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The unseen BOOB, is the Fappest
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Sfortunatamente per Fubuki, con un padre come il suo e soprattutto con un potere come il suo, Lotor aveva senza ombra di dubbio sviluppato un livello di pazienza insormontabile, probabilmente anche superiore alle sue abilità di combattimento e questa tra tutte era una delle sue forze migliori. Il suo oscuro passeggero che da sempre lo accompagnava nella vita rimaneva del tutto estasiato e meravigliato nel constatare la freddezza con la quale Lotor riusciva a sostenere certe situazioni, anche e soprattutto quando doveva sforzarsi di non mettersi ad osservare una creatura invisibile che gli volteggiava silenziosamente intorno, cosa di cui oramai era un maestro indiscusso. Se Fubuki voleva fare della pazienza la sua arma migliore avrebbe ricevuto solo pessime sorprese.
Sei stato sfortunato ragazzo... ha un potere interessante, altrimenti l'avremmo divorata volentieri per te... siamo curioso di vedere fin dove ti spingerai...
Forte del fatto che Fubuki non potesse né vederlo né sentirlo, Lotor ignorò completamente Rakhna concentrandosi unicamente su di lei. I giochi erano fatti e la sua eccitazione era evidente oramai, quindi non aveva nessun motivo per nascondersi o per esitare, a quel punto era tutto nelle mani di quella principessina fermamente convinta di poter sottomettere uno come lui. Visto che Fubuki temporeggiava, il ragazzo decise di dimostrarle cosa succede quando il collare intorno alla gola di una cane non è abbastanza stretto: tende a ribellarsi. Se quella giovane viziata era convinta di poterlo tenere buono solo con le parole, si sbagliava di grosso. Stando davanti a lei, sollevò una gamba verso la poltrona, piazzando un piede su uno dei due braccioli, ritrovandosi in una posa trionfale, quasi da conquistatore, cosa che gli permise di metterle letteralmente quell'erezione in faccia. Era stata una sua scelta rimanere seduta, ed era stata una sua scelta non prendergli quel collare che tanto gentilmente Lotor le aveva concesso, quindi era solo colpa sua.
Non ho sentito nessun ordine, immagino di essere libero di fare il mio stretching quotidiano...
Lotor le fece capire che senza un nome e un comando preciso non avrebbe mai interpretato come una richiesta le parole della sua sedicente padrona, né mai si sarebbe offerto di risolvere un problema come il calice vuoto per lei. Doveva dargli un ordine e successivamente sarebbe stato lui a scegliere come eseguirlo, altrimenti non avrebbe fatto altro che ritrovarsi la sua pulsante erezione davanti agli occhi mentre si sgranchiva le gambe. A quella distanza inoltre, Fubuki avrebbe dovuto iniziare a sentire la pressione energetica oscura che proveniva da Lotor. Il ragazzo era molto bravo a nasconderla, dimostrandosi molto più debole di quanto in realtà non fosse, ma anche se la ragazza non poteva vedere l'essere dimensionale che le strisciava attorno esaminandola come una preda da divorare, a quel punto doveva esserle chiaro che Lotor non era semplicemente un pallone gonfiato con la parlantina sciolta, ma un guerriero capace di prendersi tutto quello che vuole in molti modi. Sapere che quel tipo era anche forte poteva rendere il suo gioco più divertente, ma anche molto più difficile.. -
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Fubuki sussultò quando Lotor si infilò bruscamente nel suo spazio personale. Il colpo che lui diede alla poltrona, facendola tremare, il peso della sua aura, le sue parole e l'improvvisa azione, tutto contribuì a creare una Fubuki che fissava imbambolata quella massiccia cosa che le era stata messa proprio di fronte.
La ragazza sbattè le palpebre. Istinto di sopravvivenza, quello della preda di fronte al predatore, prese piede per un attimo. Ma era qualcosa di normale per lei. La forza bruta non era mai stato il suo punto forte. Lei, per il suo eterno dispiacere, non era un combattente, come invece Lotor si mostrava ora. Da non-combattente, per lei era ordinaria amministrazione trovarsi di fronte a quel tipo di tentativo di intimidazione. Suo padre era da "ringraziare", tra le altre cose, anche per quello.
E cosi, quel momento di incertezza passò come era arrivato. Un sorriso languido si distese sul viso di Fubuki. L'ereditiera si lasciò andare sulla poltrona, mostrandosi in tutte le sue curve, lanciando un'occhiata divertita verso Lotor.
"Oh, cielo." Fece. "Ma è possibile che voi uomini iniziate a puntare il pisello il momento che cominciate a sentirvi sotto apprezzati? Cielo, Lotor, e io che pensavo che fossi speciale." Sospirò, scuotendo la testa. Faceva la parte della finta delusa, ma il sorriso sul suo viso diceva chiaramente che lo stava prendendo in giro, senza remore e senza rispetto.
Fubuki si appoggiò le mani sulle guance, facendo un'espressione di finta angoscia. "Oh no, sono stata presa dall'orco cattivo. Cosa potrò mai fare?" Lo guardò per un attimo, dispettosa e impudente fino all'estremo, per poi ridere.
"Lo sai che essere bravo a rompere le cose non ti rende necessariamente il più forte? Mh?"
La ragazza sollevò una mano sottile, carezzando l'erezione ancora coperta dai pantaloni. Lanciò un'occhiata divertita verso Lotor. "E' cosi che conquisti le tue donne? Facendo il duro e mostrando il pisellino? Aw, ma quanto sei adorabile?"
Gli diede un colpetto col palmo, dritto sulla punta. A un uomo normale avrebbe fatto male, ma Lotor probabilmente non avrebbe sentito niente.
"Non è cosi che si conquista, prova di nuovo."
Si accomodò sulla sedia, mostrandosi del tutto priva di preoccupazioni per l'uomo cosi vicino, per la sua erezione o per il piede contro lo schienale. Lotor poteva minacciarla con il suo potere, ma alla fine tutto si risolveva col la minaccia del dolore. Fubuki e il dolore erano vecchi amici, fosse esso fisico e mentale. Non ne era spaventata.
"Ad ogni modo, devo concedertelo. Il tuo potere è reale." Chiuse gli occhi, rabbrividendo un pochino. "Molto sexy." Sospirò. "Mi hai dato un'idea per il mio primo ordine. Che ne dici di raccontarmi cosa sei capace di fare? Ti piace farlo vedere, no?"
Il suo sguardo era insolente all'estremo.. -
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Doveva aspettarsi che non sarebbe durato molto, se Fubuki era davvero così preparata come lasciava intendere Lotor non era sicuramente il primo combattente che provava a metterle i piedi in testa. Ma fu comunque molto, molto appagante vederla tentennare per un momento. Forse se le mostrava un lato più bestiale, più oscuro di sé, poteva raggiungere l'obbiettivo più facilmente? No... che gusto ci sarebbe stato? Lotor poteva prendere con la forza qualsiasi donna, ma per lui ricorrere alla forza per una questione tanto importante quanto la seduzione, il sesso, il piacere, era pura barbarie... toglieva gusto e senso all'obbiettivo ultimo, come giocare ad un videogame con i trucchi o scalare una montagna usando un'ascensore. Semplicemente inutile.
Sento queste parole di continuo, non mi sminuiscono, mi fa pensare piuttosto che voi donne non siate capaci di gestire il corpo di un uomo senza che questo vi abbia fatto prima le dovute presentazioni... disarmanti.
La risposta del ragazzo fu impettita e tagliente, non mentiva di certo: tutte la stessa reazione di fronte ad una mossa scaltra quanto bassa, forse non la più elegante ma che tirava sempre fuori i limiti di un'interlocutrice che non sa cosa aspettarsi davanti ad un uomo determinato. La delusione di Fubuki era finta, ma la soddisfazione di Lotor era reale. Poteva assecondarla, ma non per questo avrebbe mancato di ricordarle che la sfida era ancora aperta e che non c'era nessun vincitore. Semplicemente Lotor aveva scelto di partecipare al gioco.
Non vedo perché un metodo che funziona vada scartato solo perché "semplice". Dopotutto ho raggiunto il mio scopo, no?
Ogni tentativo di denigrarlo era inutile, specialmente se Fubuki iniziava a toccarlo in quel modo. Di solito il tocco delicato e canzonante di una donna è umiliante, ma visto il potere di quella ragazza ogni stimolo era per lui un vero e proprio tonico che lo rendeva più vigoroso, pulsante. Poteva disprezzarlo quanto voleva, ma il corpo di Lotor era una fornace di energia, della più pericolosa, della più affascinante. Anche se era una non combattente, il suo potere poteva risuonare di quella tenebra e nutrirsene. Un richiamo a senso doppio. Il colpetto sancì la fine di quella prima provocazione, Lotor fu certo di aver intascato un punto in un modo, ma ne aveva perso un altro. Sperava di spingerla ad usare ancora il suo potere, più forte ed intensamente, perché significava che anche lei poteva ricorrere a trucchi come lui, e non si sarebbe negata la possibilità di farlo, cosa che li metteva sullo stesso piano. Ma come stuzzicarla oltre? Riportata la palla al centro del campo, Lotor abbassò la gamba lasciandole fiato, non voleva diventare volgare sul serio e lo scherzo è divertente solo quando dura il giusto. Il confronto non era ancora finito e Lotor non poteva fare a meno di domandarsi perché Fubuki non avesse ancora ricorso alle sue abilità. Con quel potere poteva farlo strisciare, ma evidentemente anche lei aveva delle regole. O forse temeva che perdendo il controllo Lotor potesse diventare pericoloso? Perché non farglielo credere allora.
In realtà è l'esatto contrario... non amo affatto mostrarlo, a nessuno. Se ha indagato molto bene su di me dovrebbe saperlo, dato che non dovrebbe aver trovato niente. Il mio è un potere che deve rimanere inosservato, sconosciuto, altrimenti perderebbe qualsiasi tipo di utilità. Potrei dargliene un assaggio, signorina Musamasa... ma è pronta a correre il rischio? Devo avvertirla che potrebbe essere pericoloso...
A quel punto, perfino Rakhna si rivelò sorpreso della faccia tosta e soddisfatta che sfoggiava Lotor in quel momento. Aveva davvero intenzione di mostrarle il suo oscuro passeggero? Oppure voleva semplicemente spaventarla? In fondo, una donna sveglia come lei poteva capire che rivelare un segreto del genere significava legarla a doppio filo con lui... doveva custodire un segreto immenso che se rivelato poteva costarle la vita.. -
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Fubuki ridacchiò, una mano elegantemente sollevata a coprirle le labbra.
"Se il tuo scopo era di fare una pessima figura, si, ci sei decisamente riuscito."
La divertiva immensamente sminuirlo, specie perchè era un uomo dall'ego cosi grande. Sospettava che sotto sotto lo infastidisse, ma chissà, magari invece attizzava solo il suo senso di sfida.
Lo guardò, come una padroncina potrebbe guardare il suo cagnolino che cerca di alzarsi sulle zampe posteriori. Arrogante, pretenziosa, testarda e egoista, questo era il suo atteggiamento.
Sembrò riflettere un attimo sulle sue parole. Era curiosa? Ah, immensamente. Il potere era il più potente afrodisiaco, dicevano, e Fubuki sapeva per certo che era cosi. Uno dei suoi grandi crucci era proprio di non essere un combattente a sua volta, anche se le sue capacità avevano i loro risvolti immensamente piacevoli.
Ma non era quello il punto.
"Sventoli questa tua capacità di rompere cose come un minuto fa sventolavi quel affare che hai là sotto." Fece con un sorriso dismissivo. "Ti diverte fare il bulletto con me, che non ho niente per difendermi? Ah, un uomo certamente degno di stima !"
Lo sguardo irritato che gli lanciò era solo per metà fasullo. In realtà, la infastidiva non poterlo contraccambiare con la stessa moneta. Ah, l'ingiustizia della vita. Perchè non poteva avere un potere combattente anche lei?
Le sue spalle delicate si alzarono e abbassarono in un movimento delicato. "Tienilo per te." Sospirò. "Saresti capace di ricattarmi perchè ho visto che puoi proiettare raggi laser dagli occhi o qualcosa del genere."
Un altro attacco, un altro tentativo di sminuire quello che lui riteneva importante. Ah, Fubuki lo invidiava, ma aveva imparato a convivere con quel particolare vizio.
Ma quel uomo la incuriosiva e, nonostante tutta la sua arroganza e maleducazione verso di lei (era troppo chiedere il rispetto che le conveniva?), la attraeva. Il potere lo faceva sempre, e potere sembrava circondare Lotor come profumo.
"Cos'è che cerchi esattamente, Lotor?" Chiese, e per la prima volta non c'era un sorriso spavaldo sul suo viso. Sembrava seria, pensierosa quasi. "Parlavi parecchio in grande prima..."
Il suo silenzio era un invito a spiegarsi.. -
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Doveva ammettere che iniziava ad essere divertente quel botta e risposta di illazioni e frecciatine, rischiava di perdere la sua valenza provocatoria ma non impediva di certo a Lotor di risponderle a tono e con un sorriso compiaciuto sulla bocca.
Non sono io che le ho dato una curiosità pericolosa, la misoginia ha avuto piede libero per molto tempo proprio per questo...
Ridacchiò in quel caso, lasciandosi sfuggire una reazione che lo sbilanciava rispetto alla freddezza che aveva mantenuto fino a quel momento, ma non fu un male: dopotutto stavano iniziando a conoscersi e lo stavano facendo nella maniera peggiore possibile. Intrigante. Ma Fubuki era abbastanza sveglia da capire che il potere di Lotor era potenzialmente un motivo di ricatto, o comunque un grande rischio per lei visto che doveva rimanere un segreto. In realtà alimentare così tanto la necessità di doverlo tenere nascosto era di per sé già molto rischioso, ma Lotor si stava abituando a concederle qualche vittoria, forse perché la riteneva un'avversaria che aveva bisogno di un piccolo aiuto, oppure perché anche lui aveva delle debolezze difficili da combattere. Chissà.
Rinuncia così facilmente al suo primo ordine? La mia padrona ha una mano davvero poco ferma...
L'ennesima provocazione, stavolta più leggera delle altre. Non voleva impuntarsi con quell'argomento e quindi lasciò correre. E venne ricompensato, visto che Fubuki parve perdere momentaneamente di vista quel gioco che doveva ancora diventare erotico, passando per qualcosa di molto più intimo e personale. Sembrava davvero interessata a conoscere il vero obbiettivo di Lotor, ma come poteva spiegarlo in parole semplici.
Vuole che glielo dica così potrà sminuire anche questo?
Non lo disse con tono infuriato, anzi accennò perfino un sorrisetto, sembrava più un invito a farlo, per dirle che quel gioco non andava perso di vista e che lo stava intrigando, altrimenti non avrebbe perso tempo con lei. Chiuse gli occhi lentamente e abbassò lo sguardo assumendo un'aria più seria senza però perdere quel sorrisetto compiaciuto sul suo mondo.
Io voglio controllo. Controllo su tutto. Sulla mia casa, sul mio gruppo, sulla mia squadra, sulla mia società, sulla mia setta, sulla mia nazione, sulle decisioni che mi riguardano e che riguardano quello che mi sta intorno. Voglio influenza, potere e controllo. Il nome che vuoi dare a questo lo lascio scegliere a chi che sia... "conquista del mondo", assoggettarlo, non mi interessa come viene considerato. Io voglio tutto.
Da quel punto di vista, l'ego di Lotor era così grande da non poter essere sminuito. Non si trattava della prepotenza di un energumeno che sa di poter schiacciare ogni nemico sul suo cammino, né l'ambizione di un conquistatore con l'obbiettivo chiaro nella sua mente. No, il suo obbiettivo era qualcosa di immenso, quasi divino, perché lo era per lui e lui soltanto. Nessuno poteva capirlo e non si aspettava che qualcuno potesse farlo, soprattutto Fubuki che se si fosse rivelata così affine a lui lo avrebbe certamente sorpreso..
