Chi sono... io?

Per Hyp

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    Rimase a fissarla, imperioso, aggressivo, furente quasi, respirando in maniera pesante. Ogni volta che soffiava dalle narici e dalle fauci socchiuse Juri poteva sentire il suo fiato incandescente scivolargli addosso come se la stesse leccando avidamente, impaziente di azzannarla sul serio. Mantenne la presa per tutto il tempo lasciandola parlare ma non dimenarsi, la presa su quel culo era vigorosissima, impossibile da sciogliere e a volte premeva le natiche arrossate come a voler spremere piccole fitte di dolore dalla sua espressione furbesca e monella. Anche quando l'ebbe soddisfatto non disse niente, rimanendo a fissarla, affamandola ma cedendo inevitabilmente in qualche modo: anche se il suo corpo no si mosse il respiro non cambiò, la luminescenza che partiva dal suo largo collo e dal gonfio petto, allargandosi su tutto il corpo, divenne più intensa e pulsante. Juri poteva scandire i suoi due cuori che rimbombavano sempre più eccitati, come un motore perverso che gradualmente carburava, e le scaglie nere si sfumavano di viola accendendo una perversa tela di desiderio. Gli artigli del drago scivolarono gradualmente sulla sua pelle, partendo dalle cosce e risalendo le natiche arrossate mentre un respiro più profondo la divorava, la stava letteralmente assaggiando col fiuto, inspirando il sudore e l'odore femminile ed eccitato di Juri nelle narici possenti di quel mostro nero. Se non fosse già stata uno spettro di sicuro sarebbe stato capace di strappargli l'anima in quel momento. Fece sparire ulteriori centimetri tra i loro volti, come se volesse baciarla, ma era troppo lento per riuscirci a breve, piuttosto aprì leggermente di più la bocca senza spalancarla, quel tanto che bastava a far uscire il suo fiato denso come fumo. Non era più ossigeno, perché il suo potere si era talmente condensato da trasformarsi nel perverso fiato di un drago, nero come la pece, volatile come una fiamma ma inoffensivo a livello di danni, che tuttavia scivolò sulla pelle di Juri stimolando il sangue che le scorreva dentro come se fosse stato denso magma bollente di puro piacere su di lei. La voce del drago si fece mortalmente profonda, bassa e cavernosa, gli era così vicino che poteva sentire la lingua schioccare tra il palato e i denti, rumorosamente per via della saliva prodotta dalla sua eccitazione.
    Molto brava, Juri. Continua così... e te ne darò ancora.
    Scandì quelle parole lentamente come se avesse voluto rallentare il tempo, poi quando sembrava che le dita avessero finito di razziarle il culo, Shagaru afferrò un fianco di Juri tirandola verso l'alto come se fosse stata una bambolina, pronto a darle un bacio che tuttavia la ragazza di sicuro non si aspettava. L'altra mano si infilò tra le sue cosce, scivolando dalla sua fica al centro delle natiche facendosi aiutare dai suoi umori. Il pollice sparì dentro di lei, mentre il resto della mano si aggrappò alle natiche come un artiglio, mentre la mano che l'aveva tirata su per un fianco si artigliava alla sua gamba, costringendola a tenerla divaricata e leggermente sollevata. Usandola come se fosse una mera coppa da cui bere, Shagaru la tirò verso il suo volto, spalancando le fauci tra le sue gambe come se volesse mangiarle in un solo boccone la parte inferiore del corpo. LE zanne del drago scivolarono sul suo pube senza graffiarla mentre la grossa lingua nera piena di saliva e di energia dragonica si infilava dentro la sua fica bollente e morbida. Tenendola in quella posizione Shagaru era rivolto col volto leggermente verso l'alto, questo faceva adagiare il ventre di Juri sulla sua faccia, cosa che la metteva praticamente al centro delle corna del Magala, proprio come aveva richiesto lei. la differenza era che quattro grossi artigli le massaggiavano il culo arrossato, un enorme pollice la teneva ferma e ancorata per la fica, mentre un enorme lingua pulsante e calda, grossa quanto il cazzo umano più massiccio che avesse mai visto in vita sua si faceva strada dentro di lei, graduale ma inesorabile verso l'estremità di una femminilità che sembrava deciso a mangiare in un solo boccone. Le sue corna e il suo respiro erano incandescenti, e il fiato nero di drago scivolava sulle sue parti intime come se avesse voluto consumare il clitoride dello spettro in un solo respiro Si stava letteralmente nutrendo di lei e lo stava facendo secondo le sue regole, avrebbe spezzato qualsiasi linea di difesa di Juri trasformandola nella sua bambola del piacere.
     
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    Ammettere che persino il respiro di quel fottutissimo drago la eccitasse come una cagna in calore era un duro colpo per spirito volubile di Juri. Non che fosse un tipo troppo orgoglioso, ma il fatto che Shagaru la potesse rigirare come voleva la faceva incazzare. Solitamente detestava trovarsi in una situazione di disparità, ma eccola lì a recitare la parte della schiavetta perfetta. Pensava che si sarebbe stancata fin troppo velocemente e invece... si ritrovò a schiudere le labbra e inspirare a fondo quando Shagaru le espirò addosso quel fumo strano, proprio come l'era venuto spontaneo fare poco prima, davanti al pollo piccante, con la differenza che l'aria carica di energia di drago era molto, molto meglio. Dopo aver preso un lungo respiro si ritrovò con l'arcata superiore dei denti bianchissimi sprofondata nel labbro inferiore pieno, nel vano tentativo di farsi del male per sopprimere una fitta di piacere. Rischiò quasi di venire contro la cravatta quando l'energia dragonica fece fremere il sangue oscuro che le scorreva nelle vene, prendendo praticamente vita davanti ai suoi occhi, proprio come la sua oscurità di spettro quando si concentrava. Era quasi ironico che lo stesso sangue che l'aveva salvata, permettendole di riacquisire le proprie facoltà mentali, ora fosse anche la sua dannazione. Davanti a quella (quasi) sconfitta, non poté fare a meno di abbandonare la parte di giovane e ubbidiente schiavetta sessuale per riservare a Shagaru uno sguardo di rimprovero, solo vagamente distorto dal piacere.
    C-che cosa... mi stai facendo, drago? Se continui così v-verrò prima… che tu possa fottermi… come si deve...
    Si rifiutava categoricamente di venire come una verginella che non aveva mai visto un cazzo in vita sua, per questo si morse ancora più forte il labbro subito dopo aver finito di parlare, stringendo maggiormente la presa sulle spalle del drago come se volesse infilarci dentro le dita e farlo sanguinare (cosa ovviamente impossibile, fottute scaglie), sperando che potesse perlomeno assestargli un barlume di qualcosa… fosse anche dolore. A quel punto aspettare che la lasciasse muovere era diventato un vero e proprio tormento, sentiva il clitoride gonfissimo, le labbra che pulsavano, persino il suo culo che bramava quelle dita dentro e non solo sulle natiche doloranti e, come se tutto ciò non bastasse, lo stupido muso di drago che aveva davanti alla faccia la fece quasi illudere che l'avrebbe baciata, mentre lei aveva già cambiato idea su leccare corna o preliminari di sorta, e aveva solo voglia di ricevere i suoi cazzi in ogni buco e le sue corna in bocca, entrambe alla volta, perché no. Immagine mentale, quest'ultima, che la eccitò più del dovuto. Quel mostro nero era una fottuta macchina da hentai ambulante!
    A quel punto mordersi il labbro a sangue non era più abbastanza per quietare il piacere che montava, anzi, Juri era pronta ad abbandonare totalmente il proprio ruolo per cercare di svincolarsi dalla presa di Shagaru e assalirlo, ammesso che l'impresa le fosse stata facile, data la differenza di stazza e forza che li distanziava dal loro primo incontro. Ma proprio quando fu sul punto di cedere al richiamo e mandare al diavolo il "molto brava" che le aveva appena donato un brivido di soddisfazione, Shagaru si mosse. Il primo istinto fu quello di gridare "finalmente", ma venne presa alla sprovvista dal repentino cambio di posizione e tutto ciò che uscì dalla sua boccuccia impertinente fu un mugolio di sorpresa e piacere, quando il pollice del drago sparì tra le sue natiche. Dannato drago, a quel punto era impossibile nascondere quanto fosse sull'orlo di un orgasmo precoce: non poté fare a meno di ingoiare il dito come se fosse il piatto più succulento che il suo culo avesse mai divorato e l'ano pulsò, stringendosi intorno alla base per non lasciarlo più sfuggire quando la mano completò la propria presa serrandosi sulla natica dolente. Juri sussultò per il bruciore e il piacere, afferrando le sue corna come se fossero l'unico appiglio a cui affidarsi.
    Nnh, cahzzo... Lo sai che quello è il mio punto debole! Fahnculoh...
    A quel punto la maschera cadde in frantumi. Continuare a chiamarlo Daddy e ubbidirgli sarebbe stato impossibile in quel momento, specie perché insieme alla presa sul culo rosso di schiaffi, Shagaru ebbe la geniale idea di infilarle ogni centimetro di quella lunghissima lingua che si ritrovava nella fica, gonfiandole l'addome e toccandole probabilmente l'utero, tale era la maestosità di quell'organo. E proprio come nell'hentai più perverso, gli addominali femminili che contraddistinguevano il suo fisico allenato si deformarono al passaggio di quell'abnormità. Che si era detta prima? Fottuta macchina da hentai ambulante. Con la differenza che l'unica a essere fottuta a quel punto era lei e che, nella realtà, quella roba era fottutamente eccessiva da gestire. Reggersi alle sue corna fu l'unica cosa che poté fare a quel punto, tenendole a metà della loro lunghezza e stringendole come avrebbe voluto fare con tutt'altra parte di lui. Provò a guardarlo ma i suoi seni, gonfissimi e con i capezzoli completamente esposti, rendevano molto difficile distinguerne i lineamenti in quel muso quasi privo d'occhi. Era così grosso che con un po' di collaborazione da parte del suo fisico da contorsionista avrebbe potuto facilmente accogliere in bocca anche i suoi seni desiderosi di attenzioni, ma Juri preferiva decisamente non arrivare a essere divorata per errore da quella bestia fottutamente sexy e ingiusta. In preda al piacere, iniziò quasi a piagnucolare, mugolando e farfugliando frasi senza senso che variavano dal "tirala fuori" ansimato al "non resisto più" decisamente sentito. Se l'obiettivo di Shagaru era trasformarla nella sua bambolina inerme forse era sulla buona strada, di sicuro quella stimolazione le stava fottendo il cervello per bene, ma per il momento era lei quella che stava godendo come mai prima d'ora e quindi le venne spontaneo iniziare a muovere il bacino sopra di lui, cercando di spingere il clitoride contro il suo palato per stimolarsi al massimo. Nel frattempo lo guardava dall'alto, dandosi il ritmo attraverso le corna che accarezzava come se fossero un paio di redini e lei gli stesse letteralmente cavalcando la lingua. Iniziò così la sua discesa verso l'inevitabile sconfitta: convinta di approfittarsi di lui ma sopravvalutando decisamente la propria capacità di resistergli. Sbattergli i capezzoli doloranti in faccia era inevitabile ad ogni movimento di bacino ed era così presa che si dimenticò completamente di quanto, in un primo momento, avesse voluto leccargli le corna. Si era figurata imperiosa su di lui, a leccargliele e stuzzicarle per farlo impazzire, ma ora che era sopra in una posizione che avrebbe dovuto metterla in "vantaggio" l'unica cosa che riusciva a fare era piagnucolare e muovere i fianchi disperata mentre perdeva umori e saliva dappertutto. Il suo ghignò durò due, forse tre misere spinte, poi i movimenti del suo bacino divennero così frenetici che fu costretta a bloccare le tette gonfie contro le corna del drago per tenerle ferme, poiché facevano male da quanto le sentiva fremere e sobbalzare. Per un attimo dimenticò persino che stava stringendo le sue corna e non i cazzi che tanto bramava e si mise ad accarezzarle come se volesse masturbare contro le rotondità, affondandocele dentro e stimolandosi i capezzoli che grazie a un mix di saliva e sudore sfuggivano ritmicamente dallo sfregamento, creando l'ennesima stimolazione che le fece capitolare totalmente. Venne guardando Shagaru dall'alto, sforzandosi di sorridere per mascherare che stesse venendo contro la sua lingua per un misero dito in culo come una completa pappamolle, ottenendo il solo risultato di rendere la sua espressione ancora più ridicola: sorrisetto distorto, lacrime tremolanti agli occhi, alcune delle quali in procinto di scivolare lungo le guance, un rivolo di saliva da un lato e dentatura candida stretta contro il labbro ormai sanguinante. Al culmine, il piacere esplose così forte che un gridò liberatorio le sfuggì dalla gola e lei perse la presa delle braccia tremanti finendo per "cadere" in faccia al drago, culo all'aria, trattenuta solo dalla sua lingua e dal dannato artiglio dentro di lei. Testardamente ancorate alle corna ma senza alcuna forza effettiva, i suoi seni finirono spalmati sul capo di Shagaru che, per un attimo, se la sarebbe ritrovata sopra, inerme proprio come la bambolina in cui avrebbe voluto trasformarla. Se aveva sete avrebbe trovato qualcosa con cui dissetarsi, perché una vera e propria cascata di umori sancì la fine di quell'orgasmo sensazionale. Se non ci fosse stata la sua enorme mano a strizzarle la natica e trattenerla, di sicuro sarebbe capitolata al suolo concludendo nel peggiore dei modi la propria figuraccia.
    Con la fica e il culo pulsanti e un orgasmo divino appena avuto, le occorsero diversi millesimi di secondo di relax per rendersi conto che: sì, alla fine era effettivamente venuta per uno stupido preliminare come una stupida e fottutissima verginella in calore. Non solo! Quella reazione spontanea del suo corpo da pervertita, al quale aveva cercato in OGNI modo di ribellarsi, non sembrava solamente la perfetta sconfitta, ma anche un vero e proprio affronto per il drago nel giochino di ruoli che avevano intrapreso. Perché venire prima del "Padrone" era il cliché più usato in qualsiasi porno bdsm che si rispetti… Il che implicava una punizione da parte del drago, al quale Juri non sapeva neppure se sarebbe sopravvissuta. A quel pensiero, con il viso nascosto allo sguardo di Shaggy, momentaneamente accecato dal suo morbido seno premuto in faccia, Juri ebbe un'idea. Forse in fondo ricevere una punizione era un ottimo modo per uscire "pulita" dalla figuraccia appena fatta. Se era fortunata, le restava qualche misera possibilità che Shagaru non l'avesse guardata troppo bene in faccia durante quella breve "cavalcata" e interpretasse come suo volere quello di approfittare della sua enorme lingua per cavalcarla fino a venire. Cosa che in effetti era avvenuta, anche se non troppo volontariamente da parte del giovane spettro. Ricevere l'ira del drago sarebbe stato comunque molto meglio di fargli capire quanto in verità andasse pazza per quel suo corpo enorme e fosse facile farla uscire di testa. Non voleva dargli questa soddisfazione! Ostentò un sospiro sconfitto in modo che sembrasse sincero, anche perché: c'era poco da fingere.
    Ufff. Suppongoh... di meritare una punizione, Papino. Scusa, era così bello che non ho resistito...
    Restava solo da sperare che se la bevesse o che rimanesse talmente compiaciuto delle proprie doti amatorie da soprassedere, perché Juri si sentiva decisamente umiliata ad essergli venuta sulla lingua dopo poco più di un minuto, senza aver scalfitto neppure un istante la sua aura da duro. Non era così che ricordava di essere a letto, diavolo! Tra tutti i suoi ricordi non ne trovò neanche uno che la vedesse così irrimediabilmente sconfitta e sfigata, eccetto da "viva".
    Quel gioco di ruolo che la vedeva come la ragazzina inesperta, finita sotto alla guida del vecchietto perverso che doveva educarla a stare al mondo, iniziava a calzarle un po' troppo bene addosso, per i suoi gusti…
     
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    Shagaru riusciva a sentire tutto di Juri: percepiva il suo dissidio, la volontà di trattenersi, di ostacolarlo, di frenarlo in qualche modo, di resistergli a qualsiasi costo. Cercava addirittura di ferirlo, di rallentarlo a forza o di supplicarlo con quelle parole mascherate da faccia tosta. Ma Juri aveva davanti un drago, e non uno qualsiasi. Un Magala non si sarebbe fatto il minimo scrupolo davanti a lei, era sicuramente il più avido, pericoloso e cocciuto di tutti i draghi, quindi quello spiritello perverso non aveva nessuna possibilità di trattenerlo in qualsiasi modo. La stretta dell'ano di Juri intorno al suo dito fu una vera e propria dichiarazione di intenti per entrambi, Juri smise di trattenersi e fu immediatamente chiaro quanto Shagaru conoscesse i suoi punti deboli, dato che quella presa perversa non perse vigore mai e in nessuna situazione, come se avesse voluto tenerla ancorata a sé per sempre, e a suggellare ulteriormente il concetto arrivò la sua lingua a deformarle il ventre, segno chiarissimo di quanto il corpo di Juri non potesse niente contro quella macchina da Hentai ambulante. A nulla servirono i suoi piagnucolii perversi che anzi, gli diedero altri spunti per muovere la lingua e il dito in maniera più dispettosa e profonda, strappandogliene altri, deciso a portare la sua resistenza al limite più assoluto. Funzionò, funzionò eccome, visto che non sembrava esserci più traccia di quella bambina dispettosa e vogliosa di vincere a tutti costi, che aveva lasciato spazio unicamente ad un corpo incapace di resistergli, tanto da doversi appendere alle sue corna e cavalcargli la lingua come poteva alla ricerca di altro piacere, trovato contro il palato bollente del drago che le avrebbe torturato anche ciò che restava della sua femminilità martoriata. Il seno morbido della ragazza che gli si schiacciava sul volto era semplicemente sublime per Shagaru, una sorta di resa incondizionata di Juri che poteva gustarsi con tutti i sensi: la ragazza avrebbe potuto notare come il drago non smetteva mai di inspirare vigorosamente contro la sua pelle, assaporando l'odore dei suoi umori, della sua pelle e della sua energia per carpirne i cambiamenti, e la voglia. Fu insolito sentirli schiacciati contro le sue corna, mentre venivano stimolate da Juri come se fossero dei cazzi e ulteriormente toccate da quelle soffici carni come a cercare più attenzioni, ma essendo quella una parte estremamente sensibile del suo corpo non gli dispiacque affatto, rendendolo ancora più affamato di quella carne vogliosa. La lingua iniziò a muoversi con estrema voglia ma si rese conto che non era merito suo se scivolava così velocemente, ma degli umori che la ragazza stava rilasciando: il suo corpo tremava e quell'espressione perversa non poteva fare altro che testimoniare un orgasmo trattenuto con tutta la forza che aveva in corpo, ma che non poteva più rimandare. Dei gutturali e mostruosi versi simili a gemiti di piacere misti a risate si sollevarono dalla gola di quella perversa bestia, mescolandosi ulteriormente alle già numerose stimolazioni. Era soddisfatto? Certo che si, e non avrebbe fatto niente per nasconderlo. Si sgonfiò completamente su di lui, perdendo le forze mentre quel copioso orgasmo si trasformava nel calice della vittoria di Shagaru che ne divorò ogni singola goccia, lasciandone cadere davvero il minimo e anche quel poco che on finì tra le sue fauci rimase sul suo petto, somigliava decisamente ad un guerriero alla taverna che aveva appena vinto una sfida, intento a tracannare fino all'ultima goccia di un calice delizioso, con la differenza che la coppa della vittoria era una ragazza irresistibile chiamata Juri. Forse quello era un buon modo per essere metaforicamente "divorata" da un drago. Shagaru allentò la presa, se così si può dire: appena la ragazza dichiarò la sua resa lui la afferrò per le spalle con entrambe le mani, muovendola in maniera fin troppo delicata per uno che voleva mantenere l'aria da dominatore assoluto. Non richiuse mai le fauci e ritirò la lingua solo il giusto per lasciarla un attimo libera per poterla davanti a sé. Juri si ritrovò quindi ciondolante davanti alla mole imponente di quel drago che si stava ancora leccando le labbra con i suoi umori, e la saliva bollente di quel mostro mista al cocktail perverso della ragazza le ricadeva davanti a pochi centimetri, un sospiro in più e le sarebbe grondato direttamente addosso sul seno facendole risentire ancora una volta il calore intenso di quella bocca su di sé. Lo sguardo del drago era chiaramente voglioso, dava l'idea di volerla divorare da un momento all'altro, ma per il momento le concesse un istante per riprendere fiato.
    Il sapore delle tue scuse non è granché Juri...
    SI pronunciò con quel tono imponente, imperioso, gutturale e profondo, continuando a leccarsi le labbra come se fosse assuefatto da quel sapore intenso, e ne volesse ancora. Richiesta che avrebbe soddisfatto con o senza il volere di Juri. Oramai era finita nella tana del drago, era tardi per tirarsi indietro... ammesso che volesse farlo. Finalmente Shagaru iniziò a spogliarsi del tutto, usando le braccia superiori alate per togliersi di dosso quella specie di kimono e rimanere completamente nudo davanti a lei. Juri poteva vedere quelle due grosse verghe ergersi di fronte alla sua figura, di sicura non l'aveva viste mai così eccitate e imponenti, segno che dal loro ultimo incontro quel drago era diventato più forte in più di un senso. Le sarebbe stato impossibile afferrarle con una mano sola e anche con due sarebbe riuscito a circondare uno di quei grossi tronchi di carne di pochissimo, anzi avrebbe dovuto stringere le dita il più possibile per riuscirci. La circonferenza era brutale e la punta non si era affatto assottigliata, anzi sembrava un cilindro piatto acuminato all'estremità per quanto gonfi fossero, segno che in fondo neanche Juri gli era rimasta indifferente. La coda del drago nero si mosse come a voler formare una fascia infinita alle spalle del drago, circondando con la punta Juri e avvicinandosi alle sue caviglie, sembrava deciso a volerla spingere verso il basso, per costringerla a inginocchiarsi. Una volta fatto questo, con la loro differenza di stazza sottolineata non solo dalla posizione di Juri ma anche dal fatto che quel drago tecnicamente era in forma "umanoide", Shagaru le portò una mano sulla testa, come a volerla avvicinare a sé ma senza compiere il minimo movimento.
    Questa è la tua occasione per non essere punita... mi raccomando: impegnati Juri...
    Era lei ad aver perso, era lei a dover pagare pegno, e quella non era neanche la "punizione" che Shagaru aveva pensato per lei. Quel loro nuovo incontro si prospettava estremamente brutale per la povera Juri.
     
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    Ancora soddisfatta dall'orgasmo appena avuto, Juri non riuscì a rimanere sull'attenti in attesa delle battute umilianti che si aspettava di ricevere per aver ceduto così facilmente; era semplicemente troppo appagata. Si lasciò dunque maneggiare ancora una volta come una bambolina, morbida e momentaneamente "sazia", rendendosi conto solo quando il drago aprì le fauci per parlare, che avrebbe dovuto aspettarsi il peggio. Si figurava già qualche risatina perversa, qualche frase che avrebbe sottolineato la sua sconfitta, una punizione umiliante… Ma no. Lui era semplicemente soddisfatto di vederla docile e arresa, e guardarlo mentre se ne stava lì, tronfio sotto di lei, leccandosi le fauci fiero del proprio operato, le aveva fatto dimenticare il perché si fosse data tanta pena per non venirgli precocemente intorno alla lingua. Fanculo a lui, per quanto la facesse incazzare, se l'era meritava quella piccola vittoria! Probabilmente era stata abituata a partner sessuali molto diversi da lui, o totalmente dominanti, o tutto il contrario, per questo si era immaginata che si sarebbe approfittato della situazione. Invece era chiaro che Juri non sapeva un bel niente di come si trattasse un drago Magala, abituato a fottere con femmine che gli avrebbero staccato la testa per un ruggito di troppo e che sembrava godere della sottomissione in modo diverso e più marcato di un comune umano. Nei pochi ricordi che le restavano, lei si rivedeva sempre a tentare di dominare il proprio partner, umiliando in particolare gli uomini, sfidando le donne, cercando sempre e comunque la vittoria assoluta, ma... Improvvisamente le sembrava davvero stupida l'idea di sforzarsi tanto. Se perdere contro un drago e venir "divorata" da lui significava avere degli orgasmi così stratosferici, beh, si dichiarava sconfitta e già cotta a puntino. Gli piaceva sottometterla? Si era guadagnato la schiavetta sessuale ideale. Certo, ciò non avrebbe frenato la sua lingua dal rispondere a tono però.
    Strahno… a me sembra che tu abbia apprezzato fin troppo questo sapore. Fu lei stessa a esporre il seno perché quella deliziosa cascata di saliva e umori vi colasse sopra, mordendosi il labbro ipnotizzata dalla scena, nella speranza magari di ricevere un ultimo contatto con quella grossa lingua deliziosa. E ho anche l'impressione che ti piaccia davvero tanto avere tra le fauci una ragazzina perversa pronta a soddisfare ogni tuo capriccio… Non è che avevi questo in mente fin da subito, quando hai finto di ascoltare la mia richiesta d'aiuto? Altro che onorevole avvocato… Sei quasi più perverso di me.
    Non era una critica, ma la mise come tale perché in fondo rimaneva una stronzetta, come sempre. Nonostante tutto, fu estremamente delicata nel maneggiarla e questo le procurò un sorrisetto malizioso, segno che stava trattenendo a fatica una delle sue frecciatine malefiche. Lo osservò mentre si liberava di quel buffo kimono, restando completamente nudo e mostrandole una volta per tutte quanto fosse tutt'altro che immune al suo fascino. Avrebbe sorriso vittoriosa lei stavolta, se non fosse stato per un particolare: quei due cazzi erano sempre stati così fottutamente abnormi? Un braccio umano mediamente muscoloso sarebbe parso addirittura piccolo al loro fianco! Non c'era modo che li prendesse entrambi, quindi come diavolo aveva fatto la prima volta? Era cresciuti? Si sforzò di ricordare quale arcana tecnica magica avesse utilizzato ai tempi… Zero. Tabula rasa. Ingoiò la propria saliva in un moto di paura, ma nonostante questo non si fece pregare affatto quando Shagaru la invitò a inginocchiarsi con la coda intorno alle caviglie. Se l'era dimenticato quel piccolo particolare: un'enorme coda ricoperta scaglie e protuberanze da far invidia al suo vecchio arsenale di vibratori giganti. Altra tacca sulla tabella della macchina hentai ambulante. Forse meritava una promozione.
    Dopo il più che comprensibile timore iniziale di fronte a quei colossi di carne e sangue nucleare, Juri prese un profondo respiro del quale non avrebbe avuto bisogno e dopo interminabili secondi gettò fuori l'aria dal naso. Per calmarsi si spogliò anche lei del poco che era rimasto della camicia di Shagaru o delle sue cravatte: una massa informe di tessuto che da tempo l'era scivolata lungo le braccia e due fili così sottili di seta nera che le si erano appiccicati sulla pelle per via degli innumerevoli fluidi corporei perduti. Si spogliò lentamente, guardando il drago negli occhi solo quando fu il momento di slacciare l'ultima cravatta, che finì insieme alla camicia in un mucchietto umidiccio lanciato lontano da lei. A quel punto erano passati abbastanza secondi da recuperare il suo ghigno da stronzetta vogliosa, permettendole di leccarsi le labbra e guardarlo sul muso da quella posizione di netta inferiorità. Se di suo la sovrastava per l'altezza di un umano adulto, ora c'erano almeno due metri tra lei e quelle fauci fameliche, ma questo non la scoraggiò. La paura che aveva provato di fronte ai suoi cazzi? Sparita, o nascosta decisamente molto bene.
    E cosa ti dice che non voglia essere punita... Signor Magala? La verità è che... Senza troppi complimenti, mentre parlava si sporse a leccare il glande più vicino con una lenta, ampia leccata. Sei troppo buono per questo gioco… Un secondo assaggio, concentrato sulla punta stavolta, nella speranza di assaggiare i suoi fluidi di drago. Improvvisamente ne aveva una voglia matta. Decisamente. Troppo. Buono. Sorrise mentre scendeva e leccava via filamenti di saliva dal secondo glande, fissandolo negli occhi maliziosa, un po' come se stesse parlando del suo sapore e non della gentilezza con la quale l'aveva maneggiata per portarla a inginocchiarsi davanti a lui, o del fatto che essenzialmente, drago famelico o no, restava sempre e comunque un gran bonaccione ai suoi occhi. Un bonaccione con i cazzi più grossi e inquietanti che avesse mai visto in vita sua, una bocca in grado di staccarle letteralmente mezzo busto e due paia di braccia grandi come tronchi… ma ehi, chi era lei per sputare in faccia alla buona sorte.
    Proprio come quando ci si prepara a un combattimento, prima di darsi da fare Juri fece scrocchiare le braccia, mosse la mandibola a destra e a sinistra come per ammorbidirla e si diede due forti buffetti finali sulle guance, il cui schiocco rimbombò leggermente, lasciandogliele rosse e leggermente gonfie. Al ché si alzò più che poteva sulle ginocchia spalancate, rilevando una densa cascata di saliva e umori che colò silenziosamente sul pavimento, segno inequivocabile di quanto la paura non potesse fermarla. Afferrò entrambe le erezioni, soppesandole più che altro, guardandole come si guarda un rompicapo complicato. Per prendere una di quelle abnormità in bocca avrebbe dovuto slogarsi la mandibola, questo era sicuro. Ed era così pazza che sarebbe stata addirittura pronta a farlo, pur di sentirla in fondo alla gola. Si strusciò su una delle erezioni e inspirò a fondo l'odore fortissimo che emanava, fissando il drago con gli occhi socchiusi, avidi. Tutto di lui sapeva vagamente di affumicato; le faceva venire fame. Quando parlò di nuovo, lo fece sussurrandogli contro la carne. Una scintilla di energia spettrale le attraversò le pupille… poi chiuse gli occhi, continuando a muovere la guancia e le labbra contro il suo cazzo mentre parlava.
    A essere sincera… in questo momento invidiò davvero tanto i mostri che ti fai di solito. Scommetto che una draghetta sexy sarebbe capace di succhiarti il cazzo con estrema facilità, prendendolo tutto in gola senza esitare. Magari li accoglierebbe entrambi, avete la bocca grande voi… fortunati. Quando riaprì gli occhi della scintilla non c'era più traccia: le fiamme erano divampate e strabordavano in denso fumo violaceo dagli angoli del suo sguardo. Ma tu non vuoi questo, vero? Vorresti vedermi qui, ai tuoi piedi, a combattere con questi grossi cazzi ben sapendo che non potrei vincere neppure volendo, non con questo morbido corpicino umano… E poi magari mi puniresti per la mia inettitudine. Il che sarebbe fantastico, certo… ma non posso proprio dartela vinta stavolta, capisci?
    In realtà non sapeva assolutamente nulla di cosa volesse vedere Shagaru, ma lo descrisse con voce roca, come se volesse impiantargli ogni singola immagine in mente e far peggiorare sensibilmente la sua eccitazione. Era sempre stata bravissima a cercare guai. E infatti più parlava, più iniziava a rilasciare energia erotica da ogni poro, concentrandosi per riempire ogni angolo del suo corpo di potere: il seno divenne molto più gonfio, aumentando di alcune taglie davanti agli occhi del drago, i capezzoli così gonfi da sembrare leggermente schiusi sulla punta, e le forme in generale si fecero ancora più invitanti del normale, il culo ancora più tondo, le gambe più lunghe… la fica più accogliente. Non era un drago, certo, ma in fondo non era nemmeno umana, no?
    Se dovessi perdere il controllo… saprai gestirmi, vero?
    Nessuna spiegazione. Oltre all'energia dell'Eromanzia, Shagaru avrebbe potuto sentire il potere di Juri avvolgerla come una coperta, le fiamme che emanavano i suoi occhi ricoprirono anche il resto del corpo come una specie di aura spettrale e lei lottò per restare vigile il più possibile, riuscendoci almeno per il momento. Non gli diede il tempo di fermarla o protestare: spalancò la bocca e tirò fuori la lingua guardando il drago come se volesse letteralmente mangiarlo in un solo boccone, mentre invece voleva solo accogliere uno dei suoi cazzi in gola, quello superiore, aiutandosi con le mani per direzionarlo. Riuscì a prenderne a malapena dieci centimetri prima di aggrottare le sopracciglia e trattenere un colpo di tosse che si infranse contro la sua carne. Era semplicemente enorme, tanto che la sua mascella, seppur resa elastica dall'Eromanzia e dalla forma spettrale, doleva come l'inferno. Ma lei non si arrese, anzi, iniziò a muovere lentamente la testa avanti e indietro fin quasi a staccarsi da lui, per poi fiondarsi a riprenderlo dentro, trattenendo i conati di volta in volta. E man mano che ciò avveniva riusciva ad accogliere una piccola porzione in più del suo cazzo, mugolando e sospirandovi contro per la soddisfazione. Quando si sentì sicura, lasciò la presa con le mani per occuparsi dell'altra verga: se con la bocca cercava di accogliere come poteva una porzione di quella in alto, muovendo la lingua contro l'asta per massaggiarla, con le mani catturò l'altra in mezzo ai seni, ora abbastanza grandi da avvolgerla in un abbraccio morbido. Per poterle gestire entrambe era costretta a far passare il glande e parte dell'asta lasciati fuori lungo la spalla mentre lo masturbava, un po' come se fosse un violino, ma neppure la paura di apparire ridicola poteva fermarla oramai. I suoi seni erano lubrificati grazie al cocktail bollente che Shagaru vi aveva fatto colare sopra e la saliva di drago era ottima per rendere un corpo accogliente anche nei punti più creativi. Forse era difficile per lui osservare le mosse di Juri dall'alto della sua mole, ma ad ogni movimento di quelle enormi tette che gli strizzavano il cazzo, lei si portava un po' della sua saliva draconica ai capezzoli, tirandoseli e accarezzandoli come se volesse masturbarseli da sola. Quanto alla bocca… ci mise un po' ad abituarsi e concentrare abbastanza energia, ma dopo aver tossito una o due volte; aver ceduto, sputandolo fuori per qualche istante prima di riprenderlo in gola; il tutto unito a più di qualche colpo di tosse, alla fine arrivò ad avere l'esofago completamente pieno e deformato da quell'enormità, così grossa che la gola aumentò di alcuni centimetri di diametro, come un serpente intento a ingoiare una preda intera. I suoi occhi erano pieni di lacrime, per una volta candide e non nero pece come il trucco con cui tentava di coprire il suo viso da ragazzina, ma non per questo smise un solo istante di guardare Shagaru come se avesse voglia di staccargli il cazzo a morsi e mangiarlo. Non perché fosse furiosa, no: era semplicemente affamata di lui, del suo cazzo, delle sue reazioni, dei suoi ringhi furiosi… e forse persino della punizione della quale avrebbe dovuto avere paura. In preda al delirio ed ebbra di potere, a quel punto il drago avrebbe dovuto scegliere se staccarla da lui o infierire più che poteva, perché lei era già persa. Non ci sarebbe voluto molto perché quel malsano autoerotismo che tentava di praticarsi ai capezzoli durante l'acrobatica spagnola, diventasse una vera e propria penetrazione, tanto che Shagaru avrebbe potuto guardarla mentre si spalancava i capezzoli con le dita colme di energia e saliva; prima una, poi due, masturbandoli alcuni istanti per poi lasciarli aperti e pulsanti per lui, offrendoglieli, mentre con la bocca si faceva se possibile più famelica. Era chiaro che se fosse stato per lei lo avrebbe preso ancora più in fondo, ancora più in profondità, finanche a sfondarsi lo stomaco pur di sentirlo di più, ma il suo corpo poteva accoglierne al massimo la metà. Fu la rabbia di quel pensiero a darle il colpo di grazia: concentrò l'energia per rendere gli organi evanescenti solo dove contava, sbarazzandosi di qualsiasi blocco per far sì che il cazzo di Shagaru le attraversasse l'esofago completamente, incontrasse un breve vuoto di organi "evaporati" e finisse direttamente contro la cervice che la sua lingua aveva già spalancato in precedenza, sprofondandole dentro la fica. Le lacrime divennero dapprima un grido di soddisfazione, poi un ansimare ben poco armonioso, più simile a un grugnito. Era fottutamente oscena? Sì. Gliene fregava qualcosa? Nemmeno un po'. Chiuse gli occhi, mugolando. A quel punto non riuscì più a fare niente che non fosse muoversi leggermente, troppo poco per entrambi. La presa si fece meno salda e la lingua più pigra nel leccare la carne su cui scivolava. Muovere il corpo avanti e indietro divenne difficile perché le cosce le tremavano troppo, ma comunque non si arrese. Lasciò momentaneamente la presa sui seni per tirarli in su da sotto e affidarli al drago, supplicandolo con gli occhi di occuparsene lui, anche se avesse significato usarla come un giocattolo erotico. Aveva quattro braccia dannazione, poteva darle una mano! Se lo avesse fatto, Juri si sarebbe ancorata al suo culo di marmo con le unghie, così da trascinarsi in avanti e prenderlo ancora più in gola, in quel perverso canale che erano diventate le sue membra. Dove gli organi erano evanescenti cercava di accumulare energia così da non lasciare da solo la sua erezione neppure per un centimetro, stringendola con il suo stesso potere. Era proprio come si fosse trasformata volutamente in un gigantesco onahole vivente, con l'unica differenza che se lui avesse raggiunto la fine avrebbe goduto da pazzi anche lei. Un'altra spinta… solo una piccola spinta… Iniziò ad agitare i fianchi ottenendo il suo risultato di muovere il culo come se invocasse attenzioni anche lì. Non poteva parlare, ma fulminò Shagaru con gli occhi socchiusi e lacrimanti che sembravano intimare: Fottimi la gola, drago! Fottimi più in fondo!
    Inizialmente si era impegnata tanto perché voleva regalargli il servizietto migliore che avesse mai ricevuto, magari facendola in barba ad eventuali draghette sexy e più spaziose… ma al diavolo, adesso era diventata una questione personale!
     
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    Anche se non lo avrebbe mai ammesso, adorava sentire le risposte a tono di Juri. Stuzzicavano il suo lato più perverso e sadico in una maniera decisamente particolare, non era come quei furfanti che in tribunale gli facevano saltare i nervi, convinto di rimanere impuniti e facendogli desiderare di sfondargli un tavolo dei giurati in testa. No, era qualcosa di molto più diverso, un prurito che solo lei poteva grattare, una sensazione di sfida che richiedeva una risposta degna, e che lui sapeva esattamente come trattare, con i fatti e non con le parole. Era così abituato a fare arringhe difficoltose e impegnative che sentiva la mancanza di una reazione più fisica, non necessariamente violenta ma netta, e Juri poteva concederglielo. Quindi si, la voleva, la voleva tutta per sé per assecondare i suoi perversi desiderio, sfidarlo, rispondergli a tono, rimetterlo in riga e farsi rimettere in riga. Ma anche questo non lo avrebbe ammesso a cuor leggero, rispondendole con un verso gutturale, simile ad un ruggito, ma che non aveva proprio niente di minaccioso e sapeva degli umori della ragazza. Un punto per lei, visto che nonostante tutto lo aveva zittito, ma si rifece subito dopo, perché fu lei a rimanere a tacere quando finalmente Shagaru fu completamente nudo ed esposto di fronte a quella boccuccia dal sorriso facile, che tuttavia non aveva nessuna possibilità contro di lui e i suoi cazzi dragonici. Parlando di cose che non era disposto ad ammettere, non le avrebbe mai detto che poteva usare il suo potere per esagerarli fino ad esasperarli, ma quello era un segreto che avrebbe lasciato a lei il piacere di scoprire, se avesse trovato il modo di domarli ovviamente. Mentre si lasciava inginocchiare dalla sua coda e si spogliava, Juri avrebbe sentito di nuovo le fauci mostruose di quella macchina da hentai che si mescolavano assieme alla lingua, un verso bestiale, rumoroso, osceno, chiaramente si stava leccando metaforicamente i dragonici baffi con il banchetto che le aveva strappato prima, pregustando la risposta che Juri avrebbe concesso ai suoi di sessi, impaziente per via dell'eccitazione che provava. Quella non aveva bisogno di nasconderla: sarebbe stato disonesto perfino per una faccia tosta come quella del Magala. A nulla servirono quei versi gutturali però, anzi dopo essersi spogliata Juri parve ritrovare la sua forza, il suo coraggio, come se quei vestiti rappresentassero in qualche misura la sua sottomissione a Shagaru, e senza di essi era finalmente libera di darsi da fare. Le corna del Magala guizzarono verso l'alto per la sorpresa, rilasciando dalla loro punta una luminescenza viola che passò dal suo volto al suo petto e giunse fino al ventre davanti alla ragazza, un brivido di eccitazione molto più che vistoso. Iniziò ad assaggiarlo, trasformando quei versi da bestia feroce in lunghi suoni di eccitazione, gutturali e possenti come il suo corpo imponeva, ma che scandivano un ritmo assai diverso da quello che avevano assaporato fino a quel momento. Il Magala rimase immobile, una sola lingua non bastava a fiaccarlo, ma la bocca di Juri era sapiente e ad eccitarlo non era tanto cosa faceva, quanto più come lo faceva: era chiaramente dedita ai suoi cazzi, desiderava averli tutti per sé e li assaporava impaziente di gustarne il frutto, tanto che una delle due punte iniziò a secernere del liquido trasparente caldissimo, molto denso e somigliante a del lubrificante. Aveva il sapore del Magala, e un solo assaggio avrebbe reso chiaro quanto ardentemente il drago desiderava riempirla con quel suo succo. Mentre assaporava il momento, Shagaru rimase sorpreso nell'assistere ad uno spettacolo che non ammirava spesso: una sorta di stretching per il sesso, una splendida idea per chi ha intenzione di scopare con una bestia diverse volte più grande di lui, e per quanto dolce fosse il suo tentativo di affrontare la cosa come un combattimento, Shagaru rimase comunque impressionato dalla sua dedizione, provando un tipo di eccitazione che non pensava di poter sentire. Era un istinto diverso... non caccia, né un gioco di sottomissione o supremazia. Era qualcosa di più ancestrale, quasi mitologico... il cavaliere impavido che si allena una vita intera e si impegna al massimo per sconfiggere il drago che da suo rimane immobile, tronfio della sua superiorità, destinato a soccombere o trovarsi davanti un degno rivale. Davvero inusuale come sensazione, che Shagaru non poteva provare con un suo simile, e che per la prima volta Juri gli aveva fatto assaporare. Questo bastò a comprare del tutto il suo silenzio, prestandole la massima attenzione mentre "soppesava" i suoi avversari, gustandoseli con le labbra e le guance mentre evocava nella mente del drago i rapporti con le sue simili. Ovviamente appaganti, certo, ma Juri non poteva immaginare che di solito un Magala è troppo anche per un altro drago, avere due cazzi non era una prerogativa della loro razza ma un perfido capriccio della natura che li aveva resi più simili a degli invasori che degli esseri viventi come gli altri. Di solito quello era un argomento che affrontava con disprezzo, ma Juri aveva già risvegliato il drago che brama ardentemente di combattere col cavaliere senza paura, e quella scintilla nei suoi occhi che divampò come una fiamma lo eccitò ancora di più, facendogli capire davvero quanto Juri fosse unica, né paragonabile ad una sua simile né ad una normale umana. Lei andava tenuta sotto controllo, e solo lui poteva farlo. Ecco cosa c'era di speciale e perverso nel loro rapporto. Il corpo della ragazza iniziò a mutare, diventando più abbondante, più accogliente, più... suo. Un corpo creato solo per poterlo affrontare, per tenergli testa. Quella era la sua sfida, e i versi eccitati del drago divennero sempre più simili a ruggiti, versi che Juri non aveva mai sentito prima, segno chiarissimo che era riuscita ad accendere qualcosa di mostruoso in lui. Qualcosa di mostruosamente bello.
    Solo io posso gestirti... e nessun altro!
    Tuonò come una vera e propria sentenza, pronto a tenerle testa come solo lui sapeva fare. La fiamma di Juri esplose, assieme all'eromanzia, era una pessima idea cercare di risvegliare i peggiori istinti da un Magala ma per la fortuna di Juri Shagaru aveva passato la sua vita a trovare il giusto equilibrio, non avrebbe ceduto... almeno per ora. Ora sentiva solo un gran desiderio di farla sua ma lo spettro fu più abile e vorace, arrivando a prendergli in gola uno di quei grossi cazzi senza troppi complimenti, strappandogli un ruggito di piacere difficile da trattenere. Il suo cazzo prese subito a pulsare vigorosamente dentro di lei, sembrava che un grosso braccio stesse cercando di prenderla a pugni dall'interno. Per quanto non fosse ricoperto di scaglie, quella mostruosità sapeva decisamente di drago, era turgida, rigida e massiccia come poche altre cose Juri avesse avuto l'ardire di provare, e scavava dentro di lei impaziente, come se volesse andare più a fondo, prenderne di più. Non ne avrebbe avuto mai abbastanza. Le fu impossibile prenderlo tutto al primo colpo, ma i sforzò per riuscire a guadagnare terreno e Shagaru godette di ogni singolo movimento della sua gola, assaporando quella bocca famelica come il più delizioso dei rifugi. Avida di quei ruggiti bestiali, Juri cercò con le mani di afferrare anche l'altra verga, stringendola tra i seni come poteva, ora abbastanza grandi da poter tenere testa alla sua mole virile, stringendola in un perverso abbraccio. Quella era la prima volta che sentiva un seno del genere contro di sé, non solo per le dimensioni ma anche perché il potere di Juri gli dava una consistenza diversa. Aveva una gran voglia di morderlo... di scoparlo con i suoi cazzi, si domandava quali sarebbero stati i limiti di quello spettro, e li avrebbe assaporati tutti quella sera. Mentre si gustava quelle sensazioni, Shagaru abbassò lo sguardo rimanendo fisso su di lei, non voleva perdersi neanche un secondo di quella lussuriosa danza e la vide sia masturbarsi sui seni, sia raccogliere la sua stessa saliva, sia sputare a terra ogni frustrante tentativo in cui non riusciva a prendere il suo enorme cazzo in gola. Shagaru sentì il suo esofago deformarsi gradualmente per lui, arrivando finalmente ad accoglierlo tutto e strappandogli così un ruggito di piacere più intenso. Fu difficile trattenere la voglia di metterle le zampe addosso e tirarla a sé il più possibile per scoparle la gola fino a farle perdere il fiato, ma ancora una volta trovò la forza di trattenersi, deciso a gustarsi quello spettacolo messo su unicamente per lui dalla sua nuova assistente. Per quanto si sforzasse però, quella gola umana non aveva abbastanza spazio per poter ospitare una mostruosità come quella che nascondeva tra le gambe il Magala, e se da una parte le sue tette enormi pronte a farsi penetrare potevano fungere da palliativo, la sua bocca invece non le avrebbe concesso grosse soddisfazioni, se non il sentire quel cazzo gigante pulsarle dentro, impaziente di averne ancora. I ruggiti di piacere del drago finirono presto sotto controllo e ancora una volta la fissò vittorioso, come se la stesse già vedendo al limite delle sue capacità. Ma ancora una volta Shagaru aveva sottovalutato la sua avversaria, che non aveva ancora finito di mostrare i suoi trucchi, e ne tirò fuori uno davvero degno della sua nomea di ragazza pericolosa. Si sentì sprofondare in lei e una fitta attraversò la sua testa, come se il terrore di aver esagerato ed essere finito per farle del male o avesse paralizzato. La goduria di quella gola che lo prendeva del tutto però strappò dalla sua espressione ogni traccia di rimorso, perché il suo cazzo era sparito completamente dentro di lei e ora sentiva la punta entrare in contatto con qualcosa di più morbido... di intimo. Aveva usato i suoi poteri per rendere il suo corpo per metà evanescente, permettendogli così di penetrarla in una maniera assolutamente impossibile per chiunque altro al di fuori di lei. Il drago si ritrovò a pulsare come mai prima d'ora, era eccitato in un modo impossibile da spiegare, complice anche una brutta bestia: se un uomo normale ha paura di fare del male alla sua partner si sgonfia. Un Magala che sente puzza di violenza invece finisce semplicemente per eccitarsi ancora di più. Ecco che la sensazione di perdere il controllo tornava a pressare, e due dense fessure rosse si spalancavano sul suo volto come se degli occhi demoniaci si fossero spalancati dalle scaglie violacee che nascondevano il suo apparato visivo. Le corna divennero luminose e in parte si sbriciolarono, diventando dorate ma solo per una parte vicinissima alla punta. I suoi cuori presero a pompare come non mai, emettendo il rumore di una motosega impazzita decisa ad accelerare. Non servirono gli sforzi di Juri, mentre lei cercava di attirare le sue attenzioni, le braccia del Magala si erano già spalancate intorno a lei, ed erano decise ad utilizzarla come la bambolina del sesso in cui si era trasformata. Le due braccia superiori le afferrarono la testa, o meglio, la faccia, tanto che con i palmi le deformava l'espressione tirandola verso di sé in una maniera maniacale. Le braccia inferiori le afferrarono i seni, abbastanza morbidi da poterci infilare gli artigli dentro senza ferirla, mentre i pollici invece sprofondavano dentro i suoi capezzoli, violandoli in profondità. Non erano due grossi cazzi, ma la forza del drago misto al suo potere intenso che gli avvolgeva il corpo sarebbero stati stimoli sufficienti. Inoltre avrebbe stretto quelle enormi tette intorno al suo cazzo mentre le stimolava, così da riprenderei l lavoro che lei aveva lasciato a metà. Il corpo di Juri era al limite, anche se quel cazzo l'aveva attraversata da parte a parte quasi la sua cervice era comunque decisamente troppo stretta, impossibile violarla anche con gli organi evanescenti a trasformarla in un gigantesco Onahole. Ma invece di essere ragionevole, Shagaru era diventato semplicemente insaziabile e mentre quelle lampade rosse diventavano più brillanti sul suo volto lui si concedeva un ruggito estremamente perverso, possessivo e violento mentre le deformava la faccia e le guance con le mani, tirandola a sé e spingendo il bacino in avanti con una forza tale che di sicuro una persona normale sarebbe esplosa in un palloncino di sangue al posto di Juri. Ma lei invece... lei poteva gustarselo come nessun altro. Sentì chiaramente la grossa punta del cazzo di Shagaru violarla fino in fondo, spalancandole la cervice in maniera così profonda che sembrò gravida intenta a partorire. Il suo utero ne fu pieno e dalle grandi labbra dello spettro fece capolino la punta di Shagaru, intenta a far grondare a terra tutti gli umori che si erano fino a quel momento scambiati. La gola, il petto e il ventre di Juri erano completamente deformati da quella penetrazione, la sua faccia era schiacciata tra il pube, le mani e il cazzo del drago, e non c'era più nessuna maniera per poter controllare quella cosa. Aveva perso la possibilità di tirarsi indietro e adesso Shagaru si sarebbe gustato quella scopata unica nella sua vita fino a perdere il senno.
    Che cazzo hai fatto Juri... hai svegliato il drago che dorme...
    Parlava a denti stretti, gutturale, tirandola verso di sé e facendole sentire quel cazzo che la profanava da parte a parte, pulsava ad ogni spinta e tremava di eccitazione, impaziente di averne ancora. Mentre parlava, riprese a muoversi dentro di lei, e più parlava, lanciandole quel monito perverso, più si muoveva veloce. La manipolava come se potesse strapparle la testa da un momento all'altro, fottendola dalla gola all'entrata della sua intimità e spalancandola visibilmente come nient'altro avrebbe potuto fare sulla faccia della terra. Era una penetrazione mostruosa... ed era tutta per lei.
    Ti sei spinta troppo oltre... adesso puoi solo scopare... puoi solo godere... e anche quando ne avrai abbastanza... godrai ancora e ancora... hai voluto troppo... adesso è tutto tuo! Prenditi le tue responsabilità! Godi Juri! Fammi sentire come godi!!!
     
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    «Solo io posso gestirti... e nessun altro!»


    Per quanto possa suonare strano, Juri si considerava estremamente equa nel considerare uomini e donne, forse non la migliore femminista del mondo, visto che alle volte era """leggermente""" ingiusta verso il sesso maschile, ma in fondo era abbastanza sicura che per lei gli individui fossero tutti uguali. Ovvero, nel suo caso: non le fregava un cazzo di nessuno. Quindi frasi come "Sei mia/Sei mio", "Ti possiedo", "Solo io posso averti" da romanzo erotico di serie C, le avevano sempre fatto rivoltare lo stomaco, in modo decisamente meno piacevole di quanto si apprestava a fare il cazzo di Shagaru di lì a breve. Ma allora perché… Perché si mise ad annuire oscenamente alle parole del drago, in modo frenetico quasi, facendo vibrare la carne abnorme che le deformava la bocca, aprendola ben più di qualsiasi altro cazzo avesse mai preso nella sua florida vita sessuale da pervertita? I versi che Shagaru emetteva quando scopava erano terribilmente eccitanti, attraversavano ogni angolo più recondito dell'organismo e rimbombavano nella testa. Era come una specie di richiamo primordiale, qualcosa di profondo che neanche lei comprendeva appieno ma che le stava fottendo il cervello. Juri si mise a mugolare mentre tentava di prenderlo ancora più forte e fu deliziata dalle reazioni di quell'immensa creatura mentre la guardava combattere contro la sua carne. L'aveva detto no? Che secondo lei aveva solo voglia di vederla combattere e perdere contro di lui, e a giudicare da come stava reagendo, era chiaro avesse pensato di vincere facilmente. Questo la rese ancora più vogliosa, ancora più determinata, e quando finalmente riuscì a prenderlo tutto dentro, strappando al drago addirittura una nuova forma che non le aveva ancora mostrato, una fitta di profondo piacere la fece contrarre fin nel profondo. Mugolò estasiata, guardandolo dritto negli occhi: i suoi socchiusi e pieni di lacrime mentre tentava di trattenere i conati e la saliva; quelli di lui due fessure rosse che sembravano volerla inghiottire per intero. Shagaru avrebbe potuto percepire tutto di lei fremere, fin dentro l'entrata dell'utero che sembrava così stretta da non poter essere attraversata, ma soprattutto nella sua stessa energia spettrale, che iniziò a contrarsi intorno a lui come un canale perverso fatto apposta per accoglierlo. Di fatto, Juri aveva creato una nuova intimità solamente per lui, un anfratto che potesse affrontare e sconfiggere il drago famelico, modellato sulla sua verga come uno stampo per la cera. Esisteva per soddisfarlo, e per quanto la cosa l'avrebbe fatta incazzare se solo si fosse soffermata un secondo a pensarci, in quel momento tutta la sua energia -spettrale e non- era impegnata in quei "preliminari" che avevano ben poco di umano. Ma se quel colosso dal cuore tenero si era anche solo per un millesimo di secondo paralizzato all'idea di farle male, per poi riprendersi subito, Juri non ebbe un solo istante di esitazione, anzi, quando le afferrò la faccia sembrò quasi accendersi, i suoi occhi si sgranarono e un lampo di energia più forte del precedente li fece quasi lampeggiare, rilasciando un'enorme quantità di fiamme spettrali che fluivano insieme alle sue lacrime. Il sussulto che la sconquassò a quel contatto poteva sembrare paura a una prima occhiata superficiale, ma l'impressione venne subito smentita dal gemito intenso che le sfuggì mentre socchiudeva le palpebre, reso roco dalle corde vocali ormai compresse da quell'invasione mostruosa. Avrebbe dovuto sottrarsi, dire di no, avere paura e soffocare grida di terrore… Ma invece impazzì del tutto. Il fatto che le afferrò la faccia in quel modo assurdamente umiliante e proprio per questo sexy da morire accese qualcosa in lei, costringendola a stringere la presa su quella natiche marmoree come se le dita volessero affondarci dentro e fungere da catene che non le avrebbero mai permesso di staccarsi da lì, neppure se lei stessa lo avesse voluto. Quando poi le afferrò i seni, graffiandoli leggermente con gli artigli e spalancandoli con i suoi pollici, ben più di quanto avesse fatto lei con due dita ognuno, gridò così forte che l'interno del suo corpo iniziò a vibrare. Rischiò di venire sul colpo, perché l'eromanzia aveva reso tutto di lei estremamente sensibile e quei due anfratti che semplicemente non avrebbero dovuto esistere, erano diventati di fatto due nuovi punti da cui godere, ma si trattenne. La sua intimità stillò una nuova cascata di umori che andò a lubrificare ulteriormente la cavità già voglioso e spalancata, rendendo forse per questo molto più facile il gesto estremo di Shagaru. Realizzò in quel preciso momento, mentre sentiva la cervice spalancarsi da quella cappella inumana e ne godeva come mai aveva fatto prima, che la sua volontà era stata azzerata dalla bramosia, in modo così profondo che il drago avrebbe potuto farle qualsiasi porcata da lì in poi, la più violenta ed estrema possibile, finanche a soffocarla fino a morire o umiliarla nel peggiore dei modi, e lei glielo avrebbe lasciato fare, ringraziandolo per averla usata. Forse il suo sangue stava agendo come una specie di droga, facendole sentire con quella creatura una potentissima affinità che in realtà non esisteva, ma era semplicemente PAZZA di lui in quel momento. Pazza per i suo cazzi enormi; eccitata come la più oscena delle puttane per il modo in cui le aveva afferrato la faccia invece che spingerle la nuca, deformando la sua espressione fino a farla assomigliare a una specie di maiale; invaghita della forza dei suoi colpi e di quegli occhi demoniaci che la fissavano come se volessero mangiarla; eccitata per gli artigli che avrebbero potuto benissimo squarciarle le tette e aprirle come dei cocomeri maturi. Anche lì, avrebbe solo voluto che gliele riempisse fino all'orlo, di cosa non le importava, ma per quel che la riguardava poteva anche infilarci altre dita, i pugni interi, o entrambi i cazzi pulsanti. Anzi, se solo ne avesse avuto quattro, le sembrava che avrebbe potuto accogliere persino quelli! E il suo culo… Il maledetto culo che continuava ad agitare come un'ossessa e che era stato ignorato, le doleva per quanto voleva essere scopato, fottuto e aperto finanche a diventare inutilizzabile per il resto della sua dannatissima vita. Come tutto, il maledetto resto, del suo osceno corpo da pervertita!
    E lui aveva ragione: poteva solo godere, poteva solo scopare, e aveva una voglia matta di farlo ad oltranza. Quindi mugolava, impazzita e impaziente, stringendo di più la presa ad ogni ringhio o sussulto; fregandosene altamente di come potesse apparire o, ancora peggio, del fatto che così stesse solo peggiorando l'eccitazione del drago e, con essa, la propria posizione di bambolina. Semplicemente non le importava abbastanza. La sua vita non valeva un bel niente di fronte a quella macchina da sesso perfetta, se non poteva averne ancora. Ancora. E ancora. Poteva forse morire per il troppo sesso? Ebbene, che morisse, cazzo! Che le fottesse la gola fino a sborrarci dentro e gonfiarla così tanto da farla scoppiare come un palloncino di carne e budella! Lo avrebbe guardato da chissà dove, gustandosi lo spettacolo di quell'enorme fisico marmoreo che si fotteva il suo dannato cadavere, ricoperto di sangue e melma rossa. Ecco, fin dove arrivava la sua follia del momento ed ecco, esattamente, perché alle parole di Shagaru, quelle eccitantissime parole sputate fuori attraverso ringhi e sibili, lei aveva reagito ancora una volta annuendo e mugolando, iniziando a sentirsi completamente piena di lui. Avrebbe dovuto sentire dolore. Avrebbe dovuto sentirsi dilaniare da quella carne ben più grossa di qualsiasi cosa potesse uscire dalla sua fica schiusa a malapena dalla voglia, perché semplicemente la stava aprendo in due dall'interno, dilatandola ben più di quanto sarebbe avvenuto durante un parto. E sembrò così, i primi secondi. Per un attimo Shagaru avrebbe potuto pensare di averla fatta svenire: gli occhi si erano sgranati quando aveva superato la cervice per poi ribaltarsi ad ogni altro centimetro conquistato dal drago, le sue lacrime erano diventate nere come la pece più scura nonostante non avesse un solo grammo di trucco addosso, dense come petrolio, e le dita sulle natiche marmoree erano rimaste salde solamente attraverso quelle unghie più simili ad artigli, quasi stesse perdendo la presa. Poi però gli occhi erano diventati completamente viola, le pupille sparite chissà dove mentre si ribaltavano per il piacere e la presa si era fatta nuovamente salda mentre un brivido attraversava Juri insieme a un sibilo mostruoso, terrificante, come se un incubo si fosse impossessato di lei. Nell'esatto momento in cui la cappella del dragò le sfondò le labbra, trapassandola da parte a parte, lei iniziò a venire fino a squirtare sul pavimento, in modo così forte che le grida non poterono essere soffocate neppure dalla carne che la violava, come se fossero esterne al suo corpo, un'infestazione spettrale dell'intera casa. La sua fica iniziò a pulsare ritmicamente, stillando umori su umori e quelle pulsazioni si ripercossero su tutto l'interno di lei, dalla gola, passando per l'esofago spalancato, al canale energetico creato per stimolarlo fino alla vulva che, per l'appunto, sembrò quasi volersi richiudere sul glande del drago per catturarlo nella sua morsa. Ben presto le unghie sul culo di Shagaru divennero artigli che letteralmente affondarono nella sua carne, aprendogli le scaglie il tanto che bastava per fargli sentire quanto quella femmina pretendesse quella violenza, pretendesse lui. Poi l'energia di Juri si fece di nuovo nera, famelica, e iniziò ad avvolgerla in alcune parti, lasciando la pelle candida ancora umana ad eccezione delle braccia, dei capelli e di alcuni punti del viso, come se non stesse perdendo il controllo ma anzi, fosse pienamente cosciente di ciò che faceva. Alcune braccia di energia spettrale spuntarono dalla sua schiena come se volessero imitare il drago: due -sotto al paio umano- saettarono ad ancorarsi ai suoi polsi, invitandolo a infilare dentro i suoi seni qualcosa di più consistente, non importava cosa, mentre un altro paio in fondo alla schiena, più simili a code enormi, andarono a evidenziare il suo culo perfetto, diventato addirittura più grosso con l'eromanzia, afferrandolo e spalancando le natiche così tanto che da una visuale frontale poteva vedersi l'ano pulsare e schiudersi appena, impaziente, facendogli capire che no, non le bastava. Che non importava quando lui fosse brutale o pensasse di distruggerla, semplicemente: Lei. Voleva. DI PIÙ. Era semplicemente TROPPO affamata e come a evidenziare quella fame, persino la sua lingua si fece più lunga e andò ad avvolgere la base del suo fallo, iniziando a massaggiarlo mentre accompagnava le sue spinte. A quel punto avrebbe dovuto essere soddisfatta, frenare quella reazione eccessiva e diventare più mansueta mentre l'orgasmo appena avuto iniziava a quietarsi e lasciarla rilassata... ma no, neanche per sogno. Shagaru avrebbe potuto sentire la sua voglia addirittura crescere, l'eromanzia aumentare e da ogni singolo anfratto in quel momento violato uscirono nuove lingue, piccole e lunghe come tentacoli di carne, che andarono ad avvolgersi intorno ai suoi pollici, leccandoli e avvolgendoli completamente per fargli sentire come sarebbe stato infilarci ben altro dentro; un'altra si formò invece in quella fica semplicemente sfatta e deformata dalla sua carne, che andò a circondare la cappella fino ad avvolgerla completamente, infilando la punta dentro l'uretra per saggiare ancora meglio quel suo sapore fantastico. Gemette, mugolando di piacere, e ogni verso che si soffocava in quella perversa gola famelica si espandeva all'esterno come una sorta di canto spettrale, senza bisogno di usare realmente le corde vocali, perché il drago poteva semplicemente sentirla, come se fosse dentro di lui. Il suo corpo si ricoprì in parte di fessure violacee, e quando parlò, queste si spalancarono una ad una, rivelando occhi fiammeggianti. Ognuno, nessuno escluso, andò a fissare intensamente il drago, socchiusi, preda del piacere, imitando perfettamente l'espressione adorante e famelica del viso di Juri. In quella forma la giovane non sembrava più così umana, ma non aveva neppure ceduto completamente all'oscurità come quando era venuta da lui supplicandolo di salvarla. No, grazie al suo sangue riusciva a controllare l'estrema voglia di divorare e consumare tutto ciò che la circondava, e a quel punto la sua fame era molto più selettiva e -se vogliamo- positiva, poiché era completamente dedita al sesso e ai cazzi che voleva gustare lungo ogni centimetro. Ogni parte di lei voleva gridare e Shagaru avrebbe potuto sentire la sua voce rimbombare attraverso il suo stesso corpo, come se potesse penetrargli sotto pelle e raggiungergli le orecchie direttamente dalla parte di lui che stava ingoiando. Eppure... ancora non bastava. No. La consolava solamente il fatto che quello fosse solo l'inizio. Un preliminare. Bello, certo, ma destinato comunque ad essere un mero antipasto perché tra loro -un drago tra i più violenti e uno spettro tra i più folli possibile- il sesso era destinato a essere così: brutale, mostruoso, orribile forse, ma comunque incredibilmente e fottutamente bello. Una droga di quelle così forti da farti stare bene per l'eternità, anche mentre i tuoi organi si sfracellano, squagliandosi uno ad uno, pezzo dopo pezzo. Ecco cos'era Shagaru per lei.
    Sei bellissimo... È bellissimo! Scopami più forte, drago! Fammi male! Distruggimi, se ne hai voglia! Ammazzami e rimodellami come una fottuta bambola di creta! Non mi basta, non mi basterà mai. VOGLIO. OGNI. COSA. DI TE! DAMMELAH!
    Era davvero Juri ad aver risvegliato il drago… o era il drago ad aver risvegliato… un mostro affamato di lui?
     
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    Poteva sentirla: era in perfetta sintonia con lui, non era qualcosa di innato oppure di programmato, le loro energie non stavano risuonando come compatibili, era meramente istinto. Entrambi avevano accolto reciprocamente la sfida, un confronto fatto tanto di attrazione quanto di sete di battaglia, era davvero uno scontro a tutti gli effetti e proprio come Shagaru, Juri non aveva la minima intenzione di farsi indietro. Questa era una sensazione che nessuno poteva dargli, che i suoi simili non potevano assecondare e che nessuno degno di aver chiamato "avversario" fino a quel momento aveva risvegliato. Sembrava proprio che Juri fosse maledettamente unica e Shagaru per quanto restio a confessarlo non aveva la minima intenzione di fare finta che non fosse così. Il suo corpo non glielo avrebbe permesso. E probabilmente neanche Juri. Tanto al limite quanto dipendente dalle estreme sensazioni che il Magala generava in lei, la ragazza diventava sempre più avida, impaziente di averne ancora, incapace di accettare i suoi stessi limiti, pronta a spingersi oltre solo per poter assecondare un desiderio perverso, malato e irrefrenabile. Appena la sentì che iniziava a venire come una fontana, Shagaru assaporò il rumore e l'odore di quei succhi femminili che si riversavano a terra formando un lago perverso che ben si sposava con l'approccio possessivo e bestiale di quel drago insaziabile. L'idea di spremerla dei suoi succhi come a volerla sciogliere davanti a sé, usarla per marchiare il suo territorio mentre la faceva sua, lo eccitava ancora e ancora, rendendolo più impaziente, marmoreo, facendolo ringhiare fino a quasi ruggire mentre la sua pressione energetica si estendeva, facendolo diventare sempre più brutale in quei tocchi, in quelle prese perverse che mettevano alla prova il corpo spettrale di Juri, l'unica garanzia che le impediva di cedere rovinosamente sotto il tocco possente di Shagaru. La presa sulle sue scaglie di Juri si fece sempre più forte, tanto che artigli affilati iniziarono a bucarlo: l'odore del suo stesso sangue stava plagiando il cervello del Magala tanto quanto l'eromanzia della ragazza e vedeva quelle mani oscure che la avvolgevano come una vera e propria minaccia. Il suo istinto di predatore assoluto stava chiaramente prendendo il sopravvento e se non fosse stata per la perfetta combo tra eccitazione e sommo autocontrollo sviluppato fino a quel giorno probabilmente avrebbe stuprato e divorato Juri contemporaneamente senza pensarci due volte, iniziando proprio da quelle tette maestose impazienti di venire profanati, e da quel culo esagerato che bramava ogni sorta di attenzione. Da dove iniziare? Si perché quello non era neanche lontanamente l'inizio, non poteva esserlo, nonostante l'avesse infilzata da parte a parte non gli bastava, voleva di più, voleva distruggere quello spettro perverso in un modo che nessuno potesse imitare, magari nella speranza che mai più nessuno sarebbe riuscito a traumatizzarla tanto da farla impazzire, così da costringerla al suo fianco, protetta anche in quel senso. O magari questa era solo la becera spiegazione di un vero perverso, una macchina da hentai come lo definiva lei che non desiderava altro che sfogarsi con l'unica che poteva davvero avere una speranza contro il Magala al massimo della sua brutalità. So sentiva davvero come sul punto di perdere il senno, come se stesse per smarrire qualcosa. Per un brevissimo istante sentì la pulsione di frenarsi, cercò quasi disperatamente di non cedere al fascino perverso di quella fica mostruosa che si chiudeva intorno a lui e squirtava solo per compaicerlo e sfogarsi, ma non ci riusciva. Qualcosa lo stava chiamando. L'oscurità di Juri iniziò letteralmente a corromperlo, mostrandosi in una perversa forma, leccandolo più che letteralmente usando ogni orifizio a disposizione della ragazza mentre lei cambiava forma, come nel disperato tentativo di riuscire in qualche modo a tenergli testa. Riusciva a sentire le sue grida rimbombargli in testa, ma non erano di paura o disperazione... erano di voglia. Juri provava esattamente ciò che stava provando anche lui in quel momento, e non poteva permettersi di lasciarla a metà. Quella notte avrebbero compiuto qualcosa di estremo. In maniera quasi anticlimatica, Shagaru iniziò ad uscire da dentro di lei, liberando quella fica e l'utero spalancato della sua mole immensa, separandosi suo malgrado dalla lingua che si era intrufolata nella sua uretra, facendolo sussultare, ma si ritirò ugualmente. Che stesse cercando un freno? Le mani di Shagaru le rimasero addosso al volto anche quando quella mostruosità uscì completamente da dentro di lei, come un obelisco di carne venoso e saturo di energia, impossibile immaginare che quella roba fosse dentro di lei fino a un attimo prima. Impossibile. Le dita del drago si strinsero sul suo volto, i pollici le finirono in bocca, affondando dentro di lei come a spalancarle non solo le guance ma tutta la gola stessa. La stava ancora trattando come se fosse il suo personalissimo onahole e anche se i suoi cazzi si erano momentaneamente allontanati da lei, lui invece aveva di nuovo chiuse le distanze con la sua faccia, mostrandole quel volto per metà dorato e quegli occhi rossi, mostruosi, che la fissavano direttamente nell'anima. Spalancò le fauci, lo fece con un rumore estremamente gutturale, come se la sua bocca fosse piena di saliva tanto da farla traboccare, sembrava volesse darle un bacio ma invece spalancò la bocca e con le dita dilatò il più possibile la bocca e la gola di Juri, tirandola verso l'alto per manipolarla come se fosse la sua bambolina. Nelle fauci del drago si era ammassata in maniera densissima la sua saliva, mescolandosi con il potere stesso del Magala, diventando qualcosa di diverso: sembrava seme nero, in tutto e per tutto dolce come la sua virilità, bollente come solo il suo corpo poteva diventare, e grondò direttamente nella bocca di Juri approfittando della sua gola spalancata da quella penetrazione estrema. Lo spettro venne completamente invaso da quella sostanza, era come un lentissimo orgasmo che le si riversava dentro, andando a corrompere ulteriormente il suo potere e la sua energia. Shagaru aveva sentito quanto il suo sangue le avesse donato un certo equilibrio, e lui decise di concedergliene ancora, anche se in una forma estremamente più diluita. Mentre lo faceva, le sue scaglie oscure si riempivano di energia pulsante, il suo elemento nucleare stava rispondendo all'oscurità di Juri, divorandola e facendola sua. Per brevi istanti, come se stessero pulsando, quelle scaglie davano l'idea di essere liquide, un pò come se fossero diventate spettrali a loro volta, rispondendo al richiamo di Juri. L'energia violacea che attraversava il corpo di Shagaru partendo dal petto e allargandosi su tutti i suoi arti diventava sempre più insistente, vivida e frequente, fino a che non prese ad accendersi in maniera più chiara sull'enorme coda del Magala che ancora circondava Juri. L'enorme estremità del drago prese a plasmare, ingrossandosi tantissimo soprattutto sulla punta, fino ad assumere le fattezze identiche e precise di uno dei suoi cazzi. Un enorme cilindro di carne col foro sull'estremità, dalla quale colava quel liquido nero impastato che ancora il drago nero riversava tra le labbra di Juri. Non le diede il tempo di riprendere fiato, quella grossa coda guizzò come una serpe famelica verso di lei, arrivando tra le natiche gonfie e impazienti di Juri così da potersi finalmente adagiare sul suo culo, provando a profanarlo ma fallendo miseramente. Anche con tutta quella trasformazione, Juri non avrebbe mai preso una simile mostruosità nel suo culo. Era impossibile, non sembrava neanche fatto per entrare in un corpo umano, semplicemente non erano compatibili, non poteva entrare così facilmente. Quindi Shagaru fece la cosa più sensata e naturale possibile: mollò la presa delle mani inferiori dai suoi seni per allungarle verso il culo di Juri, afferrarlo con gli artigli mentre le infilava due grosse dita in quel culo voglioso, spalancandolo come se volesse stracciarlo in due, come se fosse un orsetto gommoso, e facendo così abbastanza spazio per permettere alla sua goda di entrare dentro di lei. Lo spalancò con una brutalità inaudita, senza esitazione, ruggendo ferocemente mentre lo faceva. Non fu di certo indolore, ma fu tutto così rapido e intenso che Juri non avrebbe trovato il tempo di piangere, solo di godere, perché appena quel grosso cazzo fatto di scaglie nere spalancò orribilmente il suo culo, prese anche a penetrarla sempre più a fondo, deciso a scavare dentro di lei il più possibile. Finalmente Shagaru smise di farle bere la sua saliva a quel punto, ma molto probabilmente parecchia le sarebbe finita in faccia perché gli spasmi di quella penetrazione non sarebbero passati inosservati. Ogni spinta di quella coda mostruosa veniva anticipata da qualche passo indietro, solo il giusto per riprendere la carica durante la quale la corolla di carne di Juri scivolava all'indietro come un perverso bacio intorno a quella mostruosità dragonica, poi Shagaru affondava, ogni volta un centimetro o mezzo centimetro in più, deciso a invaderle il corpo per intero stavolta. Niente trucchi, niente organi smaterializzati: quel cazzo enorme era abbastanza plastico da piegarsi dentro di lei, e non si sarebbe fermato neanche deformandole il ventre mentre la possedeva. A quel punto finalmente Shagaru e Juri si ritrovarono faccia a faccia, uniti solamente per quella perversa coda, mentre i suoi enormi cazzi saettavano davanti a lei, massicci e impazienti di prendersi la loro parte. Avrebbe voluto spingerla a terra e infilarli entrambi nella sua fica, deformandola fino a farla esplodere e riempiendole l'utero col suo succo mixato alla massima fertilità, ma non era così impaziente. I suoi cazzi reagivano all'energia, e si plasmavano come la sua coda, diventando non solo più gonfi e massicci, ma modificando la loro posizione: non più uno sopra all'altro, ma uno di fianco all'altro, allineati perfettamente con i suoi seni. Aveva una gran voglia di prendersela e basta, ma a quel punto lei aveva abbastanza braccia e coraggio da assecondare i suoi perversi desideri.
    Apri quelle cazzo di tette per me, sbrigati. Quando avrò finito non torneranno mai più come prima, saranno i miei giganteschi cuscini per l'eternità...
    Aveva davvero intenzione di scoparle le tette fino a lasciare il segno dentro di loro, e riempirle del suo potere in modo da plasmarle per sempre. Per Juri era troppo tardi oramai per tirarsi indietro, non poteva più farlo. Poteva solo assecondare quel mostro perfetto che sembrava aver accettato del tutto il suo ruolo, la sua natura. Quel fantasma era l'unica creatura capace di tenergli testa e donargli anche abbastanza forza per esagerare. E quella notte avrebbero esagerato.
     
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    Il ruggito di un drago è qualcosa che ti penetra fin dentro alle viscere. Passa dai timpani e rimbomba in ogni antro del tuo essere, fino a farti accapponare la pelle così profondamente da farti venire voglia di vomitare e fartela sotto al contempo. Ti fa sentire insignificante, piccolo e inerme. Uno spuntino buono giusto come aperitivo, lo stuzzichino da cocktail che prendi al bar con lo spritz quando vuoi esagerare, ma presto dimentichi di aver ingerito perché, in fondo, ti interessa solo di bere. Questo era ciò che Han Juri, scolaretta di 16 anni, aveva pensato davanti alla TV un giorno come tanti, guardando uno degli innumerevoli documentari di turno sui mostri che popolavano il mondo, mentre tentava (invano) di diventare una brava alunna per compiacere la sua amata Sun, la donna che avrebbe voluto corteggiare, ma invece era sua madre adottiva. E ora guardatela: quelle stessa Juri, diversi anni e innumerevoli traumi dopo, dedita a succhiare e venerare proprio il cazzo di uno di quei mostri che, un tempo neppure così lontano, le avevano fatto tanta paura da prendere l'orsacchiotto della notte e stringerlo forte forte prima di dormire. Ok, era stata un'adolescente infantile e patetica e per molte ragazze la situazione attuale sarebbe stata solamente l'incorniciarsi di una simile umiliazione, ma lei invece rise nel ricordare così distintamente quella piccola assurdità. Ed era davvero felice di essere l'attuale Juri, la stessa troietta che mugolava di puro piacere mentre strizzava il cazzo più grosso e mostruoso che avesse mai assaggiato e lo spremeva con tutto il suo corpicino allenato, perché significava semplicemente che, in qualche modo, stava affrontando quel mostro e, onestamente, si sentiva abbastanza vogliosa da spremerlo per tutta la notte. A dirla tutta avrebbe voluto mungerlo e farlo schizzare così forte da riempirla come un palloncino fin da subito, per questo aveva tirato fuori la lingua persino da posti così osceni infilandogliela su per il glande, ma non c'era riuscita. Aveva perso una battaglia... ma non la guerra. E quei ruggiti che un tempo l'avevano fatta spaventare tanto? Oh, ora erano pura musica per le sue orecchie… Un richiamo di puro sesso che la faceva sempre, puntualmente, mugolare e gemere di rimando, come se fosse un dibattito e lei dovesse avere sempre l'ultima parola. Ogni ruggito era uno spasmo alla sua fica e al suo culo impazienti; un fremito su quei capezzoli spalancati che avevano voglia di assaggiare la stessa carne che stava così abilmente leccando. E se un tempo erano stati motivo di terrore ora, beh, erano il principale motivo per il quale desiderava di più da quella creatura mastodontica. E sì, per quanto assurdo, era fottutamente fiera di essere diventata quella troietta affamata. Perché aveva fatto del drago e di quelle vecchie paure, il sogno erotico con il quale andare a dormire, non l'incubo con cui smettere di farlo. E quello era, per quel che la riguardava, il modo migliore al mondo per affrontare il drago crudele: bramare ogni singola scaglia del suo grosso corpo, che fosse addosso o profondamente infilata dentro di sé. Visto l'incredibile orgasmo appena avuto, pensò che almeno a quel punto le forze l'avrebbero abbandonata, ma non fu così. Rimase morbida e languida per pochi istanti, il fisico che ondeggiava per gli spasmi, ma fu costretta a riprendersi velocemente quando Shagaru, folle che era, iniziò a togliersi da dentro di lei. La sua gola e tutto il suo corpo erano talmente gonfi e deformati che fu un po' come se volesse strapparle le interiora e rivoltarla come un preservativo usato, e inizialmente si aggrappò con tutte le forze alle sue chiappe draconiche proprio per evitare di vomitare anche l'anima, visto che non aveva alcuna intenzione di permettergli di abbandonarla. Purtroppo, vuoi la debolezza post orgasmo; vuoi tutti i fluidi che stava riversando sul pavimento, tra lacrime, moccio, saliva e umori; vuoi anche la differenza di forza che ormai la distanziava da lui, quella presa per quanto vogliosa, non poté assolutamente nulla contro la volontà del drago. E quindi Juri si ritrovò a ribaltare ogni singolo occhio fino a farlo tremolare sulla soglia delle palpebre, schizzando lacrime e muco oscuri da narici e condotti lacrimali ad ogni centimetro che l'abbandonava e iniziando poi a tossire e vomitare saliva e i suoi stessi fluidi sul pavimento, quando finalmente quell'abnormità fu estratta da lei. Se Shagaru non l'avesse afferrata per la faccia, inizialmente sarebbe crollata in avanti, l'addome ancora gonfio e leggermente deformato, la fica più pulsante che mai, perché persino quei conati... le piacevano da pazzi. Quel fottuto drago la rendeva una masochista peggiore del solito. Aveva sempre amato il dolore perché era una delle poche sensazioni che riuscivano a farla sentire ancora viva, ancora "in pista", nonostante la morte, ma con lui... quel giorno sembrava disposta a trasformarsi in qualcosa di ancora peggiore che una mera schiava del sesso. Eppure ritrovò presto la volontà di parlare, tanto che quando lui le afferrò le guance, allargandole per chissà quale strano gioco perverso che al momento le sfuggiva, lei sgranò gli occhi tornando a guardarlo: persino la vista era annebbiata da tutto quel sudore misto a lacrime non troppo amare. Gli afferrò la nuca con il paio di braccio con cui aveva cercato di ancorarsi alle sue chiappe draconiche, nel vano tentativo di sorreggersi. Le gambe le tremavano, e rischiava di finire lentamente in ginocchio.
    He hi ahi hahendo, hagho? che tradotto, sarebbe dovuto essere un: "Che mi stai facendo, drago?". Tentò di dire qualcosa con la bocca impastata di saliva e melma varia ma non ci riuscì granché. I suoi occhi però si ancorarono a quelli del drago ancora una volta e, quando sentì e vide quel liquido nero e potente colarle in gola, non poté far altro che muovere la gola per ingoiarlo tutto, improvvisamente assetata. La sua gola, ancora un po' larga, che tentava disperatamente di non far cadere neppure una goccia era uno spettacolo senza precedenti, ma ancor più fu il momento esatto in cui i suoi occhi, nessuno escluso, passarono da sgranati e incerti a socchiusi ed entusiasti, mentre le spalle, poco prima tese, si rilassavano all'improvviso insieme al suo corpo. Nell'istante in cui il drago era uscito da lei, il suo organismo aveva ripreso a funzionare e piano piano la tecnica che aveva reso i suoi organi evanescenti si era sciolta, quindi tutta quella meraviglia poté scivolarle giù per l'esofago senza esitazione, trovando presto il suo stomaco affamato che, se solo avesse potuto, si sarebbe leccato la bocca con gusto. Un po' come stava facendo lei in effetti, che con la lingua cercava disperatamente di recuperare rivoli oscuri che le scivolavano dagli angoli delle labbra, sul mento, giù per il collo esposto. Reputava quel drago un grandissimo bastardo, perché non le concesse neppure un dannato bacio, lasciandola lì, senza niente più a riscaldarle la gola se non quel delizioso liquido di cui stava diventando dipendente. Il suo sangue era l'unica cosa a tenerla ancorata al mondo, la sua possibilità di essere quella troia affamata e fierissima di esserlo, e non un buco nero pieno di rabbia insensata. Voleva stare così. Voleva essere esattamente quella troia e riempinzarsi delle peggiori porcate con quella fottuta macchina da hentai ambulante. Pensava che quel momento non potesse essere più perfetto; lo trovò addirittura romantico a essere sincera, tale era la follia che la stava muovendo, ma quando sentì le mani spalancarle le natiche e il culo e fu costretta a gridare dal profondo della gola per il dolore, sgranando gli occhi ancora una volta... Beh, quella fu davvero pura perfezione. Il drago avrebbe sentito distintamente la sua corolla cercare di resistergli, stringersi e pulsare contro le sue dita semplicemente troppo forti per lei, che la costrinsero invece a restare spalancata per il diletto del loro padrone. E lei, ubbidiente quanto la sua proprietaria, rispose entusiasta, inghiottendo la punta di quel nuovo cazzo come se fosse la cosa più buona del mondo nonostante lacrime di puro dolore iniziarono a colare da ogni singolo occhio di Juri, che a quel punto guardava fissa in alto, cercando quegli occhi rossi che volevano divorare la sua immagine oscena. Era doloroso, sì, ma proprio per questo Shagaru avrebbe potuto distinguere ogni spasmo, ogni lacrima, e capire esattamente quanto le piaceva. Sembrava quasi che volesse sorridergli contro quei pollici possenti, la faccia deformata in modo osceno, come se da un momento all'altro potesse lasciarsi sfuggire una risatina entusiasta. E poi la lasciò, di colpo, mentre continuava a penetrarla e lei non poté fare altro che allargarsi di più le natiche e cadere leggermente in avanti, cercando di reggersi sulle ginocchia tremanti e restare ancorata alla sua nuca o dove fosse più comodo con un paio di braccia, per poter andare in contro alla sua coda. Era semplicemente troppo grossa per penetrarla tutta in un'unica volta, doveva entrare lentamente e proprio quella lentezza la spinse a leccarsi le labbra e mordicchiarle vogliosa, gemendo estasiata. Quando ritrovò la parola con quelle labbra ricoperte di saliva densa e oscura e la bocca impastata di lui, da essa non uscì alcuna supplica disperata; tutt'altro...
    Oh-oddiooddio sì... cahzzooo... finalmente! Nnnh... mettilo tutto dentro, Shaggy. L-lo voglio prendere tuttoh!
    Non era solo come se lo baciasse, cercando di risucchiarlo ogniqualvolta lo ritirava per poi sbatterlo dentro di nuovo: Juri iniziò letteralmente a succhiarlo da quell'anfratto osceno, stringendo e muovendo i muscoli come l'abile pervertita che era e facendogli letteralmente un servizietto attraverso quel culetto voglioso che si ritrovava.
    Spero che tuh... possa sentire... come ti stringe... e ti succhia. Ahltrimentih, non ci sarebbe gusto. Le mie... abilitàh... verrebbero sprecateh.
    Glielo disse ridente, perdendo un rivolo di saliva mista alla sua dalla bocca chiusa dai denti. Era in estasi, ma non era solo il suo culo a pulsare come un dannato che si contorce tra le fiamme, anche le sue tette, ormai ridotte a due anfratti pulsanti e spalancati, desideravano attenzioni e sembravano non vedere l'ora di risucchiarlo dentro di loro, tanto che da entrambe uscirono due lingue sottili, larghe e aperte, come se fossero due bocche che aspettavano di essere riempite. Juri portò gli indici delle mani mostruose che fino a quel momento avevano tentato di sorreggere quelle soffici enormità ai lati dei suddetti anfratti, arpionandoli con gli indici e iniziando a tirarli in modo che si aprissero il più possibile. Si leccò le labbra, in ginocchio, continuando a muovere il bacino e le gambe in modo da cercare di prendere sempre più cazzo dentro di sé. Le mani che le tenevano spalancate le natiche non si mossero da lì, tenendole aperte per lui. A quel punto le sue nuove braccia d'oscurità erano posizionate così: un paio cercavano di reggersi in quella posizione a metà tra l'inginocchiarsi e il stare a quattro zampe per impedirle di cadere, dove a quel punto non le importava molto; un altro paio maneggiavano il seno enorme, mentre quelle più simili a code non si erano staccate dal suo culo neppure un istante.
    Rimase estasiata di fronte allo spettacolo che il drago le offrì, e fu piacevolmente sorpresa di sentire che anche lui stava diventando volgare. La considerò una vittoria e rimase davanti a lui, sorridendogli con intesa. Non aveva affatto l'aspetto di una schiava sottomessa intenta ad assecondare l'ordine del padrone, ma piuttosto di un'amante in attesa che il suo compagno faccia le proprie magie. Ed effettivamente così avvenne: se prima era stata lei a cambiare per lui, modificando il proprio corpo per adattarsi a quello di lui, ora era il drago stesso a mutare per lei e Juri ne fu semplicemente euforica, come se un grossa scossa l'avesse rinvigorita completamente. Espose il petto per lui, rispondendogli a tono ancora una volta.
    Wow... nhon pensavoh... potessi essere tanto volgare, draghettoh! Gli sorrise, guardandolo con sguardo di sfida. Devo insegnarti a scoparmi in modo sexy però: dovevi sputarmi in bocca, non farlo semplicemente colare… Aprì la bocca tirando fuori la lingua per lasciarglielo immaginare, prima di proseguire. Nel nominare il suo seno, ormai gonfio ed eccitato all'inverosimile, lo afferrò per i lati, impugnando ogni tetta come se fossero anche loro due perversi giocattoli sessuali pronti a risucchiarlo e masturbarlo perversamente, continuando a tenerle larghe con gli artigli. Peccato che ormai quelle tette fossero così gonfie da straripare dalla sue dita, anche se mostruose. Le ingrandì con l'energia come poteva ma neppure quelle zampe riuscivano a contenere quell'abbondanza. Il drago ci sarebbe riuscito? E vistoh che ti piace il turpiloquio... usalo per dirmi quanto desideri fottere queste tette vogliose, avanti! Nh-non bastah, ruggire ordini e minacce vaneh, per farmi eccitare! Puoih... ancorah... fare di più.
    In verità le bastava eccome ed era già eccitata ben oltre i limiti del possibile, ma questo lui non lo sapeva e quindi ogni scusa era buona per cogliere l'occasione di provocarlo e spingerlo a fare peggio. Sempre, peggio. Voleva forse morire? Non se strettamente necessario, ma aveva appena scoperto che con qualche parolina magica il drago dava il meglio di sé. Ed era semplicemente troppo pazza ed ebbra di piacere per pensare alle conseguenze. In un'altra situazione avrebbe ammirato il suo autocontrollo da maestosa creatura dominatrice, davvero (ovviamente senza dirglielo), ma arrivati a un simile grado di follia… semplicemente era di troppo. Voleva che si sfogasse, voleva che si sentisse se stesso una volta per tutte e, soprattutto, voleva che lo facesse con lei, che ne diventasse fottutamente dipendente, perché quella maledetta scopata stupenda doveva ripetersi come minimo una volta al giorno da lì fino all'era dei tempi. Shagaru le faceva venire voglia di mettergli un fottuto collare formato gigante al collo e lagarlo stretto a sé per usarlo ogni volta che ne avesse voglia. Le faceva venir voglia di smentire quella sua frase dannata che l'aveva fatta incazzare tanto al loro primo incontro. "I draghi non si innamorano, Juri". E allora capì che, in fondo, quella era una dannata sfida, esattamente come quell'amplesso senza eguali… e lei non aveva nessuna intenzione di perdere.

    Edited by .Bakemono - 21/6/2022, 14:50
     
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    Non riuscì a capire di preciso cosa stesse passando nella mente di Juri, per lui era imperscrutabile. Magari un giorno gliene avrebbe parlato, probabilmente quando non aveva dei grossi cazzi ad occupargli gli orifizi del corpo, in un momento di intimità dove gli avrebbe confessato ogni cosa, anche la più stupida. Tuttavia, nonostante non potesse leggerle dentro, lo spirito di Juri contagiava la voglia del drago nero, tirando fuori il meglio e il peggio di lui, in egual misura e molto più che letteralmente, visto il modo in cui stava esercitando non solo i suoi muscoli, non solo la sua virilità ma anche tutta la sua energia dragonica per poterla far godere. Non capiva, ma non gli interessava: tutto quello che sapeva era che i suoi ruggiti la facevano tremare di piacere, e il Magala non risparmia mai i suoi ruggiti, né per gli amanti, né per le prede. E con i ruggiti saliva la voglia, la forza e la violenza, a nulla servivano le grida di dolore di Juri che commentavano ogni suo gesto, lui non fu garbato né regale, non c'era niente di nobile e gentile nei suoi gesti, e come potevano esserlo mente gli spalancava il culo prima con le zampe e poi con la coda? No, niente di tutto quello poteva ammansirlo, anzi ogni verso di piacere, di dolore, di smania o di sofferenza di Juri non faceva altro che suggerirgli che quella era la direzione, e che doveva continuare senza nessuna pietà. Un oscuro invito per un Magala, ma se al mondo esisteva qualcuno in grado di tenergli testa quella era probabilmente Juri Han. Nonostante tutto quello che stava subendo, nonostante il suo culo fosse orribilmente spalancato e sotto il peggior sforzo della sua vita, lei lo supplicava di spingere ancora, lo ringraziava, lo lodava e ne chiedeva di più, insaziabile. Ogni supplica stimolava un verso simile ad un ringhio perverso tra le fauci di quella bestia mostruosa, e con essi coincidevano spinte più violente della coda, come a volerle dare il benservito, spingendo oltre il suo corpo tanto indistruttibile quanto facile da piegare. Ma lei invece di accusare il corpo godeva soddisfatta, succhiandogli quel cazzo mostruoso col culo e facendo vibrare le sue scaglie come se una motosega vivente stesse sentendo un brivido lungo la schiena. Il problema era che quel motore ruggente era impalato su per il culo di Juri, e lei poteva sentirlo tutto. Le risposte erano probabilmente superflue. Seguì l'imperioso ordine di Shagaru ed espose i suoi mostruosi seni senza pensarci due volte, Juri forse si aspettava di vederlo sbavare ancora ma con decisamente poca grazia il drago avrebbe afferrato la sua testa con una delle zampe inferiori, tirandola a sé con uan prepotenza disarmante e facendo scivolare quegli enormi cazzi dragonici dentro le sue tette come una spada farebbe col gracile corpo di un infante. Quelle enormi verghe erano abbastanza grosse da deformare anche dei seni così grossi, i capezzoli non erano abbastanza grossi per farle entrare del tutto e quando arrivarono a metà Juri sentì chiaramente le estremità dei capezzoli allargarsi più del necessario e rientrare verso l'interno, come dei preservativi usati e diventati dei meri giocattoli. I cazzi di Shagaru poi pulsavano così forte da farli tremare dall'interno ed erano talmente saturi di energia da risultare come tizzoni ardenti che la impalavano in petto. Una spinta vigorosa del drago e le avrebbe scopato probabilmente anche i polmoni, il cuore e tutta la cassa toracica senza pensarci due volte, ma per il momento si accontentò di spingere quei cazzi enormi dentro di lei, usando la sua testa come un vero e proprio manubrio, forse non deformandole lo sguardo come prima ma senz'altro dandole un'idea di chi fosse al comando in quel momento. Da una parte quel grosso cazzo in cui si era trasformata la sua coda scivolava sempre più in fondo, deformandole lo stomaco e attraversando ogni centimetro di intestino che voleva, deciso probabilmente a trapassarla da parte a parte ancora una volta, mentre dall'altro i suoi enormi cazzi dragonici messi in fila si stavano scopando le sue tette, così forte da far rivoltare le lingue al loro interno come se non avessero più spazio per muoversi, schiacciandole e comprimendole come stava succedendo anche alle sue povere tette. Juri non avrebbe mai dimenticato quella penetrazione, perché Shagaru non aveva intenzione di fermarsi fino a farle esplodere quelle carni col suo cazzo e col suo seme. Lo spettro però non sembrava avere il minimo rispetto per il suo corpo o per sé stessa, e si ostinava a provocare il crudele drago nero col preciso scopo di farsi trattare sempre peggio. Purtroppo per lei, lo stava chiedendo alla persona giusta, e con la stessa prepotenza di poco fa, ancora una volta le afferrò la testa con entrambe le braccia superiori, mentre quelle inferiori le afferravano i seni, deciso a farle sentire quanto calda potesse essere la saliva di un drago. Un essere più volgare probabilmente avrebbe impastato il mocciolo con la saliva prima di sputarle in gola, Shagaru invece fu assai più scaltro: si morse la lingua da solo in modo da impastare tra le fauci saliva e sangue, il prezioso liquido di cui voleva rendere Juri dipendente, per poi piegarsi in avanti e sputarle direttamente in gola quel grumo di energia perversa, che le esplose sulla lingua schizzandole sulle labbra, il volto e finendole perlopiù in gola. Ancora una volta i pollici di Shagaru le impedirono di chiudere la bocca, così da assicurarsi di godersi lo spettacolo mentre ingoiava.
    Ti piace essere trattata come una troia Juri? E' questo quello che vuoi essere? Allora sarai la mia... non ti permetterò di godere con niente che non sia questo corpo... mangerai ogni singolo fluido corporeo che ti darò... sarai la mia troia vivente, la mia sacca di sperma... ti infilerò ogni centimetro del mio corpo dentro e ti userò come un guanto. Ogni singolo arto che vedi adesso ti finirà dentro il culo... nella fica... nella bocca... sarai la mia bambola. Ti infilzerò con la mia lingua e ti terrò tra le fauci finché non annegherai nella mai saliva... ricordati che io sono un drago... e quella che ti stai scopando ora è la mia forma umana...
    Se Juri ancora non l'aveva capito, quel bestione non aveva ancora neanche iniziato a scaldarsi: stava solo usando il suo potere, e si stava lasciando corrompere dall'energia di Juri, ma la sua vera forma era molto più grande di quella che Juri aveva davanti, e di sicuro poteva fare molto, molto di peggio. Non era una vera minaccia, perché aveva capito che a lei piaceva eccome sentirsi così maledettamente sottomessa di fronte ad un trattamento tanto brutale. Allora perché insisteva? Perché continuava a come a volerla far impazzire? Perché stava facendo di tutto così che fosse solo sua? Le aveva detto che non poteva innamorarsi di lei, ma si stava comportando in maniera completamente opposta. Che ti succede, Magala? Hai trovato una debolezza? Ovvio che no... quindi rispondile a tono.
    Vuoi che ti sputi in gola così riuscirai a far scivolare il mio cazzo dal tuo culo fino a qui? Ti piace proprio essere infilzata da un cazzo così grosso, non è vero? Vediamo se ti piace questo allora...
    Il ritmo dei cazzi nel suo seno era inevitbailmente rallentato, ma confidava che quello che stava per fare avrebbe compensato a dovere, facendola dimenare così tanto che fosse il suo bacino sarebbe stato anche superfluo: solo una mano rimase sul volto di Juri, con un paio di dita infilate nella sua bocca per tenerla spalancata. Un altro grosso grumo di saliva e sangue venne sputato dalle sue fauci per riempirle la gola, ma prima che potesse ingoiarlo il suo braccio destro superiore, stretto in un durissimo pugno, si piantò nella sua bocca iniziando a spingere verso l'interno. Forse Juri aveva subito qualche fisting altre volte, ma di sicuro non era mai partito dalla sua gola. Avrebbe sentito le scaglie nere e bollenti del drago attraversarle la gola, il pugno chiuso con le nocche gonfie scivolare dentro di lei con estrema difficoltà. Il suo collo ne sarebbe stato orribilmente deformato, la forma del pugno era visibile dentro di lei mentre si faceva strada verso il suo petto, decisa ad andare quanto più a fondo possibile. Se non fosse stato per la sua natura di spettro probabilmente la sua gola sarebbe stata tranciata come un pezzo di legno attraversato da un trapano, ma in quel momento il potere di Juri era sufficientemente alimentato per poter subire qualsiasi tortura senza nessun tipo di danno... ovviamente il dolore sarebbe stato lancinante in ogni caso, seguito da un piacere che solo quel drago nero colossale poteva concederle. Assieme a quel fisting estremo, il drago si sarebbe piegato versi di lei, mostrandole gli occhi rossi colmi d'ira perversa e ruggendole direttamente in faccia, assaporando quel momento con estremo piacere. Lui non si stava sforzando, né stava soffrendo. Lui godeva e basta. Quello era il paradiso del Gore Magala.
     
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    Juri era sempre stata un tipo spavaldo. Con o senza memoria, era certa che per tenere testa al drago sarebbe stata disposta a offrirgli quel suo ghigno soddisfatto e malizioso davanti a qualsiasi trucchetto potesse tirare fuori. Pensava davvero di farcela, sì, ma quando quella coda dannata iniziò a vibrare, lo spettro fu costretto a fare dietrofront in tal senso, lasciandosi sfuggire un verso sorpreso e un mugolio prolungato.
    Nnngh... nh-nh-non puoi pers-s-sino vibrare... cazzoh! Sei proprio... una fottuta... macchinah-nnh da sesso ambulante, bastardo!
    Quella frase farfugliata le sfuggì prima che potesse mordersi a sangue il labbro e fu la prima e unica volta che sputò quel complimento che aveva pensato più volte da quando stava (ri)scoprendo le sue doti amatorie. Era uscito più come una critica, a dirla tutta, ma a giudicare dalla sua espressione oscena il drago poteva intuire da sé quale fosse la parte sincera di lei: se le parole ringhiate, o quel suo corpicino avido dei suoi trucchi. Quella vibrazione premeva ogni singolo punto giusto ci fosse dentro di lei e, fanculo al suo essere una pervertita, non importava quanto quel cazzo-coda fosse incredibilmente grosso, non importava quanto scavasse dentro le sue interiora per risalirle su per l'intestino… sarebbe potuta benissimo venire senza neppure toccarsi davanti, tale era la perfezione di quel dannatissimo amante dalle scaglie nere. Cioè, scherziamo?! Aveva persino la vibrazione incorporata! Era la svolta! NNNH! Nell'impeto del godimento stava per gridargli di nuovo quanto fosse perfetto… ma per quella giornata (e probabilmente i mesi a seguire), Juri decise di avergli concesso fin troppi complimenti. I lamenti di goduria però, quelli non glieli tolse nessuno e quando la doppia penetrazione ai danni dei suoi capezzoli si aggiunse alla stimolazione, lo spettro perse momentaneamente il suo ghigno perverso per sostituirsi a una bocca spalancata e le sopracciglia aggrottate in un'espressione da vera pornostar. Se avessero girato un video hard insieme sarebbero diventati milionari, poco ma sicuro. Aveva voluto strafare, aveva voluto tirar fuori quelle lingue di energia e allargarsi i capezzoli esponendo il seno come se fosse completamente pronta a essere scopata anche lì, ma non avrebbe mai immaginato di provare una simile fitta di piacere quando quelle due enormità si fecero strada dentro di lei. Non aveva mai provato niente di simile, ad essere sincera non aveva alcun ricordo di aver mai usato le sue tette per scopare e, che Shagaru fosse dannato, si stava rivelando una tale meraviglia che avrebbe potuto tranquillamente diventare la sua pratica preferita. La combo con la coda che stava mettendo a dura prova il suo culo poi, era semplicemente letale e Juri si ritrovò a piagnucolare come una ragazzina davanti al suo primo cazzo, semplicemente troppo grosso per lei. Certo, nel suo caso non c'era neppure una cellula vergine nel suo fisico, soprattutto dopo quella nuova scoperta, e ne stava prendendo addirittura tre, quindi forse non poteva biasimarsi se stava… piangendo?
    Oh-oddio... gnnnh... Oh-ora che ci penso... sei il primo... a scoparmi nnh qui, lo sai? I tuoi cazzi... i tuoi cazzi sono troppo grossi però... Nnngh, ahn! N-non respiroh. M-mi ucciderai... Mh-mmmhorirò di sicuro!
    Stava farfugliando, guardandolo con le lacrime agli occhi (tutti, gli occhi) e balbettando per la vibrazione. Lacrime vere stavolta, non di oscurità, brillavano sulle sue guance tanto quanto la saliva che le colava dalla lingua. Tutto di lei fremeva per il piacere, persino la sua faccia sembrava tremare, come se non sapesse se piangere o ridere e, nella follia del momento, volesse fare entrambe le cose contemporaneamente. E poi arrivò il colpo finale: il drago fece esattamente quello che lei le aveva chiesto, e per la sua mente ottenebrata dal piacere fu come se avesse eseguito un suo ordine. L'idea la mandò in visibilio. Quindi, con le lacrime agli occhi e ogni anfratto violato che fremeva come se volesse catturare Shagaru e non lasciarlo mai più, a quel punto Juri sorrise davvero, spalancando la bocca ai limiti dell'umano e tirando fuori la lingua per far sì che risultasse il più larga possibile e potesse così accogliere la maggior parte della sua saliva mista al sangue. Le parole del drago la fecero ridere, una risata che venne solo dal profondo della sua gola perché non aveva alcuna intenzione di chiudere la bocca finché non avesse leccato ogni singola goccia del cocktail che aveva "amorevolmente" preparato per lei. Quando sentì il sapore e l'odore del suo sangue invaderle le narici, si commosse e le lacrime aumentarono, tanto che chiuse gli occhi mentre mugolava di goduria e soddisfazione, come una tossica che consuma finalmente la sua dose dopo quella che l'era sembrava fin troppa astinenza; non importava che fosse passato relativamente poco dal primo assaggio. La sua gola si mosse mentre ingoiava tutto come se stesse bevendo direttamente dalla fonte e, quando finì, leccò via tutto ciò che poteva anche dalle guance. Riaprì gli occhi solamente per ghignargli in faccia e rispondere alle sue parole quando le parlò. Una dose di saliva le finì in diagonale anche su un occhio, che fu costretta a tenere socchiuso, rendendola ancora più oscena.
    Loh... lo dici come se fosse una cosa negativa, drahgo. Ma la tua troia è già venuta due volte... e tu... tu devi recuperahre, nh-non credi? Chi stah usando chi, quihndi? Nnnh... sbohrrah dove ti pare! Quanto ti pahre. F-fai tutto quello che desideri...
    Avrebbe voluto usare una voce roca e sexy ma riuscì solo a farfugliare parole sconnesse tra un gemito e l'altro. Dopo quelle che sembravano minacce da parte del drago, più che promesse sessuali, sarebbe dovuta scappare a gambe levate. Smaterializzarsi e fuggire il più lontano possibile. Chiunque sano di mente lo avrebbe fatto... Ma lei no. Lei rimase sorridente per quasi tutto il discorso e anzi, la sua eccitazione crebbe ad ogni ringhio. Solo quando sentì le ultime parole, Shagaru avrebbe potuto percepirla distintamente irrigidirsi e stringere ogni anfratto dalla paura, soprattutto il culo. Come si suol dire, "stringere le chiappe per la paura". La sua vera forma? La sua vera forma?! Non poté fare a meno di bloccarsi un attimo e smettere di sputargli addosso le promesse di indicibile piacere che gli stava facendo per qualche istante, promesse nelle quali si stava sopravvalutando, visto che non era ancora riuscita a farlo venire e lei era quasi al terzo orgasmo. Solo che non poteva stare zitta, non poteva dargliela vinta di nuovo… e quindi le venne spontaneo rispondere a tono, ancora prima di pensare. Sbruffona.
    Nh-non importa... S-se dovrò allenarmi per prenderli tuttih, ahnche nella tua verah forma... lo farò. Prenderò i tuoi cazzi sempre, dragoh... t-tranquilloh. Sembrava una rassicurazione premurosa, ma in verità voleva essere una provocazione per mostrarsi sicura. Nh-non mi tirerò indietro.
    Disse così, ma... La verità era che, prima di quel momento, aveva completamente dimenticato quel particolare. Era talmente presa da lui che… Non ricordava neppure se lo avesse mai visto completamente trasformato. Cazzo, quando le aveva strappato un cuore, era nella sua vera forma o no? Le mancavano alcuni pezzi. Non aveva alcun ricordo di averlo mai visto in una forma diversa da quella; le sensazioni provate la loro prima volta risultavano ancora sfocate, sbiadite nella sua mente. Quando avevano combattuto… era più grosso? Un drago come quelli che guardava in TV da ragazzina? Ingoiò a vuoto per la paura e il suo sangue la fece mugolare di nuovo di piacere. Al diavolo, sperava non si fosse accorto della sua paura. Per fortuna i suoi cazzi non le lasciarono tregua e poté tornare presto a impazzire, dimenticandosi momentaneamente di quella promessa che, molto probabilmente, neppure lei poteva soddisfare.
    S-sì... m-mi piace, drahgo! Lo adoro! Potrebbe essere meglio soloh... solo se... Voleva chiedergli di sborrare dentro di lei, di riempirle i seni e gonfiarli come moriva dalla voglia di fare, ma sgranò gli occhi intuendo le sue intenzioni e fu costretta a bloccarsi. E-ehi, c-c-cosa vuoi fareh con quello? Sei pazzoh?! Ah-AHSPETT-GHa?!
    Istintivamente si aggrappò al suo polso con le braccia che prima le sorreggevano i seni, mentre quelle al suo collo si ancorarono con gli artigli ai suoi pettorali enormi e una iniziò a prenderlo a pugni mentre lo spingeva, nel vano tentativo di trattenerlo in qualche modo, di respingerlo. Niente impedì al pugno di sparire inesorabile dentro di lei nel giro di qualche istante, soffocando ogni ulteriore protesta. Il sangue nella gola con cui tentò di lubrificarla lenì a malapena il dolore atroce che la investì, facendola dimenare agonizzante. La sua faccia era completamente distrutta e lui si abbassò per godersela in ogni dettaglio: le sopracciglia aggrottate, gli occhi sgranati per lo stupore e la paura, le guance gonfie e rossissime e le labbra spalancate talmente da sembrare quelle di una lamia, più che di uno spettro come lei. Sì, certo, poteva modificare le sue ossa che erano più elastiche per passare anche in posti estremamente angusti, in fondo era uno spettro, aveva già preso il suo cazzo così in fondo, ma quello... Quello era da pazzi, non aveva alcun senso. Non c'era neppure il sapore dei suoi succhi a rendere piacevole quell'invasione, era pura violenza. E Juri riusciva a distinguere perfettamente lo sguardo famelico del drago che cercava nei suoi occhi… Cosa? Paura? Orrore? Voglia? Voleva che le piacesse tutto ciò che le dava, anche quando sembrava volerle strappare il cuore dal petto passando dall'esofago?! Se era un qualche tipo di perversione draconica, beh, non la capiva. Adorava ogni pratica sessuale estrema, il fisting non faceva distinzione, ma in gola… A quanto pare c'era più di una prima volta per tutto, anche per una pervertita come lei. E una volta libera avrebbe picchiato quel drago per averglielo insegnato, poco ma sicuro.
    Mmmh...
    Si ritrovò a fissarlo negli occhi così intensamente che in breve ci si perse, un po' come la preda stretta nelle spire di un serpente. I pugni che fino a quel momento erano stati frenetici e decisi si stavano facendo via via più fievoli, incerti. Il fatto era che non aveva realmente bisogno di respirare. Avrebbe potuto resistere al blocco del respiro potenzialmente all'infinito. In fondo lo aveva fatto col suo cazzo, era uno spettro dopotutto… Ma avrebbe avuto lo stesso sapore per lui? Decise di non essere codarda, anzi, volle testare i desideri del drago fino in fondo e concedergli uno spettacolo che, era sicura, avrebbe soddisfatto la vena sadica che non sembrava proprio intenzionato a tenere a bada, non con lei. Fin dove era disposto a spingersi? Voleva assolutamente scoprirlo e, dal canto suo, era disposta davvero a tutto... anche se doleva come l'inferno. Quindi fece la cosa più folle che si potrebbe mai fare con un braccio abnorme che prova a infilarsi nella tua gola: iniziò a respirare. Iniziò a farlo come se il suo corpo ne avesse bisogno e, esattamente come se fosse sempre stato vivo, in breve il suo organismo ne chiedeva di più e ne sentiva la mancanza, come se stesse prendendo vita davanti agli occhi famelici del drago. L'aria mancante nei polmoni bruciava, facendo contorcere il corpo alla disperata ricerca d'ossigeno. In breve anche le braccia simili a una coda, che fino a quel momento avevano mostrato quando volesse essere scopata più profondamente nel culo tenendolo aperto, saettarono insieme alle altre ad avvolgere il braccio di Shagaru, cercando di quietarlo in qualche modo, disperate. Di nuovo iniziò a contorcersi, dimenandosi sempre di più, stritolando i suoi cazzi per la paura e l'agonia che stava provando. Ogni artiglio e mano si mosse a graffiarlo, a picchiarlo, a cercare di respingerlo con tutte le forze. Era come andare in contro alla spinta di un ariete da sfondamento: puro masochismo. Non sarebbe riuscita a muovere neppure un millimetro di quel conglomerato di muscoli e scaglie, non senza che fosse lui a volerlo, e lo sapeva. Il dolore divenne così forte da annebbiarle la vista. Nel giro di qualche minuto sarebbe svenuta, sicuramente. Se lui avesse voluto avrebbe potuto soffocarla letteralmente fino a farla crepare in quel modo osceno, con i suoi cazzi infilati profondamente dentro i capezzoli e una coda che si faceva strada nel suo culo come se volesse trasformarla in uno spiedo vivente. Era decisamente un momento atroce, di disperazione, non sarebbe dovuto esserci nessuno spazio per il piacere… eppure, il drago avrebbe potuto guardarla negli occhi e, dietro quella paura, vedere tutt'altro. Avrebbe potuto sentire i denti che tentavano di mordergli le scaglie, non per fargli male e staccarlo, ma per trattenerlo, così da sentire il suo sangue in gola ancora una volta. I capezzoli, che venivano ribaltati e rispinti dentro a forza ad ogni singola spinta, che iniziavano letteralmente a bagnarsi di oscurità come di un perverso latte materno, perché le lingue erano esplose sotto la forza delle sue spinte e ora fungevano da lubrificante, che rendeva più dolce quelle penetrazioni (per quanto dolci potessero essere). Tutto quel dolore la stava facendo impazzire, il drago avrebbe potuto vedere l'energia fiammeggiante del suo potere scaricarsi in un'immensa aura, come se stesse letteralmente prendendo fuoco per lui. Lentamente, ogni singolo occhio iniziò a scurirsi partendo dall'interno, un po' come se l'oscurità la stesse inghiottendo da dentro. Stava per perdere il controllo o il suo corpo cercava ancora, testardamente, di adattarsi a lui? Anche quando voleva che prendesse un braccio più grande di un palo in gola? Seriamente? Shagaru avrebbe potuto sentire il suo culo e i due anfratti creati iniziare a contorcersi e pulsargli intorno alla carne come se volessero inghiottirlo, come se lo supplicassero di dargli di più, mentre lei gridava letteralmente contro il suo bicipite, ovviamente soffocata da pugno nella sua gola. Piangeva e mugolava alla disperata ricerca d'aria, mentre lo guardava con ogni singolo occhio socchiuso, supplicandolo. E la domanda era: lo supplicava di smettere, o di continuare? La cosa certa era che, ancora qualche spinta e sarebbe venuta una terza volta contro la sua carne… giusto un istante prima di svenire, o trasformarsi del tutto. L'oscurità la stava inghiottendo, come se potesse liquefarsi davanti ai suoi occhi. Shagaru aveva detto che poteva gestirla, aveva detto che sarebbe stata sua, quindi... Glielo avrebbe permesso?
     
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    Per quanto forse potevano considerare romantico il fatto che Shagaru si era preso una sorta di verginità da parte di Juri, in quel momento non aveva proprio la testa per formulare un pensiero tanto puro e amorevole. Considerando anche che dal suo punto di vista scopare con un Magala è a prescindere la perdita di una verginità che forse le donne non sanno di poter provare, specialmente dopo che aveva fottuto da parte a parte la sua natura di spettro e ora stava letteralmente distruggendo il suo fisico con ogni mezzo a disposizione. Per Shagaru erano più importanti le lacrime che le colavano dagli occhi che non gli umori che grondavano dai suoi buchi: quello era il segno che aveva superato il limite, che il suo corpo stava provando qualcosa di estremo, che un essere come lei non aveva mai provato e che non avrebbe trovato al di fuori di quel drago nero totalmente pazzo di lei. E Juri faceva altrettanto: rispondeva alle sue provocazioni colpo su colpo, incassando ogni stimolo come se non le stesse facendo a pezzi il fisico, sfidandolo apertamente. Niente le faceva paura: né l'idea che potesse trasformarsi, né la possibilità di riempirle quelle tette fino a farle raddoppiare in grandezza. Juri era chiaramente pazza e la cosa peggiore era che probabilmente anche Shagaru era come lei, solo che aveva imparato a nasconderlo molto bene. E quel talento spariva assieme a lei.
    Ci fu un istante, un piccolissimo secondo durante la quale il drago si rese conto di cosa stava facendo. Era tornato ad essere un Magala, al cento per cento, tanto che quelle scaglie dorate che avevano decorato il suo capo si macchiarono di nero mentre spingeva il pugno nella sua gola, come se la purezza che aveva raggiunto fosse destinata a macchiarsi ancora. Quel gesto era folle, insensato, stava semplicemente usando violenza su di lei per il gusto di scoprire quanto oltre potesse spingersi col suo corpo... eppure perché era così piacevole? Possibile che lo stesse facendo solo per sfogarsi... o lo stava facendo per lei? Per essere estremo come piaceva a lei? Difficile capirlo davvero, l'unica certezza era che non bastò neanche quell'istante di lucidità per fermare ciò che Juri aveva acceso, e che il suo corpo meraviglioso continuava ad alimentare. Non si fermò, mai, neanche di fronte alla sua caccia all'ossigeno, neanche quando le mani si Juri si ancorarono al suo braccio per trattenerlo. Lui non si fermò. Anzi usò tutto il corpo per spingersi oltre, iniziando a picchiare con forza col bacino così da scoparle quelle tette come si deve, loro si contorcevano e lui godeva, non c'era altro da spiegare, bastava semplicemente continuare e avrebbe provato sempre più piacere. Marmorei quei cazzi continuavano imperterriti a pulsare, decisi a soddisfare la richiesta di quello spettro: vieni, dammelo tutto, posso prenderlo. Voleva il suo orgasmo e come a volerglielo dare forzatamente Shagaru continuò a spingere la sua coda dentro di lei, più forte, più velocemente, ad un ritmo sempre più serrato, pronto a passarla da parte a parte. E più lei tentava di frenare quel pugno più lui lo spingeva in fondo, deformandole l'esofago ad ogni spinta, risalendo e scendendo meglio di qualsiasi conato avesse mai provato in vita sua. L'avrebbe distrutta con la sua energia e pian piano anche le scaglie sulle spalle iniziarono a diventare dorate, brillanti, mentre il sangue che scivolava dal suo braccio per via dei morsi di Juri andava ad alimentare la sua gola, un mix folle e senza senso di piacere, dolore ed energia. Stavano per creare qualcosa di estremo, qualcosa dalla quale non sarebbero potuto tornare indietro, e che forse Juri non era pronta ad affrontare. Ancora quell'istante di lucidità, poi Shagaru decise che non si sarebbe fermato fino a che non avrebbe raggiunto l'orgasmo e decise di cedere. Sollevò il braccio il più possibile per liberarle la gola, togliendole il sangue che la stava trasformando per mettere fine a quella follia, concedendole finalmente di respirare. Lui spinse in fondo il bacino con un ruggito prodigioso, estremamente violento tanto da far tremare l'intera stanza, e giunse al culmine. Era un ruggito non solo di piacere ma anche di controllo, che serviva a sopire il suo sangue dentro di lei, donandole nutrimento ma impedendole di usarlo per andare oltre e concederle un limite. Lui avrebbe iniziato a venire, riempiendole i seni di caldissimo succo, gonfiandoli a dismisura per poi farli traboccare. Una parte del seme rimase dentro di lei, ancorandosi sotto forma di energia per colpa del sangue di Shagaru, un pò come se si fossero fusi per qualche istante. Il resto colò su Juri stessa, imbrattandole il ventre e le ginocchia. Avrebbe voluto schizzarle in volto con entrambi i suoi cazzi ma non riuscì a staccarsi da lei, venendo molto più del necessario dentro i suoi seni. Fu un orgasmo a metà però, perché non arrivò fino alla fine, anzi cercò quasi di trattenersi magari perché temeva di farle male davvero. I suoi cazzi rimasero duri anche quando uscirono dal suo seno, e la coda tornò a dimensioni normale, uscendo da dentro il suo culo per concederle finalmente un istante di tregua. Era venuto, Juri si era presa la sua piccola vittoria, ma era davvero poca cosa in confronto a ciò che Shagaru poteva fare. Quando uscì da dentro i suoi seni qualche fiotto bollente le scivolò comunque in faccia, e Juri poté gustarsi qualcosa che non fosse solo sangue e saliva: seme bollente, densissimo, profondamente diverso da quello umano. Il seme dei draghi, specialmente quello dei Magala, è fatto per riprodursi con una velocità e violenza disarmante, attecchisce alla carne di un partner come un vero e proprio parassita, anche solo ingoiarlo sarebbe stato difficile ma delizioso. Il drago l'avrebbe osservata a quel punto, si aspettava di vederla cedere, di vederla svenire, e lui era pronto a donarle un minimo di pace, di riposo, dato che fino a quel momento il danno più grosso l'aveva fatto lui. Forse aveva bisogno di prendere il respiro più che di impazzire ma... non riusciva a togliersi dalla mente quell'espressione vogliosa, terrorizzata e folle che le aveva strappato prima. Che gli stava facendo quella ragazza?
     
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    Era difficile capire se Shagaru si stesse pentendo di quel braccio che pompava dentro al suo esofago, mentre lei smaniava per qualche respiro. Per come lo aveva conosciuto la loro prima volta, pronto a farle il terzo grado da brava creatura secolare quale era, si aspettava che sì, se ne pentisse. Le piaceva anche illudersi di avergli procurato un dissidio interiore che lo stava divorando, lasciandolo in un limbo tra il bisogno di liberare se stesso dalle catene della buona ragione e quello, opposto, di trattenersi. E si accorse che sì, probabilmente era così eccitata da quel drago proprio perché era una creatura diversa, qualcosa di teoricamente indomabile, ingestibile, che sembrava però godere della sua follia e nutrirsene. E siccome Juri era davvero pazza, soprattutto di lui e di quello che le stava facendo, godette maggiormente quando capì che, pur avendogli offerto un motivo per fermarsi, averlo supplicato (anche se per finta) di farlo e star letteralmente per svenire per la mancanza d'aria... lui non si sarebbe fermato. Non subito, perlomeno. Non sapeva se fosse lei che lo stava trascinando nella follia o, al contrario, lui a trascinarcela, ma la cosa certa era che, insieme, erano perfetti. Si tiravano a vicenda l'uno verso l'altra in quei preliminari che di "preliminare" non avevano un bel nulla, pronti anche a consumarsi a vicenda se solo fosse servito ad averne di più. E se anche la faceva terribilmente incazzare l'idea di svenire quando ancora non aveva accolto i suoi cazzi dove era giusto che affondassero (e possibilmente restassero per molto, molto tempo), quella lotta continua contro il braccio del drago non la aiutò a pensare alla sconfitta. Le diceva semplicemente che era perfetto, che ne voleva ancora e che, a dirla tutta, la sensazione di soffocare contro la sua carne era fottutamente... deliziosa. Quindi il pianto e i mugugni disperati che gli stava concedendo, il dolore che la faceva stringere in ogni anfratto e irrigidire, rendendo le penetrazioni ancora migliori... in realtà erano solo suppliche a fare di più, a farlo con più cattiveria, a non frenarsi neppure un secondo perché stava per venire e morire letteralmente di piacere. Sentiva distintamente la sua energia lottare, come se volesse divorarla e inghiottirla. Improvvisamente aveva voglia di inglobare quel braccio e ciò che c'era attaccato dentro di sé, diventando un tutt'uno con lui. Fame. Aveva così tanta fame, e proprio mentre quei pensieri si facevano strada nella sua mente e lei iniziava a perdersi di nuovo e a volere più sangue, più carne dentro, più piacere, Shagaru mise fine a quella follia proprio sull'orlo del compimento, come se col suo sangue potesse muoverla come una marionetta e decidere per lei. Ciò che però non poteva fermare fu L'Orgasmo, quello con la O maiuscola. Il piacere più sensazionale che avesse mai provato in vita sua, o che ricordasse di aver mai provato, persino nei suoi sogni erotici più sfrenati. Qualcosa di così intenso, che letteralmente la sconquassò nel profondo, e non era affatto merito del braccio del drago che piuttosto la stava abbandonando. Forse fu l'asfissia, forse il sangue draconico che le scorreva nelle vene, o forse ancora dei suoi cazzi che pompavano dentro il suo seno facendole desiderare di poter provare quella sensazione per sempre. Arrivarono a superare il piacere della sua coda nonostante stesse toccando tutti i suoi punti preferiti perché, semplicemente, non era il suo cazzo. Non era bollente quanto i due falli che la scopavano con furia, non pulsava quanto faceva la sua carne contro i suoi capezzoli spalancati e ribaltati, ormai deformati e ricostruirti apposta per adattarsi alle sue forme... Insomma, la sua coda era il giocattolo che andava bene come contorno, ma lei voleva LUI, voleva sentirlo godere contro la sua carne e desiderava che la riempisse col suo seme fino all'orlo. Lo desiderava così tanto che, non pensò minimamente a cosa potesse fare un drago che veniva. Non aveva mai sentito così tanto seme riempirla e mentre veniva lei stessa contro di lui, con i capezzoli che addirittura iniziarono a pulsare tanto quanto il suo culo spalancato e la fica grondante, si chiese se tutta quella pressione non l'avrebbe uccisa, facendola esplodere come un palloncino di carne. La vista le si annebbiò, rendendo la sua espressione a dir poco impareggiabile, la presa delle braccia iniziò a scemare e, mentre graffiava e stringeva carne alle cieca, finendo inevitabilmente per perdere presa, ebbe un secondo orgasmo, intenso quanto il primo, che le fece completamente perdere il cervello. Quante volte era venuta da quando avevano iniziato? Ma soprattutto... come avrebbe potuto tornare al sesso normale, dopo di lui? Shagaru avrebbe potuto sentirla gridare, con TUTTI gli occhi socchiusi e lacrimanti, completamente persa nel piacere. Ma lei non era più lì, era in un altro mondo, fatto di macchie colorate davanti allo sguardo e una piacevole quanto inquietante al contempo, sensazione di libertà e abbandono totali. Rimase per diversi secondi con gli occhi vuoti e persi nella goduria. Quando si riprese, non sapeva spiegarsi cosa fosse successo: un istante prima stava seguendo la luce in fondo al tunnel, che piuttosto che essere splendente come ci si aspetterebbe dalla morte, era di un viola molto intenso, più simile al suo stesso potere; il secondo dopo, invece, quel bisogno irrefrenabile di sfogare tutta l'energia e la fame, che aveva sentito fin nel profondo del suo essere, era semplicemente... sparita. Puff. Fu come se ruggendo in quel modo, Shagaru fosse stato capace di calmarla all'istante senza bisogno di parole. Era come un ordine che il suo corpo aveva eseguito naturalmente, quasi potesse controllare anche a distanza il sangue che lei gli aveva rubato con tanto gusto e del quale avrebbe volentieri gradito un'altra dose, e un'altra ancora. Il doversi fermare perché era stato lui a volerlo l'avrebbe irritata in qualsiasi altro momento, ma in quello non placò affatto la soddisfazione. La sensazione di perdita che provò quando uscì da lei fu però tremenda, come se le avessero strappato una pezzo. Ed effettivamente anche i suoi seni, ormai eccessivamente enormi, risultavano svuotati e sfatti, cedendo all'inevitabile richiamo della gravità. Apparivano usati e arrossati dalla pressione, decisamente sproporzionati rispetto al suo solito seno (o all'intero corpo), realmente più simili a due enormi cuscini, proprio come l'aveva minacciata che avrebbe fatto. Questo la portò a cadere inevitabilmente sulle ginocchia, costringendola a tenersi alle cosce per non cadere di faccia. Sembrava che si sarebbe data per vinta e avrebbe sprecato tutto quel seme, ma anche se tremava come un fuscello al vento, riuscì in qualche modo a sollevare la faccia e concedergli un'ultima espressione oscena. Non poteva sprecare l'occasione di assaggiarlo: lo aveva aspettato per tutto quel tempo e tirò fuori la lingua per prenderlo, gemendo alla sensazione di sentirlo in gola. Sembrava quasi che il suo seme fosse vivo, faticava a scendere e anche tutta la saliva del mondo non serviva a renderlo meno denso, ma lei lo ingoiò comunque, con non poco sforzo visibile, gemendo e rischiando di venire una terza, fottuta volta. La domanda non era cosa LEI gli stesse facendo, la domanda era: Che cosa mi stai facendo? Fu un sussurro, flebilissimo, assorto. Per un attimo lo guardò allibita. In ginocchio di fronte a lui, ricoperta del suo seme ancora caldo, aveva le labbra schiuse di chi ha appena scoperto qualcosa di assurdamente sconvolgente. Lo guardò, un'enorme creatura sopra di lui, scintillante (e meravigliosa) nelle sue nuove scaglie dorate, e si chiese cosa l'avesse portata lì, a fissarlo come un'idiota mentre si chiedeva se esistesse qualcosa di più bello e sessualmente perfetto al mondo. Fortunatamente si riprese prima che lui potesse guardare la sua faccia da ebete, ma il resto dello spettacolo in cui l'aveva trasformata non poteva nasconderlo: la faccia imbrattata di lui, arrossata e sudata per la fatica di quello che non era stato neppure un amplesso completo; alcuni occhi socchiusi per il seme rappreso, con i seni più grossi e deformati che avesse mai avuto e il culo costretto a rimanere schiuso, spalancato e inevitabilmente modellato da una mera imitazione del suo cazzo. I capezzoli, ancora aperti, gocciolavano seme di tanto in tanto, per poi pulsare e tentare (invano) di stringersi, quasi volessero trattenerlo dentro il più possibile. Ancora languida e soddisfatta, in preda alla voglia di assaggiarne ancora, Juri decise che non era ancora il momento di svegliarsi e, un po' anche per mascherare lo sgomento di poco prima, sorrise maliziosa. Portò le mani a raccogliere un po' del suo seme, strizzandosi il seno uno ad uno, come se volesse bere direttamente da esso, per poi raccoglierne il succo e portandoselo alle labbra, spalancandole bene perché lui potesse guardare un'ultima volta la sua lingua che cercava quel liquido denso e ne catturava il più possibile per portarselo alla gola. Ogni volta che ingoiava, portava indietro la testa per fargli vedere il movimento del suo esofago mentre cercava di ingerirne quanto più possibile, non senza difficoltà. Il sapore le mandò, ancora una volta, in pappa il cervello.
    Delizioso. Così buono... In preda a una specie di trance, gli occhi ancora vuoti, le venne spontaneo commentare così quel sapore. Qualcosa di mai provato e neppure lontanamente sognato. Subito dopo averlo detto però, quegli stessi occhi si sgranarono letteralmente e lei sussultò, svegliandosi dal torpore. In qualunque luogo lui l'avesse portata, voleva tornarci subito, perché la realtà le ricordava distintamente quanto avesse venerato i suoi cazzi, il suo corpo e qualsiasi fluido le avesse regalato, esattamente come le aveva promesso (se non intimato) che avrebbe fatto, ancora una volta. E questo non faceva molto bene al suo caratterino… anzi, lo detestava. Da quando era diventata così "sottona", per di più verso una creatura di sesso maschile?! No. Non poteva accettarlo.
    Shagaru avrebbe potuto distinguere nettamente il suo cambio di atteggiamento: un istante prima era languida e sottomessa a lui, una Juri che difficilmente qualcun altro aveva mai visto, completamente persa e bramosa di piacere; l'istante dopo era la solita ragazza-spettro dal sorriso malizioso, pronta a insultarlo e correggere il tiro. Se siete tutti... -anf- così buoni, voi draghi... devi assolutamente presentarmi qualche tuo amico... Meglio se amiche, a pensarci bene.
    Gli sorrise, ridacchiando. Non che volesse renderlo geloso, non era così infantile, però era la prima cosa che le fosse venuta in mente per spezzare un po' quell'atmosfera strana che si era creata per colpa della sua inaspettata ammirazione verso di lui. Un'ammirazione che lei stessa rifiutava di spiegarsi o di approfondire e anzi, preferiva decisamente ucciderla subito. Il problema era la difficoltà del processo. Avrebbe voluto alzarsi per prendere da lui e da se stessa, ma la verità era che, dopo la risalita di quel piacere strepitoso, ora si stava lentamente sgonfiando come un palloncino e non era sicura di riuscire a muoversi. Ancora ansimava, col cuore a mille, quindi fu costretta a chiudere gli occhi e concentrarsi per rallentare il respiro, cercando di smettere di rilasciare qualsiasi sorta di energia e bloccare tutto: dall'eromanzia che aveva ampiamente rilasciato durante tutto l'amplesso, al suo stesso potere che le aveva permesso di avere più braccia per afferrarlo e tenergli testa... Cosa che, in verità, non era sicura di essere riuscita a fare. Anzi, lui si era palesemente trattenuto per non romperla come un qualsiasi giocattolo e questo pensiero incrinò la sua espressione mentre lentamente i pensieri tornavano al proprio posto, spingendola a guardarlo irritata quando se ne ricordò. Avrebbe tanto voluto che quell'irritazione fosse visibile anche nel suo corpo, ora che stava lentamente tornando umana, ma i suoi seni erano ancora fin troppo grossi per non renderle difficile sopportarne il peso, e soprattutto era ancora bagnata e imbrattata di lui, cosa che la eccitava fin troppo. Il fatto che non avesse un briciolo di forza per soddisfare quell'eccitazione neppure volendo, sembrava non importare ai suoi capezzoli gonfi e pulsanti o alla sua fica fradicia. Lo guardò comunque molto male, con soli due occhi stavolta, perché gli altri stavano sparendo chiudendosi uno ad uno mentre l'oscurità si ritirava. Era di nuovo la ragazzina che aveva definito "bella", solamente con due abnormità in più sul petto.
    D-dannazione, drago! P-perché ti sei fermato?! Non devi trattenerti, con me! Purtroppo, nell'impeto del momento, fece l'errore di provare ad alzarsi, ottenendo solamente di finirgli letteralmente addosso, la caduta attutita dal seno enorme che gli si premeva contro, mentre cercava di reggersi a lui con le mani. Un caso totale che quelle mani finirono sui suoi pettorali di marmo... non aveva certo voglia di toccarli. Mugugnò per la frizione delle sue scaglie contro al petto sensibile. Cahzzo. N-non mi reggono le gambe. Dammi una mano, maledetto!
    Non gli chiese di prenderla in braccio, non poteva spingersi a una richiesta tanto imbarazzante, né glielo ordinò, perché sarebbe suonato anche peggio. Tuttavia era chiaro che, non riuscendo a reggersi in piedi (le ginocchia le tremavano sensibilmente) né a levitare per colpa del seno estremamente pesante e e di tutta l'energia sprecata, non avrebbe potuto raggiungere il tavolo senza un aiuto da parte sua. Dovette dunque distogliere lo sguardo dal suo muso, sbuffando un po' seccata, mentre sollevava le braccia ancora di più, allargandole come se fosse pronta a essere -per l'appunto- presa in braccio, pronunciando quel "dammi una mano" in un borbottio incerto. La ragazza che gli aveva detto di dargliene ancora, che poteva prenderlo tutto, spingendolo a distruggerla mentre scopavano, era momentaneamente sparita. Doveva essere lei ad essere svenuta per quel pugno in gola, e a sostituirla era rimasta una Juri... Più docile? Imbarazzata?!
    Se mi accompagni al tavolo magari mangiamo la cena... Non che mi importi, ma un po' di calorie ci farebbero comodo adesso... almeno credo. Di solito neanche mangio, per cui...
    Disse così, ma a lui sembrava non servire neanche un po' recuperare energia, e questo la preoccupava davvero tanto. Possibile che, a differenza sua, non fosse per nulla soddisfatto? Un altro duro colpo per il suo orgoglio. E mi spieghi perché sei dorato, adesso?! Sei proprio strano, tu...
    Già. "Lui".
     
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    Nonostante fosse praticamente distrutta, corrotta e sformata nella mente e nel corpo, col seno che cedeva, il corpo che chiedeva pietà e il sesso che gridava a gran voce ogni singolo orgasmo che aveva subito fino a quel momento, Juri resistette fino alla fine, decisa a godersi quell'istante indipendentemente da quanta fatica stesse facendo il suo corpo. Non era una questione di volerlo, lei DOVEVA assaporare il drago che le stava dando tutta la sua furente passione, ne dipendeva molto più che meramente a livello di orgoglio o fisiologico. Lo sentiva dentro, forse era colpa del suo sangue, ma faceva parte di lei, e anche questo faceva tremare le scaglie del Magala con impazienza. Lo mandò giù tutto, goccia dopo goccia, prima quello che aveva in faccia, poi quello che aveva addosso e ancora quello rimasto dentro i suoi seni, lo ingoiava a fatica per quanto denso e caldo fosse ma non se ne privò mai, facendo pulsare di eccitante attrazione i cazzi del drago nero: se non fosse stato per la sua abilità nel trattenersi di sicuro le sarebbe saltato addosso abusando ancora di quel corpo così meravigliosamente resistente alle sue pratiche. Poche creature potevano resistere al Magala e sicuramente nessuna aveva la stazza di Juri, quindi era per questo che si sentiva tanto attratto da lei? Perché poteva sopportarlo anche al limite della sua follia? Difficile capirlo, il drago riusciva a malapena a pensare, poteva solo ringhiare e ruggire eccitato, frustrato all'idea di fermarsi ma fin troppo palesemente scoraggiato dall'aria esausta e al limite che aveva Juri. Shagaru rimaneva comunque un avvocato, il suo obbiettivo era aiutare la gente, non ridurla ad una sacca per sperma di drago... almeno per ora. Regolarizzò il suo respiro e quasi come se fossero sincronizzati, anche Juri si riprese improvvisamente, ritornando in sé dopo quella trance perversa che l'aveva vista assoggettata ai cazzi del Magala come una ninfomane. Il drago abbassò gradualmente le sue corna, fissandola con un respiro sempre più calmo, ascoltando quella specie di proposta ad una dragonica orgia.
    Dovrei presentarti un dottore, altroché...
    E non si riferiva di certo a quelli che guarivano le ferite del corpo, nossignore. Sbuffò dalle narici, fumo densissimo e nero, quasi scocciato... forse c'era addirittura una punta di gelosia in lui, difficile da nascondere quando era così evidente. La vide ritrasformarsi ancora una volta, tornando alla normalità, quel corpo alla fine un limite lo aveva, sebbene Juri non fosse disposta ad ammetterlo. Le sue accuse però passarono quasi inosservate da quel drago completamente distratto dai suoi seni enormi, degno di una dragonica matriarca, e dalla sua fica impaziente di ricevere il seme del suo amante drago una volta per tutte, così a lungo rimandato e solamente assaggiato. Un verso simile a duna risata di scherno guizzò fuori dalla sua possente gola prima di risponderle a tono ancora una volta.
    AH! Trattenermi? Ma se non siamo neanche usciti dai preliminari!
    Giusto in tempo, come a confermare le sue parole, Juri provò ad alzarsi finendo inevitabilmente per crollare goffamente in avanti. Le braccia inferiori di Shagaru la afferrarono per impedirle di cadere rovinosamente, e proprio mentre lei si lamentava lui la tirò su di peso, raccogliendola come farebbe il cavaliere dalla fulgida armatura dopo aver salvato la bella dalla prigione. Solo che stavolta il cavaliere e il drago erano la stessa persona. Le sue erezioni si calmarono gradualmente tornando all'interno del suo ventre coperto di scaglie, e seguendo la richiesta di Juri la portò al tavolo silenziosamente, aiutandola in modo che potesse sedersi mentre lui la affiancava sedendosi a sua volta sulla sua stessa coda. L'enorme massa nera che gli stava alle spalle era più che sufficiente per sostenere la sua mole, e probabilmente anche l'unica cosa a poterlo fare in quella stanza. Dopo che le sue corna si erano placate, le scaglie dorate di Shagaru erano tornate gradualmente al normale colorito nero, tant'è che appena Juri gli fece quella domanda, lui la fissò stranito, inclinando il capo da un lato con aria curiosa e confusa. Ovviamente non si era reso conto della sua metamorfosi, scambiandola per un'allucinazione dovuta alle sensazioni provate da Juri.
    Stai delirando, hai parlato abbastanza, e dato che il mio cazzo l'hai già succhiato, facciamo fare a questa bocca qualcosa di utile una volta tanto.
    Non e lasciò il tempo di riprendere a sbraitare come piaceva fare a lei, e tenendole la nuca con una mano così che non potesse tirarsi indietro, Shagaru la imboccò infilandole una prima abbondante porzione in gola con un'irruenza che poco aveva da invidiare al precedente fisting a base di zampa di drago. Non era decisamente abile a imboccare gli altri, Shagaru sarebbe stato un pessimo infermiere e quello rientrava tra i motivi per cui aveva scelto la legge piuttosto che la sanità. Forse uno spettro non aveva bisogno di mangiare, ma tutta quella roba sarebbe stata utile per farle ricaricare un minimo le batterie.
    Da domani lavorerai per me. Verrai con me in ufficio tutti i giorni lavorativi della settimana e cercherai di fare un buon lavoro. Mi aiuterai con i casi e a tenere sotto controllo la mia rabbia, sei molto brava a farlo e io ne ho bisogno. In cambio avrai la tua paga e tutto il tempo libero che avrò a disposizione in ufficio lo passeremo ad indagare sul tuo di caso. Ti farò firmare anche un contratto se vorrai, ma per me ha più valore la parola data. Quindi mi darai la tua parola, Juri?
    Qualsiasi cosa che Juri avesse provato a dire che non fosse esattamente "si, mio adorato Shaggy" sarebbe stata sedata istantaneamente da un'altra abbondante, irruenta e forzata porzione.
     
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    Dietro di te OwO

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    Mi scuso tantissimo del ritardo! Sto reworkando il potere di Baiken in vista della missione e, a parte questo, ho avuto poco tempo per scrivere in generale. >w<

    Se c'era una cosa che Juri aveva imparato di Shagaru in quei loro due intensi incontri era che, nonostante fosse una bestia indomabile a letto, capace di mettere in difficoltà persino una come lei, nonostante si fosse rivelato anche estremo e malato come le piaceva, rimaneva sempre e comunque un burbero pupazzone formato gigante che aveva solo bisogno di coccole. O almeno le piaceva immaginarlo così, specie quando le venne da ridere e fu costretta a mascherarlo con un ghigno larghissimo a quel suo sbuffo di… Gelosia? Faceva davvero il geloso con lei? OH, era troppo divertente. Juri represse a fatica un brivido di piacere che l'attraversò tutta. Non che fosse in qualche modo interessata a lui a livello sentimentale -Giusto, Juri?- ma era così spassoso stuzzicarlo! Fu così soddisfacente che avrebbe voluto farlo subito ancora una volta, e non se la prese neanche troppo quando Shagaru la schernì per la sua presunta scarsa resistenza, con quel "Ma se non siamo neanche usciti dai preliminari!". Anzi, come sempre ebbe la frecciatina pronta, fin troppo, concedendosi una risatina di sdegno, pronta a dire la propria... prima di venir sollevata da terra e presa in braccio come una bambina, con un urletto di sorpresa nonostante glielo avesse praticamente ordinato lei. Fu decisamente più strano di quanto si fosse aspettata. Non solo perché lo stupidone usò la stessa identica presa che avrebbe usato un cavaliere con la sua principessa, facendola arrossire di brutto, ma anche e soprattutto perché la posizione le permise, almeno inizialmente, di sentire le sue erezioni strusciarle sulla schiena e le natiche, quasi bussassero alla sua porta, e proprio quando lei si morse il labbro già pronta a dirsi "oh, e va bene, secondo round!", dimentica di quanto fosse stato difficile anche solo succhiargliele, queste sparirono costringendola a guardare in basso come poteva. Le venne spontaneo mettere il broncio per pochi istanti nel notare che erano sparite, rinchiuse in profondità dentro quella caverna di muscoli e scaglie. Creatura decisamente affascinante, quel bastardo. Ma non abbastanza da farle dimenticare che aveva osato dare la colpa A LEI per quel brusco freno alla loro scopata. Era già venuta 3 volte con estrema facilità, facendo la figura della verginella inesperta, non poteva mandare giù anche quella! Con quel proposito ignorò volutamente la confusione del drago alla sua domanda e, con essa, la propria curiosità verso quelle scaglie dorate che l'avevano tanto affascinata, guardandolo malissimo una volta che furono seduti "faccia a faccia"... Più o meno, visto che quel bruto scelse di tenerla sulla sua dannata coda.
    Ehi, ehi, chiariamo un punto, carino! Di chi credi sia la colpa se ci siamo fermati!? Di te, che hai messo la parola fine a una pre-scopata fantastica perché avevi paura di strozzare la poverina qui presente dopo che hai deciso, DI TUA SPONTE, di infilarle un braccio su per l'esofago, o della super mega stupenda ragazza che era disposta a trasformarsi in un mostro pazzoide solo per scoparti più a lung-GOH!? GHEI! Gosì nohm-Gnom gnom vhahe! GHEI! Che sarebbe dovuto essere un "Ehi! Così non vale, ehi!", comicamente soffocato dalla coscia di pollo piccante più grossa che avesse mai mangiato. Che diamine c'era in quella roba: un pollo geneticamente modificato per diventare formato drago?!? Mentre cercava di masticare quella roba (deliziosa, per carità), nel vano tentativo di buttarla giù (rimpiangendo un sorso di coca che avrebbe di gran lunga facilitato il processo), si ritrovò costretta ad ascoltare Shagaru senza possibilità di ribattere, seguendo il discorso con più o meno interesse come una """"brava"""" "bambina". Ovviamente, conoscendola, era praticamente impossibile che riuscisse nell'impresa senza che la sua irritantissima abitudine di ribattere colpo su colpo venisse a galla, e infatti -mentre ancora perdeva briciole e saliva ad ogni masticata, in modo decisamente comico e poco femminile- fu interrotta qualcosa come 3 volte prima che il drago fosse soddisfatto della sua risposta.
    Gnom- E averti come Capo? Non so se posso accettare le molestie sul lav-OHVO. GHEI, FFEHENA! "Ehi, Frena"! Ad ogni boccone indesiderato alzava gli occhi al cielo e riprendeva a masticare il più veloce possibile. Stando attenta, stranamente, a chiudere la bocca. GNOM- Gulp! Posso almeno avere un aumento per le ore di lavoro extra che di sicuro i tuoi cazzoni mi faranno fAH- HEI!!! HEra huna gnomanda ghecita! "Ehi, era una domanda lecita". Le sue guance gonfie erano sporche di briciole e salsa ovunque e le labbra andavano già a fuoco al terzo boccone, gonfissime. Nonostante ciò, testarda, di volta in volta buttava giù e ci riprovava. Dannazione, drago! Smettila di rimpinzarmi così, mi stai facenOHGH! HI HAGNAI HENIGHE UN'UGHEHA OHSì!!! Forse avrebbe voluto dire "Mi stai facendo male, mi farai venire un'ulcera così", difficile dirlo. Il fatto che, fino all'ultimo, provasse a ribattere aveva un che di determinato e lodevole che quasi si aspettava dei complimenti, ma alla fine del tentato discorso, sentiva la gola talmente in fiamme da avere i lacrimoni e gli occhi rossissimi, pieni di capillari. Non tutto merito del piccante visto ciò che avevano combinato pocanzi, purtroppo. Alla fine capì che non avrebbe potuto dire niente che il drago non volesse sentire, quindi azzardò un semplice "Agli ordini, capo" pregno di sarcasmo ma accettabile, secondo lei... ma non per il drago, a quanto pareva, poiché venne sedato ancora una volta. Sconfitta, fu costretta a bloccare con entrambe le braccia il prossimo boccone, guardandolo in cagnesco mentre ancora masticava.
    O-ok, Shaggy... A quel punto le spalle crollarono e si concesse un sospiro di sollievo, convinta finalmente di avercela fatta, di averlo convinto, ma quel pazzo maniaco rincarò la dose ancora una volta mentre lei ancora masticava buttando giù quello che pensava sarebbe stato l'ultimo boccone. A nulla servì la sua presa: si ritrovò un altra enorme porzione in bocca e quasi ne perse metà per la sorpresa. In un'altra situazione avrebbe vomitato tutto senza troppo pudore, ma decise saggiamente di ingoiare tutto ciò che riceveva, un po' come aveva fatto col suo seme ma senza tanto entusiasmo. Aveva visto la sua rabbia per la coscia sprecata, ed era finita col culo rotto e le tette sfondate... non le sembrava il caso di replicare.
    Alla fine era così disperata che gli concesse molte più moine di quelle richieste, cercando di frenare quell'immenso braccio non solo con le braccia ma con tutto il corpo, attorcigliandoglisi addosso come una specie di koala spaventato. Ah-aspetta! Intendevo: Sì, Shaggy adorato! Ma certo, certo che lavorerò per te! Sarò la segretaria migliore dell'universo! S-sarà un piacere lavorare per te! Ti ascolterò persino quando vorrai farmi diventare una bonacciona come te. Farò persino volontariato se serve, LO GIURO!! Solo dopo avergli riversato tutte quelle frasi sparate fuori con una velocità degna delle rime di Eminem, e fu finalmente sicura che non avrebbe nuovamente tentato di strozzarla con un'ennesima coscia di pollo, lo guardò in cagnesco, gonfiando le guance e distogliendo il viso mentre borbottava. ... Come giuro che se mi infili ancora una volta una coscia di pollo in bocca, non risponderò delle mie azioni, capito?! Coff... ahia, che male. Brucia un sacco, cretino! Non sento più la lingua! Hecco, guaddah! Cohntrollah: c'hè ahncora?
    L'ultima frase la pronunciò spalancando la bocca e tirando fuori la lingua per fargliela vedere, momentaneamente dimentica del broncio che avrebbe voluto tenere. Vista la stazza del drago non erano così vicini da sfiorarlo con la punta dell'organo umido ma, di sicuro, essendo spalla contro spalla e dovendo lui chinarsi per guardare, la scena passò da comica a vagamente sensuale. "Vagamente" perché, con la bocca piena di salsa e briciole sulle guance, un seno sformato e ben più grande del suo intero busto, gli occhi arrossati e le labbra gonfie di chi ha appena ricorso al botulino, di sicuro Juri non era al massimo della propria forma. Dopo quella scena patetica fu lei stessa a chiudere le labbra e darsi un contegno, o almeno provarci, allungandosi verso il tavolo senza preoccuparsi troppo di sbattere il culo in faccia al drago per prendersi la sua meritata coca. Si mise praticamente a quattro zampe al suo fianco, "dandogli" il culo... e per una volta non cercava di sedurlo. Davvero.
    Penso che cercherò un appartamento nelle vicinanze, così non dovrai affannarti per cercarmi quando dobbiamo riunirci. Non ho idea di come sia messo il mio conto in banca, ma ho intenzione di uscire domani mattina per controllare e, nel caso, mi darò subito alla ricerca. Anche perché non posso certo girare nuda o rubare sempre le tue camice: mi servono dei vestiti decenti.
    Lo disse con noncuranza, seria, raggiungendo finalmente la tanto agognata bevanda senza essere scesa dalla coda o essersi curata minimamente della propria nudità fino a quel momento. Afferrato saldamente il bicchiere formato gigante, si voltò verso di lui mentre succhiava avidamente dalla cannuccia, guardandolo di sbieco. Era inginocchiata sulla coda, seduta in modo orientale, ma risultando in una posa piuttosto felina visto quanto era scomposta di suo: cosce aperte, un braccio teso perché la mano la sorreggesse, il palmo proprio al centro delle cosce e sedere nudo reso gonfio dalla posizione.
    Inoltre voglio 2 giorni liberi a settimana e gli straordinari pagati. Penso che sia meglio per entrambi non stare insieme 24 ore su 24... finirei per volerti uccidere dopo il primo giorno, e tu lo stesso, probabilmente. Poi sai, non voglio che mi spaventi le conquiste… O peggio, me le rubi. Sono abbastanza sicura di volere una vita sessuale movimentata. Azzardò un occhiolino sorridente, ma gradualmente la sua espressione cambiò. Anche se attualmente non ricordo quasi niente di quanta e quale gente mi sia scopata, prima... di te.
    Smise un attimo di succhiare sonoramente tra una frase e l'altra, le labbra schiuse e l'aria pensierosa. Distolse lo sguardo perché quella frase lo faceva sembrare fin troppo speciale, mentre lei aveva voluto dare l'impressione esattamente opposta. In effetti ora che non doveva gestire un cazzo (Due) troppo grande per lei, in grado di impedirle di pensare, iniziava a rendersi conto di quanto fosse assurda quella situazione. Si sentiva stranamente a proprio agio con lui, al sicuro quasi, e la cosa -per assurdo- la faceva sentire irrequieta, poiché non andava decisamente d'accordo con un tipo individualista come lei. La rendeva… vulnerabile. Perché doveva essere proprio lui? Non avrebbe potuto ricordarsi per primo di qualcun altrA, magari? Magari ancora di quella Custode stra-gnocca che l'aveva seguita l'ultima volta che era impazzita… Aggrottò le sopracciglia e si voltò completamente dall'altra parte, per mascherare il proprio imbarazzo, soffocando finalmente l'irritante parlantina nelle bollicine. Che ne pensi? Ti sta bene?
    La mise così, ma si sorprese lei stessa di averlo chiesto. Non le serviva il permesso e tanto meno era tipa da ascoltare i pareri altrui, quindi perché? Ma soprattutto... come mai trattenne il fiato mentre aspettava di sentire se gli andava bene?
     
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    Shagaru era un avvocato, di ragazzine e chiacchieroni di tutti i tipi ne aveva visti a bizzeffe. Ignorarli e rimetterli al loro posto era il suo lavoro, quindi ingozzarla con il cibo gli venne così naturale che non sembrava neanche si stesse sforzando. Le sue chiacchiere erano abbastanza vuote. non era lei ad avere la faccia di Juri davanti agli occhi mentre mezzo drago le deformava il corpo cercando di scivolare dentro di lei da ogni pertugio. Certo era potente e flessibile ma Juri aveva ancora molto da imparare riguardo al sesso interspecie. Seppur compatibili non erano fatti per accoppiarsi, e Shagaru aveva tutta l'intenzione di aiutarla, darle un lavoro e una prospettiva di vita più interessante. Non ci teneva affatto a trasformarla in una sacca di carne per i suoi cazzi, cosa relativamente possibile e realizzabile. Non fu comunque una battaglia semplice. Juri ci provò con tutte le forze a ribattere colpo su colpo, e ogni volta che ci provava Shagaru la ingozzava a forza, a volte sollevando anche le sue corna con fare minaccioso, arrivando quasi mai a ringhiare ma sicuramente facendosi valere. Quella era una battaglia che Juri non poteva vincere e il Magala fece di tutto per farglielo capire. Quando finalmente iniziò a cedere, Shagaru insistette anche in maniera peggiore, deciso a fiaccare le sue resistenze al limite, un pò come aveva fatto in ambito più personale: era stato un ottimo allenamento per capire come prenderla e ora era certo di poterla convincere a dire ciò che voleva farsi sentire. Con una grossa coscia in mano coperta di salsa piccante Shagaru si avvicinò a lei come se stesse minacciando lo spettro con una spada, e sollevò le corna come se fossero delle sopracciglia in attesa della sua sconfitta incondizionata. E quando finalmente la sentì dichiarare la resa trovò immediatamente la calma, tornando al suo posto e indirizzando quella grossa coscia succosa alle sue di fauci, non quelle di Juri. Se la ragazza voleva cedere alla tentazione di ammirarlo mentre mangiava, avrebbe potuto notare che quello spettacolo aveva poco da invidiare a lui che si accoppiava con qualcuno: vorace, bestiale, aggressivo anche quando tirava morsi. Le sue zanne possenti non strappavano la carne dall'osso, ma lo spezzavano masticandolo assieme al resto della pietanza. Il rumore quasi inquietante di corpo divorato veniva accompagnato dai suoi mugugni animaleschi, e ogni grosso boccone che scivolava nella sua gola produceva rumori osceni, degni di quando leccava avidamente l'intimità della sua amante. il tutto senza distogliere lo sguardo da lei, che nel mentre anche senza volerlo si muoveva come se stesse provando a sedurlo, mostrandole un buco in cui versare il suo seme e un altro da riempire con la sua carne. Per sua fortuna, Shagaru trovava grande conforto nel cibo e fu solo grazie a quell'abbondanza di carne che riuscì a darsi un contegno e non saltarle di nuovo addosso. Mentre rivendicava i suoi diritti, Juri aveva l'aria di chi voleva tenersi le sue libertà. Forse aveva avuto l'impressione che Shagaru volesse tenerla protetta in una gabbia d'oro, ma purtroppo le cose non stavano così. Lui per primo sapeva molto bene cosa può fare una gabbia di qualsiasi materiale prezioso intorno ad una bomba ad orologeria, e quello che sperava di fare lui non era tanto contenerla quanto più... indirizzarla. Non si considerava di certo un maestro di vita ma lui senz'altro sapeva cosa significava cedere alla propria rabbia e cercare disperatamente un modo per controllarla senza cedere alla disperazione. Si ritrovò a fissarla mentre sorseggiava la sua bevanda, severo e serio da morire. Lei forse aveva ancora voglia di scherzare, ma Shagaru aveva una quantità limite di giochi che poteva accettare in una sola conversazione, soprattutto se era un discorso serio. Ma quel limite non era ancora arrivato.
    Tsk... umani. Passano metà della loro adolescenza a non bere alcolici o accoppiarsi e poi sbandierano le loro conquiste sessuali davanti a un drago... Juri io sono un Magala. Quelle che tu chiami conquiste, io le chiamo colazione.
    Tanto per mettere in chiaro chi dei due nella stanza era la macchina del sesso. "Ragazzina" non era un nomignolo dal sapore vezzeggiativo, ma un aggettivo più che calzante dal punto di vista del drago. Si concesse un altro rumoroso e abbondante morso di quella carne che aveva davanti, distolse lo sguardo da lei con fare pensieroso e prima ancora di mandare giù tutto aveva già ripreso a rispondere.
    E comunque... no.
    Secco, imperativo e con il tono tipico di chi non avrebbe accettato altri capricci come risposta. Finì di mandare giù il boccone e poi si voltò completamente verso Juri: erano vicinissimi in quel momento e la ragazza poteva vedere quanto seri fossero i suoi occhi nascosti dalle scaglie nere come la notte.
    Prima di tutto non ti lascerei scorrazzare tranquillamente neanche se fosse una situazione normale... ma qui siamo a New Vegas: niente è normale. Il rapporto tra umani e draghi è estremamente sensibile, non voglio che tu perda il controllo in un contesto del genere. E se pensi di poterti trattenere ti ricordo che per queste strade si muovono i Gladiatori d'Acciaio, pomposi e irrispettosi megalomani che vivono per provocare incidenti colossali. Quindi no, non sei al sicuro, e nessuno intorno a te è al sicuro. Tu non vai da nessuna parte.
    Shagaru aveva preso molto sul serio il suo ruolo di "papino". Non avrebbe mai ammesso quanto schifosamente si era affezionato a quella ragazza, quanto forte fosse il sentimento che provava per lei, e quanto preoccupato fosse per le conseguenze di ciò che rappresentava. Non aveva dimenticato quanto pericolosa fosse Juri, lo aveva impresso nella mente e non poteva permettere a nessuno di farle del male: nemmeno a sé stessa. Sapeva che se Juri faceva del male agli altri il risultato sarebbe stato solo tormentare ancora la sua anima impazzita, per questo aveva bisogno di aiuto. E lui non aveva intenzione di lasciare inascoltata quella richiesta. La sua missione era aiutare il prossimo e Juri non faceva eccezione. Cambiò leggermente tono, rendendolo più frivolo per quanto la sua voce cavernosa e profonda glielo permettesse.
    Secondo... il mio sangue riesce a calmati e sospetto che ne avrai bisogno spesso, quindi devi stare nei paraggi e io non posso rincorrerti ogni volta. Ho intenzione di continuare seriamente il mio lavoro, e dovresti farlo anche tu. Pensare solo a scopare e combattere... non è vita neanche per uno spettro. Ma non preoccuparti... so bene quanto dura sia la tua testa, ti impartirò questa lezione con tutta la forza che ho in corpo. Vedrai se non la spunterò...
    Suonava davvero come una minaccia... e al tempo stesso come una promessa. Voleva farle capire che, a differenza di tutti quelli che avrebbe potuto scopare o che aveva già scopato, lui non aveva intenzione di abbandonarla.
    Ma non ti preoccupare... non ti starò tutto il tempo col fiato sul collo. Ho i miei affari da drago di cui preoccuparmi. Quindi avrai tutto il tempo che vuoi per scoparti chi ti pare e dare la caccia a chi vuoi...
    Concluse il discorso chiudendo maledettamente tanto le distanze con lei, respirandole in faccia e parlandole direttamente nell'orecchio, così vicino da farle sentire le zanne affilate che si sguainavano come spade davanti alla sua testa. Quella era forse la minaccia più carica di erotismo che le avrebbe lanciato durante tutta la serata, e anche quelle andava considerata una promessa che Juri non doveva mai dimenticare.
    ...se ti resteranno le forze.
    Lapidario. Aveva davvero tutta l'intenzione di fare a pezzi la volontà e le pessime idee di Juri a colpi di sesso, e sapeva per certo di poterci riuscire. Poi se aveva intenzione di andare a caccia di vecchie conoscenze lui l'avrebbe accompagnata, restandole a suo fianco anche perché lui come Juri voleva scoprire di più sul suo passato e cosa le era successo. Avrebbero combattuto assieme. Quella era una nuova squadra.
     
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