Effetti Collaterali

x Hyperion

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    Elise venne travolta dalla passione del Kaiju, era inerme fra le braccia mostruose della creatura. La lingua che affondò nella sua bocca soffocò i gemiti di Elise che divennero parecchio più acuti e rumorosi altrimenti. Si riuscivano a sentire anche quando le concedeva un minimo di tregua per prendere respiro. Il suo ventre si gonfiò nel momento in cui superò la bocca dell'utero per riempirla totalmente della sua carne. Lei inarcò la schiena fin dove le era concesso, e gli occhi le si rigirarono verso l'alto, mentre un nuovo orgasmo la colse impreparata, producendo altri umori che resero i loro amplesso più umidiccio e rumoroso. Non c'era angolo che non era stimolato da quel membro mostruoso, c'erano punti in cui veniva stimolata che non credeva nemmeno di avere. Elise stava impazzendo di piacere, non era più un sali e scendi di intensità, era come se avesse superato una soglia e non riuscisse più a scendere. Le sembrava di raggiungere un orgasmo nell'arco di ogni minuto circa. Non si era mai sentita così piena in vita sua, nemmeno quando lo aveva già fatto con Berith le volte scorse. Era evidente che lui si stava lasciando andare, travolgendola totalmente con la sua selvatica passione. Elise si stava perdendo nelle sensazioni, le fauci del mostro le impedivano di vedere, costringendola a focalizzare i suoi sensi sul corpo. La donna non poteva resistere così a lungo. Era pur sempre una debolissima umana.
     
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    Berith, in quella posizione, poteva continuare ancora per molto, soprattutto considerando che adorava sentire il corpo e la voce di Elise cedere ai suoi spasmi, strappandole orgasmi continui senza mai fermarsi. Avrebbe voluto riempirla ancora e ancora, farla traboccare fino allo stremo per toglierle ogni traccia di preoccupazione, in modo che potesse concentrarsi solo sul piacere. Realizzò solo in un secondo momento quanto fosse difficile per lei resistere a qualcosa del genere, e molto probabilmente era proprio per questo che stava godendo oltre ogni misura. Il suo corpo non era fatto per andare avanti troppo a lungo ma... come poteva fermarsi? Berith guaì rumorosamente, un verso che non somigliava a quello di una qualsiasi bestia ma di certo aveva qualcosa in comune con un lamento. Si lasciò andare un profondo sospiro e, mentre la sua verga veniva, ancora, la lasciò gradualmente andare, facendosi indietro. Uscendo da dentro di lei, quella mostruosità virile guizzò verso l'alto, iniziando a venire direttamente della morbida pelle di Elise. Schizzò più di qualche volta sul suo ventre gonfio, sui suoi seni femminili e sul suo volto, coprendola dei suoi odori e del suo calore. Berith continuò a lasciarsi sfuggire spasmi anche mentre la fissava e, gradualmente, realizzò che non voleva fermarsi. La femminilità di Elise però grondava spasmodica e arrossata dallo sforzo, ancora piena di lui, decise allora che doveva concederle un istante di riposo, almeno per quell'anfratto. Con le sue propaggini allora manipolò il corpo di Elise, cercò di essere delicato ma si rivelò decisamente frettoloso nel capovolgere la situazione: fece in modo che il ventre di Elise finisse rivolto verso il materasso, mentre il volto spariva tra i cuscini del letto. Berith si posizionò sopra di lei, bloccandola con le zampe all'altezza delle spalle, senza farle male ma imponendo la sua forza e il suo peso in modo che non potesse fermarlo in nessuna maniera. Era troppo eccitato per permetterle di dargli un freno, non voleva fermarsi. In quel modo inoltre poteva utilizzare le sue propaggini per afferrare le natiche della donna e spalancarle, così da mettere in evidenza il suo buchino posteriore. Il seme e gli umori lo avevano completamente lubrificato, e soprattutto le propaggini erano ancora sporche dei loro fluidi, perfettamente capaci di secernerne ancora. Le estremità di Berith si infilarono come un paio di perverse dita dentro quello stretto anfratto, massaggiandolo delicatamente mentre la sua verga impaziente pulsava tra il perineo e la corolla, spingendo qualche volta per fretta ma senza farle male. Si assicurò che fosse lubrificata a dovere e massaggiata al punto giusto in modo che potesse rilassarsi quanto bastava per permettere al suo cazzo mostruoso di entrare. Quando la corolla iniziò a schiudersi non riuscì più a resistere, e spinse con forza il bacino in avanti. La punta entrò con estrema difficoltà viste le sue forme ma appena fu dentro iniziò a pulsare forte, lasciando uscire le propaggini così che ci fosse soltanto quella carne dentro di lei, ed Elise sarebbe stata invasa di nuovo da quel calore mostruoso ed intenso. Una penetrazione ancora più intensa dell'altra, ma unica. Il fiato bollente di Berith si riversò di nuovo sulla sua pelle, crollando nella schiena di Elise come una pioggia di piacere bollente. Stava godendo, e anche se significava spingersi al limite con quel corpo da debole umana, Elise ci stava riuscendo benissimo.
     
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    Elise si era persa nei sensi, il piacere le annebbiava totalmente il cervello e se non fosse per quella lingua con cui occupava la bocca per soffocare i suoi gemiti altrimenti troppo rumorosi, il vicinato si sarebbe lamentato sicuramente. Il guaito che emise il kaiju aiutò Elise ad uscire un poco dal torpore, andando a solleticare il suo istinto materno, fu un suono che la allarmò inizialmente, dandole l'impressione che Berith stesse soffrendo. Capì però una frazione di secondo dopo che quel suono in realtà rappresentava tutt'altro, poiché il calore del suo seme la invase facendole raggiungere un nuovo ed intenso orgasmo. Le sembrò più caldo del normale e sicuramente molto più abbondante di ciò che poteva provare con un suo simile. Quando la lasciò andare, Elise vide l'enorme erezione che guizzava verso l'alto, e che eruttava altro seme su di lei. Ansava stupendosi di come fosse riuscita a cogliere dentro di lei quella mostruosità, eppure in quel momento, totalmente assuefatta dal piacere che le aveva dato l'orgasmo lo percepì come qualcosa di meraviglioso, qualcosa di cui non avrebbe più potuto farne a meno. Niente era riuscita a farla sentire in quel modo. Il seme che le imbrattò i seni, il ventre era caldissimo, ed il suo odore le diede alla testa. Forse furono i feromoni, o forse era una qualità del kaiju, ma nonostante avrebbe dovuto sentirsi stanca morta, provata, si sentiva ancora eccitata. La sua fica era arrossata, sensibilissima al punto da poterle fare male se continuava a fare sesso. Elise però fissava l'erezione, trovando quella forma attraente, lussuriosa. A mente fredda si sarebbe vergognata da morire per aver trovato arrapante l'erezione del kaiju. Sollevò le braccia per poter toccare l'erezione con le sue mani, ma in quel modo praticamente rese molto più agevole al Kaiju afferrarla e girarla a pancia in giù. Non riuscì nemmeno a capire le precise dinamiche, fu tutto molto veloce per una che si stava riprendendo da un orgasmo. Si ritrovò con la faccia premuta contro i cuscini, e fu un bene poiché il kaiju non avrebbe visto la sua faccia inebetita e confusa. Elise sussultò e si irrigidì quando sentì la zampa del kaiju premersi contro la sua schiena bloccandola. Per un momento ebbe il timore che gli istinti in lui avessero preso il sopravvento e potesse decidere di divorarla.
    Berith..? Il suono della sua voce uscì molto più lasciva di quanto si fosse aspettata. Notò che non sentiva dolore, era ancora attento a non ferirla con i suoi artigli, e capì che non aveva intenzione di "mangiarla". Ebbe poi un chiarissimo indizio quando le propaggini le afferrarono le natiche per allargarle. Elise nascose il suo volto imbarazzatissimo contro il cuscino. Tremò ed emise un verso di piacere, soffocandolo nel cuscino quando sentì le propaggini insinuarsi nel suo stretto anfratto. Era così eccitata, così piena di voglia che non pensò che poteva rovinarla con quell'erezione esagerata. Lo voleva dentro di lei ancora, voleva impazzire ancora di piacere. E cosa assurda la stava eccitando da impazzire sentirsi bloccata contro il letto, condannata unicamente a godere.
    Oddio... sì... Lo soffocò nel cuscino ma Berith lo avrebbe potuto sentire benissimo. Sollevò i fianchi verso quelle propaggini, per sentire la pressione della cappella del kaiju contro le sue carni. La corolla di carne di Elise si allargò gradualmente, ad ogni piccola pressione della punta dentro di lei. Quando la penetrò, Elise morse il cuscino con forza, rantolando un gemito misto fra dolore e piacere. I suoi occhi si rigirarono verso l'alto, mentre sentiva le pulsazioni dentro il suo stretto culetto. Si sentiva impalare, non riusciva a sentire altro che non fosse correlato a quel enorme cazzo mostruoso che la riempiva. I feromoni del Kaiju, i suoi fluidi sembravano fatti apposta per quel genere di cose, perché Elise non provò dolori lancinanti, ma solo un intensissimo piacere. Si doveva vergognare tantissimo, temere che l'avrebbe potuta chiamare "troia" e perdere la sua stima, ma la cosa migliore di quella unione sacrilega fra due razze così differenti era che non c'era alcun pregiudizio, non c'erano tabù. Elise poteva godersi ogni sfaccettatura del suo compagno, senza la paura di essere giudicata male. Con una mano si premette il cuscino contro la bocca per soffocare i suoi gemiti, mentre con l'altra andò a cercare la zampa di Berith poggiata sul letto per darsi un sostegno e stringerla, come se fosse stata la mano del suo amante. Attese un momento che le sue carni si adattassero a quella ingombrante invasione, poi incoraggiò il suo amante a proseguire spostando il bacino prima leggermente in avanti per farlo scivolare all'infuori, e poi verso il basso per un primissimo movimento di un amplesso che già la riempiva di brividi intensi in tutto il corpo.
     
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    C'era qualcosa di selvaggio e stranamente piacevole nel sentire il corpo di Elise irrigidirsi per la paura, col senno di poi si sarebbe vergognato di essersi eccitato ad un simile pensiero, ma in quel momento il suo istinto bestiale aveva quasi preso il sopravvento, aggiungendo alla lussuria anche il piacere della caccia, la soddisfazione di conquistare una preda. Berith non aveva quegli istinti in una misura incontrollabile, ma cercava sempre di mantenere la calma assoluta quando si trattava di quelle pulsioni. In un simile momento però, non riusciva a controllarle, se non al massimo canalizzarle verso la perversione. Evidentemente anche un mostro di quel tipo riusciva a capirlo concettualmente, ma non significava che non sarebbe stato morso dai sensi di colpa e dalla vergogna subito dopo. In questo, evidentemente, lui ed Elise erano molto simili. Berith assaporò il momento della penetrazione con tutto il tempo che avrebbe richiesto, restando dentro di lei senza muoversi mentre assaporava i versi strozzati di Elise, serrati in un dissidio interiore a metà tra l'eccitazione e la vergogna, il tutto strozzato contro quel cuscino che a poco serviva se davvero voleva celare qualcosa al suo amante. Esitava per timore che quella penetrazione fosse eccessiva, ma non ci volle molto prima che Elise cercasse la sua zampa come a volerlo incoraggiare, invitandolo poi a farsi avanti con dei movimenti che mettevano in chiaro la sua volontà. Fu molto strano sentire la carne di Elise avvolgersi intorno a lui senza che il Kaiju facesse il minimo movimento, ma la cosa lo eccitò moltissimo tanto che riprese a pulsare più forte di prima, iniziando gradualmente ad assecondare i movimenti della donna. Entrambi si erano fatti troppi problemi ad immaginare possibili difficoltà tra i loro corpi, come se fossero per natura incompatibili, ma in realtà entrambi si stavano adattando per non lasciare spazio al minimo errore e godersi soltanto l'assoluto piacere. Berith si sciolse, e invece che limitarsi a muoversi come se fosse solo uno sfogo, si avvicinò a lei il più possibile come se volesse abbracciarla da dietro. Grazie alla sua fisionomia, questo non rallentò in nessun modo le spinte del suo bacino che anzi divennero ancora più energiche e profonde. Il corpo bollente del Kaiju completamente adagiato sulla schiena di Elise le avrebbe fatto sentire le sue scaglie ammorbidite dall'eccitazione che si dimenavano su di lei, un calore intenso e disumano ma un vigore che poteva associare al più forte e affettuoso degli abbracci. Il petto di Berith pulsava intensamente, rimbombando come un tamburo da guerra che tuttavia non stava marciando verso una capitale da conquistare, ma piuttosto emetteva una ferina sinfonia di passione per lei. Anche il suono che usciva dalle sue fauci era decisamente simile a quello di una bestia affamata, ma priva di qualsiasi desiderio omicida, solo la voglia di sentirla gemere ancora. Berith allungò la sua mostruosa lingua verso le labbra di Elise, così da costringerla a liberarsi di quel cuscino, portandola a dargli un perverso bacio in modo da suggellare ulteriormente quell'unione. Mentre l'amplesso anale diventava più intenso e vigoroso, la coda di Berith si piegò verso il basso, somigliando quasi ad un cane bastonato, in realtà stava cercando un modo di "stringere" Elise a sé, tanto che i denti affilati che normalmente rendevano la coda un'arma si ritirarono lasciando spazio solamente alla sua bocca posteriore. La coda di Berith era calda e pulsante come tutto il resto del corpo e si "agganciò" al ventre di Elise come se fosse una sorta di protezione, andando a coprire il suo ventre, parte del petto e soprattutto la sua intimità. Il calore e le vibrazioni le avrebbero dato nuovi stimoli, ben diversi da una semplice mano umana che le stuzzicava le parti più sensibili. Quella grossa estremità era come un mostruoso cazzo che si adagiava contro di lei, senza penetrazione, pulsando e sfregandosi contro le sue carni per farla godere ancora di più, al ritmo di quella verga che le allargava la corolla di carne e si spingeva sempre più a fondo. Più quell'amplesso diventava mostruoso, più diventava passionale.
     
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    Elise anche se ormai era totalmente immersa nella lussuria, riusciva a capire istintivamente che Berith era diverso dal solito. Adesso che si erano dichiarati, e che volevano dimostrarselo anche fisicamente ciò che sentivano, avevano raggiunto un livello del tutto diverso. Sentirsi così desiderata da Berith la eccitava da impazzire. Forse proprio perché credeva di non poter interessare una creatura così diversa da lei. Elise dopotutto lo vedeva come una sorta di mezza divinità che aveva deciso di ascoltare le sue preghiere. Si era affezionata a lui tantissimo, e la rattristava pensare che un giorno non lo avrebbe più visto. Lui però aveva cancellato via quella preoccupazione, dicendole che voleva starle vicino, e le disse anche altro che sembrava più di un semplice accordo. Non riusciva a capirlo del tutto, se avesse dovuto spiegarlo a parole non ci sarebbe riuscita. Però istintivamente riusciva a sentire che il suo affetto smisurato non era a senso unico, e lui glielo stava dimostrando con tutta la passione selvatica che aveva e che cercava al contempo di tenere a bada. Quella sensazione le faceva desiderare averlo dentro di lei, anche nel suo stretto culo, anche se pensava che sarebbe stato doloroso. Scoprendo invece che nonostante la fatica per via delle sue dimensioni fin troppo generose, era dannatamente piacevole perché calibrava sempre a misura di "umana" ciò che potevano condividere. Elise mordeva il cuscino bagnandolo con la saliva per via del piacere intenso che sentiva. Le piaceva sentirsi schiacciare sul materasso dal suo peso, il suo calore, e quei versi così animaleschi. Sì, era consapevole di essere una deviata, una pervertita di Berith, ma come poteva non apprezzare ciò che sentiva? Come poteva non tenere per sé quel nuovo mondo di sesso bestiale che mai aveva immaginato? Grazie al cuscino che le ovattava i suoni, Elise si lasciò andare a gemiti rumorosi, trovando in quel modo una piccola valvola di sfogo a quel piacere folle che la stava ubriacando totalmente. Come se non bastasse già il piacere intenso che sentiva, Berith volle aggiungere una nuova stimolazione. Non se ne rese subito conto, dato che ogni tanto premeva la faccia sul cuscino per strillare di piacere. Quando si sentì avvolgere anche dalla coda che poi si premette contro la sua vulva, tremò vistosamente. La clitoride era durissima per via dell'alta eccitazione, la sentiva pulsare contro le scaglie del suo amante. Le si rigirarono gli occhi verso l'alto, mentre la corolla di carne si contorceva attorno al membro di Berith in spasmi incontrollati. Le sue dita si strinsero attorno a quelle del Kaiju, sollevò il bacino verso di lui, sentendo la penetrazione farsi più profonda e intensa. Elise morse forte il cuscino, avrebbe voluto avvisarlo, pregarlo di venire insieme a lei, ma non ci riuscì. Si limitò a posare la mano libera contro la coda che le si premeva addosso, per carezzarlo e premerlo allo stesso tempo più forte contro la sua vulva. Dopo pochissimi minuti Elise raggiunse un nuovo ed intensissimo orgasmo, spruzzando umori contro la coda del suo amante. Vibrando con l'ano attorno alla verga del suo compagno.
     
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    Elise non riuscì ad avvertirlo del suo desiderio, ma il corpo della donna parlò per sé, trascinando il Kaiju già annegato in quella mole intensa di sensazioni verso un orgasmo del tutto improvviso e più che desiderato. Berith aveva dosato i suoi movimenti non solo per cura della sua amante, ma anche per poter prolungare quel momento il più possibile. Mai avrebbe pensato di provare un desiderio tanto umano, tanto egoistico da fargli pensare che quel momento dovesse appartenere a loro in eterno, eppure Elise era riuscita a stimolare quei pensieri, quelle voglie, e il Kaiju non sapeva come gestirle. Tutto ciò che conosceva a quel punto era la sua carne, il suo respiro, la sua voglia, e quando la sentì raggiungere il culmine la accompagnò con profondo desiderio. Quando il bacino di Elise si spinse all'insù per rendere più facile la penetrazione, il mostro sopra di lei si strinse il più possibile alla schiena della donna, la abbracciò a modo suo in modo che tra i loro corpi non ci fosse neanche un centimetro di vuoto, lasciando che il sudore che imperlava la pelle morbida di Elise si mescolasse ai fluidi incandescenti che le scaglie del Kaiju traspiravano per via della sua eccitazione. La pelle eccitata di Elise si sfregò con le scaglie ammorbidite eppure ancora turgide della bestia in un abbraccio mostruoso, selvaggio, eppure così dannatamente piacevole e passionale. Il cuore di Berith batteva così forte che riusciva a far rimbombare la cassa toracica di Elise, assordando qualsiasi altro suono che non fosse quello prodotto dalle loro bocche e dai loro sessi, oramai impegnati in un climax incredibile. La verga del mostro si gonfiò improvvisamente, come se avesse perso la presa sulle sue forme, come se stimolando così tanto il suo fisico avesse avviato un processo metabolico che gli faceva smaltire gli effetti della pillola prima del previsto. In parte vero, ma solo in parte, perché serrò la presa sulla sua volontà affondando con vigore dentro di lei, trattenendo quel processo per evitare un danno inutile e concentrarsi unicamente sul piacere. In quella foggia esagerata, la verga di Berith iniziò a pulsare riversando dentro di lei caldissimo seme, particolarmente fluido tanto che scivolava fuori dal suo orifizio come se niente fosse. Più che liquido seminale sembrava lubrificante, ed Elise scoprì molto presto il perché. Mentre Berith si stringeva a lei, le pulsazioni di quella verga si fecero sempre più intense, e man mano che l'orgasmo raggiungeva il culmine, poteva sentirla ingrossarsi a ritmo regolare, come se si stesse aggiungendo un nuovo stimolo a quell'amplesso. Dentro quella verga si stava muovendo qualcosa, una lunga serie di formazioni rotonde che attraversavano il ventre di Elise dandole ulteriori stimoli :Era come se un grottesco e massiccio giocattolo erotico si fosse fatto strada dentro l'ano della poliziotta andando a stuzzicare tutti i suoi punti più sensibili con una facilità disarmante a causa del liquido seminale del suo amante. Poi le sentì uscire dalla cappella di Berith, riversandosi dentro quello stretto canale bollenti come ferro rovente. Era una sensazione mai provata prima, nessun essere umano era capace di deporre uova di quel tipo ovviamente, quindi per la carne di Elise sarebbe stata un'esperienza impossibile da comprendere inizialmente. Se anche fosse stata spaventata inizialmente, avrebbe sentito Berith trattenersi, come se non volesse esagerare, riversando dentro di lei solo una piccola parte di ciò che il suo sesso aveva generato, concedendole quindi unicamente lo stimolo senza esagerare o deformarle lo stomaco. Almeno, non più di quanto non lo fosse già a causa della penetrazione. Per quanto quelle "uova" fossero sterili al momento, Elise poteva percepire tutto il calore di Berith dentro di lei che continuava a pulsare come se stesse condividendo non solo carne e passione, ma anche energia e spirito. Si erano uniti in un modo completamente diverso a quel punto, tanto che Berith le aveva mostrato il suo "vero" orgasmo, non senza una punta di timore perché pensava di spaventarla o addirittura allontanarla. Sapeva però che non poteva più trattenere quei sentimenti verso di lei, si era aperto completamente, forse in maniera a dir poco oscena e perversa, ma era il suo modo per dimostrarle qualcosa. Non avrebbe agito oltre, limitandosi a pulsare dentro di lei, respirandole addosso e lasciando che entrambi si godessero quel momento, stretti uno con l'altro, uniti nella carne in maniera perversa e incollati più che letteralmente dai loro fluidi. Berith si sarebbe fatto da parte solo quando Elise avrebbe deciso che non poteva andare oltre, concedendole spazio e permettendole finalmente di liberarsi da quella presa. Berith dava per scontato che quell'esperienza sarebbe stata troppo per lei, sfiancandola e portandola al limite, ma se la donna avesse scoperto un lato perverso e insaziabile di sé, avrebbe trovato la verga di Berith ancora gonfia e coperta dei loro umori, deformata dalle uova sferiche che aveva trattenuto dentro di sé, rendendolo ancora più osceno ed appetibile.
     
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    Elise era arrivata ad un climax intenso che fu destinato a prolungarsi ancora. Lo sentì chiaramente gonfiarsi ancora di più dentro di lei, e per un momento le sembrò anche che divenne più pesante, rendendole leggermente più difficile respirare, costringendola a concentrarsi sulle sensazioni fisiche del suo corpo. Riusciva a sentire il battito del cuore di Berith, era così forte così potente, e rinnovò ancora l'idea che stesse facendo l'amore con una mezza divinità. Percepì ogni fiotto che la riempì, ogni pulsazione che dilatava le sue viscere intensificando il piacere che la ubriacò totalmente. Le sembrava che stesse per impazzire dal piacere perché le stimolazioni continuarono, piccole sfere si insinuarono dentro di lei, ricordandole un perverso giocattolo erotico. Elise tremava non aveva mai provato niente di simile. Sentiva il calore del Kaiju dentro di lei in profondità, le sembrava di sentire una sorta di rinvigorimento, qualcosa di molto particolare che la stupì. Sentiva il culo messo a dura prova, il suo corpo provato, eppure la stanchezza era sparita, come se avesse fatto una iniezione di adrenalina o qualcosa di simile. Rimase però lì sdraiata ansante, crogiolandosi in quel caldissimo abbraccio. Quando finalmente la liberò, il suo ano ci mise un poco prima di richiudersi totalmente, mostrando l'oscenità del seme che sgorgava in fuori, e qualche uovo che scivolò sul letto. Senza alcuna fretta Elise si girò e quando vide le uova sul materasso strabuzzò gli occhi, capendo che la sensazione che aveva provato prima non era stato solo una impressione e che dentro di lei c'erano quelle piccole sfere. Cercò di dissimulare, non voleva mettere a disagio Berith per una considerazione sciocca. Infondo era una creatura molto diversa da lei, e sicuramente quelle uova erano "naturali" per lui, ma molto meno per lei. Aveva sentito dicerie su quel tipo di "perversione", aveva visto su internet giocattoli che emulassero la posa di uova. Inizialmente pensò che fosse solo una sorta di scherzo una di quelle cose false che si metteva in giro per burlarsi delle reazioni delle persone. Invece a quanto pare era vero, poiché lei lo trovò effettivamente molto piacevole. Li sentiva ancora dentro di lei anche dopo che lui l'aveva liberata. Le sembrava di avere il suo membro ancora dentro di lei. Una piccola preoccupazione la assalì: mica si sarebbero schiusi dentro di lei dopo qualche tempo? No, probabilmente serviva una femmina di Kaiju per fertilizzarlo. In ogni caso era sicura che il suo corpo li avrebbe espulsi dopo un poco di tempo, visto il canale in cui erano stati posati. Elise notò poi che la verga del Kaiju era ancora eccitata, gonfia, coperta di umori e dalle forme leggermente diverse che le fecero capire che aveva ancora qualcosa incastrato dentro di lui. Capì di cosa si trattasse, pensò che forse non era un bene lasciarli lì dentro. Si avvicinò a lui gattonando sul letto, sentendo il bacino indolenzito, e con estremo imbarazzo, le scappò via ancora un altro uovo.
    Non ti fa male? Chiese premurosa portando le mani sulla base della verga, così da massaggiarlo verso l'alto e aiutare le uova incastrate ad uscire. Lo spettacolo fu a dir poco curioso ed osceno allo stesso tempo. Vedere il prepuzio che si allargava così tanto per poi vedere scivolare fuori quella piccola sferetta intrisa di seme di kaiju, la imbarazzava e la incuriosiva. Mise però da parte quelle emozioni per poter aiutare il kaiju. Cercò di essere delicata, non sapeva se gli doleva o se provava piacere.
    Sono felice di scoprire che ti è piaciuto così tanto... Affermò arrossendo vistosamente, evitando di guardarlo negli occhi per non mostrarsi così vulnerabile.
     
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    Berith ebbe difficoltà a mettere in ordine i pensieri, soprattutto perché mentre tentava di farlo aveva sotto gli occhi il corpo e gli odori di Elise, entrambi stimoli per il suo cervello che non poteva ignorare. Per gli umani la sensibilità agli odori era molto più grossolana, ma per Kaiju come lui abituati a vivere in caverne buie la storia era molto diversa. Riusciva a cogliere il cambiamento ormonale nel corpo di Elise, il piacere che aveva provato e anche una punta di vergogna nell'aver assaporato piacere da una pratica tanto mostruosa e oscena. Ma dal modo in cui reagì non sembrava avere accuse né lamentele da rivolgere al suo amante, e questo lo tranquillizzò. Ciò che non aiutò, d'altro canto, fu vedere come le uova uscivano dal suo corpo in maniera tanto oscena e perversa. Il ventre di un umana non poteva fornire né energia né sostanze nutritive per quei semi per farli attecchire, ma era comunque estremamente eccitante da vedere, anche per un mostro come lui. In quel momento non si stava preoccupando minimamente della riproduzione, infatti, e stava realizzando che le loro differenze fisiche non dovevano essere necessariamente un ostacolo... ma potevano trasformarsi in un gioco erotico. Un modo per godere assieme e aumentare la loro affinità senza preoccuparsi troppo di cosa era possibile e cosa non lo era. Dal modo in cui la donna si avvicinò a lui, sembrò decisamente essere giunta alla stessa identica conclusione. Elise studiò curiosa il suo sesso, usando molta cura nei suoi confronti timorosa di fargli male. Berith non sentiva dolore ma non riusciva a trattenere dei versi gutturali e profondi che gli nascevano in gola e cercava di trattenere tra le fauci. Non erano delicate fusa ma neanche un ruggito minaccioso, uno strano verso disumano e irreale, ma compiaciuto ed eccitato. Ad ulteriore incoraggiamento di Elise sarebbero sopraggiunti gli spasmi di quella verga, che oltre a rilasciare lentamente altre piccole sfere, vibrava di puro piacere, caldissimo e reagendo in maniera mostruosa. La verga di Berith infatti sembrava in procinto di "separarsi" dalla tasca di carne in cui normalmente si nascondeva, rivelando una parte alla base molto più larga e dura, probabilmente l'equivalente della sua sacca scrotale visto che sembrava piena di quelle sfere, tanto da renderla ancora più compatta del suo stesso membro. Era chiaramente molto eccitato e le parole di Elise gli fecero realizzare che fino a quel momento non aveva mai prodotto quel risultato. Si era sempre "sfogato" con lei, ma stavolta era diverso. Il suo corpo si era unito a quella donna con un sentimento e un piacere molto diverso.
    Non fa male... ma è una strana sensazione... è simile a un fastidio ma non voglio che smetta... anzi ne voglio di più...
    Elise avrebbe potuto notare che più muoveva le mani, più la verga si inturgidiva e al tempo stesso diventava più difficile fa riuscire quelle sfere, un pò come se le secrezioni naturali di Berith si stessero calmando, andando a diminuire il lubrificante necessario per farle uscire. Lo capì anche lui e un pensiero osceno gli attraversò la testa, tuttavia mentre osservava quel corpo erotico e perverso masturbarlo per liberarlo dal suo orgasmo incompleto, si rese conto che la desiderava ancora, e non voleva privarsi del piacere che potevano condividere assieme. Trattenere quelle richieste sarebbe stato un rimpianto assai più grave del vederla impazzire dalla vergogna, anche perché stava realizzando che mentre arrossiva imbarazzata ed eccitata, Elise era più bella che mai ai suoi occhi.
    Elise... useresti la tua bocca? Le tue labbra... le ho viste contorcersi a lungo mentre eravamo uniti... amo le tue labbra. e amo come mi guardi mentre le muovi.
    Era una richiesta molto perversa, le stava chiedendo di liberarlo di quell'orgasmo usando la bocca, fissandolo negli occhi mentre lo faceva. Il respiro del Kaiju aumentò alla sola idea di immaginarsi quell'osceno spettacolo. Non poteva sapere se le sarebbe piaciuto sentire in bocca quella parte così mostruosa di sé, effettivamente forse sarebbe stato inappropriato perfino se il suo amante fosse stato un uomo, ma in quel momento non si stava preoccupando né di ruoli né di richieste oscene, sentiva che stava condividendo qualcosa di unico con lei e voleva farlo senza rimpianti. Se poi Elise avesse davvero assaporato quel suo mostruoso seme, avrebbe scoperto che poco aveva a che fare con quello degli umani, intriso di un sapore dolce scaturito dall'intensa energia del Kaiju, dalla consistenza aliena ma che avrebbe senz'altro fatto salire ad Elise la voglia di averlo dentro di sé. Afrodisiaco, assuefacente, meglio di qualsiasi droga. I Kaiju erano davvero esseri terrificanti per gli umani.
     
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    Elise notò che c'era qualcosa di diverso dal solito, non era sicura di aver mai notato quella sporgenza di carne che ricordavano dei testicoli. Elise fu comunque premurosa e continuò con il suo operato, per liberarlo di quelle uova che aveva prodotto. Stava dando per scontato che il kaiju avesse bisogno di liberarsene, come gli animali che deponevano le uova, non poteva lasciarli dentro di lui, la logica stessa le faceva pensare che non fosse una cosa buona. Si rincuorò nel sentirgli dire che non provava dolore e che anzi ne voleva di più. Forse era uno stimolo fisiologico normale, ed Elise fu più che decisa ad aiutarlo, facendo scorrere le mani lungo l'erezione, sforzandosi inutilmente di non pensare a quanto fosse grosso quel affare. Lei lo aveva accolto dentro il suo corpo come se fosse una cosa normale, e le sembrava quasi impossibile che si potesse dilatare così tanto e provare comunque piacere. Ciò che la colse totalmente alla sprovvista, fu la richiesta di Berith di usare la sua bocca. Inizialmente lo guardò confusa, a livello meccanico era ovvio che fosse meno efficiente per liberarlo, ma si sentì subito sciocca poiché era evidente che stava chiedendo qualcosa di erotico. Elise arrossì ai suoi complimenti, erano diversissimi da quelli che avrebbe fatto un uomo a letto, al punto che non trovò parole per rispondergli e ringraziarlo. Sentì che l'idea lo stava eccitando, non solo per via del suo respiro affannato, ma anche dalle piccole pulsazioni che sentì fra le mani. Sorrise divertita pensando che era la prima volta che le chiedeva qualcosa di simile.
    Sai, non ti avrei creduto incline a certe cose erotiche. Affermò con tono un poco civettuolo, ma decise di accontentarlo. Si abbassò con la schiena, così da avvicinarsi a lui comodamente. Gli diede prima un bacio quasi casto sulla metà della lunghezza, e continuò a farlo risalendo verso la punta, rendendo quei "baci" sempre meno casti facendogli sentire il calore della sua lingua. A quella distanza poteva sentire molto meglio il suo odore dalle note dolciastre, uniche. Quando arrivò alla punta, non ebbe alcun timore di assaporare i fluidi del kaiju, non rendendosi conto che se non aveva alcuna remora era perché l'odore l'aveva accesa di nuovo di certi appetiti sessuali inconfondibili. Il sapore la sorprese, era molto diverso da quello umano, ma non in senso negativo, anzi, la sorprese la sua dolcezza, aveva qualcosa di afrodisiaco che la rese più avida. Era come assaggiare un frutto esotico, allargò la bocca per poter accogliere la punta, sentendo di doverla allargare tantissimo. Il suo volto si colorò di un tenue rosa, ma non per via dell'imbarazzo di essere osservata da lui, ma perché sentiva di nuovo la voglia di averlo dentro di lei, di sentirlo venire dentro di lei. La lingua saettava contro la carne del kaiju, mentre le mani continuavano a masturbarlo, questa volta però seguiva l'istinto e non muoveva le mani per liberarlo ma per dargli piacere. In ogni caso il frizionamento avrebbe prima o poi portato un nuovo uovo e solo quando capiva di non poterlo avere in bocca poiché si ingrossava, allora faceva una pausa per far uscire l'ostacolo. Poco dopo tornava subito con la bocca sulla punta, ed avendo il forellino ancora un pochino dilatato, la lingua le finiva dentro di lui. Elise non aveva idea di cosa stava facendo esattamente, si stava facendo guidare dal suo istinto. Si sentiva sempre più bollente fra le cosce, e le sembrava assurdo che nonostante sentisse il bacino indolenzito, aveva di nuovo una gran voglia.
     
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    Il modo in cui il Kaiju abbassò lo sguardo quando Elise commentò la sua perversione non esprimeva mortificazione, né vergogna. Forse lo aveva semplicemente invitato a riflettere su cosa aveva chiesto, e il suo silenzio fu più che esaustivo, accompagnato solo da un verso simile ad un gemito strozzato. Il suo primo istinto fu quello di scusarsi con lei per essere stato perverso e ardito, ma dopo tutto quello che avevano passato, dopo la dichiarazione che aveva fatto davanti a lei, sarebbe stato stupido e ingenuo fare passi indietro. No, non aveva motivo di vergognarsi, e di sicuro una donna come Elise poteva discernere la mera perversione curiosa di una creatura dalle sciocchezze di un infante o sedicente tale. Quella risposta non era una critica, ma un modo per creare complicità tra di loro, e questo a Berith piaceva. Quando iniziò, dunque, Berith non riuscì a staccarle gli occhi di dosso, estasiato all'idea di ammirarla mentre si cimentava in qualcosa di erotico solo per lui, visto che così aveva chiesto. Non era un gesto umiliante, men che meno un sacrificio, era un modo di accontentare il suo partner e il Kaiju aveva tutta l'intenzione di godersi il momento, conscio di avere il dovere morale e fisico di ripagarla subito dopo. Non era affatto un cambiamento da poco: fino a quel momento si erano uniti nella carne in maniera selvaggia e diretta, adesso invece stavano sperimentando la loro affinità ed Elise sembrava entusiasta del suo odore e del suo sapore. Berith non era un mostro disgustoso, non era sporco né maleodorante, tutto l'opposto: la sua energia incandescente sembrava tenerlo naturalmente pulito da qualsiasi tipo di contaminazione e i frequenti "bagni" nel senso più umano del termine completavano l'opera. Ciò che Elise stava provando era dunque solo l'esotico frutto del corpo di una creatura diversa da lei, completamente inebriante e afrodisiaco per i sensi di una normale essere umana. Berith sentiva i lombi di Elise ribollire, sentiva i suoi fluidi aumentare, era chiaramente pronta ad accoppiarsi di nuovo con lui ma non voleva che smettesse, perché quella sensazione era troppo bella. Non si era sbagliato: le labbra e la bocca di Elise erano un pertugio diverso da quelli che aveva già provato, ma tutt'altro che spiacevole, diverso e unico nel suo genere. La lingua poi, era ciò che mancava alle sue altre cavità, uno stimolo intenso che non si limitasse semplicemente ad avvolgere. Infatti, aveva mugugnato placido durante tutto il primo momento in cui Elise si dedicò a lui, ma prese a ringhiare eccitato e non aggressivo appena la lingua si fece spazio nella sua verga, approfittando di quanto dilatata fosse la sua uretra, molto diversa rispetto a quella di un essere umano. Quei versi erano mostruosi, certo, ma Elise oramai lo conosceva abbastanza bene da capire che non erano minacce né perdite di controllo, anzi erano un modo per farle capire che non aveva mai provato niente di simile, e ne voleva di più. Il bacino di Berith iniziò a spingere verso di lei, diventando impaziente. Elise sentì quella grossa verga bollente scorrere dentro di lei, spingendosi all'indietro solo quando desiderava le attenzioni della sua lingua, sfregando la punta proprio contro quella calda estremità, invitandola a farsi strada dentro di lui. Dentro era ancora più caldo ed intenso, i sapori mostruosi ed esotici del Kaiju venivano distillati attraversando la cavità di quella verga, il presperma che le stava donando era delizioso, inimitabile ed abbondante, una vera e propria cascata di mostruoso piacere. Elise poteva sentire le altre piccole uova che si facevano strada verso l'uscita, le percepì scivolare su quel lubrificante naturale fino a che non le caddero in bocca, passando sulla lingua e donandole altre stranissime sensazioni simili a fugaci e bestiali baci. Berith non sembrava disturbato né dalle sensazioni né dalle visioni e anzi sembrava volerla incoraggiare a godersi tutto di lui. Stavano condividendo un momento estremamente perverso assieme non voleva che finisse prima del tempo.
     
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    Elise notò che sentiva l'istinto di accoppiarsi farsi più forte. I feromoni del Kaiju erano potenti, solo quando sarebbe stata a mente fresca avrebbe capito che era in balia dei suoi impulsi più bassi. In quel momento le sembrava di poter fare sesso per giorni di fila senza mai perdere l'eccitazione. I suoni gutturali del Kaiju non la spaventavano, avevano un suono molto diverso di quando invece attaccava, lo ricordava benissimo quando l'aveva salvata da quei farabutti che stavano per rovinare la sua vita. Era davvero strano per lei, ma istintivamente riusciva a riconoscere la differenza, ad un orecchio poco allenato non sarebbe stato chiaro, ma per lei quei versi erano gemiti di piacere che la rendevano felice, perché significava che stava facendo bene. Sentirlo reagire bene quando infilava la lingua dentro il suo membro la rendeva felice. Lo aveva sempre visto così fermo e inossidabile come una montagna, invece fra le sue mani lo vedeva fremere e sbavare. Una sensazione che alimentava tantissimo la sua eccitazione. Iniziava a desiderare sentirlo molto di più su di lei, al punto che avvicinava il suo corpo contro quelle erezione mastodontica sempre di più, fino a sentire quel calore irresistibile premersi contro il suo petto. Si schiacciava contro l'erezione, così che la base di esso finisse fra i suoi seni, era così fradicio di presperma che per lei fu un piacere iniziare a premergli addosso i seni quando faceva uscire una sferetta, accanendosi di nuovo con la bocca su di lui quando ne veniva liberato. Elise pian piano che andavano avanti si fece sempre più pressante, al punto che dolcemente lo invitò a sdraiarsi sulla schiena così che lei potesse dedicarsi a ciò che stava facendo comodamente. Si piazzò fra le sue zampe inferiori, e senza tanti complimenti, intrappolò l'erezione fra i seni iniziando una deliziosa spagnola che accompagnò con la bocca. Era così grosso e lungo che riusciva a farlo senza problemi. Lo succhiava sulla punta mentre con i seni lo massaggiava, deliziandosi anche della sensazione dei testicoli che si premevano sotto i suoi seni. In quella posizione si accorse solo in seguito che si era praticamente seduta sulla coda del kaiju e quando sentì la sua vulva premersi contro di essa, ansò pesantemente, poiché si accorse di essere parecchio affamata sessualmente. Era sensibilissima, la clitoride era gonfia, ed i loro umori impedivano qualsiasi tipo di attrito fastidioso. Elise iniziò a muoversi con tutto il corpo, stringendo le mani attorno ai suoi seni per sentire la sua verga scivolare fra le sue mammelle. Il suo bacino invece si muoveva sulla coda di Berith, masturbandosi su di lui come se fosse stata una adolescente che si masturbava contro il cuscino. Che le stava succedendo? Si stava dando piacere con ogni parte del corpo del Kaiju, lo stava praticamente masturbando con i suoi seni, e si deliziava dei versi che riusciva a strappargli. Le uova presto non furono più una cosa strana per lei, si abituò alle sue forme, lo leccava, lo succhiava, lo masturbava e mugugnava sempre più vogliosa. Tutto ciò che c'era di pragmatico sparì totalmente dalla mente di Elise, diventando puro istinto, pura lussuria. Forse si sarebbe vergognata tantissimo con se stessa per come si stava comportando, ma in quel momento tutto ciò che voleva era sentirlo con il suo corpo, bearsi del suo calore, del suo odore, del suo sapore. Voleva farlo suo in tutti i sensi.
     
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    Mentre Elise si abbandonava alla lussuria, avrebbe dovuto necessariamente notare la cosa più evidente di tutta quella situazione: il suo mostruoso amante la fissava, di continuo, senza mai distrarsi, dandole tutta la sua attenzione, assecondandola in ogni aspetto di quello che stava facendo. Pur essendo lui il malefico e mostruoso corruttore dei sensi della donna, merito dei suoi apparati afrodisiaci, lui stesso non risultava immune al fascino della sua amante. Tuttavia, se da una parte Elise era molto influenzata dalle esotiche reazioni di Berith, quest'ultimo era invece completamente rapito dalla bellezza della donna. Essendo "unico" nel suo genere Berith non aveva nessuno standard di bellezza a cui riferirsi, ne aveva un concetto completamente personale e in quel momento Elise lo incarnava alla perfezione. Non perché fosse l'incarnazione della perfezione per lui, ma di sicuro ci andava maledettamente vicino, e il suo modo di agire completava il tutto rendendolo sublime. Non era solo il corpo di Elise ad eccitarlo, ma l'eccitazione stessa della donna a mandarlo al settimo cielo. Per questo non esitò mai di fronte alle "proposte" che il fisico di Elise avanzava, abbandonandosi a lei in modo che potesse sovrastarlo col suo corpo, usando la coda come un perverso sellino mentre intrappolava la verga tra i seni e la bocca. Si sentiva "divorato" da lei, ed era una sensazione bellissima. Inerte in quella posizione, Berith non poteva fare nulla. Per lui era addirittura difficile portare le zampe sul materasso, quindi le teneva sollevate come un cucciolo che cerca attenzioni. Quelle che voleva lui, però, non erano di certo banali carezze. Le zampe posteriori ad esempio cercarono comunque un appiglio, e usando gli artigli afferrarono Elise per i fianchi, circondandole i glutei in una presa vogliosa e possessiva. Fu cauto, così da non farle male né ferirla per sbaglio, ma in quel modo trovò la giusta stabilità e il modo per tenerla vicina a sé, oltre che farla sentire desiderata. La voce eccitata del Kaiju divenne sempre più intensa e forte, il corpo di Elise che scivolava sulla sua carne era morbido, caldo e intenso, aveva un profumo femminile invidiabile e Berith si sentì entusiasta di farsi coprire da quella fragranza. Il suo membro pulsava e si contorceva tra i seni della donna, apprezzava che Elise stesse utilizzando ogni parte del corpo per eccitarlo e visto che sembrava essersi abituata al suo strano "orgasmo", non fece più nulla per trattenersi e la ricompensò con altri fiotti caldi. Il seme che accompagnava quelle uova calde e dal sapore unico si riversava dentro di lei, sembrava quasi che la stesse invitando a prenderne quanto voleva, come se fosse succo prezioso. Berith lo vide come un gesto perverso e osceno, ma una parte del suo istinto gli diceva che doveva farlo, quindi in maniera decisamente poco mostruosa e molto umana portò una delle sue zampe tra i capelli di Elise, tirandola verso di sé. Non fu uno strattone impetuoso né violento, somigliava più ad un perverso invito. Non voleva farle perdere nulla di quell'esperienza così che il seme e le uova potessero scivolare nella sua gola. Erano ingombranti, ma non del tutto solide, quindi poteva ingoiarle facilmente, cosa che rendeva oscenamente gonfia la sua gola ma che avrebbe dato grandi benefici al suo corpo. Era come se si stesse nutrendo dell'energia del Kaiju, ma invece di essere un'influenza energetica pura come fanno i maghi era praticamente allo stato "solido". Questo non solo l'avrebbe fatta sentire rinvigorita, ma anche e soprattutto ancora più eccitata, un ciclo eterno di ricarica e perversione, un modo unico di fare sesso che solo il Kaiju poteva concederle.
    Prendilo tutto... sto per venire ancora...
    Mugugnò con difficoltà, mentre anche la coda si strinse sulla sua schiena, come se la stesse abbracciando con tutto il corpo, serrandola a sé, perverso, voglioso ma anche affettuoso e passionale. Elise poteva sentire quella verga pulsare sempre più forte, il corpo del Kaiju si contorceva davanti a lei, impaziente di venire assieme alla sua amante, lasciandosi completamente andare. Lo avrebbe sentito spingere verso la sua gola, impaziente di conquistarla con quella verga immane, facendo scivolare dentro di lei tutto il seme e le uova che gli restavano, così da fornirle un mostruoso, osceno e lussurioso pasto, solo per lei. Berith non aveva mai fatto niente del genere con nessuno, ed era maledettamente felice che stesse accadendo con Elise.
     
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    Elise si sentiva osservata, ma non provava imbarazzo o timore di essere giudicata una pervertita, blasfema. Ciò a cui stava pensando in quel momento era che Berith si eccitava a guardarla, che gli piaceva vederla mentre gli dava piacere. Essendo così eccitata la donna si sentiva spronata a fare del suo meglio, guardando di tanto in tanto negli occhi il suo curioso amante. Non poteva negare a se stessa che si stava divertendo, che si beava di tutte le reazioni di Berith. Vederlo a pancia all'aria lo faceva sembrare quasi vulnerabile, e lei si accanì su quell'erezione passionale. Succhiava la punta e la faceva scorrere in bocca in profondità mentre con i seni lo massaggiava e lo stritolava, giocando con la morbidezza del suo seno in netto contrasto con la sua verga d'acciaio bollente. Mugugnò sorpresa quando si sentì afferrare sui glutei ma poco dopo si ritrovò a ridacchiare complice. Tornò però di nuovo a sfregarsi oscenamente contro la sua coda e a dare piacere al suo compagno. Adorava sentirlo pulsare sempre più forte, era così maledettamente arrapante per lei sapere di fargli un effetto del genere. Quando lo sentì venire, inizialmente pensò di lasciarlo andare, pensando ingenuamente che avesse bisogno di liberarsi, ma la "mano" che si posò sui suoi capelli che con fare gentile la tratteneva, la aiutò a scivolare nella lussuria più sfrenata, lasciandolo scivolare in gola come se avesse voluto divorarlo. In quel modo la punta che apriva il suo esofago la aiutò ad ingerire il seme e quelle uova semisolide. Stranamente lo trovò molto piacevole, li sentiva che scivolavano lungo l'esofago, che la scaldavano e le riempivano la pancia. Si poteva vedere chiaramente la gola gonfia e il passaggio di quelle uova fino a sparire oltre la sua gola. Si sentì scaldare, ebbe la sensazione che il suo fisico si stesse accendendo di una nuova e intensa energia. Il guaio fu che ingerire quella roba invece di calmarla la rese ancora più affamata. Aveva praticamente inzuppato la coda del kaiju con i suoi succhi femminili, sentiva di volerne ancora. Pian piano quando percepì che era rimasto solo seme liquido, lo lasciò scivolare infuori, ripulendolo con la lingua degli ultimi residui. Quando si sarebbe resa conto che era ancora duro, Elise gattono su di lui, si mise a cavalcioni contro l'erezione e tornò a sfregarsi contro di essa, fino a sentire la clitoride bruciare. Ansava pesantemente, sapeva che a quell'ora doveva sentirsi esausta, ma la voglia di continuare era così forte che le sembrava di aver recuperato tutte le forze con quella piccola pausa in cui si era dedicata solo a lui.
    Non so che mi succede, ma... ti voglio ancora... ti voglio ancora dentro di me. Si piegò in avanti dopo quelle parole, sdraiandosi sul corpo della belva mentre con il bacino tornava a posizionarsi in modo tale che la punta le premesse contro le labbra vaginali. La sfregò contro di lei, per trovare la posizione esatta con cui farlo scivolare dentro. Ancora una volta fu invasa da brividi intensissimi mentre lo sentiva farsi largo nelle sue carni, togliendole di nuovo il respiro, mentre il piacere le annebbiava totalmente la mente.
     
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    Non aveva mai provato un orgasmo così pregno di sensazioni come quello, certo ne aveva avuti di piacevoli con lei, ma averla avvinghiata intorno al suo membro con tutto il corpo, mentre succhiava avidamente quella verga e divorava ogni goccia del suo seme e perfino quelle calde uova che scivolavano dentro la sua gola era semplicemente incredibile. Berith non pensava avrebbe mai assistito ad uno spettacolo del genere, domandandosi se un essere umano potesse sopportare o anche solo apprezzare una simile perversione. Ma Elise non si era fatta indietro, anzi lo stava accettando con tutta sé stessa e Berith poteva sentire i suoi ormoni accelerare, la sua carne inzupparsi di eccitazione mentre quel fluido mostruoso le conquistava la gola e lo stomaco. Piuttosto che calmarla, la virilità di Berith l'aveva eccitata ancora di più, l'effetto afrodisiaco di quelle sostanze esotiche era impossibile da ignorare a quel punto, ma aveva perso ogni tipo di importanza. Ciò che contava era sfogare la propria eccitazione, e Berith ne aveva ancora molta. Prima ancora che potesse supplicarla di non fermarsi o di prendere l'iniziativa per coprirla di nuovo, fu Elise a darsi da fare per imporre la propria volontà: non fu una questione di forza, ma di iniziativa. Berith si ritrovò completamente sorpreso dalla voracità con cui Elise si prese il suo amante, facendogli capire che quella non era un offerta al dio del deserto, ma bensì un rituale che stavano portando avanti in due. Gli occhi del Kaiju si sgranarono di sorpresa e di eccitazione di fronte a lei, rimanendo quasi immobile di fronte ad uno spettacolo tanto meraviglioso. Impacciatamene, sollevò le zampe anteriori verso di lei quando Elise si piegò in avanti per potersi schiacciare contro di lui, abbracciare qualcuno non gli veniva naturale ma si sforzò di riuscirci perché voleva sentire il corpo di Elise contro il suo. Quel seno morbido e piacevole contro il proprio petto scaglioso, rimbombante di battiti del cuore tanto forti e bollenti da farlo sembrare pronto ad esplodere. Voleva infilare il muso tra i suoi capelli, annusarli, beandosi della sua fragranza che oramai gli apparteneva. E in quel modo, i loro sessi sarebbero stati ancora una volta uniti, intenti a sfregarsi impazientemente. Elise dovette sforzarsi davvero pochissimo perché non solo la sua carne era fradicia ma Berith sembrava quasi aver capito chiaramente quali erano le misure del suo corpo, e gli bastò piegare il bacino e la coda per permettere alla sua enorme verga di penetrare di nuovo quella caldissima intimità. Con sorpresa, Elise avrebbe notato che era ancora più turgida e massiccia di prima, e che nonostante il modo in cui la stava dilatando quasi dolorosamente il suo corpo reagiva con entusiasmo, perché si stava abituando a quella penetrazione e il mix dei loro succhi conferiva tutto ciò di cui avevano bisogno per continuare a fare tutto il sesso che desideravano. La cappella durissima e pulsante di Berith arrivò all'entrata del suo utero e senza pensarci due volte spinse più forte che poteva per poter penetrare anche quella profonda intimità, conquistandola e rendendo il tutto più piacevole. Per l'ennesima volta la coda del Kaiju si aggrappò alla schiena di Elise per impedirle di allontanarsi e stringerla a sé da due lati, era un abbraccio mostruoso, possente e possessivo, ma dentro la quale si sarebbe sentita protetta e desiderata. Berith non impose il suo ritmo, ma fece in modo che fosse la donna a dettarlo, così che avrebbero potuto godere assieme. Non disse nulla, si limitò ad esternare tutta la sua eccitazione attraverso suoni gutturali, profondi e armonici che somigliavano ad un antico canto di accoppiamento.
     
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