Sulla traccia di una colpa

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    Roma in compagnia di qualcuno che sapeva come muoversi era maledettamente piacevole. Se non fosse stato per l'idea del gelato Karla si sarebbe lasciata volentieri assorbire da quel luogo, che solo ora si rendeva conto di non aver mai visitato per davvero, essendoci stata solo per missioni o attività che le avevano permesso di vedere le statue e le decorazioni solamente come appigli e luoghi di vantaggio, piuttosto che storia e sculture. Quell'indagine si stava rivelando molto più piacevole di quanto la cacciatrice avrebbe potuto sperare e Ira era assai distante dall'essere una semplice vittima da intervistare. Intrattenersi con un ragazzo più giovane di lei, ignaro della sua reale identità era una cosa abbastanza insolita per Karla, ma per una volta che non era interessata a qualcuno solo per sfogare qualche particolare istinto di caccia forse valeva la pena approfondire. Anche solo per scoprire di più sulla forza di volontà di chi era sopravvissuto ad un simile evento... o questo si ripeteva per non sembrare poco professionale. Non era facile inquadrarlo: le cicatrici di un soldato, ma del tutto privo di vera esperienza sul campo. La possanza di un combattente ma l'animo di un cercatore. Forse per questo si sentiva così incuriosita da lui? Lei che riusciva a comprendere le creature che osservano il mondo come un pascolo fertile, non poteva leggere come un libro un giovane pastore? O magari era solo il modo in cui guardava quel gelato che sarebbe costato ad entrambi una lunga sessione di allenamento. Non poteva nascondere i sensi di colpa: anche lei lo avrebbe divorato senza pensarci due volte, e senza offrirne un solo cucchiaio alla Presenza Lunare. La prima risposta di Ira nella sua semplicità disse molto sulla personalità del ragazzo che Karla aveva davanti, rimase col cucchiaio in bocca a fissarlo mentre metabolizzava le sue parole, per poi farlo guizzare in aria dopo averlo svuotato con fare pensieroso.
    Oh, capisco! E' forse questa la famosa "chiamata" di cui i cattolici tanto parlano? Una vocazione divina a tutti gli effetti!
    Aveva volutamente esagerato il sunto del ragazzo con fare scherzoso, sebbene ai suoi occhi sembrasse innegabilmente una mezza verità. E dato che era stata lei ad iniziare quel "gioco", non si tirò di certo indietro di fronte all'intuizione del ragazzo, sedendosi più composta e mangiando il gelato in maniera meno golosa tanto per dare l'idea di essere una persona che sapeva controllarsi. Il suo sorriso per quanto ironico non aveva proprio nulla di beffardo sotto il naso.
    Però... très bien. Il tuo aspetto mi aveva ingannato. Non sei un picchiatore, sei un detective. Per quanto vaghe siano le tue intuizioni, sono assolutamente tutte corrette. Per quanto riguarda il passato... molte persone lo considerano troppo doloroso per essere qualcosa da tenere vivo, altri invece lo hanno rinnegato completamente. Il passato è sempre una cosa così difficile da inquadrare, così come il futuro. Quindi sì, immagino che concentrarsi sul presente sia la cosa più semplice da fare, forse è per questo che sei così abile ad intuire le cose. Ma sia ben chiaro: un gelato non è abbastanza per corrompermi e tirare fuori informazioni importanti sul mio lavoro.
    Sibillina come aveva iniziato, completò la sua arringa portandosi alle labbra un'altra abbondante cucchiaiata del suo gelato, una sorpresa tanto per gli occhi quanto per il palato.
     
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    Chiamata... Forse si, ma forse no. Permettimi di divagare un secondo, ma penso che il miglior modo di descrivere il perchè sono andato al Vaticano sia perchè ho... Raccolto qualcosa che mi hanno lasciato in eredità... Immateriale, ma forte.
    Ira avrebbe approfittato per prendere alcune cucchiaiate di gelato per godersi quei sapori così piacevoli e sinceramente desiderati. Aveva dolori lungo tutto il corpo, era stanco e provato, e mentalmente era come se avesse corso per giorni e ora sentiva il fiatone e i muscoli tesi, nessun pensiero particolare che trovava forma se non quel momento del presente a cui si stava pian piano avvicinando calmandosi. Avrebbe però atteso a proseguire seguendo le parole di Karla, trovando piacere nella conferma della sua supposizione e inaspettatamente stimolato a chiedere altro data la privacy che la donna teneva alta. La verità è che il pastore non era qualcuno assetato di quel tipo di dettagli, ma più volto a prestare orecchio a chi volesse parlare, o chi avesse bisogno di dare sfogo ai pensieri. In questo senso la cacciatrice stava facendo ben altro: sondava il terreno, correggeva il tiro sul suo interlocutore man mano che aveva occasione, e comunque sapeva che parole usare per far capire che c'era ancora tanto terreno da coprire. Quel piccolo accenno che il gelato non fosse abbastanza per scavare affondo e non solo in superficie fu un interessanto punto su cui elaborare.
    Detective... Potrei definitvamente prenderlo come un complimento. E data la recente esperienza, mi viene alla mente una serie di fumetti di molti anni fa, dove il personaggio principale era un "investigatore dell'incubo". Incredibilmente scettico sulla natura magica o ultraterrena degli eventi che lo vedevano protagonista, razionalizzava sempre ogni avvenimento. Ma alla fine non era negazione, ma un necessario filtro per poter comprendere quello che accadeva e poter continuare ad agire...
    Il gelato era davvero buono, e permetteva di prendere fiato tra un affermazione e l'altra. Quindi ecco che un'altra cucchiata si faceva strada nella bocca di Ira.
    Permettimi uno strafalcione, ma dovrebbe essere una vita molto semplice da descrivere se fosse possibile contrattarla con un gelato. E tu non mi dai l'idea della donna semplice. Intedo dal punto di vista di esternizzare il tuo modo di vivere in base al tuo... Incarico? Non credo che fai un lavoro che non ti richieda ogni goccia di te stessa.
    Altra cucchiata, leggera poco corposa e veloce, solo per schiarirsi la gola.
    Rischio. Non è un fatto di quello che potrebbe corromperti o convincerti a dire di più, ma quando e come la tua valutazione di me ti farà mettere in conto che io possa capire qualcosa di quello che fai. Di quello che vivi. ... Ma prima che diventi un gioco a premi in cui non ho piacere a cimentarmi, voglio dirti che ho interesse ad offrirti un a serata piacevole per la spalla che mi hai prestato per rimettermi in piedi. Se vogliamo rendere l'incontro più interessante e non renderlo solo una caccia alle infromazioni sul Krampus, sentiti libera anche di farmi domande più dirette per conoscermi meglio.
    Ira avrebbe sorriso, mettendosi apposto i capelli con la mano libera, facendo scorrere le dita per tirarli meglio all'indietro come aveva piacere a portarli di solito, e anche per rendere più facile il guardaglio negli occhi e carpirne le espressioni, rilassata al momento e trasparente.
     
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    Karla apprezzava sentirlo ragionare e divagare, non solo perché era un abile interlocutore ma perché aveva la sensazione che lasciarlo pensare e viaggiare nella conversazione un pochino lo aiutasse ad esorcizzare il suo male. Un cacciatore cerca la soluzione più semplice e diretta, nonché più brutale ad un problema di solito molto grosso, quindi se ogni tanto capitava di poter aiutare qualcuno senza far saltare la testa a qualche essere vivente era un'interessante novità che valeva la pena coltivare. Non che Karla disprezzasse la sua vocazione, anzi tutt'altro, semplicemente aveva la sensazione di non poter risolvere i problemi di quel ragazzone sparando in testa a qualcosa.
    Già... semplice è proprio uno di quei termini che non hanno mai usato su di me. Ma non direi neanche così complicata da essere inaccessibile, o almeno tu non lo fai sembrare affatto.
    Sospirò tra un cucchiaio di gelato e l'altro, sembrava più un pensiero ad alta voce che una vera e propria risposta, ma non distolse mai l'attenzione dal suo interlocutore. Anche perché Ira sapeva come portare avanti una conversazione, e anche quando aveva iniziato dicendo che avrebbe divagato, portò la cosa dove voleva lui, facendo spuntare un sorriso divertito sul volto della cacciatrice che lo nascose fingendo di aver perso qualche goccia di gelato dalla bocca.
    Che invito diretto, e ad una donna che potrebbe essere tua madre per quanto ne sai. Mi piace lo spirito intraprendente, ma non farti strane idee... potrò anche aver ceduto al tuo fascino pragmatico, ma ciò che saprai non sarà una caccia all'informazione, piuttosto qualcosa che hai avuto la fortuna di scoprire, un pò come vale per me ora. Dopotutto credo che sia chiaro oramai che stiamo dalla stessa parte.
    Karla non era di certo una timidona, e anzi apprezzava moltissimo l'intraprendenza di chi sapeva coglierla di sorpresa. Nel caso di Ira era giusto dire che si sentisse quasi spiazzata, ma nulla di tutto ciò aveva un retrogusto negativo o sbagliato. Dalla sua, sapeva di aver unito l'utile di una buona investigazione al dilettevole di chi le aveva concesso la giusta pista.
    Tornando al tuo detective dell'impossibile... mentre ne parlavi non ho potuto fare a meno di pensare a te. Sembrava quasi che stessi parlando di te stesso in terza persona. E' grazie a questo tuo distacco che sei riuscito a guardare negli occhi un abisso così alieno? Non sei la prima persona che parla di queste cose, io ne ho viste tante puoi credermi, e credimi anche se ti dico che non sembri affatto sconvolto o provato come dovresti. Sei più forte di quello che immagini, e quindi mi domando se è questa tua barriera psicologica ad aiutarti. Magari quello che ti sei ritrovato davanti non lo vedevi né come un nemico o come una minaccia. Può capitare, sai? Tantissimi che hanno vissuto un'esperienza simile finiscono... perfino per empatizzare con ciò che hanno visto. Non sanno spiegarlo, non sanno conoscerlo, o comprenderlo. Eppure... si sentono affini ad eventi alieni e distanti, non come se volessero giustificarlo o accettare l'impossibile, semplicemente... è una pareidolia di sentimenti. Danno l'illusione di provare le stesse emozioni che provano le persone con cui entrano in contatto. Tu che hai provato quando hai visto l'impossibile, Ira?
    Karla sapeva molto bene come cercare il giusto aggancio per ottenere informazioni. Un ritratto carbone di ciò che Ira aveva visto non le serviva a niente: col tempo impari che la "forma" di solito è l'ultima cosa che importa. Ciò che conta davvero è ciò che ti suggerisce ciò che hai davanti e visto che Ira sembrava abilissimo nell'analizzare con freddezza non solo le sue emozioni ma quelle degli altri, voleva rivivere l'evento con i suoi di occhi. Quello era un metodo di investigazione piuttosto semplice e Karla fece quel lungo giro di parole proprio perché non aveva intenzione di nascondere il suo "trucco" psicologico, voleva renderlo evidente perché non voleva che Ira si sentisse sfruttato, e che anzi capisse che Karla aveva accolto il suo invito, e che non conversava più con lui come se fosse un testimone ma come un prezioso secondo detective che poteva darle di più di qualsiasi altro paio d occhi che fosse capitato in quella sfortunata serie di eventi. Il tutto senza mai dimenticare di affondare il cucchiaio in quella coppa colossale, che sembrava infinita, e che più Karla svuotava, più assaporava lentamente, lasciando scorrere prima solo le labbra sul cucchiaio e poi anche la lingua, forse non in maniera particolarmente sensuale e allusiva ma che lasciava molto tempo al giovane pastore per poterla osservare.
     
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    Le risposte emotive e verbali di Karla furono una nota positiva che aiutò Ira ad inquadrare meglio la donna. Era chiaro che tutti e due avevano i loro obblighi, ma già sapere che partivano dallo stesso lato della barricata era un passo avanti non da poco. Logico forse pensare che, se qualcuno stava investigando l'incidente del Krampus, era facile incontrare persone simili o avversari assoluti. Non era però direttamente logico pensare che quindi esistesse un bianco e nero di opinione al riguardo: l'evento in sè era stato grande, devastante e sicuramente impattivo, ma come vi ci si sarebbero rapportati le persone che potevano trarne qualcosa era oltre il seminato. Ira però dovette donare seria attenzione quando Karla intraprese quel parallelismo tra il personaggio del fumetto che era stato citato e l'omone stesso. Apparentemente il gergo usato dalla donna aveva tutte le basi per riaprire la porta delle sensazioni e traumi che Ira stava ancora smaltendo e processando, ma invece la donna sarebbe riuscita a toccare un punto differente, qualcosa che durante le peripezie vissute dall'uomo era stata la nota fuori dal coro, quel singolo momento ameno dal resto del flusso. Il prete avrebbe posato momentaneamente il cucchiaio al bordo del proprio piattino, usando la mano libera per raggiungere il tovagliolo per pulirsi la bocca e asciugarsi leggermente la fronte, per poi guardare Karla negli occhi, mostrando una serietà pacata e marziale che poteva prendere in contropiede all'apparenza.
    Io... Non ho empatizzato o razionalizzato nulla. Forse all'inizio, quando cercavo di capire cosa stesse accadendo, ma poi... Quando abbiamo raggiunto la creatura e sono stato testimone della nefandezza di quel luogo... Lo ho rifiutato.
    Ira avrebbe fatto un lungo respiro socchiudendo gli occhi e quasi facendo sue quelle parole per ripetersele in testa e tornare a quel momento fatidico in cui aveva confrontato la Guardiana in maniera verbale e di volontà.
    Ho completamente chiuso la mia mente, in maniera egoistica e assoluta. Non volevo accettare compromessi e discussioni, per me il male era chiaro e volevo fare qualcosa per impedirlo e combatterlo. E li ho capito che quella sensazione di sfida a quella entità era proprio quello che serviva. E anche adesso...
    Ira avrebbe portato la mano libera sul tavolo, aperta col palmo verso l'alto a disposizione di Karla per poter vedere fisicamente il gesto di come ogni dito si sarebbe chiuso in una morsa molto stretta, ottenuta da tutta la forza a disposizione dell'uomo.
    ...Anche adesso sento che c'è una brace di quella decisione che mi sta tenendo in piedi. Non riesco a riavvicinarmici... Non riesco a farle prendere vigore... Almeno, non ancora. E non ho paura di quanto tempo richiederà per farmi riprendere abbastanza da poter tornare a farla bruciare, ma è il peso della mia immaturità che al momento mi...
    Ira avrebbe rilassato il pugno guardando poi Karla in maniera più rilassata e quasi burlesca, mostrando un sorriso un pò mesto ma comunque volto a farle capire che non stava risprofondando nel trauma, ma più che la doccia fredda di mettere a fuoco le cose era comunque pesante.
    ...Ah! Non voglio girarci intorno... Mi deprime!
    Ira lo avrebbe detto con un tono leggermente più alto prima di rifiondarsi sul cucchiaio per prendersi una bella dose di gelato rinfrancante!
     
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    Il discorso di Ira conquistò il silenzio di Karla che cercò di mantenere uno sguardo quanto più neutro possibile, interessato al massimo, ma che non lasciasse trasparire troppo i suoi sinceri pensieri. Non così spietati e negativi verso di lui, ma molto facili da fraintendere in una situazione come quella. A differenza sua non smise mai di mangiare il dessert tanto che lo finì prima del previsto, o per meglio dire dello sperato.
    La storia è piena di uomini che si sono misurati con mari in tempesta e montagne invalicabili. L'importante non è tanto soffiare disperatamente sulla brace, Ira, quanto più sapere per certo che non si spegnerà mai. O almeno a me sembra un buon punto di partenza.
    Volle liquidare il discorso in maniera giocosa, zittendosi da sola dopo aver ripulito la coppa del dolce con l'indice della mano sinistra per portarselo rapidamente alla bocca e rallentare di colpo man mano che lo ripuliva con la lingua. Il suo sguardo fu basso per la maggior parte del tempo, ma poco prima che l'indice scivolasse fuori dalle sue labbra lo incrociò di nuovo con quello del ragazzo.
    Tra l'altro... devi pensare anche al resto del mondo se vuoi salvarlo. Certo se eliminare una grande minaccia col sacrificio fosse uno scopo nobile, quanti cuori spezzeresti invece se sparissi per sempre? Sei bello, corposo, hai un bel modo di parlare, e visto il tuo ruolo sono sicura che ci sono molte spose di Cristo che non vedono l'ora di vederti tornare. O se mi sbaglio... magari ce n'è una in particolare?
    Ira sapeva gestire bene una creatura fuori dal mondo, ma l'imbarazzo invece? Uno sguardo dopo una simile affermazione basta per capire molto dell'altro, e visto che la cosa stava iniziando a diventare un pochino deprimente Karla pensò bene di rendere quel discorso un pochino più affascinante.
     
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    Ira, che aveva cominciato a trangugiarsi il gelato rimanente che aveva ancora da finire, avrebbe accolto le prime parole di Karla in maniera positiva siccome gli faceva capire che vi era un minimo di condivisione o comunque comprensione. Quando il discorso si spostò di più su qualcosa di frivolo e rilassato, il prete si sarebbe lasciato sfuggire qualche colpetto di tosse siccome preso alla sprovvista e ancora col gelato in bocca, che gli avrebbe provocato un leggero colpo di cervello ghiacciato. La mano col cucchiaino avrebbe cambiato presa per poter poggiare almeno il polpastrello del pollice sulla tempia per massaggiarla. Apparentemente poteva essere presa per una reazione di imbarazzo tipica di una persona poco avezza a quel genere di discorsi, e volendo anche il come l'uomo non aveva propriamente dato peso a gesti più sensuali della cacciatrice nei momenti precedenti o che comunque sarebbero stati apprezzati di più siccome sottolineavano la sua bellezza, se non fosse che l'annaspare aria per poter dire la propria e contestualizzare la reazione magari poteva aprire a un punto di vista un pelo più complesso.
    AH-ahem! Mi lusinga eventualmente ricevere attenzioni dal gentil sesso, ma le mie gesta o i miei fallimenti spero non incidano mai nella visione che ha di me una donna con cui intrattenga interesse reciproco! Nel Vaticano vi sono donne molto forti e complete, che mi hanno dato una buona impronta su come mettere da parte gare e gallinerie maschili... Sono il primo a non amare l'idea di far struggere qualcuno mentre sono in una missione per la chiesa oppure in un evento imprevisto...
    Ira aveva volutamente dato una risposta un pò sviata alla domanda più particolareggiata di Karla, era un suo ordine mentale per mettere in chiaro il suo concetto di fascino personale. Sopratutto non aveva avuto modo con nessun di parlare nemmeno di che impressione gli facessero le varie persone presenti nella chiesa e che aveva avuto modo di conoscere, trovandosi in difficoltà siccome effettivamente non aveva messo a fuoco nessuna opinione al riguardo in maniera diretta o pubblica...
    ...Sono una persona un pò lenta in questo tipo di interessi. Sono convinto che gli eventi e le situazioni siano i primi a metterci a nudo, e se come metro di paragone posso darmi le esprienze attuali e le conoscenze fatte fino ad ora...
    Il pensiero di Ira si sarebbe focalizzato su una persona di spalle dalla figura allenata ma piacevolmente longilinea, i capelli corti e leggermente disordinati, la pelle di un colore particolare come quello di Karla che gli stava di fronte, ma un aroma e un profumo che nessuna persona avrebbe mai potuto emulare. Un senso di freschezza e sincerità che rendeva unica quella persona.
    ... C'è una persona da cui vorrei ritornare...
    Ira avrebbe guardato Karla mostrando un sorriso tipico di chi ha messo a fuoco qualcosa di felice, mostrando per l'ennesima volta la genuinità e la trasparenza che sembrava descriverlo in maniera assoluta. Una solidità di carattere data dalla tranquillità nel parlare di se stessi o dei propri interessi per alcune persone poteva essere disarmante, per altri essere confusa con un sinonimo di ingenuità, ma per questi ultimi si sa che la malizia chiama la malizia, e magari è la difficioltà a gestire persone con obbiettivi chiari e lineari che li porta a sminuirli. Ed ora che Ira aveva affondato l'ultima cucchiata, la sua voce tranquilla ne approfittò per rimbalzare la palla alla Cacciatrice.
    E tu? C'è una persona particolare che vaga in quella testolina pensante a disturbarne la logica e la concetrazione?
    L'omone avrebbe usato quelle parole per giocherellare un pochino con toni umoristici.
     
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    Come c'era da aspettarselo, ecco uscire il punto debole del ragazzone tutto d'un pezzo che Karla aveva conosciuto fino a quel momento. Non che ci fosse qualcosa di male, ma il suo modo di fare spontaneo le strappò comunque un sorriso più malefico di quanto la cacciatrice volesse.
    Donne forti e... complete? Mi raccomando non usare mai una parola del genere come complimento, alle donne non piace sentirsi come dei set Lego!
    Un consiglio spassionato accompagnato da un altrettanto spassionata risatina, molto trattenuta certo, ma impossibile da nascondere veramente. Il risultato di quella provocazione aveva superato anche le più rosee aspettative di Karla. Dopo averlo scombussolato però, la cacciatrice si compiacque del fatto che lo aveva anche aiutato ad inquadrare qualcosa, e lo capì più dal suo sorriso che dalle sue parole, un gesto spontaneo che le persone spesso sottovalutano e che in una situazione diversa avrebbe suscitato nella donna dai capelli blu un sincero "aawww!" seguito da una faccia intenerita. Karla non aveva mai detto di non essere una tipa romantica. Ma non avrebbe reagito in maniera tanto impreparata al rimbalzo di quella palla, non quanto lui per lo meno, visto che non succedeva di rado che si ritrovasse a rispondere a duna simile domanda. E la sua risposta non cambiava mai.
    Pensavo fosse chiaro dal mio accento: io ho sangue francese, sono costantemente alla ricerca della passione e del romanticismo, ma non da una persona soltanto. Magari ti aspettavi una risposta più del tipo "il mio lavoro è pericoloso, meglio non legarsi", ma in realtà mi fa battere il cuore l'idea di qualcuno che si dispera così tanto per me sapendo che potremmo non rivederci mai più. Aimez, aimez, tout le reste n’est rien...
    Probabilmente quei due avevano una percezione molto diversa dell'amore, questo spiegava perché Ira era rimasto concentrato sulla sua forza di volontà mentre invece Karla aveva visto i propri tentativi di attirare l'attenzione sfumare in maniera piuttosto veloce. Non aveva la fama di una che strappa i cuori ma come resistere ad un tipetto tanto intrigante? Forse per quel giorno avrebbe dovuto accontentarsi di una caccia fatta di poche prede e molte informazioni, ma quand'è così può davvero definirsi una caccia di successo?
    Credo che la nostra piccola pausa assieme stia per volgere al termine, mio caro Ira. Spero di non averti dato l'impressione di volere solo informazioni da te... all'inizio pensavo sarebbe stato così, ma mi sbagliavo, e di molto anche. Spero che un giorno potrò stupirti come tu hai stupito me oggi.
    Tanto cristallina quanto enigmatica, Karla non lasciava mai un sentiero alle sue spalle, solo vaghe promesse che assai di rado restavano disattese.
     
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    Ira ascoltò le parole di Karla con attenzione e coinvolgimento, siccome l'argomento in realtà lo interesseva molto siccome l'amore, nelle sue varie forme, era alla base di tutte le credenze religiose e ognuna lo pitturava a suo modo. Ma oltre l'interesse accademico, vi era anche la sua percezione personale di cosa volesse dire avvicinare qualcuno al proprio cuore e dedicarcisi.
    La dritta sui modi per descrivere una donna me la segno a caratteri cubitali, siccome tendo a fare strafalcioni alle volte e non oso pensare a cosa accadrebbe se ne facessi di fronte a Domino... Maaaa, riguardo all'amore o ai romanticismi mi dispiace che sei partita sulla difensiva...
    Ira avrebbe usato un tono empatico e positivo per far capire che non era un appunto o uno sproloquio di lettura del linguaggio.
    Sono convinto che chi sa spingersi verso quello che può gestire abbia compreso il significato stesso dell'amore. Non esiste superficialità o profondità e valore o debito nel momento in cui le persone hanno ottenuto quello che volevano senza aver arrecato danno o forzatura. Sono le aspettative che mettono casini nel mezzo... "Mi aspetto che pensi solo a me!" "Mi aspetto che nessuno capisca il mio bisogno di affetto!" ...
    Ira si sarebbe fatto scappare un sorriso al riguardo.
    Non siamo qui per esaudire desideri come se avessimo magicamente il modo di rendere felici tutti o esserlo noi. La vita è un percorso, e come tale prevede dei compagni di viaggio più o meno intimi che sta a noi gestire. E io sono uno di quelli che è molto lento nell'essere attirato da qualcuno, devono succedere cose straordinarie per spingermi oltre il normale rispetto che provo per chiunque...
    L'omone però non proseguì il discorso, o almeno non quella parentesi personale siccome Karla sembrava essere pronta a rimettersi in marcia oltre l'indugio che li aveva piacevolmente trovati a godersi un gelato in totale calma e distacco da un inizio oscuro e polveroso.
    Mmmm... Permettimi di dirti che le informazioni sono come un seme. Germogliano in direzioni particolare dipendentemente da come le sappiamo curare e cosa ne uscirà è sempre una incognita. Questa volta ne è uscita una piacevole conoscenza, che penso non mancherà in futuro di rialacciarsi in qualche maniera. Siamo due persone che si muovono tra la gente e tra gli eventi oscuri di questo mondo... Con una differenza di esperienza, certo, ma non di meno è un cammino che percorerrà orme che ci capiterà di lasciare qui e lì e almeno sapremmo riconoscere di chi sono!
    Il sorriso di Ira venne quindi accompagnato dagli occhi che si sarebbero fatti fini e felici, mostrando una disponibilità sempre più marcata e in un certo senso una mancanza di "stress" del distaccarsi dalla Cacciatrice. Alle volte il fascino è un concetto molto diverso da quello che basilarmente viene pubblicizzato e ampiamente concesso: c'è chi lo usa come un amo da pesca, chi come un profumo che non lascia la pelle, mentre per altri è un desiderio che si stampa nel cervello e che non si riesce a mandare via. Nel caso di Ira il fascino di Karla si trovava nel vedere un punto futuro che non era tangibile, ma che le aveva comunque permesso di creare un ponte con lui che non fosse solo conoscenza o scambio di informazioni. Forse poteva essere accusato di una mancanza di desiderio più istantaneo e diretto, ma come era successo con Evelynn in passato, era vero che serviva una grossa spinta esagerata per farlo cedere a qualcosa di più umano e carnale. Era una castità difficile da abbattere di fronte al fatto che non era una lotta contro i propri bisogni.

    CITAZIONE
    Hype perdonami del ritardo immenso che ho fatto per scrivere la risposta.
     
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    Non preoccuparti d'estate non mi aspetto di certo che stiano tutti davanti alla tastiera.

    La chiacchierata con Ira si era rivelata molto piacevole sotto ogni punto di vista, quel ragazzo nonostante la giovane età sapeva come intrattenere un interlocutore che cercava il giusto stimolo e Karla era una tipa capace di mettere da parte il fucile se toccate le giuste corde. Un tipo del genere sotto la bandiera del Vaticano sarebbe stato pericoloso un paio di secoli prima, chissà quante persone sarebbe riuscito a convincere facilmente a morire per loro in un impeto di ossessione verso Dio. Una vera fortuna che i tempi cambino.
    Le aspettative sono di chi ha disperato bisogno di qualcosa, per questo ho parlato di passione... qualcosa di molto più spontaneo, che spesso non sai di avere bisogno...
    Concluse quasi distrattamente, sibillina, non tanto per avere l'ultima parola quanto più per chiarire la sua posizione. Non che temesse di essere fraintesa, semplicemente pensava che quel discorso meritasse una conclusione degna vista la qualità della chiacchierata. E del buon gelato soprattutto. La conclusione che le informazioni sono come un seme era una valida epifania di cui la cacciatrice avrebbe fatto tesoro, e che di sicuro come diceva lui inseguendo le orme che gli altri lasciano con le proprie informazioni un percorso tende sempre ad incrociare quello degli altri. Una bella consolazione, in effetti, ecco perché sul sorriso della donna c'era un sorriso quasi imbarazzato che la portò a sollevare lo sguardo senza incrociare quello del ragazzone.
    Allora spero che la prossima volta che inseguirò le tue orme non saranno il passo lento di chi ha un fardello troppo grande sulle spalle ma il passo risoluto di chi ha deciso come prendere a pugni il mondo.
    Mentre pronunciava quelle ultime parole, Karla si sollevò lentamente dal suo posto, sfilando dalla giacca un paio di grossi occhiali da sole molto scuri capaci di nasconderei n buona parte la sua espressione. Solo a quel punto tornò ad incrociare lo sguardo di Ira.
    Fino ad allora... Adieu, bonne chance mon ami...
     
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    Le movenze di Karla erano a loro modo personali ed eleganti. Finchè si trattava di parole, non c'era reale modo di stimolare reazioni più profonde di interesse o sorpresa, ma ciò non voleva dire che non fossero comunque piacevoli inclinazioni che la portavano a essere più sfuggente ma non distante, più attenta ai gesti ma non chiusa. Probabilmente era una introduzione a come gestiva l'inaspettato. Mantenere un contegno anche di fronte a situazioni assurde o completamente rivoltate verso l'oscurità, avere a che fare anche con episodi disturbanti e via discorrendo. Ira però non avrebbe letto così a fondo la cosa per il semplice fatto che di fronte a lui Karla appariva come una professionista del proprio campo, sicura di se stessa e amabilmente di compagnia e di fatto piena di empatia per il prossimo. Lo aveva aiutato a rialzarsi in diversi modi ed aveva comunque accertato la situazione seguendola fino in fondo, una dedizione sicuramente ammirevole. Ma era anche arrivato il tempo di salutarsi e Ira avrebbe fatto bene anche a tornare a l'ospedale da cui era sgattaiolato mentre era nel panico.
    Dovrò sfruttare ogni fortunato giorno che il tempo mi regalerà per riprendermi e poi spingermi in avanti. Per il momento quello che è uscito da questo incontro è statao prezioso e pieno di speranza per l'avvenire, e tanto posso ringraziare il fato e te sopratutto.
    Ira a questo punto si sarebbe alzato in maniera sicura ma sforzata, siccome quel flebile momento di rilassamento tra chiacchere e gelato aveva fatto sentire la corpo tutto ciò che aveva accumulato, ma non avrebbe tremato ne sarebbe crollato, anzi quella sensibilità fisica dimostrava finalmente che non era più ottenebrato da una coltre nera di oscurità mentale che lo aveva reso confuso, perso e impaurito. Ora era "solo" la fatica e il dolore delle ferite a provarlo, ma per quello c'era solo bisogno di riposo e tempo per guarire. Sul volto di Ira c'era un sorriso caldo rivolto a Karla, la persona che davvero stava per rimettere piede nell'oscurità in cui cacciava. L'omone stava solo per tornare seduto in panchina, ma chi ora stava giocando davvero la partita era la donna di fronte a lui che con la sua compostezza mimitizzava la sua potenza e la sua prontezza ad agire. Non possiamo essere sempre tutti in prima linea, ma sapere che Karla era pronta all'azione fece tranquillizare ancora di più l'animo di Ira che la avrebbe salutata piegandosi in avanti con la testa in un mezzo inchino e augurandole con voce bassa un buon viaggio mentre la avrebbe vista sfilare via al pari di come era comparsa di fronte a lui. La notte era viva, come lo erano loro. Non era ancora il momento di fermarsi.

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    Grazie per la pazienza e la role, Hype. Scusami che abbiamo proceduto con lentezza, ma oltre l'estate sono stato un pò col cervello nella melassa sto periodo e ho scritto lentamente.
     
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24 replies since 4/6/2021, 14:47   279 views
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