I mocciosi di S.Calogero

x Demi

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    Mentre Krolia parlava descrivendo la loro missione, Tony non poteva far altro che annuire energicamente, i suoi baffi quasi danzando da come traballavano mentre l'espressione felina del suo muso rimaneva ancorata sulla cavaliera, chiaramente ancora in parte pervaso dall'imbarazzo precedente dovuto alle foto che aveva visto. Il suo fare goliardico però si smorzò d'un tratto non appena vide l'espressione della ragazza cambiare, e le sue orecchie si abbassarono non appena condivise con lui il destino della donna che aveva preceduto Veronica.
    Oh... mi dispiace.
    Molti avrebbero potuto anche fraintendere il modo di fare distaccato che Krolia adottò per magari menefreghismo, ma non era nella natura della tigre dubitare della bontà altrui, perciò gli fu impossibile non identificare la sua schiettezza come null'altro che un metodo per affrontare quella dipartita. Un'intuizione silenziosa che si rivelò corretta non appena la cavaliera stessa finì per confessargli il legame che le collegava. Vedendola imbronciata e persa senza dubbio in ricordi tutt'altro che felici per un attimo ebbe la tentazione di riportarsela vicina e stringerla, imbarazzandola forse ma dandole altro di cui pensare, ma si rincuorò nel notare che era una guerriera anche in spirito e anziché rimanere in quello stato cercò di concentrarsi su di lui. Riportò le orecchie ritte ad ascoltarla unendo le zampe e guardandola con aria sia attenta che anche un po' curiosa non appena la sentì differenziarlo dagli altri gladiatori, ma non riuscì a trattenere una fragorosa risata, una di quelle sentite e che alimentata dal suo vocione possente avrebbe quasi scosso persino la panca sotto di loro, mentre il semidio si portava le mani allo stomaco in quel riso di gusto, alzando il muso verso l'alto.
    Raaaaaaaaahahahaha! Ra-hah-rahgazzo? Ahahahah! Oh wow... mi hanno detto che me li porto bene gli anni, ma addirittura ragazzo...
    Dovette perdersi per qualche istante semplicemente a cercare di riprendersi, ma dopo un buon attimo riuscì nell'intento. Portò una mano alla spalla di Krolia, di nuovo senza nessun secondo e senza finirle troppo addosso, un po' come se stesse cercando di farla abituare gradualmente. L'altra sua zampa la teneva vicino al petto, indicandosi mentre guardava la ragazza con un ancora il contagioso sorriso stampato in faccia.
    Ho quarantadue anni Krolia... e noi tigrorsi maturiamo molto presto!
    "Noi" era una scelta decisamente poco adeguata considerando che non conosceva altri della sua fin troppo specifica specie, ibrido fra gli ibridi, ma le sue parole erano sincere così come lo era l'occhiolino che le fece: lui soprattutto aveva raggiunto la maturità fisica già durante gli anni che per gli umani sarebbero stati considerati adolescenziali, e d'altronde confermava le sue passate storie scolastiche. Certo, fra maturità fisica e mentale però c'era una bella differenza, e qualora i molti, passate prove non fossero bastate la cavaliera ne avrebbe potuta vedere un'altra non appena Tony si sarebbe alzato, portandosi davanti a lei con lo stesso estro di un fanciullo che si preparava a giocare.
    Però sul resto hai ragione!
    Posizionatosi gagliardamente davanti a lei dopo averle riconcesso il comfort dello spazio personale che sicuramente poteva desiderare, avrebbe agitato la sua zampa sinistra due volte come se fosse una sorta di mago con la bacchetta, ed in essa effettivamente manifestandosi da un agglomerato di energia estremamente pura e celeste, apparì effettivamente un paio di occhiali non dissimili da quelli che potrebbe avere un bibliotecario, da lettura ma con le lenti finte, mentre il suo muso, appurato ormai incredibilmente espressivo per un felino del suo calibro, mutava ancora una volta assumendo un'espressione incredibilmente austera, leggermente incavato verso l'interno e rivolto verso il basso mentre il suo petto spingeva all'infuori risaltando ancora di più la sua figura ora quasi autoritaria.
    I gladiatori posseggono, invero, una badiale lista di guasti alquanto inenarrabili, fra cui...
    Portandosi gli occhiali finti al volto e poggiandoli delicatamente sul muso, la destra avrebbe mimato il movimento della sorella, e con lo stesso effetto ed immediatezza avrebbe richiamato sempre tramite un improprio uso del ninjutsu, una lunghissima lista, pergamena, che srotolandosi sarebbe arrivata a toccare il terreno. Dimostrando un ampio vocabolario ben celato dalla sua goffaggine, anche la sua voce non sarebbe stata da meno, che molto più ferma, concisa e scandita, sembrava totalmente diversa da quella gioviale e spensierata di poco prima, indubbiamente anche più seducente e profonda.
    ... egocentrismo, istrionismo, tronfiezza, boria ... wow ne avevo trovate davvero tante di parole...
    Quello che iniziò come uno sketch chiaramente studiatosi in precedenza sorprese l'attore stesso non appena si accorse di quanto avesse scritto, al punto che finì per abbassarsi gli occhiali per vederci meglio lasciandosi poi sfuggire una sua stessa ammissione uscendo dal personaggio e borbottando fra sé e sé davanti a Krolia stessa, che di certo avrebbe potuto confermare che a quello strambo gattone non era di certo la platealità a mancare.
    Però!
    Facendo svanire quegli oggetti di scena così come erano apparsi dopo averli gettati di lato, sarebbe tornato a guardare la schiumosa cavaliera dopo essersene sbarazzato, tornando alla sua voce tipica come se a voler correggere il tiro.
    Il popolo Americano segue i gladiatori. I gladiatori sottostanno al più forte. Il più forte si comporta male. Qual'è la soluzione???
    Gesticolò enormemente mentre spiegava quei concetti fin troppo semplici davanti a lei, chinato in avanti fissandola e facendo zompettare le sue zampe da punto a punto come se stesse cercando di far visualizzare visivamente davanti a lei i collegamenti. Alla sua domanda finale infine avrebbe esteso una zampa socchiusa verso le sue labbra, non troppo vicina ma chiaramente mimando il gesto di un microfono immaginario, mentre nell'altra alzava le cinque dita e ne chiudeva una ogni secondo, come se fosse un quiz a tempo. Molto fasullo, perché in realtà anche se fosse arrivato a due dita rimaste l'espressione del micione si sarebbe fatta più confusa come se avesse un lapsus, portandolo a rialzare due dita, poi abbassarne un'altra e così via bloccato come un buffo ebete incapace di contare fino a quando Krolia non avrebbe risposto.


     
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    Si sentì grata per le parole di conforto di Tony, capiva che era sincero, ma sentiva il bisogno di cambiare argomento, non perché non si fidasse di Tony, semplicemente le faceva ancora troppo male parlarne come se fosse passato molto tempo. Sentiva quella perdita ancora troppo fresca sulla sua coscienza, anche se in realtà è passato del tempo. Così quando gli chiese di lui con i gladiatori, non si aspettò affatto la reazione divertita della tigre. Krolia lo guardò confusa, pensando che forse aveva detto qualcosa di strano, rimase quindi paralizzata a fissarlo non capendo cosa lo avesse divertito così tanto, poi finalmente lo disse in modo chiaro, imbarazzando leggermente Krolia che si portò a grattarsi la nuca. Non le diede fastidio il tocco di Tony sulla spalla, capendo che non c'era nessun intento malizioso, e dopo la rivelazione capì che era un gesto "paterno".
    Ops, perdonami, con il manto peloso non si vedono le rughe, è davvero difficile capire l'età di un ibrido. confessò sorridendogli però affabile e complice, chiaro segno che Krolia iniziava a sentirsi sempre più a suo agio con lui.
    Mi ha ingannato la tua gioia di vivere, i quarantenni, solitamente sono più come dire... "stanchi" della vita. quello era un complimento per Tony, probabilmente non era la prima a scambiarlo per un giovane, colpa anche del fatto che fosse così tanto in forma. Sugli animali era molto più difficile notare i segni del tempo e Tony con il suo fare allegro e gioioso traeva in inganno, ma ciò non era da vedere come una cosa brutta, tutto l'opposto, era ciò che lo rendeva speciale. Dopo quel momento di fraintendimento, lui tornò serio, confessandole che in effetti aveva ragione, che il mondo dei gladiatori era cupo proprio come lo aveva visto. Anche Krolia si fece seria e attenta alle sue parole, o almeno all'inizio dato che poi le fece inarcare le sopracciglia perplessa, dato che si stava comportando in modo strano. Quello sembrava decisamente l'atteggiamento di chi ha a che fare con dei bambini, e pensò che Tony probabilmente la stava vedendo come una ragazzina inesperta del mondo, e quindi con il suo modo di fare allegro e giocoso, voleva indorarle la pillola di quel mondo così violento e sporco. Il semidio non aveva la più pallida idea del carico oscuro che Krolia si portava sul groppone, e vederlo che la trattava come una anima innocente la intenerì, ma allo stesso tempo lo trovò davvero troppo buffo. Venne contagiata dal suo modo di fare che la portò a ridere divertita, coprendosi la bocca con una mano. Era la risata sincera di una amica che si divertiva in compagnia, niente di malizioso o denigratorio.
    Arrestarlo? Fermarlo? No scusa se tutti sottostanno, la soluzione ovvia è batterlo! OOh ho capito! batté un pugno sul palmo della mano aperta, facendogli capire che era arrivata alla soluzione. Il suo cuore si riempì di ammirazione e guardò la tigre con occhi molto diversi rispetto a prima.
    Vuoi essere il più forte così tutti seguono le tue regole? Vuoi cambiare il mondo dei gladiatori? le brillavano gli occhi mentre lo guardava, capendo che stava di fronte ad un potenziale eroe. Adesso capiva molto meglio perché piacesse così tanto ai bambini: era l'eroe buono, quello che sconfiggeva i cattivi. Era un compito davvero difficile quello che si era prefissato la tigre, e vederlo così candido e allegro la sorprese. Aveva una forza di volontà impressionante, se fino a quel momento non si era fatto abbattere dal marciume che c'era in quel mondo di botte e sangue.
    E' così nobile. fece portando le mani giunte in preghiera. Quello sì che era un messaggio di pace importante da trasmettere al mondo.
    Semmai dovessi avere bisogno di aiuto, per raggiungere il tuo obbiettivo, io farò tutto il possibile. Considerami una tua fan da oggi in poi. era entusiasta, ed era mortalmente sincera nel proporsi come un aiuto. Era sicura che avrebbe incontrato molti nemici ed ostacoli, ma se lei poteva aiutarlo in qualche modo, era disposta a farlo. Dopotutto anche quello poteva rientrare nei compiti di un portatore di luce.
     
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    Tony non si trattenne e inizialmente alle prime sue risposte date a quello strambo quiz, non contenne due espressioni cariche della stessa goffaggine del suo intero teatrino, portando fuori la lingua e rassomigliando una di quelle schermate di game over dei videogiochi di vecchia data con il protagonista malmenato, ovviamente in chiave molto più comica e leggera. L'attimo in cui però giunse alla giusta conclusione si sarebbe messo ad annuire rapidamente, alzando all'insù i pollicioni dal roseo interno fissandola con aria entusiasta. Krolia aveva centrato il punto.
    Esattamente! Per cambiare gli animi delle persone, prima di tutto bisogna dimostrargli che c'è una strada migliore, alternativa a quella attuale.
    Esclamando sempre con quel suo fare esuberante tanto vivace, si sarebbe rimesso pienamente in piedi e retto in modo volutamente esagerato per delineare la propria figura, la muscolatura perfetta che contornava il suo corpo a dir poco erculeo facilmente evidenziandola, mettendosi in posa e con le mani sui fianchi come se fosse una pelosa, marmorea statua scolpita dal migliore degli artisti, ma nonostante tutta quella spigliatezza non appena Krolia lo avrebbe definito nobile lo sguardo della tigre si sarebbe fatto titubante, il suo musetto arrossandosi leggermente e la sua previa postura spezzandosi come se colto alla sprovvista.
    Nobile?! Io?! Dai, non esagerare!
    Anche per un divo come lui, abituato ad essere al centro dell'attenzione, c'era un limite al quantitativo o genere di complimenti che potesse sopportare. Non era un falso modesto, Tony sapeva molto bene di essere una bomba sexy, un gran cantante, uno showman pazzesco, un fenomeno del divertimento... ma nobile? Forse proprio perché seguì quel commento, la disponibilità che Krolia dimostrò subito poi accompagnata dalla sua dichiarazione lo spinse ad agitare pacatamente le mani davanti a sé come a volerla dissuadere, con un intento non chiaramente dettato da un sincero desiderio di allontanarla, ma palesemente più da un evidente imbarazzo in cui la cavaliera forse si sarebbe anche potuta rispecchiare.
    Ma no, non è necessario, davvero... anzi, sono più egoista di quanto tu creda! Faccio quel che faccio solo perché mi rende felice vedere gli altri sorridere, e... e poi non sono neanche questo granché come guerriero, sono letteralmente solo un tigrorso con un'ascia...
    Tony era purtroppo anche un pessimo bugiardo: sebbene quella sua prima concessione iniziò più o meno convinta bene o male fino alla parte riguardante quel suo altruismo che lui invece vedeva ironicamente come solo una sfaccettatura del proprio egoismo, quando si ritrovò a parlare delle proprie capacità unì le mani, abbassando le orecchie e portando gli occhi a lato, distogliendo lo sguardo mentre si girava i pollici dando grossomodo proprio l'immagine di un ragazzino che era stato beccato a fare qualche marachella, rendendo la sua figura prima a dir poco titanica ed eroica ora a dir poco adorabile in uno strano connubio derivato indubbiamente dalla graziosità dei suoi lineamenti felini.
    Magari un po' forte...
    Poteva radere al suolo interi edifici con semplici colpi come se lui fosse un boscaiolo e i grattacieli gigantesche querce da abbattere.
    E che riesce a sollevare delle pietruzze...
    Era in grado di sollevare enormi zolle di roccia per creare praticamente interi meteoriti e farli abbattere sui suoi nemici, generare terremoti, purificare la terra. Non sapeva bene nemmeno lui perché stesse cercando di svalutarsi dato che non era assolutamente da sé, ma per qualche motivo quella lode tanto sincera di Krolia lo aveva spinto a tanto. La verità si celava un po' nel mezzo: nonostante le sue "ammissioni" fossero palesemente riduttive - e la portatrice non avrebbe faticato a capirlo sia per via del modo chiaramente colpevole con cui le diceva - al di là del suo bell'aspetto e modo di fare non si riteneva davvero nulla di speciale. Non sapeva della sua discendenza e non si riteneva neanche soddisfatto dalla propria forza, era un guerriero come tanti in un mondo pieno di combattenti, ben lontano dal proprio obiettivo. Con una certa pacatezza si riportò vicino a Krolia, sedendosi dalla parte opposta a quella precedente ma sempre vicino a lei.
    Veronica, piuttosto... lei, voi - i portatori! Voi siete nobili. Io fino a poco tempo fa neanche sapevo combattere, ero solo un normalissimo attore, disarmato e incapace.
    Giunto fin lì e chiaramente un po' ancora frastornato, avrebbe alla fine cercato di ridirigere, in un'estremamente rara occasione, l'attenzione via da sé per riportarla invece su di lei e il suo gruppo, aprendo le braccia nella sua direzione e gesticolando come a volerla edulcorare ancor di più, prima di ricongiungere le mani e concedersi qualche attimo per riprendersi. Al contrario di Krolia lui non era affatto abituato a quella sensazione e raramente gli capitava, meglio dire anzi che probabilmente era riuscita a prendere l'unico tasto che poteva effettivamente metterlo in difficoltà nonostante l'appurata, incrollabile forza di volontà.


     
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    Forse perché Tony lo aveva impostato come se fosse un quiz, ma fu particolarmente soddisfacente per Krolia aver capito le intenzioni di Tony nel suo viaggio all'interno di quel mondo così violento. Non poteva fare a meno di ammirarlo poichè ciò che voleva fare avrebbe reso il mondo migliore per quei bambini che facevano il tifo per lui. Era un compito arduo, sopratutto quando la maggioranza del pubblico gli avrebbe remato contro. Sorrideva divertita nel vederlo tutto impettito mentre affermava che aveva vinto. Krolia non riuscì a fare a meno di ammirarlo, scoprendo in quel momento di avere la certezza che avesse un certo debole per i fisici così statuari e allenati. Il che spiegava perché si fosse presa una cotta pazzesca per Ira. Tony però aveva dalla sua anche la natura felina che attirò il suo sguardo su quel ventre di pelo bianchissimo e che sembrava incredibilmente morbido. Se ne sentì attratta come se si fosse trovata davanti un gatto che si metteva a pancia all'aria in cerca di coccole. Sentì uno strano prurito sulle mani ed una voglia immonda di toccarlo. Ovviamente era una voglia smaliziata, incentrata sulla curiosità di poter toccare qualcosa di esotico. Se fosse stata una ragazza più spontanea e con meno problemi di spazi personali probabilmente avrebbe trovato una scusa per farlo, ma essendo così dannatamente imbranata con gli uomini, Krolia rimase seduta a ridacchiare complice con lui, tenendosi per sé quella strana pulsione di voler provare a toccarlo sulla pancia. Non si aspettò dei vederlo imbarazzarsi quando lei giudicò nobile ciò che voleva fare. Ancora una volta il suo candore lo faceva sembrare decisamente più giovane di quanto in realtà non fosse. Quindi anche una persona così abituata a mettersi in mostra aveva un lato per cui imbarazzarsi e fu una piacevolissima scoperta per Krolia, poiché glielo rese più "umano" e meno divo ai suoi occhi.
    Ma lo farei con grande piacere, davvero. Se ciò che fai può mandare un messaggio positivo ai bambini, è una cosa davvero importante. Se quindi nella tua personale missione ti dovesse servire un aiuto, di qualsiasi genere, sappi che troverai un amica disponibile. ribadì, sorridendogli felice di potersi mettere a disposizione di una missione così delicata ed importante. Se Tony glielo avrebbe permesso, sarebbe stata davvero un'amica su cui poter contare, magari con cui confrontarsi o anche semplicemente chiedere stupidi consigli. Dopo quel piccolo scambio di idee la tigre provò di nuovo a cambiare argomento parlando di Veronica, dicendo che erano loro i nobili. Argomento che trovò piuttosto delicato dato che la realtà dei fatti era molto più complicata, e se pensava a sé, i suoi compagni e perfino Domino, vedeva più oscurità che luce.
    La nobiltà d'animo si misura su quanto si è disposti a combattere per gli altri, io trovo nobile qualcuno che ante cede al proprio egoismo il bene collettivo. Te sembri tenerci molto ai bambini. Non per nulla ti ha colpito vedere Veronica no? fece ridacchiando divertita al fatto che nonostante tutto Tony era anche modesto. Voleva tenersi si un atmosfera più leggera, ma sentì che doveva specificare che lei non era poi così angelica come Tony stava per dipingerla.
    Io invece... non posso etichettarmi come tale. Ho commesso molti errori nel passato, io sono una redenta non ho niente di nobile nel mio animo... avvicinò la mano sul capo di Tony carezzandolo delicatamente sul capo fra le orecchie, tornando di nuovo mortificata per ciò che era successo poco prima. Ritirò la mano ma si sforzò di sorridere per sdrammatizzare.
    ...ho perfino picchiato un cucciolone adorabile come te. scherzò, punzecchiandolo sulla questione dell'età visto che prima aveva voluto precisare che non era un ragazzino, ma non poteva farci nulla, lo trovava adorabile e non le importava quanti anni avesse in realtà. Infondo Krolia ormai aveva la concezione di età totalmente sballata per via di amici intimi che avevano la stessa età di Tony ma il fisico di un ragazzino. Fece un lungo sospiro, e decise di rivelargli i suoi demoni, così avrebbe capito perché ci tenesse a combattere per i bambini.
    In passato ho perseguitato i pedofili. Li cacciavo e quelli più crudeli li ho perfino uccisi. Non lo facevo per rendere il mondo migliore, anche se lo sbandieravo come se fosse stato il mio fine ultimo. Lo facevo perché ero terrorizzata da loro, perché ho provato sulla mia pelle cosa significa essere una bambina piccola e indifesa davanti a quel marciume. Non mi credevano, pensavano che colui che mi aveva fatto del male fosse un santo, perché si era costruito una fama tale che rendeva ciechi i suoi ammiratori. Non riuscivo ad accettare una cosa del genere, quando ho iniziato ad imparare a combattere mi sono voluta fare giustizia da sola, volevo sradicare tutti quanti quei bastardi dal mondo come se fossero stata una erbaccia, non rendendomi conto che mi macchiavo di peccati anche più gravi. mentre parlava fissava un punto vuoto davanti a lei, mentre le sue mani si serravano alla panchina con forza. Il suo sguardo era molto triste e carico di amarezza, ma la sua voce era ferma, lasciando intendere che aveva trovato da poco un equilibrio personale.
    Quando ho capito, quando il terrore passò mi rimase addosso un enorme macigno oscuro sull'anima. E' stata Lucia I a salvarmi, è stata lei ad insegnarmi che c'erano altri modi, che potevo chiedere una seconda possibilità. Sto cercando di impegnarmi per "portare la luce", ma non è la mia, è quella di Veronica e so che è importante. si voltò verso Tony poggiando la mano sopra quella della tigre con fare dolce.
    Anche ciò che vuoi fare tu, sradicare la violenza insensata e crudele dallo spettacolo, la considero come una bella luce con cui illuminare l'animo delle persone. lo carezzò con fare materno su quella stessa mano sorridendogli intenerita.
    Quindi se il carico si fa troppo pesante, trova degli amici con cui condividerlo, così non ne verrai schiacciato.
     
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    Ricongiunte le mani, Tony non avrebbe fatto nulla per impedire a Krolia di dire la propria dopo che lui tentò di rigirare a lei e il suo gruppo il complimento. Si teneva leggermente inarcato in avanti, rivolto verso di lei e nel silenzio più totale un po' come se volesse cercare di rimpicciolirsi per forse risultarle più vicino di quanto la sua stazza non concedesse. L'iniziale evidenziare della sua reazione nei confronti di Veronica rafforzò un poco il suo rossore, portandolo a piegare il suo musetto quanto più possibile verso l'interno e premendolo contro il collo un po' come se stesse tentando di nascondersi nel suo stesso pelo, ma non appena il suo discorso prese una piega ben diversa e più personale, lo sguardo della tigre perse parte di quel rossore per tornare più serio, poco a poco riprendendosi non per volere ma necessità: il suo imbarazzo veniva secondo rispetto a ciò che la cavaliera sembrasse star passando. Abbassò l'orecchio sul cui passò la mano quando la portò sul proprio capo, il suo pelo era morbido e vista la loro differenza in grandezza le sue dita avrebbero potuto godere appieno di quel manto tigrato tanto soffice. Anche da serio il suo volto tanto espressivo difficilmente riuscì a nascondere una certa contrarietà quando cominciò a denigrarsi, smielandosi però in un sorriso contenuto quando lo punzecchiò mentre lo carezzava, l'orecchio che si era piegato al suo passaggio alzandosi e abbassandosi ripetutamente sbattendo contro le sue dita in un'istinto assolutamente incontrollato. Non si vergognava affatto di quel trattamento e effusioni, ci era anzi molto più abituato di quanto Krolia forse non credesse. All'ibrido non importava davvero il come si riferissero a lui o come si comportassero gli altri - che lo trattassero da gigantesco gattone o possente predatore, tutto quello che voleva era che chi lo circondava agisse in modo spontaneo e naturale, ma soprattutto che fosse felice. Si mantenne grossomodo silenzioso durante tutto lo sfogo della cavaliera, portando una zampotta vicino ad una delle sue mani come a volerle offrire una piattaforma su cui appoggiarsi mentre si impegnava a rivelargli tutti i guai che aveva passato, capendo molto bene quanto potesse essere difficile. La verità era che si stava trattenendo enormemente dal bisogno di abbracciarla e confortarla, e alla fine quando si concesse un po' di conforto portando la sua mano sulla propria, carezzandola, non riuscì più a resistere: in un impeto incontenibile di genuino affetto avrebbe cercato di avvolgere le sue braccia attorno alla ragazza, i suoi colossali arti agendo quasi da morbide presse idrauliche per abbracciarla e premerla contro di sé, alzandola persino dalla panchina come avrebbe potuto fare un padre con la figlia ma portando il suo volto a contatto con il suo muso con l'intento di strusciarsi più volte contro la sua guancia, ripetendo il gesto mentre sbuffi tigreschi gli fuoriuscivano naturali dal roseo nasino.
    Sbagliamo tutti, Krolia! Tutti commettiamo degli errori - è ciò che ci accomuna fra noi, fra tutte le razze!
    La sua voce era profonda e tuonante come sempre, il suo tono fermo, ma pacato - perfetto per uno di quei life coach il cui compito era proprio di ripescarti da per terra, e d'altronde sicuramente Krolia stessa non avrebbe faticato ad associare la figure a quella del suo felino amico. Se inizialmente forse avrebbe potuto temere un contatto troppo invasivo, avrebbe avuto modo di constatare come la presa praticamente orsina dell'ibrido la stesse stringendo alla schiena, evitando appositamente le sue zone più intime ma comunque facendo ben poco per invece non farla strusciare contro quei pettorali d'acciaio che si celavano sotto la sua vellutata pelliccia, i suoi muscoli tanto robusti e definiti che avrebbe potuto quasi giurare di poterli utilizzare come grattugia.
    Non crederti peggiore per ciò che hai sofferto... rialzarsi richiede più forza di rimanere in piedi, e perdonare sicuramente più nobiltà di condannare.
    Solamente dopo una buona manciata di secondi passati a strapazzarla con quella sua vagonata istintiva di amore, il suo petto ancora ruggendo di fusa, le avrebbe concesso una certa libertà, tutt'altro che imbarazzato e permettendole di rimettersi a sedere, portando le sue cuscinate zampe alle spalle della ragazza e fissandola con decisione con i propri ceruli occhioni in volto.
    Anche Veronica sbaglierà... non è perfetta, nessuno di noi lo è. È una bambina, guarda sicuramente a te e a tutti coloro che la circondano per capire cosa fare, e come credi che potrebbe ritrovarsi a ragionare se ti sentisse condannarti tanto per degli errori che hai commesso? Con tutte le responsabilità che ha, si ritroverebbe schiacciata dai sensi di colpa al minimo errore... se non vuoi farlo per te, trova la forza di perdonarti per lei, e anche per chi ti è vicino. Dubito che a loro piaccia sentirti parlare tanto male di Krolia. A me ad esempio non piace!
    La zampa destra avrebbe preso a schiaffeggiarla molto gentilmente in una punizione chiaramente giocosa, i cuscini e fagiolini che popolavano il suo interno accomunando più quelle sberle a morbidi massaggi che non un vero castigo.


     
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    Nemmeno Krolia sapeva esattamente perché glielo stesse raccontando, poteva semplicemente dirgli che ci teneva molto ai bambini, che quindi ciò che voleva fare per lei era come se lo stesse facendo per loro. Invece aveva iniziato con il fargli un quadro della propria situazione, forse perché non voleva che la innalzasse troppo su un piedistallo solo perché faceva parte del Vaticano. Lei non si sentiva così degna di lode e sopratutto non sentiva di aver rimediato ancora a nulla. Tony la ascoltò e quando Krolia tornò a guardarlo negli occhi, notò una strana espressione in lui e non fece nemmeno in tempo a dire o fare alcunché che venne praticamente afferrata e stretta in un abbraccio morbidissimo. Visto che non se lo aspettava, il suo primissimo istinto era quello di pararsi, mentre le braccia di Tony la afferrarono e finì inevitabilmente con le mani aperte premute contro i pettorali di Tony.
    Ah?... le sfuggì un versetto sorpreso mentre venne sconvolta dal sentire un abbraccio forte ma incredibilmente morbido. Non aveva mai provato niente di simile in vita sua. Carezzare un gattino pulito e dal manto setoso era un piacere, ma sentirsi avvolgere totalmente da una cosa del genere le mandò in tilt i sensi. Era caldo, ma non appiccicoso, tutto l'inverso. Era come abbracciare un enorme peluche, con una differenza sostanziale, ovvero che Tony era vivo e quindi rese quell'abbraccio strano ma incredibilmente piacevole. Mentre veniva travolta da questa deliziosa epifania, le mani si strinsero contro il pettorale, senza intenzioni maliziose fu una reazione istintiva di chi non capiva cosa stesse toccando. Riconobbe dei muscoli di acciaio sotto al tocco ma sembravano coperti da un tappeto morbidissimo. Si imbarazzò tantissimo quando si accorse che lo aveva praticamente palpato, e sollevò le mani come a non volerlo più toccare, ma le braccia di Tony erano così forti che praticamente finì totalmente vittima di lui premuta contro il suo corpo.
    aaah, T-Tony... fece balbettando con un tono che sembrava volerlo avvisare amorevolmente di qualcosa di sconveniente, ammutolendo quando cercò di consolarla. Furono parole di grande conforto, e le fecero immensamente piacere, al punto che lasciò che le mani si poggiassero contro il suo manto, stando attenta però a non "palpare" ma rimanendo poggiate comodamente per via della posizione assunta. Per un momento le venne voglia di ricambiare l'abbraccio, perché non aveva mai sentito un abbraccio più piacevole di quello in vita sua. Non ci riuscì perché Tony non era un peluche, non era un animale da compagnia tenero, era un maschio antropomorfo con una montagna di muscoli, e quei occhioni azzurri lo rendevano davvero molto affascinante. Krolia anche se con problemi di spazi personali, non era immune al suo fascino. Infatti quando la lasciò andare l'avrebbe ritrovata con la faccia rossissima, fino alle punte delle orecchie, un piccolo rivolo di sangue che scendeva dal naso, ed un sorriso fra l'inebetito e il confuso. Gli diede delle ultime pacche affettuose sulle braccia, giusto per fargli capire che non si era sentita molestata, ma non poteva farci niente, era una imbranata totale in quel genere di cose. Alla fine gli fermò la mano che la schiaffeggiava gentilmente, afferrando con le sue esili dita uno di quei fagioloni rosa, non mollandolo ma accompagnando la sua mano nelle sue. Gli sorrise grata per ciò che le aveva detto.
    Grazie delle tue belle parole Tony, come ti ho già accennato, sto cercando di migliorarmi, prometto che smetterò di parlare male di me. scaricò un poco di tensione con una piccola risatina di imbarazzo, distogliendo lo sguardo dal suo interlocutore poiché non voleva finire a fissarlo come farebbe un uomo davanti ad un bel paio di tette.
     
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    Non si vergognò minimamente di quella stretta istintiva a cui si era abbandonato, e non appena sentì le mani di Krolia stringersi sui suoi pettorali Tony rimase tutt'altro che contrariato o sorpreso da quel contatto: mentre lei, accidentalmente o meno, avrebbe avuto modo di sentire più che nitidamente l'abbondante sostanza di quella muscolatura letteralmente divina celata sotto la pelliccia, l'ibrido non fece proprio nulla per impedirglielo ed anzi la strinse solamente con ancora più gioia e foga più che bendisposto a darle modo di affondare quanto più possibile le dita fra quelle piastre d'acciaio che lui vantava come muscoli. Mentre senza troppi giri di parole il tigrorso essenzialmente la coccolava, la cavaliera avrebbe potuto sentire sul suo corpo come quell'aspetto umanoide e morbido nascondesse in realtà una fisionomia molto più possente e animale di quanto potesse non sembrare: il colosso che aveva davanti non era più forte semplicemente perché si allenava di più, bensì il suo vigore e la sua stazza erano entrambi frutto della sua specie particolare. Krolia con il suo corpo avrebbe potuto scandire con spaventosa chiarezza una muscolatura massiccia anche dove un umano non ne avrebbe avuta, mastodontiche fasce muscolari dove invece un uomo avrebbe potuto ospitare al massimo grasso. Ora come mai avrebbe avuto modo di capire che quel gigantesco peluche dall'aspetto affabile e espressivo proprio come un umano, occultava in realtà una forza molto più bestiale, ferale - ben più poderosa e massiccia rispetto a ciò che qualunque umano sarebbe mai riuscito ad offrire. Un gargantuesco peluche dalla muscolatura mostruosamente enorme, ma sinuosa e perfetta come una vera statua.
    Non hai di che ringraziarmi! Non devi dimenticare di essere tanto importante per gli altri quanto loro lo sono per te.
    Pur sapendo appieno lui stesso tuttavia di cosa davvero si nascondesse sotto la sua amichevole e morbida apparenza, per Tony il suo fisico bestiale risultava del tutto normale. Certo, questo comunque non gli aveva impedito di capire quanto esso invece fosse unico per chiunque ci entrasse in contatto - non era affatto inusuale dopotutto per lui finire vittima di palpeggiamenti o vere e proprie esplorazioni di mani fin troppo incuriosite, e non appena finì di rispondere sincero al ringraziamento di Krolia, non poté fare a meno di notare l'espressione intontita della ragazza, ma soprattutto il sangue che le stava colando dal naso. A discapito del suo fare giocoso e buffone, Tony non era affatto stupido e capì immediatamente cosa fosse successo, ma la cosa non lo disturbò minimamente ed anzi si ritrovò subito a sorridere intenerito, con un fare che sarebbe potuto apparire forse quasi paterno.
    Sai che non devi vergognarti di ciò che provi, vero Krolia?
    Quelle parole volevano essere chiaramente incoraggianti e non avrebbero di certo faticato a far capire all'imbarazzata cavaliera che lui avesse capito fin troppo bene l'effetto che le aveva lasciato impresso, ma anziché proferirle con fare malizioso e che indubbiamente sapeva l'avrebbe portata a chiudersi in sé come un riccio, avrebbe accompagnato a tale incitamento un'espressione esageratamente goffa proprio per metterla a suo agio, alzando e abbassando ripetutamente le sopracciglia mentre la guardava con aria furbesca e quasi accusatoria, ma non direttamente lussuriosa o perversa.
    È perché sono un gladiatore eeeeeh? Hai paura di non reggere il confronto?
    Avvicinandosi a lei ancora di più, non avrebbe tentato di metterle una mano sopra la spalla né cercato un corteggiamento diretto, ma piuttosto avrebbe preso a batterle leggermente con il gomito sulla spalla mentre le sue parole si caricavano quasi di giocosa provocazione, con il pieno intento di fare appello alla vena competitiva che aveva visto arderle negli occhi per aiutarla a sbloccarsi. Non ci stava semplicemente provando con lei, non perché non volesse - anzi, Krolia era una ragazza più che invitante e lui tutt'altro che indisposto - bensì perché persino in quella situazione voleva prima aiutarla a migliorarsi e rasserenarsi.


     
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    Stando a così stretto contatto con il corpo di Tony, avrebbe capito perché chiamavano la sua razza "semidei". Quello che percepiva non poteva essere solo frutto di allenamenti, al punto da farle chiedere se non fosse già nato con una muscolatura sviluppata che poi nella crescita aveva scolpito e perfezionato a quei livelli. Krolia si sentiva davvero molto combattuta in quel momento: da un lato era sorpresa da quanto fosse piacevole quell'abbraccio, forse perché non c'era niente di malizioso in esso, ma solo genuino affetto. D'altro canto però si sentiva molto in imbarazzo dato che non sentiva di avere ancora tutta quella confidenza fra di loro per arrivare a simili effusioni. Era evidente che la tigre fosse molto più spontaneo di lei, quindi Korlia non era sicura di quanto in realtà quel gesto fosse normale per una personalità come quella del gladiatore. Forse era lei a farsi troppi problemi? Dopotutto non aveva mostrato nessuno strano atteggiamento ambiguo, in un certo senso Krolia intuì che la stava trattando come una sorta di ragazzina a cui insegnare. Aveva quasi la metà della sua età, doveva essere normale per lui, ma non per lei che non riusciva proprio a vederlo come un tizio più grande che poteva fargli da padre. Anzi vederlo come un padre sexy non faceva che peggiorare la sua confusissima dose ormonale. Sorrise intenerita al consiglio spassionato di Tony, pensando ai suoi compagni, chiedendosi se anche loro le volessero bene come lei gliene voleva. Pensò anche ad Ira, e le si aprì una grossa incognita nel cervello. Si erano detti quanto si piacevano, erano finiti pure a letto e poi impegni vari li avevano allontanati uno dall'altra. Si erano tenuti in contatto ovviamente, ma non avevano potuto passare altro tempo insieme. Aveva tanta voglia di rivederlo e chiarire un pochino di più il rapporto fra di loro, perché al momento non era sicura di capire come avrebbe dovuto considerarlo. Prima che però potesse immergersi in pensieri strani e probabilmente anche molto più imbarazzanti, il gladiatore le disse che non doveva vergognarsi di ciò che provava. Inizialmente Krolia non capì a cosa stesse alludendo di preciso ed il suo pensiero andò ad Ira a ciò che provava per lui, ma era ovvio che non poteva essere quello, ma sul momento non aveva collegato subito, infatti lo guardò interrogativa mentre lui sollevava le sopracciglia in quel modo buffissimo. La sua ultima frase con la piccola spinta del gomito contro la sua spalla, fece cadere quella gocciolina di sangue dal suo naso sulla mano e quando la vide, collegò tutto e avvampò di imbarazzo ancora più di prima. Cercò di asciugarsi quel rivoletto di sangue con il dorso di una mano, mentre con l'altra la agitava per chiarirsi.
    Aaah!? No, non è come sembra! M-mi hai abbracciato ed io... cioè l'emozione capisci? Ma non... aaaah... si coprì la faccia con entrambe le mani mugugnando altre parole che però risultavano incomprensibili. Come poteva spiegargli che da pochissimo tempo aveva scoperto il sesso, di quanto fosse piacevole e che quindi ormai certe cose le facevano l'effetto che facevano ad una ragazzina in piena fase ormonale? Quanto poteva risultare credibile dopo che aveva palesato problemi di spazio personale?
     
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    Capendo solo troppo tardi che Krolia stessa non si fosse accorta di quel dettaglio sul suo naso che gli aveva dato modo di capire, Tony non poté far altro che guardarla rinchiudersi imbarazzata su di sé come un riccio che aveva appena percepito un pericolo, non appallottolandosi ma coprendosi la faccia con entrambe le mani chiaramente nel pieno del suo imbarazzo. A quel punto forse un amico probabilmente si sarebbe limitato a darle una qualche pacca sulla spalla, ridacchiare e lasciarla in pace, ma l'ibrido non era assolutamente dello stesso avviso. Piuttosto, dopo un'iniziale esasperazione la sua espressione si fece più severa, non cattiva o irritata ma semplicemente più concentrata, non dissimile da quella di un insegnante.
    No, Krolia, no!
    Senza alcuna sorta di timore o esitazione, le sue morbidissime zampe avrebbero cercato di raggiungere le mani della ragazza, afferrandole con le proprie per cercare di tirarle via dal suo volto, non strattonandola ma mettendoci una pacata ma tenace forza, gentile e attenta ma allo stesso tempo determinata a privarla di quelle occlusioni, e per aiutarsi non appena avrebbe creato abbastanza spazio per il passaggio, avrebbe di nuovo riportato la punta della coda al suo volto, con il pieno intento di occuparla ancora una volta con la minaccia del suo pelo nella speranza che fosse abbastanza per distrarla dai suoi trip mentali. L'avrebbe liberata da tale tortura togliendogliela di dosso non appena si sarebbe accorto che non stava più cercando di riportarsi le mani davanti.
    Respira! Calma!
    Volendo o meno, la cavaliera si sarebbe ritrovata il GladiAttore a guardarla con fare molto serio, che aveva perso buona parte di quella goffaggine che di solito sfoggiava per sostituirla con un atteggiamento molto più fermo ma non per questo aggressivo, dandole modo di forse capire che il suo solito modo di fare goliardico e giullaresco non era che solo una sfaccettatura della sua personalità, forse la più utilizzata per rapportarsi con gli altri certo, ma che di certo non lo componeva davvero nella sua interezza come invece poteva essere per un vero personaggio televisivo o animato. Saper parlare il linguaggio dei bambini era importante per lui, ma non sempre abbastanza. Nei suoi occhi però non avrebbe visto traccia di frustrazione o rabbia con lei, ma piuttosto responsabilità.
    Hai tante cose che ti stanno attraversando il cervello in questo momento, è evidente, ma cerca di rilassarti. Fai ordine. Non è nascondendo tutto sotto a un immaginario tappeto che ne uscirai. Cerca di tranquillizzarti e dimmi ciò che pensi - sii spontanea, non cercare di elaborare, sputa fuori ciò che ti viene a mente senza pensarci. Non importa se ti sembra stupido o ridicolo, non lo è e io prometto di ascoltarti. Nessun'altro può sentirti, siamo solo noi due!
    Non aveva semplicemente intenzione di farsi carico di un peso che potesse starla tormentando, ma tutto ciò che la sua mente le stava dicendo. Non importava se sciocco, ridicolo - avrebbe potuto raccontargli anche semplicemente del fatto che tutta quell'ansia derivasse dall'essersi dimenticata il gas aperto. Tony non pretendeva di diventare il suo psicologo a cuore aperto, né tantomeno esigeva nulla di straordinario da lei, o i complimenti per sé che forse si era trattenuta per imbarazzo: tutto ciò che voleva e cercava era di farla sentire meglio, ma soprattutto di farle capire che non era trattenendosi le cose per sé che avrebbe potuto trovare la pace che meritava. Voleva aiutarla a comprendere che con lui non doveva temere alcun giudizio, e la stretta che le sue zampe mantenevano sulle sue mani, decisa ma docile proprio come quella di un gatto che teneva gli artigli incastrati nella manica del padrone, avrebbero di certo assistito nel farle capire che il tigrorso non era mosso da un malizioso desiderio per subdolamente sedurla o farla avvicinare, ma una sincera voglia di coadiuvarla a comprendersi, con tutte le conseguenze che ne conseguivano.


     
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    Quel "No, Krolia, no" suonò così paterno che la ragazza sussultò sorpresa, facendole ricordare le numerosi notti in cui suo padre la cullava e la rassicurava quando si svegliava tormentata dagli incubi, di quando piangeva e diceva che lei non sarebbe stata mai una ragazza come le altre e veniva rimproverata in quello stesso modo. Fu una sensazione così strana che la ammutolì totalmente, ma non riuscì ancora a togliere le mani dalla faccia, e fece anche un poco di resistenza quando Tony provò a toglierle, riuscendoci solo quando usò anche la coda pelosa. Scosse la testa soffiando più volte per togliersi i peletti di troppo che le erano rimaste appiccicate sul volto, fermandosi poi come congelata con il volto ormai rossissimo, le labbra serrate che tremavano e gli occhi sbarrati di chi pregava che il pavimento si aprisse e la inghiottisse per farla sparire da quel posto. Imprecava mentalmente desiderosa di scivolare via come una anguilla e scappare, ma la faccia seria di Tony le impediva di fare alcunché.
    Eeeh?!? esclamò quasi scioccata dalla richiesta di dire ad alta voce cosa le stesse passando per il cervello, di essere sincera. Aggrottò le sopracciglia e serrò le labbra, sembrava proprio che volesse dirgli un bel NO categorico, ed in effetti ci stava realmente pensando a dirgli che non aveva nessuna intenzione di confessare cosa aveva provato quando l'aveva abbracciata, troppo imbarazzante. Da come però la guardava aveva l'impressione che l'avrebbe seguita dappertutto insistendo parecchio per aiutarla. Ed in effetto lo capiva che voleva aiutarla, ma che diamine... abbassò lo sguardo e cercò di tirare fuori quello che la tormentava senza pensarci troppo su, come aveva suggerito.
    Mi sento una cretina ok? Mi sento stupidissima! Cavolo... mi chiamavano "cavaliere dell'apocalisse"! Sono capace di uccidere un uomo o di ferirlo letalmente senza battere ciglio e poi mi abbraccia un tizio figo e divento una ragazzina del liceo che non riesce a spiccicare parole! lo disse tutto in un fiato, mostrando la frustrazione che aveva dentro, per non parlare del fatto che in effetti lei stava vivendo a tardissima età le emozioni che provavano le ragazze che si aprivano al mondo del sesso opposto e si iniziavano ad interessare alle relazioni interpersonali. Il fatto che disse "tizio figo" e non "un uomo" la diceva lunga sul fatto che Krolia aveva superato un pochino i suoi traumi passati. Sicuramente non del tutto ma aveva fatto passi da gigante. Poiché "tizio figo" implicava che aveva sviluppato dei gusti e non vedeva più il genere maschile come un agglomerato amorfo e spaventoso.
    E' tutto nuovo per me, io probabilmente qualche anno fa ti avrei spinto via terrorizzata, magari picchiandoti anche, invece da qualche tempo... ecco... quando le cose non sono strane, non provo più le stesse cose di prima. sospirò nervosa perché si stava spiegando malissimo ed in effetti non aveva idea di come spiegarsi meglio, se prima non si calmava. Prese un profondo respiro, portandosi le mani sulle gambe, giocando nervosamente con le cuciture dei pantaloni. Guardò verso un punto vuoto alla sua destra, con il volto abbassato.
    Ho scoperto che mi piacciono i muscoli... lo disse come se fosse stata una colpa, come se avesse confessato un peccato da raccontare al prete per farsi dare l'assoluzione. Si ostinava però a guardare in quel punto vuoto per non tornare a guardare i muscoli di Tony, poiché era sicura che dopo aver detto quella frase, si sarebbe ritrovata a fissarlo.
     
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    Nonostante la voglia iniziale di riprenderla non appena la sentì di nuovo cominciare a denigrarsi fosse tanta, Tony si sforzò di rimanere in silenzio per permettere a Krolia di buttare fuori quanti più possibili dei suoi pensieri senza imporle alcun tipo di freno. Le permise di dare libero sfogo al suo modo di pensare, ma il suo sguardo rimase sempre serio, concentrato ad ascoltarla, anche quando iniziò a capire che tutte le sue insicurezze derivavano, da come ne parlava, semplicemente dalla poca esperienza con il sesso opposto, quantomeno in modo sano. Alla sua ultima concessione non fece altro che annuire leggermente anche se non poteva vederlo, almeno all'inizio.
    Anche a me piacciono i muscoli.
    Non voleva essere detto né con tono derisorio né provocatorio, anzi l'ibrido pronunciò quelle parole con incredibile naturalezza e scioltezza, un po' come se davvero stessero semplicemente scambiandosi gusti personali, come avrebbero potuto fare per il cibo, o dei dolci, trattando l'argomento come qualcosa di tutt'altro che strano.
    Sia sui maschi che sulle femmine.
    Le diede una lieve pacca sulla spalla un po' come a volerla invitare a guardarlo. Non necessariamente i suoi muscoli ma a lui; non stava cercando di ammaliarla di nuovo con la sua muscolatura, ma semplicemente la stava invitando a rivolgersi verso di lui per una normalissima conversazione, e se si fosse voltata avrebbe potuto vederlo gesticolare verso di sé mentre faceva riferimento appunto al sesso maschile e poi invece indicare lei per quello femminile, dandole modo di capire tranquillamente che la trovava in forma e, implicitamente, anche attraente. La cosa strana però per lei sicuramente sarebbe stata che il semidio non stava facendo assolutamente nulla per dare il via a un qualche contatto o effusione particolare, piuttosto limitandosi semplicemente a complimentarsi con lei e di conseguenza farle notare i suoi punti di forza.
    Mi piacciono anche le ragazze formose e capaci di tenermi testa. Non c'è nulla di sbagliato nell'avere preferenze né tantomeno esprimerle, ragazza mia. Abbiamo tutti i nostri gusti. Non crederai mica che amare sia un peccato, vero?
    Era una domanda sincera, un po' perché stava cercando di sincerarsi se vi fossero altri dubbi che l'avevano spinta a sviluppare quell'incertezza nel suo comportamento, al di là dell'essere tutto molto nuovo per lei. Con sempre la solita pacata fermezza che ormai non aveva modo di non effettivamente sfoggiare come una sorta di padre felino, avrebbe tentato di portare la propria mano sulla spalla più distante della ragazza, per avvicinarla a sé sempre con fare molto affabile, privo di secondi intenti, semplicemente per invitarla a lasciarsi andare un po' di più e concedersi semplicemente il piacere di una vicinanza con lui.
    Fammi capire. Cosa temevi sarebbe accaduto se ti fossi lasciata andare, dicendo ad esempio a me che sono un bel gattone? Avevi paura di come avrei potuto reagire io?
    Non la voleva obbligare ovviamente a parlare, ma mentre il suo grosso, possente braccio la avviluppava cercando di stringerla e quasi trasmetterle quella vigorosa forza che scorreva nella sua muscolatura massiccia, l'altra mano sotto di lui, mentre la guardava, gesticolava mentre si esprimeva con un tono assolutamente quieto. Voleva essere una conversazione sincera, e il suo modo gentile di annuire mentre la guardava voleva silenziosamente darle coraggio e invitarla a parlare senza alcun tipo di paura.


     
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    Si sentiva una stupida, perché non sentiva Tony ridere di lei o rimproverarla, facendole venire il dubbio che forse la sua reazione era stata esagerata. Non poteva farci nulla, era più forte di lei, la imbarazzava ancora tantissimo entrare in contatto fisico con qualcuno. Si aspettava quindi una specie di ramanzina, o una paternale, qualcosa che magari spingesse Tony a dirle che era un tantino ipocrita parlare di problemi di spazi personali e poi sanguinare dal naso. Invece la prese di controparte affermando nel modo più semplice possibile che anche a lui piacevano i muscoli. La curiosità ebbe la meglio sull'imbarazzo, dato che la stava assecondando volle assicurarsi che non la stesse prendendo in giro. Trovò uno sguardo colmo di comprensione in lui, e solo dopo quel piccolissimo evento riuscì a vedere in lui gli anni e la saggezza che lo caratterizzavano.
    No, ovvio che no, l'amore è vita, è dio. una frase che forse poteva suonare molto strana alle orecchie del gladiatore, ma faceva parte del suo credo religioso. Quelle semplici parole in realtà racchiudevano un universo intero da poter spiegare. Non era lì a cercare di convertire fedeli alla propria religione, non approfondì lasciandogli solo capire che non pensava che "amare" fosse peccato ma tutto l'inverso. Riuscì a calmarsi, contagiata dal fare paterno e tranquillo della tigre che riuscì a farla sentire a suo agio. Non sentì più la tensione erotica di prima e non si sentì affatto "invasa" nel suo spazio personale quando lui circondò le sue spalle con un braccio. Ne percepì l'intento amichevole, facendola sentire come se stesse facendo confidenze con un caro amico da cui cercava consigli. La domanda ulteriore che le pose la tigre, le fece di nuovo venire la voglia di chiudere il discorso sul nascere, ma sospirò pensando che forse parlarne con lui poteva aiutarla seriamente.
    Beh... sì. Temevo che sarei sembrata viscida, inopportuna e invadente. Non vorrei mai e poi mai metterti a disagio. Quindi preferisco nascondere certi pensieri piuttosto che dirli apertamente, è scortese, è come se dicessi a qualcuno che parla tanto che non lo sopporto più. Non lo trovi scortese? Ti ho toccato accidentalmente e... mi è piaciuto cosa ho provato, ma questo non mi da alcun diritto di poterti toccare. sospirò esausta da tutte quelle emozioni, massaggiandosi la base della nuca con le dita.
    Ti conosco appena, insomma è da viscidi pensare certe cose, ed io non sono così. Non mi permetterei mai di toccarti con intenti lascivi senza prima arrivare ad una certa intimità. Non sono una pervertita! si imbronciò un pochino mettendo le braccia conserte. Pensava a come diamine facesse per esempio Bowen a flirtare spudoratamente con le donne che conosceva appena. Oppure Evelyn che si atteggiava in modo osceno mettendo in mostra le sue forme per sedurre e confondere gli animi degli altri. Spesso si sentiva una aliena, non sapendo che probabilmente era l'unica ad essere "normale" nel suo gruppo.
     
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    Non perse nemmeno un attimo di ciò che Krolia aveva da dirgli, rimanendo assolutamente devoto a prestarle la sua indivisa attenzione. Quando finalmente la vide prendere coraggio e parlare chiaramente in risposta a ciò che le aveva chiesto, si assicurò di tenere sempre la mano sulla sua spalla della ragazza e mantenerla vicino a sé mentre lei si esponeva. Concluso il suo discorso e imbronciatasi, Tony non sarebbe riuscito a resistere all'impulso di darle qualche pacca sorridendo, prendendo poi a carezzarla con fare chiaramente confortante.
    Anche se lo fossi stata, non ci sarebbe stato niente di male finché eri disposta ad accettare un rifiuto, o le idee altrui.
    L'avrebbe inizialmente corretta, passandosi per un attimo la mano sui baffi felini e sul muso come a volerseli pettinare o rimettere in ordine, prima di continuare così da chiarirsi sempre guardandola con l'espressione sorridente di un tutore soddisfatto che sente di aver capito qual'è la radice del problema.
    Rifletti un attimo sulle tue stesse parole, Krolia: trovi davvero sensata l'idea che sia sbagliato pensare qualcosa?
    Solo a quel punto il suo fin troppo espressivo musetto si sarebbe finalmente degnato di cambiare ancora una volta, gli occhioni cerulei dell'ibrido di nuovo non fissandola come se quella fosse una domanda retorica né giudiziosa, ma solo sincera. Non voleva spingerla a pensare in un certo modo, voleva spingerla a pensare e basta, e mentre lo faceva gli avrebbe introdotto il suo di modo di vederla.
    Pensare, dire e fare sono cose molto diverse. Pensare che qualcuno stia parlando troppo è giusto e sincero. Dirglielo può essere scortese. Fare, arrivando a picchiarlo o dargli uno schiaffo può essere sbagliato.
    Mentre si spiegava, accompagnava inevitabilmente il suo parlato anche con i gesti, sulla mano libera alzando un dito per ognuna di quelle tre differenziazioni che aveva fatto per poi richiuderle una volta introdotte.
    Pensare qualcosa non significa farlo. Capita a tutti di pensare a qualcosa di brutto, ma non tutti poi scelgono di dire o fare. Non sei una persona cattiva, peggiore o perversa solamente perché hai pensato di volermi toccare. Lo saresti stata se subito dopo mi saresti saltata addosso con la bava alla bocca ignorando completamente cosa avessi da dire e pensando solo a prenderti ciò che volevi, ma non mi pare che tu abbia fatto nulla del genere, no? E no, la palpatina non conta, non provare a darti colpe che non hai.
    La guardò in cagnesco, o forse in quel suo specifico caso tigresco, a quell'ultima annotazione, come se fosse pronto a punirla in caso avesse tentato di nuovo di denigrarsi quando non era necessario. Una nota finale molto azzeccata comunque per ciò che ebbe da dire subito dopo in quel suo discorso, e che soprattutto avrebbe dovuto darle modo di capire che, a priori, con lui non aveva peccati di cui pentirsi.
    Comunque, a prescindere, ciò che è sempre molto importante e devi imparare a capire è il contesto. Tutti questi tuoi problemi ad esempio con me non hanno motivo di esserci, farmi toccare non mi ha mai dato fastidio e anzi, da una ragazza carina come te è ben accetto...
    Solo a quel punto forse finalmente Krolia avrebbe potuto finalmente percepire effettivamente una sorta di leggerissima punta di malizia nella voce dell'ibrido, che tuttavia sarebbe stata stemperata da un sorriso gioviale e un occhiolino che forse ancora meglio delle parole voleva comunicarle come l'esporre anche gusti simili non fosse affatto il tabù che credeva, se fatto nella maniera giusta, proprio perché si sarebbe trattato solo di un segnale e accenno su cui non si sarebbe neanche soffermato troppo, piuttosto riprendendo subito a parlare deciso più ad educarla ed aiutarla che a fare colpo.
    ... qualcun altro invece avrebbe potuto offendersi, ma anche se fosse capitato ciò, non sarebbe stato nulla a cui una scusa e dei chiarimenti non avrebbero potuto rimediare. Capire cosa sta pensando e vuole l'altra persona con cui ti stai relazionando è la chiave di tutto, ed è qualcosa che puoi maturare solo provandoci e mettendoti in gioco, ma per come la vedo io, di solito per iniziare dei sinceri complimenti non dispiacciono mai a nessuno. Di lì in poi si tratta solo di giungere ad una mutua comprensione. Posso immaginare che mettere a nudo le tue idee e pensieri faccia paura, non è semplice, ma se ti tieni tutto per te per paura di come gli altri possano reagire, finirai per tradire te stessa senza mai trovare qualcuno con cui davvero ti trovi bene.
    Sicuramente era stato una lunga esposizione la sua per presentarle il proprio punto di vista, ma Tony si era preoccupato di esporsi al meglio spezzettando quanto più possibile ciò che voleva dire e in conclusione farle capire, e guardandola dall'alto della sua colossale stazza, tenendola forte a sé e continuando a carezzarle la spalla, voleva creare la condizione ideale per farle capire ciò che stava cercando di dirle, e soprattutto come secondo lui si dovesse comportare per risolvere quel terribile imbarazzo che sembrava affliggerla. Anche a costo di apparirle come un invasivo padre, l'ibrido era semplicemente incapace di ignorare le sue difficoltà e ci aveva visto molto bene: avrebbe continuato a tenersela stretta per parlarne fino a quando non sarebbe riuscito quantomeno a piantare un seme dentro di lei da cui potesse germogliare una crescita della sua fiducia in sé.


     
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    Tony le carezzava la spalla con fare amichevole, ed anche quello fu strano per lei dato che sentiva benissimo i cuscinetti morbidissimi di un felino, più che una mano amichevole, le sembrava di sentire piccoli cuscini massaggianti e se non fosse stata così assorta nei pensieri lo avrebbe trovato buffo. Si voltò a guardarlo negli occhi mentre Tony iniziava a chiederle se pensasse seriamente che fosse sbagliato "pensare" certe cose. Aggrottò un pochino la fronte confusa nel sentirsi spiegare la differenza fra il dire ed il fare, ed il pensare. Krolia non aveva nessun problema di quel tipo, conosceva benissimo la differenza, nozioni che comunque aveva appreso durante la sua adolescenza, quando si fustigava perché pensava di aver commesso dei peccati pensando. Stava per controbattere per dirglielo, ma non lo fece poiché Tony sembrava voler spiegare altro, e lei lo lasciò finire, continuando a guardarlo incuriosita. Dopo il discorso iniziale di cui non sentiva il bisogno, però la tigre le parlò di qualcosa che in effetti lei non era molto avvezza. Ovvero quando le spiegò che non sempre avrebbe potuto capire tramite i gesti se stava dando fastidio o meno, che magari qualcuno avrebbe potuto offendersi al posto di Tony per quella toccata incidentale, ma che con delle scuse sincere avrebbe risolto comunque i problemi e quindi in un certo senso non serviva sentirsi così tanto in imbarazzo ed in colpa. Molto facile a dirsi, ma come poteva evitare di imbarazzarsi? Le sembrava impossibile.
    Non fraintendermi, conosco benissimo la differenza fra il pensare ed il fare. Anche a me è capitato di pensare di voler uccidere qualcuno quando mi spazientiva moltissimo ma non lo avrei mai fatto. In realtà, se non avessi perso del sangue dal naso, nemmeno ti saresti accorto dell'effetto che mi avevi fatto. Quindi non avresti mai capito che tipo di pensieri avevo fatto. Avremmo proseguito a parlare in modo naturale. L'imbarazzo mi è nato proprio dal fatto che hai capito che ho pensato a certe cose. Quando io in realtà ti avrei comunque portato molto rispetto. Ed anche se puoi comprendere perché ho fatto certi pensieri, quando i tuoi pettorali mi sono finiti contro le mani, non posso controllare le mie emozioni. Posso controllare le mie reazioni forse, ma non le mie emozioni. Continuerò ad imbarazzarmi a morte in incidenti come questi, forse un giorno quando ormai ci avrò fatto il callo sarà diverso, ma fino ad allora continuerà a farmi paura l'essere fraintesa. non era sicura di essere riuscita a spiegarsi, e di spiegare il proprio punto di vista, ma c'era una cosa che voleva chiarire con Tony.
    Però non sono molto d'accordo con il fatto che i pensieri non possono essere un peccato. Un conto è un pensiero volatile come il "madonna adesso lo zittisco con un cazzotto" perché si è spazientiti, è un modo per sfogare lo stress nella nostra testa. Un altro paio di maniche invece è quando un adulto cresciuto e consapevole di se stesso guarda un bambino innocente e pensi a quanto gli piacerebbe vederlo nudo in atteggiamenti che non gli appartengono. I pensieri quelli sbagliati se coltivati prima o poi portano a fare azioni sbagliate. Le persone sane sanno riconoscere i confini, altre invece no. Per quel motivo esistono i criminali. Se quindi un pedofilo che pensa in modo lascivo guardando un bambino è peccato, perché non lo è quando un uomo fissa un paio di tette facendoci pensieri impuri, oggettificando la donna? sollevò una mano frenando sul nascere possibili obiezioni da parte della tigre, poiché sentiva che doveva approfondire la cosa.
    Certo, so per certo che non è peccato pensare "che belle tette, chissà come mi farebbero stare bene." ma pensare per esempio "voglio strappare la maglietta a quella donna, sentirla urlare e toccarla." Quest'ultimo pensiero è di origine malvagie non credi anche tu? fece una piccola pausa e sospirò.
    Forse sono andata un po troppo fuori tema. Tornando a noi, non mi sento in colpa per aver apprezzato, cioè chi non apprezzerebbe un fisico così tanto bello come il tuo? Forse... mi fa sentire in colpa che ho voluto nasconderlo? Non lo so, non lo capisco ancora, ma so per certo che vederti malizioso perché hai capito che mi è piaciuto, mi ha fatto morire di vergogna. E' stato tutto troppo improvviso per me, e dio mio mi ferirebbe sapere che mi vedresti come una tizia affamata di uomini, perché è la cosa più lontana da me che ci sia. sospirò di nuovo massaggiandosi la faccia per scacciare via tutta quella tensione che aveva.
    Ti prego, non possiamo cambiare argomento?
     
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    Nonostante il disaccordo, Tony non si sarebbe imbronciato mentre ascoltava le parole di Krolia, e anzi il suo discorso non spezzò minimamente l'aria pacata che avvolgeva non solo l'espressione ma il modo porsi del tigrone. L'accortezza di alzare la mano per frenarlo fu molto giusta perché alla sua prima domanda l'ibrido era già pronto a rispondere, al punto che già stava alzando la mano che non la stringeva con l'indice disteso, ma fermandolo per l'appunto in tempo l'avrebbe richiuso e si sarebbe serrato la bocca per lasciarla continuare subito poi. Il suo sguardo però mutò molto non appena fece quell'esempio forse anche fin troppo specifico, almeno per lui, nella maglietta strappata: abbassò le orecchie e distolse lo sguardo con fare rattristato un po' come se quella fosse stata una critica anche fin troppo diretta, che non contestò ma quando la ragazza rinforzò l'origine malevola di una tale idea la sua coda rizzò dritta come se fosse stato colpito al cuore, prima di abbattersi del tutto a cadere esanime a terra priva del suo tipico entusiasmo. Nonostante tutto, però, la sua stretta sulla spalla della ragazza non sarebbe venuta meno, non volendole far credere di aver perso il suo appoggio o altro, anzi.
    Mi rendo conto di quanto possa essere stancante parlare di tutto questo. Capisco se non vuoi continuare, e anzi direi che hai fatto grandi progressi rispetto a poco fa quando ti tenevi le mani in faccia e non riuscivi a spiccicare mezza lettera.
    A discapito della sua iniziale, abbattuta reazione, non si sarebbe impedito di portare la mano sulla spalla della cavaliera da essa alla testa, con l'intento proprio di vezzeggiarla placidamente con delle piccole pacche sul capo mentre ormai quel braccio praticamente quasi la invitava a rilassarsi sul suo fianco.
    Secondo il tuo ragionamento però allora io sarei un malvagio e malato della peggior specie, ovviamente non per la questione dei bambini...
    Si assicurò di specificare dimostrando in modo da non farsi fraintendere, aveva le sue colpe e mentre accennava proprio ciò a Krolia avrebbe preso pian piano a sollevare la sua mano da lei proprio per non rischiare di farla sentire a disagio, non con fare colpevole o di chi si stava pentendo di qualcosa, ma piuttosto con l'accortezza benevola di chi non voleva dare fastidio con i propri difetti nonostante li accettasse. Non ce l'aveva con lei e non se l'era presa, semplicemente voleva assicurarsi di non spaventarla, d'altronde nel tono stesso della tigre non ci sarebbe stato alcun segno di rancore.
    Io stesso ho tantissimi e ricorrenti pensieri perversi, di "origini malvagie" come li hai definiti. Istinti e pulsazioni che mi vengono naturali ogni volta che vedo una ragazza che mi piace. Mi sforzo di tenerli a freno, ma come hai detto tu sono emozioni che non posso di certo negare. Non è facile, a volte vorrei semplicemente lasciarmi andare, ma mi trattengo trovando la forza in un modo o nell'altro, almeno finché non capisco che c'è una sorta di intesa e reciprocità, e non capita affatto spesso quanto credi... o meglio, potrebbe, ma c'è un altro problemino che mi complica le cose e che non ti sto a spiegare...
    Se fosse riuscito a sollevare la mano, mentre a prescindere arrossiva vistosamente per la prima volta da quando si erano incontrati, avrebbe totalmente evaso lo spazio personale di Krolia per congiungere gli indici punzecchiandoli essenzialmente l'uno contro l'altro mentre quasi affossava il suo musetto il più possibile verso l'interno come se stesse cercando di chiudersi in un modo non del tutto dissimile da un armadillo, chiaramente colmo di vergogna non tanto per il suo pensiero ma per quel dettaglio su cui era evidente non fosse particolarmente propenso ad esprimersi, risultando anzi molto titubante. Quella prima finestra su un Tony imbarazzato avrebbe potuto far capire a Krolia che nonostante l'espressività e il suo modo di fare molto umano, la sua metà bestiale non era collegata solamente al suo fisico colossale, ma era chiaramente più intrinseca con il suo essere di quanto potesse far credere. Appurato però lui stesso di starsi lasciando trasportare troppo dall'imbarazzo, si sarebbe sforzato di chiarirsi la voce ancora con un velo di rossore sotto ai suoi occhi, cercando quantomeno di riassestarsi e soprattutto non soffermarsi ulteriormente su quel punto.
    Co-comunque, sto divagando e non voglio allungarmi: ciò che cerco di dire è che abbiamo tutti le nostre tentazioni, e anche chi ha quelle più terribili e mostruose non significa che voglia necessariamente dargli corda, ma se scegli di condannarli a priori come credi che possano reagire? Finiresti solo per spingerli verso la direzione peggiore... di queste cose bisogna parlarne, capirsi, che è lo stesso motivo per cui ho cercato tanto di spronarti e ti ho detto di non aver paura di aprirti.
    Era intenzionato anche lui a quel punto a metterci una pietra sopra se la cavaliera non aveva intenzione di continuare, ma con uno sguardo più attento Krolia avrebbe potuto capire che stavolta c'era anche un certo impaccio a muovere l'ibrido.
    Il... il cuore dico. Intendevo. Ciò che hai dentro.
    La fissò ancora per qualche attimo dopo quell'appunto fin troppo strano, ma poco dopo pur rimanendo rivolto verso di lei avrebbe serrato gli occhi mentre aspettava una risposta, portandosi poi la coda alla bocca e bloccandosi a mordersela delicatamente coprendosi buona parte del muso con la sua pelliccia mentre il rossore su di esso aumentava di nuovo. Internamente gridava al panico e piangeva per aver reso il tutto fin troppo strano.


     
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