo quando Bowen decise finalmente di spezzare quell'incanto e raggiungere il letto come Raiko gli aveva chiesto. Serrò le palpebre per darsi un contegno, ma prima di trovare la calma si ritrovò a stringere le sue stesse vesti, tirandole come se volesse strapparle via. Cos'era diventata? Non riusciva neanche più a trattenersi? Sentire l'aria fredda sulla pelle sudata dopo quel contatto così caldo le diede un momento per riprendersi, e dopo un sospiro che sembrava quasi doloroso riuscì a formulare nuovamente pensieri coerenti. Raiko si sfilò la tuta allargandola ai lati, come se fosse una vestaglia che le ricadde addosso in maniera delicata, un velo osceno che scoprì finalmente il suo corpo. Sotto non indossava nulla, era completamente nuda, e il suo corpo allenato ed eccitato appariva semplicemente perfetto. Aveva anche smesso di stringersi in sé stessa come se dovesse vergognarsi di qualcosa ed aveva iniziato a fissarlo con brama, uno sguardo quasi serio che esprimeva maledettamente bene quanto volesse darsi da fare. Prima di avanzare verso di lui, Raiko ebbe l'accortezza di fare due cose: prima si portò una mano intorno ai capelli, dove le dita presero ad intrecciarli generando un nastro puro e bianco come la neve, che la abbellirono con un'elegante coda alta. Poi passò le stesse dita intorno al collo, formando una sorta di stretto collare nero che le dava un aspetto quasi gotico, non dava l'idea di essere uno strumento erotico ma era decisamente molto stretto, che col suo affusolato collo la rendeva ancora più affascinante. La sua intimità era completamente glabra e di un rosa vistoso, provocato dall'eccitazione che la stava divorando. Non c'era più vergogna nella sua eccitazione, solo... una gran voglia di sfogarla. Iniziò ad avanzare verso di lui, lentamente, ancheggiando senza vergogna, mettendo in evidenza quei fianchi perversi ad ogni passo, un piede avanti all'altro, per fargli godere l'attesa proprio come era stato per lei. Poi si fermò proprio davanti al demonietto, a pochissimi centimetri da lui: in quel modo, tra la lingua del piccoletto e la vulva di Raiko c'erano poco più che un paio di strati d'aria, occupati dall'odore femminile che stava rilasciando la guerriera oramai da un pezzo, e che era impossibile da nascondere.
    Non posso lasciarti annegare... il tuo fiato serve a me...
    In quel momento sembrava quasi che la timida Raiko che cercava in ogni modo di trattenersi fosse stata sostituita da una predatrice che sapeva molto bene come mascherare le sue intenzioni, ma tuttavia quegli occhi quasi luminosi nella penombra la tradivano in maniera decisiva. Allungò un ginocchio verso di lui, iniziando a salire sul letto come se volesse piazzargli la fica in faccia com'era facile immaginare, ma non lo fece, limitandosi piuttosto a gattonargli addosso come se volesse dargli un assaggio di quello spettacolo in maniera fugace, solo uno sguardo. Vide i suoi seni prosperosi danzargli addosso, quel ventre liscio che bramava la sua carne, la sua intimità bollente impaziente di attenzioni, e quelle cosce lunghissime che gli sfioravano il volto. Gattonò su di lui fino in fondo, inginocchiandosi sul letto allargando le gambe intorno a quelle di Bowen. Non si voltò, e la verga del demonietto assaporò un primissimo contatto con la carne della guerriera in maniera a dir poco indecente: Raiko ci soffiò sopra mentre passava, sfiorandolo con le labbra, per poi toccarlo prima col capezzolo e poi con la mammella, sfiorandolo con le cosce e piantandolo infine tra le sue natiche. Raiko si sedette su di lui, intrappolato quella verga tra le morbide carni che formavano il suo fondoschiena. Le spalle di Raiko erano leggermente girate verso Bowen, e il piccoletto poteva vedere la sua cappella fare capolino dalle forme di Raiko, di nuovo bloccata in una morsa oscena.
    Confessa... volevi infilarmi la testa tra le gambe solo perché così poi io sarei stata costretta a prendere questo grosso affare in bocca... è questo quello che vuoi, vero? Una volta assaporata la mia lingua... lo avresti spinto in fondo fino a scoparmi la gola... confessa...
    Non c'era malignità in quelle parole, ma complicità. Non lo stava giudicando... lo stava costringendo a dire esattamente quello che volevano entrambi. E per estorcergli risposte, Raiko iniziò a muovere il bacino in basso e in alto, masturbando quella grossa verga con le sue morbidissime e bollenti natiche.
     
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    Raiko sembrava più che mai dilaniata tra imbarazzo e desiderio... peccato che il secondo avesse davvero troppo vantaggio perché il demonietto potesse anche soltanto pensare di ridurre le sue provocazioni! Non che lo avrebbe fatto in ogni caso, ovviamente. Per questo, quando finalmente la guerriera cedette e ammise che lo trovava bello, voltandosi verso di lui, Bowen l'accolse con un ghigno davvero, davvero perverso. Avrebbe voluto annullare ogni distanza, abbracciarla e leccarle quelle povere dita che si tormentava, succhiargliele nella maniera più oscena possibile mentre si aggrappava con le mani a quei glutei perfetti, assurdamente meravigliosi. Vederla così presa, così terribilmente bramosa ma, al contempo, testardamente decisa a contenersi, a reprimersi... gli faceva venire una voglia matta di sconvolgerla, di farla impazzire.
    Certo, non era uno stupido ed era perfettamente conscio che dietro quegli occhioni materni e quei deliziosi imbarazzi c'era un animo famelico, forse persino sadico... ma al demonietto il pericolo piaceva davvero molto, soprattutto quando s'incarnava in curve da capogiro e lo guardava in quella maniera tra il feroce e l'imbarazzato. Chiederle quale lato del suo corpicino le piacesse di più, offrire ogni lato di sé al suo sguardo, fu l'ovvia prosecuzione di quell'ininterrotta sequela di provocazioni, sebbene fosse perfettamente conscio di quanto fosse oscena rispetto alle altre (e il che era tutto dire) e, per questo, tenne gli occhi fissi sul suo bel viso, per assaporare ogni singolo frammento della sua espressione, per godersi tutte le sue reazioni. Raiko non lo deluse: parve quasi fremere alla vista del suo corpicino minuto, diabolicamente grazioso e invitante, prima di volgere lo sguardo altrove sopraffatta dalla vergogna e quasi mangiarsi le dita pur di non farsi strappare una risposta. Non che, forse, ce ne fosse troppo bisogno: Bowen notò lo sguardo che rivolse al suo culetto perfetto e, anche per questo, non nascose proprio nulla ai suoi occhi... e sì, non erano soltanto le sue gonadi o il suo perineo ad avere quell'incredibile tonalità blu e quell'aspetto lucido, goloso da caramella gelee. Ridacchiò davvero birbante nel sentirla così sopraffatta dalla sua domanda (e dalla sua vista) ma, per una volta magnanimo, decise di non infierire ulteriormente, dandole il tempo di dominarsi mentre si sistemava sul letto.
    Purtroppo(?) per la donna, la sua magnanimità ebbe vita breve: una volta sul letto non poté fare a meno di tentarla ancora, di protendere le braccia verso di lei mentre le offriva la sua bocca e, soprattutto, la sua lingua demoniaca, semplicemente oscena. Non che fosse una semplice provocazione come le altre, dopotutto in quella stanza faceva davvero un caldo terribile e aveva una sete dannata, una sete che Raiko avrebbe potuto placare con molta soddisfazione per entrambi... ma la guerriera non rispose subito, anzi si prese il suo tempo giungere da lui nel modo migliore possibile: nuda. Sia pure da sdraiato, il demonietto fissò i suoi occhioni su di lei e lo avrebbe visto fremere, trattenere il respiro e sospirare estatico quando, finalmente, quella perversa tuta le scivolò ai piedi; non aveva mentito neppure per un istante quando le aveva detto che, da quel momento in poi, l'avrebbe sempre spogliata con gli occhi quando l'avrebbe incontrata, pensando che non avesse niente sotto... ma, per farle scoprire la veridicità di quelle parole, bastava soltanto un po' di tempo, tempo che in quel momento era tutto per lei e le sue forme. - Metterai anche a me quel collare, Raiko? Sembra così stretto... - chiese con tono di voce tutt'altro che spaventato, anzi sospirando di piacere proprio un attimo dopo averlo definito "stretto", mentre i suoi occhioni brillavano di una luce meravigliosamente perversa.
    Per quanto, comunque, lo spettacolo delle sue tette che danzano a ogni passo assieme a quei fianchi su cui avrebbe voluto consumare gli occhi e le detta (e la lingua e tutto il fottuto resto), non gli sfuggì il cambiamento nello sguardo della donna, il modo in cui si fece più deciso ed espresse tutta la sua bramosia senza più timori o pudori di sorta. Naturalmente non gli sfuggì come quel nastro e quel collare esprimessero la dualità del suo potere e, addirittura, si chiese se non facessero parte del rito che stavano per consumare... qualunque cosa fosse, ma non aveva intenzione di chiederglielo, non in quel momento; i lenti, meravigliosi passi di Raiko l'avevano portata davanti a lui e, quel momento, i suoi occhi erano sgranati, bramosi e fissi per quella femminilità perfetta, schiusa come un fiore e di un rosa così accesso da fargli venire l'acquolina. Respirò con voluttà e ingordigia il suo profumo intenso, pregno della sua eccitazione e si leccò le labbra in un modo fin troppo osceno. - Allora una leccata, una piccola, minuscola leccatina... voglio avere il tuo sapore nella mia bocca! - miagolò il demonietto, utilizzando volutamente un tono supplice e, al tempo stesso, assolutamente indecente, perverso. Non avrebbe aspettato il suo permesso, la sua fica era abbastanza vicina e la sua lingua (più che) abbastanza lunga! Peccato che prima ancora che potesse attuare la sua piccola disobbedienza, Raiko si mosse attirando tutta la sua attenzione. Trattenne il respiro ed espirò, pochi attimi dopo, pesantemente quando la vide salire sul letto: per un attimo credette che volesse sedersi sul suo viso e il suo cazzo letteralmente guizzò dalla gioia, mentre la guerriera continuava a muoversi dimostrandogli il suo errore... non che la delusione punse per chissà quanto il suo animo... anzi, non lo punse affatto, praticamente, perché la vista di Raiko sopra di sé era meravigliosa al punto da sgombrargli la testa da ogni pensiero. Non resistette e ferino, famelico dispensò un piccolo morsetto al suo interno coscia, mugolando di gioia al solo sentire il sapore della sua pelle e succhiandoglielo di gusto, in modo che potesse percepire quanto quelle zannette fossero appuntite e quanto, invece, il resto della sua bocca fosse assurdamente morbido e vellutato, oltre che bollente.
    La mollò molto in fretta, però, perché il suo semplice soffio sul suo cazzo gli fece emettere un gemito davvero, davvero indecente e tutte le successive, lievi stimolazioni scossero il suo delizioso corpicino e fecero fremere quel cazzo enorme, soprattutto contro il suo seno. Già così Bowen si sarebbe ritrovato sovraeccitato, ma le intenzioni di Raiko erano ben "peggiori": si sedette su di lui, intrappolando quella grossa verga tra le sue natiche, semplicemente paradisiache; il demonietto non poté e non volle frenarsi, quindi inarcò la schiena e strizzando gli occhioni gemette in maniera a dir poco laida, mentre il suo cazzo pulsava bollente tra quelle natiche meravigliose. - Ahhhh... questo... questo è barare... - sospirò, mentre quell'asta oscena fremeva e fremeva, neanche fosse un vibratore impazzito. Poi Raiko gli parlò, in una maniera così deliziosamente volgare che quel piccolo birbante, anche se momentaneamente travolto da quelle sensazioni, riuscì a ghignarle perverso e a cercare i suoi occhi per rivolgerle un'espressione a dir poco bramosa. - Mhhh... sì, sì! Confesso! - esclamò, spingendo il bacino verso quel culo meraviglioso, godendo fin troppo quando iniziò la perversa danza di Raiko su di lui: era una meravigliosa, perversa spagnola "al contrario" e quel monello la stava semplicemente adorando. - Sì, volevo sbatterti il mio cazzo in gola, volevo premerti le palle sul naso, sulla faccia! Volevo sentirti soffocare! - una confessione in piena regola, coi suoi fianchi che seguivano quel culo perfetto e, addirittura, cercavano di anticiparne i movimenti. Sì, il demonietto era completamente conquistato e se non fossero bastati i suoi ansimi, i gemiti che ormai fluivano dalla sua bocca ininterrottamente a confermarlo, ci avrebbe pensato quella verga sempre più dura e calda, quell'asta che ormai pulsava come se fosse sul punto di scoppiare e che riversava rivoli di liquida impazienza su quei glutei meravigliosi.
    Ahhh... sì, sì! E... e tu? Cosghhh!! - così come il suo delizioso corpicino era teso e scosso da fremiti violenti, così la sua voce e non gli era affatto semplice poter continuare a parlare come la sua indole dispettosa gli imponeva. - Tu, invece cosa... vuoi? Vuoi farmi... ahhh, sborrare sul tuo culo, vero? Vuoi costringermi, ngh, a venire come... mhh, come un ragazzino, vero? - quella deliziosa vocetta era incerta, poco chiara e rotta da gemiti costanti ma il suo viso... oh, aveva il ghigno più perverso, più bramoso di questo mondo! - Allora fallo, fallo! Fammi impazzire! - quasi gridò e l'impeto restituì un po' di chiarezza alla sua voce ma non solo: si allungò verso quel culo paradisiaco... e gli diede un forte, sentito schiaffo con la mano destra, col preciso intento di lasciarle un bel segno rosso del suo palmo e produrre un soddisfacente schiocco. Nulla che potesse impensierire una guerriera come Raiko, certo, ma quella natica le avrebbe bruciato mentre la muoveva per farlo impazzire e Bowen voleva proprio vedere come quella Raiko così determinata, così sicura di sé lo avrebbe punito per un gesto simile. Oh sì, non vedeva l'ora di ricevere la sua punizione e il suo sorriso birbante, i suoi occhi splendenti di provocazione e compiacimento non dicevano altro. Raiko lo avrebbe accontentato?
     
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    Raiko riusciva a percepire l'impazienza di Bowen: il suo sguardo che sembrava volerla mangiare con gli occhi, quella lingua che si agitava impaziente alla ricerca di un sapore per avere finalmente pace, quelle zannette che non ci pensarono due volte a strappare brividi di piacere e gemiti a malapena trattenuti da Raiko che si sentiva desiderata come non mai, e non le dispiaceva affatto. Ma lasciarlo in sospeso era piacevole tanto quanto sentirsi desiderata, e quel gioco di provocazioni sembrava destinato a durare in eterno visto che nessuno dei due faceva marcia indietro, o peggio ancora un passo verso il basso, inginocchiandosi e supplicando l'altro di avere finalmente quel piacere intenso. La confessione del piccoletto non tardò ad arrivare,e Raiko lo ascoltò con grande attenzione, fissandolo con il volto leggermente spostato verso di lui, quasi con la coda dell'occhio, mentre gradualmente iniziava ad assecondare i suoi movimenti del bacino. Quel sesso fantastico si stava adattando alla perfezione tra le sue natiche, e sentirlo spingere contro i propri orifizi la costringeva a respirare profondamente, diventando sempre più rossa e languida ad ogni intenso movimento. Lo sentì accelerare di desiderio e lei stessa non poté fare a meno di lasciarsi andare, piegandosi in avanti, scendendo con le spalle ed inarcando la schiena, quasi schiacciandosi contro la testiera del letto mentre i suoi seni si adagiavano sul materasso e lei incrociava le braccia davanti alle proprie labbra per poterle trattenere da altri lussuriosi versi. Da quella posizione Bowen poteva vedere chiaramente le natiche e le grandi labbra di Raiko avvolgere il suo cazzo come se fossero delle bocche impazienti, stringendolo in una morsa oscena, bagnatissima, masturbandolo sempre più forte seguendo il suo stesso ritmo. Lo schiaffo la costrinse a mordersi il suo stesso braccio per trattenere un grido di piacere, ma anche se le zanne di Raiko le attraversavano la carne comunque i suoi sospiri di piacere tradirono completamente quel futile tentativo, mentre la sua intimità grondava di umori sempre più caldi e abbondanti. A quel punto i movimenti non erano diversi da quelli di un amplesso e oscillava così forte col suo bacino che sembrava quasi potersi lasciar penetrare da un momento all'altro.
    Si... si... SI! SI!!! Voglio sentirti pulsare sulla mia carne! Voglio vederti gonfiare solo per me! Voglio sentirti gemere mentre mi vieni addosso! Coprimi il culo di sperma Bowen! Fammi sentire come ti faccio godere!!!
    Lo avrebbe punito per quello schiaffo, poco ma sicuro, tuttavia in quel momento desiderava una cosa e una soltanto: il primo orgasmo di quel demonietto che sarebbe stato condannato a dargliene molti, molti altri, tutti per soddisfare quel richiamo perverso che aveva preso la forma di una promessa, ma che non avrebbe lasciato scampo ai loro istinti. Per questo gemeva, e danzava sensuale su quell'asta di carne, decisa a strappargli quel seme bollente che ben presto sarebbe stato suo e suo soltanto.
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    L'eccitazione ghermiva le deliziose carni del demonietto e, a ogni attimo consumato, affondava un po' di più le sue zanne in lui: già soltanto la vista di Raiko era più che sufficiente a farlo inebriare come se avesse bevuto tanto, troppo vino prelibato. Il problema era che quello spettacolo non fece altro che migliorare man mano che il suo controllo veniva meno: quel volto visibile solo in parte e che pure esprimeva una determinazione, una brama tutta nuova rispetto alla consueta dolcezza, quel culo che pareva disegnato da un dio innamorato e che danzava per lui e per il suo cazzo... e il modo meraviglioso, perverso, spaventosamente eccitante con cui si piegò in avanti al solo scopo di masturbarlo meglio, di accompagnare e superare i movimenti frenetici del suo bacino. Come poteva rimanere calmo di fronte a tutto questo? La sua indole dispettosa, la sua passione per le provocazioni poteva e aveva fatto miracoli per mantenerlo presente a se stesso, ma anche la sua birbanteria aveva un limite e, in quel momento, era stato superato da troppo, troppo tempo.
    Darle quello schiaffo, godere del suono perverso del suo palmo contro quella natica meravigliosa non fu che l'ovvia conclusione di quel crescendo di desiderio e che, subito, subì un'ulteriore impennata alla reazione a dir poco oscena di Raiko che, non solo si lasciò andare a sospiri tutt'altro che trattenuti e meravigliosamente laidi, ma aumento anche il ritmo di quella stimolazione, il modo in cui quel culo e quelle grandi labbra lo stringevano, lo strizzavano e sembravano volergli cavare fuori ogni goccia possibile del suo piacere. - Caahhhhzzooo!!! Mi... stai... strizzando!!! - gemette il demonietto, crollando di nuovo sdraiato perché incapace di mantenere sia pure per un altro istante la schiena in tensione; non aveva energie da dedicare a nient'altro che a godere, anche perché pareva che ogni grammo di energia e sangue fosse confluito in quel cazzo già enorme ma che, sovraeccitato com'era, appariva incredibilmente gonfio, turgido e bollente. - La t-tua ficah... nghhhh!!! Mi stha... sciogliendo il cazzo!!! - forse sarebbe stato opportuno spiegare meglio cosa intendesse dire, però anche volendo gli sarebbe stato impossibile il piacere era troppo e fu già tanto che la sua dolce boccuccia gemente riuscì a strappare quelle poche parole alla sua mente travolta: com'è possibile che una "semplice" masturbazione fosse così piacevole?! Quel culo perfetto lo avvolgeva e lo stringeva così bene da sentirsi davvero strizzato, munto quasi e da quella femminilità scorrevano così tanti umori e così dannatamente caldi che, per l'appunto, si sentiva come se tutta la sua verga e le sue gonadi fossero in procinto di sciogliersi.
    Cosa che, seppur figurativamente, era verissima: quell'asta non faceva che gonfiarsi e gonfiarsi, pulsando come un vibrato rotto, dall'uretra ormai colava liquido preseminale in quantità vergogno e che, naturalmente, finivano per mischiarsi a quel fiume costante di deliziosi umori femminili... quanto alle sue palle, invece, non sarebbero potute essere più gonfie, turgide e oscenamente calde di così: era sull'orlo di un orgasmo semplicemente meraviglioso e, soprattutto, intenso proprio come quello che Raiko gli aveva ordinato di dedicarle. E allora perché il suo seme non le imbrattava già quelle natiche perfette? - Nhooooo!!! N-non anchoraaaaahh!!! Di... ghhhh!! P-più! DI PIU'! - gridò il piccoletto, a rivendicare prima di tutto con se stesso più tempo, più piacere: venire sarebbe stato superbo, già sapeva che quell'acme lo avrebbe lasciato senza fiato ma... quello che già stava vivendo era assolutamente perfetto! E lui era un dannato ingordo, ne voleva molto, molto più. Per questo, per poter strappare al suo cazzo in procinto di esplodere quanto più tempo possibile, si portò una mano alla bocca per morderla, non per soffocare gemiti che - figurarsi - divennero soltanto più oscene e distorti, bensì per distarsi con un po' di dolore. Si ritrovò a inarcare la schiena, mentre stringeva con le zanne la sua piccola mano e la gemella affondava le dita nelle lenzuola e, soprattutto, strizzava gli occhi colmi di lacrime per via del dolore e del piacere insieme. Fu un sincero, disperato tentativo di resistere il più possibile e davvero per alcuni, lunghi secondi il suo cazzo rimase oscenamente congestionato, duro da morire e così fremente da sembrare irrimediabilmente rotto senza, però, rilasciare la più piccola quantità di seme. Ma soltanto per alcuni secondi: una simile, convulsa resistenza non poteva che andare a sbattere contro il terribile bisogno che ormai ruggiva in tutto il suo corpo e, presto, Bowen non fu più in grado di stringere le zanne contro la sua mano e si ritrovò a fare un'espressione davvero, davvero oscena.
    Sgranò gli occhioni, le cui iridi sparirono verso l'altro, mentre tutto il suo delizioso corpicino si tendeva tutto e il bacino spingeva contro quelle natiche meravigliose: il suo cazzo pulsò, sconvolto, una, due, tre volte e poi finalmente esplose in un orgasmo semplicemente incredibile; il primo fiotto raggiunse la sua schiena, lasciandole una scia bollente incredibilmente lunga, tanto in alto era stato sparato, mentre gli altri furono di poco meno potenti e si abbatterono sulle sue natiche proprio con lo scopo di ricoprirle in maniera oscena. E ci riuscirono, ci riuscirono eccome! Quell'orgasmo durò un tempo a dir poco folle e il corpicino sconvolto, teso del demonietto liberò sulla pelle di Raiko un numero imprecisato di fiotti, semplicemente abbastanza per poter marchiare come suo quel culo meraviglioso. Quando, finalmente, quel fiume di sperma si esaurì, Bowen crollò sul materasso, con entrambe le mani sul viso e un'espressione semplicemente laida: sorrideva a dir poco euforico, con la lingua lunga a penzoloni e gli occhi ancora ribaltati, mentre il suo cazzo pulsava più sommessamente ma tutt'altro che pago, anzi. - Mhhhh... Raikoooo... - miagolò con voce roca, rotta e strascicata da tutti i gemiti e le grida che aveva prodotto mentre le veniva addosso impunemente. - Credi che mi sia bastato? Oh no, oh no... posso fare di meglio di così! Voglio ricoprirti tutta di sperma, del mio sperma! Voglio che il mio odore ti rimanga addosso per giorni! - quasi ringhiò il demonietto guardandola con un'espressione di oscena, laidissima brama: era ancora totalmente fuori di sé, si sentiva mostruosamente eccitato e voleva godere molto, molto di più. - Voglio molto, molto di più! Questo non mi basta affatto, il mio cazzo è più duro di prima! Dammi di più, Raiko, di più! O vuoi essere schiaffeggiata ancora, mh? Vuoi che prenda a schiaffi quel culo osceno per convincerti a farmi venire di nuovo? - il tono di quel diavoletto era quanto di più perverso e provocatorio ci potesse essere, mentre la guardava spiritato e con un ghignetto assolutamente, questo sì, da schiaffi! Che diamine aveva in mente? Davvero voleva tirare la corda fino a spezzarla? - Oh, potrei farlo, sì... se mi preghi. - miagolò leccandosi le labbra con quell'oscena lingua, finalmente tornata sotto il suo controllo e carezzandosi lascivamente il petto con le manine, che naturalmente pizzicarono quei capezzoli turgidi come aghi soltanto per affamarla ancora di più. Inutile dire che, quella benedetta corda, non la stava spezzando: la stava letteralmente mordendo come farebbe un cane rabbioso! La Raiko che lo aveva fatto sborrare come se non ci fosse un domani non era ancora il massimo della determinazione, della bramosia, del sadismo che poteva mostrargli... e lui voleva strapparle di dosso gli ultimi scampoli di pudore e di controllo. Voleva metterla totalmente a nudo davanti al suo sguardo bramoso, anche a costo di pentirsene dopo.
     
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    Era proprio come lo aveva sempre immaginato... un pozzo senza fondo, capace di ingurgitare eccitazione e basta, senza mai esserne sazio, e anzi risultando perfino capace di venire sommerso dalla sua stessa fame senza però sentirsi sazio. Ecco cosa provava Raiko mentre cavalcava quella verga stringendola tra le sue carni, sentendola pulsare e tirandola verso l'orgasmo come meglio poteva. I versi di Bowen che cercava di ritardare il momento quanto più possibile erano pura estasi per lei, che dovette a propria volta iniziare a mordere le lenzuola per non lasciarsi sfuggire versi rumorosi di piacere, come se quelli provocati dalla loro stimolazione non fossero già abbastanza palesi. La carne di Raiko e quella di Bowen si stavano a malapena sfiorando, e facevano già scintille! Quasi letterali, visto il modo osceno in cui si muovevano, così energico e rumoroso da provocare una sinfonia perversa e a dir poco grottesca, ma che per loro era impagabile e meravigliosamente piacevole. La fica di Raiko avvolgeva la base del suo cazzo, sfregandosi pochissimo ma in maniera intensa contro le sue palle alla ricerca di uno stimolo anche per il clitoride, il tutto mentre le pulsazioni frenetiche del demonietto arrivavano fino alla punta, stuzzicandole le natiche, il perineo fradicio e quel buchino strettissimo che si contorceva impaziente come se fosse già pronto a farsi penetrare fino in fondo. Fu anche per lei difficilissimo trattenersi, ma non si arrese fino a che non lo sentì esplodere. Percepì chiaramente tutto il succo di Bowen arrivare fino alla punta, gli fu impossibile trattenersi e proprio quando Raiko era ad un passo dall'orgasmo, il suo amante la precedette, esplodendo come un vulcano che eruttava. Lei diventò un fiume in piena, una diga che non riusciva a trattenersi, e più gli schizzi di seme le macchiavano la schiena, più quella verga bollente pulsava vigorosa su di sé, meno riusciva a trattenersi risultando assolutamente oscena. A malapena gli occhi restavano aperti mentre la sua intimità grondava sulle palle turgide di Bowen, affogandole di umori. Era davvero riuscita a venire soltanto per i versi di quel piccoletto mentre si lasciava corrompere dall'eccitazione? Non si era mai sentita così perversa eppure... non desiderava altro. Iniziò a respirare profondamente, rallentando i movimenti del bacino ma senza mai fermarli, anzi rendendoli più ampi per potersi gustare tutta quella mazza bollente a stretto contatto con la propria femminilità, offrendogli uno spettacolo osceno di lei che danzava proprio davanti al suo sesso per farsi desiderare ancora di più. Aprì la bocca per parlare e anche se riuscì a trattenere i gemiti, non fu altrettanto semplice per la saliva che grondò dai lati delle labbra lasciando una vistosa macchia proprio dove si era adagiata.
    Niente suppliche... niente preghiere...
    Si staccò da lui strisciando in avanti, staccando i loro sessi come se fossero stati attaccati dal nastro adesivo, vista la quantità oscena di densi succhi che li tennero uniti per lunghi secondi dopo la loro separazione. Mentre lo faceva, girò proprio come un mostro seducente sul letto, muovendosi sensuale somigliando ad una lamia predatrice, solo che al posto di scaglie e motivi naturali, c'erano le curve di una donna impaziente e i riflessi lucidi della sua estasi. Lo sguardo di Raiko si fece sempre più vicino e prima ancora che potesse riprendere il respiro, Bowen se la ritrovò sulle gambe, con i prosperosi seni che gli avvolgevano quella mazza invidiabile, mentre le dita si allungavano verso la sua punta, dandogli qualche piccolo schiaffo sulla cappella come a volerlo punire. Era lei a schiaffeggiarlo adesso, e per assicurarsi di avere tutta la sua attenzione, respirava sopra a quella cappella a bocca spalancata, con la lingua che scendeva pressoché in verticale verso il basso, senza mai toccarlo chiaramente, limitandosi a stuzzicarlo con quel fiato bollente e colmo di eccitazione. La carne abbondante di Bowen scaldava il seno di Raiko che riusciva ad avvolgerlo quasi completamente, e lo abbracciava sfruttando la posizione degli arti superiori, che pur non stringendolo con le mani lo stavano facendo con le braccia.
    Lo scopo di questo rito perverso... è entrare in connessione... capirò cosa vuoi dallo sguardo... e tu lo capirai da ciò che vedrai...
    Un altro lungo gemito sospirato su quella cappella bollente, sulla quale ricaddero densissimi grumi di saliva scivolati verso il basso dalla sua lingua. Poi le dita che si limitavano a torturarlo iniziarono ad avvolgerlo, a massaggiarlo, senza toccare la pelle ma concentrandosi sulla punta, sulla cappella, dove era più sensibile perché era appena venuto. Voleva strappargli altre gocce di seme incontrollate, il tutto mentre lo teneva intrappolato in quella morsa perversa, senza smettere mai di fissarlo dritto negli occhi con quello sguardo a dir poco brillante, luminoso, pieno di una luce perversa destinata a non affievolirsi mai. Il rumore delle dita di Raiko che scivolavano quasi viscide su quella cappella bagnata era a dir poco ipnotico, e strappava un mezzo sorriso su quel volto stralunato dall'eccitazione. Bowen poteva vedere le gambe di Raiko alzarsi da dietro la sua figura, ciondolando come se fosse una bambina che stava giocando con le sue bambole. Era davvero peccaminoso come scenario, ma nessuno dei due era intenzionato a sospendere quel gioco.
     
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    Il culo di Raiko era un paradiso di bollente morbidezza, un gorgo meraviglioso che stava letteralmente strappando al suo corpicino e alle sue palle rigonfie un orgasmo semplicemente sconvolgente: per quanto avesse provato strenuamente a ritardare l'acme, questo lo travolse con una potenza che lo lasciò senza fiato mentre il suo cazzo eruttava seme su seme, come se volesse ricoprire di una perversa coltre bianca tanto le natiche quanto la schiena della donna. Già così era un orgasmo osceno, incredibile ma lo divenne ancora di più, molto di più, pochi attimi dopo quando Raiko, con un ansito meraviglioso, semplicemente annegò le sue palle in una vera e propria cascata di umori, così copiosa e prolungata che il demonietto si sentì infradiciare fino alle cosce e alla codina, che si inzuppò del suo piacere mentre scodinzolava priva di qualsivoglia dignità. Non che ce ne fosse molta da esibire, non mentre il suo cazzo enorme diventava ancora più duro e, semplicemente, esplodeva in un orgasmo mostruosamente laido, in cui pareva essersi irrimediabilmente rotto tanto era il seme che sparava senza sosta, sconquassato da fremiti convulsi e quasi innaturali.
    Anche un simile prodigio trovò la sua fine e, quando l'ultimo denso, copiosissimo schizzo si abbatté sulla schiena di Raiko, il demonietto ristette sul materasso con un respiro accelerato, rotto mentre il suo delizioso corpicino veniva scosso dalla possente eco di quel piacere osceno, con gli occhi sgranati e la lunga lingua a penzolare fuori dalla sua bocca, in una maniera spaventosamente indecente. Eppure, malgrado fosse in uno stato simile, trovò la forza di provocarla, di esigere altro piacere e, addirittura, una preghiera! Ce n'era abbastanza per meritare una bella punizione ma Raiko parve essere magnanima e continuò a danzare sul suo cazzo, che si ergeva tutt'altro che provato da un simile orgasmo: i movimenti erano più lenti, meno frenetici ma la morsa di quel culo era tutt'altro che meno piacevole, così come la vista di quella danza perversa non era meno incantevole. Immediatamente Bowen sentì le sue gonadi farsi nuovamente pesanti, gonfie di un piacere di cui volevano al più presto liberarsi e, con quelle magnifiche natiche che oscillavano davanti ai suoi occhi sgranati, davvero avrebbe voluto concretizzare la sua "minaccia" di tornare a schiaffeggiarla: le sue manine si trovarono preda di un prurito che soltanto lo schiocco del palmo contro quel culo perfetto poteva togliere... ma non aveva un grammo di forze nelle braccia o nella schiena, tutte le sue energie erano concentrate in quell'asta enorme e oscena, ogni goccia della sua vigoria era stipata in quel turgore indecente, totalmente sproporzionato rispetto al suo grazioso corpicino. - Ahhh... no, cazzho... - gemette, con la boccuccia intorpidita dal piacere, mentre fin troppo lentamente Raiko si staccava dal suo cazzo: era proprio questa scelta della donna ad aver suscitato la contrarietà del demonietto ma, a parte che non poteva impedirglielo in alcun modo, Raiko fu così maledettamente sensuale che si sarebbe trovato a guardarla incantato in ogni caso.
    Sì, la bella guerriera si sarebbe ritrovata gli occhi bramosi, ferocemente sgranati del demonietto su di sé, a seguire ogni suo movimento e, quando si sarebbe voltata con quella grazia tutta predatoria, trattenne il respiro come se osservarla fosse un'attività così totalizzante, così divorante da non lasciargli neppure lo spazio per un respiro o un battito di ciglia. Le sue forme erano così perfette da apparire irreali e il demonietto riuscì a respirare soltanto quando, un'eternità dopo, la donna si sistemò tra le sue gambe avvolgendogli l'asta con quel seno meraviglioso, che lo fece gemere e sospirare insieme; i suoi fianchi si mossero istintivamente, spingendo quell'asta fin troppo entusiasta verso l'alto, premendola contro quelle tette su cui si concentravano fin troppe delle brame del demonietto, esponendo così ancor di più la cappella gonfia e a dir poco bollente, l'unica parte di sé che emergeva da quella soffice, splendida prigione di carne. - NGHH! Aahhh... R-raikoh! - sgranò gli occhi, reclinando il capo all'indietro e gemendo in maniera indecente mentre la donna gli schiaffeggiava la cappella sensibile, già accarezzata dal suo respiro. Il corpo del demonietto si irrigidì, serrò la mascella snudando le zannette nel tentativo, disperato e vano, di reprimere i gemiti che immediatamente sorsero nella sua gola. Fu terribilmente intenso malgrado fosse un tocco delicato e breve, tanto che quando riuscì a tornare padrone di sé, aveva un rivolo di saliva che gli scorreva sulla guancia destra e il suo corpicino era scosso da fremiti intensi, violenti. - Sììì... succhialo, succhialo! - in quegli occhioni fino a un attimo prima persi, liquidi, bruciò intensamente la brama nel vederla avvicinarsi con la lingua al suo cazzo impaziente, che pulsò famelico, mentre tornava a trattenere il respiro carico di aspettativa... - Ciò che vedo mi sta arrapando tantissimo... - confessò il demonietto, davvero sovraccarico d'eccitazione e che si abbandonò ad ansimi intensi nel sentire la saliva di Raiko scorrergli sulla cappella bollente, mentre già pregustava la morbidezza divina di quelle labbra su di sé, l'abbraccio meraviglioso di quella gola sulla sua virilità bisognosa di cure, di sfogo.
    Non comprese bene cosa gli avesse detto Raiko, era davvero troppo su di giri per pensare e ascoltare con lucidità, inoltre davvero quelle tette erano una prigione meravigliosa: semplicemente essere circondato da tutta quella carne morbida e accogliente gli dava un piacere difficile da raccontare, da concepire... e lo costringeva ad agitare piano ma ostinatamente i suoi fianchi, assolvendo anche allo scopo di tentarla e convincerla a dargli il sollievo di cui tanto aveva bisogno. Peccato che Raiko aveva ben altro in mente e, all'improvviso, iniziò a stimolare quella cappella lucida della sua saliva con le sue dita: Bowen sgranò gli occhioni colorati e schiuse le labbra per parlare, forse per obiettare la sua contrarietà a quella scelta ma gli uscì soltanto un verso inarticolato, tra l'altro prima che inarcasse la schiena e fremesse con tale violenza da apparire scosso da una vera e propria convulsione. - Nooooohhhh! Nonononoooo!!! - gemette, crollando sul materasso che provò ad artigliare con le mani, mentre ogni fibra di sé si tendeva e quel cazzo enorme, oscenamente eccitato, pulsava come se fosse già sul punto di venire nuovamente, con le palle sepolte sotto il dolce peso dei suoi seni che si fecero a dir poco turgide, oltre che oscenamente rigonfie. - La... bohhhcca! Voglio... la tua boccah! - gemette, mentre cercava di combattere contro quell'acme che già bussava alla sua porta: agitò freneticamente la testa, morse il lenzuolo e strizzò gli occhi mentre il suo corpicino si irrigidiva fino a mostrare ogni singolo muscolo della sua corporatura da guerriero... eppure il suo cazzo pulsava sempre più forte e, con l'uretra aperta come una bocca urlante, vomito rivoli di bollente presperma. Era davvero così vicino a un nuovo orgasmo? Era assurdo, lui era decisamente più resistente di così!
    E in effetti, di solito, lo era: ma in quella situazione non c'era nulla di solito e il demonietto, per poter anche soltanto resistere qualche secondo in più, impiegò ogni singola stilla di energia e testardaggine che aveva in corpo... e avrebbe funzionato se soltanto Raiko non avesse sollevato le gambe in gesto tanto candido quanti laido insieme: sgranò gli occhi, perse il respiro di cui aveva bisogno e qualcosa nel suo delizioso corpicino si ruppe, incapace di resistere a quel picco di eccitazione. Non che smise di resistere, tutt'altro, Raiko avrebbe potuto godersi qualche altro secondo, probabilmente una o due decine, di quell'oscena stimolazione e se avesse voluto impedire il realizzarsi di quanto si apprestava ad avvenire era ancora in tempo, avrebbe dovuto soltanto fermarsi... ma se non lo avesse fatto, Bowen avrebbe iniziato a gemere in maniera davvero troppo, troppo oscena mentre il suo corpo si tendeva come se fosse sul punto di andare in pezzi da un momento all'altro e, infine, da quel cazzo sovreccitato, oscenamente turgido, sarebbe esplosa un'autentica fontana di seme. Il demonietto gridò il suo piacere, sollevò la schiena e le afferrò il seno con quelle manine deliziosamente piccole, poi iniziò letteralmente a scopargli le tette come se ne andasse della sua vita mentre, senza un solo attimo di tregua, il suo cazzo avrebbe eruttato seme su seme, che naturalmente le avrebbe sporcato il viso, il seno e sarebbe arrivato di nuovo alla sua schiena, persino su quel culo adesso così lontano. Sarebbe stato osceno, terribilmente osceno soprattutto perché Bowen non avrebbe smesso di gridare, gemere e di sbavarsi finché quell'orgasmo non si sarebbe esaurito, cioè molto dopo quello che lo aveva sconquassato pochi minuti prima.
    Una volta finito, Bowen sarebbe crollato sul materasso, con l'espressione più laida che Raiko gli aveva mai vista e con la lingua morbidamente distesa sul materasso, come una serpe priva di vita, mentre ansava totalmente stremato... lui, ma non il suo cazzo, più duro che mai tra le sue tette. Presto il demonietto si sarebbe ripreso, forse avrebbe provato a provocarla come suo solito... ma davvero Raiko voleva lasciargli il tempo di riprendersi? Forse avrebbe voluto scoprire quanti orgasmi di fila poteva causargli prima di trasformarlo nel delizioso, docile, sfatto piccino che appariva in quel momento.
     
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