Uno contro uno

x Kira

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    Non era la prima volta che otteneva una storia a colpi di lingua, oddio forse nell'esempio specifico forse quella era la prima volta, ma non c'era motivo di vergognarsi perché Bowen non era la sua missione, non si stava di certo svendendo per un pugno di informazioni anzi era piuttosto curioso di scoprire cosa nascondesse quel piccoletto tanto affilato, come se non bastasse non aveva affatto dei difetti che potessero portare Lotor a pentirsi, anzi la cosa si rivelò piuttosto piacevole, forse perché le loro energie erano molto vicine o lui avvicinandosi all'oscurità stava diventando più sensibile, in ogni caso non sarebbe stata un'esperienza da dimenticare e mentre sfoggiava i suoi talenti, prestò occhi e orecchie a Bowen con la massima attenzione. Iniziò a parlare di un demone e delle sue pericolose qualità, portando Lotor a leccare la cappella in senso circolare, prima lentamente e poi più velocemente. Avrebbe sicuramente continuato mentre Bowen raccontava, ma il piccoletto voleva imporre il suo ritmo e lo fece accavallando le gambe intorno alla testa di Lotor per spingerlo a darsi da fare e andare più a fondo. Dapprima strappandogli uno sguardo di disappunto, poi però portandolo a sospirare visto che era stato lui ad accettare una simile sfida... inutile tirarsi indietro a quel punto. E nulla gli impediva di fargli capire che poteva ancora "dire la sua": Così per strappagli letteralmente altre informazioni su quella storia, Lotor decise di affondare con la testa verso di lui, si, ma a modo suo: lo strinse il più possibile con le labbra, tenendole ripiegate dentro la bocca in modo che i denti non fungessero da minimo ostacolo. Raggiunse il suo pube e poi spalancò le labbra, lentamente, lasciando che la saliva accumulata intorno alla bocca scivolasse tutta intorno alla sua verga. Quando fu alla base, la gola iniziò a stringere tutta la carne che aveva preso e la lingua scivolò lentamente sui testicoli del ragazzo, massaggiandoli lentamente e delicatamente mentre un bollente respiro condiva il tutto, intrappolandolo in una camera umida e bollente che forse non era piacevole come la deliziosa fica di una vergine, ma senz'altro sapeva come sollazzare le palle di un amante impaziente. Subdolo, Lotor si assicurò di strappargli guizzi di piacere impastando oscurità non su tutta la bocca ma sulla lingua, così che il contrasto fosse più forte: la gola lo avvolgeva ma era la lingua che stuzzicava i suoi testicoli a dargli gli impulsi più netti, costringendolo così a spezzare il suo racconto con i gemiti. Non assecondò mai i movimenti delle sue gambe, limitandosi piuttosto a stimolarlo come diceva lui. La sfida non era ancora finita e Lotor aveva uno spirito competitivo che gli impediva di sfuggire alla gara senza aver lottato.
     
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    Com'era facile immaginare, lo sguardo irritato di Lotor non fece desistere il demonietto dai suoi dispettosi (e perversi, ça va sans dire) propositi, anzi sulla sua schiena corse un breve ma piacevole brivido: aveva sempre un non so che di affascinante vedere qualcuno, inginocchiato tra le sue gambe, che lo guardava con disappunto e che pure, però, gli succhiava comunque il cazzo. Tuttavia, suddetto ghigno non durò a lungo, poiché il giovane decise di andare fino in fondo (letteralmente!) e, stringendo quelle labbra insospettabilmente morbide, accolse nella sua bocca calda la cappella turgida e lucida, costringendo Bowen a mordersi il labbro inferiore per evitare di lasciarsi scappare un piccolo gemito.
    In ogni caso, tornò presto a sorridere birbante, deliziato dall'abilità del giovane e, soprattutto, dall'idea che dovesse essere assai più esperto in quella pratica di quanto non avesse fatto trasparire: ciò era evidente da quanto la sua grossa asta fosse turgida e, soprattutto, dalle pulsazioni entusiaste che la scossero mentre quelle labbra le scorrevano attorno; anche se morbide e lucide di saliva, infatti, Lotor le aveva strette molto e questo rendeva la frizione prodotta non solo intensa ma anche molto piacevole, sebbene quello che gli fece inarcare appena la schiena avvenne un attimo dopo: - Nh! Mhh... bravo. - si complimentò, sospirando di piacere e spingendo appena il bacino contro le sue labbra, piacevolmente stupito da quella cascata di saliva che fluì sulle sue gonadi, decisamente gonfie e piene. - Certo che ci sai fare, eh? Fors-oh! - Lotor avrebbe avuto la soddisfazione di avergli spezzato per un attimo il fiato mentre la sua lingua, bollente, premeva morbidamente i suoi testicoli e li accarezzava lentamente; il demonietto socchiuse appena gli occhi, premendo non solo il bacino contro il volto di Lotor ma, soprattutto, la sua gamba contro la sua nuca, in modo da bloccarlo in una perversa e piacevolissima morsa... perlomeno per lui, certo.
    Okay... okay. Non ti... mh, prenderò più in giro su questa cosa. - "capitolò", sorridendogli divertito e rivolgendogli uno sguardo lucido di desiderio e, addirittura, anche un po' ferino. Quel lavoretto di bocca gli stava piacendo davvero e aveva intenzione di goderselo tutto mentre manteneva la parola data. - Ahllora... la mia amica mi ha... mh, salvato. Ha preso la spada di quel bastardo e gliel'ha conficcata nella pancia, strappandogli pure la sua anima. Poi ha... ah! Cazzo! - stavolta fu un gemito in piena regola, accompagnato da un affondo quasi feroce del bacino e da un sussulto del suo corpo minuto ma tonico. Si morse nuovamente il labbro inferiore, emettendo un verso di puro piacere mentre il suo cazzo pulsava nella bocca e nella gola del giovane. - Poi mi ha... salvato. Ha rimesso la mia anima... dentro di me. Ma... ngh! Non era proprio la mia anima. - continuò e, poiché non voleva essere l'unico che si divertiva, manipolò quegli slip di oscurità perché tornassero a ricoprire la sua asta non lo fece, però, con lo scopo di fargli un dispetto, anzi: la patina di oscurità era così sottile e calda che sarebbe stato impossibile distinguerla da della vera pelle, inoltre, una volta nella bocca e nella gola del ragazzo prese a rilasciare forti, gradevoli scariche di energia. Non era come l'eromanzia, certo, ma avrebbe reso la gola di Lotor più ricettiva e la sua bocca più sensibile, in modo da rendere il sesso orale piacevole anche per lui. - La mia anima è stata - aah! C-contaminata da quella di quello stronzo. E adesso... fammi venire! - pretese, mentre l'energia che ormai pervadeva la gola e la bocca di Lotor si faceva più intensa, quasi bruciante e prese ad affondarvi il cazzo con molta più forza, dettando un ritmo convulso e (letteralmente) mozzafiato.
    Non c'erano più battute taglienti o sguardi beffardi ad accompagnare quei movimento feroci, decisi del suo bacino, della sua gamba, ma soltanto l'urgenza di dover arrivare il prima possibile all'acme, al piacere... chissà, però, cosa avrebbe fatto il demonietto una volta che vi sarebbe arrivato, se avesse o meno deciso di continuare quel piacevole e perverso gioco.
     
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    Bowen non era un gran cantastorie, si distraeva molto facilmente e dopo aver intrappolato Lotor continuò a dargli informazioni spezzate proprio dal piacere, portandolo a concentrarsi più su quel perverso bacio che non al suo compito finale, finendo col narrare una storia decisamente frammentaria e poco interessante. Di contro però, l'oscurità del suo potere che arricchì quella già piacevole verga nella gola dell'apprendista mago, si rivelò decisamente un'aggiunta non male. Non sarebbe mai stato disposto ad ammetterlo ma Lotor stava assaporando l'oscurità di Bowen con grande trasporto, se avesse potuto vedergli la verga da quella posizione, Bowen lo avrebbe visto guizzare verso l'alto, eccitato come non mai, turgido fino allo stremo con i testicoli tanto barzotti e stretti tra di loro da dare l'idea di poter esplodere da un momento all'altro. Ma forse bastò la semplice iniziativa di Lotor a fargli capire quanto fosse piacevole, perché alla richiesta di farlo venire l'apprendista mago stesso volle di più, affondando con maggiore decisione e con un ritmo più serrato quella verga nella sua stessa bocca, leccandola come poteva mentre con le labbra lo succhiava e gradualmente serrava la presa dentro una morsa orale privata di ogni altro riflesso, trasformandola in un pertugio di puro piacere. Lotor si assicurò che Bowen on giocasse sporco, andando a stimolare ogni parte di lui: mentre quel perverso pompino faceva il suo dovere, la saliva che scivolava inevitabilmente sulle labbra di Lotor grondò direttamente sulle sue dita che scivolarono verso le natiche del demonietto, carezzando la loro fattura con grande trasporto dato che risultavano estremamente morbide. Non ci volle molto prima che quelle dita lubrificate iniziassero ad attaccare direttamente il suo buchino, spingendosi in profondità, indice e medio, per poter andare a stimolare direttamente la prostata del suo compagno di giochi. Un massaggio molto sapiente, stilettato direttamente dall'oscurità che Lotor gli aveva già fatto provare e che entrambi avevano imparato ad utilizzare per darsi reciproco piacere. In quel modo decise di farlo venire in maniera incontrollata, così che non fosse capace di trattenersi, assolvendo il suo compito proprio come gli aveva chiesto e ovviamente, facendolo al massimo delle sue capacità. Avrebbe ingoiato ogni singola goccia di Bowen, senza lasciarne cadere una sola, muovendo la gola e le labbra intorno alla sua verga in tutti i modi necessari per non perdere nulla di prezioso, il tutto mentre con le dita spingeva contro la sua parte più delicata, e lo sguardo lo fissava dritto negli occhi, assicurandosi che non perdesse un solo istante di ciò che stavano condividendo, mostrandogli l'espressione di uno sfidante che non si tira indietro, e quella di un'amante eccitato.
     
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    Mai si sarebbe aspettato una simile abilità e dedizione da parte del ragazzo che, dopotutto, aveva sfidato a succhiargli il cazzo proprio perché lo riteneva particolarmente ansioso di prendere piuttosto che di dare (o, se proprio gli avesse voluto dare qualcosa, di certo la bocca non era tra queste); eppure, adesso che aveva le sue labbra contro la cappella lucida e, soprattutto, la sua gola che gli strizzava e massaggiava l'asta sempre più devotamente, dovette ammettere di essersi sbagliato. Certo, forse più che reale "altruismo" o di un'ambivalenza di ruolo, a muoverlo era lo spirito competitivo che aveva già abbondantemente dimostrato di possedere... ma questo, finché lo faceva godere in quel modo, non era affatto un problema.
    Ohh! C-cazzoh! Così, così! Tiramela fuori dalle palle! - ordinò in maniera piuttosto prosaica, contraendo le mani in due pugni frustrati e stringendo ancora di più la coscia e il polpaccio contro la sua testa, ormai completamente abbandonato al piacere. Avrebbe voluto spingere le mani tra i suoi capelli, tirarglieli come delle perverse redini, graffiargli un po' la nuca ma non poteva farlo perché quelle maledette manette glielo impedivano e, per sfogare la sua frustrazione, fu costretto a scavarsi i palmi con le unghie e a spingere quel grosso, pulsante cazzo ancora più affondo nella gola calda e accogliente di Lotor.
    Un modo di fare tanto irruento e brutale, accompagnato da gemiti e volgarità assortite avrebbe potuto far credere che Bowen fosse ormai prossimo all'orgasmo ma, come Lotor poté notare, quel cazzo pulsante e bollente non si gonfiò ulteriormente tra le sue labbra né aumentò il ritmo delle contrazioni, bensì rimase turgidissimo e bollente, apparentemente pronto a farsi succhiare per l'eternità. Fortunatamente (per lui), però, il giovane apprendista sapeva come spezzare le difese del demonietto e, dopo aver dedicato delle piacevoli attenzioni alle sue natiche piene, due dita violarono il suo ano: emise un verso strozzato, stupito, inarcando la schiena e sbarrando gli occhi a quella stimolazione del tutto inaspettata. - Aaahhhn! C-che chazzo... faih?! - chiese, prima di gemere più forte e serrare, con tutta la forza dei suoi glutei sodi, quelle dita irriverenti e quindi farle aderire ancora di più alle strette, bollenti pareti del suo retto. In realtà, le sue carni e le dita non erano direttamente a contatto, poiché non aveva dissipato l'oscurità che gli faceva da slip e quindi Lotor l'aveva penetrato attraverso quel sottilissimo starto di energia, ma anche così quella stimolazione era davvero intensissima e se, in un primo momento, serrò ancora di più la gamba attorno al suo capo, il piacere subì un'impennata talmente intensa che mantenere quella posizione era impossibile e la sciolse, rilassando e allargando le gambe per dargli pieno movimento.
    I suoi muscoli si contrassero, la sua piccola, morbida coda fremette e, con un verso strozzato, spingendo in avanti il bacino, venne copiosamente: l'asta già larga si gonfiò ulteriormente, divenne ancora più turgida e poi esplose in uno, due, tre e molti, molti altri fiotti di sperma bollente nella sua gola, nella sua bocca. Anche l'oscurità con cui gli aveva invaso la gola per farlo godere seguì le fasi dell'orgasmo, facendosi più calda, intensa man mano che si avvicinava all'acme per poi, una volta raggiunto, sublimarsi in pura, violenta energia direttamente in lui, quasi come se fosse esplosa senza, però, le sgradevoli conseguenze del caso: Lotor avrebbe sentito una scarica di deliziosa energia sconquassarlo da capo a piedi mentre un torrente di sperma gli riempiva l'esofago.
    Quando, finalmente, quel lunghissimo orgasmo finì, il demonietto sembrò rimanere illanguidito dal piacere, dal modo in cui sedeva rilassato, con gli occhi socchiusi... occhi che, però, si aprirono presto, mostrando uno sguardo famelico e reso brillante sia da un velo di lacrime che, soprattutto, dalla consueta scintilla di beffa. - Già le dita in culo? Senza il mio consenso o avermi offerto da bere, prima? Guarda che posso sempre denunciarti per molestie... il posto è pure adatto. - gli fece notare, stringendogli appena la testa tra le cosce toniche ma morbide, dalla pelle semplicemente vellutata. Il suo tono era palesemente divertito ma vi era un che di feroce che vibrava nelle sue parole, rendo il suo sorriso largo, beffardo ancora un po' più affilato.
    Sai che ti dico? Ci penserò dopo: adesso perché non fai il romantico e mi vieni a dare un bel bacio? - propose, liberandogli il capo e, soprattutto, portandosi le ginocchia ai lati del torace, in una posizione semplicemente perfetta che esponeva il suo corpo allo sguardo del giovane, dai capezzoli piccoli e irti, alla pelle lucida di sudore e di diversi colori, fino a quelle natiche piene, sodissime e a quel buchino celato, sormontato da due gonadi gonfie e da un grosso, durissimo cazzo eretto. - Avanti... ti aspetto. - sussurrò, schiudendo le labbra e protendendo fuori la lunga lingua bluastra, che arricciò appena la punta come a chiamarlo a sé. Poteva sembrare che il demonietto avesse deciso di accontentare in tutto e per tutto Lotor ma, se questi avesse tentato di penetrarlo, si sarebbe accorto che gli slip di oscurità non era più elastici e cedevoli come prima, poiché si sarebbero comportati come un resistente muro di gomma, respingendo così ogni suo tentativo di violarlo: Bowen voleva ancora giocare con lui.
     
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    Lotor fu molto paziente, ma soprattutto molto abile a trovare il giusto equilibrio. Le sue "padrone" devote alla luna sarebbero rimaste molto deluse nel vederlo supplicare per quel cazzo che gli stava donando finalmente il tanto agognato orgasmo, ubriaco di piacere e di oscurità. Ma Lotor era un mago apprendista, certo, ma incredibilmente abile e soprattutto orgoglioso: poteva ubriacarsi del potere di Bowen ma farlo sempre e comunque con discrezione. Fu esattamente come mettere in ordine la propria stanza, con la differenza che era un amplesso quindi molto più piacevole: il suo corpo si concentrò a prendere ogni goccia di quell'orgasmo dentro di sé, in modo da non perderne nemmeno un fiotto quasi a non voler lasciare tracce in quel posto. Il suo sguardo rimase su Bowen che senza ombra di dubbio aveva gradito quel servizietto, il piccoletto sapeva come godersi un momento di gloria o di dominazione, di sicuro se la sfida di quella sera fosse finita in maniera diversa sarebbe riuscito a mettere in difficoltà anche una tipa tosta come la suora che si erano lasciati alle spalle, ma Lotor no. Lotor si assicurò di fare sua quell'oscurità, senza lasciare che gli desse alla testa, assimilandola, divorandola, facendola sua, come se volesse conservarla per dopo. Succhiò letteralmente dalle palle del suo avversario il suo stesso potere, lasciandosi inebriare come un abile cuoco assaggiava il suo pasto appena sfornato, ma senza cedere alla tentazione di divorarlo selvaggiamente prima del tempo. Nel fare questo Lotor era abilissimo, e Bowen se ne sarebbe presto reso conto. Appena il demonietto lo liberò finalmente dalla presa delle gambe, il giovane apprendista rimase ad osservarlo con le labbra serrate, lasciando scivolare lentamente fuori dalla sua bocca quella verga gonfia e insoddisfatta, nulla di sorprendente ovviamente, ma che non poteva dirsi alla pari dell'eccitazione di Lotor: il ragazzo infatti non era stato soddisfatto in nessuna forma, né fisica, né psicologica, né energetica, era semplicemente insoddisfatto e la sua frustrazione si rifletteva chiaramente sulla sua virilità: appena Bowen lo invitò a farsi avanti Lotor si innalzò mostrando questa verga spessissima, massiccia, ritta fin sopra all'ombelico e piena di vene caldissimi e pulsanti che aprivano la sua cappella come a voler tirare la sua stessa pelle verso il basso. Lotor non aveva intenzione di spezzare il loro gioco, ma quando Bowen lo invitò a farsi avanti lui non esitò un solo istante: si fiondò su di lui in modo da non lasciargli via di scampo, schiacciandolo contro la sedia afferrandone lo schienale con le mani e spingendo col bacino in avanti. Non provò un solo istante a penetrarlo, sapeva che sarebbe stato inutile, piuttosto schiacciò la sua enorme verga contro quella di Bowen, iniziando a stimolarlo in quel modo, uno contro l'altro, massaggiandolo con movimenti intensi e perversi, lasciando che la cappella gonfia di Lotor premesse contro quella piena di saliva di Bowen, scivolando lentamente verso il basso per poi ripartire e rincominciare quella stimolazione. Lotor non aveva detto nulla perché fino a quel punto aveva trattenuto qualche abbondante fiotto tra le sue labbra, e appena fu davanti a Bowen lo afferrò con la mano destra dietro la nuca per impedirgli di farsi indietro. Lo baciò intensamente e gli restituì il suo stesso dono, riversando nella bocca di Bowen il suo seme caldissimo, ma con qualcosa in più. Lotor aveva impastato l'energia del demonietto con la propria, ma lo aveva fatto in maniera estremamente subdola. Poteva sembrare che Lotor gli avesse strappato informazioni tanto per irretirlo, ma non era così: era stato molto attento a ciò che Bowen diceva, e aveva capito una cosa importante che forse il demonietto non aveva considerato... quella sua nuova forma era una conseguenza incontrollata dell'influenza del demone. Certo forse Bowen aveva imparato a controllare il suo pugnale, ma sicuramente non l'energia che lo aveva trasformato, altrimenti sarebbe stato capace di tornare alla sua forma originale, e invece era costretto in quelle fattezze. Questo significava che non aveva controllo sulla sua nuova natura diabolica, mentre per un apprendista stregone di Umbra controllare i demoni era naturale come respirare. Ecco cosa aveva il dono di Lotor in più: gli stava restituendo il suo seme e la sua energia con un pizzico della propria oscurità, impastandola in modo da mandare in tilt tutti i circuiti magici di Bowen, trasformandoli in parti sensibili del corpo. In quel modo, un semplice bacio o una ruvida stimolazione generata dallo sfregamento di due peni, si poteva trasformare in uno stimolo anche più potente di un massaggio anale direttamente nella prostata di un uomo, così da affamarlo di un piacere che nemmeno lui sapeva di desiderare. Per questo Lotor si assicurò di danzare con la sua lingua, divorare le sue labbra, concedendogli un bacio così perverso e irresistibile da non lasciargli spazio di pensare neanche solo per un istante. Era un mix perfetto, una mossa sleale da morire ma incredibilmente efficace. Ecco cos'era veramente Lotor... non un mostro, ma un pessimo vincitore.
     
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    Bowen aveva sempre pensato di essere immune al fascino maschile, eppure in quel momento dovette ammettere con se stesso che si era sbagliato: il volto e lo sguardo di Lotor intento a succhiargli il cazzo, infatti, gli sembrarono più che gradevoli. Certo, che il cugino perverso (e colorato) di Legolas fosse un bel ragazzo era evidente già da prima, ma scoprirsi sensibili a tale bellezza era ben altra cosa e il demonietto iniziò ad apprezzarla soltanto quando quelle labbra pungenti risultarono incollate alla sua cappella e quegli occhi orgogliosi espressero soltanto desiderio nei suoi confronti.
    Il Cavaliere, però, non si limitò ad apprezzare la bellezza del suo volto e accolse con un soddisfatto, feroce sorriso la dedizione meticolosa con cui il giovane bevve il suo piacere, senza lasciarsene sfuggire neppure una goccia, per poi - con crudele malizia - tentarlo in quel modo osceno e ingannevole poiché, per quanto potesse esporre il suo delizioso culetto, quest'ultimo gli sarebbe rimasto precluso. Fu proprio la consapevolezza di averlo tentato spietatamente a fargli illuminare lo sguardo di piacere nell'osservare la verga del giovane apprendista, terribilmente dura e grande, magnifica espressione della sua vigoria e del suo desiderio: il demonietto, anziché provare timore per qualcosa di tanto massiccio e di così ferocemente eccitato, si sentì terribilmente stuzzicato e il desiderio di toccarlo, di stringerlo si fece prepotente. - Uhm... come si dice in questi casi? Ah sì: "sei proprio contento di vedermi", eh? - ridacchiò, prima di "chiedergli" un bacio tentandolo al meglio delle sue possibilità, così quando lo vide lanciarsi addosso a lui, premendogli l'asta contro la sua, non si stupì affatto, anzi se ne sentì semplicemente deliziato. - Ehi, campione, ti sei consumato la lingua succhiandomelo? Ho detto di volere un ba-mh! - gemette sorpreso nel sentirsi afferrare la testa mentre le labbra e il volto di Lotor si facevano incombenti: per un attimo si chiese cosa intendesse fare poi, un attimo prima che le loro labbra s'incontrassero, ebbe un'intuizione, legata soprattutto al suo essere insolitamente taciturno; si accigliò e gli lanciò uno sguardo di rimprovero ma servì a ben poco, poiché un attimo dopo incollò la bocca alla sua e, poiché non poteva sottrarsi in alcun modo, schiuse le labbra per accogliere la sua lingua... e l'inaspettato "dono" che recava con sé.
    Il seme, infatti, che tanto abbondantemente aveva eiaculato nella sua bocca adesso si riversava nella sua e, sebbene all'inizio avesse strizzato gli occhi e aveva tentato di dimenarsi un poco per il disgusto, quando scoprì che il sapore non era affatto malvagio e che, soprattutto, berlo gli dava una gradevole sensazione... una sensazione anche troppo gradevole. Mentre, infatti, beveva sorsi copiosi del suo stesso seme, un improvviso calore s'impadronì del suo corpo, assieme a un'intensa elettricità che si diramò per tutti i suoi punti più sensibili, come le orecchie, la coda, i suoi genitali e, soprattutto, in quel punto "segreto" sepolto dentro di lui. Bowen sgranò gli occhi sorpreso e non poté evitare di inarcare la schiena dal piacere, col risultato di premersi ancora di più verso Lotor e, soprattutto, verso quella verga semplicemente gigantesca, acuendo ancora di più le vere e proprie stilettate di piacere che lo colpivano.
    Era terribilmente difficile da descrivere ma, ogni qual volta il suo membro si sfregava col suo, aveva la sensazione di essere attraversato da un vero e proprio lampo di piacere che, per qualche attimo, si condensava nella profondità delle sue viscere, in quel punto così sensibile per tutti gli uomini e reclamava attenzioni che non poteva ricevere. Quel bastardo lo aveva appena fregato! Bowen indugiò nel bacio un altro po', poi con la forza di volontà di chi ha l'orgoglio ferito, premette un piede contro l'addome di Lotor e lo spinse via con una certa forza, mentre lo fulminava con lo sguardo: - Che figlio di puttana! Vuoi che ti preghi di scoparmi il culo, vero? - chiese, tenendolo lontano da sé, mentre Lotor poteva apprezzare gli effetti del suo "trucchetto" sul corpo del demonietto: non solo, infatti, il suo cazzo era più gonfio che mai, con l'uretra sormontata da una goccia di liquido preseminale, ma i suoi capezzoli erano oscenamente ritti, la sua pelle morbida e liscia lucida di sudore e la piccola, morbida coda schiacciata sotto alla sue natiche piene, fremeva lentamente. Aveva parlato con una certa furia, eppure Lotor avrebbe notato facilmente una certa nota di compiacimento che risuonava nelle sue parole, come se stesse esasperando la naturale (e leggera) irritazione che si può provare quando il tuo sfidante fa una buona mossa. - Ma certo... vuoi che ti supplichi di spingermi dentro il tuo bel... mh, cazzone. Non è così? - continuò, facendo scivolare la pianta del piede delicatamente verso il suo membro, carezzando languidamente gli addominali scolpito. Il suo tono di voce si fece improvvisamente più caldo, languido e non esitò ad ansimare appena al solo scopo di prenderlo in giro e dare uno sprone al suo desiderio, prima di sorridere beffardo e monello come suo solito. - E invece no. Prima di avere il mio culo, dovrai meritartelo. - affermò compiaciuto e, se Lotor glielo avesse permesso, avrebbe portato anche l'altro piede contro il suo membro, bloccandolo tra le due piante. I piedi del demonietto non solo erano piccoli e graziosi, dalle unghie curate ma, soprattutto, erano semplicemente morbidissimi, poiché le piante erano ricoperte di quella pelle bluastra incredibilmente vellutata che componeva i suoi palmi, le sue natiche e la sua bocca, lingua compresa. Iniziò, quindi, una lenta masturbazione, muovendo sincronicamente le gambe su e giù, mentre guardava negli occhi Lotor e gli spiegava in che modo mostrarsi meritevole del premio tanto agognato: - Se resisti alla mia sega potrai scoparmi il culo. Adesso, fammi vedere quanto vieni in fretta, stronzo! - esclamò divertito, aumentando improvvisamente il ritmo della masturbazione e, soprattutto, irradiandolo con quell'energia oscura che il ragazzo aveva, tanto abilmente ritorto contro il demonietto: Lotor sarebbe stato capace di resistere e di rifare la mossa? Di certo, a giudicare da come gli sorrideva monello, Bowen non vedeva l'ora di assistere ai suoi tentativi.
     
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    Dava sempre una gran soddisfazione vedere quell'aria risoluta ed invincibile incrinarsi man mano, senza spezzarsi completamente, quando hai davanti chi riesce a tenerti testa. Ma questo in fondo è il fascino della sfida, Lotor viveva per simili brividi, piccole vittorie accompagnate da altre sfide, la conquista totale aveva ben poco valore se non spremuta fino all'ultimo e Bowen sembrava deciso a resistergli fino alla fine. Ma mentre degustava goccia dopo goccia quell'abbondante e perversa oscurità, inarcando la schiena e vibrando col suo cazzo contro quello di Lotor, l'apprendista mago ebbe modo di assaporare alla perfezione il momento e se le sue labbra non fossero state sigillate a quelle del cavaliere di sicuro si sarebbe concesso anche una maliziosa risata. La rimandò a quando Bowen lo scacciò col piede, evidentemente ubriaco da quel bacio che si era dilungato ben più oltre del semplice scambio di energie, segno che non gli era affatto dispiaciuto e in realtà quel desiderio non mancava neanche a Lotor, dato che lui stesso venne colto alla sprovvista dal pestone dato che il bacio lo aveva ampiamente rapito. Questo non gli impedì di ridacchiare malevolo mentre indietreggiava, leccandosi le labbra e poi pulendosele col pollice della mano destra, lentamente, assaporando il momento fissandolo dritto negli occhi per scorgere ogni traccia della sua eccitazione.
    Non parlare di mia madre con quella bocca sporca di sperma Bowen...
    Replicò malizioso, senza la volontà di interromperlo realmente, lasciando che sfogasse la sua frustrazione ben consapevole che oramai l'oscurità aveva attecchito e non potevano tornare indietro. Bastava guardare lo stato in cui si trovava per capirlo: era eccitato da morire, con la pelle lucida, i capezzoli dritti, il cazzo impaziente, chiaramente quel lavoro di bocca non era bastato e anche Bowen ne voleva ancora. Perché rimandare qualcosa di inevitabile? La pressione decisa sul suo addome si trasformò ben presto in una perversa carezza verso il basso, Lotor decise di restare immobile a prendersi le sue provocazioni senza mai interrompere il contatto visivo, lasciandosi eccitare da quell'energia che risuonava tra i loro corpi e che rendeva le parti sensibili del suo corpo luminose: la cappella, i capezzoli e i segni sotto gli occhi. Si piegò lentamente in avanti e quando Bowen serrò la presa dei piedi intorno al suo membro, Lotor gli fu praticamente addosso, tenendosi con le mani sui braccioli della sedia tenendo il bacino distante ma il volto vicinissimo, sempre senza interrompere il contatto visivo. Il suo sorriso malizioso si incrinò con una punta di sfida e qualche smorfia di piacere, ma non smise mai di assecondare quel gioco perverso, muovendo il bacino come se fosse già pronto a scoparlo, tirando in avanti la verga per mostrargli quella cappella durissima e lucida, impaziente di avere finalmente la giusta soddisfazione.
    Pensi davvero che riuscirai a farmi venire con così poco? Ho usato io la tua energia contro di te... dovresti aver capito che ne ho il controllo totale. L'oscurità per me non ha segreti...
    Se da un lato Lotor stava mantenendo un ottimo controllo, dall'altro non era vero che quella poteva dirsi solo farina del suo sacco. A rendere il lavoro di Bowen assolutamente impossibile ci pensava infatti Rakhna, che tenendolo ancora saldamente stretto per i polsi come un indistruttibile paio di manette, fungeva da "magnete" per l'energia che Lotor gli aveva concesso. In quel momento Bowen non poteva far altro che assorbire l'istinto perverso del ragazzo verso di sé, poteva masturbarlo ed eccitarlo ma mai spingerlo verso un piacere troppo grande e incontrollato. Bowen non poteva immaginarlo ma era stretto tra due fuochi. Quello non era l'onesto 1 contro 1 che Lotor voleva fargli credere, ma una battaglia impari che non poteva vincere, né poteva svelare, soprattutto mentre la sua attenzione era rapita dallo sguardo di Lotor, dalla sua energia e dal suo cazzo. Ma per rendere la situazione assolutamente irresistibile, Lotor lo ripagò con la sua stessa moneta: usando le parole giuste non solo avrebbe rapito del tutto la sua attenzione ma lo avrebbe tolto dal suo piedistallo rendendolo languido così com'era lui.
    Io lo so perché vuoi rimandare così tanto l'inevitabile... hai paura che ti piaccia, non è così? Sentire il mio grosso cazzo dentro di te, aprire il tuo buco del culo come un ariete da sfondamento, lasciarlo scivolare fino in fondo, sentire la cappella fin dentro lo stomaco, prima lentamente... poi forte come un terremoto. Hai paura che tutto questo possa finire col piacerti, non è vero? Hai paura di trasformarti nella puttana del mio cazzo... che quando ti avrò stretto a me mentre ti fotto con tutta la forza che ho in corpo non riuscirai a dirmi basta e mi supplicherai di averne ancora... non è forse vero?
    Lotor era un'abile teatrante, capace di assecondare le sue stesse parole con i movimenti giusti del corpo, e ogni volta che sottolineava la sua virilità, la spingeva in avanti facendola vibrare per attirare l'attenzione, quando gli parlava dei suoi abbracci sospirava per mostrare il petto e stringeva i braccioli della sedia con le mani per tendere i muscoli. E quando parlava di supplicare muoveva lento le labbra che prima lo avevano fatto sentire così bene, rendendo quel movimento sensuale assolutamente irresistibile. Ma soprattutto faceva leva sul suo orgoglio, voleva sfidarlo per dimostrare che Lotor aveva torto... e a quel punto sarebbe stato troppo tardi.
    Hai paura che dopo avermi implorato di riempirti il culo con il mio seme... ne vorrai ancora... e ancora... e ancora...
     
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    Liberarsi da quel bacio soffocante era stato necessario, se non addirittura urgente e benché l'orgoglio del demonietto non avesse apprezzato una simile debolezza, ricevette un minimo di sollievo dall'espressione un po' stupita e, per un attimo, vulnerabile di Lotor. Certo, un attimo dopo stava già sorridendo soddisfatto e sicuro di sé, ma Bowen amava abbastanza le schermaglie di vario genere per apprezzare le piccole, transitorie soddisfazioni che l'avversario gli poteva donare. Purtroppo per lui, però, non le amava così tanto da essere sportivo e apprezzare il fair play, quindi quando lo vide tornare a esibire quel sorrisetto vittorioso, la proverbiale venetta iniziò a pulsargli sulla fronte e il desiderio di rivalsa si fece più acuto che mai.
    Ah no? Perché, sennò che mi fai? Torni a succhiarmi il cazzo tanto forte da farmi invocare la mia, di mammina? - lo provocò con un sorriso che avrebbe meritato una lotteria di ceffoni (nel senso che il più fortunato avrebbe strappato un dente come ricordo!), mentre gli strizzava un po' più forte del dovuto il cazzo con le piante dei piedi, piccoli e innaturalmente morbidi, merito di quella pelle bluastra incredibilmente elastica. Per quanto, però, il cavaliere potesse fare lo sbruffone e dare l'idea di avere tutto sotto controllo, doveva ammettere almeno con se stesso che così non era: non soltanto, infatti, si trovava in una posizione di svantaggio rispetto al suo avversario ma, soprattutto, iniziava ad accusare tutta l'eccitazione che lui e la sua energia gli stavano provocando, tanto da sentirsi terribilmente accaldato e assai più sensibile di quanto il post orgasmo dovesse; e vedere come non solo il cazzo di Lotor ma tutta la sua persona sembrasse risultare refrattaria alle sue attenzioni, iniziava ad alimentare nel demonietto una pericolosa e incontrollata frustrazione. Non che il giovane non mostrasse di desiderarlo con tutte le sue forze, anzi: il suo enorme cazzo era più duro che mai, i suoi occhi brillavano ferino e tutto quel bel corpo statuario si tendeva impaziente di poterlo davvero sopraffare e scopare come voleva, senza contare quel curioso fenomeno di bioluminescenza che riguardò alcune parti della sua pelle e che lo fecero ridacchiare tra lo stupito, il curioso e... il divertito. - Ahahah, che cazzo, sei pacchiano pure da nudo! Hai ma pensato di darti al porno? Ci sono parodie di E.T e temi natalizi in cui saresti perfetto! - per un attimo l'immagine di un Lotor ricoperto di addobbi natalizi e ben "illuminato" lo deliziò al punto da spalancare ancora di più il suo sorriso irto di zannette aguzze, oltre a farlo ridacchiare un po' più forte, poi la bellezza del corpo che tornò a sovrastarlo quasi opprimente ridimensionò la sua ilarità, anche se non la sua stronzaggine.
    Dopotutto, il problema principale ancora permaneva e cioè, Lotor mostrava fin troppo di apprezzare lui e le sue attenzioni ma quest'ultime non bastavano nemmeno a fargli bagnare il cazzo di liquido preseminale! A peggiorare la situazione, ci pensò proprio il giovane affermando che il suo controllo dell'oscurità era talmente grande da ritorcergli contro ogni suo "attacco" che ne faceva uso, ciò punse sul vivo il demonietto... soprattutto perché sembrava davvero così! - Senti un po', Apprendista Stregone: se avessi ricevuto un centesimo per ogni frase da sborone che ho sentito dirti, adesso potrei comprare così tante scope che, a infilartele tutte nel culo, diventeresti il pavone più bello del pollaio. - ribatté, con un sorriso che si allargò per un attimo a dimostrazione che quell'insulto pittoresco e fantasioso non era poi da prendersi troppo seriamente. Ciò che, invece, risultava serissimo era il fascino che quel corpo statuario, che lo stava sovrastando, iniziava a esercitare su di lui, così come il desiderio di toccare meglio, di stringere e baciare quel grosso cazzo la cui punta brillava tra le piante dei suoi piedi.
    Insomma, Bowen stava lentamente ma inevitabilmente cedendo, anche se il suo orgoglio non sembrava essersene accorte, anche se i primi vagiti di un vigoroso desiderio di rivalsa stava per metterlo in difficoltà; a metterlo del tutto in crisi, però, fu il "j'accuse" di Lotor, in cui pungolando crudelmente (e sapientemente) l'amor proprio del demonietto, aveva momentaneamente cancellato il sorrisetto da quel suo bel faccino, lasciando il posto a un'espressione a metà tra il sorpreso, l'irritato e l'imbronciato. Durò, però, molto poco dato che lo sguardo si perse per un breve istante tra quei muscoli scolpiti, quelle braccia vigorose che non sembravano veder l'ora di stringerlo, quel cazzo enorme e impaziente e, soprattutto, quelle labbra morbide che non facevano altro che irritarlo e tentarlo assieme. - Bene, immagino che fosse il mio Destino diventare la puttanella di un vero maschio alfa come te... vero? - "ammise" un Bowen che mostrava uno sguardo da vero furbetto, anche se stemperato da un tono caldo, suadente e apparentemente docile, mentre scioglieva la presa sul suo cazzo e portava quelle gambe tornite, sode ai lati del capo per esporre, così, allo sguardo del giovane il suo cazzo enorme ed eccitato e, soprattutto le natiche perfettamente tonde e magnifiche, che racchiudevano un buchino bluastro, piccolo e perfetto. Buchino che fu subito visibile, dato che quei perversi slip di oscurità, si diradarono per esporlo. - Mi terrei le natiche tra le mani, ma ti piace giocare al Mr Grey, quindi... perché non chiedi di chiamarti Padrone? - continuò con quel modo suadente, caldo di rivolgersi a lui, soltanto che quando Lotor avrebbe portato il suo cazzo a contatto con quel perfetto culo vergine, se lo sarebbe sentito stringere molto, molto forte e, in un attimo avrebbe percepito qualcosa di sottile e duro spalancargli l'uretra e piazzarsi a fondo dentro la sua asta, mentre fasce di stretta oscurità gliela stringevano assieme alle gonadi. L'oscurità in questione era quella degli slip, "migrata" sul suo cazzo che non solo gli avrebbe dato una stimolazione tanto estrema quanto piacevole ma, soprattutto, gli avrebbe impedito in qualunque modo di venire.
    Ah, dimenticavo stronzetto: ti azzardare a venire se prima non mi avrai fatto godere come dici... e ricordati: se alla fine non sarò soddisfatto, mi prenderò io il tuo culo e allora si che chiamerai la mammina. Capito? - chiese, con gli occhi che ardevano semplicemente feroci, protendendo per quanto potesse il collo verso il suo volto per sussurrargli quella che, più che una minaccia, era una promessa.
     
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    Sei il re delle frasi ad effetto Bowen, non vedo l'ora di strozzartele tutte in gola...
    Commentò, acido, mentre vedeva il demonietto dilettarsi in ogni genere di provocazione. Sicuramente quel dannato aveva la battuta pronta ma il suo momento comico lasciava molto a desiderare, non lo sapeva che il troppo rovina tutto? Anche un barattolo intero di Nutella perde sapore se mangi cucchiai e cucchiai di quella roba senza mai fermarti. Motivo per il cui Lotor prestava sempre meno attenzione alle sue chiacchiere e sempre più attenzione al suo diabolico culetto. E lo sguardo di Bowen non mentiva: le parole dell'apprendista stregone avevano fatto centro, sia nel suo orgogli oche nel suo desiderio, rendendo incerto quel ghigno furbesco e la presa di quei morbidi piedi sull'oggetto del desiderio del suo sfidante. Lo sguardo di Lotor si fece predatorio quando lo vide allargare e sollevare le gambe, mettendo in mostra la sua verga in tiro e il suo culetto morbido che si dilatava come a volerlo chiamare. Se prima il bagliore di Lotor sembrava la ridicola decorazione di un albero di natale, ora appariva invece come la luminescenza inquietante di una bestia nascosta nelle profondità della sua caverna, pronta ad attaccare l'ignaro esploratore per renderlo un pasto succoso. In quei momenti somigliava fin troppo a suo padre, ma era troppo eccitato per rendersene conto e correggere il tiro. Un guizzo del suo membro rese chiaro il suo desiderio quando Bowen lo stuzzicò con l'idea di farsi chiamare padrone, dopo quell'estenuante battaglia riuscire ad umiliarlo sarebbe stato appagante... ma come già detto, non era di certo suo padre. Pertanto non disse nulla, come a voler incassare quella provocazione, avvicinandosi lentamente a lui con quella verga enorme e bollente, portandola davanti al buchino di Bowen come a volerlo penetrare subito, ritrovandosi però bloccato dall'oscurità del demonietto che lo strinse alla base della verga, facendogli una richiesta che aveva sentito molte altre volte, e che gli strappò un sorriso. A quel punto, Lotor lasciò scivolare la cappella umida verso il basso, in modo che quella caldissima carne solcasse la corolla di carne e si insinuasse tra le morbide natiche di Bowen, masturbandosi lentamente su quella morbidezza e facendogli sentire sulla pelle il proprio calore. Poi prese a scivolare anche verso l'alto, in modo che i loro cazzi si scontrassero uno contro l'altro, e la punta di Lotor potesse pulsare su tutta l'asta del suo avversario, come a volergli far sentire quanto caldo e duro fosse in quel momento, il tutto fissandolo dritto negli occhi con quelle luci mostruose nello sguardo.
    Ti ho già detto... di non parlare della mia mamma, Bowen.
    Una risposta inusuale, ma che aveva ben poco di infantile. Sembrava una risposta alla sua minaccia, e appena il sorriso malefico sul volto di Lotor si concretizzò, la punta tornò a spingere davanti alla sua corolla di carne. Si era eccitata così tanto che se Bowen si fosse opposto gli avrebbe rotto il culo senza pensarci troppe volte, usando il suo stesso sangue come lubrificante se necessario. Non poteva più trattenersi oramai, e cercò di prendersi il giusto tempo per farlo, anche se dopo i primi centimetri si rivelò assolutamente impossibile. Lotor spalancò quella corolla di carne con la sua punta, allargandola con pulsazioni nette della sua cappella che guizzava verso l'alto, andando a solcare la carne dall'interno, spingendo verso la prostata del demonietto così da eccitarlo ancora di più. L'enorme cazzo dell'apprendista era davvero una quantità immane di carne da prendere, per questo andava piano, ma avanzava inesorabilmente. Lo stretto culo del demonietto riuscì a strappargli un lungo gemito che tuttavia mai lo portò a spezzare il contatto con i suoi occhi, in modo che vedesse la sua determinazione mentre dilatava quella morbida carne blu. A metà del suo cazzo, Lotor si fermò perché iniziò immediatamente a vedere la cappella fare capolino dal ventre di Bowen, come se volesse incrociarsi di nuovo col cazzo del demonietto ma stavolta dall'interno.
    Anche meglio di come l'immaginavo... è così morbido... questo è il promo cazzo che prendi nel culo, non è vero Bowen?
     
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    Si potrebbe pensare che Bowen parlasse tanto per sfogare l'agitazione, dato che si apprestava a vivere un'esperienza decisamente nuova e intensa, ma non era così: parlava perché gli piaceva farlo e, ancor di più, gli piaceva scorgere nel volto altrimenti eccitato e impaziente di Lotor dei segnali di fastidio. La sua indole dispettosa, infatti, non veniva meno in contesti assai più pericolosi di quello in cui si trovava in quel momento e anche se immobilizzato davanti a un grosso cazzo eretto, non aveva perso il gusto per una battuta pungente piazzata al momento giusto.
    La sua sicurezza, però, ebbe un lieve (e momentaneo, fortunatamente) tracollo quando il bagliore di Lotor, già opportunatamente dileggiato, assunse una sfumatura più inquietante, decisamente più cupa e il volto del giovane si fece semplicemente famelico, decisamente distante dai sorrisi eccitati ma ancora controllati che gli rivolgeva fino a un attimo prima. Il demonietto intuì che il giovane apprendista stesse perdendo velocemente il controllo e che, soprattutto, non aveva alcuna intenzione di recuperarlo e quando vide quell'enormità guizzare affamata, provò un po' di strizza, immediatamente mitigata dal suo orgoglio; infatti, come a voler controbattere a quella sensazione di paura, reagì impedendo ancora a Lotor di penetrarlo e strizzandogli le gonadi, mentre lo "invitava" a fare del suo meglio per farlo godere. La risposta dell'apprendista, decisamente poco romantica ma piuttosto divertente, fece sorridere il demonietto e quella lieve paura si dissolse come l'oscurità che copriva il suo buchino. - Ah sì? Sennò che mi fa-mhh! - la risposta di Lotor giunse prima che finisse di porgli la sua domanda, dato che quell'enorme cazzo scivolò tra le sue natiche sode, strofinandosi proprio sulla corolla di carne, stretta e sensibile, che Bowen aveva protetto con tanto impegno.
    L'eterno sorrisetto che gli abbelliva il viso scomparì, lasciando della labbra contratte come se volessero mandare un bacio perché, nel tentativo di reprimere il gemito, Bowen era stato costretto a richiuderle di colpo e adesso gli rivolgeva, senza neanche accorgersene, uno sguardo terribilmente languido. Non fece nemmeno in tempo a riprendersi che il giocane ripartì con un nuovo assalto, stavolta sfregandosi contro il suo perineo e la sua asta bollente, dalla cui punta sgorgò un rivolo di liquido preseminale, mentre il demonietto socchiudeva gli occhi ed espirava pesantemente, premendo il bacino e quindi il suo cazzo contro quello dell'apprendista, inequivocabilmente affamato di quel contatto. Non poté osservare lo sguardo famelico, quasi mostruoso che gli rivolse Lotor, poiché le palpebre si erano fatte improvvisamente pesanti a causa del piacere ma le riaprì quando, finalmente, percepì il glande di quel grosso cazzo premersi contro il suo buchino: assieme agli occhi spalancò la bocca, con un'urgenza tale da far pensare che volesse dire qualcosa, magari pregarlo di fermarsi ma non fece nulla di simile e, con gli occhi che riacquistavano la loro decisione, serrò le labbra, anche perché quell'enormità era larghissimo e non era affatto facile accoglierla dentro di sé.
    Mhhh... - espirò a bocca chiusa Bowen, serrando le mascelle e indurendo il suo sguardo, neanche lo volesse minacciare, mentre le dita stringevano con forza le cosce, che non azzardava a lasciar andare anche se in quel momento avrebbe tanto desiderato mettersi in una posizione più comoda e, soprattutto, memo perversa. Lotor era eccezionalmente dotato e anche se le sue carni potevano vantare un'elasticità straordinarie, quella era la prima esperienza di sesso anale da passivo della sua vita e sentirsi spalancare in quel modo, riuscendo a evitare di sbavare e gridare era semplicemente un'impresa titanica; per evitare di rendersi le cose più difficili di quanto già non fossero, cercò di evitare di stringere o di serrare i muscoli dell'ano, come l'istinto gli suggeriva di fare, poiché intuiva perfettamente quanto ciò potesse rendere quella penetrazione semplicemente insostenibile e cercò di rilassarsi il più possibile, provando a favorire l'avanzata di quell'enormità dentro di sé.
    Lotor poté apprezzare come quel culo risultasse incredibilmente morbido e accogliente, privo di qualsivoglia frizione e deliziosamente caldo, perfettamente in linea con le sensazioni che le carni del demonietto, soprattutto quelle dal colorito bluastro, gli avevano dato fino ad allora. Purtroppo per il cavaliere, però, quell'asta turgidissima non sembrava avere fine e più in fondo penetrava, più il piacere si faceva insostenibile: alla fine, quando poco più della metà fu dentro di sé, Lotor poté apprezzare come tutti i muscoli del demonietto si tesero, guizzando da sotto la pelle madida di sudore e come anche lui scattò verso l'alto, sollevando il capo e le spalle con un gesto quasi rabbioso. Possibile che lo avesse già messo in crisi?
    Subito dopo si afflosciò di colpo, rilassandosi e socchiudendo gli occhi, apparentemente già sconfitto... peccato che le sue morbide cosce scattarono per cingere e stringere i fianchi del giovane, in un presa semplicemente d'acciaio. - E... quhesto... è il tuo primo culo, Lotor? - chiese con una certa fatica ma riuscendo a non gemere e a non far traballare la voce, come aveva rischiato. Non gli diede il tempo di rispondere poiché, di colpo, lo avrebbe attratto a sé proprio con le gambe e lo avrebbe costretto a riempirlo in un unico, violento affondo: naturalmente tornò a tendersi come se fosse in procinto di spezzarsi, serrando le labbra e sbavando dagli angoli della bocca ma riuscì a non gemere anche mentre sul suo ventre si stagliava la sagoma di quell'enorme cazzo. - P-per... per chi mi hai preso, s-stronzetto? Datti fare, scopamih! - purtroppo evitare di balbettare non fu più possibile ma, dal modo in cui Lotor si sarebbe sentito stritolare dalle carni che aveva colmato e, soprattutto, dallo sguardo quasi feroce che il demonietto gli rivolse avrebbe potuto comprendere che no, non era ancora riuscito a piegarlo.
     
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    Strappare il sorriso malefico di un'amante troppo sicuro di sé era sempre un grande piacere per Lotor, ma vederlo trasformarsi in un'espressione di pura lussuria era una vittoria cum laude di rara bellezza che assai di rado lo lasciava indifferente. Da quel punto di vista suo padre aveva senz'altro ragione, niente spezza le catene come del sano piacere, anche se in quel caso potevano dirsi molto più che incatenati, dato che nessuno dei due avrebbe interrotto quello scambio per niente al mondo, specialmente Lotor che aveva faticato tanto per quella conquista. Per quel dannato non doveva essere semplice, a giudicare dal modo in cui il suo cazzo guizzava verso l'alto perdendo liquido preseminale, colto sicuramente alla sprovvista da una stimolazione che non pensava di poter apprezzare. Quella non era senz'altro la prima esperienza omosessuale di Lotor, sapeva molto bene dove colpire e pertanto le provocazioni di Bowen divennero decisamente meno incisive. Era molto difficile lasciarsi ferire da uno che ha il tuo cazzo saldamente infilato su per il culo. Ma per Lotor la competizione poteva dirsi conclusa, non aveva intenzione né di umiliarlo né di superarlo, voleva semplicemente farlo godere, e bearsi della perversione che avrebbero potuto condividere. Dopo la battaglia c'è il riposo, e col riposo il banchetto, la battaglia eterna è per gli eroi che muoiono giovani. Gli spasmi disperati di quel culetto incerto erano musica per la verga di Lotor, che rispondeva ai suoi tentativi di rilassare un muscolo altrimenti serrato, pulsando intensamente e muovendosi in maniera circolare, come a volerlo allargare, dandogli inevitabilmente un piccolo aiuto ma senza esagerare. L'indecisione e il timore iniziale facevano parte di quel particolare amplesso e Lotor non aveva la minima intenzione di rinunciarvi, anche se il vero pasto erano le espressioni di Bowen: eccitate, un pò disarmate dal modo perverso in cui si stava lasciando scopare, ma inevitabilmente soddisfatto dalle doti di un'amante che forse non si aspettava. Se avesse trovato la forza di lasciare da parte il suo orgoglio forse sarebbero stati capaci di condividere qualcosa di davvero speciale tra di loro, ma ciò dipendeva unicamente dal demonietto. L'apprendista stregone gli concesse un minimo di tregua, gustandosi il momento in cui Bowen sembrava oramai la limite delle forze, gustandosi i suoi sospiri e quel bel corpicino androgino che si ritrovava. Distrazione letale, perché il demonietto lo colse di sorpresa afferrandolo con le gambe e tirandolo verso di sé, costringendolo ad affondare tutta la sua enorme verga dentro quel buco meraviglioso, lasciandosi avvolgere in un unica e deliziosa mossa, strappandogli un gemito caldissimo e sincero che gli scombinò i capelli e spezzò per un'istante anche la sua perversa espressione soddisfatta. Era davvero pieno di sorprese... la paura era stata sovrastata dall'orgoglio, o forse dal piacere. Al piccoletto piaceva la cosa e ad essere onesti, anche Lotor era molto soddisfatto: lo diceva il suo ghigno malizioso.
    Visto? Te lo avevo detto che ti sarebbe piaciuto... un solo assaggio e non puoi più farne a meno. E' bello avere un cazzo come il mio dentro di te, vero Bowen?
    Non iniziò subito a muoversi con forza, piuttosto fu graduale, spingendo col bacino in avanti per poter pulsare con la sua verga contro la più profonda intimità di Bowen, quasi come a voler violare il suo stomaco, lasciando che la massiccia massa dilatasse ogni angolo del suo culetto continuando a premere sulla prostata. Lui nel mentre avrebbe portato le mani sul corpo di Bowen, che essendosi serrato per via dello sforzo aveva messo in mostra ogni linea, e ora Lotor ne stringeva un fianco con la mancina mentre con la destra usava le dita per solcare il fisico definito, carezzandogli il ventre e l'ombelico, per poi risalire sul suo petto, sfiorandogli i capezzoli e infine arrivando al suo volto, che afferrò con entrambe le mani con fare possessivo. Gli infilò il pollice tra le labbra, se Bowen lo avesse morso tanto meglio, questo non gli avrebbe impedito di sentire le sue labbra e la sua lingua morbida mentre tenendolo per il capo lo spingeva verso di sé e gradualmente iniziava a scoparlo, vigorosamente. FU un crescendo intenso, che voleva scandire proprio attraverso le labbra di Bowen, magari lo avrebbe morso, per poi passare a gemiti privi di forza o addirittura succhiargli le dita, Lotor avrebbe osservato tutto piegandosi in avanti, stando il più vicino possibile al suo volto per gustarsi le espressioni del suo piccolo amante. Da quella posizione il cazzo di Bowen poteva sfregare sul fisico marmoreo di Lotor, anche lui estremamente teso dall'eccitazione e attraversato dall'oscurità che fino a poco prima lo aveva incantato, pertanto la semplice frizione con quella pelle di tenebra sarebbe stato molto piacevole per Bowen, un connubio perfetto mentre la mazza dell'apprendista entrava e usciva dalla sua corolla, facendogli sentire ogni singola, gonfia vena che lo caratterizzava mentre lo faceva diventare suo. Bowen era senza ombra di dubbio la personalità di contrasto che faceva al caso di Lotor, che lo stimolava, se non fossero stati rivali probabilmente sarebbe stato un amante perfetto con cui addirittura condividere le sue conquiste, ma chissà cosa serbava il destino a quei due... per ora, Lotor non poteva far altro che lasciarsi eccitare dal loro perverso legame, e gustarsi le espressioni di Bowen mentre si trasformava da avversario a vessillo del sesso.
     
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    L'espressione soddisfatta di Lotor pungolava il suo orgoglio, gli faceva prudere la lingua fin troppo usa agli insulti ma, incredibilmente, non l'offendeva: Bowen era certamente un diavoletto dispettoso e orgoglioso ma non era tanto egocentrico da non ammettere una sua sconfitta o l'abilità di un avversario, soprattutto se quest'ultimo dimostrava di rispettarlo. Il giovane apprendista, in tal senso, mostrava nei suoi confronti un certo riguardo, ruvido e screziato da una sana competizione virile, ma non per questo meno apprezzabile: anziché, infatti, provare a schiacciarlo facendo leva sulla sua posizione svantaggiosa (avere un cazzo su per il rettp era svantaggioso da molti punti di vista!) o fare troppo il gradasso, si stava rivelando un amante premuroso e il modo in cui gongolava per la vittoria, più che offensivo, risultava intrigante e lo stimolava a giocare con lui, a proseguire la loro sfida su un piano ben più rilassato e sensuale.
    Apprezzò, infatti, la lentezza con cui lo stava penetrando e quel modo di premere delicatamente dentro di lui, ad ammorbidire le sue carni e a donargli delle vere e proprie stilettate di piacere, che lo facevano tendere come una corda di violino mentre il suo, di cazzo, pulsava come se fosse in procinto di esplodere in un intenso orgasmo. Gli piacque ancor di più, però, il modo in cui lasciò vagare lo sguardo, tar l'eccitato e l'ammirato, sul suo corpicino contratto e soprattutto lo sguardo sorpreso che gli rivolse quando gli afferrò i fianchi con le gambe e l'attirò a sé, dentro di sé; immediatamente le sue carni si serrarono, in un riflesso istintivo, prima che le rilassasse per evitare di provare dolore e dando così la sensazione, a Lotor, che stesse venendo letteralmente risucchiato da esse, mentre il demonietto dovette socchiudere gli occhi per nascondere come le iridi andassero verso l'alto, prima di riaprirli e mostrare uno sguardo lucido di piacere, di desiderio e di divertimento.
    Mhhh... chissà, forse è più bello avere il mio cazzo dentro di te, che ne pensi? Dopo ci diamo il cambio? - riuscì a non balbettare anche se il tono della sua voce, caldo e affaticato, rendeva molto bene quanto gli fosse difficile parlare in quel preciso momento. Il sorriso che subito s'allargo nel suo visetto eccitato fu largo e divertito, quasi predatorio, come se quella domanda fosse terribilmente retorica e il destino che attendeva Lotor non era affatto diverso dal suo. Dopo pochi attimi, però, il sorriso cedette a sospiro di piacere, nel sentire i fianchi del giovane allontanarsi da lui e quindi sentire quella grossa asta strofinare, sfregarsi contro le sue carni semplicemente vellutate. - Comunque non sei-mh, non sei male, Lotor: continua, fammi vedere che magie sai fare. - continuò, allentando la presa sui suoi fianchi, pur senza scioglierla, per dargli la possibilità di muoversi più agevolmente, mentre un nuovo sorriso, stavolta più eccitato e accogliente si disegnava sulle sue labbra, lucide e gonfie come se non aspettassero altro che un bacio appassionato.
    Bacio che non arrivò, poiché il ragazzo (da bravo mago) volle mostrargli quanto fosse abile con le mani, stringendogli un fianco mentre con l'altra mano gli accarezzava il ventre teso ma vellutato. La pelle di Bowen, ormai il giovane lo sapeva, era un paradiso di morbidezza ma mai, come in quel momento, avrebbe potuto apprezzarne le insolite virtù visto quanto era tesa e lucida per un lieve strato di sudore: sotto, infatti, a essa si potevano vedere le linee decise dei muscoli, delle membra belle e toniche tese per il piacere, per lo sforzo di accogliere quella presenza tanto ingombrante in loro. Fremette quando gli sfiorò i capezzoli e schiuse le labbra forse per un atono gemito o per qualche battuta pungente che, però, non pronunciò mai: le dita di Lotor raggiunse la sua bocca e l'occuparono, mentre negli occhi del demonietto baluginava un divertimento feroce, a cui subito seguì un morso e l'avvolgersi della sua lingua sulle falangi, succhiandole con desiderio e perizia.
    Per quanto, infatti, odiasse ammetterlo, la figura di Lotor che incombeva su di lui, col volto più vicino al suo e, soprattutto, la visione perfetta di quel torace scolpito e dalla pelle di quella tonalità tanto particolare (in questo erano molto simili) stava iniziando a piacergli davvero tanto, quindi il modo in cui gli succhiava e gli leccava le dita non era soltanto una provocazione sensuale, ma anche un modo per gustarsi quelle dita tanto buone. Il modo in cui quel cazzo lo stimolava dentro, colpendogli quel punto tanto sensibile, il modo in cui lo costringeva a serrarsi attorno a quell'asta turgida quando la faceva scivolare quasi completamente fuori, neanche stesse cercando di trattenerla il più possibile dentro di sé... lo stava facendo impazzire. Al punto che, aiutandosi con la lingua e piegando il collo, cercò di sottrarsi a quelle dita tanto deliziose per poter liberare la bocca, se ci fosse riuscito avrebbe fatto un chiaro invito al giovane: - Ehi... non me lo vuoi dare un bacio? Magari succede una magia e smetti di essere rospo... - proprio non ce la fece a prenderlo in giro un pochino, con gli angoli della bocca che si piegarono in un leggero ghignetto, prima che schiudesse le labbra per mostrargli quella lunga, appuntita lingua da demone che richiedeva con assoluta urgenza un bel bacio... peccato, però, che se Lotor avesse provato a farlo, il demonietto avrebbe schivato all'ultimo le sue labbra, spostando il volto verso l'incavo del suo cullo e sussurrandogli all'orecchio quello che suonava come un vero e proprio ordine: - Voglio che tu mi faccia sentire le tue palle sulla mia coda: scopami! - gli morse l'orecchio, mentre la suddetta, morbida coda fremeva appena, impaziente che la richiesta del suo proprietario venisse soddisfatta.
     
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    Iniziava a piacergli, era chiaro, e Lotor non aveva proprio voglia di prenderlo in giro per questo, dato che osservarlo mentre gemeva e si scioglieva nel piacere era una ricompensa più che sufficiente, capace di eccitare ancora di più la volontà dell'apprendista mago già impaziente di strappargli altri sussulti di piacere. Non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire un ghigno soddisfatto quando gli chiese di dargli il cambio ,segno evidente che quell'esperienza per lui era tutt'altro che traumatica.
    Vedremo se quando avrò finito avrai la forza di reggerti in piedi...
    Il perverso scambio stava raggiungendo connotazioni sempre più sensuali, sentire le labbra di Bowen prima chiudersi per poi serrarsi in un morso possessivo e istintivo lo eccitò ancora di più, il demonietto sapeva come eccitare un'amante focoso e si domandò se non gli avesse detto la verità riguardo alle sue conquiste: sapeva certamente come si comporta una donna al letto per eccitare il suo uomo, e questo non era assolutamente da considerarsi un difetto o una presa in giro, nossignore, Lotor lo apprezzava moltissimo e lo ricompensò ampiamente facendo pulsare più forte quella verga dentro di lui, penetrandolo con pazienza ma foga crescente, dandogli esattamente ciò che voleva: un crescendo perverso e bollente che guizzava verso l'alto solcando la sua prostata e facendogli sentire le sue spinte fino alla gola. Il tutto con la dovuta calma, senza fretta, pompando con la giusta forza mentre il culetto di Bowen si stringeva intorno a lui, e la sua bocca lo succhiava, impaziente di ricevere un bacio. Lotor era troppo coinvolto per pensare a giochetti del suo avversario, quindi quando gli mostrò quella lingua diabolica e irresistibile si fiondò subito verso di lui per assecondare quel bacio, con lo sguardo di un viaggiatore del deserto che ha appena trovato una fonte d'acqua. Rimase stupito quindi quando Bowen lo schivò, costringendolo a stringersi a lui per poter ascoltare direttamente nell'orecchio delle parole semplicemente perverse. Se avesse avuto peli su tutto il corpo a quel punto si sarebbero rizzati tutti, uno ad uno, contemporaneamente, ma lo fecero solo i suoi capelli e le sue palpebre. Bowen sapeva senz'altro come eccitare la fantasia di un'amante già al limite ,e realizzato quanto quel piccoletto volesse divertirsi Lotor attese solo il morso sul suo orecchio a punta come un segno di partenza, poi serrò i muscoli e decise di dimenticare la pacatezza e la pazienza con cui l'aveva posseduto fino a quel momento per lasciare spazio ad una brutale voglia di sesso che avrebbe sconvolto entrambi. Chiuse il respiro e mentre ancora aveva l'orecchio stretto tra i denti di Bowen iniziò a spingere con forza, a caccia di quella coda contro la quale le sue palle di schiacciarono violentemente. Si sentì come sprofondare tra quelle burrose natiche caldissime mentre il suo grosso cazzo spariva completamente dentro di lui. Bowen avrebbe sentito e anche visto il suo ventre gonfiarsi chiaramente per via delle dimensioni di Lotor, e forse aveva leggermente sottovalutato l'entità del suo amante visto che quelle sue ultime parole lo avevano reso ancora più turgido ed eccitato. Potendolo vedere da un altro punto di vista infatti, il buco del suo delizioso culetto sarebbe risultato semplicemente spalancato, ben oltre le sue naturali possibilità, occupato completamente da una mazza di carne incandescente che ora non si faceva più nessuno scrupolo ed iniziò a pompare con forza, assicurandosi di schioccare violentemente il ventre contro quelle morbide natiche e schiacciare i suoi testicoli contro la coda del demonietto, come gli era stato richiesto. Solo a quel punto lo sguardo di Lotor si fece leggermente all'indietro, così da poter osservare il suo amante mentre si godeva i risultati di quella provocazione.
    Guarda che hai fatto... mi hai reso una bestia... dimmi ti piace? Ti piace sentire il mio cazzo così a fondo nel tuo culo? Ti piace quando ti allargo così tanto quel buco perverso, Bowen? Dimmi quanto ti piace avanti, voglio sentirti gemere mentre lo confessi!
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Ovviamente da dietro lo specchio! Il tuo specchio...

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    Quelle spinte misurate, pazienti lo stavano facendo impazzire: ogni affondo di quei fianchi, ogni pulsazione di quel grosso, meraviglioso cazzo si riverberavano in tutto il suo corpo come vere e proprie onde di piacere, tanto che rimanere vigile a se stesso stava diventando sempre più difficile, anche se il demonietto ce la stava mettendo tutta per evitare di abbandonarsi completamente al godimento. Certo, stava provando a opporre quella minima resistenza per evitare di abbandonarsi a espressione troppo laide (Lotor era un bravissimo amante ma doveva ancora meritare certi premi)... ma non solo per questo: Bowen amava giocare a letto, provocare la sua partner e sebbene in quel momento fosse "costretto" a un ruolo decisamente più passivo del consueto, ciò non aveva affatto sopito il suo animo giocoso e amante delle sfide, anzi. Se il giovane, infatti, si era meritato il suo culo e che gli succhiasse le dita in quel modo perverso, ciò non voleva dire che non potesse sfidarlo di nuovo o, meglio ancora, istigarlo fino a fargli dolore il cazzo per quanto gli sarebbe diventato duro e fargli sentire le palle piene come non mai.
    In tal senso, fu particolarmente lusinghiero per il demonietto vedere come si gettò verso le sue labbra, non appena gli propose quel bacio anche se trovò ancora più piacevole la sorpresa del ragazzo nel vedersi "raggirato", mentre lui gli sussurrava quello che voleva davvero direttamente nelle sue orecchie, come caldo, inebriante miele. Percepì chiaramente il corpo del giovane tendersi, fremere appena scosso com'era dal tuono dell'eccitazione e mentre i suoi denti, pericolosamente puntuti, si gustavano il suo orecchio, gli angoli della sua bocca si sollevarono in un sorriso soddisfatto; tale sorriso non durò molto, però, perché Lotor reagì prontamente a quella richiesta con un forte, meraviglioso affondo in cui le sue palle colpirono davvero quella coda morbida e sensibile, facendogli spalancare le labbra in un verso di puro piacere emesso direttamente nel suo orecchio e, soprattutto, facendogli reclinare il capo all'indietro come se quella spinta gli avesse tolto di colpo qualsivoglia energia. La testa gli girò appena, mentre la vertigine del piacere s'impadroniva di lui e, soprattutto, le sue carni si dilatavano in un modo che gli mozzò il fiato, col suo pancino che si tese oscenamente per accogliere tutta quella carne deliziosamente prepotente, del tutto disinteressata al fatto che, quel buco che stava colmando, fosse decisamente troppo stretto per lei. - SI'! Chazzoh, sì! - esclamò, mentre si sentiva svuotare e l'aria tornava a riempirgli i polmoni, prima che un'ennesima spinta tornasse a farlo tendere, costringendolo a inarcare la schiena e mettere così in ulteriore evidenza quei piccoli, puntuti capezzoli azzurri, mentre spalancava la bocca in un grido muto e addirittura le sue pupille si perdevano verso l'alto, in un'espressione semplicemente persa e perversa.
    Lotor poté osservare ogni fibra di quel corpicino delizioso tendersi per lui, quelle carni dalla morbidezza unica stringersi spasmodicamente attorno al suo cazzo come se lo stessero succhiando e, soprattutto, quel volto birbante perdere ogni traccia di beffa o di orgoglio per sublimarsi in un'intenso, liberatorio godimento: non solo per via della bocca spalancata o per gli occhi socchiusi, ma anche per il modo innaturale in cui fremevano le sue orecchie da cerbiatto o come la lingua fosse tesa ben oltre le labbra, con la punta arricciata come una serpe in agonia; persino il suo cazzo, dopo due violentissime pulsazioni, stillò rivoli di liquido preseminale che erano la prevedibile avanguardia di un ormai prossimo orgasmo. Insomma, il demonietto sembrava ormai perso nel piacere, tanto che alle perverse richieste di Lotor non seguì alcuna risposta... sennonché, dopo alcuni lunghi attimi, il demonietto sollevò il volto e gli rivolse uno sguardo semplicemente bollente. - Se... mih piaceh?! - chiese, con la voce rotta dall'affanno. - Lo adoro, adoro il tuo grosso, bollente cazzo, Lotor. - amisse, senza alcun problema, mordendosi il labbro inferiore e stringendogli i fianchi con le cosce morbide. - Lo adoro così tanto... - mentre il demonietto parlava Lotor avrebbe potuto sentire qualcosa di informe, quasi liquido ma incredibilmente caldo, scivolargli languidamente lungo la schiena e raggiungere il solco tra le sue natiche contratte dallo sforzo; prima che il giovane potesse reagire in alcun modo, avrebbe sentito quella massa d'instabile ma gradevole oscurità penetrarlo proprio nel suo orifizio, ma morbidamente, senza dilatarlo più del necessario e, soprattutto, premergli in maniera terribilmente precisa in prossimità della sua prostata, con un'abilità impossibile da replicare con delle dita o con un cazzo.
    ...che non intendo venire finché non ti sarai svuotato le palle nel mio culo! Vieni! Vienimi dentro! - quasi ringhiò, spingendo per quanto gli era possibile i fianchi contro il suo cazzo, mentre non solo quell'oscurità colpiva senza posa la sua prostata ma avvolgeva finanche le sue gonadi, per poterle stimolare meglio e ben più incessantemente di come avrebbe potuto fare una bocca esperta.
    Bowen stava certamente godendo senza freni ma, a giudicare dallo sguardo quasi spiritato che gli rivolse e dal sorriso distorto che comparve sul suo volto sudato, dalle gote bagnate di bava, era tutt'altro che sopraffatto o stravolto, anzi: se Lotor voleva avere ragione di lui e della sua ostinazione, doveva donare a quella belvetta orgogliosa e perversa uno dei migliori orgasmi della sua vita... chissà se vi sarebbe riuscito.
     
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    Ogni imprecazione, ogni sussulto, ogni perverso grido di Bowen spingeva Lotor a colpirlo con maggiore forza ed intensità. Per più di una volta ebbe il timore di poter frantumare la sedia in mille pezzi mentre lo scopava senza alcuna remora, ma per loro fortuna le forniture erano piuttosto resistenti, altrimenti non avrebbero retto assolutamente la foga di un amante tanto motivato. per quanto tentasse di mantenere la sua freddezza, Lotor era del tutto in balia del fascino di quel demonietto: impossibile pensare che quella fosse la sua prima esperienza con un uomo, sapeva fin troppo bene come stimolare non solo il cazzo ma anche la mente e il cuore di un amante incapace di resistere ai giusti stimoli. Lotor sentiva distintamente la sua verga venire risucchiata in quello stretto pertugio, vedeva con fascino irresistibile quel corpicino rosso tendersi e inturgidirsi, guardava il suo cazzo e i suoi capezzoli come deliziose merende da cui attingere appena ne avrebbe avuto la possibilità, passando le dita anche sul petto mentre chiudeva le distanze con lui, per rubargli ogni respiro perverso che lanciava via da delle labbra assolutamente irresistibili che il mago apprendista era sempre ad un passo dal mordere come a volerle strappare. Era così preso che ogni singolo muscolo del suo corpo risultava teso, mettendo in mostra il suo fisico perfetto e contraendolo ancora di più ad ogni violenta spinta che si concedeva in quella carne deliziosa. Il culo di Bowen lo stava facendo impazzire e più il demonietto gliene chiedeva, più gliene dava. Ma sembrava proprio che il suo amante non avesse intenzione di lasciar perdere una volta per tutte il guanto della sfida, e con una mossa inattesa alzò la posta in gioco: la sua oscurità strisciò tra le natiche di Lotor andando a stimolarlo analmente con grande perizia, in un modo che nessuno aveva mai fatto e che Lotor non si era mai concesso. Bowen fu premiato dallo sguardo di sorpresa e di eccitazione del suo amante in quel momento, ma forse non aveva fatto del tutto i conti con le conseguenze di quel gesto.
    No... così... diventerò una bestia...
    Solo all'inizio la voce parve tentennare, poi più la carne dell'apprendista mago veniva stimolata, più la sua mascolinità reagiva: Bowen ebbe esattamente ciò che desiderava ma in una misura che forse non aveva calcolato. La verga di Lotor si ingrandì pulsazione per pulsazione, diventando anche troppo grande per quello stretto anfratto. Il culo del demonietto di allargò chiaramente e molto più di prima, mentre le vene gonfie di quella mazza violacea si schiacciavano contro le pareti della sua intimità, pulsando allo stesso ritmo della cappella che ora scavava in fondo, come se potesse bucargli lo stomaco. Iniziò a venire, ma non si fermò affatto, non come se stesse inseminando un caldo utero, ma come se dovesse scavare ancora più a fondo. Ogni spinta veniva accompagnata da un fiotto rapido ma abbondante, il caldissimo seme di Lotor iniziò a riempire il culo di Bowen in maniera vistosa e tremenda, del tutto pregno dell'oscurità che caratterizzava il suo amante e pronto a corrompere ogni angolo del corpo di Bowen. Per dimostrargli che quello non era che l'inizio, Lotor si fiondò sul petto di Bowen, iniziando a succhiare i suoi capezzoli stringendoli e circondandoli con le mani come se fossero dei morbidi seni, la sua oscurità stava rendendo pastafrolla la carne del demonietto come se volesse plasmarlo in maniera perversa. I testicoli turgidi di Lotor si gonfiarono vistosamente, pieni di caldissimo seme che si riversava in lui ogni volta che si comprimevano, e poteva sentirlo dalla base della sua coda, spettatore in prima fila per ammirare quello spettacolo. L'orgasmo di Lotor non sembrava avere fine, anzi pareva fosse diventato una costante di quell'amplesso, e veniva abbondantemente in lui affondo dopo affondo, con un cazzo che gli avrebbe impedito di liberarsi anche solo di una goccia visto come aveva imbottito quel culo meraviglioso, portando il ventre del piccoletto ad un'inevitabile rigonfiamento.
    Adori il mio seme, non è vero? E questo quello che volevi, no? Essere riempito dal mio cazzo fino in fondo! Fammi sentire come godi mentre vengo dentro di te!
    Era preso, se Bowen voleva vederlo privo di controllo poteva anche gustarsi una simile vittoria, ma questo non significava che Lotor lo avrebbe lasciato in pace, anzi l'esatto opposto: stimolandolo in quella maniera intima aveva risvegliato un istinto predatorio assolutamente insaziabile e se Bowen non fosse stato capace di sfiancarlo sul serio, Lotor avrebbe abusato di quel culo meraviglioso ancora per molto, molto tempo...
     
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54 replies since 26/6/2020, 13:56   696 views
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