Pedinamenti

x Hyperion

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    La risposta di Sheba iniziò in maniera decisamente prevedibile. Quando un sedicente giustiziere vuole aiutare tutti, è facile smontare la sua tesi: non puoi salvare tutti, anche mettendoci tutto l'impegno possibile e sacrificando ogni parte di sé stessi. Ma lasciò che Sheba completasse il discorso, rendendosi conto che non lo faceva solo per gli altri ma anche per sé stessa. Il futuro che voleva migliorare era anche il suo, non solo quello degli altri. Una bella risposta che mise a tacere l'agente una volta per tutte su quell'argomento. Non era del tutto sicuro che fosse la strada giusta per lei, ma dall'essere onestamente apprensivo al diventare un rompiscatole il passo era breve, e Gabriel non le parlava in quel modo per invidia o per disprezzo, semplicemente si preoccupava per lei. Dal punto di vista di un'agente, era comunque un'onesta cittadina da proteggere dai pericoli della città. Come ultima prova dei suoi talenti, Sheba rivelò la presenza di una IA dentro di sé, cogliendo di sorpresa l'agente sebbene confermasse una volta per tutte la sua teoria a proposito del metodo di combattimento della ragazza. Questo spiegava tutto, e confermava che l'agente poteva contare ancora su un degno intuito.
    Il piacere è mio, Ariel.
    Annuì con il capo in segno di saluto, per poi rivolgersi di nuovo a Sheba per poterle parlare dei suoi sospetti.
    Al momento non ho dei nomi da darti, devo assicurarmi di avere i giusti sospetti. Appena ne avrò, sarai la prima che contatterò così potrai concedermi una prima ricerca. Visto che sei così convinta della tua missione mi aspetto un lavoro impeccabile.
    A metà tra il serio e lo scherzoso, Gabriel le dimostrò che il suo essere metodico si traduceva anche in un essere inflessibile sulla condotta sul lavoro, visto che si trattava di sgominare una potenziale organizzazione criminale. Mentre osservava l'intelligenza artificiale, Gabriel portò le braccia in una posizione conserte, carezzandosi il mento con la mano destra meditando sul suo effettivo potenziale. Decise di metterla alla prova.
    Quindi... questa intelligenza artificiale è unica, non è così? Cosa sa fare? Ad esempio... Si schiarì la voce, abituato alle IA che richiedevano comandi specifici e chiari. Ariel, puoi mostrarmi i dati delle attività fisiche di Sheba?
    Ingenuamente, l'agente si riferiva al combattimento di Sheba ma non si rese conto di aver formulato la richiesta in maniera piuttosto vaga e generica, inoltre non immaginava che Sheba avesse avuto diverse attività sessuali promiscue e inusuali. Ariel le avrebbe filtrate o ci sarebbe stato un grosso malinteso?
     
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    Dallo sguardo di Gabriel si capiva che non era del tutto convinto dei discorsi che aveva fatto Sheba, ma non gliene faceva una colpa, immaginava provandosi a mettere nei suoi panni che preferiva vedere una ragazza giovane come lei frequentare la scuola e fare una vita normale piuttosto che vederla andare in giro a malmenare i delinquenti e mettersi costantemente in pericolo. Ormai aveva fatto una scelta e non avrebbe cambiato idea, Sheba era convinta di ciò che diceva. Anche se giovane aveva preso una strada e voleva proseguirla, non c'era niente che lui potesse dirle in quel momento che poteva convincerla del contrario. Gabriel le confessò che non aveva ancora dei nomi da darle per poter indagare, ma che glieli avrebbe dato presto. Sheba non era sicura che non avesse già dei sospetti, infondo se aveva cercato qualcuno che potesse dargli una mano, doveva già avere delle idee, non seppe quindi se non glieli diceva perché ancora non si fidava, o se forse non era così sicuro. Nell'indecisione Sheba non avrebbe insistito, fidandosi del suo modo di fare. Sicuramente era più ferrato in materia di lei. Intanto Gabriel osservò Ariel interessato, se si fosse avvicinato di più, avrebbe potuto notare che era inconsistente, era una vera e propria proiezione olografica, ma stranamente non aveva un punto di emissione preciso come per esempio potrebbe essere l'occhio della ragazza, era l'energia di Sheba che le permetteva di manifestarsi in quel modo piegando la luce per dare l'illusione di una figura. Poteva quindi intuire che gli attacchi che le aveva fatto in precedenza seguivano un metodo simile che concentrava molto di più l'energia dando forma e consistenza alle forme del IA, certo durava per brevi istanti ma sufficenti per combattere.
    Esatto, sono unica nel mio genere. Vivo in simbiosi con Sheba, una senza l'altra non può coesistere. Teoricamente Sheba dovrebbe essere in coma irreversibile, ma i miei imput installati le danno coscienza e riattivano le aree del cervello danneggiate. Io vengo supportata dalla sua energia che mi permette di contiuare ad esistere tramite il suo cervello umano, quindi non ho limiti di spazio per le memorie di dati. Per spiegarlo in termini semplici condividiamo il corpo. spiegò prima che Gabriel facesse una richiesta molto più specifica per metterla alla prova.
    Certamente! affermò prendendo molto alla lettera la richiesta. Infondo Ariel al contrario di Sheba non era dotata di malizia e non aveva preconcetti umani, anche se conosceva l'imbarazzo per via di cosa prova Sheba, lei non era capace di provarlo quindi non giudicava "imbarazzante" molte cose che invece farebbero morire di vergogna Sheba. Quindi senza indugi Ariel battè le mani allargandole pian piano per dare forma a delle proiezione piccole di Sheba. Fra lei e Gabriel si sarebbero formati varie sagome che ritraevano Sheba come se fosse stata ripresa da una telecamera e quindi ricostruita in 3D mentre faceva dei specifici movimenti. Oltre a quelle più recenti ovvero i momento in cui aveva combattuto contro Gabriel nel parcheggio, c'era una Sheba vestita con abiti da palestra che si allenava con un bilancere. Accanto a lei apparvero piccole strisce e piccole scritte che indicavano il battito cardiaco, la temperatura corporea, i livelli di dopamina ed altri parametri medici. Si formò poi un'altra Sheba mentre correva, sempre con i dati per mostrare le differenza fra una attività e l'altra. Poi si formarono altre due sagome di una Sheba in compagnia che faceva movimenti molto molto specifici. Una di esse era in compagnia di Elimona, bacino contro bacino che si davano piacere a vicenda sfregando i loro sessi umidi uno contro l'altro. Un'altra sagoma di Sheba era in compagnia di un uomo molto più grosso di lei, non umano dotato di coda e ali, un dragonico, in pratica Kain in forme umanoide che la teneva per i fianchi e pompava dentro di lei in chiarissimi momenti sessuali. Inizialmente Sheba non ci aveva fatto caso dato che non emettevano suoni, quindi si era concentrata sulle prime due figure, incuriosita dai dati che aveva raccolto Ariel, infatti si era distratta a leggere. Gli occhi poi si spostarono sulle ultime due figure che Ariel aveva ricreato, mandando in panico la povera Sheba che iniziò ad agitarsi.
    AAAH! Scema!! Che cavolo stai facendo vedere?! strillò con voce stridula e nervosa, rossa come un peperone si affrettò a posizionarsi davanti alle emanazioni per coprirli con il suo corpo e le sue braccia.
    Le tue ultime attività fisiche, quelle che hanno messo sotto sforzo il tuo fisico, come richiesto. rispose tranquillamente Ariel come se non avesse capito a cosa si riferiva esattamente.
    Queste sono cose private dannazione! Toglile! la rimproverò paonazza, cercando di coprire il più possibile le figure che si muovevano. Ariel confusa annullò la proiezione dei dati raccolti perplessa. Sheba invece si coprì la faccia con entrambe le mani non sapendo come doveva comportarsi. Aveva già fatto delle figuracce tremende con Gabriel, e come se non bastasse, non solo aveva visto che faceva sesso, ma anche che faceva sesso sia con una donna che con un dragonico: che cosa avrebbe pensato di lei Gabriel?
     
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    Il rapporto di simbiosi che avevano Sheba ed Ariel era molto interessante, diede a Gabriel una visione diversa di insieme: non era Seheba a sfruttare Ariel o Ariel ad essere dipendente da lei, coesistevano perché non potevano fare a meno l'una dell'altra, una sorta di doppia personalità ma nel più pacifico e positivo dei sensi. Chissà, forse era grazie ad Ariel che Sheba era così risoluta: poter contare su un'amica sempre al proprio fianco era qualcosa di molto prezioso e il loro legame sembrava incredibilmente positivo. Quella ragazza lo sorprendeva ogni minuto di più. L'IA si prodigò nel soddisfare la sua richiesta e rimase molto soddisfatto dall'efficienza di quest'ultima: registrava le attività fisiche di Sheba meticolosamente e le permetteva in questo modo di perfezionare il suo stile di combattimento. Davvero niente male, era come un cyborg in pratica se non addirittura meglio. COn un controllo maggiore del proprio potere, Gabriel avrebbe probabilmente potuto fare la stessa cosa, provò un minimo di invidia nei suoi conronti ed iniziò a rivalutare le capacità di SHeba... forse quella piccoletta non aveva bisogno di essere protetta. Inutile dire che il suo sguardo cadde anche nelle ricostruzioni delle sue attività sessuali che si rivelarono piuttosto... variegate. Era inaspettato che una giovane così timida e riservata potesse assaporare simili perversioni, era una sorpresa anche se non un buon motivo per imbarazzarsi tanto. Certo sbandierarlo ai quattro venti in quel modo non era la prassi ma Gabriel non la giudicò di certo, lasciandosi sfuggire una risatina divertita: l'imbarazzo di SHeba era riuscito a scuoterlo. Mentre portava le braccia in posizione conserte però, chiudendo gli occhi per non spiare, si rese conto che le nanomacchine nel suo organismo avevano reagito all'evento, consolidando quelle immagini nella sua mente e ricostruendole con maggiora attenzione sotto le sue palpebre. Aveva chiuso gli occhi per non dare a Sheba l'idea che volesse guardare, ma le sue nanomacchine erano connesse al suo sistema nervoso e lo stavano obbligando a farlo, con dovizia di particolari tra l'altro: era come ricostruire un'immagine ma non al computer, bensì con la propria immaginazione: poteva vedere il corpo di Sheba arrossarsi e scaldarsi, le sue labbra inumidirsi, la sua carne dilatarsi. Poteva quasi sentirne l'odore, e quando si rese conto di quali pensieri lascivi stava facendo si ritrovò a sgranare gli occhi preoccupato, rendendosi conto che erano diventati di un verde brillante, circondati da lievi filamenti metallici che gli davano l'aspetto di un Cyborg danneggiato, mentre le mani e parte delle braccia risultavano ricoperte di nanomacchine in maniera incontrollata. Il suo cuore iniziò a battere più forte, rendendosi conto che quello era uno dei tipici momenti in cui il suo potere gli faceva pesare il bassissimo controllo che aveva su di esso.
    Non preoccuparti... come vedi tutti abbiamo un lato imbarazzante nel nostro potere...
    Portò una mano sul volto, stringendosi gli occhi all'altezza della base del naso per sforzarsi di mantenere il controllo, riportando almeno la faccia ad uno stato natural mentre le nanomacchine sulle faccia si disperdevano.
    Questo potere mi è stato trapiantato, non è né innato né tanto meno adatto a me, l'ho forzato volutamente nel mio organismo perché volevo superare i miei limiti ma per quanto efficiente sia il risultato, non ne ho un controllo completo il che, per uno come me, non è poco imbarazzante.
    Si era fatto più loquace, sentiva la gola salivare più del necessario e la bocca farsi più calda, era una sensazione strana da percepire ma lui c'era molto abituato, al di fuori del battito accelerato non avrebbe dato segni di mancanza di compostezza. In situazioni del genere, semplici stimoli come una ragazza in vesti disinibite diventavano molto più amplificati nella sua mente, che pur avendo gli occhi aperti lo costringeva a sovrapporre quelle immagini sopra al volto innocente di Sheba. Non poteva rimproverarsi più di tanto: l'aveva vista con un costume attillato addosso, aveva visto il suo volto dolce e affascinante, l'aveva vista muoversi divinamente senza inibizioni, se fosse rimasto indifferente significava che era un vero pezzo di ghiaccio, ma le sue nanomacchine lo stavano spingendo ben oltre la sua naturale bilancia. Cercò d annebbiare quei pensieri ma si rese conto che la mano destra era ancora coperta di nanomacchine, la osservava frustrato stringendo e rilasciando le dita per poterla controllare meglio, ma senza successo. A quel punto, un'idea.
    Vi va di darmi un piccolo aiuto?
    Detto questo allungò la mano verso Sheba, nella speranza che lo aiutasse. La sua IA poteva forse dare qualche piccolo input alle sue nanomacchine? Non ne era sicuro, ma valeva la pena provarci. Quello che non aveva idea era che probabilmente anche le sue nanomacchine avrebbero mandato degli input ad Ariel e di conseguenza nel cervello di Sheba. Quelle macchine fuori controllo rispondevano agli istinti e le amplificavano, portando il corpo verso desideri quasi bestiali. Gabriel era abituato a tenere sotto controllo quegli stimoli e anche così li tratteneva con grande difficoltà. Cosa poteva succedere se quegli stimoli raggiungevano Sheba?
     
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    Da quelle immagini proiettate da Ariel, poteva quasi sembrare che Sheba avesse una specie di doppia vita o personalità, una in cui era timida e riservata e l'altra in cui era disinibita e promiscua. In realtà per entrambe le sue esperienze era stata totalmente sedotta. Elimona con la sua dolcezza e la sua sensualità, e Kain beh... per un modo che Sheba non aveva ancora capito del tutto. Si poteva considerare più uno stupro che una storia piccante e conturbante a conti fatti, allo stesso tempo però Sheba gli aveva permesso di farlo poichè corrotta dal suo sangue. In ogni caso sarebbe stato molto difficile per Sheba spiegare cosa aveva visto l'agente. Avrebbe di nuovo voluto sparire, essere al posto di Ariel per potersi smaterializzare e nascondere dentro di lei. Si era già preparata a sentire battutine o domande o perfino rimproveri da parte dell'uomo. Invece inaspettatamente Gabriel sembrò molto comprensivo. Infatti Sheba si voltò verso di lui lentamente, guardandolo sorpresa. Notò che aveva qualcosa di strano addosso, sulle mani e parti del viso. Sembrava quasi che avesse attivato il potere parzialmente, o che il potere avesse cercato di prendere il sopravvento su di lui ma veniva tenuto a bada dall'agente. Lui cercò di rassicurarla, dicendole che tutti i poteri avevano qualcosa di imbarazzante: fu incredibilmente comprensivo con lei e per metterla a suo agio le rivelò che il suo potere non era innato, ma era stato forzato nel suo organismo e che per via di ciò non ne aveva un totale controllo. A quanto pare Gabriel era un uomo che ci teneva ad avere il controllo sempre di tutto, ed il fatto che ogni tanto non riusciva a controllare il suo potere lo metteva in imbarazzo. Pensò che quindi era anche un uomo molto competitivo, e probabilmente all'inizio era convinto di poter vincere totalmente le nanomaccine ed avere un controllo totale su di esse, invece si era sbagliato e si era accorto che certi limiti non riusciva a superarli, non ancora. Insomma in poche parole Gabriel le rivelò un suo punto debole. Sheba si tranquillizzò un pochino, sebbene non avesse del tutto ucciso l'imbarazzo, infondo l'aveva praticamente vista nuda che si dava alla pazza gioia. Certo non era una visuale chiarissima, ma era come averla vista in un video. Vederlo però in difficoltà fece scendere in secondo piano ciò che era successo.
    Stai bene? chiese timidamente Sheba quando notò che articolava le dita senza riuscire a riassorbire le nanomacchine. Gabriel chiese loro se gli andava di dargli una mano. Sheba lo guardò perplessa, non aveva idea di come fare, non conoscendo il potere di Gabriel ignorava totalmente come potergli essere utile.
    Sì, certo. Che dovrei fare? chiese allungando a sua volta la mano verso quella di Gabriel per sfiorargli appena le dita coperte dalle nanomacchine. Ci fu una piccola reazione, una sorta di scintilla che si formò fra le dita di Sheba e quelle di Gabriel. La natura più elettrica di Sheba rilasciò una sorta di scossa che attraversò i corpi di entrambi. Ariel entrò in modalità di studio immediatamente, i suoi occhi cibernetici fissavano la figura di Gabriel e raccoglievano dati. Sheba invece ebbe la sensazione di essere attraversata da una ondata bollente di energia che le fece inspirare aria avidamente. Le cicatrici sulla testa iniziarono a dolerle molto forte e dovette portarsi una mano su di esse dolorante, mentre l'altra mano si strinse con forza alle dita di Gabriel per combattere una vertigine e non cadere a terra.
    Che diamine? fece confusa, sentendosi di nuovo in quel modo stranissimo di quando combatteva a lungo ed il cuore pompava più forte nel petto. Sollevò lo sguardo verso Gabriel per chiedergli spiegazioni, accorgendosi che aveva i sensi leggermente alterati. Le sembrava di sentire l'odore di Gabriel più chiaramente, un odore piacevole che aveva inziato a farle sentire caldo, soprattutto al basso ventre. Fissò i pettorali dell'uomo per un momento, ed ebbe un chiaro desiderio di avvicinarsi e morderlo su quella deliziosa forma. Quel desiderio la confuse e la spaventò allo stesso tempo, si sentiva ancora più attratta di prima da Gabriel, si ritrovò a fissare le labbra dell'uomo, trovandole incredibilmente invitanti. Gli si avvicinò di un altro passo, poi si bloccò arrossendo vistosamente nel momento in cui si rese conto che voleva un contatto fisico con lui. Che diamine le stava succedendo?
    Scusami, ho avuto uno strano capogiro. affermò abbassando lo sguardo in un futile tentativo di calmare i suoi strani pensieri, pensando che magari non guardandolo sulle labbra le sarebbe passato quello strano impulso di volerlo baciare. Peccato che abbassando lo sguardo stava vedendo il ventre piatto ed allenato dell'uomo, la cintura e la curva dei pantaloni che iniziarono ad incuriosirla sempre di più. Era bastato entrare in contatto per darle quei strani effetti, cosa diamine poteva succedere se Gabriel perdeva il controllo del proprio potere?
     
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    Non poteva neanche immaginare quale effetto potesse provocare il contatto incontrollato tra i loro poteri. Sheba presa alla sprovvista e Gabriel privo di un controllo fermo, ci fu un contatto così netto e invasivo che entrambi subirono uno shock. L'agente era abbastanza preparato a subire gli effetti stordenti delle sue abilità, quindi evitò di cedere con le gambe, ma fu comunque preso da una grande confusione che gli impedì di afferrare saldamente Sheba, lasciandola cadere sul suo petto per potergli offrire un sostegno come poteva. Una forte fitta attraversò il tronco passando per il cuore e culminando per il cervello, nel tentativo di tenersi la fronte per placare il dolore, Gabriel finì col stringere le spalle come se stesse abbracciando Sheba, mentre l'altra mano si agganciava alla sua schiena così da impedirle di cadere. L'aveva vista con le cicatrici illuminate improvvisamente, chissà quale dolorosa fitta l'aveva colta a causa di quel contatto improvviso. Era talmente distratto dal preoccuparsi di lei che non si rese conto immediatamente dello stimolo che le sue nanomacchine avevano subito da Ariel. Il loro sistema di sicurezza era entrato in funzione per proteggersi dalle analisi improvvise della IA, provocando un improvviso aumento delle percezioni sensoriali di Gabriel. Una sorta di pilota automatico che lo portò forzatamente ad amplificare tutte le sensazioni che provava in quel momento, e l'ultima ad essersi fissata nella sua mente era proprio l'immagine di Sheba intenta a sfogare i suoi stinti. Sentì il corpo caldo di lei sul proprio petto e mescolato alla propria immagine mentale fu come sentirla gemere sul proprio petto. Istintivamente le mani di Gabriel tremarono perché aveva voglia di stringerla ma riuscì a controllarsi, almeno in quello. Ciò che non riuscì a fare invece, fu trattenere la sua eccitazione: i suoi abiti decisamente molto attillati misero subito in evidenza la sua virilità gonfia all'altezza del cavallo e tale da spostare leggermente in avanti anche la sua cintura. L'animo dell'agente gli impedì di schiacciarsi contro di lei col ventre, offrendole piuttosto il suo petto anche se purtroppo anche quello risultava caldo e tonico, probabilmente invitante a sua volta per Sheba.
    E' colpa mia, non avevo idea che un contatto tra le nostre intelligenze artificiali avrebbe provocato questo effetto... non dovevo chiedertelo, è stata una mossa sciocca...
    La cosa peggiore era che in quel modo non avevano affatto interrotto il loro contatto, anzi lo avevano prolungato. E più continuavano a stare vicini, più le nanomacchine di Gabriel eccitavano il corpo di Gabriel spingendolo a reagire, mentre stimolavano il corpo di Sheba mandando segnali direttamente al suo cervello. Si erano connessi accidentalmente e prima che Gabriel se ne rendesse conto, la mano dietro la schiena della ragazza stava già scivolando verso il basso come a volerla invitare ad avvicinarsi. Senza un freno, sarebbe stato molto difficile resistere alla tentazione.
     
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    Le vertigini furono così forti che si accorse di essere caduta in avanti finendo contro il petto di Gabriel solo quando il suo viso finì contro di esso. Era saldo, morbido e caldo, non caldo quanto quello di Kain, ma era ugualmente accogliente e piacevole da sentire premuto contro la sua guancia. Ariel intanto era immobilizzata in aria quando in realtà era in fase di registrazione di ogni più piccolo dato, mentre entrava in connessione con l'IA di Gabriel. Sembrava meno sofisticato rispetto ad Ariel, e Sheba sicuramente non sarebbe riuscita a "sentirla" o percepirla, cosa invece totalmente diversa per l'IA che invece poteva interagirci. A primo impatto, l'intelligenza artificiale che caratterizzava le nanomacchine sembrava settato sugli istinti, reagiva come un animale che provava paura, fame e a quanto pare anche istinti più bassi. Non era ancora del tutto chiaro se i piccoli impulsi di Gabriel influenzavano l'IA delle nanomacchine, accrescendone le reazioni, o se era il contrario. Un mistero che Ariel voleva risolvere e la sua curiosità fu più forte poiché non sentì il pericolo da parte di Gabriel. Sheba invece doveva fare i conti con il proprio corpo che andava a briglia sciolta per colpa di Ariel che invece di ritirarsi divenne ancora più invadente nella lettura sull'agente. Gabriel era massiccio come uomo e le ricordava terribilmente Kain ed i momenti piacevoli passati con lui, quindi non fu strano che Sheba si lasciasse influenzare a sua volta da pensieri più lascivi. Soprattutto se veniva stimolata anche nel cervello. Posò una mano contro il ventre dell'uomo come a volersi sostenere e spingersi via da lui per non stargli troppo addosso, ma finì con il carezzarlo e sentire la tonica muscolatura che nascondeva la sua maglietta. Quella sensazione diede piccoli brividi di eccitazione alla ragazza poiché riusciva a figurarsi chiaramente l'immagine del corpo di Gabriel. Abbassando lo sguardo per l'intenso imbarazzo fu inevitabile notare l'erezione dell'agente che si gonfiò nei pantaloni. Avvampò di imbarazzo, il suo volto si accese di un colorito ancora più acceso mentre il cuore iniziò a battere furiosamente nel petto. Eppure non distolse lo sguardo come avrebbe dovuto, fissò la curva sul cavallo dei pantaloni trovandola incredibilmente attraente. Sheba andò in confusione, non riuscì a capire perché diamine Gabriel si fosse eccitato: possibile che avesse fatto la smorfiosa senza accorgersene? Aveva detto o fatto qualcosa che lo aveva portato a reagire in quel modo? Oppure era il suo obbiettivo fin dall'inizio, dato che aveva tentato di sedurla rimanendo a petto nudo? A quel punto si aspettava delle parole da latin lover, che le dicesse qualcosa per convincerla ad "aiutarlo" a sfogare l'eccitazione, invece si scusò dando la colpa alle loro intelligenze artificiali per quel tipo di reazione. Sheba ovviamente non ci stava capendo più nulla, le tremavano le gambe ed il respiro si fece corto quando sentì la mano di Gabriel sulla schiena che scivolava verso il basso e cercò di avvicinarla senza però forzarla. Un gesto delicato che però spinse Sheba ad avvicinarsi a lui con tutto il corpo, fu automatico come se avessero iniziato a danzare e lei seguiva la guida del compagno per eseguire i passi giusti. Aveva già il volto premuto contro il suo petto e le bastò davvero poco per avvicinare anche il bacino verso di lui e sentire il turgore premuto contro il ventre. Le dita di Sheba artigliarono la maglietta di Gabriel, espirando aria mentre un brivido bollente attraversava tutto il corpo. Le sembrava di sentire il suo calore anche attraverso la stoffa. Le vennero di nuovo le vertigini, un senso profondo di eccitazione la colse mentre le nanomacchine sollecitarono i suoi istinti che Ariel non frenò in alcun modo, anzi fece l'esatto contrario, le incoraggiò per entrare in risonanza con le nanomacchine e studiarle al meglio. Quello ovviamente portò Sheba a rispondere ad un impulso totalmente istintivo. Si spinse con il bacino contro quello di Gabriel per sentire la pressione del suo membro contro il ventre mentre le mani artigliate sulla maglia tirarono con forza, stracciandogli la stoffa per liberare di nuovo il suo torace e sentire il contatto diretto con la sua pelle. Una sensazione che appagò solo in parte il bisogno di Sheba e che le diede un piccolo briciolo di lucidità che le fece rendere conto di cosa aveva fatto. Fece un immenso sforzo per staccare il viso dal suo petto e guardarlo colpevole negli occhi.
    Oddio... scusa... io non so che mi prende! fece leggermente nel panico, ma sempre più eccitata. Perché? Perché si sentiva in quel modo? Perché Ariel le mandava quei imput? Era lei oppure era davvero colpa del potere di Gabriel? Sheba non sapeva come rispondere a quelle domande, era sempre meno lucida e la voglia di baciarlo si fece così forte che iniziò a sollevarsi sulle punte dei piedi per poterlo raggiungere.
     
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    A mente fredda avrebbe potuto esaminare meglio la situazione, rendendosi conto di quanti errori avevano fatto in pochissimo tempo lasciandosi trascinare in quella situazione senza controllo, purtroppo però, Gabriel era ancora vittima del suo potere, per l'ennesima volta lo aveva usato in maniera sconsiderata e ne pagava le conseguenze, ma se Sheba si fosse dimostrata anche solo lontanamente spaventata forse avrebbe trovato la forza di opporsi e pensare alla cosa giusta, invece la ragazza si sfregò su di lui, facendogli sentire la morbidezza ed il calore del proprio corpo mentre con la mano gli strappava la maglietta per scoprire il suo petto messo ancora più evidenza dall'eccitazione impossibile da nascondere a quel punto. Il corpo tonico di Gabriel pareva volerla accogliere senza ulteriori indugi e quando la vide avvicinarsi a lui sulle punte non pensò ad una singola parola che aveva pronunciato, scivolando del tutto con la mano sulla sua natica per poterla afferrare e spingere verso di sé, così da aiutarla a chiudere le distanze mentre si avvicinava anche col volto, neanche volesse divorarla in un sol boccone. Lo sguardo freddo dell'agente si fece ben presto passionale e una volta che le labbra si incrociarono lo stimolo del suo corpo non poté più essere trattenuto. Anche l'altra mano scivolò sul fianco di Sheba e la trascinò letteralmente verso di sé stringendola per le natiche mentre la lingua guizzava delicata ma passionale tra le labbra della ragazza. Un bacio lento e passionale che la spinse letteralmente tra le sue braccia mentre quella verga spingeva e pulsava verso di lei, impaziente. Non ci volle molto prima che le mani dell'agente iniziassero a scivolare sotto i vestiti di Sheba per poterla spogliare proprio come aveva fatto con lui, e Gabriel le offriva il proprio petto per potersi beare della sua muscolatura. Di solito non si vantava del suo fisico ben allenato, ma in situazioni del genere sapeva bene che una donna apprezza una simile dedizione. Il suo obbiettivo era toglierle qualsiasi ostacolo che potesse ostacolare i loro petti dall'incontrarsi, così da poter premere la perfetta muscolatura di un agente speciale contro il seno morbido e la pelle bruna di quella ragazzina che era riuscita a stregarlo, e una volta sentito il turgore dei suoi capezzoli avrebbe inspirato passionale, trattenendo un gemito e rendendo quel bacio ancora più intenso ed eccessivo. L'abbraccio di Gabriel era intenso, caloroso, forte e sicuro, ma soprattutto passionale. Non disse nulla perché a quel punto sarebbe stato il suo corpo a parlare, proprio come la verga turgida che si sfregava sul ventre della ragazza tra le sue braccia.
     
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    Sheba si sentiva vagamente stordita, accaldata, il corpo reagiva in modo molto simile a quando era stata infettata dal sangue di Kain. Allo stesso modo le sembrava di aver perso il controllo sul proprio corpo, ma non in senso del tutto negativo. Era come se fosse entrata in modalità autopilota, non doveva far altro che lasciarsi andare e assecondare gli impulsi che le venivano totalmente spontanei. Quella sensazione si intensificò ancora di più quando le labbra di Gabriel furono sulle sue, inspirò aria avidamente mentre uno stranissimo senso di soddisfazione si infuse in tutto il corpo. Infondo Sheba non aveva nessun motivo per rifiutarlo, non aveva un ragazzo a cui doveva portare rispetto e fedeltà. Gabriel era un uomo molto affascinante, dal corpo sexy e il suo modo di baciare la ubriacarono praticamente subito. A mente fredda avrebbe sicuramente pensato che era una donnaccia visto che lo conosceva a malapena, ma già si eccitava nel sentire la pressione del suo membro premersi contro di lei. Intrecciò la lingua con lui senza esitazione, piegando la testa di lato per poter approfondire il contatto fra le loro bocche. Si sentiva ancora imbarazzata per ciò che stavano facendo, ma non riusciva a fermarsi, l'agitazione aveva solo reso i gesti di Sheba più passionali. Lo assecondò sollevando le braccia per farsi togliere la maglia separandosi dalle sue labbra unicamente per togliere la stoffa dal suo torace. Tornò di nuovo a baciarlo, premendosi contro di lui, deliziandosi del contatto dei suoi muscoli contro il suo seno. Pungolando la sua pelle liscia con i suoi capezzoli turgidi, mentre il bacino si premeva contro di lui. Sheba venne catturata dall'abbraccio passionale di Gabriel a cui non si sarebbe opposta, portando invece le sue braccia attorno al suo collo, balzando poi verso l'alto così da potersi ancorare con le cosce sui fianchi dell'uomo e quindi colmare la differenza di altezza. Il contatto fra i loro bacini a quel punto fu molto più diretto, Sheba sentiva chiaramente l'erezione premersi contro il monte di venere, dopotutto i suoi pantaloni erano morbidi e sottili dalla stoffa elasticizzata. Sheba non poteva credere a come si stava comportando, sembrava quasi che fossero due amanti che non si vedevano da tempo, si muoveva spontenamente perché sollecitata nei suoi istinti. In quel momento infatti era il corpo a prevalere sulla mente, e sentiva il bisogno di provare piacere. Iniziò a sfregarsi contro di lui con movimenti del bacino sinuosi e studiati per poter sentire grandi labbra e clitoride stimolati anche attraverso la stoffa. Sheba si sentiva come se fosse stata drogata, c'erano momenti in cui dubitava che stesse succedendo davvero e che magari non era che la sua fantasia, alimentata anche da Ariel per renderglielo così realistico.
     
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    Nel sentire la ragazza abbandonarsi del tutto alla tentazione ed iniziare a sfregarsi contro la sua verga mentre concretizzavano quel caldo abbraccio, Gabriel non si preoccupò di ulteriori freni inibitori e scivolò lentamente con le mani su di lei mentre quel bacio continuava imperterrito e sempre più intenso. La mancina si fece strada tra i suoi capelli, partendo dalla nuca e andando verso l'alto per poterla invitare ulteriormente verso quel bacio già molto umido ed intenso, la lingua si fece più lenta ma profonda, le labbra più vogliose quasi come se volessero divorarla, mentre il respiro caldo dell'agente si rispecchiava sul suo petto imponente ed allenato. Le dita di Gabriel finirono inevitabilmente anche sulle cicatrici di Sheba ma non le toccò avidamente, fu una carezza delicata e passionale come tutto il resto di quella presa salda. L'altra mano la sosteneva invece per il bacino, invitandola a farsi avanti ed assecondando i movimenti del corpo di Sheba così che i loro ventri potessero unirsi e sfregarsi, lui solcava il centro delle natiche con le dita, carezzandole e massaggiandole mentre anche i suoi movimenti del bacino si facevano più intensi. Non ci volle molto prima che con quella danza perversa finissero contro gli armadietti, lui vide Sheba schiacciata tra quel freddo metallo e il suo caldo petto, sentiva i suoi seni premersi sulla pelle e ne fu avido, la verga iniziò a pulsare forte tra le sue grandi labbra ma in quell'istante ebbe un momento di lucidità, staccandosi dal bacio fissandola dritta negli occhi, languido ma un tantino colpevole.
    Sta succedendo tutti in fretta... vuoi che mi fermo?
    Restava comunque un buono, su questo non c'erano dubbi, anche se le dita stavano scivolando lentamente dentro l'elastico dei pantaloni della ragazza voleva comunque offrirle la scelta, prima di liberarsi anche dei suoi vestiti e degli ultimi freni inibitori. Se Sheba non aveva la forza di rispondergli a parole, poteva farlo seguendo il suo esempio e aiutando l'agente a spogliarsi, o mettendolo semplicemente a tacere con un altro bacio che Gabriel non le avrebbe negato, e che ansi sarebbe stato anche più intenso degli altri, schiacciandola appassionatamente contro gli armadietti mentre incrociavano le labbra e tornavano a sfregarsi impazienti l'uno sull'altro.
     
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    I baci e le carezze di Gabriel erano sempre più alienanti, la passione con cui le loro lingue si intrecciavano, il modo in cui si toccavano resero Sheba sempre più avida di quelle attenzioni. Di solito quando due persone si baciavano per la prima volta o andavano a letto per la prima volta, c'era sempre un momento di studio, lento e progressivo così da arrivare a trovare il modo che piaceva di più ad entrambi. Con Gabriel quel momento era saltato, arrivando subito ad una passione bruciante. Perfino la naturale timidezza di Sheba era soppiantata dai suoi istinti. Un fenomeno che rese Ariel silenziosa, che la fece mettere da parte per poter studiare ogni cosa. Se avesse avuto una concezione più umana delle cose, sicuramente avrebbe fermato entrambi, invece non aveva fatto altro che incoraggiare l'influenza delle nanomacchine sugli istinti della ragazza. Ed eccola lì che continuava a premersi contro il corpo atletico e muscoloso di Gabriel in cerca del suo calore. Trasalì quando sentì il freddo metallo contro le sue spalle nude, ma le rese più bollente e accogliente il corpo dell'agente che continuava a premersi contro di lei. La verga di Gabriel nei suoi pantaloni sembrava sempre più dura e Sheba sentiva chiaro il desiderio di avere un contatto molto più diretto con quella parte del suo corpo. Ogni cellula del suo corpo le gridava di non perdere altro tempo, portandola a sfregarsi con più urgenza contro di lui. Gabriel poi ebbe un momento di lucidità che gli fece arrestare il bacio, facendo riprendere una grossa boccata d'aria a Sheba, ritrovandosi però a guardarlo languida e confusa, chiedendosi perché mai si fosse fermato. Aveva assolutamente ragione: stava succedendo tutto troppo in fretta, era assurdo che qualche tempo prima stavano combattendo e adesso non vedevano l'ora di unirsi nella carne. Sheba però era troppo ubriaca di eccitazione, il suo cervello non connetteva bene come quello di Gabriel. Ciò che percepiva Sheba era la mano di Gabriel che esitava a toglierle i pantaloni, mentre il suo istinto le diceva che doveva rimanere nuda con lui. La pressione del suo membro contro le sue carni femminili le mandavano imput al cervello molto chiare, lo voleva, dentro di lei.
    No! la voce era leggermente distorta, sembrava contaminata da quella di Ariel, e per un solo attimo Sheba si chiese se fosse stata davvero lei a dirlo. Anche se aveva pronunciato quella parola non l'aveva sentita del tutto sua. Le bastò guardare però negli occhi Gabriel per infischiarsene altamente e tornare di nuovo a baciarlo con trasporto, mentre lei stessa incoraggiò l'uomo a spogliarla abbassandosi l'elastico dei pantaloni, tirandosi dietro anche le mutandine. Avrebbe lasciato a lui il compito di sfilarle via l'indumento, mentre lei avrebbe cercato di aprire la cintura dei pantaloni di Gabriel e la cerniera così da poter liberare una volta per tutte l'erezione dell'uomo. Sheba era sotto l'effetto della sua malia, se voleva davvero fermarsi doveva riprendere il controllo del suo potere e dei suoi istinti.
     
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    Di fronte a quel rifiuto tanto categorico, l'agente non poté nulla se non fiondarsi di nuovo sulle sue labbra, riprendendo a baciarla con passione mentre l'unica preoccupazione era quella di tenere i loro bacini distanti quel tanto che bastava per permetterle di infilare le mani nella cintura e iniziare così a spogliarsi a vicenda anche negli ultimi indumenti. Abbassare l'elastico dei pantaloni e quello delle mutandine della ragazza fu semplice, Gabriel usò tutto il suo corpo per schiacciarla contro la parete così da poterla sostenere mentre lui le sfilava ciò che restava di quei vestiti senza neanche farle toccare il pavimento: una grande prova di forza, una prova di passione che avrebbe messo in chiaro quanto anche lui fosse eccitato al momento. E appena Sheba avrebbe liberato la sua verga, non ci sarebbero stati più dubbio: ne avrebbe potuto saggiare la consistenza, la forma e le dimensioni. Gabriel non era solo molto dotato vista la sua immane stazza, ma il suo potere induriva naturalmente tutto il corpo anche quando non indossava l'armatura, cosa che rendeva quel fallo incredibilmente più turgido del normale. Come amante, Gabriel aveva ben poco da invidiare a creature massicce o mostruose di sorta, forse solo la forma poteva apparire banale, ma c'era da dire che l'agente ci teneva alla presentazione in ogni sua forma: i suoi genitali erano quasi del tutto depilati, ad eccezione di un pallido ciuffo tenuto ben ordinato all'attaccatura del membro, che risaliva poco più in alto fino a qualche centimetro al di sotto dell'ombelico. I testicoli già turgidi andavano ad increspare la figura scandita da diverse venature gonfie, caldissime, attraversate dal suo potere che continuava ad emettere input costanti verso l'IA di Sheba in attesa di ricevere altrettanti stimoli. Anche nel suo sesso, Gabriel rifletteva un fisico perfetto e incredibilmente allenato. Una volta rimasti entrambi nudi, invertì la posizione del corpo: invece di schiacciarla col petto la schiacciò al muro col bacino, facendo entrare in contatto i loro genitali, lasciando un pò di spazio tra i loro petti invece per poterle toccare il seno con le mani. Sheba non aveva un petto dirompente, eppure nella sua candida giovinezza appariva irresistibile, tant'è che dopo una leggera carezza delle mani Gabriel non riuscì a resistere alla tentazione di avvolgerli con le sue forti mani mentre con gli indici tentava un delicato quanto insistente stimolo direttamente sulle punte. Il braccio rallentò gradualmente perché voleva sentirla gemere ora, non più offrirle un caldo rifugio per quei vergognosi versi ma piuttosto strapparglieli mentre la fissava dritta negli occhi. Mentre massaggiava il suo seno con le abili mani, Gabriel continuava a muoverei l bacino in modo che il suo grosso e turgido fallo scivolasse sulle sue carni. La base della verga si schiacciava contro le grandi labbra e il clitoride, e restava abbastanza carne da scivolare su tutto il ventre di Sheba, dal monte d di venere fino sopra all'ombelico, trasmettendo sulla sua pelle bruna e irresistibile un calore fuori dal mondo e che continuava a salire, assieme all'eccitazione dell'agente.
    Lo vuoi?
    Una domanda ingenua presa fuori dal suo contesto, ma Gabriel la pronunciò lentamente, con un tono di voce bassissimo e sensuale, una domanda retorica pronunciata mentre la fissava dritta negli occhi come a volerla ammaliare, una specie di ricatto morale più che una domanda, che la obbligava a rispondere dato che senza le sue parole non avrebbe potuto ottenere l'ambito premio di carne.
     
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    Sheba aspirò aria avidamente nel sentirsi schiacciata contro gli armadietti tenuta in aria solo dalla forza del suo petto. Dopotutto Sheba non pesava molto, quindi non sarebbe stato difficile per Gabriel sostenerla in quel modo, ma quella prova di virilità eccitò tantissimo Sheba che divenne più frettolosa nello spogliarlo. Una volta che furono entrambi nudi, e riuscì finalmente a sentire la carne bollente contro di sé, la ragazza abbandonò qualsiasi pensiero annullandosi totalmente nella fame di sesso. Gabriel era il suo primo uomo umano, era la prima volta che sentiva un membro maschile di un suo simile a stretto contatto. In effetti la forma semplice e affusolata dell'uomo faceva meno paura rispetto a quella che aveva conosciuto di Kain. Tutto ciò che stava succedendo era diverso rispetto a quando aveva giaciuto con il drago. Gabriel non voleva domarla con il suo fisico, non voleva sfidarla, voleva semplicemente condividere il piacere, si era lasciato andare al semplice istinto e aveva portato anche Sheba a seguire gli impulsi della propria natura. La clitoride pulsava contro la lunghezza di quella carne durissima, le labbra vaginali si spalmavano contro l'erezione lubrificandolo con i suoi umori, iniziando a produrre suoni osceni ad ogni movimento. Le mani dell'uomo erano delicati sui suoi seni, donandole brividi di piacere che scaldavano il corpo di Sheba quando iniziò a stringerle i capezzoli. Sheba non aveva un seno abbondante come Hilda, era decisamente più minuta, ma le sue forme aggrazziate erano perfette, le aureole ben definite e invitanti. Il respiro era corto, e tratteneva piccoli gemiti fra le labbra, totalmente ubriaca di piacere Gabriel avrebbe visto chiaramente il desiderio dipinto nei suoi occhi. Tornò di nuovo a reggersi con le braccia sulle spalle possenti dell'uomo, così che potesse ancorarsi con le caviglie dietro i fianchi di Gabriel e spingersi e sfregarsi a sua volta contro l'erezione, arrivando a masturbarsi praticamente con la sua verga. Sheba percepiva dentro di lei un bisogno fisico bruciante, sfregarsi in quel modo non le bastava più. Sentiva di aver bisogno di maggiore piacere e Gabriel interpretò alla perfezione quel pensiero quando le chiese se lo volesse. Il modo in cui glielo chiese, lo faceva sembrare un segreto solo fra loro due, ma allo stesso tempo nella sua voce resa tremendamente sexy dal tono basso e sensuale, si percepiva lo stesso cocente desiderio che tormentava l'uomo. Sheba avvampò di imbarazzo, non era decisamente abituata a sentirsi sedurre in quel modo, soprattutto da un uomo. Annuì con la testa trattenendo il respiro, poggiando la sua fronte contro quella di Gabriel mentre si posizionava al meglio e allentava la presa delle cosce per permettergli di spostarsi.
    Sì... lo sussurrò a sua volta, con la voce aspirata per l'eccitazione, poi tornò a baciarlo con foga, infilandogli la lingua in bocca, trasmettendo in quel bacio tutto il suo ardore.
     
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    Anche senza sentire quelle parole calde uscirle dalle labbra, Gabriel intuì perfettamente cosa il corpo di Sheba desiderava davvero, non c'erano dubbi e non serviva di certo un buon detective per capirlo. Ma anche un uomo di grande intuito ha bisogno di simili conferme, non semplicemente per un consenso verbale, quanto più per permetterle di coinvolgersi in quel rapporto che altrimenti sarebbe rimasto puramente istintivo. La capacità delle persone di conversare anche in quei contesti faceva parte del piacere del sesso vero e proprio e Gabriel non se ne sarebbe privato di certo, se non per scambiarsi l'ennesimo, caldissimo bacio su quelle labbra brune e assolutamente irresistibili. Le mani dell'agente scivolarono lentamente dai suoi seni fino ai suoi fianchi, sostenendo meglio il suo peso. Prima la verga si sfregava ritmicamente sul suo pube, poi lentamente scivolò verso il basso, infilandosi tra le sue cosce e scivolando sugli umori di Sheba per fare capolino fino alle sue natiche, assaporando ogni sfumatura delle calde intimità di Sheba, gustandosi il suo sesso e quel bacio così da rendere il tutto ancora più eccitante. Pazientò ancora, i movimenti rallentarono ma furono sempre accompagnati da nette pulsazioni di quella verga notevole, finché la punta non trovò la strada per la sua femminilità, iniziando a pungere con più decisione aiutata dalle mani dell'agente. Il bacio si trasformò in un lungo sospiro di piacere, che li teneva assieme con un rigolo di saliva densissimo e bollente. Stavolta non disse nulla, si limitò a cercare di nuovo il suo sguardo, mentre lento decideva di assaporare con la lingua quella pelle di cioccolata, irresistibile ai suoi sensi. E mentre scivolava con le labbra su quella carne chiudendole in un perverso bacio, eccolo spingere col bacino dentro di lei, lentamente, gradualmente, con un movimento fluido ma privo di indecisione, fino in fondo, schiacciandola contro gli armadietti mentre le loro carni diventavano una cosa sola. Sperò di mascherare la smodata eccitazione tenendo le labbra chiuse tra il capo e il collo di Sheba ma mentre entrava dentro la sua femminilità perse del tutto il controllo, lasciandosi sfuggire un lungo gemito seguito da una sensuale e lenta leccata della sua pelle. La verga di Gabriel s'inturgidì ulteriormente iniziando a pulsare mentre riempiva del tutto l'intimità di Sheba, non spinse fino alla base dato che lo spazio era finito a causa della differenza delle loro dimensioni, ma poteva già sentire la carne della ragazza avvolgerlo del tutto, tesa a causa del diametro considerevole di quell'uomo che ne aveva occupato pressoché del tutto la virtù, capace di violarla solo perché ampiamente eccitata e lubrificata dai suoi stessi umori. Il corpo dell'agente si scaldò e si fece più sodo, aveva reso i suoi muscoli più duri istintivamente, uno spettacolo che Sheba avrebbe potuto godere con le dita e col suo morbido seno, oramai schiacciato contro il corpo dell'uomo. Non si fece pregare, e tenendola con le mani per i fianchi iniziò a muovere con decisione il bacino, dando il via a quell'intenso amplesso che tanto desideravano entrambi.
    Sei così calda... non resisto... voglio muovermi più forte...
    Il ritmo aumentava, ma lentamente, forse perché timoroso di farle del male, incapace di controllare una foga semplicemente esagerata, provocata da una ragazza dal fascino che Gabriel non sapeva di non poter gestire.
     
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    Probabilmente non si sarebbe comportata in quel modo in una situazione normale, sarebbe stata molto più impacciata e timida nei suoi modi di fare, ma grazie all'influenza delle nanomacchine, ed in buona parte anche di Ariel, Sheba era molto più disinibita poiché guidata unicamente dal suo desiderio. Gabriel poi fu un bravissimo amante a farla sentire a proprio agio, diventando complice di lei in pochi gesti. Tremò nel momento in cui sentì la verga dell'uomo frapporsi fra le sue cosce, annunciandole che il momento tanto agognata era sempre più vicino. Il suo respiro si fece più corto, i suoi baci più passionali mentre il cuore accelerava i battiti nel sentire la cappella di Gabriel farsi spazio fra le sue carni. La clitoride pulsava furiosamente, mentre un brivido bollente la invase strappandole un profondo gemito. Si sentì spalancare dalla sua presenza e dovette staccare le labbra da quelle dell'uomo per aspirare avidamente aria. La sensazione di pienezza le diede un momento di pura beatitudine che le fece mancare per un momento la presa sulle spalle dell'agente. Fortuna che era poggiata contro gli armadietti e che lui la sosteneva perfettamente o sarebbe crollata sul pavimento. Il verso di piacere di Gabriel quando fu dentro di lei, la deliziò nel profondo, la eccitò ancora di più e sperò di sentirlo ancora. Dopo quel momento di mancamento per via dell'intenso piacere, Sheba si ancorò ancora meglio sul corpo dell'agente, allargando le cosce così da permettergli di scivolare il più a fondo possibile. Le dita di Sheba si stringevano a lui, palpandolo sulla muscolatura d'acciaio, lo guardava beandosi di quel corpo perfetto e meraviglioso. In quel momento ebbe la conferma sul fatto che aveva una preferenza per uomini massicci come Gabriel, ma lui in particolare sembrava disegnato da un abilissimo artista. Sheba provò inutilmente a trattenere un gemito nel momento in cui lui iniziò a muoversi dentro di lei, ma dopo un primo momento in cui aveva serrato le labbra mugugnando di piacere, alla fine si lasciò andare ad altri gemiti schiudendo le labbra in bollenti versi di piacere. Era meraviglioso sentirlo scorrere dentro di lei, ogni recettore del piacere sembrava stimolata dalla sua ingombrante presenza nelle sue carni. Inarcò leggermente la schiena, scoprendo di provare più piacere poiché angolata nella perfetta direzione verso di lui.
    S-sei così duro... sì più forte... più veloce. era totalmente ubriaca di lussuria, la sua voce biascicava aspirata in sussurri sensuali di cui non credeva di essere capace, ma in quel contesto le venivano naturali. La verga di Gabriel le toglieva il respiro, la faceva sentire ancora più minuscola di quanto già non si sentisse fra le sue braccia.
     
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    L'invito della giovane venne accolto con grande trasporto da Gabriel, che non si fece pregare minimamente e anzi si abbandonò ad un gemito vigoroso, stretto tra i denti che bloccavano il suo stesso labbro inferiore come a volersi privare di un verso smodato. La presa si fece più forte e i movimenti più netti, ora ogni spinta lasciava scivolare quella verga molto più a fondo, ogni volta la punta toccava parti più intime di lei fiaccandone l'utero e spalancando le sue carni il più possibile. Sheba poteva sentire il bacino forte e muscoloso dell'agente avvicinarsi mentre il suo respiro si faceva sempre più caldo ed intenso. Gabriel non cercava di trattenersi, voleva condividere con lei quella goduria e mentre lo faceva, lo sguardo crollava di nuovo sul suo sguardo innocente ma perverso, alla ricerca di altri baci. Non un solo, lungo e lussurioso, ma diversi dove le labbra potevano schioccare come amanti di vecchia data mentre i loro corpi diventavano sempre più uniti. Un gemito più forte degli altri accompagnò un movimento netto del bacino, piegandolo in avanti e verso l'alto per penetrarla più a fondo, finalmente i loro corpi si incrociarono completamente e per un istante Sheba poté sentire tutta la verga dell'agente dentro di lei, mentre la cappella violava la sua più profonda intimità e la faceva sua.
    Si così... muoviti anche tu... riesco a spingerlo tutto a fondo... la tua carne è irresistibile... non riesco a fermarmi!
    Non durò molto quella penetrazione più netta: Gabriel, forte di quel nuovo traguardo raggiunto, riprese a muoversi con movimenti ampi e potenti, spingeva con grande vigore rispetto a prima e la sua verga usciva quasi del tutto da dentro di lei per farle sentire quella grossa e pulsante cappella che le solcava ogni angolo di quella caldissima intimità. Tale era l'eccitazione che la verga di Gabriel si gonfiò di una spanna, distintamente, allargando ancora di più la carne di Sheba e rendendo le penetrazioni più intense, perché questo non lo rallentò affatto e anzi, lo rese ancora più affamato di lei, aumentando la frequenza con cui la baciava e le respirava perversamente sulla pelle bruna. Uno spettacolo indecente e perverso, puro istinto e niente doti da amatore professionista, solo la foga di chi non riusciva più a trattenere quella voglia folle.
     
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