Il terzo incomodo

per Hina

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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    L'oro negli occhi di Hilda era abbagliante, soprattutto quando lo guardava con una simile espressione in volto: adorava, semplicemente adorava vederla così presa dalla lussuria e dal godimento, a tal punto che vedere quelle pupille verticali, da predatore, sciolse il suo cuore in uno spasmo d'estasi anziché rubargli un battito di paura. Ma, dopotutto, quale paura poteva più provare per lei? Anche prima di capire il suo errore e di accettare i sentimenti che provava per lei, quando si diceva che i lineamenti fissati nei suoi ricordi, distorti dal piacere e dalla brama, erano terribili e spaventosi... in cuor suo, sapeva già di trovarli meravigliosi. In quel momento, con lei schiacciata sul suo torace, poteva riconoscere quella dolcissima verità una volta di più.
    Verità che, seppur in maniera diversa, arrivava anche a Bowen: espunta, ovviamente, da quelle connotazioni romantiche e, a loro modo, tenere ma, in compenso, l'eccitazione non era affatto minore di quella provata dal suo amico. Il solo essere dentro di lei, sentire quel culo perfetto contorcersi, strizzandolo e massaggiandolo neanche fosse una bocca impaziente, era già il paradiso e vedere (intravedere, purtroppo, vista la loro dannata differenza d'altezza) quel volto sciogliersi in un'espressione tanto oscena era un sovrappiù semplicemente magnifico. Avrebbe voluto scoparla come un dannato soltanto per vedere quel sorriso indecente divenire più largo e per scoprire quanto ancora quegli occhi meravigliosi potevano ribaltarsi... e, in effetti, prese a scoparla come un invasato anche per questo. Ad aiutarlo in un simile obiettivo c'era Adam che, malgrado il volto estasiato e la sua abitudine di fremere, letteralmente, per ogni minimo tocco di lei, non lesinò gli affondi dei suoi fianchi, anzi arrivò addirittura a sollevarli entrambi mentre le affondava l'intera asta in quella femminilità meravigliosa, deliziosamente fradicia. - Ahh, cazzo! Sei incredibile! Il tuo culo è incredibile! - gemette, il più vicino possibile all'orecchio della vampira, che poi leccò perversamente con quella lingua troppo lunga e, soprattutto, troppo vellutata. La spinta di Adam era stata così intesa che pure lui era sobbalzato, con l'unico effetto che la sua grossa, durissima erezione vibrò all'interno di Hilda, strappandole una sensazione difficile da provare con della carne... e che subito fu seguita dalle spinte entusiaste, intense del demonietto, a dir poco ispirato dalla passione che il suo amico ci stava mettendo.
    Eppure, per quanto la situazione fosse perversa, tutto stava per scivolare nell'abisso della pura depravazione: Hilda, infatti, non si limitò a contrastare le loro spinte rendendole, così, ancora più intense ma cedette praticamente all'istante all'offerta di Adam che, spaventosamente eccitato, si donò immediatamente ai suoi canini allungati. In realtà non avrebbe avuto modo di sottrarvisi, poiché Bowen gliela spinse a forza... ma di sicuro Hilda non aveva bisogno di un simile sprone. - Ahhh!! Hilda... - gemette il suo nome, sbarrando gli occhi per un attimo prima di socchiuderli e godersi il piacere insensato, intensissimo che lo coglieva ogni qual volta la sua amata si nutriva di lui: dopo il lampo del dolore, abbagliante ma fugace, sembrava che ogni goccia di sangue persa venisse sostituita da puro piace liquido, tanto che non poteva fare nient'altro che sussurrare il suo nome e sciogliersi in gemiti osceni. Il piacere era tanto che la sua virilità, conficcata fin nelle profondità della sua amata fremette e pulsò più volte, donandole le stesse sensazioni che le aveva donato prima la carne del demonietto, ma per molto più tempo. Addirittura Adam si lasciò andare a un gesto che, una vampira come lei, doveva considerare tanto simbolico quanto dolce, poiché le strinse un braccio attorno alla vita mentre portava una mano a premerle sul capo: non voleva che si staccasse, non voleva che smettesse di nutrirsi di lui. - Cazzo, l'hai fatto davvero! Quanto mi arrapate!! - forse il romanticismo di quel gesto venne un po' sporcato dal commento spontaneo (e, forse, giustificabile) di Bowen, che ormai stava raggiungendo il parossismo dell'eccitazione. Non che Hilda avesse troppo di cui lamentarsi, dato che subito dopo quell'affermazione si dedicò a scoparla come se avesse il diavolo in corpo e, poiché Adam non aveva smesso di spingere in lei per tutto quel tempo, quel morso dovette donarle sensazioni davvero uniche. Anche perché, al di là delle intenzioni di Adam, presto il suo gesto colmo d'amore divenne qualcos'altro: la mano che tratteneva il capo divenne improvvisamente molto, molto più grande e forte mentre tutto quel già enorme corpo cresceva sotto di lei; Hilda aveva già potuto apprezzare la comodità di quel fisico statuario, capace di contenerla tutta, ma adesso il torace si allargò moltissimo, sollevandosi più del materasso creato dal demonietto, mentre gli arti divenivano ancora più lunghi e grandi e quella pelle diafana, appena macchiata da qualche vena nera, veniva ricoperta da un lucido strato di carapace. Avrebbe dovuto allargare il più possibile la bocca per potersi adattare alle nuove dimensioni di quel collo e la carapace avrebbe cercato di ricoprire anche i fori del suoi canini, quasi bloccandoli in una morsa che la costringeva a fare una cosa sola: a bere, a bere quantità sempre più grandi di quel sangue ribollente d'energia, che ormai le sgorgava in bocca con un fiotto sempre copioso.
    Già solo questo avrebbe reso estremo quell'amplesso... ma, in realtà, non era ancora nulla: quell'abbraccio romantico, divenuto una morsa di acciaio nero, le impedì di poter un minimo gestire ciò che più era in grado di sconvolgerla, cioè quella verga oscenamente affondata in lei; al crescere, infatti, del corpo di Adam crebbe anch'essa, assumendo quell'aspetto feroce che tanto aveva imparato a conoscere e raggiungendo quelle dimensioni abominevoli, accompagnate da quegli aculei di carne capaci di intraversi anche all'esterno, semplicemente guardandole il ventre. Ventre che, ovviamente si dilatò in maniera oscena mentre era costretto a prendere ogni singolo centimetro di quella mostruosità, poiché le braccia di Adam le impedivano di potersi sollevare di un solo millimetro. - Porca troia, me lo stai stritolando! - e per una volta il demonietto non si riferiva a Hilda, bensì al suo amico: tanto aveva le dilatato la sua povera femminilità si sentì letteralmente schiacciato da quella mole, sensazione che gli fece stringere i denti in una smorfia contratta e, allo stesso tempo, spaventosamente oscena. Non che ad Adam importasse qualcosa, visto che con le braccia principali continuava stringerla a sé e contro il suo collo, mentre con quelle secondarie si limitava a strizzarle le natiche con quelle mani decisamente troppo grandi, anche per un culo così pieno e perfetto. - Sì... sì, godi, amore... di più, devi godere di più! Non basta, è così poco... mi hai bagnato così poco! - in effetti l'acme aveva colto Hilda proprio mentre Adam si trasformava, quindi quella verga colossale era stata investita dai suoi umori... ma, in nessuno modo e considerate anche quelle dimensioni assurde, si poteva dire che lo avesse bagnato "poco"! Ma la tiranide aveva smesso di ragionare da parecchio tempo e adesso che era ritornato al suo vero aspetto non riusciva più a pensare ad altro che a Hilda e al piacere che doveva darle; che fosse il suo istinto razziale a imporgli un simile imperativo o la corruzione della malia vampirica poco importava: la vampira non avrebbe ricevuto pace o riposo finché non sarebbe stata totalmente, assolutamente devastata dal piacere.
    Di più, dobbiamo scoparti di più... molto di più! - la sua voce virile era divenuta un ringhio capace di elaborare parole intellegibili, un ruggito cavernoso e accompagnato dagli schiocchi di quel carapace resistentissimo ma, allo stesso tempo, dalla superficie iridata e vellutata. Quelle parole non furono vuota scena: le mani principali le afferrarono i fianchi e li sollevarono incuranti che sopra ci fosse qualcun altro, tanto che li portarono sulla sommità di quell'enormità, per poi un attimo dopo farli precipitare verso di essa con un affondò brutale, violentissimo. - Caazzoooooooooo!!! - gridò un povero demonietto leggermente spaventato e colto di sorpresa: a causa della sua statura quasi non toccava più il materasso, dopo la trasformazione di Adam e con affondi così brutali e mostruosamente potenti rischiava davvero di finire sballottolato chissà dove! Per questo motivo letteralmente si avviluppò alla vampira, abbracciandola da dietro e rendendo la sua penetrazione ancora più intensa. - Porca troia, Adam! Aspetta! Mi sento sulle fottute montagne russEEEHHHH! - divenne peggio delle montagne russe, perché le mani secondarie del suo amico lo afferrarono letteralmente per il bacino e buona parte del torso (quelle mani erano davvero gigantesche) e Adam letteralmente lo usò come una sorta di dildo per dare piacere alla sua amata. Prese, infatti, il totale controllo dei suoi movimenti e gli impose un ritmo forsennato, violentissimo, in cui lo trascinava come una bambola fuori e dentro Hilda, mentre lui letteralmente la sollevava a ogni affondo. Per certi versi era una pratica davvero umiliante, considerato che Bowen non poteva minimamente opporsi (praticamente neanche sfiorava più il materasso) ma, dopo l'attimo di stupore e timore, una risata davvero felice eruppe da quel visetto delizioso, per poi essere seguita da un verso osceno: - Sìììì, fottiamola!!! - ringhiò, aggrappandosi a lei e cercando, per quanto poteva, di stringersi a quel corpo meraviglioso, in modo che Hilda avrebbe potuto sentire non solo quelle spinte violentissime fin dentro le sue viscere, oltre che nell'utero, ma anche quel corpicino vellutato che si sfregava (e si contorceva dal piacere) sulla sua schiena. E visto che Bowen era davvero, davvero entusiasta di una simile follia, decise di non trattenere una sola stilla di sé e della sua perversione: contaminò la sua già grossa erezione con l'oscurità del suo potere, corrompendola e facendola diventare da quel goloso azzurro a un nero con sfumature bluastre... ma, soprattutto, davvero enorme, abbastanza per rivaleggiare con Adam. - Senti? Quanto ti vogliamo, amore mio? Senti quanto vogliamo il tuo piacere? Daccelo, daccelo... - il volto mostruoso di Adam, con quelle mandibole da insetto e quei tre occhi rossi, dalle pupille ferine riusciva a esprimere, incredibilmente, la più totale, assoluta devozione per lei... mentre la devastava senza pietà in entrambi i suoi orifizi, visto come stava usando Bowen per farla godere. - ...daccelo! Schizza, cazzo! Voglio sentirti venire dal culo! - letteralmente urlò il demonietto, che prese pure a menarle schiaffi brucianti su quelle natiche ormai oscenamente spalancate dalla sua semplice presenza.
    Bowen era così andato che le tirò persino i capelli, allontanandola dal collo di Adam se non l'aveva già fatto, permettendole così di specchiarsi negli occhi adoranti e mostruosi del suo ragazzo: la guardò come si può osservare una dea e, con una delicatezza che strideva incredibilmente col modo mostruoso in cui la stava scopando, le sfiorò con la punta delle antenne il volto e le labbra. - Vieni, Hilda... vieni! Di più! Ancora!! - quasi le comandò, avvolgendole la lingua con la sua e riversandole direttamente nell'utero un quantitativo di eromanzia folle, mentre il cazzo del demonietto, corrotto com'era dall'oscurità, irradiava nelle sue viscere il calore folle di quell'energia demoniaca. Anche solo quelle sensazioni avrebbero potuto saturale la mente e non un solo attimo rallentarono quelle spinte capaci di ammazzare una donna comune: volevano entrambi, con un'ostinazione che quasi sconfinava nella follia, il suo nuovo orgasmo. E, naturalmente, non si sarebbero accontentati dopo averlo ottenuto.
     
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    Era ovvio che Hilda lo avrebbe fatto davvero. Perché mai un vampiro avrebbe dovuto rifiutare un tale invito? Ancora di più se si pensa che Hilda era un membro delle lanterne e che sapeva che dolore e piacere spesso si confondevano nei sensi. Le volte scorse aveva intuito che ad Adam piacesse farsi mordere da lei, ma che lo eccitasse in quel modo perverso, la sorprendeva ed eccitava a livelli inverosimili. Adam non solo accettava quella natura così violenta, ma sembrava averne anche carpito il significato profondo che aveva il morso per un vampiro. Non stava solo bevendo sangue, non stava solo sfogando il suo istinto razziale. In quelle suzioni lei assorbiva frammenti della sua anima, poteva sentire i suoi sentimenti attraverso quel fluido, poteva sentire i suoi ricordi. Ed infatti quel morso avviò la trasformazione di Adam, mettendolo a stretto contatto con la sua natura al punto che non aveva più potuta contenerla. Hilda mugugnava con la bocca occupata e beveva ingorda, ubriacandosi di energia, di eromanzia e della stessa essenza di Adam che le dava alla testa. La sua cervice si contorceva attorno al suo membro man mano che cresceva, in una lotta a senso unico dato che la conquistava totalmente. Urlava facendo vibrare la voce contro il collo poiché nonostante si sentisse dilaniare non allontanò i canini dalla sua carne, anche perché lui la stringeva e glielo impediva, ma se fosse stata libera di scegliere avrebbe bevuto a lungo. La sua carne veniva dilatata oscenamente, dolore e piacere si mescolarono dentro di lei, facendola impazzire di puro piacere. Le ci volle un lungo momento per uscire dal torpore del suo orgasmo, ancora un poco scossa da visioni confuse che aveva ricevuto da Adam. Adam intanto sembrava impazzito totalmente, farneticando sul fatto che non gli era bastato che voleva sentire Hilda impazzire ancora di più. A quel punto sarebbe dovuta essere ferita, devastata, ma aveva appena bevuto in abbondanza sangue, impedendole di venire danneggiata da un simile osceno amplesso. Una persona normale sicuramente sarebbe svenuto per l'anemia, Adam invece diventava meno lucido, al punto che non si curava più di Bowen spingendo in alto sia lei che il suo amico con le spinte del suo bacino. Costringendo Hilda a riprendere lucidità in modo forzato per la stilla di dolore che in lei però si tramutò presto in piacere estremo. Si staccò dal suo collo per urlare di piacere mentre inarcava la schiena e sentiva il cazzo di Bowen affondare ancora di più in lei. I suoi buchi erano così dilatati da darle l'impressione di non poter più tornare alla normalità. Eppure non c'era stato alcun danno, il sangue che aveva bevuto glielo impedì ridisegnando invece il suo corpo attorno a quelle due erezioni che la stavano devastando.
    Sì... così distruggetemi il culo e la fica! biascicò ormai totalmente corrotta dalla lussuria. Aveva ancora i canini allungati e sporchi di sangue, una goccia le sfuggì scivolando lungo le labbra ed il mento, ma Hilda la raccolse subito con la lingua, risultando sia inquietante che erotica. Urlò ancora per il piacere e gli schiaffi che la facevano sussultare, la sua voce iniziava a distorcersi in un suono quasi demoniaco.
    Nooo! Insieme... lo voglio dentro di me! Voglio sentirvi venire! Datemeloooo. si aggrappò con le mani sul petto di Adam, stringendolo così forte da bucargli la carapace con i suoi artigli. Ormai Hilda aveva il suo aspetto da vampiro, l'unica cosa che non aveva fatto apparire erano le sue ali. Godeva da impazzire, ma sapeva che per avere un reale ed intensissimo orgasmo aveva bisogno di sentire il loro seme riempirla ancora, perché così che il suo corpo si sentisse soddisfatto. Riusciva a sentire entrambe le due verghe oscene che le scorrevano in corpo, le loro pulsazioni, il corpo che bruciava sempre più per colpa dell'eromanzia che le stava riversando in corpo. Anche Hilda lasciò fluire la sua energia eromantica, influenzando i suoi due amanti così che potesse aiutarli ad arrivare all'apice e darle ciò che desiderava ardentemente. Scoparla avrebbe amplificato il piacere di entrambi ad un livello quasi metafisico, poiché perfino le dita di Bowen che le stringevano i capelli, avrebbero goduto come se fossero stati organi sessuali. Ogni centimetro dei loro corpi in contatto sarebbe stata fonte di piacere e ciò valeva anche per Hilda che godeva nel sentire la pelle vellutata di Bowen e la carapace liscia e calda di Adam. Non riusciva a credere che stavano facendo tutto quel casino nel bagno, non riusciva a credere che Adam l'avesse assecondata fino a quel punto, fino a perdere il totale controllo sul proprio corpo, perdendo quel viso angelico, sostituito da qualcosa che sembrava calzare di più la feroce lussuria che lo stava divorando. Iniziò a carezzargli il volto mostruoso con una mano, infilandogli l'indice nella bocca, per poter sentire la sua lingua la sua bocca e le sue pericolose fauci. Godendone immensamente per colpa dell'eromanzia.
    Aaah sììì, sììì Aaah ti amo Adam! Ti amoooo! era di nuovo sul punto di venire, il suo corpo era allo stremo, sentiva piccoli orgasmi salire e scendere sempre più vertiginosamente, ma lei aspettava quel momento in cui l'avrebbero riempita di sperma per poter impazzire totalmente.
     
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    Fare l'amore con Hilda era un'esperienza unica, così meravigliosa da risultare sconvolgente e anche se Adam avrebbe dato la sua anima per trascorrere l'eternità soltanto a baciarla sulle labbra teso e palpitante come un ragazzino al suo primo bacio, la verità era che il suo momento preferito di quell'unione era quando lo mordeva: non solo perché gli sembrava il gesto più intenso, più profondo con cui potevano ribadire il loro amore o perché il piacere lo pugnalava con una voluttà inesprimibile a parole; no, tutti questi motivi erano sacri e benedetti, così come lo era la consapevolezza che lei, attraverso il suo sangue, vedeva la sua anima (e avrebbe voluto farsi di vetro pur di mostrarle quanto l'amava!) ma nessuno di essi spiegava davvero la sua predilezione: la verità era che, quando lo mordeva durante un amplesso, lui non poteva fare a meno di trasformarsi. Non era qualcosa su cui aveva controllo, la sua carne scioglieva il vincolo con cui l'aveva costretta in quelle sembianze umane e reclamava il suo reale aspetto, senza che lui potesse farci niente, senza che le sue paure o insicurezze potessero trattenerla oltre. Hilda lo vedeva com'era davvero, non solo nel profondo del suo io ma anche nelle sue sembianze esteriori, non v'era più ostacolo o velo: c'era lui, il suo amore e il suo desiderio.
    Una parte di lui temeva sempre che, con la trasformazione, avrebbe potuto scorgere nel volto della vampira una punta di paura o di spiacere e tale timore non serviva altro che a rinnovare il miracolo della loro assenza: Hilda lo accettava così com'era e poteva unirsi a lei col solo scopo di godere e farla godere. Naturalmente, come ogni altra volta, le sue carni erano troppo strette e, come ogni altra volta, questo non lo fermava neanche per un attimo: adorò affondare totalmente in lei, sentirla prima mugolare premuta sul suo collo e poi doversi staccare per urlare il suo piacere; la trovo più bella che mai e ciò rinnovò, rinvigorì il suo desiderio di farla godere ancora e ancora, fino a renderla la creatura più bella del mondo, della storia.
    A muovere i fianchi di Bowen non c'erano, ovviamente, simili motivazioni e per lui il momento in cui Hilda morse il suo amico fu, semplicemente, il migliore perché fu anche il più perverso. Certo, in quella sera di momenti perversi ne avevano condivisi davvero tanti, di cui uno proprio sotto il tavolo del ristorante ma quello... beh, fu totalmente fuori di testa! Hilda stava bevendo il sangue del suo ragazzo proprio mentre lui e il suo amico la stavano scopando: Dio Santo, quella donna non aveva limiti! E, ovviamente, Bowen la adorava proprio per questo... eppure, forse, c'era anche dell'altro: nell'esatto istante in cui Adam fu morso, il demonietto sentì una lieve fitta sul punto del collo in cui, ormai tanto tempo prima, Hilda lo aveva morso, mentre l'invidia per il suo amico si diffondeva in lui come un dolce veleno. Non fu, però, che un istante, anche perché Adam si lasciò completamente andare e prese a scoparla come se, sopra di loro, lui non ci fosse! Fortunatamente, dopo l'istante di paura il demonietto trovò la cosa semplicemente deliziosa e si dedicò a scoparla con tutte le sue forze, prontamente afferrato dalle mani extra del suo amico, che lo spingevano contro il culo di Hilda con una violenza che non avrebbe mai immaginato. - Sì, cazzo, ti sfondiamo!! - assicurò il demonietto semplicemente deliziato dalle richieste di Hilda, mentre Adam emetteva quella sorta di ringhio sommesso e appena metallico che erano le sue peculiarissime "fusa". - Amore! Ti faremo godere tanto, tantissimo! - urlò anche lui, intensificando le spinte e affondando così quelle due mostruosità dentro di lei, mentre Bowen si divertiva a premersi sulla sua schiena e a riempirla di perversi schiaffi sulle natiche. Ogni suo urlo di piacere era come una sferzata sulle loro schiene: non faceva che spronarli a darle di più, a spingere dentro di lei con tutta la furia del loro desiderio. Ma non erano solo le sue urla a farli impazzire: il modo in cui si leccò il sangue che minacciava di colarle dalle labbra fece sbarrare tutti e tre gli occhi della tiranide, che la guardò totalmente fuori di sé, prima di gemere con quella voce mostruosa tutto il suo piacere... perché gli aveva piantato gli artigli nel carapace, raggiungendo la carne e facendo stillare altro sangue: Adam era abbastanza certo di non essere masochista, ma in quei frangenti il suo corpo doveva rispondere a dei meccanismi innati, perché il dolore si traduceva in una vera e propria scossa di godimento, tanto che quell'asta enorme e mostruosa fremette dentro di lei, con tutti quegli aculei perversi a vibrare e a strapparle sensazioni assolutamente inumane.
    Gli occhi di Adam erano troppi, senza distinzione tra sclera e iride, in un unico mare rosso mentre la pupilla non era che un taglio verticale in esso... eppure, quegli occhi da mostro esprimevano la devozione più pura che una donna può ricevere in dono: in quel momento Adam palpitava per lei, respirava per lei, viveva per lei. E quel cazzo mostruoso, osceno, rovente come una fiamma e duro come un colonna animata, era eretto solo per lei, per il suo piacere ed era quello il motivo per cui veniva affondato con una violenza inenarrabile nella sua femminilità, perché le gonfiava oscenamente un ventre che avrebbe già dovuto essere squarciato dall'interno. - Ghhhrrrr... t-tutto... tutto quello che desideri! Avrai tutto, tutto di me! - gemette con quella voce mostruosa che sembrava un ruggito modulato in parole, mentre le faceva quella che era più una solenne promessa da innamorato che il ringhio di un partner eccitato. E così fece, inseguì l'orgasmo con la furia di una caccia bestiale e lo fece, solo, soltanto per lei: se gli avesse ordinato di non venire, allo stesso modo, avrebbe fatto di tutto, di tutto per trattenersi. - Sì... SI'!!! Certo che verremo insieme! Cazzo, godi! GODI!!! Schizzami mentre ti allago il culo!!! - urlò, invece, totalmente fuori di sé Bowen, con lo sguardo spiritato di chi non potrebbe trattenersi nemmeno volendo, mentre le mani del suo amico lo affondavano con una violenza estrema in quell'orifizio ormai totalmente dilatato, gonfio e sconvolto fin nelle sue viscere più profonde; stava adorando ogni singolo attimo di quella scopata folle e avrebbe dato a Hilda proprio quello che desiderava: un orgasmo violentissimo, intensissismo.
    Erano entrambi già andati e probabilmente non avrebbero resistito che per qualche altro minuto... quando Hilda decise di esagerare: l'eromanzia di Adam era già abbastanza per contaminarli e farli impazzire, ma la vampira liberò la sua che s'irradiò in loro come un incendio in una foresta. Bowen emise un verso aspirato, deliziosamente perverso mentre sbarrava gli occhi e le sbavava sul collo, col corpicino che si contorceva e palpitava assediato da quelle sensazioni assolutamente incredibili; non c'era una sola parte di sé, a contatto con Hilda, che non godesse in una maniera che non aveva mai sperimentato prima, tanto che il suo cazzo prese letteralmente a vibrare dentro di lei sconvolto da quelle che erano delle vere e proprie convulsioni. - Ahhh! Ghhhh!!! S-sei... ihl fhotthut-o... p-paradisho!!! - biascicò digrignando per quel piacere ingestibile, mentre si strusciava sulla sua schiena come un animale in calore e affondava i fianchi in lei con una furia incredibile, quasi superando la forza con cui era trascinato dalle mani di Adam. Era... meraviglioso! Anche soltanto strusciarle i capezzoli sulla schiena gli dava le sensazioni di un vero amplesso! E ogni, ogni affondo... era davvero il paradiso!!
    Adam non era in una situazione diversa, dato che sbavava con gli occhi sbarrati, gemendo e ringhiando come un vero mostro e con la schiena totalmente inarcata: il piacere era troppo, il godimento gli stava divorando ogni traccia d'intelligenza e non riusciva a far altro che spingere in lei come un ossesso e aiutare Bowen a scoparla di più, sempre più forte. Quando gli accarezzò il volto lo premette contro il suo palmo e fece un verso di pura beatitudine, socchiudendo appena gli occhi, per poi spalancare quelle fauci terribili e permetterle di giocare con quella lingua lunghissima; in quell'orrida, pericolosissima bocca ci sarebbe entrata la sua testa senza difficoltà e quelle zanne erano così grandi, così appuntite che sarebbe bastata una lieve pressione per spiccargliela dal collo... eppure, fu docilissimo e per quanto la sua lingua fosse troppo spessa per avvolgersi adeguatamente a un indice tanto sottile, lo fece con la sua mano, col suo braccio, leccandole il palmo come un cane fedele. Ne spalancò pure la piccola boccuccia sulla sommità e prese a succhiarle per davvero il dito, godendone in maniera sfrenata. Era impossibile godere più di così, era impossibile portare il suo corpo oltre quella soglia di piacere... poi gli gridò che lo amava e quello che restava della psiche di Adam andò in pezzi, deflagrando in una felicità assurda, malata, feroce: - RRRGHHH!! A-amo?! AMO!!! TI AMO, TI AMO!!!!! - ruggì, totalmente incapace di trattenersi, lasciando perdere la sua mano e letteralmente afferrandole la testa per scoprirle il collo, su cui affondò le zanne per berne famelico, bestiale il sangue: agì d'istinto, seguendo i suoi impulsi più ferini che gli urlavano di farlo, di condividere per sempre il loro sangue. Probabilmente fu anche la malia vampirica che, raggiunto il suo parossismo, lo costrinse a legarsi totalmente a lei drogandosi col suo sangue, in ogni caso anche Bowen fece lo stesso, pur evitando di ferirla come aveva fatto la tiranide... e averlo imitato gli servì, perché Adam perse totalmente il controllo di sé e, oltre ad avere un orgasmo spaventoso, rilasciò anche l'elettricità che il suo corpo produceva con tanta facilità. Dire che li fulminò entrambi sarebbe fin troppo forte... ma comunque le scosse furono violente, capaci di sconvolgere totalmente i loro recettori e rendere quell'istante totalmente folle.
    Quel doppio, folle orgasmo esplose con una violenza incredibile e mentre Hilda si trova immobilizzata e azzannata dai due ragazzi, due fiumi di sperma bollente le si riversarono dentro: una quantità tale che il suo ventre si gonfiò su quello di Adam benché fosse già terribilmente compresso, mentre una quantità inumana schizzava fuori senza tregua, divenendo un'oscena cascata a ogni spinta. E le spinte non si esaurirono neanche per un attimo: continuò a essere scopata senza tregua per ogni secondo che durò quel doppio orgasmo spaventoso, mentre Adam beveva ringhiante il suo sangue e Bowen, con gli occhi sbarrati e ribaltati, la mordeva gemendo totalmente fuori di sé. Così tanto che perse anche lui il controllo del suo potere, irradiando una quantità assurda di energia oscura proprio nel seme che le riversava dentro senza fine, una tale quantità di energia instabile che avrebbe mandato totalmente in tilt i circuiti energetici della vampira. Era una fortuna che avesse bevuto il sangue di Adam, perché avrebbe avuto bisogno di tutta la capacità rigenerativa della sua razza per poter continuare a godere di un amplesso così spaventosamente sfrenato.
    Quando finalmente quell'orgasmo assurdo si placò, Adam e Bowen le lasciarono andare il collo e gemettero soddisfatti, dandole qualche altra pigra spinta. Era stato... UNICO! - Rgghhh... Hilda, rghhh... - le "fusa" di Adam continuavano come un disco rotto, con lui che adesso le leccava amorevolmente il collo, il seno e parte del ventre (quella lingua era troppo lunga!), mentre tutte le sue mani l'accarezzavano amorevolmente. Anche Bowen mugolava felice, strusciandosi addosso a lei come un animaletto in vena di coccole, anche se era ancora conficcato dentro di lei (come Adam, del resto) impedendole così di svuotarsi per bene. - Wow, Occhibelli, sei... wow! - si complimentò il demonietto, prima di ridacchiare allegro e leccarle il collo con quella lingua vellutata. - E sai, vero, che adesso ti fotteremo ancora? Ti faremo impazzire e gridare fino a... Aprite!!! - la voce di Bowen, da che era allegra e birbante, tornò sensuale e deliziosamente feroce... prima di essere scalzata da un'altra voce! - Mhh, sì, ti apriremo tutta... APRITE, HO DETTO!!! Abbiamo già allertato le forze dell'ordine, pervertiti!!! - la tiranide non aveva capito un accidente di cosa stava succedendo, ma quando la porta del bagno iniziò a tremare e la voce sconosciuta si fece imperiosa, fu costretto ad aprire gli occhi, letteralmente. - Oddio! Oh cazzo! - i due trasalirono e, decisamente molto preoccupati, finalmente liberarono dalla loro presenza Hilda, Bowen per cercare i suoi vestiti (miracolosamente puliti e asciutti, malgrado le condizioni in cui versava il pavimento) mentre Adam... si disperava totalmente! - Oddioddioddio! - Adam era completamente nel panico, girava in tondo nel bagno senza sapere cosa fare: avevano fatto troppo rumore e, in ogni caso, la loro assenza sarebbe stata notata comunque visto da quanto tempo erano lì! Ma, soprattutto, avevano fatto un casino incredibile: avevano urlato, ansimato e lui aveva pure ruggito! Era chiaro che il ristorante, un posto così sciccoso, avesse avvertito la polizia, già si immaginava in manette insieme a Hilda e a Bowen venir denunciati per atti osceni in luogo pubblico! Che razza di primo appuntamento era mai quello?! Senza contare che col suo lavoro non poteva permettersi un simile scandalo: avrebbe fatto fare brutta figura a Domino (già si sentiva dolorante) e mai, in vita sua, avrebbe più potuto guardare negli occhi la Papessa! - Porca troia, Adam, mi andrai in iperventilazione dopo, hai capito?! Riprenditi! Là c'è una finestra, ci dovremmo passare tutte e tre: dacci una mano! - il demonietto, pragmatico come sempre, aveva già individuato una possibile via di fuga: una finestra vicino al soffitto, raggiungibile agevolmente proprio dal suo amico; dopotutto, a parte per la sua camicia strappata da Hilda, lui si era già rivestito, Hilda stessa aveva ancora il suo abito (sgualcito e sporco di seme, ma comunque integro, mutandine a parte) e Adam... beh, in quella forma andava bene anche nudo! Adam, che l'enorme spavento aveva reso docilissimo, obbedì e li aiutò a raggiungere e a uscire dalla finestra... per poi accorgersi di un grosso problema: - Non ci passerò mai!! - in effetti, da tiranide era troppo grande ma, spaventato com'era non aveva la calma necessaria per riprendere la sua forma umana. - Non puoi ritrasformarti?? Cazzo... allora spacca tutto, dai che qua non c'è nessuno! - Dio volle che quella finestra desse su un vicoletto appartato e quindi non ci fu nessuno a gridare quando... beh, una grossa tiranide "allargò" la finestra portandosi dietro una bella porzione di muro. - Dio, che figura!! - si lamentò il poveretto, preda della vergogna e della costernazione... tanto da risultare terribilmente buffo: un simile mostro, con le antenne flosce e il volto spaventoso contratto in un'espressione contrita, era semplicemente comico. E, infatti, il demonietto rise di cuore: - Dai, Insetto Stecco, non ti abbattere: non ti acchiapperanno, per stavolta! Mi vado a fare un giro davanti l'ingresso e sicuramente mi inseguiranno. Voi due approfittatene per filarvela! - propose con un ghignetto da vero birbante, prima di correre nella direzione che aveva detto loro. - Occhibelli? E' stato un vero piacere averti rivista: fammi sapere la prossima volta che uscite voi due, va bene? - un ultimo occhiolino a Hilda, con tanto di gesto a mimare la cornetta del telefono e poi sarebbe scomparso dalla loro vista, dato che uscì dal vicoletto. Si sentirono dei gran schiamazzi (il tipo che bussava doveva aver desistito quando aveva sentito mezzo muro andar giù e probabilmente era corso all'ingresso) e quello sarebbe stato il momento giusto per fuggire. E fu proprio quello che fece, prendendo il braccio Hilda (alla maniera galante di uno sposino) e correndo a perdifiato senza ben sapere dove stesse andando: era così preoccupato e bruciante vergogna, da aver bisogno dell'immediato supporto di Hilda... anche soltanto per essere certi che si sarebbe allontanato a sufficienza da quel posto! Hilda sarebbe riuscita a rassicurarlo?
     
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    Hilda riusciva a percepire ogni minima cosa perfettamente, ogni sensazione veniva amplificata da quella maledetta energia eromantica che aveva iniziato a far sembrare tutto una dolce tortura. Perfino il cazzo di Bowen che le vibrava nel retto la fece gridare di altro piacere, facendole tremare a sua volta la corolla di carne che tentava inutilmente di stringersi attorno a quella mazza, diventando invece un perverso massaggio. Vedere e sentire i due ragazzi andare fuori di testa per il piacere, al punto che Adam ormai parlava in modo sconnesso come un orco delle favole con pochissimo intelletto e Bowen che biascicava e tremava, erano una delizia per la perversa Vampira: non c'era niente al mondo che la eccitava più di vedere il proprio uomo, i proprio compagni perdere il controllo a causa della sfrenata lussuria. Sia Bowen che Adam la morsero, facendola irrigidire per la sorpresa e per il dolore che le trasmisero le fauci di Adam che spietato la ferì abbeverandosi al suo sangue. Alimentando in quel modo ancora di più la sua malia vampirica sulla Tiranide, probabilmente nemmeno lo sapeva che bere sangue dal vampiro che lo aveva ammaliato non faceva che rendere quell'influenza sempre più forte. Hilda quindi non fece niente per impedirglielo, anzi si lasciò cullare dalla sua vena masochistica che attinse a quel dolore per amplificare ancora di più i suoi sensi. Come se non bastasse Adam liberò la sua energia elettrica, investendo entrambi i suoi compagni, costringendoli a non lasciarsi prendere dal torpore del piacere, ravvivando ogni senso sia fisico che mentale. Hilda urlò di dolore, di piacere ed andò totalmente in estasi mentre fiumi di seme bollente la riempirono in entrambi i suoi orifizi. Chiusa fra quei due fuochi di un amplesso sfrenato, bloccata, ferita e devastata nei suoi orifizi somigliava tantissimo ad un vero e proprio stupro. Non aveva idea del perché Adam la mordesse ogni volta e ne beveva il sangue, quel gesto nascondeva sicuramente qualcosa di oscuro che affascinava e plagiava la vampira, alla ricerca di quell'essere oscuro che lo dominava in momenti come quelli. Se in momenti di puro divertimento le facevano quello, cosa avrebbero fatto se avessero voluto davvero stuprarla ed umiliarla? Affascinata da quelle domande, dal senso di pericolo che le trasmisero e dal dolore unito al piacere sempre più sfrenato non riuscì più in alcun modo a trattenersi. Si abbandonò totalmente a loro tremando e venendo con continui schizzi di umori, mentre le sue corna si accesero di energia, brillando in modo tetro, sembravano pronti a sparare dardi del suo potere. Il piacere di Hilda non faceva che crescere ad ogni fiotto che la riempiva, e quel seme in eccesso sgorgava all'infuori durante il movimento di quelle mazze durissime. Molto altro però veniva spinto in lei gonfiandole il ventre facendole sparire le iridi dietro le palpebre degli occhi. Impegnati come erano a morderla non avrebbero visto il volto sconvolto di Hilda che era sul punto di svenire. Infine appagata e tremante lasciò cadere il proprio corpo sul petto di Adam, mugugnando e tremando ancora per quei dolci movimenti dentro di lei. Non riusciva a dire nulla, non ne aveva le forze, e nemmeno sentì le voci dietro la porta del bagno che li minacciavano di aprire la porta. Hilda scivolò pigramente a terra, ancora mezza stordita dall'eccessiva energia che il suo corpo aveva accolto. Guardò confusi i due compagni che si agitavano nel bagno in cerca dei loro abiti. Hilda era un vero e proprio disastro in confronto a loro: le cosce erano piene di sperma, una volta che la liberarono esso era colato in fuori producendo suoni osceni, era impossibile nascondere tutta quella roba. La gonna era totalmente sgualcita e troppo corta per coprire il misfatto. Non era però quello a rendere la sua figura non solo oscena ma anche inquietante dato che era sporca di sangue sul collo, sul mento. Si muoveva pigramente, esattamente come se fosse stata ubriaca fradicia di alcool. Difatti faticò molto a rimettersi in piedi. Le gambe le tremavano ancora molto per via degli orgasmi che l'avevano sconquassata, se avessero aperto la porta in quel momento, di sicuro Adam e Bowen sarebbero passati per due crudeli stupratori. Bowen ed Adam dovettero caricarsela addosso ed aiutarla ad uscire da quella finestra perché da sola non ce l'avrebbe fatta, non in quel momento. Salutò Bowen con un sorriso, baciandosi il palmo della mano per poi soffiarci sopra. Fortuna che Adam aveva abbastanza energie per portare via Hilda che si lasciò volentieri trasportare, ridacchiando parecchio divertita da ciò che era successo.
    Adam.. devo pulirmi.. non possiamo andare in giro così. fece continuando a ridere, per poi indicargli una direzione: ovvero il parco vicino al ristorante, dove c'erano dei bagni pubblici, fontane di acqua potabile dove di solito la gente riempiva le loro bottigliette durante le loro passeggiate. A quell'ora c'era molta meno gente, ed era la meta più vicina da poter raggiungere.
     
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    La preoccupazione di Adam raggiunse ben presto il parossismo, con lui che non sapeva dove diavolo andare mentre una miriade di domande gli affollavano la mente, simili a un nero stormo di grami uccelli portatori di sventura: Bowen sarebbe riuscito a trattenerli abbastanza a lungo? E, in caso, sarebbe riuscito a fuggire? E se i ristoratori avessero contattato la polizia? E se li aspettasse una pattuglia poco oltre quel vicolo? E... insomma, dubbi su dubbi su altri dubbi, affastellati con cura e attenzione dalla sua natura apprensiva per formare un enorme, pesantissimo macigno che gli gravava tutto sulle spalle e quasi rischiava di fargli dimenticare la cosa più importante: aveva Hilda tra le sue braccia. La vampira, infatti, pur avendo in viso un'espressione a dir poco beata, era visibilmente incapace di camminare e non sembrava affatto lucido, quindi era responsabilità sua portarla a sicuro.
    Cosa più facile a dirsi che a farsi, dato che a ogni passo la sua mente evocava lo spettro di un truce agente di polizia o di uno scandalizzato cameriere, entrambi che gli rimproveravano le stesse, terribili cose: oltraggio al pudore, atti osceni in luogo pubblico, essere scappati prima di aver pagato il conto(!) e danneggiamento di struttura privata(!!), insomma tutti crimini indegni di un Portatore di Luce e che, come minimo, avrebbero fatto piangere la Papessa e arrabbiare (di brutto, di brutto!) Domino; e, a parte quell'enorme spada (in tutti sensi) di Damocle che gli pendeva sulla testa, lui stesso si sentiva terribilmente in colpa e non solo nei confronti del ristorante: quello doveva essere il loro primo appuntamento! Doveva essere una serata perfetta, romantica, normale dopo il loro passato burrascoso... e invece, erano finiti a scappare mezzi nudi (lui tutto, ma almeno il carapace copriva bene) in strada, col rischio di venir braccati come i ladri che erano! Decise che l'indomani, cascasse il mondo, avrebbe fatto trovare al locale una lettera di scuse e del denaro come risarcimento, anche perché doveva evitare che sporgessero denuncia: là dentro era pieno del loro... materiale genetico.
    Insomma, sarebbe stato ancora a lungo a lambiccarsi il cervello su cosa fare e dove andare, se una risatina argentina non l'avesse distratto: la sua amata, infatti, pareva essere molto divertita da quanto stava accadendo e la sua tranquillità, anche se la trovava assolutamente immotivata, lo aiutò a ritrovare la calma. - Vorrei proprio essere in grado di ridere di tutta questa storia, io... oh! O-oddio, sì, è vero! Scusami!! - quella voce cavernosa e mostruosa, decisamente non fatta per esprimere preoccupazione e contrizione, si ruppe in una sorta di spaventoso pigolio a causa dei sensi di colpa: era così impegnato a pensare a quanto la situazione fosse tragica, da non accorgersi nemmeno che Hilda aveva bisogno a di lui! La strinse ancora di più a sé, permettendole di poggiarsi meglio sull'ampia superficie del suo petto, sopra quella carapace resistente ma dalla superficie vellutata e calda. - A-adesso trovo s-subito un posto adatto! - le promise e, pur con tre occhi a sua disposizione, non avrebbe trovato alcunché se lei non gli avesse indicato quell'opportuno parchetto, tanto che la rivolse un "grazie" imbarazzatissimo prima di precipitarvisi. - Tranquilla, amore, è tardi, non ci sarà nessuno... - provò a rassicurarla e a rassicurare se stesso allo stesso tempo, mentre si faceva strada in quei stretti, leziosi vialetti di cui temeva l'incontro con qualche tardivo visitatore. - ...non ci saranno i pensionati che danno da mangiare ai piccioni. O madri coi bambini piccoli... - continuò in un sussurro che manifestava fin troppo bene i suoi reali timori, con gli occhi sgranati e le antenne all'erta nel tentativo d'individuare anche il più piccolo rumore; fortunatamente il parchetto era deserto e trovò ben presto la cabina dei bagni, necessaria per permettere a Hilda di rendersi presentabile. Un po' gli dispiaceva passare da un bagno all'altro, stavolta persino pubblico ma non si poteva fare altrimenti e mentre si malediva per per quel primo appuntamento del tutto indegno di Hilda, entrava nella cabina, per fortuna pensata anche per razze più grandi come la sua. A dispetto delle sue preoccupazioni era pulita e c'era carta e sapone liquido in abbondanza, tutto quello che serviva per aiutare la sua amata a mondarsi.
    Sarai stanca... ma non ti preoccupare: ci sono io! Lascia fare tutto a me, va bene? Tu riposati e vedrai che in un attimo sarai pulita e non ci saranno tracce di... di... i-insomma, andrà tutto bene! - balbettò e ringraziò che il suo carapace non poteva arrossire, sennò avrebbe fatto una gran grama figura! Non che ne fece una migliore, ma distolse abbastanza in fretta tutti e tre i suoi occhi per non vedere la sua espressione, anche perché aveva da fare: la prese meglio in braccio, sorreggendola per le cosce (evitò accuratamente di tenerla dai glutei per evitare di risultare fuori luogo o molesto) e in modo che potesse stare dritta con la schiena e guardarlo più o meno in faccia; con le altre mani libere (che comodità avere quattro braccia!) prese un po' di carta asciugamani che inumidì con po' d'acqua dal rubinetto e poi, tenendo delicatamente quei fogli di carta assorbente tra due artigli (aveva le mani troppo grandi, per un lavoro così preciso) cercò di pulire delicatamente le gote della vampira. Hilda, come sempre, gli parve più bella che mai e per un attimo quei tre, enormi occhi ferini la guardarono incantati, prima che iniziasse a tamponare la sua pelle con la carta umida, con tocchi estremamente delicati; la pelle del volto non sarebbe stata particolarmente sporca (a parte un po' di saliva e il trucco che si era sciolto con le sue lacrime di piacere), se non fosse stato per via del sangue che la imbrattava. Adam fu punto dal senso di colpa non appena si trovò di fronte con quello che aveva fatto e per fortuna che i segni del suo morso si erano già rimarginati o il suo dolore sarebbe stato inconsolabile... e già così, quel volto mostruoso, dalle fauci enormi e irti di zanne e dai cheliceri a coprirle parzialmente, esprimeva profondo dispiacere e le antenne stesse erano flosce, ai lati della testa, come le orecchie di un cane dispiaciuto.
    Scusami. Io... non volevo farti male, non voglio mai farlo. - affermò, portò la mano e la carta più in basso, sul collo, mentre il profumo del sangue ormai secco si diffondeva e provava la terrificante brama di pulirla con una lenta, lasciva leccata che ovviamente non ci fu. - Non so cosa mi prende... essere morsi da te è così bello che perdo totalmente il controllo. Voglio soltanto stringerti e unirmi a te sempre di più, sempre di più... e finisco per morderti. Scusami, mi... mi crederai una qualche sorta di animale feroce. - rivelò, guardandola intensamente negli occhi velati di tristezza: ammettere quelle cose era doloroso e imbarazzante ma doveva farlo. - Ho anche rovinato il nostro primo appuntamento, abbiamo passato praticamente più tempo in bagno che non seduti al ristorante! Sono... sono un vero impiastro. - continuò e sebbene questa argomentazione sarebbe potuta essere usata contro Hilda, Adam si accusava davvero di aver rovinato l'appuntamento, incapace com'era di controllarsi in quelle situazioni. - Un... un impiastro davvero fortunato: non mi capacito di come tu possa essere ancora qui con me. - aggiunse, con un lieve sorriso amaro (o forse no? Era difficile da decifrare quel viso mostruoso), avvicinando istintivamente il volto al suo e carezzandole delicatamente il capo con l'altra mano. Era difficile per lui dire tutte quelle cose, ma la sua devozione, il suo amore per Hilda erano più grandi della vergogna che in quel momento gli ardeva nel petto e, in quegli occhi rossi e mostruosi, la vampira avrebbe visto sfolgorare tutti quei sentimenti che lei, solo lei gli stava facendo turbinare nel cuore.
     
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    Per Hilda non era la prima volta che fuggiva da poliziotti o da possibili guai, e quei momenti l'avevano sempre divertita un mondo. Aveva una volta perfino sedotto il poliziotto che l'aveva inseguita, finendo per farla franca proprio grazie alle sue doti amatoriali. Vedere Adam così agitato la divertiva come non mai, e pensare che faceva lo stesso mestiere di Bowen che invece di marachelle sembrava averne fatte davvero tante, al punto che si era offerto per farsi inseguire e permettere loro di svignarsela, rendeva tutto ancora più buffo. A quanto pare erano davvero ottimi amici e dopo quella serata era sicura che Adam e Bowen sarebbero diventati ancora più intimi. Era felice di essere stata artefice di una amicizia che sarebbe diventata molto più profonda, e chissà quanta sofferenza avrebbe raccolto quando quell'amicizia si sarebbe incrinata, magari proprio per colpa sua? Chi lo sa? Al momento Hilda non ci stava riflettendo seriamente. Al momento aveva altro per la testa, fra cui dovevano solo pensare a rendersi un poco più presentabili. Un conto era andare in giro nudi, ed un altro era andare in giro nudi e coperti di sangue. Hilda non era preoccupata per lo scandalo, ma per possibili interventi di polizia che avrebbe potuto metterla nei guai e far trapelare troppe informazioni che invece voleva tenere per sé. Adam la portò in uno di quei bagni pubblici che miracolosamente avevano trovato puliti. Notò che Adam non la lasciò a terra, continuando a tenerla fra le braccia, chiedendole semplicemente di riposarsi e di lasciare fare a lui. Hilda lo guardò dapprima sorpresa, pensò di rifiutare così da lavarsi per bene, ma quando provò a divincolarsi, una piccola fitta al bacino le fece capire che le serviva un altro poco di tempo per riprendersi del tutto. Decise quindi di farsi coccolare.
    Va bene, grazie amore. fece assecondando i gesti di Adam, alzando il collo per farsi pulire, oppure allargando le braccia. Notò che lui si fece silenzioso e pensieroso, portandola a fissare la tiranide mentre era immerso nei suoi pensieri. Era ambiguo che stesse ripulendo via il sangue che lui stesso aveva contribuito a far sgorgare, lo stava facendo con una delicatezza inaudita, manco stesse avendo a che fare con un neonato. Le ricordò molto quei rapporti sadomaso in cui la sottomessa veniva coccolata alla fine delle sessioni. Di solito però il master lo faceva consapevolmente, così da rafforzare il legame fra master e slave, Adam invece si sentiva in colpa. Lo si poteva capire già attraverso il linguaggio del suo corpo. Difatti poco dopo si scuso con lei, cercando delle giustificazioni a ciò che aveva fatto. Lo lasciò parlare così da esprimere i suoi dubbi e le sue paure. Hilda vedeva sempre di più in lui un animo gentile che veniva offuscato dalla sua natura bestiale, sembrava avere una certa predilezione al masochismo dato che si eccitava tantissimo a farsi mordere, ma non ne era sicura, poiché l'influenza vampirica aveva potuto distorcere molto quelle sensazioni. Gli era piaciuto anche morderla, ma non era sicura se lo aveva fatto per seguire un impulso intimo o se aveva avuto il desiderio di farle male. Non era facile da capire quando anche lei era preda dell'estasi. Quando Adam finì le sue scuse Hilda posò una mano su quella sua che la stava pulendo, per fermarlo e cercò i suoi occhi in cui specchiarsi. Gli sorrise dolcemente, avvicinando la guancia alla mano di Adam per carezzarsi con il dorso di quei grossi artigli.
    Non dire sciocchezze Adam. Ed io allora cosa dovrei dire? Anche io ti ho morso e non nego affatto che mi piace farlo, è nella mia natura. Tu l'hai accettata, anzi... gli carezzò la gola sfiorando con i polpastrelli i fori che si stavano rimarginando.
    ...l'hai amata, sembri davvero amare molto il mio lato più feroce. E questo per me significa tanto. a quel punto Hilda era abbastanza pulita sulla parte superiore del corpo, e doveva ripulirsi sulla parte inferiore, così senza alcuna fretta cercò di rimettersi in piedi di fronte a lui. Tornò vicino a lui subito, carezzandogli il volto con entrambe le mani, per poi scivolare con le dita verso le sue fauci carezzandone i denti affilati, quelli stessi che prima l'avevano ferita.
    Anche io amerò il tuo lato feroce Adam, perché quando mi mordi, quando succhi il mio sangue, mi fai capire che vorresti essere come me, che vorresti capire cosa provo io quando bevo il tuo sangue. incrociò con una mano libera le dita di Adam e dolcemente gli guidò quelle pericolose dita fra le proprie cosce, lasciando che esse si poggiassero delicatamente contro la sua vulva ancora gonfia e arrossata. Voleva fargli notare che nonostante tutto, lei era fradicia, voleva ricordargli che aveva spruzzato da quel punto tutto il suo piacere, proprio mentre l'aveva morsa. Voleva fargli sentire che era ancora calda ed umida di lui.
    E questo amore mio, mi riempie di gioia, quel dolore che tu pensi di darmi invece mi da un grande piacere. gli si avvicinò ancora, posando le labbra contro la bocca di Adam in cerca di un bacio, prima dolce e casto e poi sempre più coinvolto. Cercò il tocco della sua lingua, senza sfociare però in un bacio perso e incontrollato, era un intimo tocco, votato più a mostrargli che le piaceva un contatto fisico così intimo con lui. Senza fretta di separarsi da lui tornò a poggiare i talloni al suolo, si diede una rapida pulita usando acqua carta e ciò che serviva, ma il vestito a quel punto era bagnato e macchiato. Si spogliò totalmente nuda per poi allungare le mani in una direzione e richiamare con il ninjutsu di evocazione un nuovo vestito succinto e fresco per lei. Non aveva evocato mutandine ne tanto meno un reggiseno, aveva solo quel abito rosso a coprire le sue nudità.
    La serata non è ancora finita, ti avevo promesso che dopo aver giocato con Bowen saremmo stati solo io e te ricordi? gli fece un occhiolino complice.
    Dai vestiti anche tu e facciamoci una romantica passeggiata nel parco. Ho sempre voluto chiacchierare con te, ma finiamo sempre con il saltarci addosso. l'ultima frase ovviamente lo disse con un sorriso malizioso ed una piccola risatina complice per fargli capire che dopotutto non le era mai dispiaciuto che succedesse, dopotutto non era così la prima fase fra due innamorati? Attese che quindi anche lui si desse una ripulita ed una sistemata, così da riprendere la loro serata e non far sentire Adam un completo fallimento.

    Edited by Hina-Poppezinga - 28/7/2022, 10:41
     
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    La pelle di Hilda era un'interrotta distesa di caramello, dalla perfetta consistenza serica e dal profumo inebriante, esaltato e non coperto dall'odore di sangue e sesso che li permeava. Pulirla da quella patina di sangue scuro, ormai secco, aveva una vaga tensione erotica e Adam non poté esimersi dal pensare che sarebbe stato davvero, davvero bello lavarla con le sue mani, strofinare delicatamente la spugna su quelle membra perfette, mentre una schiuma profumata velava quelle forme che gli strappavano ogni volta un sospiro di meraviglia. Si vergognò a trovare tanto piacevole un atto che, nelle sue più recondite intenzioni, serviva a espiare la sua colpa; eppure, tracce di quel delitto non ve n'erano già più, la rigenerazione tipica dei vampiri aveva lavorato bene e sotto il sangue secco non apparivano i segni terribili delle sue zanne. Una grazia sufficiente per dimenticare quella storia del senso di colpa e magari tornare a baciarla, sussurrarle qualcosa di malizioso all'orecchio e magari cedere a quel desiderio che, lo sapeva, pulsava paziento oltre la fragile diga delle sue buone intenzioni. Dopotutto Hilda appariva soddisfatta e allegra, si era abbandonata alle sue mani totalmente fiduciosa (ah, la dolce eco del suo "amore" che ancora vibrava in lui)... quindi, perché non far finta di nulla e continuare a divertirsi? Non si era mai lamentata finora, non aveva il diritto di pensare che a lei piacesse?
    No, non l'aveva: quelle scuse andavano fatte, quelle parole andavano pronunciate, anche se gli costavano un dazio in termini di vergogna e paura. Doveva prendersi le sue responsabilità e non poteva nascondersi dietro la dolcezza o la bontà di Hilda! Però, anche il suo coraggio aveva un limite ed era, molto chiaramente, guardarla negli occhi mentre le faceva le sue scuse: abbassò gli occhi colpevole e si dedicò con ancora più dolcezza al suo operato, finché le scuse non furono terminate e un silenzio lieve, carico d'attesa colò sull'aria intorno a loro. A spazzarlo via, prima della voce della sua amata, ci pensò la sua mano: bruna, graziosamente piccola rispetto alla sua, che lo fermò e gli invitò a sollevare lo sguardo. Incontrò uno splendido sorriso, dolcissimo, che lo disarmò e lo gli fece trattenere il respiro, mentre lei gli accarezzava la mano con la sua guancia. In quella forma (la sua vera forma) la sua mano era grande quasi quanto la testa di Hilda e gli artigli, ricurvi e acuminati, avrebbero potuto squarciarle quella pelle da sogno con un solo movimento distratto... eppure, nel sentire quel lieve contatto, a trasalire fu lui mentre un senso di intensa, dolcissima felicità gli dilagava nelle vene denso come miele. Avrebbe voluto dire qualcosa ma sentiva la lingua intorpidita, pesante nella bocca ed evitò di prodursi in sforzi inutili, limitandosi semplicemente a rispondere a quella carezza, con quella mano enorme che si apriva per lei e le circondava in un attimo il capo, regalandole una delicata, calda carezza mentre quegli artigli terribili le sfioravano delicati, devoti i capelli.
    Hilda lo rassicurò immediatamente con parole gentili e gli ricordò anche la sua splendida, meravigliosa ferocia. - Hilda... - sussurrò appena, mentre lei gli sfiorava delicatamente il collo, alla ricerca dei fori ormai chiusi dei suoi canini. Anche il collo di Adam era ricoperto da quel carapace duro e lucido, ridotto però a piccole listerelle nere indipendenti l'una dalle altre, che gli permettevano di mantenere la sua consueta protezione e, allo stesso tempo, non riducevano la sua libertà di movimento: ebbene, Hilda avrebbe sentito quei piccoli segmenti d'armatura flettersi al suo tocco e le membra sottostanti, forti e possenti, tendersi per la lieve carezza delle sue dita. - Come potrei non amarlo? Come potrei non amare ogni lato di te? - rispose, mentre i suoi occhi brillavano di contentezza e quel volto mostruoso, così distante dal suo umano, si piegava in un sorriso colmo d'amore.
    L'aiutò a rimettere i piedi a terra, tenendo vicino le mani al suo corpo nel caso avesse bisogno di un sostegno per un eventuale vertigine o per un passo falso, mentre la vampira gli si avvicinava e gli accarezzava il volto con una delicatezza che lo stupì: il volto di Adam non era particolarmente bello, non quantomeno per una donna dai gusti simili a quelli umani, con quei vaghissimi tratti umanoidi distorti da quelli mostruosi, a partire dalle fauci enormi e quelle zanne acuminate, davvero impressionanti. Eppure la sua Hilda, che era la bellezza incarnata, lo carezzò come se non ci fosse differenza tra quei lineamenti e quelli da umano, con le dita sottili che gli carezzavano le zanne a dimostrargli che non lo temeva, neppure in quell'aspetto così terribile. La strinse a sé delicatamente, circondandola con tutte e quattro le braccia e sfiorandole con una mano i capelli.
    Avrebbe voluto baciarla ma non osò interromperla, anche perché gli catturò la mano tra le sue e, lentamente, gliela portò tra le sue cosce. Adam sospirò, un sospiro carico di desiderio, mentre le carni bollenti, deliziosamente bagnate della sua amata si premevano contro le sue dita, così grandi che ne bastava una per coprire totalmente la sua vulva; socchiuse gli occhi, fremendo appena, prima di riaprirli e guardarla pieno di una devozione venata di brama. - Hilda... - sussurrò ancora il suo nome, stavolta con un tono arrochito dal desiderio: era vero, aveva ragione! Lui la mordeva perché voleva sentire quello che provava lei, smarrirsi nel suo sangue come lei si perdeva nella sua anima. Certo, in realtà tutto ciò non spiegava davvero molto, ma in quel momento ad Adam parve il motivo migliore e, soprattutto, le labbra della sua vampira gli lambivano le fauci... c'erano altre cose molto più importanti. Accarezzò delicatamente, con estrema attenzione la sua femminilità senza veli, proprio mentre lei gli assicurava che il dolore di cui si sentiva in colpa era, in realtà, un meraviglioso piacere; socchiuse gli occhi mentre Hilda annullava ogni distanza tra loro e gli concedeva quel bacio dolcissimo, mozzafiato. Non aveva propriamente delle labbra e le sue fauci erano abbastanza grandi da poter contenere l'intera testa della donna, ma questo comunque non cambiò la dolcezza di quel contatto, la sua natura passionale ma anche piena di sentimento, di amore: l'abbraccio si strinse e la vampira avrebbe sentito tutto quell'immenso corpo circondarla dolcemente, con la sua lingua che veniva accolta in quella bocca terribile e veniva coccolata, teneramente accarezzata da quella molto, molto più grandi Adam; la carezzò dolcemente coi cheliceri, mentre le antenne le sfioravano amorevolmente i capelli. Fu un bacio meraviglioso e quando lei lo sciolse la guardò beato, con gli occhi socchiusi e colmi di liquida felicità.
    Il suo sguardo, però, divenne assai più acceso e bramoso nel vederla spogliarsi e lavarsi per bene: era così dannatamente perfetta che rimase a fissarla adorante, almeno finché non fece comparire un nuovo abito e non l'indossò... cosa che, in realtà, non diminuì ancora il suo incanto perché, oltre a starle da Dio, sapeva perfettamente che non indossava nulla sotto e questa consapevolezza lo accendeva di un intenso, bellissimo desiderio. Era così impegnato a fissarla estatico che trasalì quando si rivolse a lui, invitando a vestirsi e a continuare la serata come stabilito in precedenza: - Oh... ah. G-già, hai assolutamente ragione, che sciocco che sono! - già, non aveva mica pensato che avrebbero continuato a scopare in quel bagno, assolutamente no. Inoltre, fortunatamente, finché era in quella forma, non poteva arrossire... anche se si vedeva chiaramente che stava trattenendo (letteralmente) un'erezione, visto com'era oscenamente gonfio e sollevato il carapace nella zona inguinale. Erezione a parte, però, era tornato in sé e poteva di nuovo riassumere la sua forma umana: lo fece immediatamente e sebbene si sentisse un po' in imbarazzo a condividere quel genere di intimità, si ripulì e si rinfrescò anche lui, inevitabilmente mettendo in mostra quel suo corpo incredibile anche da umano, dalla pelle diafana deliziosamente tesa per tutti quei muscoli perfettamente cesellati e gonfi, decisamente molto gonfi. Alla fine delle sue veloci abluzioni, evocò anche lui dei vestiti semplici e comodi da indossare, cercando di farlo quanto più velocemente possibile. - Scusami per averti fatta attendere, tesoro. - si scusò, offrendole il braccio come un vero gentiluomo e finalmente uscendo da quel piccolo bagno.
    La notte era ormai arrivata e l'aria era piacevolmente fresca, purtroppo non si riuscivano a vedere molte stelle a causa dell'inquinamento luminoso ma, quantomeno, i vialetti erano vuoti e sembravano attendere loro due. Un fremito lo percorse mentre muoveva in una direzione a caso i primi passi, già disponibile a seguire Hilda, se avesse manifestato l'intenzione di andare da qualche parte: era teso e temeva di fare qualche gaffe, dato che quella situazione gli sembrava la cosa più vicina a un "normale appuntamento" che avessero mai fatto. Eppure, sentiva già il silenzio scavare tra di loro ed ebbe paura che stesse per trasformare quella passeggiata in un'attività goffa, imbarazzata e piena di disagio, cosa che finalmente gli donò il coraggio necessario ad aprirsi. - Questa è stata la giornata delle prime volte, sai? E' la prima volta che mi trovo a fare qualcosa con... un'altra persona. - la pudicizia gli impedì di nominare Bowen e quanto avevano condiviso, ma parlava palesemente di questo. - Ed è la prima volta che passeggio in un parco con una ragazza. - ammise, arrossendo appena a fare un'ammissione che gli parve, forse scioccamente, più imbarazzante della precedente. - Hilda... sei stata un sacco di mie prime volte e sono felice di averle condivise con te. Io... - non voleva già dire una cosa tanto seria così presto... ma non era riuscito a frenarsi. - Per me va bene... condividere il nostro piacere con altre persone, se lo vuoi e ci fidiamo di loro. Oggi è stato bello, anche se non... non l'avrei mai detto prima di viverlo con te. - continuò, guardandola negli occhi e cercando la sua mano, per stringerla con la sua più grande. - E' stato bello vederti così eccitata e felice, sai? Voglio vederti sempre così, la tua felicità... è la mia. - temette di star esagerando, ma lei gli aveva detto che lo amava soltanto poche decine di minuti prima e, anche se probabilmente era una frase dettata dal piacere del momento, ancora gli infiammava il cuore e per questo voleva farle capire che per lui, lei era molto di più di un bellissimo amplesso consumato nel bagno di un ristorante o in camera da letto. Lei era la persona che voleva nella sua vita, la prima persona che desiderava in quel modo e voleva che lo sapesse, anche se i suoi occhi scintillavano incerti mentre le diceva quelle parole per lui tutte nuove, anche se il suo viso pallido arrossiva per l'imbarazzo di quelle ammissioni: voleva trametterle ogni singolo suo singolo sentimento, ogni emozione che gli suscitava.
    Ed è bello prenderti per mano in questa maniera. E' bello anche soltanto stare con te. - disse, fermandosi in mezzo la strada e guardandola colmo di felicità e, allo stesso tempo, di timore: avrebbe voluto baciarla, ridere di gioia sulle sue labbra ma non voleva precorrere i tempi, cantare una vittoria che non gli era stata data: se stava esagerando, se aveva capito male qualcosa o se, semplicemente, Hilda avesse cambiato idea su di loro... voleva darle la possibilità di dirglielo.
     
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    Hilda non era mai riuscita a vivere una relazione d'amore in modo normale, non solo per via delle sue turbe mentali che la portavano a fare delle cose fuori dalla comune logica, ma aveva un grosso ostacolo che riguardava proprio il suo essere vampiro. Non tutti accettavano quel suo lato più selvatico, ed ancora meno gli umani che non avevano modo di guarire in fretta. Adam invece sembrava proprio avere una certa predilizione, confessandole che amava ogni lato di lei, anche quello che molti reputavano pericoloso. Era davvero incredibile che da un lato aveva Gabriel che non voleva corrisponderla in nessun modo ferendola nel profondo, rifiutando il suo morso; mentre dall'altro lato aveva Adam che dolcissimo voleva farla sentire amata ed accettata. Come poteva resistere ad una cosa del genere? Gabriel aveva il viso d'angelo ed il cuore indomito ma era spietato con lei. Adam invece che aveva l'aspetto di un demone di una creatura oscura e terrificante aveva delle premure dolcissime, e faceva di tutto per farla sentire amata ed accettata. Quel suo modo di fare la faceva sciogliere in un brodo di giuggiole, quindi anche Hilda voleva farlo sentire a suo agio, carezzandolo anche in quella forma, facendogli sentire che non lo disprezzava e che per lei entrambi i suoi aspetti erano adorabili. Si godette ogni coccola e carezza che Adam le diede, ricambiandolo con altrettanta dolcezza, fin quando senza fretta decise di passare alla loro serata, ripulendosi e rivestendosi. Attese che anche Adam facesse lo stesso, mangiandoselo con gli occhi mentre si puliva e si rivestiva. Non nascose affatto la sua malizia nel guardarlo, mordendosi il labbro inferiore nel fissare le sue natiche sode tutte da mordere e pizzicare. Una volta che furono pronti e si avviarono verso la loro guadagnata passeggiata, Hilda sospirò beata mettendosi a braccetto ad Adam felice di poter proseguire la loro serata. Adam ruppe il silenzio dei loro passi confessandole che per lui quella era stata la prima volta ad aver condiviso una donna con un amico. Aveva ancora qualche dubbio in proposito per via di ciò che aveva detto Bowen durante la loro serata, ma volle credergli. Era anche la prima volta che passeggiasse con una ragazza, mano nella mano. Stava per rispondergli allegramente, ma notò che aveva qualcosa che gli premeva dentro e che voleva mettere in chiaro con lei. Lo lasciò quindi parlare, mentre lei in silenzio lo guardava facendosi cullare dalle sue dolci parole. Era la prima volta che qualcuno le parlava in modo così dolce ed a cuore aperto. Hilda si emozionò perché capiva perfettamente quanto fosse sincero Adam, e di quanto in realtà poteva essere fragile. Il fatto che glielo stesse dicendo la diceva lunga sul fatto che si fidasse di lei. Hilda si strinse a lui, poggiandogli la tempia contro la spalla, mentre con l'altro braccio andò a cingerlo sui fianchi.
    Non riesco a credere che un orsacchiotto bello e dolce come te non ha mai passeggiato mano nella mano con una ragazza. Avrei dato per scontato che fossi pieno di ammiratrici, che avrei dovuto sgomitare tantissimo per avere la tua attenzione. disse per poi sollevare il viso verso di lui e sorridergli colma di gioia, e con gli occhi leggermente lucidi, tipici di chi si era emozionato ma non voleva darlo a vedere.
    E' stato bello anche per me, sono così felice che mi hai assecondata, che mi hai seguito in questa perversione. Se non ti avessi trovato coinvolto, se avessi notato che ti feriva, non sarei mai andata avanti. Però quando ti ho sentito eccitato, quando ho sentito che ti eccitava vedermi così lasciva anche con Bowen, non ho resistito, ho voluto condividere con te un momento perverso e folle. si fece un attimino più seria e guardò verso il terreno, staccando la testa dalla sua spalla.
    Ho vissuto una vita lunghissima, ed ammetto che trasgredire mi diverte tanto, mi fa sentire viva. Però.... anche se ho usato Bowen per avere piacere, per avere una serata pazzesca insieme a te... io... si fermò, voltandosi con tutto il corpo verso di lui. Lo afferrò dolcemente per le braccia, tergiversando un attimo su quei bicipiti muscolosi che la distraerono per un momento.
    E' te che voglio davvero, io sono innamorata di te Adam. E lo so che sembra strano detto dopo che ci siamo divertiti con Bowen, è stata una tentazione irresistibile. Io penso che il sesso non è solo una cosa che si fa all'interno di una coppia, che esista solo per mettere al mondo dei figli. Il sesso è una pulsione fisica, è uno strumento per il piacere. Alle volte il sesso avvicina le persone, scommetto che dopo questa sera tu e Bowen avrete un legame speciale. L'amore invece per me è un'altra cosa. Anche se ti vedessi fare sesso con qualcu'altra, mi sentirei tradita solo se tu ignorassi il mio sguardo. Anche se ho baciato Bowen e l'ho toccato, era te che guardavo, mi eccitava da impazzire sentire il tuo sguardo, sentire le tue emozioni fluttuare nell'aria. Adam potrai stare sicuro che non mi bastano mille amanti per sentirmi soddisfatta se non ho il tuo cuore con me. mentre gli parlava gli carezzava le braccia, il suo tono di voce cambiava dal dolce al infervorato, poiché gli stava parlando senza menzogne. Aveva parlato in fretta mettendo forse troppe nozioni da dover approfondire, ma voleva dargli subito i punti chiave di come la pensava.
    Lo so forse ti sembro pazza dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, ma non posso negare ciò che sento, e non mi serve conoscerti affondo per capire cosa sia questo sentimento, perché l'ho riconosciuto e so che non farà altro che crescere ancora ed ancora, so per certo che il mio cuore sa già ciò che la mia ragione deve elaborare. cercò le sue mani e le strinse, intrecciandole dita alle sue tremando leggermente poiché non sapeva se ciò che stava rivelando potesse allontanarlo, ma era arrivato il momento di scoprirlo.
    Io voglio fare tutto con te, scoprire mille altre prime volte, anche quelle perverse, perché voglio essere indelebile nel tuo cuore, nei tuoi ricordi, perché io ti amo Adam, e spero sempre che sarà così anche per te, se non adesso magari un giorno. a quel punto era Hilda a temere che magari lui potesse cambiare idea davanti alla prospettiva che insieme a lei avrebbero vissuto altre avventure come quelle, e magari anche più pericolose e pazzesche.
    Io sono fatta così, sono pazza e imprevedibile, ma sappi che ti donerei tutto il mio cuore se tu mi accettassi, se mi accettassi come la tua donna. lo guardava negli occhi in attesa di un responso: avrebbe accettato la prospettiva di un rapporto che altalenava tantissimo in adrenalina? Un rapporto diverso da quelli canonici e romantici che si conosceva tramite i libri ed i film? Hilda aspettava stringendo le sue dita come se avesse avuto paura che sarebbe scivolato via da lei.
     
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    L'aria del parco profumava di fiori ed era mossa da una brezza gentile, amorevole, che invitava a perdersi in quei vialetti più curati e rigogliosi di quanto li ricordava. Ma d'altronde, le poche, sparute stelle che s'intravedevano attraverso le luci della città non brillavano di più di quand'era entrato nel bagno? La Luna stessa non era più grande e splendida di come l'avesse mai vista, circonfusa com'era della sua argentea bellezza? Una luce nuova brillava negli occhi di Adam e ingentiliva ogni cosa che incontrava, la luce di chi ha vicina la donna che gli piace, di chi la sente stretta al proprio braccio, abbastanza vicina per sentire il suo respiro... e quando lo trattiene per la contentezza. Sentì che la sua felicità fosse già piena al primo passo fuori da quel bagno, eppure malgrado quello stato di letizia non poté frenare le sue inquietudini, le sue paure e i suoi desideri: semplicemente le parole fluirono da sole e mentre si apriva a Hilda, gli parve che il parco stesso palpitasse e rabbrividisse non per lo spirare della brezza, bensì per lui e gli spasimi del suo cuore.
    Era teso e quando tacque trattenne il respiro senza accorgersene, almeno finché Hilda non poggiò dolcemente il capo sulla sua spalla e gli circondò i fianchi con un braccio: in quell'esatto momento una gioia intensa, quasi impetuosa, gli dilagò nell'anima e lo sciolse in un lieve sospiro, mentre la imitava e le cingeva anche lui i fianchi col braccio. - Hai sempre avuto la mia attenzione. - le rispose, quasi in un sussurro, mentre le labbra si curvavano in un sorriso che a stento non diventava un riso di gioia. Era allegro, felice e il lieve rossore che gli adornava le guance non era d'imbarazzo, ma di gioia. Gioia che eruppe quando sollevò il capo per poterlo guardare negli occhi: il suo sguardo, come sempre velato di dorata perfezione, era lucido e coinvolto, totalmente dedicato a lui e a quanto le aveva detto. Avrebbe voluto baciarla mille volte e dirle, in un sussurro ridente sulle sue labbra, che non c'era bisogno di dirgli altro e che la sua felicità era già completa così, che nient'altro gli serviva per essere suo, totalmente suo. Ma come poterla interrompere? Come poter smettere di fissare per un solo istante, devoto e felice insieme, i suoi occhi? O carezzare con la sua mano, grande eppure delicata, quel fianco procace e perfetto.
    Sei così bella quando ti ecciti... - si lasciò sfuggire, in una risposta totalmente spontanea alle sue parole, alle sue spiegazioni sull'esperienza che avevano condiviso quella notte. - E sei ancora più bella quando godi. Come potevo negartelo? Io... mi fido totalmente di te e ho sentito che non volevi ferirmi, che cercavi la mia approvazione. Mi è bastato e... mi basterà sempre. - continuò, meglio spiegando la sua affermazione di poco prima: non aveva mai condiviso la donna che gli piaceva (Clerice era splendida e aveva tutta la sua ammirazione, ma no gli faceva certo palpitare il cuore) con un altro uomo prima di allora eppure, malgrado tutti i suoi dubbi e le sue insicurezze, era stato bello e intenso e, soprattutto, mai si era sentito usato o messo sullo sfondo. Avrebbe voluto aggiungere altro, rassicurarla sul fatto che era stato bene in ogni singolo attimo che avevano condiviso, ma Hilda aveva urgenza di dirgli dell'altro e glielo permise, accogliendo con gioia il suo abbraccio e imitandola, stringendola dolcemente a sé mentre attendeva le sue sue parole guardandola con gli occhi azzurri, chiarissimi, scintillanti di gioia e amore per lei. Amore che vibrò e crepitò come una fiamma nutrita da un vento generoso, mentre lei gli parlava e gli mostrava la sua visione dell'amore e del sesso: il suo cuore palpitò e fremette grato mentre lei gli sussurrava che lo amava, che lo desiderava nella sua vita e che, a rendere tanto speciale quella serata con Bowen, era stato lui e il suo desiderio per lei. Certo, quando pensava all'amore, nella sua ingenuità di creatura artificiale, pensava a un sentimento molto distante da quello evocato da Hilda, da quella passione bruciate che faceva palpitare la carne e che, pure, andava oltre di essa: immaginava qualcosa di ben definito, dai confini e dai rituali netti, dalle emozioni precise e ben riconoscibili... e lo pensava così perché era l'unico modo in cui la sua mente, fino a qualche anno prima lontanissima dalla carne e dai suoi misteri, riusciva a figurarsi qualcosa di ineffabile come un fiotto di luce, come il palpito di un cuore alle fatidiche parole della persona amata. La sua mente aveva bisogno di ordine e confini, di mettere distanza tra le idee... e l'amore di cui gli parlava Hilda era una fiamma che divorava ogni differenza, ogni costrutto e pregiudizio: era il puro flusso della vita, con la sua incredibile, benedetta irrazionalità.
    Se solo poche ore prime gli avesse detto tutte quelle cose, lo avrebbe trovato assurdo, inconcepibile... forse non sbagliato, certo, ma assolutamente inadatto a lui: come poteva, insicuro com'era, accettare l'idea che lei vivesse il sesso in maniera non esclusiva, che lo assecondasse come una qualsiasi altra pulsione fisica? Eppure, in quel momento, gli parve assolutamente comprensibile e, soprattutto, assolutamente giusto: c'era desiderio e desiderio, brama e brama; ciò che desiderava da Hilda non era uno sguardo languido e del piacere tanto intenso quanto transitorio, era il contatto tra le loro anime che, durante l'unione con Bowen, aveva sentito più intensamente che mai. Fremette nel sentirsi carezzare le braccia e Hilda avrebbe sentito quei muscoli così deliziosamente pieni, scolpito, guizzare per lei mentre il suo sorriso si allargava ancora di più e i suoi occhi, in un attimo, si facevano persino più luminosi di prima. Schiuse le labbra per parlarle, per dirle tutto il meraviglioso tumulto che infuriava nel suo cuore, ma Hilda gli prese le mani tra le sue, decisamente molto più piccole e, dopo un attimo di esitazione, gli disse che lo amava anche se era folle dire una cosa simile così presto, anche se il suo amore era diverso da quello che immaginava e il suo desiderio percorreva strade che gli erano sconosciute.
    Adam trasalì per un attimo, gli occhi che si sgranarono per lei, la bocca che si irrigidì in un'espressione stupita e il respiro trattenuto, come se anche quello potesse infrangere la perfezione di quell'istante... poi, semplicemente, la strinse a sé e la baciò. Un bacio lento, in cui i suoi occhi non si staccarono per un solo istante dai suoi, finché le loro labbra non si congiunsero e allora li chiuse, mentre si perdeva in quella dolce, morbida danza delle loro bocche; non fu rapace, non fu famelico, bensì infuse in quel bacio ogni singola goccia del suo amore, ogni singolo battito che il suo cuore aveva speso per lei e l'avvolse con tutto il suo corpo, così imponente, così scolpito e possente, eppure - allo stesso tempo - così attento e fremente per lei.
    La mattina in cui ti ho rivista, a casa mia, dopo quanto era accaduto a scuola... - dopo alcuni istanti che non avrebbe saputo quantificare, sciolse il bacio e le sussurrò quelle parole, guardandola negli occhi: da quando aveva compreso la vera natura di Hilda e aveva smesso di temerla non aveva più riaffrontato quell'evento, naturalmente per senso di colpa e timore, ma in quel momento non c'era una sola traccia di paura in lui. - La prima cosa che ho provato non fu rimorso o rabbia o paura, no: fu felicità. Mi sentii felice di vederti anche se credevo di odiarti, anche se avevo disgusto di me e di te. Mi sentii felice con tutto me stesso e fu per questo che ti guardai spaventato: temetti che mi avessi maledetto, che... avessi rotto qualcosa dentro di me. - le raccontò, carezzandole delicatamente una guancia e i capelli con una mano, in una carezza delicata mentre la guardava intensamente negli occhi. - E' questo che significa amare? Io non lo so. Io non ho mai amato nessuno, io... ho passato una lunga parte della mia vita a disprezzare gli altri perché non li comprendevo, perché non capivo cosa li spingesse. - le confessò, continuando con quelle delicate carezze. - Non comprendevo come potessero alzarsi ogni mattina, affrontare tutti i dolori e le seccature della giornata senza disperarsi, senza crollare esausti agli angoli della strada. Quando guardavo al mio futuro vedevo soltanto un abisso nero, in cui perdermi prima della fine... poi ho incontrato la Papessa e ho capito che ci sono degli ideali per cui vivere e soffrire, che si possono aiutare gli altri a combattere le tenebre della disperazione e così rischiarare anche la propria. Ho incontrato persone meravigliose, che ammiro molto e ho trovato degli amici. Ma ancora non sapevo cosa significasse amare davvero. - le raccontò, con gli occhi che si fecero lucidi e si colmarono di lacrime che, a stento, riuscì a trattenere. - Poi ho incontrato te e... tutto è stato sconvolto. Ho creduto di essere stato marchiato, corrotto, sono diventato quello che più odiavo... e adesso so cosa significa non solo voler vivere ma, soprattutto, voler donare la propria vita a qualcuno. E' questo che significa amare? - le chiese per l'ennesima volta, mentre le prendeva la mano e se la portava al cuore, che batteva forsennato e sconvolto tutto per lei. Due lacrime, intanto, corsero giù dalle sue guance e i suoi occhi si fecero più luminosi che mai, traboccanti d'amore come traboccavano di lacrime. - Se questo significa amare... io ti amo, Hilda. Io ti amo! E ti amerò sempre, qualunque cosa farai, in qualunque situazione mi trascinerai! Ti amo perché sei già indelebile, ti amo perché voglio che tu renda anche la mia vita pazza e imprevedibile! - le disse accorato, felice, mentre le lacrime scorrevano e un sorriso gli brillava sulle labbra. - Ti amo perché è la prima volta che piango di fronte a qualcuno... e sono così dannatamente felice di farlo. - aggiunse, stringendola nuovamente a sé e cercando un nuovo bacio, stavolta dettato dalla foga di quella felicità bagnata dalle lacrime. Hilda non era stata semplicemente accettata: in quel momento Adam le stava dicendo che lui avrebbe consacrato la sua vita a lei che, a parte i suoi ideali e il lavoro a essi legato, lei avrebbe riempito interamente le sue giornate e i suoi pensieri, sarebbe stato il motivo per cui si svegliava al mattino e il sogno che avrebbe cullato le sue notti. La sua perversione, la sua trasgressione, il suo peculiare concetto d'amore... tutto sarebbe stato accolto e amato: lui non vedeva l'ora di esplorare tutte quelle cose nuove, mai provate prima d'ora con lei.
     
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    Come poteva non innamorarsi perdutamente di una creatura come Adam? Sopratutto lei che era riuscita ad assaggiare un frammento della sua anima, che le fece capire una cosa importante di lui che rendeva la sua figura molto affascinante ai suoi occhi. La brutalità che aveva mostrato durante i loro combattimenti, quando era riuscito a sopraffarla, erano un arma di difesa per quell'animo ancora puro, ancora del tutto nuovo al mondo. Aveva l'aspetto di un uomo adulto, o di un mostro terrificante, ma in realtà il cuore di Adam era quello di un fanciullo che era stato catapultato dalla culla direttamente nella giungla della città doveva aveva dovuto imparare in fretta. Vedendo l'umanità con occhi di chi non aveva mai vissuto davvero, di chi non conosceva ancora le passioni ed i sentimenti che spingono qualcuno ad agire in un certo modo. Forse Hilda era stata una sorta di terapia d'urto che lo aveva fatto uscire dal suo piccolo guscio di diffidenza verso l'umanità, accogliendola nel modo più istintivo e brutale possibile. Forse non era un caso che avesse assunto la natura di una tiranide, creature così incline all'istinto, ed Hilda non aveva potuto fare a meno di vedere su di lui le amorevoli mani di Apocrypha, rendendolo unico. Era giusto che lei cogliesse quel dono? Ma ovviamente sì, chi se non lei poteva apprezzare davvero cosa fosse davvero Adam? Forse non doveva mettere a rischio un tale dono confessandogli quale fosse la sua reale natura, ma la gioia divenne incontenibile quando lui le dichiarò che accettava la sua natura, che la trovava magnifica, che si fidava di lei, quindi si fidava dei sentimenti che gli aveva confessato. Le braccia di Hilda si aprirono abbandonando le mani di Adam unicamente per potergli cingere il costato e stringerlo, così da potersi scambiare quel bacio colmo di felicità. Quando si staccarono i suoi occhi si specchiarono in quelli di Adam lucenti di emozioni, mentre il suo sorriso commosso le illuminava il volto.
    Beh sì è vero, alle volte l'amore sembra una maledizione. affermò per poi farsi sfuggire una piccola risatina emozionata, continuando a strigere a sé Adam, mentre lui continuava a confessarlo tutto ciò che aveva provato. Lo ascoltò in silenzio mentre un groppo in gola si faceva sempre più grande ed i suoi occhi sempre più lucidi, quel groppo però era unicamente felicità ed anche lei sorrideva e piangeva allo stesso tempo, non credendo quasi a quanto fossero profondi i sentimenti di Adam per lei.
    Sì Adam è questo che significa amare: volersi donare a qualcuno, voler vivere con quella persona e fare tutto insieme, anche le cose pazze! Oh Adam! si sollevò sulle punte dei piedi per andare incontro a quel bacio che si scambiarono intensamente, dapprima un dolce premersi uno contro l'altro con tutto il corpo, per poi affondare la lingua nella sua bocca, non riuscendo trovare giustizia per un bacio che poteva rappresentare ciò che entrambi provavano. Aveva pensato di doverlo ingannare ancora a lungo, invece Adam si era rivelato molto più adatto a lei di quanto non pensasse poiché sembrava voler accettare ogni cosa di lei, anzi, amava ogni cosa di lei. Hilda gli avrebbe mostrato il proprio mondo, ma tutto ovviamente a tempo debito, sul momento voleva solo baciarlo ancora ed ancora, non seppe quantificare il tempo che rimasero a baciarsi, ma quando finalmente si decisero di tornare a guardarsi negli occhi, lei gli diede ancora qualche ultimo bacio a stampo sorridendo e ridacchiando felice.
    Stasera mi hai assecondato in tutto, e ti ringrazio per questo. Adesso però vorrei fare qualcosa che piace a te, voglio realizzare una tua fantasia, un tuo desiderio, giuro che sono disposta a fare tutto ciò che vorrai! si allontanò di un passo per permettergli di prendere aria e spazio, e quindi pensare lucidamente.
    Cosa vorresti fare? Ti seguirò anche in capo al mondo. si sentiva piena di entusiasmo, voleva rendere Adam felice, voleva vederlo allegro ed a suo agio ovviamente. Non le importava se avesse chiesto qualcosa di semplicissimo come per esempio andare a mangiare un gelato, oppure se avesse chiesto qualcosa di profondamente perverso. Hilda era totalmente felice e disposta ad assecondarlo.
     
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    Il cuore gli ardeva di amore per Hilda e quando il loro primo, casto bacio si esaurì perse un battito nel vederla con gli occhi lucidi e quel dolce, meraviglioso sorriso sfolgorare in quel volto da dea, a cui le lodi delle migliori poesie non avrebbero saputo rendere giustizia. Aveva sempre trovato splendidi gli occhi della vampira, con quelle sclere nere e le iridi dorate, occhi da predatrice che gli donavano sempre un brivido... ma non li aveva mai trovati così tanto belli come in quel momento, luccicanti di lacrime di gioia, sorelle delle lacrime che brillavano nei suoi e che, in breve tempo, iniziarono a scorrere sulle gote di entrambi. Accolse il suo abbraccio con un fremito di gioia e fece anche lui lo stesso, cingendole la vita sottile con le sue braccia e tornando a baciarla intensamente, con entrambi che cercavano d'infondere in quel bacio tutti quei sentimenti, intensissimi, che si agitavano nelle loro anime.
    Fosse stato per Adam, avrebbe fermato il tempo in quell'esatto momento e avrebbe fatto durare quel bacio per l'eternità ma, a dispetto dei suoi desideri, anche quel momento unico raggiunse la sua fine e le loro labbra si separarono, anche se subito ritrovarono l'abbraccio dei loro sguardi. Adam era felice e rise insieme alla vampira, di quel riso spontaneo e immotivato che sgorga sempre quando si è ricolmi di gioia, assentendo alle sue parole: sì, la voleva nella sua vita e voleva condividere con lei tutte le esperienze e le avventure che gli sarebbero capitate o che avrebbero attivamente cercato. Quella notte la vampira aveva compiuto gli ultimi, necessari passi per entrare completamente nel suo cuore e conquistarlo, tanto che il ricordo di quel momento, di quel parco avvolto dalla notte, sarebbe diventata la più sacra delle reliquie nella sua memoria.
    Era felice e avrebbe atteso l'alba baciandola e perdendosi nei suoi occhi, quando Hilda si staccò e volle fargli un regalo che gli fece luccicare gli occhi azzurri, ancora coperti dal velo lucente delle lacrime. - Non devi ringraziarmi, non c'è niente di più bello per me che esaudire i tuoi desideri. - le rispose, con spontanea sincerità, avvicinandosi nuovamente a lei e stringendola dolcemente a quel suo torace ampio, magnificamente scolpito. Hilda si era anche allontanata d'un passo per dargli agio di pensare lucidamente, ma la verità era che lui voleva essere ebbro di lei, del suo profumo, del dolce tepore del suo corpo. Le carezzò dolcemente la schiena, con la sua mano enorme eppure piena di delicatezza e le posò un lieve, intenerito bacio sulla fronte, sfruttando la loro differenza d'altezza. - Sono così contento, però, che tu me l'abbia proposto, sai? Sei dolcissima. - le confessò, sorridendole felice e cercando ancora le sue labbra, in un bacio delicato, quasi a stampo, che interruppe poco dopo. - Vorrei tanto che tu mi mordessi, Hilda. - sussurrò sulle sue labbra con voce seducente, leccandole lieve le labbra con la punta della lingua, per poi scivolare con la bocca verso il suo orecchio, mettendola così di fronte a quel collo virile e magnifico, dalla pelle diafana tutta da riempire dei fiori lividi dei succhiotti... o dei fori rossi dei morsi. - Vorrei che ti nutrissi ogni giorno di me. Vorrei che tu placassi la tua sete col mio sangue. - sussurrò caldo proprio al suo orecchio, che carezzò con le labbra prima di staccarsi da lei e guardarla divertito negli occhi. - Ma prima vorrei andare al cinema con te. Ti va? - sicuramente non era birbante come Bowen, ma anche lui sapeva essere dispettoso quando voleva e, comunque, non intendeva davvero farsi beffe di lei: quel desiderio era autentico e totalmente genuino, semplicemente non voleva che lo mordesse in quel momento. E poi, insomma, era tutta la sera che lei lo provocava e lo faceva eccitare come un adolescente inesperto, voleva semplicemente renderle il favore... e mostrarle che, da quel momento in poi, anche lui sarebbe stato molto più ardito e provocante di prima! O, quantomeno, ci avrebbe provato.
    In ogni caso, non le aveva proposto il cinema semplicemente perché, altrimenti, sarebbero finiti per farlo in una delle panchine di quel parco, ma perché aveva intuito che Hilda voleva conoscerlo meglio, voleva sapere cosa gli piacesse (a parte lei, ovviamente) e pensò che sarebbe stata una buona idea condividere con lei la sua passione per il cinema d'autore. A poca distanza da quel parchetto, infatti, c'era un piccolo cinema d'essai che trasmetteva l'ultimo capolavoro di un grande regista ormai dimenticato, un uomo che era stato l'avanguardia artistica del suo tempo e che, dopo quasi tre decadi, riviveva in quella sala cinematografica grazie all'ultima delle sue fatiche. Da appassionato, Adam conosceva la
    programmazione ed era intenzionato ad andarci nei giorni seguenti ma, vista l'occasione, perché non coglierla per trasformarla in un momento romantico e artistico insieme?
    ...insomma, è un grande affresco neorealista con una sottile punta di ironia. Inoltre gli attori, tutti senza una rigorosa preparazione artistica - praticamente presi dalla strada - riescono a trasmettere tutta la drammaticità di un evento soltanto apparentemente banale: sono certo che il conflitto del controllore, diviso tra i suoi doveri professionali e la pietà umana, ti entusiasmerà! - se Hilda avesse accettato il suo invito, avrebbe ricevuto una corposa lezione cinematografica finché non sarebbero giunti a destinazione (per fortuna il cinema era davvero vicino a quel parco) e, fortunatamente, il film era sì iniziato ma da non più di una manciata di secondi. La sala non era molto gremita ma c'erano comunque degli irriducibili appassionati nelle file più vicine: Adam scelse dei posti nelle file centrali, a due file di distanza dal primo gruppetto di cinefili. - Amore, non ti ho chiesto se vuoi i pop corn: li vado a prendere? - quasi non fece in tempo a porre la domanda, decisamente con un tono molto basso ed educato, che immediatamente uno dei presenti si voltò e lo fulminò con lo sguardo: - Shhhh!! - gli fece, facendo arrossire di vergogna la povera tiranide che guardò mortificato sia l'uomo che la sua adorata Hilda. L'atmosfera in quel cinema era decisamente rigida, visto il film proiettato e i suoi spettatori, tutti con forti velleità artistiche e intellettuali: Hilda si sarebbe divertita? O, meglio, avrebbe trovato il modo di divertirsi?
     
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    Anche adesso che erano più lucidi, Adam le ribadì che ciò che lo rendeva felice era proprio assecondare i suoi desideri. Ridacchiò civettuola a quelle parole, ma dentro di sé non riusciva quasi a credere a quanto fosse riuscito rendere cotto di sé quella creatura. Chissà come si sarebbero sviluppate le cose? Non vedeva l'ora di scoprirlo. Intanto però doveva scoprire di più su Adam e chiedergli cosa volesse fare le sembrò un ottima idea. Adam dopo un piccolo ed affettuoso bacio, le confessò che voleva essere morso da lei, ancora. Hilda lo guardò seriamente perplessa, non aveva capito subito che stesse scherzando, e per un attimo si chiese se per caso ormai non avesse reso automatico l'uso dei suoi poteri da lanterna, rendendogli quindi il dolore del morso così tanto piacevole da farglielo chiedere come se invece stesse chiedendo un lussurioso bacio. Era evidente che non conosceva del tutto il pericolo del morso di un vampiro e che lei in realtà ormai dopo centinaia di anni sapeva dosare perfettamente le controindicazioni della sua razza. Pensò poi che magari quella richiesta in realtà potesse nascondere anche della gelosia: chiedendole di mordere lui e nutrirsi di lui tutti i giorni, non avrebbe dovuto cercare altre vittime di cui cibarsi. Dopotutto ormai Adam aveva capito che quando Hilda aveva sete di sangue, spesso sfogava anche altri tipi di istinti.
    Una dieta a base di Tiranide? Vuoi mettermi a dieta? scherzò con una piccola risatina divertita a sua volta quando capì che era il suo modo di stuzzicarla. Annuì contenta alla sua proposta ed allegramente si mise a braccetto ad Adam facendosi scortare al cinema più vicino. Lì scoprì che Adam non era solo istinto e brutalità e che aveva anche interessi intellettuali inaspettati. Credeva che la sua natura di tiranide lo avrebbe portato a interessarsi alla natura, alle fatine magari, si diceva sempre che le tiranidi non riusicvano a resistere al sapore della loro carne. Invece Adam era più sofisticato di quanto si aspettasse.
    Quindi sei un intenditore di cinema. fece sorridendogli intrigata dalla cosa. Gli sorrideva mentre lui illustrava ciò che stavano vedendo. Hilda era sempre stata una sempliciotta in quel campo, non aveva mai analizzato in quel modo un film, godendosi solo la parte da intrattenimento. Con il tempo era arrivata alla superficiale conclusione che in molti film di quel genere, il regista dava la propria visione del mondo che lo circondava, e spessissimo erano basate su esperienze personali. Le sembravano dei giganteschi diari resi a film. Certe opere le vedeva in modo più cinico rispetto ad Adam, ma ciò non significava che non si sarebbe goduta lo spettacolo.
    No grazie, stasera mi sono nutrita già abbastanza. affermò, alla gentile richiesta di Adam, lanciandogli un occhiolino malizioso, riferendosi ovviamente a ciò che avevano fatto poche ore prima. Gli poso una mano sulla coscia con una pacca affettuosa per fargli capire che poteva rimanere comodo. Non le dispiaceva qualcosa di così tranquillo per riprendere fiato. Non che le servisse davvero dato che aveva bevuto il sangue di Adam, ma era sicura che servisse a lui. Quindi rilassò le spalle contro il sedile e guardò verso lo schermo, per i primi dieci minuti, poi iniziò a vagare con i pensieri e la mano che prima era poggiata sulla coscia di Adam iniziò a carezzarlo affettuosamente, mentre continuava a fissare lo schermo distrattamente. Si ritrovò a pensare che era da tantissimo tempo che non andava al cinema, ed in effetti constatò che non ricordava che desse anche quel senso di "intimità" fra lei e lo schermo. Si guardò attorno solo in un secondo momento, notando che tutti fissavano lo schermo, nessuno avrebbe prestato attenzione a lei o ad Adam. Così iniziò a carezzare la coscia di Adam usando anche le unghie, facendogli piccoli grattini affettuosi, scivolando sempre di più verso l'interno coscia. Si sporse di più verso di lui, per avvicinarsi con le labbra al suo orecchio, senza invadere troppo la poltrona sua.
    Guardalo... non riesce a resistere all'ebrezza del potere che gli da il ruolo. Potrebbe chiudere un occhio, invece si accanisce perché lo fa sentire importante. Il cuore umano è così avaro di potere... e tu Adam, al suo posto cosa avresti fatto? bisbigliava per non disturbare gli altri spettatori.
    Non rispondermi come un rappresentante di un portatore di luce, a me puoi dire la verità. Come ti comporti quando qualcuno non rispetta le regole? Chiudi un occhio oppure lo punisci? le ultime parole le soffiò quasi nel suo orecchio, con un tono stranamente più sensuale e malizioso, dandogli l'idea che se lo stava immaginando come una severo e sadico punitore.
     
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    Quella piccola provocazione sorse spontaneamente sulle labbra di Adam: non era qualcosa di consueto per lui, solitamente così insicuro e ingessato, ma dopo quel momento preziosissimo in cui le loro anime e i loro cuori s'erano delicatamente sfiorati, non c'era spazio per timori di sorta. Tutto il suo cuore strabordava di felicità e ciò bastava per renderlo brioso, per volerla stuzzicare in quel modo innocuo e dolce, inoltre non era una vuota provocazione e basta: forse il suo era un romanticismo atipico, ma Adam trovava davvero meraviglioso condividere il suo sangue con lei, trasformarlo nel suo nutrimento e l'idea che si sarebbe saziata ogni giorno con e di lui non poteva che riempirlo di gioia. Non aveva alcuna idea delle possibili controindicazioni e, anche se avesse conosciuto tutto della maledizione vampirica, la sua fiducia in Hilda era ormai totale: era consapevole che il loro legame, soprattutto gli avvenimenti che lo avevano costituito, fosse atipico e per molti anomalo, forse addirittura spaventoso, ma non gli importava perché l'amava ed era certo di essere amato a sua volta. Il sangue, come il seme o gli umori, non erano altro che la manifestazione visibile di quella meravigliosa unione che intercorreva tra le loro anime e le loro carni.
    Naturalmente, per quanto quel piccolo scherzo nascondesse parecchia sincerità, si ritrovò a ridacchiare a sua volta alla battuta di Hilda (com'era sagace... e com'era bella quando rideva!) e, finalmente, a farle la sua reale proposta per il resto di quella meravigliosa serata: andare al cinema insieme! Per quanto distorto, il romanticismo della tiranide sapeva percorrere vie ben più tradizionali e giù immaginava baci furtivi rubati nella falsa intimità di una sala buia. A parte, però, queste immagini che avrebbero fatto palpitare un adolescente un po' idealista (e Adam non era forse proprio questo?), era suo sincero desiderio mostrarle le sue passioni, permetterle di scoprire cosa faceva brillare di gioia e interesse i suoi occhi... a parte lei, s'intende. - Oh, sei gentile, ma intenditore è un po' troppo: direi più un appassionato. O, al più, un cinefilo in erba. - si schermì, ma in realtà il complimento di Hilda gli fece molto piacere e fu felice di vederla così bendisposta all'idea di andare al cinema insieme, sebbene il film in questione non fosse il consueto prodotto d'intrattenimento. Anzi, per un attimo ebbe il timore di apparirle eccessivamente verboso o, peggio, noioso mentre le spiegava l'importanza di quell'opera e la personale prospettiva artistica del regista, ma si rassicurò nel trovarla sinceramente interessata e tutt'altro che infastidita dalle sue chiacchiere. In effetti, mai come in quel momento si accorse della peculiarità del loro rapporto: sapeva cose meravigliose di Hilda, dell'intimità del suo cuore, dei colori della sua anima... eppure non sapeva se apprezzava il cinema, se fosse tipa da interessi intellettuali come lui o apprezzasse altre cose. Non conosceva il suo colore preferito, la canzone che la commuoveva o quella che la faceva scatenare, il profumo che le ricordava l'infanzia o quali fossero le sue abitudini quotidiane, nonché un altro migliaio di cose piccole piccole e che, però, in quel momento gli apparivano preziose come le pepite d'oro per il cercatore: questa consapevolezza, anziché atterrirlo, gli riempì il cuore di dolcezza e la certezza che le avrebbe scoperte a una a una, senza fretta, amando ogni singolo aspetto di lei, ogni sua meravigliosa qualità e ogni suo adorabile difetto.
    Era così saturo di questa segreta tenerezza che, quando le chiese se volesse i popcorn, le sorrideva come uno sciocco e la guardava come se fosse la cosa più bella del mondo... e beh, su questo aveva assolutamente ragione! Fu per questo, inoltre, che alla risposta inaspettatamente maliziosa della vampira Adam si ritrovò ad arrossire appena e a sorridere imbarazzato come un ragazzino, senza sapere bene come risponderle: era bastato poco per far evaporare tutta la sua precedente faccia tosta! Fortunatamente la magia del cinema fece il suo effetto e, in pochi minuti, si ritrovò a guardare affascinato lo schermo, mentre si godeva felice le dolci carezze della sua amata; la mano sulla sua coscia era piacevole ed era bello avere un contatto diretto con lei, quindi allargò istintivamente un pochino le gambe perché le fosse più semplice carezzarlo e si rilassò completamente, tanto che la vampira avrebbe potuto apprezzare la muscolatura impressionante, scolpita di quella coscia nel suo stato più rilassato e "morbido" possibile. Sempre in maniera del tutto spontanea, senza pensarci su, portò il suo braccio sulle spalle di lei, a circondarle delicatamente e a carezzare con distratta dolcezza il suo braccio nudo: sì, sapeva che sotto quel meraviglioso, rosso vestitino Hilda non indossasse nulla, ma tutte le emozioni precedenti, la dolcezza che in quel momento lo invadeva, aveva spinto questa conoscenza nel cono d'ombra dell'inconsapevolezza e ciò gli permetteva di godersi quel momento e il film senza inevitabili distrazioni. Anche per questo motivo, quando Hilda rese un po' più intense le sue carezze, grattandolo delicatamente con le unghie, non solo si rilassò totalmente ma sospirò anche di apprezzamento, felice che gli stesse dedicando tutte quelle attenzioni.
    Beh... - fece, aggrottando appena le sopracciglia al commento che Hilda fece al suo orecchio: era preso dalla pellicola, ma fu felice di sentirla partecipe e subitosi mise a riflettere su quell'opinione così interessante. Certo, la visione di Hilda era interessante ma, a suo avviso, quella scena voleva sottendere qualcosa di diverso e voleva condividere la sua opinione... peccato che, pochi attimi dopo, Hilda continuò con una domanda decisamente inaspettata, seguita da un sussurrò così deliziosamente calda e sensuale che si ritrovò a sgranare gli occhi e a tendersi appena. La vampira lo avrebbe potuto notare non solo dal braccio che le circondava le spalle e che s'irrigidì facendole percepire meglio quanto fosse possente e muscoloso ma, soprattutto, dalla coscia che quasi pulsò e oppose alle sue unghie quei muscoli pressoché marmorei, mentre lui tratteneva appena il fiato. Cosa gli stava chiedendo davvero? Era un modo per provocarlo o per conoscerlo meglio... o entrambi? Adam attese qualche attimo, mentre il film procedeva non visto anche se aveva gli occhi piantati nello schermo, prima che raccogliesse il coraggio di risponderle nel modo che il suo cuore gli suggerì: - Sono sempre pronto a offrire il perdono, se vedo del sincero pentimento. - rispose in un bisbiglio, rilassandosi e riprendendo a carezzarle dolcemente il braccio come se nulla fosse. Quella risposta l'aveva soddisfatta? O era troppo professionale... e, quindi, troppo poco personale? La mano di Adam, però, scivolò delicatamente sul fianco della vampira e le donò un carezza diversa, sempre molto delicata ma decisamente meno dolce, mentre le dita e il palmo seguivano le curve meravigliose del suo fianco, senza però neppure sfiorarne il gluteo o salire fino all'inizio dei suoi splendidi seni. - E tu, Hilda? Tu sei capace di pentimento? - le chiese in un bisbiglio appena udibile, cercando i suoi occhi finalmente distolti dal film: sì, quella era una nuova provocazione e per una volta sul volto della tiranide non comparve nessuna macchia d'imbarazzo. O forse, semplicemente, nella penombra della sala la vampira non poteva scorgerla. Di certo, però, poté notare l'accenno di sorriso che increspò le labbra del suo ragazzo.
     
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    Hilda si crogiolò più che volentieri nell'intimità di quel momento, carezzando la coscia di Adam e stringendosi a lui quando passò un braccio sulle sue spalle, come farebbe qualsiasi coppietta in cerca di coccole. Ogni tanto Hilda amava commentare le scene che vedeva, approfittando magari di momenti con scene tranquille e transitorie, ma in quel contesto, in realtà amava provocare Adam. Era più forte di lei, le sue reazioni erano deliziose, sebbene lo scopo iniziale era quello di farlo rilassare, quando aveva usato un tono un pochino più malizioso, ed un tocco più deciso, lui si irrigidì facendole sentire la possente muscolatura sotto le sue carezze. La divertiva un mondo perché sembrava un adolescente nel pieno della sua tempesta ormonale. Bastava davvero così poco per irretirlo? Attese la sua risposta molto interessata e ci rimase un pochino male nel sentirlo così costruito. Troppo formale per i suoi gusti, si aspettava qualche dettaglio in più, ma si disse che probabilmente era troppo distratto dal film per poter chiacchierare. Lo credette inizialmente, perché poi lui la provocò chiedendole se lei invece fosse capace di pentimento. Sollevò un sopracciglio piacevolmente sorpresa, e non riuscì a fare a meno di sorridere maliziosa. Quindi anche Adam era capace di flirtare e provare a sedurre? Le piaceva quel suo lato, e volle stuzzicarlo ancora, per scoprire se avrebbe continuato a giocare con lei, o se si sarebbe arreso con poco.
    Se ti dicessi di no? Tu mi puniresti? gli bisbigliò in risposta, facendo scorrere le unghie lungo tutto la coscia, avvicinandosi pericolosamente al cavallo dei pantaloni per poi spostare la mani sul fianco di lui, girandosi leggermente con il busto come a volerlo abbracciare da seduta.
    Secondo me saresti molto crudele nel punirmi... hai sempre mostrato problemi di controllo. mentre parlava le dita iniziarono a scorrere lungo la cinta dei pantaloni, disegnandone lentamente i bordi fino ad arrivare al bottone dove si fermò, esitò un momento e poi lo aprì con un gesto semplice ed efficace. Si gustò la sua reazione, ma non continuò ciò che aveva provato ad alludere con quel gesto. Piuttosto tornò a carezzargli la coscia delicatamente, facendo scorrere le unghie sulla stoffa con piccoli grattini affettuosi.
    Hai problemi di controllo solo con me? Oppure è un problema che hai con tutte? alla parola "tutte" la mano lo palpò decisa, afferrando la coscia sulla zona inguinale, vicinissima alla zona del bacino. Era un tocco possessivo mentre lo guardava mordendosi il labbro inferiore. Era ben consapevole che erano in un luogo pubblico, e che stavano vedendo un film, ma non poteva farci niente, adorava provocarlo e vedere fin dove riusciva a controllarsi.
     
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    Si potrebbe credere che Adam, dopo quanto aveva condiviso con Hilda, non avesse alcuna difficoltà a sostenere quel flirt e a ribattere con qualche provocazione maliziosa... ma ci si sbaglierebbe di grosso: per quanto, infatti, gli facesse piacere (anzi, molto di più: lo lusingasse) ricevere quelle attenzioni dalla sua amata, si sentì lievemente a disagio già dopo averle risposto. Tale disagio era soltanto in parte imputabile al luogo in cui si trovavano (dopo quanto accaduto al ristorante, il buonsenso gli intimava prudenza), poiché in larga parte dipendeva dalla sua insicurezza e dalla sensazione che, con una come la vampira, avrebbe finito ben presto le frasi intelligenti da dire e da sfoggiare.
    Fortunatamente, Hilda reagì molto bene a quella dimostrazione di coraggio e gli rivolse un sorriso che, in un attimo, ringalluzzì il suo animo e gli fece garrire l'orgoglio come uno stendardo al vento: istintivamente sorrise anche lui e quando gli pose quella domanda, un lampo giocoso brillo nei suoi occhi azzurri. - Mhhh, beh... - voleva fingere di rifletterci qualche attimo, quando quel suo sorrisetto venne sostituito da un'espressione diversa, appena stupita e quasi... interdetta; la mano di Hilda, infatti, aveva proseguito la sua salita fino a lambire il cavallo dei pantaloni, cosa che lo aveva messo subito all'erta e gli aveva fatto assumere quell'aria decisamente più vulnerabile, anche se per pochi attimi. Infatti, dopo essersi istintivamente contratti, i suoi muscoli tornarono a rilassarsi e lui recuperò il suo sorrisetto provocatorio un attimo prima che Hilda cambiasse la posizione della mano, sistemandola sul suo fianco come se volesse abbracciarlo come lui aveva fatto con lei. - Dipende dalla colpa di cui ti sei macchiata. O non hai nulla da rimproverarti, Hilda? Non c'è niente che... ti fa desiderare un po' d'espiazione? - le bisbigliò con quel tono malizioso, guardandola intensamente negli occhi: ogni riferimento al loro passato e a ciò che era accaduto era scherzoso, anche perché Adam aveva accettato e compreso i suoi comportamenti (e lui non poteva certo porsi su un piano di superiorità morale, anzi) ma questo non voleva dire che non potesse punzecchiarla un po'. A sottolineare la natura totalmente maliziosa e innocua di una simile domanda, la mano di Adam che, fino ad allora, si era limitata a carezzarle delicatamente un fianco, scese un po' più giù, a stuzzicare quella porzione di coscia coperta da quel delizioso, cortissimo vestitino; naturalmente la consapevolezza che fosse totalmente nuda, sotto, mordeva i suoi pensieri come un cane famelico e se aveva osato tanto era soltanto perché voleva mostrarle che, malgrado tutto, era capace di reggere quel confronto e che non aveva intenzione di tirarsi indietro, non quando si parlava di lei. Ciò non significava che voleva oltrepassare l'orlo del suo vestito, come le sue dita dispettose cercava di lasciarle intendere, tutt'altro!
    ...ah sì? Certo che sei propoh! - si lasciò scappare, in un sospiro un po' più rumoroso di quanto la prudenza (e le buone maniere) ammettesse, mentre il suo volto sicuro di sé o, quantomeno, allusivo, giocoso andava in frantumi per mostrare un'espressione assolutamente stupefatta, allibita: proprio quando, infatti, credeva che Hilda avesse deciso di fare la brava (che nel suo caso significava non essere troppo "cattiva"), questa lo sorprese andando a sbottonargli quasi all'improvviso il bottone dei pantaloni. La tiranide la guardò con tanto d'occhi per qualche istante, assolutamente presa alla sprovvista, prima di riscuotersi alla sua nuova domanda. Non che Adam poté risponderle in alcun modo, poiché non appena schiuse le labbra per quantomeno balbettare una risposta, lei gli afferrò al coscia in un modo così possessivo che poté soltanto chiudere gli occhi e mugugnare di piacere soltanto per lei; fu un verso appena udibile, ma anche se lieve manteneva intatta tutta la sua carica di perversione, tanto che subito dopo averlo emesso riaprì' gli occhi e si guardò precipitosamente intorno, mentre la coscia che Hilda aveva afferrato contraeva ogni singola fibra di quei meravigliosi, possenti muscoli. Inutile dire che era imbarazzatissimo e che il cuore gli batteva furiosamente nel petto, però la vampira avrebbe potuto apprezzare anche un'altra reazione: la patta dei pantaloni appariva decisamente più gonfia di prima e la cerniera, proprio a causa di questo e dell'assenza di un bottone a trattenerla, era appena appena più bassa.
    Che dirle? Come risponderle? Non potevano rischiare ancora, non dopo quanto accaduto al ristorante (a proposito: Bowen era riuscito a scappare, giusto?)! Doveva recuperare la calma, imporsi e ricominciare a guardare il film come prima, dopotutto non era quello che voleva? Un romantico, innocente, normale appuntamento? - Non... non riesco a controllarmi con tutte... ma con te è peggio. - rivelò e mentre ammetteva che aveva dei problemi di controllo anche con le donne che l'avevano preceduta, allargò un po' di più le gambe come a invitarla a stringere meglio e di più, quasi in una spontanea richiesta di punizione, per poi finalmente fare quell'aggiunta fondamentale. - Tu... - bisbigliò e, dopo un attimo di silenzio rotto da quel film ormai dimenticato, portò le dita oltre l'orlo del vestitino, sotto al vestito, cercando immediatamente il suo interno coscia che avrebbe preso a carezzare con tocchi fin troppo leggeri, mentre un lieve rossore s'impadroniva delle sue guance. - ...mi fai fare cose che non farei per nessun'altra. - e dallo sguardo che le rivolse, Hilda avrebbe capito che fosse assolutamente, deliziosamente sincero.
     
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58 replies since 5/4/2022, 16:46   1196 views
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