Il terzo incomodo

per Hina

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    Adorava sentire il corpo di Adam rispondere alle sue provocazioni ed alle sue carezze, stando così vicini, era impossibile non notare come si faceva più teso. Con piacere però si accorse di come Adam non si era già arreso sbrodolandosi alle sue carezze maliziose, decidendo di tenerle testa rispondendole a tono, anche con i gesti. Le carezze sulla coscia non la turbarono, ma la aiutarono a rilassarsi, portandola a voler giocare sempre più maliziosamente con lui. Difatti quando gli sbottonò i pantaloni e lo strinse sulla coscia, il suo verso strozzato la elettrizzò, facendole venire un insano desiderio di strappargliene altri. Abbassò appena lo sguardo quando si accorse che la patta dei pantaloni si fece molto più piena rispetto a prima, chiaro segno che non era riuscito in alcun modo a controllare il proprio corpo. Non che lei fosse questa maestra dell'autocontrollo totale, infondo anche lei si sentiva stuzzicata dalla situazione, e lo si poteva vedere dai suoi capezzoli che si erano inturgiditi mostrando due piccoli bottoncino sotto la stoffa, e fra le cosce la situazione si stava facendo un pochino più problematica anche perché era senza mutandine. Adam confessò senza tanti mezzi termini che in effetti non riusciva a controllarsi con le donne, ma che con lei era qualcosa di ben peggiore. Carpì che era totalmente sincero, ma ugualmente rispose con un piccolo verso stizzito di gelosia, pensando al fatto che se qualcun'altra ci avesse provato con lui, avrebbe ceduto fin troppo facilmente per i suoi gusti.
    Ah davvero? Scommetto che lo dici a tutte quante. protestò spostando la mano che prima stringeva la coscia verso il cavallo dei pantaloni, tastando con tutto il palmo della mano il bozzo che si era ricreato nei pantaloni. Si morse il labbro nel sentire la sua carne già calda e pronta ad esplodere dentro la stoffa. Un brivido però la colse impreparata quando avvertì le mani di Adam scivolare sulle sue cosce, carezzandola a sua volta. Era un tocco leggero, dolce, privo della sua aggressività sessuale, dovette trattenere il respiro, ma riuscì a dissimulare alla perfezione l'eccitazione galoppante in lei. Venne attraversata dall'idea di tirare fuori tutto dai pantaloni e divertirsi, ma sarebbe stato un peccato sciupare il momento in cui Adam sembrava riuscire a misurarsi e non saltarle addosso come un ossesso. Sicuramente anche grazie al fatto che poco prima ci avevano dato dentro brutalmente, ma da qualche parte si doveva pur cominciare.
    Devo addestrarti allora, così che tu non diventi una sgualdrina che cede a tutte le tette del mondo. glielo sussurrò nel orecchio con un tono parecchio malizioso e sensuale, accompagnando la frase stringendo le dita alla ricerca della lunghezza del suo membro.
    Questa mi sembra una occasione preziosa. gli diede una piccola lappata sulla guancia per poi riposizionarsi sul suo sedile. Afferrò il polso di Adam e gli spinse la mano fra le proprie cosce, così che arrivasse a toccare il suo pube senza tanti mezzi termini, mentre lei con l'altra mano si insinuò dolcemente nel pantaloni, senza però denudarlo. Cercò l'elastico dei suoi boxer e scivolò con le dita sotto di esse, afferrando tutta la sacca scrotale con dolcezza.
    Devi trattenerti a tutti i costi Adam o finiremo nei guai, qui non ci sono bagni in cui correre e chiudersi, non senza attirare l'attenzione. gli suggerì per poi puntare un dito allo schermo.
    Mi raccomando, poi ti interrogo, voglio vedere se riesci a seguire anche il film. gli fece un occhiolino di intesa, poi si accomodò con le spalle contro il sedile, fingendo che si stesse gustando il film quando in realtà aveva allargato le cosce per permettere ad Adam di esplorarla. Lei iniziò a massaggiare lentamente, gustandosi il suo calore e la sua consistenza, coccolando il suo membro senza tanti mezzi termini. Sorrideva contenta, non era esattamente come accoccolarsi in modo normale guardando un film, ma ormai Adam doveva aver capito che non c'era mai niente di normale assieme ad Hilda.
     
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    Fare quella piccola confessione non fu semplice per Adam, sia perché trovava sempre imbarazzante aprirsi agli altri (soprattutto su simili argomenti), sia perché non si trovava nelle condizioni più adatte per sostenere una conversazione su un tale tema: insomma, è già difficile parlare con la propria ragazza delle erezioni (e non solo!) che ti procurano le altre... ma farlo mentre si ha un'erezione, è a dir poco proibitivo! Però, a dispetto della sua rigidità e dell'imbarazzo che gli colorava tenuamente il viso, quando sentì il verso stizzito, geloso della sua amata si sentì invadere da un piacevole senso di soddisfazione, tanto che si ritrovò a sorridere senza accorgersene, dopotutto per quanto avesse accettato ciò che avevano condiviso con Bowen (e avesse accettato anche che situazioni simili potessero ricapitare in futuro, pure con altre persone), era bello sentire Hilda che teneva a lui e manifestasse quel disappunto per situazioni passate.
    Fu una così bella sensazione da ridargli un po' di coraggio e da fargli trovare le parole giuste per una pronta risposta... peccato che Hilda premette la mano sul cavallo dei suoi pantaloni, cancellandogli ogni traccia di pensiero dalla testa in un istante; Adam sbarrò gli occhi ed emise un sospiro di piacere, mentre la carne turgida sotto il velo dei vestiti pulsava e palpitava soltanto per lei, col suo proprietario che s'irrigidiva e contraeva i muscoli fino quasi a mettere in pericolo quella povera camicia, di colpo diventata troppo stretta. - No... non l'ho mai detto a nessun'altra. - purtroppo la risposta non fu arguta come quella che aveva pensato poco prima, ma almeno riuscì a non balbettare e già questa era una piccola vittoria. Soprattutto, riuscì a non lasciarsi travolgere dall'imbarazzo o dal desiderio, conservando abbastanza sangue freddo per portare la mano sulla sua coscia, in modo da sottolineare la sincerità delle sue parole: davvero lei era speciale e davvero per lei avrebbe fatto cose che non avrebbe fatto per nessun'altra.
    Fu bello notare come quelle carezze leggere, gentili risvegliassero anche il suo desiderio e accolse con un tremito di gioia la sagoma puntuta, meravigliosa dei capezzoli su quel vestitino fin troppo corto e, grazie ai suoi sensi da tiranide, riconobbe immediatamente il profumo tenue, dolcissimo dei suoi umori. Il sorriso di prima, soffocato dal piacere, ritornò ad affacciarsi sul suo volto e gli occhi, più che di malizia, brillarono di contentezza: era bello sapersi desiderati, era bello sapere che una carezza scuoteva il piacere e l'eccitazione della donna che amava e, in un attimo, si sentì riempire dal miele del romanticismo, da una dolcezza che superava l'indecente perfezione di quei seni nudi sotto al decolté - profondissimo - del vestito, che superava la malizia di quelle cosce magnifiche, senza un paio di mutandine a proteggere il tesoro che custodivano.
    Durò poco e, per una volta, non fu colpa di Adam: - Cedo soltanto alle tahhh! Nghh... - un sospiro, misto a un gemito eruppe all'improvviso dalle sue labbra, mentre quell'asta ormai durissima palpitava attraverso gli indumenti sulle dita della vampira: era meravigliosamente turgida e calda, tanto che bastò quella lieve pressione per fargli reclinare appena il capo all'indietro, già pronto ad abbandonarsi al piacere, con la bocca piena di un gemito fin troppo rumoroso, anche se non ancora da farsi notare. Con una sola carezza Hilda aveva sbaragliato le sue difese e dallo sguardo languido, assolutamente docile che ricomparve un attimo dopo sul suo viso, avrebbe potuto essere certa che, se in quel momento, gli avesse tirato fuori l'erezione e lo avesse masturbato in pubblico, con la sola penombra del cinema a "nasconderli", lui non avrebbe avuto né una sola obiezione né un singolo rimprovero; invece la vampira decise diversamente, forse in un gioco ancora più pericoloso, poiché gli sussurrò all'orecchio la sua intenzione di addestralo, per poi donargli una lieve leccata alla sua guancia. Adam sbarrò gli occhi e fremette, facendole percepire la pelle che si tendeva e tremava sotto la sua lingua, mentre si mordeva le labbra per reprimere un nuovo e ancora più rumoroso sospiro: non poteva essere seria! Non avrebbe resistito, non poteva resistere! Un gioco simile andava fatto da un'altra parte, più sicura e tranquilla. - N-no, aspetta, nonoddioh, ahhh... - niente, ogni tentativo di opporsi, di obiettare, si sciolse come la sua postura e i suoi muscoli non appena la mano di Hilda fu dentro i suoi boxer, ad afferrargli le gonadi: da che era rigido, con la schiena drittissima, che quasi non poggiava sullo schienale, si rilassò di colpo, spingendo in avanti il bacino e dandole così tutto l'agio per muoversi come meglio poteva; tra l'altro, era così eccitato che la sua virilità guizzò parzialmente fuori, con la cappella lucida che superava di un bel po' il bordo dei boxer e con le gonadi, davvero calde e grandi, che risultavano ancora fin troppo gonfie e piene.
    Non era colpa sua, non si riusciva a controllare, soprattutto con Hilda e la prova era lì, in quell'estremo abbandono con cui l'aveva accolta, nella docilità con cui si lasciò guidare la mano fino tra le sue cosce, a carezzarle delicatamente il pube. - Sei terribile... - riuscì appena a bisbigliare, col viso che avvampava all'idea di venir scoperti (l'avvertimento della vampira, in tal senso, non cadde assolutamente nel vuoto) eppure con le dita scese un po' più in basso, finché non incontrarono quella femminilità calda e appena umida. - ...ci caccerai nei guai. - continuò, sempre con le dita contraddirlo poiché, mentre disapprovava con le parole quel gioco, il medio prese a frizionare dolcemente le sue carni. La mano di Adam era davvero grande, ben proporzionata alla sua stazza, dalle dita lunghe e affusolate che immediatamente si prodigarono per la sua femminilità, per stuzzicarne dolcemente il clitoride, per renderla ricettiva e scioglierla nel piacere, in modo che potesse essere pronta per quello che sarebbe venuto da lì a poco. - Ma io voglio finirci con te. - terminò, cercando i suoi occhi per mostrarle uno sguardo, se non deciso, almeno complice, prima che il medio sprofondasse delicatamente dentro di lei. Era cosparso dei suoi umori e scivolò dolcemente, mentre quella mano tanto grande la costringeva ad aprire un po' di più le cosce e col palmo andava a stimolare il resto della sua carne, premendosi anche sul clitoride. Furono movimento lenti, dolci, in cui voleva darle modo di abituarsi alla sua presenza e che venivano scossi soltanto dai movimenti della sua di mano, dato che la vampira lo stava masturbando in una maniera tanto tenue quando piacevole. Cercò anche lui di darsi un contegno, di apparire a un occhio distratto uno spettatore come gli altri, ma ogni lieve carezza alla sua asta o alle sue gonadi lo facevano sussultare, sospirare e lo costringevano a mordersi le labbra per evitare di tradirsi con suoni ben più rumorosi.
    Il cuore gli batteva forte nel petto e, se si fosse toccato il volto, lo avrebbe scoperto bollente: era davvero teso per quanto stavano facendo, eppure... eppure non avrebbe mai voluto smettere. - Non ho mai desiderato un'insufficienza come adesso. - rispose, cercando i suoi occhi per rivolgerle un sorriso tra il malizioso e l'imbarazzato. Hilda poteva metterlo in difficoltà più di così?
     
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    Il primo gemito di Adam, per fortuna sussurrato e quindi non notato per via del volume del film, suggerì alla Vampira che sarebbe stata dura addestrarlo a trattenersi. Non che Hilda lo volesse davvero, ciò che le interessava era tormentarlo, scivolare nella depravazione con lui, e visto che Adam voleva qualcosa di romantico, lei glielo avrebbe dato. Per quanto una lanterna riuscisse ad essere romantica, si intende. Per Hilda condividere momenti del genere, quando l'adrenalina cresceva e si pensava al proprio partner, quello era profondamente romantico per lei.
    Stai facendo troppo rumore. gli bisbigliò, trattenendo a stento una piccola risatina divertita. Non poteva farci niente, vederlo sciogliersi per così poco la eccitava tantissimo. Infatti invece di guardare lo schermo davanti a lei Hilda passava molto più tempo a guardare lui, a fissare i muscoli tesissimi ed i bottoni della camicia che lottavano strenuamente per non aprirsi, il suo volto sconvolto di eccitazione ed imbarazzo. La voglia di sollevarsi e infilargli la lingua in bocca era davvero forte, ma il gioco di quel momento era che dovevano resistere a tutti i costi. Dovevano imparare a prendersi i piccoli piaceri senza rischiare di allagare il posto con i loro umori. Un piccolo gioco di resistenza che Hilda voleva fare per far crescere sempre di più la fame, così che quando avrebbero potuto sfogarsi sarebbe stato tutto molto più delizioso. Infondo le pietanze gustate con la fame, erano sempre più deliziose del normale. La mano di Hilda massaggiava i testicoli di Adam carezzandoli con cura, mentre per via dell'elastico dei boxer facevano aderire tutto il polso e il resto dell'avambraccio contro l'erezione.
    Oh suvvia, se ti trattieni come si deve nessuno finirà nei guai. Non vuoi mica saltarmi addosso e scoparmi qui su queste seggiole vero? Quello sì che ti getterebbe dietro le sbarre. affermò sempre bisbigliando, attirando di nuovo l'ira di altri spettatori che la interruppero con un sonoro "SSHT". Hilda fece un piccolo gesto di scuse con la mano libera e guardò verso Adam facendogli un piccolo cenno con la testa come a dirgli "hai visto?", gli fece poi cenno di stare in silenzio portandosi il dito sulle labbra. Poco dopo si rilassò con la schiena contro il sedile, portando il bacino più in avanti così che Adam potesse arrivare molto più agevolmente alle sue carni già terribilmente fradice di umori. Si mostrò "quasi" impassibile alle carezze di Adam, ma lo era solo sul piano sonoro e sui gesti del suo corpo che tratteneva. Se Adam la guardava sul volto, poteva benissimo vedere uno sguardo languido, le labbra socchiuse e le cosce che tremavano di tanto in tanto. Era davvero molto brava a trattenere la sua voce, anche quando lui insinuò le dita dentro di lei, riuscì a soffocare in gola un gemito, le sue labbra erano schiuse e sembrava che stesse per emettere un suono, ma non lo fece, limitandosi solo ad espirare più forte, mentre il suo volto si colorava di rosso, e le punte delle sue orecchie guizzarono per un momento per via dello sforzo che fece per resistere. Sorrise maliziosa ed anche un pizzico maligna al suo uomo, come a volergli mostrare che lei in quel gioco era una maestra ed avrebbe vinto facilmente contro di lui. Hilda iniziò la sua "lezione" passò con le dita dalle gonadi verso l'erezione, afferrandola fra le dita delicatamente. Si morse il labbro nel sentirne la consistenza ed il calore, Adam avrebbe sentito chiaramente le sue carni femminili stringersi attorno al suo dito quando lo fece. Iniziò a masturbarlo, lentamente, facendo scorrere la pelle verso il basso per scoperchiare del tutto la sua cappella che al momento poteva vedere solo lei. Si leccò le labbra guardando in quel punto, immaginandosi la sensazione di averlo fra i suoi denti, ma ancora una volta mostrò grande padronanza di sè, e tornò a fissare lo schermo, senza davvero vedere ciò che stavano proiettando. Intanto lei con le mani avrebbe iniziato a masturbarlo con più decisione, lentamente ma possessiva. Quando lui avrebbe di nuovo sospirato, o gemuto, anche se a volume basso si fermò. Non tolse però la mano, semplicemente si fermò come se avesse voluto ricalibrare ciò che stava facendo.
    Eh no amore. Se ne vuoi ancora non devi fiatare, ogni volta che fai rumore mi costringi a fermarmi... gli bisbigliò civettuola e parecchio divertita. Tornò di nuovo a masturbarlo così da mandargli altre scariche di piacere in corpo, tentandolo continuamente con quei gesti, ma fermandosi ogni volta che avrebbe sentito la sua voce.
    Non è bellissimo? Non ti sembra che il piacere sia più forte quando devi trattenerti? sussurrò allargando le cosce, e spingendosi un altro pizzico più in basso come se avesse voluto chiedere con quel gesto ad Adam di andare più affondo, di fare del suo peggio con le dita.
     
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    Il respiro di Adam era accelerato, i suoi muscoli tesi e le labbra schiuse come se si apprestasse a emettere un gemito... o una protesta soffocata: erano ammattiti? Cosa diamine stavano combinando?! Stavano correndo un rischio inutile, potevano benissimo andare a casa sua se avevano ancora voglia (eccome se ne avevano, eccome)! E poi lui non voleva un momento romantico, da normale coppietta? Perché non la stava fermando? Il fremito che, dalle sue gonadi, gli risalì lungo la spina dorsale gli rispose in maniera fin troppo esauriente e Adam si ritrovò a deglutire abbassando le palpebre, per un attimo vinto dal piacere. La verità, però, era molto più semplice di quanto il suo buonsenso potesse ammettere: Hilda era più importante di tutti i buoni motivi del mondo e condividere quel perverso, osceno e pericoloso momento con lei gli stava facendo battere il cuore come un'ora prima, quando avevano confessato i loro sentimenti e avevano unito le loro vite e i loro cuori. Certo, a far battere il suo cuore tanto velocemente ci pensava anche la paura di venir beccati, ma era indubbio che stesse vivendo quell'attimo con un distorto ma sincero romanticismo; dopotutto la sua ragazza non stava dimostrando di non potere resistere all'idea di toccarlo, di farlo godere? In qualche modo, sotto la perversione e l'indole giocosa della vampira, percepiva l'amore autentico, puro che li univa.
    Espirò un po' troppo rumorosamente quando la sua amata si concesse quel commento che sapeva di divertito rimprovero, prima di tornare a chiudere gli occhi rapito dal piacere: il modo in cui gli stringeva le gonadi, calde e fin troppo colme, facendo aderire l'avambraccio all'asta durissima e pulsante, era semplicemente paradisiaco e gli procurava dei veri e propri blackout in cui si ritrovava a rilassare le membra senza neppure accorgersene, prima di tornare a tenderle non appena recuperava un po' di consapevolezza. Peccato che, ogni volta, ne recuperava sempre di meno, progressivamente erosa dal desiderio, tanto che alla domanda retorica della sua vampira se ne uscì con un bisbiglio fin troppo sincero: - Io... - certo che avrebbe voluto scoparla su quelle poltroncine! Non desiderava altro e il modo feroce in cui l'asta le pulsò contro il braccio glielo confermò una volta di più. Non poté, però, continuare a confermarglielo a voce poiché uno "shhtt" indignato lo fece quasi sobbalzare finalmente ruppe la bolla di eccitazione in cui era finito imprigionato: oltre, infatti, alla poltroncina di Hilda il cinema continuava a esistere e, con esso, gli spettatori spazientiti da cui dovevano nascondersi. Adam mostrò l'espressione più smarrita e nel panico di questo mondo, rivolgendo tutta la sua attenzione alla vampira, neanche fosse uno scolaro redarguito che cercava di mostrarsi pentito: al suo cenno si mostrò, in effetti, dispiaciuto e quando lei gli chiese di fare silenzio annuì docile... sebbene, a conti fatti, non fosse stato lui a far spazientire quel tipo!
    Non che quisquilie come la responsabilità di quel "shht" avessero una qualche importanza, non quando le sue dita dapprima sfiorarono e poi si persero tra le carni roride, perfette della vampira: per quanto, infatti, si fosse spaventato non era neanche riuscito a opporsi al desiderio di ricambiarle il favore e, quando Hilda aveva rivolto il viso verso lo schermo e aveva spinto in avanti il bacino, in un inequivocabile invito, non era neppure stato in grado di deprecare la sua arrendevolezza. Tra le cosce Hilda era meravigliosamente calda e fradicia, tanto che dovette mordersi il labbro inferiore per reprimere un sospiro eccitato, mentre prendeva a masturbarla con studiata lentezza; quelle carni tanto bramate rispondevano meravigliosamente ai suoi movimenti, ai suoi gesti eppure la vampira appariva impassibile, assorta nella visione del film, tanto che Adam si ritrovò a studiarla con attenzione quasi maniacale, preoccupato che non la stesse stimolando nel modo giusto. Fortunatamente, proprio sul volto della vampira scorse le conferme che desiderava trovare: lo sguardo della sua amata era intriso di desiderio e dei lievi, deliziosi fremiti attraversavano, di tanto in tanto, le sue cosce o la sua schiena. Adam si rassicurò e, come sempre, si perse nella sublime bellezza della sua donna eccitata, nella perfezione di quei lineamenti persi nel desiderio, tanto che quando la penetrò col medio e la vide schiudere le labbra, trattenne il respiro e aguzzò il più possibile i suoi sensi, tutto teso verso quel gemito che sembrava star per erompere... e, invece, non accadde nulla del genere: le splendide, appuntite orecchie di Hilda fremettero, le sue gote si colorarono di rosso e lei gli sorrise dispettosa, senza emettere un singolo suono! Probabilmente Hilda si sarebbe goduta l'espressione più spiazzata e piccata che avesse mai visto sul volto della tiranide e che, però, durò ben poco: la vampira, infatti, risalì con la mano fino alla sua asta e la strinse in una maniera fin troppo piacevole. In un attimo il suo volto si distese e si contorse nel piacere, dandole tutta la bellezza di quegli occhi, un attimo prima carichi di emozioni, di pensieri, che si svuotavano nella meraviglia del desiderio, prima di guardarla e riempirsi di lei.
    Nnggh... - provò a trattenersi con tutte le sue forze ma, semplicemente, era troppo bello per resistere e bastò un tocco un po' più deciso per fargli emettere quel gemito strozzato, subito ghigliottinato mordendosi il labbro inferiore. Fu, comunque, troppo tardi perché la bella mano di Hilda si fermò di colpo e la vampira, crudelmente divertita, lo informò che si sarebbe fermata ogni qual volta sarebbe stato rumoroso: Adam la guardò totalmente smarrito, quasi disperato, mentre il suo membro pulsava violentemente in segno di protesta. Avrebbe voluto opporsi anche lui, ma percepire la stretta di quella mano amata ma immobile era una tortura a cui non poteva resistere: annuì docile e non appena la sua mano riprese a muoversi fu colto da un fremito di soddisfazione, tornando a tendere i muscoli mentre serrava le mascelle per evitare di farsi scappare altri suoni. Cosa che accadde pochi attimi dopo, con un sospiro un po' troppo profondo e che, immediatamente, comportò il freno di quella mano meravigliosa, avvenimento che lo gettò quasi nella disperazione, tanto che Hilda avrebbe visto tutto quel corpo statuario tendersi e contrarsi furiosamente per lei... insieme al cazzo durissimo, a dir poco bollente, che ancora stringeva.
    Trattenersi era sempre più difficile, man mano che la frustrazione si univa alla crescente eccitazione, tanto che alla fine Adam fu costretto a mordersi la mano sinistra, tra il pollice e l'indice, soltanto per soffocare i gemiti che, all'inverso dei suoi desideri, si facevano sempre più numerosi, mentre sulla sua cappella ormai totalmente esposta si formava una grossa, invitante goccia piena della sua impazienza. Fu in un momento simile che arrivò la domanda della vampira, una domanda che gli fece aprire gli occhi socchiusi dal piacere: - Mi... sta... facendo... i-impazzire. - la voce era flebile, affaticata dallo sforzo di dover trattenere tutti gli altri suoni che non fossero parole, tanto che tra una parola e l'altra tornava a mordersi la mano libera e, sebbene fosse difficile da stabilire visto il tono flebile e trattenuto, sembrava assolutamente docile, come un gattino afferrato per la collottola, almeno finché un lampo di sfida, divertito, baluginò negli occhi chiari. Non gli era sfuggito il movimento in avanti di Hilda, sapeva che cosa gli stesse chiedendo... e lui aveva tutta l'intenzione di accontentarla. Da quando Hilda aveva iniziato quella masturbazioni i movimenti di Adam erano diventati più lenti e goffi, travolto com'era dal piacere, ma in quel momento tornarono all'abilità e alla concentrazioni che gli erano proprie: al medio aggiunse immediatamente l'anulare, dopotutto la vampira era fradicia e pronta ad accogliere ben di più e prese a muovere la mano molto più velocemente, puntando a simulare un vero e proprio amplesso stimolandola intensamente nei punti più sensibili; premeva anche con tutto il palmo contro la sua femminilità, stimolando il clitoride con quei tocchi poco precisi ma sicuramente energici e decisi. - ...e io voglio far impazzire anche te. - sussurrò, ritrovando abbastanza controllo per pronunciare quella frase senza evidenti difficoltò, prima di irradiare di eromanzia la mano con cui la stava masturbando. Certo, anche Hilda avrebbe potuto fare lo stesso (dopotutto era un'eromante assai più esperta e capace di lui) ma intanto quell'intensa, piacevolissima vampata di energia l'avrebbe colpita dov'era più sensibile e, sicuramente, quando non si aspettava un gesto tanto azzardato: sì, quella era una sfida e Adam voleva strapparle tutti i gemiti che era riuscita a strappare a lui. Ciò avrebbe potuto metterli nei guai, senza dubbio, ma in quel momento gli occhi della tiranide, invasi dal desiderio e dalla ribellione, non vedevano affatto i pericoli del suo gesto... ma, dopotutto, Hilda poteva vantare su un autocontrollo e un'esperienza incredibili, non avrebbe avuto alcun problema a gestire la situazione.
    ...no?
     
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    Il gioco che avevano imbastito era davvero molto divertente per Hilda. Inizialmente voleva fare la brava e godersi una normalissima serata al cinema, ma aveva ceduto, colpa dell'atmosfera intima del cinema e del peso intellettuale del film su cui non aveva nessuna voglia di concentrarsi. Aveva voluto fare qualcosa che le permettesse di conoscere un pochino di più Adam, ma ancora una volta stava rovinando i piani con la sua galoppante lussuria e voglia di divertirsi. Lui non riusciva proprio a soffocare del tutto i suoi gemiti, costringendola a fermarsi ogni volta, per lei non cambiava molto poiché restava con la mano sul suo enorme manubrio perverso, poteva quindi continuare a godersi il contatto con la sua carne, mentre lui invece doveva fare a meno del piacere che poco prima lo ubriacava. Le risultò però interessante scoprire che aveva un potente ascendente su di lui, riusciva a notare benissimo anche al buio che il suo corpo si faceva sempre tesissimo e a stento riusciva a trattenersi. Sicuramente anche colpa del fatto che non riusciva proprio a rilassarsi, se lo avesse fatto avrebbe potuto trovare il giusto ritmo nel respiro per aiutarlo a controllare gli impulsi e le reazioni del proprio fisico. Adam però a quanto pare non era proprio portato a dissimulare la tempesta ormonale che lo stava investendo. Che fosse anche per via della sua natura di tiranide? Poteva diventare un problema, la sua mente non riusciva proprio a domare i suoi istinti, e prima o poi qualcuna con abilità simile a quelle di Hilda poteva portarglielo via. Uno sciocco sentimento di gelosia la invase e tornò di nuovo a masturbarlo stringendo con più forza le dita attorno alla sua carne. Non le piaceva l'idea che qualcun'altra poteva godersi quella meraviglia della natura, scatenare la belva che era in lui, domarlo poiché avrebbe usato le sue stesse debolezze contro di lui.
    Fai respiri profondi Adam.
    Gli sussurrò, mostrando una grande capacità di autocontrollo, sebbene la sua voce tremante e ansante tradiva perfettamente il piacere in cui anche lei era finita vittima. Lo poteva capire anche lui da quanto era sempre più fradicia fra le cosce, da come la sua carne femminile risucchiava dentro di lei le sue dita come se avesse voluto intrappolarlo. Rallentare il ritmo su di lui, fermarsi ogni volta per fargli recuperare lucidità, aveva però scatenato in lui l'idea malsana, non si limitò più a carezze e stimolazioni delicate. Usò ben due dita e la masturbò senza ritegno, costringendola più volte a trattenere il respiro e ad inarcare la schiena e puntare i piedi per terra. Era meraviglioso, il piacere la inondò totalmente, ma riuscì comunque a espirare pesantemente con bocca e narici e a non tradire nessun gemito, o almeno fin quando subdolamente Adam non decise di usare l'eromanzia. La avvertì molto molto chiaramente poiché la lussuria divenne parecchio più invasiva ed il piacere si intensificò al punto che Hilda dovette coprirsi la bocca con una mano per soffocare dei gemiti. Si potevano sentire un pochino poiché filtravano attraverso dita che si premevano sempre più forte contro le sue labbra. Le cosce si strinsero una contro l'altra in un disperato tentativo di rendere meno invasiva la stimolazione, ma in quel modo aveva ottenuto l'effetto contrario. La mano che prima masturbava Adam lo abbandonò totalmente per poter afferrare il polso dell'uomo, provando inutilmente a tirarlo e rallentarlo. Non ne aveva le forze perché il piacere la rendeva debolissima. Ogni tanto sussultava sul posto, le gambe tremavano vistosamente lo sguardo era perso, si potevano sentire rumori liquidi che fortunatamente l'audio del cinema copriva perfettamente. Non aveva idea di quanto tempo fosse durato, non teneva d'occhio il film da parecchio tempo, ma arrivò la scena finale del film. Nel frattempo Hilda cercò di tirare via la mano di Adam da sé, tremante quasi in procinto di arrivare ad un orgasmo. Era combattuta, il piacere era intensissimo, ma non era quello che voleva fare Hilda in quel contesto. Non poteva permettersi di perdere il controllo, ed un applauso scrosciante arrivò in suo soccorso. Si accesero le luci, poiché il film era finito e se Adam si fosse risvegliato e l'avrebbe lasciata andare, Hilda ansante cercò di tirare verso il basso il vestito per coprire le sue vergogne.
    Questo è un colpo basso.
    disse con la voce ancora provata, ansante come se avesse corso tutto il tempo. Non lo stava però rimproverando, piuttosto sembrava aver accettato la sconfitta nel loro gioco perverso. Per sua fortuna da seduti non si notava che c'erano parti di nudità al vento, ma di sicuro non potevano restare lì a lungo in quelle condizioni. Hilda gli lanciò una occhiata verso l'erezione dell'uomo come ad avvertirlo del pericolo.

    Credo che dobbiamo uscire.
    affermò la donna maliziosa e divertita. Per Hilda sarebbe stato facilissimo nascondere che era eccitata, ma per Adam sarebbe stato molto più difficile. Avrebbe dovuto trovare una soluzione molto in fretta.
     
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    Stavano giocando a un gioco pericoloso, troppo pericoloso e Adam ne era perfettamente consapevole, soltanto che la sua consapevolezza e la sua intenzionalità andavano su binari paralleli ma non convergenti, con la prima che non poteva in alcun modo interagire con la seconda. Fermarsi non era un'opzione addirittura pensabile e quando Hilda lo strinse più forte, poco dopo aver ricominciato a masturbarlo, si ritrovò a mordersi ancora più forte la mano, facendosi male e finendo comunque con l'emettere un mugugno rumoroso; fremette come un ragazzino sovraeccitato (cosa che, dopotutto, era) e la verga che la vampira aveva stretto con tanto impeto sussultò violentemente, pulsando furiosa tra quelle dita sottili, divenendo ancora più turgida e gonfia proprio su quel palmo vellutato. Insomma, per la tiranide fu un piccolo, terribile momento di paradiso e il modo brusco con cui, per l'ennesima volta, Hilda fermò i suoi movimenti fu talmente intenso che davvero rischiò di esplodere in un orgasmo prematuro, totalmente insoddisfacente soltanto per la troppa eccitazione: la vampira se ne poté accorgere perché il glande completamente esposto lacrimò presperma disperato e, dopo un attimo di totale, violentissima tensione, Adam si sciolse in un languore in cui riecheggiava la frustrazione per il piacere negato.
    Probabilmente fu questo a far accendere il desiderio di rivalsa nel suo animo, tanto che quando arrivò il consiglio di Hilda (in verità esente da beffe o malizia), staccò la bocca dalla mano (su cui rimasero i segni dei suoi denti) e si leccò lentamente le labbra, guardandola, prima di inserire un secondo dito dentro di lei e iniziare a masturbarla sul serio. Sì, per una volta a guidare la sua mano fu un sentimento puramente dispettoso ma, fortunatamente (non per Hilda, però), durò poco: non appena sentì il sussulto di quelle meravigliose carni, gli umori farsi più abbondanti e lei perdere progressivamente la sua compostezza, si sentì mordere da una tale eccitazione da masturbarla sempre più intensamente soltanto perché era troppo, troppo bella. Dimenticò persino che, fino a pochi istanti prima, era lui sciogliersi tra le sue dita e si dedicò con totale dedizione al suo piacere, mangiandola con gli occhi, infinitamente più interessante del film che gli scorreva davanti ignorato. Adorò come inarcò la schiena e puntò i piedi per terra come se dovesse resistere all'assalto di un animale feroce ma, ancor di più, amò come le sue carni gli si strinsero attorno alle dita con vorace passione, mentre colavano umori bollenti su tutta la sua mano; l'eromanzia fu una tentazione a cui non volle sottrarsi e nel momento stesso in cui l'irradiò dentro di lei, costringendola a portarsi una mano sulla bocca per attutire un gemito sentito, seppe di aver fatto la scelta giusta: del gioco non gli importava più nulla già da parecchio, da quell'istante desiderò soltanto rubarle tutti i gemiti che poteva, poiché era meravigliosa quando gemeva e voleva renderla ancora più bella di quanto non fosse già. Fu un desiderio feroce a guidarlo, feroce sebbene pieno d'amore per lei e fu per questo che, anche quando gli afferrò il polso, non smise di masturbarla e sprigionare in lei la vampa dell'eromanzia, totalmente rapito dal suo sguardo perso, dal modo meraviglioso in cui sussultava facendo ballare quelle meraviglie che erano i suoi seni e, soprattutto, i suoni osceni, bagnati che il film copriva ma non nascondeva ai suoi sensi all'erta, terribilmente protesi verso di lei e ansiosi di rubarle ogni singolo suono e immagine.
    Si lasciò rapire da quella meravigliosa immagina e le avrebbe strappato un orgasmo se, a un passo dal trionfo, le luci non si fossero riaccese, facendolo trasecolare e rimanere per un attimo a fissarle con gli occhi e la bocca sgranati, con la mano immobile ancora dentro di lei. Fortunatamente le parole di Hilda lo riscossero dal suo stupore e la liberò dalla sua presenza, sorridendole felice per quel commento, prima di portarsi le dita bagnate della sua essenza in bocca e succhiarle voracemente, guardandola negli occhi. Una scena decisamente erotica, peccato che pochissimi attimi dopo un signore passò proprio davanti a loro e Adam non solo quasi sputò via le sue stesse dita ma si precipitò a coprirsi con mani e braccia, piegandosi tutto in avanti in modo che l'uomo non potesse accorgersi dello stato in cui si trovava. - S-sì... decisamente! - rispose, rosso dall'imbarazzo e col cuore che gli batteva all'impazzata... ma tutt'altro che meno duro di prima. Cercò, con tutta la discrezione possibile, di rendersi un minimo presentabile, di quantomeno abbottonare i pantaloni ma era così dannatamente eccitato che non ci riusciva: poteva a malapena tirare su la lampo e neanche tutta, perché poi era semplicemente troppo duro e troppo grosso! Fortunatamente i pantaloni stavano su anche così (non si chiudevano proprio perché troppo aderenti) e quindi poté nascondere le sue vergogne facendo apparire, tramite il solito ninjutsu, una giacca con cui coprirsi sul davanti. - Non sono mai vergognato tanto come adesso... - commentò con una nota (flebile) di divertimento nella sua voce, prima di cercare i suoi occhi e sorriderle imbarazzato.
    Non avrebbe dovuto farlo, perché scorse in quel viso splendido (e amato) un'eco del piacere di prima e si sentì mordere da un improvviso guizzo del desiderio, tanto la sua verga fremette contro la stoffa della giacca. Dio Santo, quello era un bel problema: come diamine avrebbe fatto? Era questo il pensiero che lo arrovellava, mentre camminava come un idiota per evitare che gli cadessero i pantaloni e, insomma di certo non avrebbe potuto fare troppa strada in quelle condizioni! Avrebbe dovuto fare dei respiri profondi, proprio come gli aveva detto Hilda e calmarsi, reprimere il desiderio... peccato che, quando passarono proprio davanti alla porta del bagno, non riuscì minimamente a resistere. - Vieni. - sussurrò e, prendendola per mano, entrò deciso nel bagno, che condivideva una stanza in comune tra quello delle donne e degli uomini, in cui erano disposti degli specchi e un alcuni lavabi. Probabilmente Hilda avrebbe avuto qualcosa da dirgli, magari intuendo (non che ci volesse poi molto) le sue intenzioni, ma non ne avrebbe avuto granché modo perché Adam letteralmente l'assalì baciandola come se ne dipendesse della sua vita, buttando la giacca per terra e premendo contro il suo ventre quell'erezione durissima, pulsante. Fu un bacio molto, molto intenso in cui la lingua della vampira venne stanata, stimolata e succhiata da una bocca tanto vorace quanto devota, mentre lei veniva ora abbracciata con bisogno romantico, ora palpata con quelle mani enormi e forti. Quando si staccò rimase a fissarla per qualche attimo, sopraffatto dalla sua bellezza, con gli occhi chiari smarriti tra la meraviglia e la brama che li consumava. Era chiaro cosa volesse chiederle, quell'enormità che pulsava premuta sul suo ventre era fin troppo eloquente: voleva una mano (o, perché no, una bocca) per quietarla, per farla tornare a misure che potevano ancora essere nascoste...
    Invece, dopo averle preso il volto tra le mani e guardata per qualche istante negli occhi, crollò in ginocchio davanti a lei, mostrandole nel volto quasi sofferente tutto il suo desiderio e la lieve ombra dell'imbarazzo, sempre più tenue dinnanzi al Sole ardente della passione. Sole che bruciava proprio davanti a lui. - Ti prego... ti prego, amore, vienimi in bocca. - sussurrò, carezzandole le cosce nude con le dita, prima di schiudere le labbra e aprire la bocca davanti a lei, offrendogliela per il suo piacere. Socchiuse anche gli occhi, forse vinto dal desiderio o dalla vergogna o da entrambe: semplicemente voleva soltanto sentire scorrergli in bocca, in gola gli umori e il piacere che Hilda, pochi minuti prima, era riuscita a reprimere. La vampira lo avrebbe accontentato?
     
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    Hilda si stupì nel vedere Adam infilarsi le dita in bocca per ciucciare via i residui dei suoi umori, e lo stava facendo guardandola negli occhi. Possibile che ormai non gli importava più di nulla? Aveva già perso la ragione, ormai totalmente assuefatto dall'eccitazione? Prima di poter pensare quanto fosse debole, il passaggio di una persona vicino a loro lo fece rinsavire subito, e Hilda sogghignò parecchio soddisfatta nel vederlo tentare di nascondere in tutti i modi la sua condizione. Rise divertita quando Adam le confessò che non si era mai vergognato così tanto in vita usa, e per un attimo solo lo invidiò. Non ricordava più l'ultima volta che si era sentita come Adam, ma al momento non era lei la protagonista, e quindi poteva giocare la parte più crudele e divertirsi un mondo con lui. Gli fece strada e notò lo stratagemma della giacca a coprirlo come modo per nascondere le sue vergogne. Si morse il labbro deliziata poiché era evidente che i pantaloni da soli non potevano nascondere quella meraviglia della natura. Era intenzionata ad uscire dalla sala, ma Adam la trascinò nel bagno prendendola per mano. Visto che il film ormai era giunto alla fine, non ci avrebbero trovato nessuno. Intuì perfettamente cosa volesse fare, ed Hilda pensò che volesse replicare in qualche modo ciò che era successo al ristorante, ma con la differenza che sarebbero stati soli, e che magari questa volta non avrebbe rotto una parete per fuggire via. Prima che però Hilda potesse commentare o dire alcunché si ritrovò le labbra di Adam incollate alle sue. Il primo impatto di Hilda fu quello di mugugnare sorpresa, poi compiaciuta ed infine ricambiò il bacio di Adam, sentendosi sempre più bollente e la voglia di scoparselo farsi irrefrenabile. Lo palpò a sua volta, sulle natiche, spingendolo per sentire l'erezione premersi contro il ventre, sulle spalle per sentire la muscolatura perfetta tendersi, come poteva resistere a quel corpo d'acciaio che si premeva contro di lei? Sarebbe stato meraviglioso sfogarsi lì, e per un solo attimo fu pronta a sollevare le cosce e alzarsi, quasi arrampicandosi sul proprio compagno così da allineare i due sessi e poi dare libero sfogo alle loro pulsioni. Adam però la sorprese perché non cercò un contatto diretto ed intimo, invece di innalzarsi in cerca di uno sfogo diretto, invece di chiederle di aiutarlo a calmarsi, lo vide inginocchiarsi davanti a lei e chiederle un orgasmo. Hilda strabuzzò gli occhi sorpresa. Quindi era questo ciò che voleva fare prima in sala? Voleva strapparle un orgasmo e godersi lo spettacolo. Ci era quasi riuscito in effetti, ma la fine del film aveva praticamente rovinato tutto quanto. Portò la mano sul capo di Adam, lo carezzò fra i capelli, a quel punto sarebbe bastata una spinta gentile e poteva giungere alla pace dei sensi grazie alla sua bocca. Invece Hilda lo frenò.
    Amore, non possiamo, era l'ultimo spettacolo e verranno a cercarci per chiudere il locale. Non vuoi mica rompere un altra parete per fuggire in preda dal panico no?
    gli chiese sorridendogli amorevolmente. Si abbassò con tutto il corpo e gli diede un bacio sulle labbra, uno più casto e complice.
    Non sono io quella che deve imparare, non ti sei ancora guadagnato il premio. Sei stato scorretto ad usare l'eromanzia su di me, non era una gara.
    Si rialzò ed invitò anche lui ad alzarsi, e quando fu in piedi tentò di aiutarlo in un altro modo. Gli premette l'erezione contro il ventre, usando tutto il corpo per tenerglielo fermo, nel mentre le sue mani andarono a richiamare con l'uso del richiamo una cintura, la chiuse in modo che l'erezione sarebbe rimasta intrappolata fra di essa ed il ventre, ed allo stesso tempo i pantaloni non sarebbero caduti. Gli sfilò la camicia dai pantaloni per lasciarla libera e fuori da essa così che potesse coprire perfettamente ciò che si nascondeva sotto.
    Così non dovresti avere problemi a camminare no?
    Gli fece un occhiolino di intesa, poi si allontanò per uscire dal locale, ovviamente non lo avrebbe lasciato lì imbambolato, lo attese sull'uscio della porta e gli chiese di prenderle la mano, così che potessero continuare la loro passeggiata e serata romantica.
     
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    Sì, il cuore gli batté forte nel petto quando la prese per mano e la trascinò, di tutta fretta, in quel bagno angusto. Era spaventato, il ricordo di ciò che avevano rischiato (e della conseguente fuga) era ancora troppo recente per rendergli facile abbandonarsi al desiderio come aveva intenzione di fare... eppure, gli bastò guardarla negli occhi per dimenticare ogni timore, per arrestare per un solo battuto la corsa forsennata del suo cuore: la baciò pieno di desiderio e di bisogno, stringendola a sé con urgenza, mentre cercava la sua lingua quasi con furia e mugolava di gioia al solo sentire il sapore dolce, piacevolissimo della sua saliva. Fu bellissimo accorgersi che Hilda, dopo l'iniziale sorpresa, ricambiava non solo il suo bacio ma, soprattutto, la sua urgenza, la sua passione al punto che sentì immediatamente le sua mani su di sé, frenetiche e bramose; le accolse con un sospiro e inarcando la schiena mentre si premeva ancora di più a lei, tanto che Hilda gli avrebbe afferrato le natiche proprio nel momento in cui erano più tese e piene, potendo assaporare tutta la loro perfetta tonicità con l'intero palmo, senza neppure l'impaccio dei pantaloni, inevitabilmente scivolati alla prima disattenzione.
    Il desiderio lo bruciava e faceva pulsare la sua verga scoperta direttamente sul ventre della vampira, tanto che Adam fu tentato di afferrarla per le cosce, sollevarla e sbatterla al muro, prima di entrare in lei con tutta la prepotenza e l'urgenza di una sveltina da consumare di fretta, a denti stretti, col rischio di essere scoperti da un momento all'altro. Sarebbe stato folle, perverso e rischiosissimo, eppure sarebbe stato comunque più sicuro di quanto fece dopo: le afferrò anche lui le natiche, palpandole con lo stesso gusto e desiderio che aveva guidato le mani di lei, prima di spostarsi più in basso verso le cosce, facendole percepire tutta la delicata carezza di quelle mani enormi, piene di forza ma che, per lei, scoprivano una delicatezza fremente di impazienza. Così come erano scivolate le sue mani, così trovò naturale scivolare in ginocchio davanti al lei, con l'erezione del tutto scoperta e gli occhi che la fissavano semplicemente estatici. Voleva scoparla? Assolutamente sì. Voleva godere dentro di lei fino a smarrirsi, fino a perdere memoria di chi era? Certamente. La bramava con ogni fibra di sé e, soprattutto, con ogni fibra del suo cazzo, così duro da far male e da pulsare senza un motivo contro l'aria troppo fredda. Però... però, prima di tutto, voleva sentire la sua fica calda e bagnata sulle labbra, voleva assaporarne gli umori sulla lingua e voleva il suo orgasmo a saziargli la gola e gli occhi; poi, soltanto poi, avrebbe potuto saziare anche il resto.
    La guardava negli occhi pieno di amore ma, ben presto, scivolarono là dove si concentravano le sue brame: l'orlo del vestitino non bastava a coprirla, non dalla sua prospettiva e immediatamente le afferrò le natiche, palpandole con desiderio e sollevando ancora di più quella striminzita gonna, mentre la mano di Hilda, dolcissima, gli accarezzava i capelli. Socchiuse gli occhi come un gatto coccolato e sospirò di gioia, prima di avvicinare il volto alla sua femminilità. Poteva già sentirne l'invitante profumo che, all'improvviso, si allontanò da sé costringendolo ad aprire gli occhi: Hilda gli aveva fermato la testa e gli stava chiedendo, in maniera molto retorica, se volesse sfondare di nuovo un muro per scappare via. - I-io... - beh, la risposta più sincera che poteva dare in quel momento era "certo che sì" ma gli fu impedito di pronunciarla, poiché la vampira gli appose un bacio sulle labbra, un bacio dolce e divertito che lo spiazzò e che gli donò un brivido fin troppo piacevole lungo la schiena. - No... non era per vincere, volevo... - cosa voleva? Indubbiamente, quando aveva usato l'eromanzia era stato per batterla ma non aveva detto una completa menzogna, poiché subito dopo l'aveva completamente dominato il sincero, spontaneo desiderio di farla e vederla godere. E ancora una volta quel desiderio veniva frustrato! Per un attimo un lampo di ribellione attraversò quegli occhi resi liquidi dalla brama, dopotutto sarebbe bastato afferrarle le cosce e premerle la faccia sulla femminilità per far venir meno quella richiesta, n'era certo... ma sarebbe stato sbagliato. Hilda non voleva e parlava della situazione che era intercorsa tra loro non più come un gioco, ma come di un insegnamento che teneva a impartirgli. Strizzò gli occhi e scosse appena il capo, mentre un po' mogio si alzava come gli era stato richiesto: riluttante ma ubbidiente.
    Ahhh, Hilda...! - gemette e in quel mugolio c'era una nota di sorpresa speranza, poiché la sua amata si era appena premuta con tutto il suo corpo contro la sua erezione, subito pulsante dalla gioia, mentre Adam veniva scosso da piccoli, piacevoli brividi. Purtroppo per lui, quello che aveva frettolosamente creduto un cambio d'idea si rivelò essere... qualcos'altro. Hilda, infatti, evocò una cintura con cui strinse la sua erezione contro il suo addome, mentre gli tirava fuori la camicia dai pantaloni e la copriva in questa maniera. - S-sì, non dovrei avere problemi. - rispose, mogio e imbarazzato, al commento della sua amata, mentre si sistemava al meglio delle sue possibilità: quella soluzione gli avrebbe evitato di finire in mutande mentre camminava, ma era comunque una condizione imbarazzantissima! Fortunatamente Hilda non lo lasciò solo ad affrontare la frustrazione e l'imbarazzo del momento, ma lo aspettò e gli porse la mano, che Adam immediatamente afferrò sorridendole dolce e un po' colpevole.
    Scusami, hai ragione... mi sono fatto prendere la mano. - ammise, mentre uscivano dal cinema, mano nella mano. - Però ti giuro che non l'ho fatto per la competizione. Non volevo vincere, volevo... te. - continuò la sua confessione, cercando i suoi occhi, prima di stringerla a sé in un abbraccio intenso, in cui l'amore si mescolava col desiderio. - E ti voglio ancora. Ti voglio così tanto, Hilda... - sussurrò sulle sue labbra, prima di morderle piano, sensualmente, quello inferiore, sempre guardandola negli occhi. - Ma voglio anche che tu sia fiera di me. Dimmi dove vuoi andare e ci andremo. Dimmi come farò a meritare il tuo premio... e lo meriterò. - si premette per un attimo su di lei, percependo meglio i suoi meravigliosi seni e facendole sentire di più la sua erezione, più turgida che mai. Poi, coerentemente con le sue parole, si staccò e le rivolse un sorriso, deciso e innamorato insieme. La sua non era una vuota provocazione, era davvero determinato a meritarsi il suo premio, costi quel che costi.
     
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    Hilda aveva capito perfettamente che Adam non avesse agito con malizia, che era stato trascinato dalla sua voglia di godere e farla godere a sua volta. Tuttavia si rendeva conto che prima si era alienato dalla situazione, aveva perso il contatto con la realtà, se fosse stato davvero preoccupato a non farsi scoprire, non avrebbe usato l'eromanzia su di lei. Ciò su cui voleva addestrarlo era renderlo partecipe della depravazione del momento. Non aveva senso se perdeva la testa e non capiva più dove si trovasse agendo totalmente di istinto. Certo arrivare a renderlo pazzo per lei era sempre appagante, ma il suo scopo era fargli amare il proprio mondo, il proprio modo di pensare, rendergli la filosofia delle lanterne appetibile e chissà magari sposarne la causa, dopotutto era una religione, no? Per Hilda fu a dir poco delizioso sentirlo scusarsi e giustificarsi per ciò che aveva fatto. Per un solo attimo riuscì a vedere un lampo di ribellione negli occhi dell'uomo, ed Hilda temette che non l'avrebbe ascoltata assalendola con la passione. Da un lato un brivido di eccitazione la attraversò a quel pensiero, ma dall'altra non era ciò che davvero voleva. Sospirò quindi sollevata quando Adam le diede retta facendole capire che quindi non era solo un animale di puro istinto e che poteva ancora fargli scoprire la bellezza della perversione. Gli sorrise dolcemente lasciandolo scusare, così che potesse sentirsi più leggero sulla coscienza. Gli carezzò dolcemente il viso con le dita, ridacchiando un pochino divertita a vederlo in quello stato che sembrava un bambino che cercava di scusarsi con la madre, temendo che avrebbe perduto il suo affetto.
    Va bene, ti credo per questa volta. Vediamo... forse il cinema non è adatto per farti lavorare sui tuoi istinti. Il silenzio, l'aria di intimità ti fa male.. vediamo...
    Rifletteva mentre accompagnava Adam fuori dal cinema, tornando per le strade. Lì adocchiò un piccolo fascio di luce colorato che si muoveva nell'oscurità, il chiarissimo segno di una discoteca nelle vicinanze. Le sembrò il luogo perfetto per aiutare Adam a gestire la sua istintività. Nella confusione avrebbe dovuto tenere i sensi sempre attivi, rendendogli difficile estraniarsi con la mente dalla situazione in cui si trovava. Hilda puntò il dito verso una direzione e si voltò verso Adam raggiante.

    Ho un idea! Portami a ballare! Lì sono sicura che ci divertiremo un mondo.
    Lo trascinò praticamente verso la discoteca, ed arrivati lì si fiondò subito all'ingresso.

    Non preoccuparti, non ti lascerò insoddisfatto, se sarai bravo, ti premierò a dovere.
    Il tono della sua voce era dolce e giocoso, stava flirtando spudoratamente con lui. Se non avesse avuta alcuna obiezione, Hilda avrebbe iniziato a camminare velocemente verso il locale, dove non avrebbero avuto alcuna difficoltà ad entrare. La musica era assordante, ritmata e invogliava a ballare, mentre la folla attorno a loro lasciava intendere quanto fosse rinomato quel locale. Circondati da persone che ballavano, ognuno distratto a modo suo, non avrebbe fatto molto caso all'erezione di Adam, dopotutto l'oscurità del locale aiutava a nascondere certe cose. E di sicuro non sarebbe stato l'unico in quella condizione. Hilda si voltò verso di lui ghignando divertita, per poi puntare il dito verso il centro della sala da ballo.

    Scarichiamo un pochino di tensione ballando. Io adoro ballare, e tu Adam?
    Hilda ovviamente non aveva nessuna intenzione di ballare in modo "normale" non perché facesse passi strani o coreografati. Avevano pochissimo spazio a disposizione per farlo. Potevano semplicemente muovere il corpo al ritmo della musica, saltellare o al massimo fare piccole piroette. Hilda ancheggiava con i fianchi, con le spalle, e provocava Adam avvicinandosi a lui, muovendosi sinuosa con il corpo come un serpente che si contorceva, strusciando ogni tanto il seno contro il suo petto o i fianchi contro i suoi. Era un continuò sfiorarsi, e se Adam l'avrebbe iniziata ad assecondare, potevano perfino arrivare a ballare in modo parecchio ambiguo. Nessuno li avrebbe fermati perché Hilda avrebbe continuato ad ancheggiare e muoversi, fingendo di ballare, sebbene puntasse a continuare a sentire l'erezione di Adam contro di lei, e bearsi di quella deliziosa sensazione. Ogni tanto rideva, si mordeva il labbro inferiore, pensando a quando sarebbero tornati a casa dove avrebbero potuto sfogare tutta la loro voglia. Proprio mentre stavano ballando, ormai persi nel loro rituale d'amore. Hilda venne urtata forse un pochino troppo forte che la spinse contro Adam in modo brusco. Colui che l'aveva spinta si voltò subito per scusarsi, rivelandosi essere lo stesso studente che aveva potuto conoscere Adam al suo primissimo incontro con Hilda.
    Oh? Professoressa Hilda? Che ci fa da queste parti?
    Il ragazzo sorrise in modo raggiante, era più che felice di incontrarla ed Adam non avrebbe faticato per niente a capire che quel ragazzino era stracotto di lei.
     
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    Ad Adam era costato molto, moltissimo fermarsi e reprimere quei fin troppo piacevoli impulsi, tanto che mentre camminava a fianco della sua amata non poteva fare a meno di chiedersi se avesse fatto bene. Dopotutto ormai conosceva Hilda ed era abbastanza certo che, se avesse continuato, alla fine lei avrebbe ceduto e si sarebbe lasciata andare a quel tanto bramato orgasmo direttamente nella sua bocca, placando così la sete che gli ardeva in gola... ma sarebbe stato giusto? Sarebbe stato degno di un fidanzato (perché questo era e non poteva fare a meno di pensarci con un fremito di gioia) innamorato e rispettoso? Un "no", dopotutto, non era un ostacolo da forzare o superare ma una punto fermo da osservare. E poi, anche se questo gli costava una terribile fatica, Hilda aveva ragione: non sapeva controllarsi e doveva imparare a farlo, sennò sarebbe arrivato il momento in cui sarebbero finiti nei guai a causa sua.
    Certo, qualcuno con buonsenso avrebbe potuto obiettare che, se aveva perso il controllo, ciò era a imputarsi proprio alla vampira e alle provocazioni che aveva messo in atto... ma, indubbiamente, Adam aveva lasciato il suo buonsenso nel tavolo di ristorante in cui è iniziata questa storia, assieme a una buona parte del suo pudore e del suo senso della misura. Per questo motivo, quando Hilda gli sorrise dolcemente e gli carezzò il viso, mostrando di accettare le sue scuse, Adam la guardò totalmente innamorato e grato, aspettando le sue decisioni come una credente dinnanzi all'oracolo divino. - G-già, non... non mi fa molto bene. - assentì, sorridendo imbarazzato alle considerazioni della donna riguardo l' "aria del cinema": l'imbarazzo non era dovuto al fatto che avesse ragione, anzi proprio all'esatto opposto poiché era assolutamente consapevole che qualunque luogo del mondo, per quanto illuminato e frequentato potesse essere, non avrebbe mai potuto ridurre il desiderio che nutriva per lei. Al massimo, aumentare la sua paura e il suo disagio... che erano stati massimi nel ristorante con Bowen ed entrambi (anzi, tutti e tre) sapevano com'era andata a finire! Insomma, Adam aveva di che vergognarsi e proprio mentre pensava a un suggerimento per mostrarle, una volta di più, la sua buona volontà gli occhi della vampira si accesero e gli indicarono un locale che non aveva ancora notato.
    ...e con buoni motivi: era una discoteca! Adam, sfortunatamente, era affatto da una certo (e inconsapevole) snobismo e giudicava locali simili del tutto inadatti alla sua presenza. Naturalmente, però, se la sua Hilda gli faceva una simile richiesta come avrebbe potuto sottrarsi? - Ah. Cioè, ma certo! Come vuoi, amore... - accettò sforzandosi di mostrarsi felice dell'idea di "portarla a ballare", anche perché lui non "portò" proprio nessuno: fu trascinato verso la discoteca in un lampo. Non che il suo umore si mantenne (segretamente) contrario a lungo: bastarono due paroline di Hilda, riguardanti il suo premio futuro, perché gli occhi della tiranide scintillassero di gioia e si dirigesse verso l'ingresso con quasi più entusiasmo di lei. - Allora sarò bravissimo! - rispose con un sorriso che non aveva nulla d'imbarazzato.
    Nel suo tutto nuovo entusiasmo gli sovvenne che, in teoria, quella serata potesse essere dedicata a un evento particolare e quindi ci volesse un biglietto di qualche tipo per entrare... ma, con suo sollievo (e non), nessuno li fermò all'entrata e si trovarono quasi immediatamente nell'ampia sala da ballo. Fin da subito trovò la musica troppo alta e l'aria davvero pesante, a causa degli odori di tutti quei corpi sudati in un ambiente chiuso, tipiche sensazioni dovute ai suoi sensi ipersviluppati da tiranide e che, assieme al già citato snobismo, lo avevano tenuto ben lontano da posti come quello. - Eh? Ah... - no, dalla sua reazione non gli piaceva affatto ballare. Arrossì per aver dato quella risposta stupida e cercò immediatamente di ridurre la figuraccia. - N-non sono molto esperto. Però... - "vorrei imparare con te" avrebbe voluto continuare, ma fu interrotto proprio da Hilda che lo trascinò senza troppi complimenti al centro della pista da ballo,a stretto contatto con tutta quella folla accaldata e un po' brilla. Adam si trovò totalmente spiazzato da un gesto così inaspettato e la guardò stupito, senza ben sapere cosa fare e come fare; in effetti si sentiva rigido come un ciocco di legno e non sapeva proprio come muoversi, anche perché temeva di urtare qualcuno visto il poco spazio che aveva a disposizione. Probabilmente, però, Hilda aveva notato il suo disagio e si adoperò per stemperarlo... facendolo, prima, terribilmente imbarazzare. La vampira, infatti, iniziò a muoversi in maniera così terribilmente sensuale da lasciarlo a bocca e ad occhi aperti, mentre la sua danza si faceva velocemente sempre più lasciva e meravigliosa. - Hilda! - balbettò sovrastato dalla confusione, immediatamente rapito dai suoi movimenti, dal modo sensualissimo in cui le sue forme perfette, magnifiche, fremevano sotto il sottile velo dei vestiti. Improvvisamente lo colpì la consapevolezza che, sotto quel vestitino, non c'era alcuno intimo e che qualunque movimento potesse scostarlo quel tanto che bastava a rendere visibile la sua beltà agli occhi dei presenti (occhi che, n'era certo, erano già puntati su di lei dal momento in cui era entrata)... e la cosa, anziché renderlo soltanto geloso, gli diede una tale scarica di eccitazione che, per un attimo, ne fu anche lui sorpreso.
    Solo per un attimo, però, perché l'attimo dopo era già su di lei, cercando non di imitare i suoi movimenti (sarebbe stato ridico, forse, per un uomo) ma l'intento che li guidava: la circondava con le sue braccia possenti, la carezzava in maniera lasciva senza quasi toccarla con quelle mani grandi e calde, si premeva contro di lei in modo che potesse sentire i muscoli tesi, scolpiti di quel torace ampio... e, soprattutto, la virilità coperta dalla sola camicia, più dura che mai. Presto iniziarono a danzare così vicini da poter sentire sul proprio viso il respiro dell'altro e, come se la moltitudine intorno a loro fosse appena sparita, Adam iniziò a rendere i suoi movimenti ancora più lascivi ed espliciti; ormai la sua erezione quasi non si allontanava più dal corpo di Hilda e le sue mani che, fino a poco prima, le donavano carezze allusive ma non esplicite... beh, semplicemente afferrarono con desiderio le sue natiche perfette. La voglia che aveva di baciarla si fece in breve tempo incontenibile e, senza più indecisioni, avvicinò le labbra alle sue. Il bacio, però, non ci fu perché Hilda fu urtata da qualcuno che, educatamente, si girò per scusarsi... rivelandosi essere lo studente che, inconsapevolmente, aveva dato inizio alla loro conoscenza. Adam sgranò gli occhi e rimase per qualche attimo stupefatto: che fare, come comportarsi? Era ovvio che il ragazzino non si ricordasse di lui (dopotutto era già svenuto quando lui e Hilda si erano visti per la prima volta) ma Adam provava una sorta di imbarazzo nello stargli di fronte e, consapevole di quanto questa sensazione fosse assurda, ciò non faceva che acuire di più il suo disagio. Fu in questa stato d'animo che notò il modo in cui quel giovane guardava la sua Hilda, il sorriso estasiato che gli riempiva il volto e ne fu immediatamente geloso.
    Quella gelosia non era razionalmente spiegabile, dopotutto Hilda gli aveva rivelato il suo amore per lui, stavano insieme e avevano condiviso una notte unica che, di certo, un suo studente non poteva offrirle. Eppure, l'idea che quel ragazzino potesse passare ore la mattina a occhieggiarla, potesse parlarle durante la ricreazione oppure, ancor più probabilmente, potesse rievocare la sua immagine la notte, quando si masturbava... lo rendeva incredibilmente geloso. - Avevamo voglia di ballare un po'. Tu sei un suo studente, vero? - s'intromise, con voce forte e chiara malgrado la musica martellante. La sua affermazione, tra l'altro, sarebbe stata abbastanza neutra se non avesse circondato col braccio la vita sottile di Hilda e l'avesse avvicinata di poco, ma in maniera inequivocabile, a sé. - Io sono, Adam, comunque. - in un qualunque altro caso avrebbe aggiunto un "piacere" e gli avrebbe offerto la mano, in quel momento non lo fece e non tanto per la gelosia ma perché, insomma, gli sembrava un modo di fare inadatto al contesto in cui si trovavano e, per evitare di sembrare ostile, gli sorrise in maniera amichevole. Dopotutto non voleva risultare antipatico o maleducato, col rischio di mettere in imbarazzo Hilda.
    A proposito, cos'avrebbe fatto la sua amata vampira? Avrebbe fatto del suo meglio per far sparire la gelosia di Adam... o l'avrebbe aizzata come solo lei poteva fare?
     
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    La cosa più interessante dei bravi ragazzi era che molto raramente dicevano di no alla propria amata. Hilda iniziava a pensare che potesse chiedergli di tutto ed Adam lo avrebbe fatto per renderla felice. Infatti in discoteca lui non era affatto a suo agio e Hilda non poteva fare a meno di ridacchiare sotto i baffi, trovandolo tenerissimo mentre cercava in tutti i modi di non sembrare un pesce fuor d'acqua, sforzandosi di ballare, ma risultando un ciocco di legno. Anche quello era un sintomo di una personalità che faceva di tutto per controllarsi. Essendo così rigido, ciò diede modo ad Hilda di strusciarsi su di lui e insegnarli il dirty dancing. Dopotutto il desiderio di sentirla addosso lo avrebbe portato a muoversi bene in automatico in quel tipo di danza. Difatti minuto dopo minuto quei due si ritrovarono a strusciarsi uno contro l'altro, facendo venire a qualche spettatore il dubbio che non si stessero già accoppiando sulla pista da ballo. La loro danza complice venne interrotta da un saluto inaspettato. Hilda sorrise felice al ragazzo: era pur sempre un suo studente ed insieme avevano vissuto varie avventure. La cosa buffa però era che Hilda non era mai arrivata a fare sesso con lui, tenendolo quindi all'amo, sfruttando la sua incredibile cotta per avere informazioni sui suoi compagni e chissà magari altro. Non che ad Hilda sarebbe dispiaciuto iniziare una relazione proibita con quel ragazzo, ma le piaceva di più giocare con il suo cuore in quel modo. Era sicura che se avesse ceduto e finiva a letto con lui, le cose sarebbero cambiate rapidamente. Invece tenendolo all'amo, lo spingeva a migliorarsi sempre di più, per essere all'altezza degli uomini che Hilda frequentava, anzi per essere migliore di loro. Probabilmente istintivamente Adam lo percepiva poiché si fece avanti, ancora prima che Hilda potesse fare i convenevoli. Non poteva farci niente, adorava vedere Adam geloso, lo era così tanto da aver dimenticato totalmente che se non faceva attenzione al suo abbigliamento, si sarebbe vista la sua mastodontica erezione sotto la stoffa. Il ragazzo sostenne lo sguardo di Adam, aggrottò la fronte come se stesse cercando di metterlo a fuoco. Aveva lo sguardo tipico di chi sembrava riconoscerlo ma non ricordava assolutamente dove lo avesse visto.
    Sì, sono un suo studente. Sono Daniel.
    Rispose ad Adam con garbo, ma poco slancio, non avendo visto la mano rivolta verso di lui, non lo fece nemmeno Daniel. Poi si rivolse di nuovo ad Hilda con un sorriso raggiante.

    Frequento questo locale spesso, non l'avevo mai vista qui. L'ha invitata il suo amico?
    Hilda capì che Daniel voleva sapere di più su Adam, ma non voleva essere inopportuno, così fu Hilda a farsi avanti, così da stuzzicare la gelosia di Daniel ancora di più. Si mise a braccetto ad Adam e guardò il ragazzo con un gran sorriso radioso.

    Lui è il mio compagno, siamo venuti qui a festeggiare il nostro fidanzamento. affermò squittendo di gioia.
    Daniel si scurì in volto per un momento, poi impallidì e probabilmente anche Adam avrebbe capito che per lui era una notizia orribile. Abbassò lo sguardo poi lo sollevò e sorrise, sforzandosi con tutto se stesso.

    Allora dobbiamo festeggiare, vi offro un drink, su seguitemi al bar.
    Fece loro cenno con la mano si seguirli e poi si tuffò nella folla facendosi strada verso il bar. Hilda si voltò verso Adam e gli prese una mano, chiedendogli con un semplice sguardo se gli andava, se la risposta fosse stata positiva avrebbero seguito il ragazzo al bancone del bar. Quella sarebbe stata la prima persona a cui ufficializzavano il loro rapporto. Un conto era dirsi di amarsi in privato, ma dirlo al prossimo di essere una coppia era un passo in più. Quindi accettare il drink non era solo un modo per festeggiare, ma era anche un modo per affermare che sì, ormai erano una coppia. Hilda non si mosse, attese il responso di Adam: avrebbe ufficializzato la loro relazione?
     
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    Se qualche ora prima gli avessero predetto che sarebbe finito a ballare in discoteca, avrebbe riso dell'oracolo e dei suoi vaticini: aveva un'idea ben precisa della serata che intendeva trascorrere con Hilda e piste da ballo piene di ragazzini sudati non erano contemplate. Eppure, eccolo lì a muoversi in una danza decisamente poco coreografata ma molto, molto perversa; inutile chiedersi come ci fosse finito, il motivo per cui era lì (e per cui aveva fatto un threesome con Bowen nel bagno di un ristorante stellato) gli stava premendo i seni sul petto proprio in quel momento: Hilda, era questo il nome del suo motivo, dei mille motivi che lo avevano portato a fare cose per lui assolutamente impensabile. A pensarci più lucidamente (quindi senza le sue tette addosso), Adam avrebbe potuto notare che questo era stato il tratto saliente del loro rapporto fin dal primissimo incontro, quando era nato l'equivoco che la vedeva come una criminale pericolosa e crudele: prima di allora, infatti, non era mai intervenuto per aiutare qualcuno e non aveva mai attaccato briga con uno sconosciuto, eppure quella situazione e il comportamento della vampira lo avevano convinto a intervenire, con gli esiti tra l'altro che conosceva bene. Da allora, Hilda lo aveva sempre spronato a sfidarsi, ad affrontare l'ignoto e lo aveva fatto ben prima che Adam riconoscesse l'equivoco e scoprisse di essere innamorato di lei; il suo fantasma aveva guidato a lungo le sue azioni che, sebbene fossero dirette ad allontanarsi da lei, lo avevano portato lì, in quel momento, a crogiolarsi nel suo seducente abbraccio.
    Tra le sue braccia la goffaggine e la timidezza di Adam si erano sciolte, così come la consapevolezza della folla e del fracasso che li circondava: come sempre, quando Hilda si muoveva, gli parlava o semplicemente lo guardava, ogni riferimento spaziale e temporale veniva spazzato via e il suo mondo si riduceva all'ovale perfetto del suo viso o alla porzione di pelle bruna esposta dalla suo scollatura. Era un bel modo di perdersi e un magnifico primo approccio alle discoteche o al ballo, tanto che ad Adam dispiacque quando la loro danza venne interrotta da un ballerino distratto: fu con grande stupore che si accorse di conoscerlo, poiché era il ragazzino che aveva permesso il primo, fatale incontro con Hilda. Per qualche attimo ne fu spiazzato, incapace di sapere come comportarsi, poi vide il sorriso beato che sorse sul ragazzo nel vedere Hilda e il modo in cui la guardò e, semplicemente, la gelosia scelse per lui. Non fu una reazione razionale, dopotutto Daniel non poteva avere speranze con la sua Hilda ma per la tiranide fu un comportamento totalmente istintivo, impossibile da reprimere.
    Fortunatamente, sotto quell'atteggiamento un po' scostante c'era sempre il solito Adam e la presentazione cortese del giovanotto lo smontò all'istante, rendendolo più tranquillo. Anche perché non doveva dimenticare che sotto la camicia aveva l'erezione più dura della sera, a causa della costante stimolazione ricevuta durante il ballo, quindi avrebbe fatto meglio a esser composto e posato, sennò rischiava veramente di fare una pessima figura. - Piacere mio, Daniel. - rispose forse un po' rigido ma rivolgendogli un piccolo sorriso, mentre il giovane si rivolgeva nuovamente pieno di entusiasmo alla vampira. Il suo interesse per Hilda era così evidente che, nuovamente, Adam si sentì pungere dalla gelosia ma si contenne, anche perché la sua amata letteralmente distrusse le speranze di quel ragazzino in poche, rapide parole. O meglio, Adam non poté che mettersi nei panni di Daniel... quando l'ondata di pura, intensissima felicità smise di abbattersi sul suo cuore: Hilda aveva detto che stavano insieme, che si amavano! Certo, si erano già confessati il loro amore poche ore prima, ma sentirlo dire a qualcun altro, sentirsi presentare come il proprio "compagno" fu per Adam una gioia davvero intensa, tanto che quando Hilda si voltò per chiedergli se voleva seguire il suo studente, si ritrovò lo sguardo scintillante di Adam, ricolmo di amore e di felicità soltanto per lei. - Amore mio... - disse, prima di stringerla a sé e apporre un breve ma intenso bacio sulle sue labbra, per poi prenderla per mano e seguire il giovane. Ecco, proprio in questo momento, nel vederlo di spalle immaginò quanto dovesse soffrire e si pentì ancora di più di essersi comportato in quel modo con quel povero ragazzo che, con molta dignità, stava affrontando il suo dolore e decise, dunque, di rimediare.
    Daniel, sei davvero molto gentile ad esserti proposto ma vorrei io offrirti qualcosa. Naturalmente se la tua professoressa è d'accordo. - disse una volta arrivati al bancone, rivolgendosi in maniera scherzosa a Hilda: non lo stava prendendo in giro, anzi sperava di stemperare un po' l'atmosfera e di fare al contempo un gesto gentile, dopotutto uno studente non ha di solito molto denaro da spendere e gli sembrava ingiusto che quel ragazzo offrisse per lui. Eppure, malgrado le sue buone intenzioni, Daniel poteva travisare la sua offerta come un modo di rimarcare ulteriormente la distanza che li separava (di età, di aspetto, di status, ecc), soprattutto perché mentre parlava aveva portato un braccio a circondare la vita della vampira, in un gesto insieme protettivo e possessivo, sebbene lui non se ne fosse affatto accorto e, comunque, non intendesse fare nulla del genere. Ma si sa, dopotutto, quali strade sono lastricate dalle buone intenzioni...
     
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    Hilda se ne rimase in silenzio tutto il tempo mentre i due uomini interagivano fra di loro presentandosi e facendo i primi convenevoli. Fu a dir poco delizioso per Hilda sondare le loro espressioni facciali, alla ricerca di quelle micro espressioni che le avrebbero suggerito cosa in realtà stavano provando. Sapeva perfettamente quanto Daniel fosse cotto di lei, e sapeva che era geloso, distrutto dalla notizia. Adam invece sembrò geloso a primo impatto poi però si comportò in modo educato. Hilda non ne era sicura ma le sembrava quasi tronfio di ciò che aveva appena detto al ragazzo. Ne era felice a quanto pare, e forse chissà magari era perfino compiaciuto dal fatto che Daniel non poteva farci proprio niente a quel punto. Era ufficiale: Hilda era la fidanzata di Adam e lui doveva accettarlo. Non aveva idea di cosa avesse in mente Daniel, probabilmente li avrebbe riempiti di domande, ma prima che potessero ordinare da bere, Adam si fece avanti di nuovo e chiese al ragazzo di lasciare a lui gli oneri di pagare da bere per tutti. Inizialmente Daniel aggrottò la fronte, probabilmente pensava che quello stronzo non lo credeva nelle possibilità di farlo. Stava per ribattere, ma Hilda annuì alla richiesta di Adam, facendo sorridere anche Daniel in modo abbastanza falso e gli fece spazio e cenno di andare avanti loro due, gli adulti.
    Prego. affermò tranquillo, fu educato, attese che Hilda e Adam richiedessero il loro drink e poi lui chiese il suo, parecchio alcoolico. Una volta distribuiti i drink, il ragazzo sollevò il suo bicchiere e fece il brindisi.
    Ai due neo piccioncini!
    All'amore. aggiunse Hilda, guardando negli occhi il ragazzino. Sembrava un semplice sguardo di affetto, in realtà Hilda era parecchio compiaciuta del dolore che stava vivendo il ragazzo, di come si sforzava con tutto se stesso di nascondere ciò che provava, quando in realtà, se avesse avuto la totale libertà di seguire i suoi impulsi, avrebbe picchiato a sangue Adam, per poi magari scoparsela davanti ai suoi occhi. Hilda assaporò ogni istante, fece tentennare i bicchieri e poi bevve con calma. Daniel affondò uno sguardo tristissimo sul fondo del bicchiere e poi bevve tutto in un fiato, godendosi il momento di bruciore in gola, ed il leggero capogiro per la quantità di alcool eccessiva presa tutta in un fiato. Come volevasi dimostrare Daniel iniziò con le sue domande "innocenti" ma che Hilda sapeva nascondevano un secondo fine. Chiese da quanto tempo si conoscevano, come si erano conosciuti, se avevano intenzione di sposarsi. Hilda rispose tranquillamente, dicendogli che non si conoscevano da molto, che si erano trovati subito molto in sintonia, che si erano conosciuti dopo un increscioso equivoco e si erano innamorati, in modo spontaneo e sincero. Ignorò l'ultima domanda, non volendo rispondere, lasciando magari l'onore ad Adam, si limitò a sorseggiare il suo drink per ultimarlo. Daniel però non attese una risposta, non sembrava volerla conoscere e forse non voleva nemmeno sentirlo, con qualche altro convenevole educato ridacchiò fece qualche battutina e poi decise di lasciarli soli.
    Io allora vado, ci sono delle ragazze che mi aspettano, ancora tanti auguri....
    Diede la mano ad Hilda per salutarla, poi fece lo stesso con Adam, ma lo tirò verso di sé, ridacchiando da amicone, dandogli qualche pacca sulle spalle.

    Amico non hai idea di quanto sei fortunato... fece come se fosse stato un parente affezionato di Hilda, poi però la sua espressione si incupì, gli si avvicinò all'orecchio con le labbra e la sua stretta di mano divenne dura, ferrea.
    ...se la farai piangere, ti farò pentire di essere nato, hai capito?
    Si allontanò da lui con gli occhi un pochino lucidi per via dell'alcool, ma sorrideva nascondendo i suoi veri sentimenti sotto a quella faccia di plastica. Continuò con qualche altra pacca amichevole che però diventavano via via più pesanti, come se cercasse una specie di "sfogo" in quei gesti, quando in realtà voleva pestarlo malissimo. Infine, con gli occhi sempre più lucidi annuì e si allontanò, perdendosi nella folla, con Hilda che lo guardava, per poi sospirare.

    Accidenti, non gli è proprio passata la cotta che aveva per me. Spero che dopo stasera si metta il cuore in pace. affermò con aria preoccupata, ma in realtà non le era per niente, anzi se proprio si doveva preoccupare era che si mettesse sul serio l'anima in pace. In quel caso però aveva qualche piccola carta da giocare per tenerlo ancora sulle proprie spine. Hilda posò il bicchiere sul bancone del bar, poi si avvicinò ad Adam, abbracciandolo strettissimo a sé, così da poter sondare con il proprio corpo se fosse ancora duro, e se lo fosse stato gli avrebbe sorriso maliziosissima.
    Oooh, mi sa che questo ragazzone qui non ha proprio intenzione di andare a dormire eh? Però ammetto che sei stato bravissimo, ti sei controllato molto bene, con quella roba fra i pantaloni, avrei dato per scontato che prima o poi attaccassi briga con Daniel. Beh visto che il ballo non è il tuo forte, che ne dici se per questa sera mi porti a casa e finiamo in bellezza?
    Dopotutto gli aveva promesso di premiarlo se avesse saputo controllarsi, e quale luogo era l'ideale se non l'intimità di una casa dove non avrebbero dovuto controllarsi e frenarsi? Dove avrebbe potuto scoparlo per tutta la notte, bere il suo sangue e poi scoparlo ancora? Hilda era intenzionata a stremarlo totalmente, e grazie alla sua natura di vampira era sicura di riuscirci.
     
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    Poche cose possono rendere meschine le persone come la felicità: Adam aveva ricevuto, del tutto inaspettatamente, ciò che desiderava di più e ciò, a parte mettere a tacere ogni suo dubbio o timore, gli avrebbe permesso di guardare dall'alto in basso Daniel che, in maniera a dir poco evidente, era suo rivale. Per quanto, però, il sollievo provato fosse tanto non sarebbe stato da Portatore di Luce indugiarvi troppo e cercò di concentrarsi sul ragazzo e sul dolore che, evidentemente, doveva provare. La sua offerta, in effetti, voleva essere un modo (forse persino goffo) di mostrare il proverbiale ramoscello di ulivo, di fargli capire che non voleva umiliarlo e che non si rallegrava per la sua sofferenza. Naturalmente fu frainteso immediatamente e soltanto l'intervento di Hilda, arbitro e giudice di quell'involontaria schermaglia di amore, evitò che il ragazzo manifestasse la sua contrarietà.
    Ad Adam non sfuggì che Daniel ordinò un drink decisamente troppo alcolico per lui e per un attimo fu tentato di consigliargli qualcosa di diverso, ma si trattenne per evitare che si sentisse preso in giro e, quando Hilda propose l'amore come brindisi, si sentì stringere il cuore per quel povero ragazzo: non gli sfuggì lo sguardo colmo d'affetto che la vampira gli rivolse e come lui, sopraffatto dal dolore, l'abbassò travolto dalle sue emozioni. Il senso di disagio che già da un po' si era stretto attorno a lui intensificò la sua morsa e Adam sentì il bisogno di andarsene, di allontanarsi da quel ragazzino e dal suo dolore che sarebbe dovuto rimanere privato; sì, Daniel non avrebbe dovuto scoprire che Hilda era impegnata davanti a lui, davanti al rivale vittorioso e forse avrebbe meritato la possibilità di scoppiare in lacrime e confessare i suoi sentimenti in un'aula deserta, anziché doversi reprimere in quel modo magari mentre i suoi amici lo aspettavano. Invece, era andata nel modo peggiore possibile e il giovane, fingendo una curiosità innocente iniziò a fare una sfilza di domande molto precise, che acuirono la costernazione di Adam e il suo desiderio di allontanarsi. Naturalmente non si mosse da lì, anzi le risposte che diede Hilda a quelle domande aumentarono di qualche altra oncia la felicità che colmava il suo cuore: era tutto vero e sentire, ancora una volta, dalle sue labbra quelle splendide parole era semplicemente sublime.
    Chissà, forse sarebbe potuto rimanere qualche istante di troppo a guardarla imbambolato se il silenzio che si era generato, come quando c'era una domanda che reclamava risposta, non l'avesse riscosso: aveva sentito la domanda sul matrimonio ma, insomma, dentro di sé aveva sorriso e l'aveva presa presa come una domanda assurda, era semplicemente impensabile! Invece Hilda si era stata zitta e adesso tutti gli occhi (o almeno così gli sembrava) erano su di lui. - Il... il matrimonio? Beh, come dire? Noi... - non ci fu bisogno di continuare, però, perché Daniel ne ebbe abbastanza e cambiò volutamente discorso, prima di congedarsi. - Grazie Daniel, sei stato molto gentile. - la salutò Adam con un tono gentile, stavolta pronto a offrirgli la mano... peccato che il ragazzo fosse di un altro avviso: lo tirò a sé, portandogli un braccio al collo e trattandolo come si farebbe con un amico che ha avuto un gran colpo di fortuna, magari anche immeritato; Adam ne fu colto alla sprovvista ma non si ribellò, sebbene fosse decisamente molto a disagio per quel contatto inaspettato e gli dispiacesse che quel ragazzino reagisse in quel modo. Alla fine, quando stavano per lasciarsi, la presa di Daniel si fece ferrea e gli sibilò delle parole forse banali ma che colpirono molto la tiranide, prima di fuggire via verso la folla, da quelle "ragazze" nominate per un infantile senso dell'orgoglio. Tenne gli occhi fissi sulla sua nuca finché poté, poi rimase a guardare per qualche istante il punto in cui l'aveva perso, prima di voltarsi verso la sua Hilda. - Se avessi avuto la sua età e tu fossi stata la mia professoressa... la cotta sarebbe venuta anche a me. E non sarebbe passata tanto in fretta. - ammise con un sorriso un po' amaro, dopotutto come non innamorarsi di Hilda? Come non trovarla irresistibile, meravigliosa, fantastica? Nel suo amore, alla fin fine, non c'era nulla di straordinario, di incomprensibile: come lui chissà quanti altri uomini spasimavano per lei e avrebbero dato un braccio per essere al suo posto. Insomma, era stato vittorioso con quel ragazzino e forse con tanti altri pretendenti, ma in quella vittoria c'era molto amaro e molto dispiacere. Certo, non avrebbe mai rinunciato a Hilda e al loro amore, così meravigliosamente temprato dal dolore e dalle sue sofferenze, però il Portatore di Luce che era in lui soffriva per la sofferenza che stava dispensando ad altri pur di avere la sua felicità.
    Forse Hilda si era accorta della sua tristezza, forse no, sta di fatto che si sentì stringere da lei, le sue forme procaci e morbide che si premevano sul suo torace scolpito e, di colpo, ogni pensiero triste volò via, come uno stormo di uccelli neri. La sua erezione si premette con un fremito su quel ventre piatto, tutto da cospargere di baci adoranti, e la vampira gli rivolse il sorriso malizioso di chi ha condiviso la stessa sensazione: in un'altra circostanza Adam si sarebbe sentito imbarazzato nell'essere scoperto ancora durissimo malgrado quanto era accaduto, ma il sorriso della vampira gli allargò gli occhi e li fece scintillare di gioia. Le parole che seguirono quel sorriso fecero fremere ancora di più quell'asta durissima e bollente, mentre Adam circondava la vita sottile del suo amore con le sue braccia possenti, in un abbraccio stretto, passionale. Per un lungo attimo pensò che non sarebbe stato saggio baciarla lì, con Daniel che poteva ancora occhieggiarli da lontano e soffrire ancora di più... ma più che la pietà, in quel momento poté il desiderio e Adam finì per baciarla a lungo, con impeto e desiderio; anche le sue mani, grandi e forti scivolarono sulla sua schiena impazienti, come se si trattenessero dallo scendere ancora più giù, ad afferrarla in maniera sconveniente anche per un luogo libero come quello.
    Dopo lunghi minuti in cui il bacio crebbe e infine si esaurì, Adam rimase a guardarla negli occhi, vicinissimo alle sue labbra e carezzandole piano col suo respiro. Nella sua mente sfilava una processione pressoché ininterrotta di oscenità e di malizie che avrebbero voluto riversarsi nella sua bocca, ma quanto pronunciò fu molto diverso... sebbene, forse, non meno perverso: - Ti amo, Hilda. - ed era vero, la cosa più vera che avesse mai pronunciato da quando era invita: sulle macerie del cuore di un adolescente, tra la perversione di un triangolo consumato nel bagno di un locale, alla fin fine il loro amore era pienamente sbocciato. Le lacrime e la lussuria, ai due estremi, lo avevano nutrito e Adam presentiva, forse con un'oscura amarezza, che avrebbero continuato a nutrirlo anche in futuro... ma le lacrime di chi, per l'esattezza? Oh beh, poco male: veniva ora il tempo della lussuria e non sarebbe stato pago di lei se non l'avesse avuta tutta la notte e tutta la mattina.

    ROLE CONCLUSA
    Grazie mille, Hina, per la splendida giocata!
     
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