Incontro virtuale

x Hina

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    Sheba a quanto pare aveva frainteso le parole di Aura, non per nulla infatti si era sentita a disagio e incerta fino a quel momento. Da totale ignorante in materia, aveva pensato a implicazioni scientifiche più pratiche e dirette, pensava che volesse "costruire" la razza perfetta ed era proprio quel pensiero ad averla resa diffidente fino a quel momento. Quando però Aura si spiegò meglio, Sheba si sentì immensamente stupida, ma sicuramente molto più rassicurata da ciò che le aveva detto la cyborg.
    Ah... ed io che credevo che volessi imitare la umbrella hahahaha. rise nervosamente grattandosi la nuca in imbarazzo. Adesso tutto aveva molto più senso nellla logica di Sheba e pian piano si sciolse via quel grumo di paura che aveva avuto fino a quel momento. Non era quindi una visionaria, aveva un piano specifico che avrebbe coinvolto persone per riunirle in un "esercito" valente. In quel modo in effetti si poteva prevenire il lato autodistruttivo della razza umana, poiché puntando a chi era dotato di buon senso si evitavano certi incidenti diplomatici.
    Adesso mi è più chiaro, grazie Aura. fece sorridendo più serena alla ragazza. Si sentiva più leggera in un certo senso, poiché capendo cosa voleva fare Aura, aveva anche modo di aiutarla cercando a sua volta persone meritevoli e dall'alto senso di giustizia. Dopo che aveva fatto apparire Ariel davanti agli occhi di Aura, lei sembrò parecchio interessata all'argomento. Iniziò a farle qualche domanda mentre Sheba diligentemente si metteva sul lettino, dapprima seduta per non essere scortese verso Aura che le parlava.
    Ero piccola quando mi sono risvegliata, avevo circa 10 anni. Inizialmente Ariel però non si manifestava, si è sviluppata negli anni man mano che crescevo cresceva anche Ariel dentro di me. E' difficile da spiegare, ma ormai sono anni che conviviamo insieme è stato un percorso graduale. In realtà non saprei come rispondere alla tua domanda, quando combattiamo lo facciamo insieme, tramite la mia energia proietto emanazioni che Ariel crea digitalmente. Siamo una squadra, non lascio il "comando" a lei come se fossi una macchina, uniamo le forze. affermò Sheba guardando verso Ariel che intanto incrociò le braccia al petto annuendo, ma era altamente probabile che Aura essendo più esperta nel campo potesse intuire che in realtà Ariel stava omettendo varie informazioni per il bene di Sheba. Aura avrebbe potuto capirlo nel momento in cui avrebbe analizzato i combattimenti di Sheba, o vederla in azione. Ariel sciolse le braccia mettendosi in una posizione più rilassata quando Aura si rivolse a lei. Era raro che qualcuno le parlasse direttamente, molti la trattavano come una specie di riflesso, non le si rivolgevano mai come se fosse un'altra persona presente.
    In passato ho avuto un "corpo" mio se così vuoi definire un computer di altissima tecnologia, ma era una piattaforma acerba per i miei algoritmi. In realtà non ho mai provato a prendere possesso di un nuovo corpo, Sheba ed il suo cervello umano non presenta i limiti che potrebbe avere una macchina o dei circuiti digitali. Non potrei avere miglior supporto per potermi sviluppare poiché da Sheba posso anche attingere ad enzimi e tracce neurologiche altrimenti impossibili da replicare. Il cervello umano non ha bisogno di server in cui immagazzinare le mie esperienze. l'ultima domanda di Aura sorprese un poco Ariel, sembrava non averci mai pensato fino a quel giorno, o forse per lei era un argomento delicato che non voleva affrontare davanti a Sheba. Fece una pausa fissando Aura interrogativa, poi guardò verso Sheba, ricordandosi delle volte che aveva preso lei il sopravvento sul suo corpo agendo mentre lei dormiva.
    Al momento mi sento soddisfatta. Coesistere con Sheba è più interessante che sopraffarla e tenerla dormiente. Grazie a lei riesco ad imparare molte più cose che agendo in modo spontaneo. Inoltre come già spiegato coesistiamo in un equilibrio perfetto, se mi imponessi sulla coscienza di Sheba potrei danneggiarla e quindi danneggiare il corpo che mi ospita. Il nostro legame è molto più intricato di quanto si possa credere. dichiarò Ariel sperando di soddisfare la curiosità della ragazza cyborg. Sheba intanto si sarebbe sdraiata sul lettino, in attesa di essere scannerizzata dai macchinari di Aura. Le faceva un poco senso quel enorme occhio azzurro su di lei, ma cercò di non badarci e pensò piuttosto che come aveva promesso Aura sarebbe durato pochi minuti. In tutto questo Sheba ovviamente cercò di non guardare direttamente Aura, per non vedere il suo corpo nudo, concentrandosi piuttosto sul suo volto e non fare strani pensieri su di lei, quasi come se avesse temuto che nelle analisi si potesse leggere il suo imbarazzo.
     
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    Aura avrebbe scrutato con occhio indagatore entrambe le entità che aveva davanti, ascoltando sia le parole di Sheba che quelle di Ariel. Sembravano riuscire a convivere senza sforzi ed anzi, questa loro simbiosi aveva portato a dei frutti inattesi, come le capacità che la ragazza aveva dimostrato di possedere nel combattimento avvenuto in banca. La cyborg, mentalmente, si sarebbe chiesta se anche lei avrebbe potuto raggiungere una tale coordinazione rilasciando la parte umana sopita e "sigillata" sino a quel momento. Probabilmente era troppo tardi, si era completamente impadronita del corpo e l'umanità che risiedeva in lei non era altro che la mera carne rimasta tra un ingranaggio ed una pelle di plastica. Non avrebbe fatto altre domande, per il momento, osservando Sheba che si sdraiava finalmente sul lettino. L'occhio che sostava sopra di lei si sarebbe avvicinato, proiettando una luce più intensa mentre la sondava da capo a piedi. In pochi minuti avrebbe percorso interamente il suo corpo, sollevandosi nuovamente verso il soffitto e svanendo velocemente come era apparso. Tutti i dati raccolti sarebbero apparsi sullo schermo visto in precedenza: battito cardiaco, temperatura corporea, altezza, peso, sangue, conteggio di globuli, piastrine e molte altre informazioni che riguardavano lo stato di salute della ragazza. Era in ottima forma, non c'era nulla da dire, se non per i dato riguardanti il cervello. Come anticipato i segnali raccolti lasciavano intendere come Sheba fosse in realtà in uno stato di coma apparentemente perenne, ma grazie all'aiuto della IA presente sul suo corpo quello stato era sopito, annullandone quindi l'effetto. Aura sarebbe tornata ad osservare le due, con in mente una proposta ben precisa.
    Il modo migliore che ho per potervi aiutare nel portare avanti il mio obiettivo, oltre che il vostro, è quello di trovare qualcosa che possa...affiancarsi alla vostra simbiosi apparentemente unica ed irreversibile. Entrambe non potreste vivere senza l'altra, o almeno non senza gravi scompesi. Tu, Sheba, cadresti in un coma perenne, magari curabile, ma chissà con quali danni irreversibili. Mentre tu, Ariel, perderesti la possibilità di crescere come IA sfruttando il legame che hai con questo corpo umano. Sviluppare qualcosa che vi possa aiutare non è preò semplice se non posso avere informazioni più precise sul vostro modo di comportarvi, su come vi rapportate l'una con l'altra, di cosa e come percepite il mondo che vi circonda. Per questo voglio proporvi un esperimento, nulla di pericoloso o dannoso. Con il vostro consenso vorrei collegare la mente di Sheba ad un corpo vuoto, facendo sì che Ariel ne possa prendere pieno possesso. Resterete collegate, così che Sheba possa rimanere cosciente, senza perdere i sensi. Vorrei vedervi interagire e mettervi davanti ad alcune brevi situazioni, registrando i vostri dati corporei, esattamente come poco fa. Che ne dite?
    Aura si sarebbe avvicinata a Sheba, allungandole una mano al fine di aiutarla a rialzarsi dal lettino, facendola sedere con comodità. Avrebbe osservato ancora una volta entrambe, in attesa di una risposta, notando poi come la ragazza fosse ancora mascherata, coprendo il suo volto. Forse quella era una barriera insormontabile per Sheba, probabilmente, come Watchman, doveva tenere all'oscuro la sua identità. Idea sciocca e stupida secondo la cyborg, ma avrebbe rispettato la scelta della ragazza in ogni caso. Le altre due copie avrebbbero ripreso a premere altri tasti sulle loro console e questa volta un parallelepipedo bianco si sarebbe sollevato dal terreno, mentre un ulteriore lettino avrebbe fatto la sua comparsa a fianco di quello di Sheba. Una delle copie si sarebbe quindi avvicinata, iniziando a sdraiarsi sul lettino vuoto, mentre l'originale si sarebbe avvicinata ad essa, portando il dito indice sulla sua fronte. In pochi attimi la copia, prima dalle identiche sembianze di Aura, avrebbero perso forma, mostrandosi come un semplice manichino metallico, del tutto anonimo.
    Dal fatto che tu preferisca non mostrare il tuo volto suppongo tu voglia nascondere la tua identità. Se questo è un problema non opporrò obiezioni. In quel camerino è presente un casco completamente coprente. Ti permetterà di vedere all'esterno e tramite esso potrò collegarti al corpo qui presente, dove Ariel potrà trasferirsi. A voi la scelta, predete il tempo che vi occorre. Se avete domande fatemele pure, ricordate che io sono qui per cercare di aiutarvi nei miei attuali limiti.
    Aura era gentile e comprensiva, nonostante i suoi modi sembrassero frettolosi. Ma dopotutto era comprensibile, il suo obiettivo richiedeva enormi sforzi ed il tempo era una risorsa preziosa, dato che ogni attimo poteva essere il procinto di un declino imminente ed imprevisto. Una visione catastrofica, certo, ma era forse così lontana dalla realtà di quel momento della storia del pianeta?
     
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    Sheba fissava l'occhio che la analizzava con un pizzico di diffidenza. Non tanto perché non si fidasse di Aura o del macchinario, ma semplicemente perché le dava una sensazione inquietante la foma dello scanner. Come promesso da Aura il processo durò pochissimi minuti e dopo che l'occhio finì il suo compito, Sheba tornò di nuovo a sedersi sul lettino per poter guardare Aura negli occhi mentre avrebbero conversato ancora. La ragazza cyborg propose loro di fare un esperimento particolare per poter raccogliere dati e farle capire quindi come potesse aiutarle al meglio nel loro progetto e viceversa. L'idea inizialmente tenne Sheba scettica, mentre Ariel sembrò soppesare la proposta portandosi una mano sotto al mento in una posa riflessiva.
    Potrei provare usando una metodologia simile alle proiezioni, secondo me ci sono buone possibilità di successo. Che ne pensi Sheba? Te la senti di provare? la ragazza guardò prima Ariel e poi Aura, loro due sembravano sapere esattamente cosa fare, mentre per lei rimaneva ancora un enorme mistero, infondo lo scienziato a casa era suo padre, non lei che invece non aveva nemmeno finito gli studi universitari. Le piaceva imparare ad usare le nuove tecnologie, ma quando si trattava di mischiarli con argomenti medici per lei diventava difficilissimo stare dietro ai discorsi.
    Va bene, mi affido a te Ariel. affermò facendo spallucce: non ci vedeva nulla di male o pericoloso se Ariel sapeva cosa fare. Intanto osservò come Aura facesse avvicinare uno dei suoi cloni per poterlo usare come "corpo" da usare. Osservò il fenomeno incuriosita mentre perdeva la forma che somigliava ad Aura tornando ad una forma basica, in un certo senso le ricordò molto Ariel, anche lei aveva una forma di base che lei amava cambiare in base alla sua fantasia. Poco dopo Aura le chiese se fosse un problema per lei mostrarle il viso e che per ovviare a quel problema le avrebbe offerto un casco integrale per l'esperimento. Sheba si voltò verso di lei, grattandosi la nuca un pochino mortificata: era consapevole che non era piacevole per il suo interlocutore, ma erano le regole del gruppo e non voleva trasgredirle. Non conosceva ancora Aura, e non era un poliziotto di fiducia. Nel suo contesto, proteggere la sua identità serviva anche per tutelare la sicurezza di Aura stessa.
    Per il momento sì grazie, vorrei ancora tenere la mia identità celata. E' una regola fondamentale del mio gruppo, ci serve per tutelarci e permetterci di portare avanti la nostra causa, la gente non deve ricordarsi di una persona in particolare, deve ricordarsi di un Watchmen, ciò che deve passare è il messaggio, non la persona. Preferirei chiedere prima ai miei compagni se posso rivelarti la mia identità o meno. Infondo se lo faccio è anche per loro, non solo per me stessa. Non so se potrai comprendere le mie ragioni, ma spero che ti bastino. affermò parlando con calma. Avrebbe ascoltato una sua risposta, poi si sarebbe messa a disposizione delle istruzioni di Aura. Indossando il casco se fosse stato necessario. Intanto la proiezione digitale di Ariel si avvicinò al corpo steso sul lettino e lo osservò da vicino.
     
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  4. Thrasir
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    Le ipotesi di Aura sul fatto di tenere coperto il volto erano ben fondate, ma fortunatamente la cyborg non aveva nulla in contrario sul non conoscere l'identità della ragazza. In realtà, avendo già il nome di Sheba, sommati a tutti i dati personali che aveva raccolto con le analisi e al breve resoconto della sua infanzia, non sarebbe forse stato difficile scoprire chi si celava dietro quella Watchman. Ma la verità era che ad Aura, questa informazione, non serviva. Soprattutto se avrebbe potuto causare un senso di incertezza e sfiducia nella "cavia" che stava utilizzando, con spiacevoli imprevisti e sviluppi del rapporto che si stava creando. Si sarebbe quindi avvicinata alla ragazza, dopo aver prelevato il casco dalla stanza che si era formata nel laboratorio, porgendolo senza troppi problemi.
    Comprendo molto bene. Dovrai comunque indossare il casco, altrimenti non potrò effettuare il collegamento con il corpo meccanico dentro cui dovrà trasferirsi Ariel. Mi serve per capire come comunicate, come interagite, altrimenti non sarò in grado di captare i segnali che vi scambiate mentre venite sottoposte ad alcuni test. Nulla di pericoloso o doloroso, ovviamente.
    Quando Sheba si sarebbe preparata, alcuni cavi sarebbero usciti dal casco da lei indossato. Avrebbe potuto percepire come un leggero solletico appena sotto i capelli, segno che alcuni cotatti elettrici si stavano collegando alla sua pelle. Quelli sarebbero stati la strada per Ariel per raggiungere il corpo metallico, successivamente collegato all'estremità di quei cavi. Aura si sarebbe posizioanta ai piedi dei due soggetti, di Sheba e del corpo metallico ancora vuoto, osservando entrambi, per poi soffermarsi sulla figura digitale di Ariel.
    I collegamenti sono completati e sembrano essere stabili. Puoi procedere con il trasferimento, prendendo il controllo del corpo che ti ho messo a disposizione. Come prima cosa ti chiedo di restare sdraiata e assumere la forma a te più congeniale, umana, meccanica o similare. Voglio che agisci liberamente, Ariel.
    La cyborg avrebbe quindi atteso che il processo fosse completo, registrando nel mentre tutti i segnali che il casco captava, così da capire come anche Sheba reagisse a quel processo. Se percepiva qualcosa di strano o fastidioso o seppure non sentiva nulla. Aura si sarebbe quindi spostata, nel mentre, andando a fianco del lettino di Ariel, in modo da avere la visuale su entrambe le sue cavie.
    Quello che farò ora è generare degli impulsi prima su Ariel e poi su di te, Sheba, così da capire quanto è profondo il vostro legame. Cercherò di essere il più delicata possibile, ma non posso dare per scontato che, inizialmente, potrebbe risultare fastidioso. Nel mentre vogli oche descriviate il meglio possibile cosa sentite e come vi sentite, sia fisicamente che emozionalmente. Posso procedere?
     
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    Aura sembrò molto comprensiva riguardo i motivi per cui Sheba aveva preferito celare ancora la sua identità alla ragazza, cosa che apprezzò moltissimo poiché altrimenti l'avrebbe messa in serie difficoltà. Aveva già rischiato una volta mostrandosi ad un poliziotto, non voleva rischiare di mettere in difficoltà i suoi compagni ed Aura stessa. Infondo i Watchmen avevano nemici potenti e non si sarebbe mai perdonata se Nyarlatothep avesse mirato ad Aura per rovinare i suoi piani. Nella sua ingenuità pensava che magari i pochi dettagli che aveva dato su di sé non sarebbero bastati per farla rintracciare. Infondo Sheba era sparita per parecchio tempo ed i suoi genitori avevano fatto in modo di insabbiare informazioni e tracce su di lei per proteggerla, e non conosceva i mezzi di cui disponeva Aura: era fiduciosa. In ogni caso Sheba era pienamente intenzionata a mantenere i contatti, quindi non si sarebbero persi di vista. Oltretutto le piaceva anche l'idea che non avrebbe visto il suo viso giovane, e quindi non sarebbe stata l'ennesima a trattarla come una ragazzina nonostante avesse superato da un pezzo i suoi 18 anni. Sheba avrebbe indossato il casco donatole, stando attenta a non rivolgere il volto verso l'alto per non farsi riprendere da possibili telecamere, si sarebbe preparata in fretta, sdraiandosi poi sul lettino offerto da Aura per continuare gli esperimenti. Prese un profondo respiro, poi chiuse gli occhi per concentrarsi su Ariel che intanto iniziò a interfacciarsi con la piattaforma che Aura aveva costruito. Man mano che Ariel si introduceva nei circuiti tecnologici la sua figura proiettata si sbiadiva e distorceva fino a sparire del tutto. Per Sheba non fu niente di così complicato, lasciando che Ariel agisse normalmente come quando si introduceva in un circuito di telecamere o in un computer per raccogliere i dati. In sostanza anche se Ariel riuscì a prendere possesso del corpo, rimase una forte connessione energetica con Sheba, in parole povere era come se Sheba usasse il suo potere proiettando tutta la figura di Ariel e non solo i suoi attacchi. Il manichino prese le forme che di solito prendeva Ariel adattando le dimensioni del corpo a quelle molto simili a Sheba, il fisico era praticamente identico alla ragazza nelle forme, solo il viso era anonimo e robotico liscio come quello che di solito manifestava. Una volta "abitato" il corpo nuovo, Ariel sollevò le mani davanti al suo volto muovendo le dita curiosa.
    Curioso! Le sensazioni che mi danno sono molto simili a quelli di un corpo umano, ma percepisco la netta differenza dei materiali di cui è composto. I miei complimenti Aura, i tuoi cyborg sono di una qualità eccelsa. commentò Ariel contenta. Sheba invece si voltò verso Aura, annuendo con la testa apparentemente tranquilla.
    Procedi pure Aura, sono pronta. affermò stringendo le mani un pizzico nervosa. Aura non si era rivestita, e lei era mezza nuda, Ariel invece era come se fosse totalmente nuda, quindi non fu insolito per Sheba fare strani pensieri, e sentirsi come se si trovasse in una sauna con altre donne nude. Ringraziò il cielo che il casco avrebbe nascosto il suo lieve imbarazzo.
     
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  6. Thrasir
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    Il processo di passaggio nel corpo bionico da parte di Ariel non sembrava aver sortito problemi ed il fatto che riuscisse a muoversi dimostrava che ora la IA aveva pieno controllo di quel nuovo involucro. Aura avrebbe osservato attentamente sia Ariel che Sheba, cercando di notare se vi erano strane reazioni in corso, ma al momento non sembrava esservi nulla di particolare, se non un po' di nervosismo da parte della ragazza, evidenziato da come stringeva i pugni mentre era sdraiata sul lettino. La cyborg avrebbe osservato la IA di Sheba, sorridendo leggermente al complimento ricevuto.
    Ti ringrazio. Per potermi confondere la meglio tra le fila della razza umana ho dovuto adeguare, con il tempo, il mio corpo, rendendolo sempre più affine agli originali. Sotto certi fattori il corpo umano non è performante come quello di altre specie viventi. L'evoluzione ha fatto sì che perdessero molte delle loro capacità primitive e bestiali. Sono goffi, non sono agili, non hanno una forza particolare nè una resistenza degna di nota. La loro forza si è concentrata in un unico punto...il cervello. Non mi è quindi difficile creare copie molto simili ad un corpo umano reale.
    Una breve spiegazione, prima di iniziare il vero e proprio esperimento. L'obiettivo di Aura era chiaro, lo aveva già spiegato ad entrambe le sue cavie, quindi non si sarebbe dilungata molto. Lo sguardo si sarebbe concentrato sul corpo di Ariel, notando come fosse molto simile a quello di Sheba. Probabilmente la IA lo aveva modellato in modo che fosse identico al suo ospite ideale. Un processo logico ed ovvio, dopotutto.
    Procederò con degli stimoli semplici, per vedere le reazioni tra i vostri corpi, aumentando via via di intensità. La stessa cosa verrà poi fatta sul tuo corpo, Sheba, ma vorrei fosse Ariel stessa a provocare suddetti stimoli, così da capire come reagirete. Partiamo da qui...
    La cyborg avrebbe portato le mani verso i piedi di Ariel, iniziando a massaggairli con cautela. Si sarebbe poi concentrata sul piede destro, bloccandolo con una mano all'altezza della caviglia, mentre con l'altra mano libera avrebbe iniziato a solleticarne il palmo, dolcemente, creando uno stimolo appena percettibile. Mano a mano che notava le reazioni di entrambe avrebbe aumentato di intensità il movimento, modificando anche la superficie delle proprie dita, in modo che risultasse più utile a quello scopo, sviluppando dei peli sintetici sulle falangi. Avrebbe scelto quel punto e quell'approccio, per iniziare, proprio per tentare di tranquillizzare Sheba, in modo che le reazioni risultassero il più spontanee possibili. Ottenuto o meno il risultato sperato, Aura sarebbe passata a massaggiare l'intero arto inferiore, spostandosi sopra le caviglie e poi sulle coscie, evitando appositamente di avvicinarsi troppo al punto più sensibile, ovvero all'intimità di Ariel. Sarebbe salita ancora, passando sul ventre ed arrivando all'attaccatura inferiore dei seni, ma anche qui si sarebbe fermata, spostando lo stimolo sui lati e sotto le ascelle, soffermandosi su questo punto e riprendendo a solleticare Ariel. Avrebbe registrato ogni reazione da parte di entrambe, realmente incuriosità da come avrebbero reagito.
     
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    Sheba guardò incuriosita il sorriso di Aura al complimento di Ariel. Era sempre stata molto seria e diretta fino a quel momento e vederla sorridere incuriosì moltissimo Sheba poiché le fece notare che quindi anche lei infondo infondo qualche piccolo debole ce lo aveva. La trovò anche incredibilmente carina quando sorrideva la faceva sembrare più dolce e meno rigida. Ariel invece si ritrovò in accordo con i pensieri di Aura, infondo se era riuscita a svilupparsi così bene era proprio perché aveva usato il cervello di Sheba come base, dove aveva potuto spaziare molto di più.
    Non posso che essere d'accordo con te, avere un cervello umano su cui svilupparsi mi ha fatta crescere moltissimo, ho dovuto adattarmi inizialmente, poi però ho sviluppato molti dati, crescendo molto in fretta. affermò prima di sottoporsi alle prime sollecitazioni di Aura. La lasciò fare mentre sia Sheba che Ariel la osservarono incuriositi. Il solletico sotto i piedi fece sobbalzare un attimo Ariel, poi però si rilassò, incrociando le mani contro il ventre.
    Sento perfettamente le tue dita, se però ti chiedi se sto soffrendo il solletico mi dispiace ma non lo sento, per me è piacevole.
    Io invece non sento nulla. affermò Sheba, lasciando quindi intendere che sul momento non vi era una connessione da Ariel verso Sheba, come se in effetti Sheba non percepisse il corpo artificiale come invece Ariel sentiva distintamente. In poche parole era quasi come se in quel momento fossero due persone distinte. Infatti Ariel si godette il massaggio, rilassandosi sempre di più ed iniziando anche a percepire qualcosa di diverso nel proprio corpo, sopratutto quando Aura passò sulle cosce. Sensazioni che aveva potuto assaporare solo tramite Sheba e non direttamente. Il suo corpo reagì di conseguenza, anche se era artificiale ogni nervo era perfettamente funzionante. I capezzoli si inturgidirono, mentre un senso di calore al basso ventre iniziava a farsi più persistente. Non disse nulla, concentrandosi invece sulle sensazioni che stava vivendo, raccogliendo i dati come era abituata a fare con Sheba. La ragazza invece sembrava del tutto estranea a quelle sensazioni e si limitò ad osservarli incuriosita mentre le mani di Aura arrivarono a solleticare Ariel sotto le ascelle. Lì a quanto pare i nervi erano più sensibili, e l'IA reagì dapprima stringendo le braccia al corpo, poi iniziando a ridere.
    Sì lì soffro il solletico hahhahaa reagì in modo del tutto spontaneo, somigliando molto più ad una bambina che ad una adulta che soffriva il solletico. Sheba la guardò stupefatta, non l'aveva mai sentita ridere in quel modo, anzi a dire il vero era quasi sicura di non averla mai sentita ridere in vita sua. La cosa le risultò un pizzico inquietante, ma allo stesso tempo la incuriosì tantissimo.
    Wow... è la prima volta che la sento ridere. commentò Sheba spontanea.
    Io invece non sento niente, o meglio, ho più una sensazione simile a quando si sogna. E' come se ricordassi cosa fai ma allo stesso tempo non lo sto vivendo... è difficile da spiegare. spiegò Sheba non riuscendo a dare una spiegazione più dettagliata al fenomeno. Aura però sicuramente avrebbe potuto intuire che non era altro che la sua memoria che registrava le esperienze di Ariel poiché appunto l'IA aveva lei come supporto e non il corpo artificiale.
     
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  8. Thrasir
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    Dalle prime reazioni e dalle risposte di entrambe, Aura potè iniziare a vagliare le prime ipotesi sul legame che intercorreva tra Sheba e la sua IA. A quanto sembrava il loro connubio non era completo, nel senso che Ariel sfruttava il corpo umano come un semplice recettore al fine di crescere ed imparare, senza però donare nulla in cambio, se non quella strana capacità di proiettare costrutti energetici. Ma quella era forse una semplice risposta difensiva al fine di proteggere il proprio "mezzo di trasporto", nulla di più e nulla di meno. La cyborg avrebbe ritratto le mani, osservando poi Sheba, che aveva dato un'importante informazione con le sue ultime parole.
    Non la hai mai sentita ridere? Questo significa che che Ariel non prova direttamente quello che provi tu. Registra gli stimoli, le reazioni del tuo corpo, raccoglie i tuoi dati fisiologici, ma non prova direttamente le stesse sensazioni ed emozioni come può fare in questo momento. Per lei questa può essere un'occasione importante per comprendere meglio i tuoi stati d'animo in determinate situazioni. Vedi?
    Avrebbe portato l'indice della mano sinistra ad indicare entrambi i capzzoli del corpo di Ariel, così da far notare come la loro forma fosse leggermente più pronunciata rispetto a prima, segno evidente che il suo corpo stava reagendo. A quel punto le mani si sarebbe strette attorno alla base dei seni, con estrema delicatezza, per poi coprirne tutta la circonferenza, in un ulteriore massaggio. Aura cercava volontariamente di evitare ogni contatto con i punti più sensibili di quella parte del corpo, avvicinandosi e sfiorandoli per poi allontanarsi nuovamente e riprendere quelle movenze. Sembrava quasi voler torturare Ariel, quando in realtà voleva semplicemente carpirne le reazioni.
    Descrivi ciò che stai provando, Ariel. L'esperimento è utile solo se esterni i risultati delle tue analisi. Se ti limiti a raccogliere le informazioni che stai ottenendo non potremo proseguire.
    Nel mentre l'ultima copia di Aura, rimasta in disparte sino a quel momento, si sarebbe avvicinata al lettino di Sheba, sul lato sinistro per la precisione. La ragazza avrebbe potuto notare più da vicino il corpo della cyborg, non riuscendo ad individuare nessun tipo di differenza con l'originale. Erano due gocce d'acqua, identiche in tutto e per tutto. Le avrebbe parlato, cercando di spiegare il prossimo passaggio.
    Dato che gli stimoli su Ariel non sortiscono alcun effetto sul tuo corpo è ora necessario capire se è vero anche il contrario. Mi muoverò allo stesso modo fatto con lei, solleticandoti i piedi, massaggiandoti il corpo e poi solleticandoti sotto le ascelle. Lo stesso vale per te, informami se percepisci qualcosa di strano, Sheba.
    La copia avrebbe quindi atteso qualche istante, per poi iniziare dai piedi, massaggiandoli e solleticandone il palmo, spostandosi poi su sulle gambe e le coscie, il ventre e poi sulle ascelle, sfiorando la parte bassa dei seni. Aura voleva vedere se le reazioni di Sheba sarebbero state uguali a quelle di Ariel o se sarebbe stata maggiormente coinvolta da quelle sensazioni, oppure il contrario. Inoltre voleva capire se stimolando la ragazza Ariel avrebbe percepito qualcosa, come se le mani intente a toccarla fossero quattro e non solamente due.
     
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    Aura diede un'importanza vitale ad una cosa su cui Sheba non aveva mai pensato. Lo aveva sempre dato per scontato che Ariel non provasse ciò che provava lei, altrimenti non avrebbe potuto supportarla come faceva sempre. Se anche lei si lasciava influenzare nei suoi momenti di sconforto o di estremo imbarazzo, non avrebbe potuto aiutarla. Per Sheba era un bene e probabilmente anche Ariel pensava che fosse un bene.
    Non è una cosa normale? chiese ingenuamente Sheba guardando curiosa poi verso il punto che stava indicando Aura, notando che i capezzoli di Ariel si erano inturgiditi. Per istinto guardò anche i propri, notando che però i suoi non erano induriti come quelli di Ariel, capendo quindi che in effetti non stavano provando le stesse cose in quel momento. Aura continuò con il suo esperimento portando le mani sui seni di Ariel, iniziando a massaggiarla delicatamente. Sheba divenne curiosissima, ma iniziava a vedere anche troppo maliziosamente quella scena perché visti da fuori sembravano due ragazze che si stavano per scambiare effusioni spinte. Tutta colpa del fatto che entrambe erano praticamente nude. Cercò di allontanare dalla sua mente quelle immagini perverse e cercò di concentrarsi sul lato più "scientifico" della cosa, anche se non era per niente facile. Ariel si rilassò, ma i suoi capezzoli si fecero ancora più turgidi, quando le dita di Aura si avvicinavano ai capezzoli sentiva chiaramente il desiderio che li toccasse, poi il suo tocco fuggente le trasmettevano brividi lungo tutto il corpo, trasmettendole il desiderio di avere una stimolazione più decisa.
    Al momento percepisco molto bene il tuo contatto, il massaggio sui seni mi rilassa, ma al contempo mi trasmette stimoli sulle mie zone erogene, infatti quando sfiori i capezzoli appena sento una sensazione piacevole. Credo che il mio corpo inizia ad eccitarsi, riconosco molto bene queste sensazioni, le ho già studiate quando succede a Sheba. In questo caso però non riesco a disconnettermi dalle sensazioni fisiche, poiché sono connessa direttamente al corpo. spiegò senza molti fronzoli e problemi a dire esattamente le cose come stavano. Sheba non sarebbe mai stata capace di dire che si stava eccitando come se parlasse del più e del meno. Anche se non ne avevano mai parlato, però Sheba ebbe una nuova importante informazione, ovvero che quando aveva fatto sesso, Ariel non sentiva fisicamente ciò che provava lei, quindi in un certo senso non la costringeva a subire l'atto. Si sentì parecchio rincuorata da quella notizia, ma non ebbe il tempo di tirare un sospiro di sollievo poiché una delle copie di Aura si avvicinò a lei. Aura dichiarò che dovevano provare anche su Sheba per capire se vi erano effetti diversi. Inizialmente non se ne sentiva molto entusiasta all'idea, ma si disse che era solo solletico, quindi non c'era niente di male. Inspirò aria avidamente e poi cercò di rilassarsi. Sheba era più sensibile di Ariel sulle suole dei piedi. Non rimase ferma come Ariel, agitandosi un poco, ma cercò di trattenere le risate. Quando fu Sheba ad essere stimolata iniziarono a succedere cose strane. Visto che il solletico riusciva a distrarre la concentrazione di Sheba, e visto che anche Ariel era stimolata da sensazioni fisiche, non riuscirono a rimanere distaccate una dall'altra. Infondo Ariel era comunque parte di Sheba, quindi anche se in maniera leggera riuscì a sentire le sensazioni che stava provando Sheba sul momento. Difatti di tanto in tanto spostava i piedi come se avesse voluto sfuggire a qualcuno di invisibile che la stava solleticando.
    Oh, a quanto pare riesco a sentire il corpo di Sheba anche in queste condizioni. commentò Ariel guardando curiosa verso il suo corpo artificiale. A quel punto avebbe potuto concentrarsi un attimo e distaccarsi come sapeva fare lei, però non volle farlo perché era curiosa di capire fin dove il corpo artificiale poteva percepire il legame fra lei e Sheba. Passata sulle cosce, Sheba si rilassò e guardò verso le altre due curiosa di vedere come avrebbe reagito Ariel a quel massaggio. Sollevava di tanto in tanto le gambe per istinto poiché si sentiva toccata ma non vedeva nessuno a farlo. Le dava sensazioni contrastanti, ma anche eccitanti.
    Riesci a sentirmi così? chiese Sheba per assicurarsi che stesse bene.
    Io però non sento nulla di quello che Aura fa a te. fece un poco preoccupata, temeva che non fosse normale, se erano connesse ed Ariel la percepiva, perché non riusciva a fare lo stesso nel senso contrario? In realtà non poteva percepire il contatto fisico, ma era tutta un'altra storia riguardo agli stimoli mentali, poiché le sinapsi e gli stimoli del cervello del corpo di Ariel davano le stesse reazioni chimiche nel cervello a Sheba, difatti anche il corpo di Sheba iniziava a reagire agli stimoli, i suoi capezzoli si inturgidirono e la pelle si increspava per il classico effetto a pelle d'oca. Anche lei iniziò a sentire il calore al basso ventre ed il corpo che si preparava ai primi sintomi per un atto più intimo. Per Ariel però era più piacevole poiché aveva la sensazione di essere massaggiata da due persone diverse.
    Credo che sia normale Sheba, io sono una manifestazione, non un tuo prolungamento del corpo. Sono sicura che se comunicassi con te tramite i pensieri riusciresti a sentirmi come al solito. provò a spiegare Ariel, ma iniziava a sentirsi poco concentrata e non le piaceva molto quella sensazione di essere poco padrona di se stessa. Eppure testarda voleva ancora studiare il fenomeno, infondo non avevano mai avuto modo di studiare varianti simili, e con i cyborg di Aura stava cogliendo una preziosa occasione.
     
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    Aura avrebbe continuato a stimolare entrambi i corpi, sia quello di Ariel, massaggiandole i seni e concentrandosi ora anche sui capezzoli, che quello di Sheba, restando invece all'altezza delle gambe nel suo caso. Era chiaro ormai che Ariel non facesse altro che raccogliere dati da Sheba, era più che normale. Probabilmente qualunque entità razionale lo avrebbe fatto, ma la stessa cyborg si era resa conto, con il tempo, che recepire in modo distaccato quegli stimoli toglieva gran parte delle informazioni. Si sarebbe rivolta quindi verso Sheba, per rispondere alla sua proma domanda.
    Per una IA è una cosa più che normale, sì. Lasciarsi sopraffare da stimoli incontrollabili o da impulsi improvvisi è qualcosa di altamente illogico ed inutile per un essere digitale e razionale quale può essere Ariel o posso essere io stessa. Ma come state scoprendo in questo momento, questo distaccamento vi fa perdere in realtà altrettanete informazioni molto utili per crescere e per evolvervi. Come sta accadendo ora, Ariel può provare felicità, può provare eccitazione e può essere sovrastata da questi impulsi, nelle dovute condizioni. Questo esperimento io lo sto svolgendo con il vostro consenso...ma se qualcuno vi catturasse e facesse la stessa cosa? Ariel non ha alcuna esperienza nel percepire stimoli come li percepisci tu, Sheba. Farla cedere potrebbe rivelarsi sin troppo semplice...
    Senza attendere oltre, per dimostrare con i fatti le sue parole, una delle mani di Aura di sarebbe allungata verso l'intimiità del corpo meccanico di Ariel, per poi massaggairla e, senza troppi complimenti, infilarmi dentro l'indice, iniziando a masturbarla. Quella era sicuramente una stimolazione forte e repentina rispetto al semplice massaggio dei seni ed Aura si sarebbe aspettata una reazione decisamente incontrollata da parte dell'IA. Durante quell'operazione, entrambe le cyborg presenti avrebbe modificato ulteriormente il laboratorio, spingendo uno verso l'altro i due lettini, così che si unissero in uno unico, abbastanza grande da permettere a Sheba ed a Ariel di essere una a fianco dell'altra. Erano molto vicine, la ragazza poteva toccare direttamente il corpo artificiale della sua compagna di vita, se voleva, dopotutto quello sarebbe stato il passaggio ulteriore in quell'esperimento. La copia della cyborg, intanto, avrebbe cercato, con estrema delicatezza, di sollevare il reggiseno di Sheba, così da scoprirne a sua volta i capezzoli, inziando anche su di lei il massaggio sul seno.
    La mia ipotesi è dimostrata anche dal fatto che gli stimoli sul corpo di Ariel non hanno ripercussioni su di te, Sheba. Non avendo esperienza nel ricevere direttamente i segnali di un corpo proprio non può trasmetterli in alcun modo, se non tramite piccoli impulsi che causano reazioni blande su di te. Questo probabilmente grazie alle esperienze che hai avuto direttamente con altre persone...di certo il tuo corpo non passa inosservato come donna.
    Detto questo la Aura originale avrebbe lasciato nuovamente in pace l'interno dell'intimità di Ariel, così da darle respiro, avvicinando il volto a quello della IA. La avrebbe guardata intensamente, mentre il massaggio continuava esternamente, così da capire quanto fosse stata pesante per lei quella breve esperienza. In alcuni momenti Aura poteva sembrare fredda e distaccata, ma era realmente interessata a ciò che stava scoprendo insieme alle due cavie e, per quanto artificiale, la parte umana del suo corpo stava reagendo altrettanto intensamente, facendo inturgidire anche su entrambi i suoi corpi i capezzoli.
    Ora vi ho dato le istruzioni su come procedere. Non so perchè, ma ho come la sensazioni che entrambe vogliate esplorare più a fondo questo vostro legame, in un modo che non avete mai affrontato. O almeno, questo è quello che io penserei in questo momento. Convinendo l'una con l'altra da molto tempo di certo sapete come stimolare a dovere sensazioni intense nell'altra, così da ottenere più informazioni possibili nel più breve tempo. Se volete quindi toccarvi tra voi ve lo consiglio...io non farò altro che darvi l'appoggio necessario per continuare.
    Chissà se Sheba aveva mai pensato di poter conoscere dal vivo Ariel. Se aveva mai fantasticato di parlarle faccia a faccia, come potrebbe fare con una amica. Dopotutto, chi meglio di lei, probabilmente, poteva capirle, per alcune cose? Se stavano assieme, se il destino le aveva fatte incontrare, un motivo ci sarà stato.
     
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    Aura riuscì a spiegare in modo esaustivo la condizione in cui aveva sempre vissuto Ariel: era normale che lei si distaccasse dalle emozioni forti che invece di solito prendevano Sheba poiché non voleva farsi influenzare da esse, poi però Aura diede ad entrambe una prospettiva a cui non avevano mai pensato. Infondo Sheba aveva sempre dato per scontato che Ariel vivesse dentro di lei, e che quindi nessuno avrebbe mai potuto "prenderla" e quindi farle del male. Non aveva mai pensato che potessero piazzare Ariel in un corpo come era appena successo. Anche Ariel era convinta che nessuno avrebbe potuto prenderla con forza dal cervello di Sheba, ma iniziò a pensare che con i giusti mezzi si poteva fare, se infondo era stata inserita da una componente esterna dentro Sheba, si poteva fare anche l'inverso con le giuste misure. Aura diede per scontato che semmai avessero catturato Ariel e avrebbe agito su di lei sarebbe stato facile farla cedere perché non era abituata agli impulsi esterni. Non finì nemmeno il discorso che oltretutto aveva attirato l'attenzione delle due che si concentrarono sulla sua voce. Ariel finì quindi vittima delle attenzioni di Aura che senza tanti complimenti andò a toccare Ariel proprio sulla sua intimità. Fu un contatto inaspettato in effetti e trasalì irriggidendosi ad un primo impatto, per poi tremare nel momento in cui sentì le dita di Aura violarla. Il verso che le scappò dalla gola, di piacere misto alla sorpresa, imbarazzò tantissimo Sheba che si ritrovò ad osservare la scena esterefatta. Aura lo stava facendo con la stessa scioltezza e distacco di un medico che misurava la pressione al suo paziente. Una mano di Ariel andò subito ad afferrare il polso di Aura, cercando di non farla affondare troppo con le dita, un gesto molto spontaneo ed istintivo, tipico di chi non era abituata a simili stimolazioni. In effetti Ariel anche se aveva preso possesso del corpo di Sheba e si era anche incuriosita masturbandosi da sola, non aveva mai provato la sensazione di essere toccata da qualcun'altro. Capì che era diverso, che le dava sensazioni molto più piacevoli, infatti la curiosità vinse sul istinto di difendersi e così la mano che le afferrò il polso invece di tirarla via la incoraggiò, spingendola delicatamente verso di sé. Sheba intanto si guardò attorno un poco allarmata mentre i lettini vennero avvicinati e fu costetta in un certo senso a vedere da vicino cosa Aura stesse facendo ad Ariel. Sheba guardò Ariel preoccupata, ma notò che non sembrava allarmata o infastidita, anzi tutto l'inverso.
    I-io non ci avevo mai pensato. confessò Sheba un poco turbata dall'idea che potessero torturare Ariel in quel modo. Il suo momento di turbamento permise alla copia di Aura di sollevarle il reggiseno scoprendo le sue grazie dalle aureolee ben definite e dal colore caramellato. Guardò la copia confusa, guardando anche Aura con un pizzico di confusione negli occhi. Ad occhi esterni poteva sembrare che Aura se ne stava aprofittando, ma il modo in cui le toccavano, l'atmosfera da ambulatorio le diede l'impressione che non c'era un secondo fine nella volontà di Aura. Sembrava che stesse realmente sperimentando. La delicatezza con cui la stava toccando la copia le fecero credere che stavano solo provando ad andare avanti con l'esperimento, ma era comunque parecchio imbarazzante. Oltretutto quando le sfioravano i capezzoli, lo stimolo passava anche ad Ariel che tremava e si eccitava sempre di più. La cosa più terribile per Sheba era che capiva perfettamente tramite il loro legame quanto le stesse piacendo, e lo trovò anche inquietante come cosa.
    E' davvero necessario... fare così? chiese titubante, cercando di non far sentire la sua voce che iniziava ad essere affannata per via di quella strana sensazione di eccitazione che era aumentata. Non capiva perché si sentisse in quel modo, ignorando il fatto che fosse per via di Ariel e delle stimolazioni che stava subendo. Intanto Aura continuò a spiegare perché ciò che succedeva ad Ariel non avevano le stesse ripercussioni sul suo corpo. Ariel invece venendo masturbata da Aura non disse nulla, lasciandosi invece andare al piacere che infiammò tutto il suo corpo. Ne era così sorpresa che senza alcuna vergogna sollevò le spalle per poter osservare con i suoi occhi cosa stava succedendo fra le sue gambe, guardando le dita di Aura che sparivano nel suo corpo e si inumidivano di umori. Il suo respiro era affannato e di tanto in tanto le sfuggiva qualche piccolo vagito di piacere. Aura poi improvvisamente smise di stimolarla in quel modo, facendole fare un piccolo verso di disappunto: le piaceva di più quando aveva le dita dentro. Aura propose loro di sfruttare l'occasione per studiarsi a vicenda, e magari di toccarsi. Cosa che fece diventare paonazza Sheba e guardò sempre più allibita Aura.
    Eeeh? Intendi? Intendi toccarla in quel modo? chiese con la voce che divenne più acuta per l'estremo imbarazzo. Iniziò a scuotere le braccia e la testa in senso di diniego.
    No, non potrei mai fare una cosa del genere. Ariel è come una specie di sorella, non si toccano le sorelle in quel modo, mi farebbe troppo senso! fece Sheba sempre più imbarazzata. Iniziava ad avere una gran voglia di andare via, Ariel invece guardava curiosa la mano di Aura, fece scivolare le dita contro quelle della cyborg e la guidò per farsi stimolare ancora.
    Quindi è questo ciò che si prova? Questo è ciò che si definisce piacere? Adesso capisco perché non si ci accontenta di farlo da soli. commentò come se stesse parlando di un banalissimo gioco, o di una cosa che aveva scoperto leggendo un libro di scienze. Guardò verso Sheba tranquillamente e provò ad allungare una mano verso di lei, toccandole un seno che afferrò fra le dita curiosa. Sheba reagì bruscamente afferrandola per il polso e togliendole la mano di dosso.
    Che diavolo fai?! Scordatelo non ho intenzioni di ... di fare queste cose con te! fece fra l'imbarazzato e l'inorridito. Come poteva mai pensare di fare sesso con Ariel? Era impensabile per Sheba.
     
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  12. Thrasir
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    Quelle erano semplici supposizioni da parte di Aura, la quale però potevano avere un fondamento di verità. La cyborg avrebbe notato con piacere le reazioni di Ariel durante quel primo approccio più diretto, lasciandosi poi guidare dalla voglia della IA, che palesemente ne voleva di più. Aura non si sarebbe tirata indietro, tornando a masturbarla nell'intimità con una mano, mentre con l'altra le avrebbe premuto uno di capezzoli tra indice e pollice, tirandolo delicatamente verso l'alto. Si sarebbe poi abbassata lentamente verso di lei, socchiudendo gli occhi, per poi baciarla in modo molto sensuale e passionale, impedendole di parlare. La copia, intanto, si sarebbe fermata dopo la brusca reazione di Sheba nei confronti di Ariel, notando una certa ostilità nel suo comportamento e nel suo tono di voce. Avrebbe allontanato le mani dal suo corpo, osservandola. Era uno sguardo vuoto e neutrale, non c'era alcun intento nel volerla giudicare e rimproverare, anzi. In qualche modo avrebbe voluto rassicurarla.
    La mia volontà non è quella di creare dissapori o incomprensioni tra voi, anzi, tutto il contrario. Mi rendo conto che il vostro legame è profondo e proprio per questo una situazione del genere penso sia giusto che la affrontiate insieme, Sheba. Sicuramente due sorelle non dovrebbero toccarsi in modi lascivi, ma la sorella maggiore ha anche la responsabilità di far imparare e guidare la sorella più piccola. Perchè al momento tu sei questo per Ariel, la sua guida. Forse non te ne rendi conto, forse non riesce a dimostrarlo a dovere, purtroppo questo è un limite di tutte noi intelligenze artificiali. Facciamo molta fatica ad esternare a dovere i sentimenti che proviamo e che fatichiamo altrettanto a compredere. Se però sei convinta ancora di non poter superare questa "barriera", allora ti chiedo di poter procedere in altro modo. Mi concedi di fare da tramite tra te e lei? Sarò io a toccarti e stimolarti secondo le indicazioni e le richieste di Ariel. Per te così sarebbe accettabile?
    Le avrebbe dato tutto il tempo per decidere, Aura non aveva alcuna fretta. Se avesse voluto, Sheba poteva anche andarsene, il portale che la avrebbe riportata sul tetto della palazzina romana era ancora aperto, ma Ariel probabilmente non ne sarebbe stata felice. Il fatto di non volerla invogliare toccandola, inoltre, poteva dimostrare come le intenzioni di Aura non fossero malvagie e questo lo avrebbe spiegato con le prossime parole.
    So che come approccio può sembrare strano, ma vi sono due modi per stimolare un corpo umano con sensazioni cos' forti: stimoli riconducibili ad un rapporto carnale e stimoli riconducibili al dolore. Sono entrambe sensazioni molto forti e potenti a livello biologico e neuronale. Ma di certo non potevo scegliere di iniziare a ferire il corpo di Ariel od il tuo per puro scopo sperimentale. Anche perchè se per il corpo di Ariel non vi sarebbero stati grossi problemi, per il tuo sarebbe potuto essere molto pericoloso. Non sono una pervertita o una maniaca, se è questo quello che stai pensando...
    Stranamente, in quest'utlima frase, Sheba avrebbe potuto notare un tono di stizza, come se quel pensiero la stesse innervosendo non poco. Dopotutto stava facendo tutto quello per aiutarle, a lei non ne sarebbe tornato nulla, visto che il suo obiettivo, in ogni caso, aveva tutt'altro che un tornaconto personale. Nel mentre che discutevano, Aura avrebbe continuato a stimolare Ariel, continuando a baciarla e masturbarla, aggiungendo nella penetrazione altre due dita, unendo il medio e l'anulare all'indice. Nell'altra mano, invece, tra le dita che stringevano il capezzolo, avrebbe cercato di generare delle leggerissime scariche elettriche, completamente innocue, ma che avrebbe aumentato ancora di più la stimolazione dei recettori di quella aprticolare zona erogena.
     
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    Ariel fu felicissima di scoprire che Aura era molto disponibile alle sue tacite richieste di avere altro piacere. Rispose alla sua gentilezza con gemiti aspirati, guardandola languida negli occhi. Allontanò la mano dalle sue dita così da darle piena fiducia in cosa stava facendo, godensi il tocco sapiente di Aura. Iniziò ad essere curiosa anche verso il corpo della scienziata, aveva il desiderio di toccarla, ma non osava ancora farlo perché temeva che avrebbe di nuovo fermato l'esperimento, mentre Ariel ne voleva di più di quel piacere cocente che aveva sempre evitato fino a quel giorno. Quando poi la vide avvicinarsi a lei in cerca di un bacio, Ariel quasi non ci credette, rimase pazientemente ad attendere fin quando le loro labbra non si incrociarono. Per Ariel era la primissima volta che baciava qualcuno e dopo un primo momento di incertezza dovuta all'inesperienza, fece appello alle esperienze passate di Sheba, scavando nella sua memoria per poter avere la giusta dimistichezza e poter ricambiare l'effusione. Fu molto più piacevole di quanto si aspettasse, e nonostante le nozioni che conosceva riguardo ai baci, non credeva fosse così coinvolgente. Difatti Ariel si lasciò andare lasciando che le loro lingue si incrociassero che si esplorassero a vicenda le bocche. Ariel era in parte incredula a scoprire quanto in realtà il fisico influenzava la propria mente e si sentì orgogliosa di aver sempre evitato di farsi coinvolgere in passato. Sheba che assisteva a quella scena si sentì vagamente invidiosa poiché nel vederle baciarsi si chiese che sensazione potesse darle il bacio di una cyborg. Prima che potesse però farsi fantasie su Aura, ci fu quel spiacevole momento in cui Ariel provò a toccarla. L'interruzione brusca del bacio fra Aura e Ariel, indispettì un poco l'IA dato che avrebbe voluto continuare ancora ad esplorare quelle novità. Prima di poter continuare però dovevano rassicurare Sheba dato che non sembrava in vena di rilassarsi e godersi la situazione. Aura cercò di rassicurarla, spiegandole che doveva essere la guida per Ariel, che in quel momento era lei a doverle insegnare qualcosa. Sheba stava già per dirle che non sarebbe riuscita a farlo che la metteva profondamente a disagio toccare Ariel nello stesso modo con cui lo stava facendo lei. Non era una questione di doveri, non poteva poi insegnare una cosa simile ad Ariel. Come poteva convivere con Ariel in futuro se entravano anche in intimità fisica? Lo trovava profondamente sbagliato, senza contare che non provava nessuna attrattiva di quel genere verso di lei. Cosa invece del tutto diversa per quanto riguardava Aura che le chiese senza tanti mezzi termini di permettere a lei di fare da tramite e lasciarsi toccare da lei. Sheba spalancò gli occhi sorpresa e balbettò qualcosa di incomprensibile mentre arrossiva fino alle orecchie. Si chiese perché mai dovessero fare una cosa del genere e prima che potesse mettere voce a quella domanda, Aura le spiegò subito il motivo di tali "esperimenti". Sheba la guardò in silenzio, un pizzico incredula, poi però sempre meno agitata. Aveva senso, aveva perfettamente senso usare il piacere come stimolo forte piuttosto che il dolore. L'ultima frase di Aura poi mortificò la ragazza che iniziò di nuovo ad agitarsi e a muovere le mani in gesti convulsi impacciati.
    N-no no, non penso che tu sia una maniaca. Perdonami, io ecco non sono abituata a queste cose, scusami. Hai ragione, ferirci può diventare pericoloso. P- per me va bene se sei tu a farlo. Cioè... arrossì di nuovo vistosamente sempre più imbarazzata.
    ..volevo dire se è per il bene di tutti possiamo continuare, ma ti prego non posso masturbare Ariel o farmi masturbare da lei, va contro ogni fibra del mio essere. P-preferisco che sia tu a fare da tramite. Non dovrebbe cambiare il risultato no? chiese pazientemente, e per mostrarsi collaborativa tornò a sdraiarsi sul lettino guardando verso Aura ed Ariel che ripresero di nuovo a baciarsi. Questa volta Ariel non rimase ferma a subire. Mugugnò di piacere mentre le dita di Aura tornarono a stimolarla sul sesso e sui capezzoli. Ariel intanto portò una mano sul seno di Aura, massaggiandolo dolcemente con il palmo della mano, mentre le dita si posizionarono ai fianchi del capezzolo per stringerlo e stimolarlo, imitando quindi i movimenti di Aura sul suo corpo. L'altra mano andò ad esplorare i fianchi di Aura, andando alla ricerca del suo pube per poi infilarsi fra le cosce e carezzare dolcemente e curiosa le grandi labbra di Aura. Sheba non avrebbe osato chiedere alla copia oppure ad Aura di iniziare, si limitò a osservare le due donne che si scambiavano saffici piaceri, ricordando a Sheba quanto era stato bello farlo con Elimona. Influenzata anche da Ariel, Sheba si stava eccitando, si sentiva bollente nel basso ventre e un languore insistente la portò a stringere le cosce una contro l'altra per darsi un minimo di sollievo da quella opprimente fame che la scaldava. Si sentiva attratta da Aura, non riuscì a staccarle più gli occhi di dosso. Adesso che si sentiva apposto con la sua coscienza, ammirò la ragazza ed ingenuamente pensando che fossero entrambe totalmente distratte, iniziò a carezzarsi timidamente con le dita sopra gli slip. Immaginò che le dita fossero quelle di Aura, e si morse il labbro nel guardare le sue labbra carnose posarsi contro quelle di Ariel, desiderò sentirle a sua volta, ma al momento non era ancora in grado di percepire chiaramente le sensazioni come invece succedeva ad Ariel. Ne sentiva come un lieve velo, una sensazione simile a quando si sogna, una sensazione ovattata e distante ma presente.
     
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  14. Thrasir
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    Ariel si stava lasciando coinvolgere come era giusto che fosse, cercando di stimolare a sua volta Aura che di certo no nsarebbe rimasta impassibile a quelle attenzioni. Avrebbe leggermente allargato le gambe, in modo da permettere all'IA di stimolarla a dovere nella sua parte più intima, mentre ora discostava leggermente le labbra da quelle del corpo di Ariel, osservandola solo per qualche attimo. Sarebbe poi scesa con le labbra lungo il collo, con soffici e leggeri baci, avvicinandosi al capezzolo libero, per soffermarsi su di esso con le labbra. Lì avrebbe iniziato a lapparlo con la lingua, in modo passionale e calmo, senza alcuna fretta. L'altro capezzolo avrebbe intanto sentito la stretta delle dita aumentare, esattamente come le scariche elettriche mirate. L'altra mano, invece, avrebbe leggermente cambiato la sua conformazione, in modo da coinvolgere ancora di più Ariel. Le tre dita infilate nell'intimità si sarebbero allungate iniziando a massaggiare con intensità l'interno di quel corpo umido ancora inesperto. Aura stava procedendo per gradi, non voleva creare un truma in Ariel, voleva fare in modo che sperimentasse ogni cosa a suo dovere, dandole il tempo di analizzare ogni situazione, ogni punto sensibile, ogni debolezza di quel corpo. Dopo qualche atiimo in quella posizione avrebbe scostato il volto al seno, dando un ultimo bacio a quel capezzolo torturato, tornando a fissare da molto vicino il volto di Ariel.
    Dunque? Come sta procedendo la tua analisi, Ariel? Penso sia evidente che percepire in prima persona queste cose sia completamente differente dal vederle e basta. Con il tempo chissà, potreste forse riuscire a condividere a pieno ciò che provate, così da aumentare ulteriormente il vostro legame. Il tuo corpo, in ogni caso, sta rispondendo bene...ed anche tu. Hai qualche desiderio ora?
    Ariel avrebbe potuto notare che la sua mano si stava leggermende bagnando di umori della cyborg, che avevano una colorazione assai distintiva, ovvero di un verde fosforescente molto acceso. Al momento non era molto bagnato, ma di certo stava venendo coinvolta dalle attenzioni della IA. Al contempo, la copia di Aura sarebbe tornata ad osservare Sheba, notando le sue reazioni fisiche dopo le risposte imbarazzate alle sue spiegazioni. Era chiaro che da lì in avanti non si sarebbe aspettata ulteriori resistenze. Purtroppo Sheba non poteva essere baciata, a causa del casco che indossava, quindi si sarebbe dovuta accontentare delle attenzioni di Aura, nulla di più. In un certo senso i ruoli tra Sheba ed Ariel si erano invertiti in quel caso: ora era la ragazza a parcepire in difetto le sensazioni che invece la sua IA poteva assaporare appieno. La copia avrebbe cercato di salire a sua volta sul lettino, con calma, senza movimenti bruschi, posizionandosi a cavalcioni sopra Sheba. Gli occhi erano fissi sul casco, sembrava quasi potesse vedere attraverso di esso ed alla sua maschera, anche se così non era.
    Il tuo imbarazzo sembra indicare che il corpo femminile risulti attraente ai tuoi occhi. Lo prenderò come un complimento allora, Sheba. Cercherò di essere il più delicata possibile...
    La copia avrebbe cercato di prendere la sinistra di Sheba con la propria destra, intrecciando le dita e portandola a contatto con il lettino, sopra la spalla sinistra della ragazza. Al contempo si sarebbe piegata su di lei, cercando di raggiungere il collo ed iniziare a baciarla ripetutamente appena sotto l'attaccatura del casco. I seni avrebbero iniziato a premersi gli uni contro gli altri, mostrando quanto entrambi i loro corpi fossero ben dotati sotto quel punto di vista. L'altra mano sarebbe scesa lungo il ventre strisciando su quella pelle perfetta, raggiungendo gli slip ed anche lì intrecciando le proprie dita con quelle di Sheba, guidandola in quei movimenti spontanei e cercando di spingere l'indice della ragazza ed il proprio sopra il punto in cui era posizionato il clitoride, massaggiandolo con cautela. Ormai era impossibile fermarsi, nessuno, da quel punto in poi, avrebbe probabilmente fatto marcia indietro.
     
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    Ariel percepì un guizzo di gioia nel sentre che Aura era disponibile verso di lei mentre allargava le cosce, permettendole quindi di stimolarla a sua volta. Ariel amava studiare le cose, e sapere che poteva studiarla a sua volta in quel modo la entusiasmò. Ancora una volta si stupì nello scoprire che era diverso toccare un'altra donna rispetto al toccarsi da sola. Il corpo artificiale di Aura poi non sembrava farle rimpiangere niente di un corpo caldo e morbido normale. Massaggiò le grandi labbra con le dita, esplorandone la consistenza per poi sentire le dita scivolare fra di esse e trovare la parte più interna e calda. La massaggiò delicatamente studiandone le piccole labbra così da trovare poi l'ingresso del suo sesso che esplorò con calma. Insinuò il dito medio sentendo la sua carne avvolgerle il dito in una stretta morbida e bollente. Poco dopo aggiunse anche il dito indice ed iniziò a muoverle delicatamente affondando dentro di lei, sfregando attentamente il palmo della mano contro le grandi labbra e premerle contro la clitoride. Ariel dopotutto conosceva il corpo femminile, e lei stessa aveva sperimentato a toccarsi, quindi cercò di capire se i punti da stimolare erano gli stessi che aveva il corpo di Sheba. Per sua enorme fortuna era abituata a fare tanti calcoli contemporaneamente, quindi riuscì sia a studiare il corpo di Aura che godersi ogni attenzine che lei le riservava: le piccole scosse sul capezzolo, la lingua bollente sull'altro, e le dita che la riempivano sempre di più le davano un piacere crescente che la resero avida di quelle effusioni. Allargò istintivamente le cosce, sollevando leggermente il bacino verso le dita di Aura, producendo sempre più umori che avrebbero facilitato molto il compito della cyborg.
    Sì, è molto differente! Il corpo apprezza moltissimo, il piacere mi stimola moltissimi recettori, mi sovraffolla di percepzioni al punto che le sensazioni fisiche superano la mia concentrazione. Sheba al mio posto sarebbe già totalmente sopraffatta. E' curioso per me, ne voglio di più. Il mio corpo è arrivato ad un equilibrio stabile, ma qualcosa mi spinge a cercare uno stimolo più forte, come se il mio corpo stesso mi stesse dicendo che posso arrivare a qualcosa di molto più soddisfacente. Desidero arrivare all'orgasmo. Ariel aveva la voce affannata, di tanto in tanto durante le naturali pause del discorso si lasciava sfuggire un bollente gemito dalla gola. Non era esattamente il discorso più eccitante che potesse fare, ed in effetti stava smontando un poco l'atmosfera per Sheba che trovava poco sexy quelle nozioni. Non che avrebbe avuto modo di concentrarsi su ciò che diceva Ariel dato che la copia identica di Aura si sarebbe occupata anche di lei. Sheba la osservò mentre risaliva sul lettino su di lei, non riusciva a capire se fosse l'originale o la copia, erano praticamente identiche in tutto, anche nella voce, sembrava che Aura fosse dotata di più di un corpo contemporaneamente; probabilmente poteva anche sentire attraverso i due corpi. Forse le piaceva pensarla così per non sentirsi sotto una macchina priva di anima. Sentiva il cuore battere all'impazzata nel petto mentre guardava la copia totalmente nuda su di lei. Forse Aura ne era perfettamente consapevole, ma da sdraiata Sheba poteva vedere quel corpo perfettto in tutta la sua bellezza. Fu in quel momento che ebbe la chiarissima conferma che non era solo Elimona ad attirarla: era bisessuale! Non aveva più alcun dubbio, le piacevano moltissimo i ragazzi ovviamente, ma a quanto pare le piacevano anche le donne, soprattutto quando erano così belle come Aura.
    N-non tutte. Tu però ecco sì, mi piaci. rispose alle parole di Aura, sentendosi però una totale imbranata. Avrebbe voluto dirle qualcosa di sexy, una di quelle frasi da femme fatal per farle un complimento e sedurla, come aveva fatto Elimona con lei, invece era uscita quella frase così patetica.
    Sei molto bella. cercò di recuperare, ma le sembrò di fare fiasco. Perché era così difficile flirtare dannazione! Decise che era meglio se taceva, lasciando che la copia le si avvicinasse di più e intrecciasse le dita con le sue. Inizialmente Sheba fu rigida, ma quando le labbra iniziarono a baciarle il collo si sciolse un pochino di più. Le sfuggì un piccolo sospiro di piacere e quando sentì le dita di Aura scivolare contro la sua carne, le fece spazio in modo che potesse toccarla liberamente, senza avere le sue dita come ostacolo. Nell'istante in cui Sheba iniziò a provare piacere, la sensazione si diffuse anche nel corpo di Ariel che sussultò per la sorpresa, sospirando a sua volta di piacere. Le sembrava di essere toccata da ben due persone diverse, ed adorò quella sensazione. Sheba intanto, timidamente portò le mani sui fianchi della copia, carezzandola timidamente ed esplorando le sue forme. Cercò di infilare una mano fra i loro seni, così da carezzarla dolcemente con le dita sui capezzoli, mentre l'altra mano cercò di carezzarla sulle cosce, sulla zona interna per poter risalire piano piano verso il sesso del cyborg. Se non si fosse ritirata o non l'avrebbe fermata prima, Sheba avrebbe iniziato a carezzarla sulle grandi labbra, esattamente come aveva fatto Ariel prima.
     
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