Un trasloco movimentato

Per Doom

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    Ottima scelta, Sho-kun...
    Gli sorrise, senza dare a vedere quanto fosse sorpresa. Ad essere sincera, Jadis si aspettava un qualche tipo di protesta, che però non giunse, sconvolgendola ancora una volta. Aveva pensato che almeno inizialmente Shouta di sarebbe negato, avrebbe fatto il prezioso, tirando fuori uno di quei discorsi da vero "uomo" che gli stavano tanto bene addosso nonostante fosse di fatto poco più grande di lei. Era certa che da qualche parte nella sua mente il ragazzo avrebbe voluto farlo: parlare, guardarla in faccia e fermarla, dirle magari che era sbagliato e che non si poteva... Ma dal momento che non lo fece ella colse la palla al balzo. Dopo avergli mostrato la propria approvazione chiamandolo per nome e usando addirittura un onorifico, senza concedergli un solo istante per cambiare idea o pentirsi della risposta data, si fiondò su di lui. Proprio come se avesse voluto zittire i suoi sproloqui mentali tanto quanto avrebbe fatto se solo li avesse pronunciati ad alta voce, a un soffio dal suo glande bisognoso di attenzioni le bastò spalancare le labbra e tirare ben fuori la lingua, tenendola piatta per portare la testa in avanti e accoglierlo in gola centimetro dopo centimetro, facendolo sparire completamente fino a toccare con la punta del nasino quella peluria rossa che la faceva impazzire. Ovviamente non fu del tutto una passeggiata, per quanto fosse brava e passionale in ciò che faceva, Sho era a dir poco dotato ed era impossibile rilassare i muscoli dell'esofago abbastanza da trattenere qualche conato, tuttavia non si fermò mai: se sentiva che la sua gola tentava di respingerlo si aggrappava alle natiche che tanto aveva torturato durante il loro amplesso e si bloccava giusto il tempo di aprirla di più e proseguire. Nonostante tutto, fu delicata, se la sua bocca era affamata come non mai, le sue mani erano leggerissime sui graffi ancora freschi, tanto da sembrare che quella mani fossero più un massaggio confortante per lui che un reale appiglio. Tenne gli occhi alti finché seppe che il rosso poteva vederla mentre lo fissava in faccia e lo ingoiava piano, poi li chiuse con gusto quando arrivò alla fine del percorso e con la lingua che aveva tenuto fuori leccò come riusciva anche la base delle sue gonadi, concedendosi un sospiro di piacere per quell'assaggio. Il sapore era intenso e acre, complice tutto il seme con cui si era sporcato in precedenza, ma non una sola volta lasciò intendere che si sarebbe tirata indietro, anzi, quando iniziò a muovere la testa per far scorrere le labbra umide lungo l'asta, sembrò che la sua lingua volesse raccogliere ogni millilitro di nettare avanzato, quasi volesse sostituirsi ella stessa al bagno promesso, tanto che una volta finito probabilmente non avrebbe avuto bisogno del sapone per eliminare eventuali rimasugli. All'inizio si concesse diversi affondi portati a termine senza prendere fiato, due, tre, addirittura quattro, soffocando i conati in movimenti sempre più veloci della testa che invitavano quasi ad afferrargliela e tenerla giù. Era certa che Shouta avrebbe desiderato di farlo, che probabilmente stravolgerle l'espressione e guardarla mentre le guance le si gonfiavano diventando rosse sarebbe stato estremamente soddisfacente e liberatorio per lui... e pensò persino che fosse il caso di permetterglielo. Un sorrisetto soddisfatto le si dipinse sul viso quando alla fine del quarto affondo risalì lentamente l'asta portandosi dietro così tanta saliva che quando lo abbandonò diversi rivoli, non solo copiosi ma anche denti, legarono la sua lingua al suo cazzo come una sorta di filo del destino molto difficile da spezzare. Jadis si premurò di studiare bene le sue reazioni, voleva cogliere ogni sussulto, ogni sfumatura nell'espressione, quasi potesse comprendere i suoi desideri solamente guardandolo, o leggere nei suoi occhi cosa provasse. Solo al loro primo incontro aveva usato il suo potere da Taimanin per carpire la bontà del suo animo semplicemente toccandolo, ma in quel momento avrebbe voluto poter leggergli nella mente per vedere quali fantasie sconvolgenti e perverse si stesse facendo su di lei. Anche quando gli abbandonò la carne continuò a leccarlo, vorticando sul suo glande con la lingua prima che decidesse che, se non poteva leggergli il pensiero, gli avrebbe concesso di mostrarglielo.
    Questo è il tuo premio... Hai il permesso di toccarmi come desideri... e puoi dirmi apertamente cosa vuoi che ti faccia.
    A quel punto fece una cosa volutamente perversa e scenica: mise le mani a coppa sotto il suo mento e, spalancando la bocca e tirando ben fuori la lingua, fece colare dall'organo esposto una copiosa quantità di saliva direttamente sui suoi palmi, quegli stessi palmi che poi portò alla sua asta, l'uno sulla porzione superiore, l'altra su quella inferiore, iniziando a massaggiarlo dapprima con movimenti alternati ma che si compensavano a vicenda, poi all'unisono, mostrandogli le svariate tecniche con le quali avrebbe potuto soddisfarlo. In quel momento lo stava facendo per piacere ed era una vera delizia sentire la carne di Sho tra le dita, ma doveva ammettere con se stessa che in quella scenetta studiata c'era anche tutto il suo lato più subdolo per tenere il rosso esattamente lì, imprigionato da catene che lui stesso si sarebbe messo al collo perché semplicemente era troppo piacevole averle. Prima avesse accettato quanto sarebbe stata una Padrona perfetta e fantastica, prima sarebbe stato davvero facile manipolarlo a propria piacere... O almeno così sperava. Non voleva soffermarsi sul fatto che anche a lei piacesse toccarlo, anche lei stesse piacendo fin troppo fissare quel cazzo magnifico mentre pulsava tra le sue dita, o che soprattutto a lei l'odore del suo sesso e la vista di quei peli rossi ancora imbrattati la stava facendo impazzire al ricordo di quando le avevano graffiato il clitoride mentre veniva una terza volta. Aumentando la velocità del massaggio, le sue palpebre si fecero pesanti e si perse un momento a guardargli il sesso piuttosto che gli occhi, perdendo così un po' di presa ipnotica che si premurò di recuperare appena se ne accorse... Quando sollevò lo sguardo su di lui tuttavia, aveva il viso rosso e così voglioso che sembrava ella stessa in preda al piacere, e le palpebre pesanti non facevano che darle un aspetto fin troppo preso da ciò che stava facendo. Iniziò a mordicchiarsi il labbro inferiore, umido della sua saliva, rilasciandolo poco dopo tanto che, carnoso com'era, sobbalzò leggermente, il tutto mentre continuava a muovere le braccia così passionalmente che i suoi seni ballonzolavano a ritmo del massaggio. La sua voce era roca per tutt'altri motivi che la fatica, quando parlò ancora e si sforzò di tornare a sorridere maliziosa.
    Quindi chiedi pure, cucciolo mio: cosa vuoi che faccia la tua Padrona con questo splendido cazzo obbediente?
    Quello che avrebbe dovuto essere un vezzeggiativo dolce non suonò affatto come tale... tanto quanto quel "mio" fu così pieno di senso di possesso che dall'esterno sembrava quasi di potersi figurare una serie infinita di catene iniziare ad avvolgere una ad una il corpo del poverino... Ma a quel punto era possibile liberarsi?
     
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    Ogni traccia di pentimento e di rimorso nel cuore del rosso svanì proprio come il suo cazzo: dentro quella gola così piccola eppure così profonda che non lasciava spazio a margini di errore. Ogni sussulto, ogni conato che Jadis si sforzava di trattenere per accoglierlo tutto dentro di sé era un fremito vigoroso che risaliva la schiena del rosso e che lo faceva maledire, maledetto per aver accettato, perché non aveva altra scelta se non tirarsi indietro e invece lui aveva ceduto alla carne come un dannato infante. Le natiche del rosso si indurirono mentre Jadis si stringeva ad esse e lui si piegava in avanti come a volerle dire di prenderne ancora, entusiasta del suo premio per la fedeltà dimostrata. Ogni volta che pensava malauguratamente di abbassare il capo per vedere cosa aveva davanti richiudeva poi gli occhi serrandoli disperatamente, come un guerriero accecato dal sole che sa di aver concesso al suo avversario un temibile vantaggio. Era troppo erotico, non poteva anche guardarla negli occhi oppure avrebbe afferrato quante più ciocche di capelli possibili e l'avrebbe spinta verso di sé per scoparle la gola in maniera non più gentile di come aveva fatto col suo culo. Ma non era il suo ruolo, non poteva farlo, anche se la lingua di Jadis stava facendo sparire ogni traccia di umori dal suo membro, anche se la sua gola lo stava letteralmente risucchiando, anche se il suo volto lo stava divorando proprio come la dominatrice che voleva incarnare, lui doveva resistere. Paonazzo in volto, col fiato spezzato, non sapeva nemmeno cosa gli aveva permesso di resistere ad un eventuale nuovo orgasmo, probabilmente solo il fatto che era venuto da poco o la prospettiva di fare di più, non c'erano altre possibili spiegazioni. Riaprì gli occhi solo quando sentì il viscido mix che si era creato tra la bocca di Jadis e il suo membro iniziare a dilatarsi come una perversa e umida corda che li univa indissolubilmente, ma aveva pensato che si potesse suggellare un patto anche in quel modo. Riprese a tremare, stretto nella presa di quelle mani abilissime, ipnotizzato dal corpo di Jadis che danzava sotto di lui, impaziente di accogliere la richiesta del suo servetto. Certo era una proposta piacevole all'apparenza, ma non era affatto così... perché un servitore deve stare attento a ciò che chiede. Ovviamente la cosa che bramava di più in quel momento Sho era l'intimità di Jadis, non per qualche trionfo personale o per metterle qualche marchio addosso, no, era puramente desiderio carnale e visto che aveva già violato sia il suo culo che la sua bocca non restava altro che riempirle l'utero fino a farla gridare di piacere, questa era l'unica sincera ragione dietro quel pensiero e nulla più, ma anche messa cosa sapeva che non glielo avrebbe concesso, anzi addirittura poteva sembrare un affronto visti i loro trascorsi. No, stava sbagliando tutto... il momento del premio non è quando la padrona ti permette di sceglierlo, perché una padrona sa benissimo cosa vuole il suo servitore... quella era una prova! Per dimostrare la sua fedeltà, oppure per vedere quanto in là si sarebbe spinto. Jadis era astuta e maligna, specialmente ora che aveva appagato i suoi desideri carnali e poteva pensare lucidamente. Ma anche Sho aveva di nuovo sangue al cervello... più o meno.
    Ciò che vorrei... è ricambiare quello che stai facendo per me... voglio leccare la fica della mia padrona fino a farla venire.
    Non poteva di certo dire che non fosse comunque in parte un premio, per lui. Dopotutto le burrose carni di Jadis erano inviolate e solo guardarle significava perdere semplicemente la testa. Forse non gli avrebbe concesso di deflorarla ma sicuramente poteva gustarsi un frutto proibito unico della quale poteva godere anche senza penetrazione, e senz'altro poteva rendere indimenticabile la cosa anche per lei. In quanto a dare piacere alle donne con i preliminari, Sho poteva dirsi esperto.
     
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    Per quanto fuori dal letto non si trovassero bene, nel sesso Jadis e il rosso si stavano dimostrando a dir poco complementari. Vederlo contorcersi in quel modo grazie alla propria abilità era una goduria per la ragazza, anche più del sapore salato e virile che si stava gustando con sempre più soddisfazione. La sua vulva era visibilmente umida, tanto che dalla fessura vergine era possibile distinguere i suoi umori grazie al riflesso della luce che li faceva brillare, un lungo rivolo che scivolava verso l'interno delle natiche. La giovane non perse un solo istante il contatto visivo, neppure quando la sua bocca abbandonò il cazzo del giovane per potersene occupare con le mani, e proprio grazie a ciò riuscì a vederlo mentre strizzava gli occhi ogni volta che la guardava, quasi volesse trattenere un orgasmo e la considerasse semplicemente troppo eccitante per resistere. Bene... Bene! Finalmente le mostrava l'attrazione che entrambi avevano sempre cercato di mascherare per non darsi soddisfazioni a vicenda, e questo non fece altro che far sì che ella si sentisse ancora più in vena di farlo impazzire, cosa che esplicitò iniziando a masturbarlo con sempre maggior vigore, ignorando ampiamente il fatto che volesse parlare e anzi, facendo il possibile per renderglielo più difficile. Quando lo vide che apriva la bocca per provarci si fiondò infatti anche con la bocca sul membro, prendendo a succhiarlo mentre lo masturbava, in una combo non solo avanzata, ma semplicemente irresistibile. Il fatto che nonostante ciò lui fosse riuscito a parlare fu un duro colpo per lei, nonché un vero mistero, eppure le sue parole riuscirono a spegnere qualsivoglia tipo di incertezza o fastidio... Non si aspettava che Sho fosse così furbo! Probabilmente se avesse scelto una via che l'avesse messa in difficoltà o avrebbe minato la sua figura di Padrona, ella avrebbe avuto più di una scusa per punirlo o infuriarsi, ma in quel modo... era semplicemente inattaccabile! Per un istante dopo aver ascoltato quelle parole si bloccò, senza parola, guardandolo con il suo glande ancora in bocca e due occhioni pieni di domande, che sembravano poco contenti di lui... cosa che in un certo senso era vera, poiché il pensiero di Jadis in quel momento era qualcosa come: "Come fa a essere così bravo?!". Eppure non se la sentì di protestare più di tanto, anzi, rammentando quali magie sapessero compiere quella lingua e quelle dita, non poté che staccarsi da lui con un sonoro risucchio (deliberatamente chiassoso) che le permise di assaggiare nuove quantità del suo sapore. Lentamente pose fine anche al massaggio, concludendolo con quella che sembrava una lenta carezza finale, quasi un contentino prima di abbandonare quella carne ampiamente abusata. Guardandolo, gli sorrise, una punta di malizia nell'espressione eccitata. Si sollevò sulle punte dei piedi e lo guardò più da vicino, appoggiandosi a lui con tutto il corpo, in una deliberata carezza con ogni centimetro della sua pelle perfettamente liscia e morbida. Una volta in piedi, erano abbastanza vicini che ella avrebbe potuto gettargli le braccia al collo per baciarlo, e in effetti fece qualcosa di simile: lo afferrò per il collare che aveva tenuto addosso apposta per lei, infilando indice e medio nell'anello che solo qualche bacio e tanto sesso prima era stato sopra al suo buchino, tirando verso il proprio viso per poterlo baciare, guardandolo in faccia secondo dopo secondo prima che fosse abbastanza vicino da fiondarsi sulle sue labbra e morderle prima di baciarle, chiudendo finalmente gli occhi. Le venne da ridacchiare e lo fece, sospirando contro di lui. Era probabilmente l'unica umana al mondo a poter vantare un alito piacevole dopo aver succhiato così a lungo un affare ancora sporco di sperma.
    Mi piace questo tuo lato sottomesso, Sho... Mi piace davvero molto. Potrei seriamente abituarmi... e non sono sicura che ti piacerà...
    Lo disse solamente per mettergli paura, ovviamente, ma la voce roca e la promessa che aveva negli occhi facevano pensare che da quel momento avrebbe mirato a prosciugarlo completamente: dalla saliva, al sudore, finanche all'ultima più piccola goccia di sperma... nonché a tutta la sua energia. Attirandolo per il collare, Jadis camminò lentamente all'indietro, quasi lo stesse chiamando a sé con l'indice, solo che piuttosto che limitarsi a quello lo tirò come un vero e proprio cucciolo.
    Se vuoi davvero soddisfare la tua Padrona, solo la tua lingua non basterà... Per tua fortuna ho una valida alternativa da proporre.
    Disse così, peccato che di "proposta" non ci fosse proprio nulla. Shouta si sarebbe ritrovato probabilmente ipnotizzato dalle movenze della ragazzina, che faceva di tutto per attirare il suo sguardo sul proprio corpo nudo, o su particolari del suo viso, che fossero gli occhioni dalle lunghe ciglia, le labbra che mordicchiava di tanto in tanto, o ancora il collo tenuto alto e scoperto, quasi invitasse ad afferrarla da lì, per non parlare dei seni o della vulva esposta le cui grandi labbra, morbidissime e burrose, si strusciavano l'un l'altra ad ogni onda compiuta dai fianchi per ogni singolo passo fatto. Se solo il rosso avesse avuto il tempo e il modo di prestare attenzione a qualcos'altro che non fosse la sua giovane Padroncina, si sarebbe reso conto che lo stava guidando verso un angolo destinato agli ospiti alle sue spalle, arredato con un tavolino molto basso e minimale in legno su cui Baiken era solita posare cocktail o tè quando si rilassava lì, e ai lati due grandi sdrai del medesimo materiale. L'angolo era posizionato a pochi metri dal bordo della sorgente, subito a sinistra della porta-finestra, dietro una parete, un punto che risultava dunque "cieco" se si arrivava dall'interno della casa. Gli sdrai non sembravano particolarmente comodi, essendo dotati di uno scheletro in legno piuttosto all'antica, ma avevano dei morbidi e grossi cuscini adagiati sopra che sembravano compensare la mancanza. Una volta toccato lo schienale dello sdraio con il fondo schiena, Jadis piuttosto che voltarsi e sistemarlo per sedervi, sorrise malefica, voltandosi continuando a guidare Sho, costringendo dunque anche lui a farlo. A quel punto fece un vero e proprio test: lo sdraio era posizionato con lo schienale verso di lui, dunque non avrebbe potuto sedervi sopra nell'immediato, eppure l'inclinazione gli avrebbe concesso probabilmente di cadervi sopra e finire con la testa all'ingiù, se si fosse fidato della sua spinta... ed era esattamente ciò che lei gli stava tacitamente chiedendo. Lo spinse su esso con quelle stesse due dita usate per attrarlo, senza alcuna forza, come se fosse sicura o esigesse al centro per cento, che lui si lasciasse cadere semplicemente perché la sua Padrona lo stava guidando. Se Shouta avesse superato il test, si sarebbe ritrovato "seduto" in modo decisamente strano: le gambe all'aria, in alto sullo schienale, mentre la sua testa era comodamente adagiata sull'incavo pensato per ospitare ben altro, con la schiena leggermente piegata che dunque seguiva la particolare forma dello sdraio, cosa che gli avrebbe impedito di avere un grosso mal di schiena dopo quelle acrobazie. A quel punto avrebbe anche potuto chiedersi cosa diavolo avesse avuto in mente quella pazza di una ragazzina... se solo avesse avuto il tempo di pensare, poiché Jadis si sarebbe "seduta" a propria volta, per la precisione a cavalcioni sulla sedia e dunque sulla sua faccia, adagiandosi piano e tenendosi al centro della sommità dello schienale, scendendo lentamente in modo che il ragazzo avesse modo e tempo di godersi ogni istante della vista del suo sesso fradicio prima di ritrovarselo sulla bocca. Non lo soffocò, non era quello l'intento, anzi, si premurò di premere solo con la vulva dove contava, sporgendosi dunque con il bacino in avanzi, iniziando fin da subito a ondeggiare i fianchi. La chicca di quella posizione? Lei aveva pieno e assoluto accesso al fallo del giovane che sperava vivamente di trovare più duro che mai a quel punto, perché che fosse così o meno ci si sarebbe avventata riprendendo esattamente dove aveva lasciato in precedenza con la bocca: accogliendolo fino in gola con il preciso scopo stavolta di non fermarsi, nient'affatto. Anzi, si sarebbe mossa più forte, più veloce, succhiando ancora più abilmente di prima neppure avesse deciso di staccarglielo con la semplice forza della bocca. Intendeva farlo venire così e farlo anche nel minor tempo possibile poiché, poco prima di accoglierlo, ebbe il tempo persino di sospirare una sfida:
    Ora, fammi vedere quanto è bravo il mio cucciolo a usare la lingua... E prometto che se riuscirai a farmi venire prima di farlo tu stesso, potrai esprimere un secondo desiderio... Magari più sincero, stavolta.
    Ebbene sì, altro test... Gli concedesse la possibilità di smentire ma l'avrebbe avuta soltanto divincolandosi il prima possibile da quella posizione sì piacevole, ma anche terribilmente invalidante. Era facile capire quanto fosse importante darle torto, poiché di fatto l'aveva accusato di non desiderare davvero il sesso della sua Padrona in faccia... e se ciò fosse stato vero, sarebbe stato un affronto fin troppo grave persino per lui. Un peccato che per rispondere avrebbe dovuto sprecare tempo prezioso per vincere la sfida...

    Edited by .Bakemono - 29/1/2020, 22:52
     
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    Anche se stretto dalle sue dita e divorato dalla bocca di Jadis, Sho poteva dirsi sicuramente soddisfatto dello sguardo che era riuscito a strapparle, sicuramente non era solita a vedersi tanto sorpresa eppure il rosso riusciva a tenerle testa come pochi, se non nessuno ovviamente. Sho non poteva neanche immaginare da quanto tempo Jadis cercasse qualcuno alla sua altezza, o quantomeno degno di essere chiamato "degno servitore", ma non c'era spazio per simili domande visto che la netta risposta della ragazza non tardò ad arrivare e fu molto, molto rumorosa tanto da farle schioccare le labbra mentre richiudeva la bocca con un fare semplicemente ingordo. Sho era totalmente rapito da quella visione, l'espressione inebetita, impossibilitata dal sembrare davvero un demente solo perché lo sguardo serio del rosso aveva la meglio sul sangue che lentamente abbandonava il suo cervello. La vide sollevarsi e non diede affatto per scontato che potesse baciarlo, anzi per istinto rimase fermo e immobile mentre lei si sollevava sulle punte dei piedi e lo abbassava per il collare. Lo stupore sul suo volto era tangibile a quel punto e si aspettava un rimprovero, non di certo un bacio, che tuttavia seppe ricambiare senza esitazioni visto quanto erano morbide e calde le labbra di Jadis. Semplicemente irresistibili.
    Mettimi alla prova.
    Rispose, tagliente e sibillino alla velata minaccia di Jadis. Era un bravo schiavetto si, ma non doveva di certo abbandonare la sua vena agonistica. Non era un atto di ribellione, piuttosto un modo per dimostrarle ancora una volta che era degno di ricoprire quel ruolo sopra a chiunque altro. Dopodiché la seguì, lasciandosi trascinare dal collare mentre Jadis dava l'idea di voler acconsentire a quella richiesta, ma con le sue regole. Sho rimase leggermente incuriosito, non aveva compreso minimamente cosa volesse intendere la sua giovane padrona con quelle parole pertanto si limitò a seguirla in un primo momento, senza domande inutili visto che la sua attenzione era completamente rapita dalle sinuose movenze di quel corpo ipnotico. Proprio come Jadis lo teneva per il collo, Sho fissava quello sottile e delicato di lei, domandandosi se alla prossima occasione avrebbe potuto morderlo oltre che a leccarlo, o stringerlo con forza... fin dove si spingevano le perversioni di Jadis? Probabilmente c'era una soglia che era bene non superare... fidandosi del tocco deciso di Jadis, Sho si ritrovò a cadere come un sacco di patate su quella sdraio all'apparenza piuttosto scomoda, usata nel modo sbagliato poteva rendere la schiena del rosso un vero e proprio incubo per settimane intere ma si era spinto troppo oltre per rifiutarsi proprio a quel punto quindi assecondò Jadis e si adagiò su di essa in modo decisamente poco elegante, iniziando a guardarsi attorno come se si fosse appena svegliato da uno strano sogno. Che aveva in mente quella dannata pervertita? Neanche il tempo di chiederselo che la languida e dischiusa vulva della sua padrona si palesò sul volto del rosso eclissando ogni traccia di luce e costringendolo a guardare solo quella. Jadis aveva davanti a sé una verga marmorea ma che divenne ancora più vigorosa guizzando verso di lei nel preciso istante in cui Sho sfiorò con le labbra quella caldissima intimità, sospirandole contro un fiato caldo colmo di desiderio che l'avrebbe fatta godere ancor prima di darsi da fare, tale era la temperatura di quel sospiro di pura passione. Era già sul punto di avventarsi su di lei come una bestia affamata ma trovò la volontà di ascoltare le sue parole, stavolta ascoltando attentamente ciò che aveva da dire perché un secondo desiderio era prezioso, non perché gli avrebbe dato occasione di dimostrarsi ancor più fedele, ma perché la sua padrona aveva chiesto un desiderio sincero... e Sho non avrebbe esitato stavolta. Di fronte alla prospettiva di poter andare oltre, il rosso sollevò le mani per poterle afferrare quelle natiche perfette e spingerla verso di sé, con la stessa forza il suo corpo si piegò verso di lei iniziando ad assecondare i movimenti dentro la sua gola, fottendola in maniera più lenta ma ugualmente decisa rispetto a quando le stava scopando il culo. Sho non si rivelò inferiore e dopo una lunga e golosa lappata che partì dal suo clitoride e arrivò fino al perineo, il ragazzo prese a baciare le sue grandi labbra senza rispetto, succhiandole e mordendole prima ai lati, poi una alla volta, poi assieme, spremendone i succhi con i suoi stessi denti senza preoccuparsi di farle un pochino male. Strapparle qualche gemito di dolore mentre la sua verga era circondata dalla gola che avrebbe dovuto sussultare non poteva che essere una vittoria per lui. Dopo averla mordicchiata iniziò a leccarla avidamente, facendo sprofondare la sua lingua dentro di lei a caccia del sottile strato che proteggeva la sua purezza, dilatandolo e stuzzicandolo per poi passare di nuovo alla parte esterna. Non c'era centimetro di quell'intimità che Sho non riuscì a leccare, mordere e baciare ,e man mano che i succhi di Jadis scivolavano fuori dalla sua intimità, lubrificandone la carne, le dita del rosso scivolavano sulle sue natiche avvicinandosi sempre di più verso il buchino che aveva profanato fino a poco prima, iniziando a massaggiarlo e poi iniziare a penetrarlo con le dita, non in maniera invasiva ma con velocità crescente. Jadis poteva sentire la volontà di Sho in quel momento farsi ferrea: la sua verga pulsava dentro la sua bocca come se dovesse venire da un momento all'altro ma resisteva, rivelandosi marmorea, mentre i testicoli si facevano rugosi e turgidi pronti a lanciare la loro passione, ma fermandosi sotto il comando perentorio del rosso. Non aveva intenzione di perdere e avrebbe fatto di tutto per spingerla all'orgasmo, non importava quanto ci sarebbe voluto.
     
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    Vedendo la sorpresa nel volto di Shouta, Jadis non poté che sorridere soddisfatta mentre si staccava da lui, e proprio per quella soddisfazione venne colta di sorpresa dall'aria di sfida e dalle parole del giovane, che la spinsero a sussultare leggermente. Allora c'era ancora un po' di spirito combattivo dentro quel fisico statuario! Non lo diede a vedere, ma una fitta di eccitazione la colse tra le cosce, cosa che ovviamente non poteva mostrare a lui, dunque si limitò a tirare un po' il suo sorrisetto e strattonare un po' il collare così da rammentargli di stare al proprio posto... sperando che non l'ascoltasse del tutto.
    Non mi provocare...
    Lo sapeva, lo sapeva... era un po' contraddittoria in quei desideri, ma del resto non aveva mai avuto un rapporto del genere altrettanto stimolante e liberatorio. Scambiarsi frecciatine con lui, o anche il semplice fatto che le tenesse testa ma al tempo stesso la guardasse come se volesse toccare e leccare ogni centimetro del suo corpo, erano contrasti capaci di farla impazzire. Ciò ovviamente non significava che lo odiasse meno! Figurarsi. Avrebbe negato fino alla morte il suo interesse nei suoi confronti e la voglia di soffocarlo tra le sue cosce era più forte che mai, in quel momento come in tanti altri. Forse appunto per ciò decise di trascinarlo in quella posizione scomoda e gioì perversamente del suo lasciarsi andare, nonostante l'acrobazia cui lo sottopose. Vederlo lì, con gli occhi puntati sulle sue gambe toniche che si aprivano per scavalcarlo, fissandosi poi su ciò che celavano, le fece ringraziare gli anni d'allenamento e palestra che le conferivano un aspetto così sensuale. Jadis sapeva di essere bella, del resto faceva di tutto per essere sempre perfetta, ma il modo in cui la guardava quel cane irrispettoso la faceva sentire molto più che una dea, una potente divinità del sesso. Le sarebbe piaciuto mostrare questa convinzione anche con i fatti fino alla fine, proprio per questo si era fiondata sul cazzo di Sho prendendolo tutto in una volta e iniziando a masturbarlo e succhiarlo con abilità degne di una pornostar, ma bastò già solo il suo sospiro caldo sulle labbra per farla tremare e spingerla a stringere le mani lungo lo schienale della sedia, figurarsi il resto. Nonostante il piacere, cavalcò la lingua del rosso come poteva, ondeggiando con i fianchi, andando avanti e indietro con il bacino, sollevandosi quando lui le mordicchiava le labbra e sedendosi sopra la sua faccia quando le sensazioni si facevano più forti. Il morso la fece sussultare e gemere, un gemito destinato a soffocarsi nella sua stessa gola mentre muoveva velocemente la testa contro il pube del giovane per non staccare il naso da lì. Il modo in cui l'esofago le si gonfiava faceva pensare che sarebbe scoppiata tali erano le dimensioni, eppure non una volta cedette. Piuttosto insistette come poteva: anche quando era costretta a prendere fiato portava subito le mani a masturbarlo velocemente e continuava a leccarlo tra un ansito e l'altro, mentre la saliva fungeva come lubrificante e incentivo di quei massaggi. Quando lo sentì pulsare penso che di certo avrebbe vinto... ma non si aspettava che il suo "attacco" si facesse ancor più profondo. Riuscì a restare quasi calma quando si trattò di essere semplicemente leccata o morsa all'esterno, già all'interno iniziò a tremare appena e le dita curate dei suoi piedini iniziarono a piegarsi e stringersi così come le sue mani. Ogni volta che sentiva di star per ansimare più forte soffocava i propri lamenti con la carne di lui, concedendogli non solo tutta la sua abilità in quel tipo di effusione ma anche e soprattutto gli spasmi della sua gola. Nessuno dei due sembrava voler cedere, tanto che a un certo punto ella si staccò e, massaggiandolo sempre più veloce, si appoggiò ansante al bordo dello schienale mordendosi le labbra per non gridare, cercando di distrarlo con le parole.
    Tsk... nh-non sei poi... così... bravoh. Ghnn!
    Parole che comunque non riuscirono a essere poi così incisive, complice la voce roca e ancora provata da ogni singolo affondo a danno delle sue corde vocali, ma anche e soprattutto del suo ansimare e mugolare continuamente.
    Di certo però... sei resistente... Teh lo concedoh, Ahnfhh.
    Le dita dentro furono un tocco di classe che le diede il colpo di grazia, strappandole un lamento molto più forte degli altri e spingendola a mugolare una protesta che suonò a malapena comprensibile, un mix di farfugli e gemiti che sarebbe dovuto essere "Non ti ho dato il permesso di toccarmi lì", ma fu più: Nh-non ti... Nh-non... valeh... lì!
    Nell'impeto del momento si sentì giustificata ad andare sul pesante: sfruttò quindi la sua fichetta inviolata e quel sedere magnifico che Sho si divertiva a torturare per sedersi su di lui e giocare con il suo respiro, impedendogli a tratti e per tempi ben precisi e ritmati di respirare, il tutto mentre ovviamente sfogava la propria competitività nelle cure che riservava al suo sesso. Jadis era una grandissima patita delle pratiche bdsm legate al controllo del respiro, "asfissia erotica", o comunque la si volesse chiamare, e più di una volta il rosso era finito per scoprirlo ma quella volta la giovane non si diede freno: avrebbe dovuto lottare davvero per riempirsi i polmoni e solo lei poteva concederglielo. Non solo, ogni volta che lo faceva assestava una stimolazione diversa al suo cazzo, che fosse con la bocca, con la lingua o con le dita, alternando il tutto con fin troppa maestria e facendolo quadrare in un mix di sensazioni che avrebbero dovuto portarlo letteralmente a impazzire.
    Continuarono per molto tempo, probabilmente diversi minuti di troppo rispetto a quanto il corpicino ipersensibile di Jadis fosse abituata, e la giovane si diede così tanto da fare che sembrava uscita da una scena di violenza carnale piuttosto che da un semplice pompino: lacrime agli occhi per i conati auto-inflitti, saliva che colava dappertutto, il trucco che ormai era un vago ricordo ma soprattutto il rossore sparso e diffuso su tutto il suo faccino, persino sul collo che Sho aveva avuto voglia di stringere e sui seni che aveva così a lungo torturato. Non una sola volta smise di muoversi sensualmente, di agitare i fianchi, o spalmargli i suoi succhi sulla lingua, ma quando il suo culetto iniziò inevitabilmente a pulsare mentre lei aveva appena applicato una tecnica "mista" alla sua impresa, dovette staccarsi mentre continuava a masturbarlo giusto il tempo di gridare un ordine raffazzonato. Dovette prendere un profondo respiro per parlare, e non lo fece neppure benissimo, ma se Shouta fosse riuscito a osservarla durante la sua opera si sarebbe reso conto che probabilmente a fissarle il collo non aveva visto male: Jadis sembrava contorcersi e godere di più quando lo prendeva tutto e perdeva controllo sul respiro, difficile dire se per le strane tecniche di breath play che era solita sperimentare sugli altri e su se stessa, o semplicemente per l'attrazione che provava per lui. Probabilmente non l'avrebbe mai saputo.
    Nnngh- s-seh, seh nhon vieni... subitoh... per me... t-ti punirò, schiavoh! Nnnh!
    Non l'ordine da "padrona" più credibile che si fosse sentito, ma di certo fu sincero: Jadis resistette ancora alcuni istanti e si fiondò nuovamente su di lui per il finale, accogliendolo in bocca e iniziando a succhiargli il glande mentre lo stimolava con la manina, l'altra ben ancorata allo sdraio, talmente forte che le nocche apparivano pallide. Sho avrebbe scelto di venire a discapito del desiderio, o di scontentarla guadagnandosi una punizione? Quale che fosse, Jadis fu trascinata dal piacere senza poterlo evitare, ma ciò non bastò a farle dimenticare di essere irritata con lui, di odiarlo per averla messa così tanto in difficoltà ancora una volta, ma soprattutto di detestare la sua bravura! E il modo frustrato in cui strinse i denti, per poi mugolare mentre veniva, iniziando a succhiarlo come se dovesse sfogare sul suo affare tutta la propria frustrazione, mascherando a malapena un lungo lamento, fu la perfetta esternazione di quello status.
    Quando (e solo quando) il rosso l'avesse seguita nel raggiungere l'apice e sfogare dentro la sua bocca e sulle sue mani il proprio piacere, allora e solo allora si sarebbe concessa di staccarsi per riprendere fiato, ansimando e posando la fronte contro le mani con cui si reggeva allo schienale, guardando Sho da quella posizione e sollevando leggermente le cosce per permettergli solo a quel punto di respirare come si doveva. Era completamente sfatta... e lo guardò da quella strana posizione con un mix di irritazione e piacere decisamente contraddittori. Avrebbe avuto la sua vendetta, poteva starne sicuro! Giusto il tempo di riprendere... fiato.
     
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    Dalla foga con cui Jadis lo stava succhiando e cavalcando la sua lingua, le parole che disse come un crudele giudizio non toccarono minimamente Sho, anzi lo fecero sorridere malizioso, visto che Jadis finiva col negare l'evidenza solo quando non aveva più armi da sfoggiare. L'aveva ridotta ai minimi termini e anche se gli stava concedendo un trattamento irrinunciabile e unico nel suo genere, lui le stava tenendo testa. Aveva continuato a leccare e divorare quella minuta intimità inviolata nonostante la gola di Jadis lo stesse facendo impazzire, e più sprofondava dentro di lei più pulsava forte, impaziente di venire ma incapace di farlo, visto che tenerle testa in quel momento era più importante di ogni altra cosa. E sapeva di star facendo la cosa giusta, visto che ogni giudizio della sua spietata padrona sembrava destinato a fallire miseramente visto gli spasmi che il rosso le provocava. Oltre alla vittoria però, giunse anche l'umiliazione, dato che Jadis volle rispondergli indispettita a quel talentuoso spettacolo, spezzandogli si il fiato ma concedendogli una pressione maggiore con la sua succosa carne, cosa che lo portò a mugugnare più forte e a rendere marmorei gli spasmi del suo cazzo. Forse in fondo piaceva anche a lui essere trattato in quel modo, almeno finché poteva gustarsi la sua intimità mentre veniva spremuta dalle abili dita di quel rosso perverso. Continuò ad annaspare leccando e succhiando sempre più forte, muovendo il bacino come poteva per darle corda il più possibile, animato dai versi osceni di Jadis che pur di tenergli testa si stava soffocando, lacrimando e sbavando ovunque, sia dalla bocca che dalla sua intimità, facendogli provare sicuramente il pompino migliore della sua vita. Ma oltre al piacere arrivarono anche i doveri, e con la disperata risolutezza che la caratterizzava, Jadis gli ordinò di venire per lei, altrimenti sarebbero stati guai. Sho non voleva venire... perché aveva ancora molto da prenderle, da chiederle, e soprattutto non voleva diventare ancora più sensibile dopo quell'orgasmo, facile preda di altre torture di Jadis che lo avrebbero spinto oltre il limite. Ma quella voce... quella voce indomita, quello sguardo furioso... ai suoi occhi erano una richiesta perversa, una supplica alla quale non poteva privarsi. Che fare dunque? Non poteva resistere, no, non dopo una richiesta della sua padrona. Come se non bastasse, poteva sentire le sue viscere contorcersi, una sensazione che oramai aveva imparato a conoscere bene, sarebbe stato crudele perfino per quello strano rapporto che avevano lasciarla venire da sola. Decise che quell'orgasmo se lo sarebbe gustato fino alla fine. Tornò a leccarla con più foga di prima, spalancandole le natiche il più possibile ed allargandole quel buchino irresistibile con le dita, mentre con la lingua affondava dentro di lei come se volesse sverginarla. I testicoli si strinsero alla base del suo cazzo così forte che quasi sparirono, mentre la sua verga si riempì di venature grosse e gonfie, pulsando più forte che mai. Sarebbero venuti assieme, e ogni leccata di Sho che succhiava e derubava l'orgasmo di Jadis di deliziosi succhi, lui le avrebbe donato un fiotto bollente ritto in gola. Fu più abbondante del precedente, se possibile, cosa che le avrebbe reso impossibile ingoiare tutto, altrimenti la sua pancia le si sarebbe gonfiata di nuovo. Il seme di Sho era caldo, bollente e attraversandole la gola le avrebbe dato la sensazione che quell'asta immane la stesse attraversando da parte a parte come un perverso spiedo. Continuò a venire per lei, nella sua gola, in bocca, sulla faccia e anche sul petto se fosse stato necessario, un orgasmo degno dell'ordine della sua paura che lo fece mugugnare per tutto il tempo e l'unica cosa che lo teneva ancorato alla realtà era la volontà di rubarle ogni goccia degli umori che lei in cambio gli stava donando. Quando finalmente il rosso riprese fiato, libero di respirare grazie al volere della sua padrona, spostò lo sguardo verso di lei, ansimante. Anche il volto del ragazzo era sconvolto dal piacere, ma nel vederla del tutto truccata e provata, furiosa e ambiziosa di avere la sua vendetta, si concesse un leggero e preoccupato sorriso, soddisfatto si ma ben consapevole che il suo buon lavoro non si sarebbe di certo trasformato in un merito. Però c'era una cosa che poteva fare per compiacerla...
    Grazie per l'orgasmo, Padrona... era delizioso...
     
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    Syornha se ne stava in disparte già da un po'... e osservava. Lo "spuntino" gentilmente offerto dalla sua progenie era stato piacevolmente croccante e le aveva tolto il languorino che il desiderio aveva risvegliato, ma non per questo il suo sadismo verso la coppietta di "umani" (non aveva mai visto Jadis come qualcosa di diverso solo perché erano legate dalla maledizione) era già svanito. Il fatto stesso che Jadis volesse usarla come una cavia per "punirla" per le sue azioni passate la faceva sorridere, irritare e divertire al contempo. Non si sarebbe certo tirata indietro, ovviamente, ma trovava quasi buffa la convinzione di quell'esserino di poter fare di lei ciò che voleva. Ecco perché non li aveva raggiunti dopo aver ripulito il salone. Se ne stava lì, immobile come una specie di statua, arrampicata sul tetto della villa mentre ammirava la scena senza alcuna intenzione di spostarsi da lì... almeno all'apparenza.
    Se Jadis avesse saputo che il suo famiglio la stava guardando, di sicuro si sarebbe sentita a disagio. Era chiaro che quella che sarebbe dovuta essere una sfida che la mettesse in vantaggio, si era rivelata via via una scommessa vana, facendole fare la figura dell'idiota. Per sua fortuna Shouta non aveva più autocontrollo di lei, non troppo perlomeno, perché fino alla fine temette che non sarebbe venuto prima di farle fare una completa figuraccia. Invece si ritrovò ad ansimare e gridare mentre lui la seguiva poco dopo, unendosi a lei in un orgasmo a dir poco esplosivo che, se da parte sua riempì la bocca del rosso di umori, d'altro canto rischiò di strozzarla con una quantità di seme semplicemente impossibile da gestire, che le schizzò direttamente in gola procurandole diversi conati e schizzandole persino dalle narici, prima che fosse costretta a staccarsi con un ennesimo ansito e ricevere gli ultimi schizzi in faccia e sul seno. Non era facile concentrarsi mentre veniva così intensamente, con tanto di colonna sonora eccitante data dai mugugni del suo schiavo, ma in qualche modo riuscì a improvvisare. Per mascherare la scena, finse che fosse tutto calcolato e cercò di essere il più sexy possibile anche con quel visetto rosso fuoco e preda di una breve tosse, tosse che passò in secondo piano (almeno sperava) dinanzi alla sua mano che si premurò di accompagnare ogni singolo schizzo con un massaggio a ritmo, mentre lei spalancava la bocca e tirava la lingua fuori per poter intercettare gli schizzi, mettendosi un po' più dritta così da permettere a Sho di intravedere qualcosa dello spettacolo; il tutto mentre ansimava e pulsava su di lui (e grazie a lui). Fu breve, poiché fu presto costretta a posare la fronte sullo schienale e guardarlo mentre riprendeva fiato, ma si sentì soddisfatta dell'impresa... anche se continuava a volerlo punire. Non tanto per la sfida, quanto più per la sua dannata resistenza. Forse era venuta qualche istante prima di lui, ma non lo diede a vedere; anzi, inizialmente lo guardò con irritazione mentre aspettava un qualche commento sarcastico, irrigidita. Glielo leggeva negli occhi che avrebbe voluto sfotterla... ma così non fu, cambiando tutto. Quando sentì le sue parole non poté fare a meno di riprendere il suo ghigno soddisfatto, dopo un'iniziale sbigottimento, e pensò che tutto sommato quel rosso fosse molto più sveglio di quanto avesse mai pensato... nonché più abile. Ammorbidita da quelle parole, il suo broncio si addolcì, passando in secondo piano, almeno al momento. Sollevandosi sulle ginocchia, in modo da lasciargli la visuale libera, lo guardò mentre si leccava deliberatamente le labbra, raccogliendo residui di seme che oramai "ornavano" le sue guance, un po' della frangia, le dita e soprattutto i seni. Portò poi le dita della mano destra a raccoglierne nuove porzioni dal seno, per poi succhiarle una ad una come si fa quando si assaggia qualcosa di delizioso che rimane sulle mani. Lo fece sonoramente, spudoratamente, con quel ghigno soddisfatto tipico di lei.
    Anche tu sei stato... adeguato.
    Non si scompose oltre, né lo ringraziò a propria volta, proprio come se quel ringraziamento le fosse dovuto. Di sicuro fu benzina per la sua sicurezza, cosa che poteva andare a sfavore di Shouta quanto a favore... perché non sentirsi in imbarazzo la rendeva più accondiscendente. Mentre lo guardava, non riuscì a evitare di notare e raccogliere una gocciolina dalla sua guancia, gesto che per un istante fece sembrare che gli volesse carezzare il viso come un'amante innamorata... almeno finché non si portò l'indice alla lingua, mostrando il polpastrello sporco e ripulendolo di nuovo, con un'espressione divertita che faceva pensare non fosse l'unica macchia ad averlo sporcato. In effetti, tra l'amplesso precedente e questa nuova, breve quanto sentita parentesi tra loro, il bagno era diventato praticamente essenziale se avessero voluto evitare di odorare di sesso diverse docce a seguire.
    Dai, vieni... Facciamo quel bagno.
    Completamente ripresa (o quasi), Jadis si fece forza e posò un piede a terra, scavalcando Shouta con un po' meno agilità e leggiadria che in precedenza, poiché le ginocchia le tremavano a causa dell'orgasmo avuto. Tutto sommato poteva dirsi una vittoria, e benché in cuor suo sapesse che non era così e che Shouta di fatto aveva vinto per pochi, impercettibili secondi... non fu quello a farle pronunciare le seguenti parole, bensì la sua curiosità. La maledetta curiosità di sapere quale tipo di perverso desiderio avrebbe espresso se fosse stato davvero libero di farlo. Non che glielo avrebbe di certo concesso a quel punto, in fondo era stata una vittoria a metà la sua, ma magari poteva pensarci...
    Mentre si alzava gli toccò il collo attraverso il collare, carezzandolo di sfuggita e tirando l'anello come a dirgli con lo sguardo "questo tienilo", un promemoria per l'imminente futuro, poiché una volta in piedi iniziò a dirigersi a sensuali falcate verso il bordo dell'enorme "vasca", più simile a una piscina date le dimensioni e la profondità verso il centro, iniziando a parlare prima ancora di tuffarsi, fermandosi sul bordo per poterlo guardare un'ultima volta.
    Sai, tutto sommato...
    Dopodiché si tuffò, e non lo fece in modo normale o anonimo, da principiante... figurarsi: completamente nuda, si tuffò in avanti con un'eleganza degna di un delfino, le gambe tese, i piedi piegati all'indietro a mo' di sirena, l'intimità ancora fradicia esposta così come quel culo magnifico che fu l'ultima cosa a sparire dentro l'acqua. Rimase diversi secondi immersa, quasi volesse far prendere uno spavento a Shouta... o forse semplicemente per aumentare l'attesa. Immersa si sciolse i capelli, quelle irriverenti codette che chiunque avrebbe desiderato di afferrare solamente guardandola, poi riaffiorò. Solo dopo essere riemersa dall'acqua, portandosi le mani alla fronte e lisciandosi i lunghi capelli all'indietro, con la chioma ora sciolta che le aderiva al viso, lo guardò e sollevò gli occhi al cielo, mimando quasi un fastidio, come se quella concessione le costasse fatica e non l'avesse appositamente pensata in precedenza.
    ... Ti concedo di esprimere quel desiderio.
    Detto ciò gli fece segno con l'indice di avvicinarsi, sorridendo diabolicamente come aveva sempre fatto quando aveva qualcosa di crudele in mente, per poi nuotare all'indietro verso la sponda della vasca e sedersi comodamente sui gradini di pietra, in modo da rimanere immersa fino ai seni, le cui sommità si intravedevano a seconda di come la luce toccava l'acqua. Solo quando lui si fosse tuffato a propria volta o comunque fosse stato abbastanza vicino da sentirla, allora avrebbe aggiunto una piccola frase: La punizione la terremo per dopo. Poteva forse dimenticarsene, in fondo? Svelato il motivo di quel ghigno così demoniaco, Jadis si rilassò sempre più, senza mancare di mettersi in mostra mentre iniziava a pulirsi le braccia, raccogliendo una saponetta da un portasapone alle sue spalle e iniziando a passarla sensualmente sulle braccia, carezzandole una ad una, senza perdere il contatto visivo con lui. Inutile dire che tra i vari sport che aveva praticato in quanto figlia unica di una famiglia rinomata, oltre alla ginnastica artistica doveva esserci per forza il nuoto sincronizzato o qualche altra diavoleria che la rendesse così a proprio agio nell'acqua... perché persino quel semplice composto chimico cristallino le donava fin troppo.

    Edited by .Bakemono - 16/2/2020, 20:31
     
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    Vedere Jadis che ingoiava e si riempiva la faccia di sperma caldo appena munto dal cazzo che impugnava con tanta abilità era sempre uno spettacolo mozzafiato, ma evidentemente Sho stava iniziando ad abituarsi visto che riuscì a ricambiare il sorrisetto soddisfatto della ragazza, come se si stessero scambiando uno sguardo complice, oramai era chiaro ad entrambi che quei loro giochi calzavano a pennello con le voglie di entrambi e resistere non avrebbe fatto altro che minare proprio quel divertimento che tanto li eccitava. La vide banchettare con ciò che restava del suo orgasmo e lo definì adeguato, una parola decisamente riduttiva ma che Sho accettò con un cenno di riverenza. Prima di invitarlo a seguirla in quel bagno Sho venne fulminato dall'ennesima prova di sensualità di Jadis che non lasciò andare nemmeno una goccia sulla sua guancia, evidentemente il seme del rosso doveva essere più buono di quanto non potesse immaginare, ma balzò comunque in piedi frettolosamente verso la vasca, impaziente a sua volta di darsi una ripulita più che meritata. Non gli sfuggì il modo assai meno aggraziato con cui Jadis si muoveva, era evidente che nemmeno lei fosse indistruttibile da quel punto di vista e Sho almeno in quanto a resistenza le era superiore, visto che era un guerriero, forse la cosa poteva anche andare a suo vantaggio dopotutto, ma non fece commenti scomodi sarebbe stato inappropriato specialmente dopo che si stava comportando così bene. Un ulteriore incentivo a restare muto fu il gesto di Jadis sul suo collo che gli suggerì col mero sguardo di tenersi quel collare, finalmente l'espressione inossidabile del rosso si incrinò e subito afferrò il collare con entrambe le mani, un pochino preoccupato. Come avrebbe dovuto spiegare agli altri che cosa doveva essere quello? Doveva toglierselo ovviamente, ma qualcosa nel profondo gli suggeriva che non poteva proprio farlo. Maledizione! Proprio quando si stava illudendo di poterle tenere testa e giocare ad armi pari, ecco che Jadis riusciva a sconvolgerlo di nuovo con i suoi dissidi interiori! No, la stava decisamente sottovalutando. Si distrasse, permettendo a Jadis di entrare in acqua per prima, cosa che fece iniziando a parlare in maniera enigmatica. Attirò l'attenzione del rosso che seguì con estrema curiosità quel tuffo in acqua sensuale e irresistibile, domandandosi cosa volesse dirgli, dando per scontato che quel desiderio non avrebbe potuto esprimerlo dato che in fondo non aveva superato a pieni voti quella prova. La fissò imbambolato mentre riemergeva e sfoggiava la sua bellezza unica visibile anche attraverso lo specchio dell'acqua, rinsavendo solo quando gli disse che quel desiderio alla fine se lo era meritato. Gli occhi del rosso si sgranarono e smise visibilmente di respirare, irrigidendosi di colpo proprio come la sua verga che, nonostante tutti quegli orgasmi, non aveva perso un grammo di resistenza.
    Eh?
    Dopo tutto l'acume sfoggiato fino a quel momento, quel suono fu tutto ciò che il suo cervello riuscì a formulare. Istintivamente iniziò a muoversi verso la vasca e fu decisamente più sgraziato di lei, perché dava l'idea di poter cadere da un momento all'altro e aveva lo sguardo fisso su quella visione paradisiaca che era Jadis. Sul serio poteva esprimere un desiderio? Qualsiasi desiderio? No, era troppo, doveva trattarsi senz'altro dell'ennesimo inganno, l'ennesima prova, doveva dare una risposta accondiscendente e più avanzava, più pensava, e più pensava meno idee trovava ritrovandosi di fronte a lei, in ginocchio su quella scalinata a mezz'acqua come uno spasimante che chiede la mano della sua bella, mentre con il bacino vicinissimo alla sua intimità la verga vibrava facendole sentire a pelo le pulsazioni della sua cappella. Anche solo stare così vicino alla sua intimità lo portava a desiderarla così in un guizzo di follia e di eccitazione, la assecondò.
    Voglio scoparti, Padrona... dammi la tua purezza...
    Lo disse come se fosse stato ipnotizzato, quasi sbavava davanti a lei, mentre nella sua testa combattevano le due entità che lo avevano animato fino a quel momento. Da una parte c'era uno Sho saggio che aveva capito di non voler smettere quel gioco ma che per portarlo avanti doveva rispettare delle regole, che insisteva per usare le giuste formule e chiedere piuttosto che pretendere. Dall'altra però, c'era una parte più profonda, più perversa e recondita che il ragazzo reprimeva da troppo e che Jadis aveva sollazzato ampiamente fino a quel momento rendendola impossibile da sfamare, una parte perversa che ora reclamava il suo premio. Era ovvio che non glielo avrebbe concesso ma esprimere un qualsiasi desiderio che non fosse la sincera volontà del rosso a quel punto era impossibile, e ne dimostrò la purezza avvicinando quel bacino sempre di più, sfregando una verga eccitata come mai prima d'ora proprio contro l'intimità della sua padrona, senza eccedere o sopraffarla, ma mostrandole qualcosa che mai aveva mostrato a nessuno: un lato pressoché bestiale e folle che non poteva reprimere.
     
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    Se da una parte Jadis sapeva bene quanto fosse irresistibile il suo corpo, e proprio per questo ostentava la propria bellezza e conoscenza di sé ad ogni singolo movimento, dall'altra non si era soffermata abbastanza su ciò che avrebbe potuto desiderare Sho, probabilmente appunto perché era così presa da se stessa che semplicemente non ci aveva pensato; non nel dettaglio, perlomeno. Questo la portò a figurarsi a malapena desideri "semplici"; di toccarla come preferiva, di scoparla magari, ma "guidando" lui... insomma, per l'appunto qualcosa di semplice e realizzabile, che ella avrebbe potuto far finta di non voler assecondare, facendosi desiderare inizialmente, ma che alla fine sarebbe stata -"suo malgrado"- disposta a concedergli. Non avrebbe mai ammesso che per quanto le piacesse dominare e anzi, le occorresse quasi quanto respirare, le ribellioni del rosso erano sempre entusiasmanti, dando quel tocco di imprevedibile che la accendeva di aspettative. Il loro ultimo incontro persino, visto col senno di poi, per quanto terribile e spaventoso, sarebbe stato persino gradito se Jadis avesse potuto prevedere che a quello successivo lui sarebbe stato così mansueto e ben disposto. Fu proprio quella sua convinzione egoista di avere tutto sotto controllo, a rendere il suo cambio d'espressione semplicemente comico, quando Shouta si inginocchiò davanti a lei. Mentre osservava la sua sorpresa infatti, assunse un ghigno ancora più sicuro e malefico, il sorriso di chi sa perfettamente di avere in pugno il proprio interlocutore e si diverte a muovere i fili che lo fanno pendere dalle proprie labbra... Ciò che non si poteva assolutamente aspettare, era però IL desiderio, quello che mai avrebbe pensato di sentirsi chiedere, lo stesso desiderio che fece cambiare repentinamente la sua espressione, cancellandole il sorrisetto prepotente dalla faccia e ridisegnandovi sopra due occhioni sgranati e un'espressione confusa, nonché un sussulto iniziale accompagnato dall'istinto di schiaffeggiarlo per l'affronto, qualcosa che ovviamente non poteva permettersi nella sua posizione. Se voleva davvero prendere esempio dagli insegnamenti letti e appresi nel tempo, non poteva certo essere una Padrona ingiusta e schiaffeggiare il suo "schiavo" solo perché aveva eseguito un ordine! Per altro era stata lei a esprimersi male, e detestava di essere caduta in un simile tranello auto-inflitto, ma del resto chi avrebbe mai pensato che Sho si rivelasse così audace (o completamente folle) da chiederle l'impossibile? Doveva assolutamente rimetterlo al proprio posto, ma per farlo cacciò via quello stesso istinto di farsi indietro (che per altro la portò inizialmente a inarcare la schiena effettivamente, come per allontanarsi da lui) e piuttosto si fece scudo con un rinnovato sorriso, tornando dritta e anzi, avvicinandosi a lui. Fu anche tutto quel desiderio che lesse nei suoi occhi a placare la sua paura, tanto quanto il suo sdegno. In fondo non era forse una scena meravigliosa, quella di vederlo cadere letteralmente in ginocchio dinanzi a lei? Rapito e ipnotizzato da lei e lei soltanto? Si sentì potente e adorata, proprio come doveva essere, proprio come immaginava che fosse il rapporto che desiderava perfetto! E con quella consapevolezza la sua voce delicata si fece ancora più roca e sensuale del solito, mentre l'espressività smise di ricordare anche solo lontanamente una ragazzina: no, in quel momento si sentiva in grado di poterlo mangiare in un solo boccone. Gli portò un indice sotto al mento, spingendola a guardarla mentre avvicinava il viso al suo per parlargli contro la pelle, e al tempo stesso anche il corpo si mosse sinuosamente sotto l'acqua, scendendo piano piano gli scalini per scivolare verso di lui mentre parlava, con fare da pantera. Non sapeva neppure cosa le desse tutta quell'energia, probabilmente quelle parole l'avevano eccitata ancora ma non voleva ammetterlo.
    Oh, cucciolo mio... Sai davvero cosa mi stai chiedendo? Io sono una Taimanin. Non mi è permesso concedermi prima della maggiore età a meno che io non trovi il mio compagno di vita, "L'altro capo del filo". Probabilmente Shouta non sapeva neppure di cosa parlasse, del resto il suo clan non era certo famoso e anzi, agiva più che altro senza cercare lode o riconoscimenti, figurarsi far conoscere le regole più oscure e radicate della loro cultura. Per preservare l'animo dei propri guerrieri nel villaggio da cui veniva Jadis c'erano regole ben precise riguardo l'accoppiamento, il sesso non era contemplato nella vita di un guerriero prima della maggiore età, a meno che non incontrasse per l'appunto la propria metà, "L'altro capo del filo rosso". Ovviamente, in quel momento Jadis non aveva né la lucidità né la voglia di spiegare nel dettaglio a cosa si riferisse con quelle parole, per questo muoveva le labbra con estrema lentezza, con quel suo fare sensuale e ipnotico, e sempre per tal motivo si mosse verso di lui mentre parlava, facendo scivolare lentamente le sue mani sulla sua mascella, poi sul collo, fino a raggiungere i trapezi su cui si aggrappò per potersi fare avanti, aprendo le cosce e andandogli contro a cavalcioni per poter agganciargli le cosce ai fianchi, stando ben attenta a non unire i loro bacini... ma lasciando ampiamente che si carezzassero a vicenda. Più proseguiva in quel modo lento, più quello che era partito come un gioco perverso si trasformava di nuovo in voglia.
    E anche in quel caso questo dovrebbe superare un'iniziazione; unirsi di fronte al Consiglio; entrare a far parte della famiglia e seguire una serie di innumerevoli, noiosissime regole che cambierebbero la sua intera vita, per sempre. Fece in modo che la frizione tra i loro corpi aumentasse sempre più, accogliendo la sua asta tra le labbra, sfruttando l'acqua per scivolarvi contro, speranzosa di sentirlo presto reagire nonostante l'orgasmo da poco subito. Fin dove poteva spingersi la sua resistenza? Lei dalla sua aveva l'assenza di un periodo refrattario, ma lui poteva dire altrettanto così a lungo? Più Jadis parlava più la sua voce si arrochiva, e sentendosi particolarmente ben disposta, iniziò anche a baciarlo e leccarlo tra una carezza e l'altra, massaggiandogli il collo, graffiandolo di tanto in tanto, leccandogli dapprima l'angolo delle labbra, poi la mascella, fino ad arrivare a una leccata e un morso sul labbro. Ogni volta che si staccava da lui cambiava inclinazione del capo e lo guardava prima negli occhi, poi sulla bocca e così via.
    Se per assurdo, tu volessi diventarlo... Dovresti ad esempio dare ampia prova della tua lealtà verso me davanti all'intero villaggio, così da testimoniare la tua devozione... Dovresti votarti davvero a me. Le labbra che senti sarebbero le ultime a baciarti... Le ultime a ingoiarti, a stringersi intorno al tuo cazzo... Per sempre.
    Più parlava, più si muoveva contro e sopra di lui, così magistralmente che per un solo istante, a Sho sarebbe parso di poterla possedere con una sola spinta, come se quelle labbra di cui stava parlando lo stessero realmente abbracciando, stringendo, quasi volessero ingoiarlo per intero e non lasciarlo mai più andare. Tutto il discorso scivolò fuori dalla bocca di Jadis così facilmente da sembrare semplice, apprezzabile, quasi ragionevole persino, come se lo stesse invitando a lasciarsi andare a quel bisogno selvaggio che sentiva e al tempo stesso gli stesse dicendo che sì, lei ne sarebbe valsa la pena. Il suo discorso era simile al canto di una sirena, un qualunque ragazzino sarebbe caduto tra le sue braccia e avrebbe gridato "sì" pur di farsi rapire, ma proprio come la voce di simili creature, anche nel caso di Jadis ad attendere dietro l'angolo c'erano lunghi scogli aguzzi e letali.
    Saresti forse disposto a spingerti così in là, per avermi?
    Ovviamente sapeva già la risposta, del resto lei stessa non avrebbe sprecato un simile evento, rischiando di farsi cacciare dal clan, per quanto avesse sempre trovato antiquate e sciocche quelle tradizioni. Sho avrebbe avuto tutto il tempo di elaborare la domanda, di chiedersi se fosse realmente la proposta che sembrava, di domandarsi persino se fosse completamente impazzita o se fosse lui ad avere le traveggole e sentire male, poi Jadis avrebbe sollevato il bacino lasciando che quella fichetta inviolata e morbidissima sfiorasse la sua carne un'ultima volta, strusciandosi contro fino a raggiungere il glande per poi staccarsi e, ancora una volta, condurlo agilmente verso ben altro anfratto, assicurandosi prima che fosse pronto per assecondarla. Se così fosse stato, lo avrebbe ingoiato in un solo colpo, tirando l'estremità del suo buchino ampiamente ammorbidito dall'amplesso precedente con l'indice, prima di guidare il fallo dentro di sé e lasciare la presa per potersi sedere sopra di lui ancora una volta, in unico affondo, posandosi su uno scalino con i piedi per potersi sorreggere e muovere bene, senza mancare di gettare la testa indietro e trattenere un gemito strozzato quando la corolla di carne avrebbe impattato contro il suo bacino e le natiche sulle sue cosce. Quando si fosse ripresa, avrebbe recuperato il suo sorrisetto iniziando a muoversi lentamente, rialzandosi lentamente per tonare a guardarlo e godersi le sue reazioni, tenendo una mano sulla sua spalla e l'altra sulla nuca, con le dita ben affondate tra la sua chioma, come una briglia con cui guidarlo.
    In fondo... puoi scoparmi come più ti piace anche così, non credi?
    Rimase ferma, pulsando volutamente contro di lui e stringendo i muscoli ritmicamente così da stimolarlo appieno, ma solo dopo la sua risposta avrebbe iniziato a muoversi, sfilandosi quasi del tutto per poi prenderlo tutto di nuovo. Voleva sentire la sua voce, vedere la sua faccia, e sentire ogni singolo spasmo di lui. Forse ne stava diventando dipendente, il ché era sicuramente un male.
    In quella posizione, Shouta dava le spalle alla portafinestra spalancata, mentre Jadis aveva occhi e orecchie solo per lui; il che era davvero un peccato, come del resto lo era il fatto che la giovane si fosse completamente dimenticata dei suoi progetti per Syornha nell'impeto del momento con lui, perché il famiglio, dal tetto, fu l'unico a poter notare (con suo sommo divertimento) una sagoma dalla rossa chioma che cominciava a intravedersi all'orizzonte, avanzando lentamente... Lontana sì, ma non per molto.

    Edited by .Bakemono - 24/2/2020, 23:32
     
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    Sho non sganciò i suoi occhi da Jadis nemmeno per un secondo, quindi si accorse di quanto era stato audace quel desiderio, non che avesse importanza ora che lo aveva pronunciato ma era sempre molto divertente vedere quella ragazzina in difficoltà, anche se Sho non faceva certo eccezione al momento. Il modo in cui Jadis gli piazzò quel dito sotto il mento e si avvicinò a lui lo sorprese, facendogli credere per un istante che fosse pronta ad accettare quella richiesta semplicemente estrema quanto proibita. Il cuore del giovane iniziò a battere a mille, come se potesse esplodere, esperienza tremenda per la sua mente e il suo respiro che si bloccarono, ma benefica per la sua verga che sembrò quasi ingigantirsi per l'eccitazione, iniziando a dolere per via dell'estremo sesso che Jadis aveva acceso in lui. Nonostante ciò, la sua mente riuscì ad elaborare quel rifiuto in maniera fin troppo analitica, anche se non conosceva il culto dei Taimanin nel dettaglio riuscì a capire perfettamente cosa significasse "l'altro capo del filo", il problema era che i gesti sensuali di Jadis e gli eventi gli impedivano di vederla come una buona motivazione. Era lapalissiano che si stavano già concedendo dei diletti decisamente proibiti, e non solo per Baiken, quindi tirare in ballo ora la storia del filo rosso diventava difficile da accettare per uno che aveva un mattone venoso al posto del cazzo. Come se non bastasse, più lei parlava e lo scoraggiava, più il suo corpo si sfregava contro quell'asta marmorea, scaldando il fisico tutt'altro che stanco di Sho, leccandolo e assaggiandolo come se non volesse affatto scoraggiarlo ma anzi l'esatto opposto. Cosa tenesse immobile Sho in quel momento, capace di trattenersi ad una simile tentazione, era chiaramente un mistero, ma per il momento non aveva ancora trovato valide motivazioni che lo allontanassero dal suo obbiettivo. Ben presto, le parole di Jadis persero qualsiasi significato... in una situazione del genere gli stava praticamente parlando di matrimonio, quando lui: un maestro delle arti occulte, stava scopando nel culo da tutta la mattina una ragazzina minorenne e che sarebbe dovuta essere per di più la protetta della sua maestra. Il cervello iniziò a spegnersi e mentre sentiva quella fighetta inviolata pulsargli intorno alla cappella, lui pulsava di riflesso deciso a penetrarla da un momento all'altro senza farsi troppe domande o preoccuparsi delle conseguenze. I suoi occhi si accesero di un leggero bagliore blu, come se fosse ipnotizzato, mentre anche la cicatrice sul volto diventava più vistosa, segno che la sua sanità mentale era scesa abbastanza da permettere ai sussurri di Ebrietas di insinuarsi nella sua mente. Era ovvio cosa doveva fare: prenderla per le gambe, spingere il suo cazzo dentro di lei fino ad ingravidarla e trascinarla nell'ultimo angolo della terra dove i Taimanin avrebbero potuto trovarli, consumando ogni genere di perversione carnale fino ad avere figli e figlie su cui orchestrare nuovi delitti verso il pudore. Tuttavia, l'ingordigia di quella creatura costrinse il cervello del ragazzo a riprendere gradualmente lucidità, e mentre Jadis gli concedeva quell'ultimatum, spingendolo verso il suo orifizio posteriore, capì cosa doveva fare. Non trovò la forza di risponderle mentre si lasciava impalare di nuovo, facendo sprofondare quella mazza bollente e priva di stanchezza ancora una volta dentro di lei. Stavolta non sarebbe stato facile per Jadis prenderlo tutto con tanta facilità, visto che in quanto a diametro era aumentato e le vene si erano gonfiate ulteriormente facendo molta resistenza. Ma quando la piccoletta iniziò finalmente a sedersi su di lui, tra i mugugni e gli spasmi di una penetrazione impossibile da ignorare, il bagliore blu sul volto di Sho scomparve e il suo sguardo, per quanto eccitato, si fece serissimo come non mai in vita sua, accennando perfino un leggero sorriso mentre pulsava con la punta del suo cazzo nella parte più profonda del culo di Jadis.
    Quindi questo è un no... vero, Padrona?
    Non disse altro, limitandosi ad abbassarsi con gli occhi per poter iniziare a baciare il suo collo, leccandolo e mordicchiandolo mentre iniziava a replicare i movimenti di Jadis, rispondendole colpo su colpo, lentamente e senza fretta, riprendendo da dove avevano lasciato per poterla scopare come solo lui sapeva fare. Ma quelle parole celavano una risposta decisamente meno accondiscendente di quanto Sho volesse far apparire: gli era stato concesso un desiderio, qualsiasi desiderio, ma alla fine gli era stato negato. Questo significava che la sua padrona era implicitamente in debito con lui, pertanto non oggi, non domani, non la prossima volta, ma presto Sho avrebbe potuto concedersi una vendetta assai più saggia e meno impulsiva di quella che stava per commettere attratto dalla sua purezza inviolata. Inoltre, non poteva sapere che ben presto un'intrusa inaspettata avrebbe tolto a Jadis qualsiasi possibilità di togliersi quel debito dal groppone il giorno stesso, pertanto le cose stavano per farsi molto interessanti... e incredibilmente rischiose!
     
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    Mentre Syornha se la ghignava in tutta tranquillità dal tetto, curiosa di sapere cosa sarebbe accaduto se Baiken avesse messo piede nel cortile e assistito alla scena che vi si stava svolgendo, Jadis era alle prese con una domanda retorica decisamente scomoda, cosa che non si sarebbe certo aspettata, specie perché venne dopo un lungo momento in cui lo sguardo di Sho le aveva ricordato con fin troppa chiarezza la volta precedente, in cui l'aveva presa contro il suo volere, ignorandone i desideri. Era uno sguardo cupo, mostruoso, qualcosa che non si aspettava certo di vedere nel suo schiavo, specie ora che quel loro strano "rapporto" aveva iniziato a funzionare e prendere la direzione che ella aveva sempre voluto. Fortunatamente comunque, quel bagliore inquietante e la pressione energetica che l'avevano spinta a sottrarsi e irrigidirsi appena, svanirono così com'erano apparsi, permettendole di rilassarsi quanto bastava per concentrarsi su un nuovo problema: quella domanda, per l'appunto. Era già abbastanza seccante che Sho avesse ritrovato il proprio spirito combattivo, ma in quel quesito la giovane ci lesse persino un mare di aspettative (anzi, pretese) che ella si rifiutava di aver infranto. Dopotutto, dal suo punto di vista, non era forse lui ad aver preteso troppo? Insolente, ecco cosa era, e per farglielo capire Jadis non solo lo fulminò con lo sguardo, stringendo di più gli occhi che cercavano intensamente i suoi mentre dalle labbra schiuse sfuggiva il respiro affannoso, ma gli tirò anche i capelli all'indietro perché la guardasse bene mentre lei iniziava a muoversi sopra il suo cazzo. E no, non fu semplice, anzi, dovette stringere i denti e trattenere a stento i versi strozzati perché semplicemente l'era impossibile accoglierlo tutto dentro, ma ciò non le impedì, anche con la faccia rossa e i denti stretti, di tentare di rispondere colpo su colpo alle provocazioni del suo amante.
    Ti aspettavih... forse... di potermi avere... così facilmente? Pretendi troppo... O forse semplicemente ti sopravvaluti.
    Quell'ultima aggiunta fu un azzardo, specie perché venne seguita suo malgrado da un sussulto e un mugolio, subito accompagnato dai versetti sospiranti che emise quando accompagnò i movimenti della testa del ragazzo verso il suo collo. Abbandonò il capo all'indietro, carezzandogli e tirandogli i capelli per guidarlo ancor più verso di sé mentre scopriva più carne possibile per offrirla alla sua bocca, non senza gemere più forte quando il suo culetto, già ampiamente provato, incontrava una porzione più gonfia della sua carne. Era semplicemente troppa dentro di lei, si sentiva così piena che il glande si distingueva quasi contro il suo stomaco e ancora, nonostante ciò, non riuscì a raggiungere la base. Mancava ancora qualche centimetro, eppure si sentiva già piena come se fosse cresciuto dall'ultima volta, avvenuta poco prima. Com'era possibile? Se continuava così l'avrebbe sconfitta... riducendola a poco più che una bambola di pezza nel giro di pochi affondi. Non riusciva infatti a immaginare di resistere e trattenere le grida se fosse riuscita a prenderlo tutto, per questo tentò di mascherare la difficoltà muovendosi come poteva senza mai sedersi totalmente, come invece aveva sperato e immaginato di fare. Grazie alle sue abilità, ciò non avrebbe minato la sua performance, ma di certo prima o poi il rosso se ne sarebbe accorto e approfittato, non importava quanto brava potesse essere a distrarlo mentre letteralmente le succhiava il cazzo proprio da lì...

    Ragazziii? Dove siete? Sono tornata! Avete fatto i bravi?
    Improvvisamente smise di essere importante qualsiasi altra cosa. La sconfitta sembrava anzi una pillola facile da mandar giù rispetto all'eventualità di essere scoperti. La voce di Baiken, proveniente dalla soglia della porta di casa, fece infatti irrigidire ogni singolo centimetro del corpo di Jadis, rendendo il suo culetto ancora più stretto e piacevole di quanto non fosse di solito, certo, ma anche la sua pelle bronzea pallida come un lenzuolo. I suoi occhioni sgranati vagarono per il cortile alla ricerca di un nascondiglio a cui far affidamento il più in fretta possibile, visti i pesanti passi in avvicinamento (riconoscibili dal rumore dei sandali di legno tipici di Baiken), finché non si fermarono proprio sulla profondità dell'acqua intorno a loro, che si faceva sempre più scura verso il centro. Fortunatamente, le sue capacità di agire anche sotto pressione erano state rese buone dagli anni di allenamento come Taimanin, a cui aveva insistito per sottoporsi anche senza abilità da vera guerriera e a cui comunque i suoi genitori avevano sempre tenuto particolarmente. La sua reazione fu quindi abbastanza repentina: tirò così forte i capelli del rosso che se non si fosse alzato da solo per guardarla in faccia probabilmente si sarebbe trovato con un buco in testa, e una volta fissato con gli occhioni sgranati gli mimò un semplice avvertimento: "Spero che tu sia bravo con l'apnea... e anche a nasconderti."
    L'ultima frase la disse sussurrando, questo perché lei per "aiutarlo" a essere più più veloce possibile gli afferrò il petto con entrambe le mani, anche gli artigli quasi, e lo spinse giù con ogni forza che aveva, non senza mordersi le labbra e chiudere gli occhi per uno spasmo involontario che la tensione portò alle sue interiora. Come diavolo potevano uscire da quella situazione?!
    Da sopra l'acqua, Jadis fece in tempo giusto a farfugliare una preghiera quasi incomprensibile guardando Shouta, prima di essere costretta a sollevare lo sguardo verso la portafinestra spalancata, cercando di ricomporsi come poteva per sembrare quantomeno serena. Usa uno dei vostri trucchetti magici per nasconderti, presto! Baiken era decisamente vicina.

    E in effetti, le paura di Jadis per Baiken non erano certo infondate. I suoi sensi erano giù sull'attenti quando si ritrovò nel bel mezzo di un salone più ordinato di quanto lo avesse lasciato, cosa che la spinse ad aggrottare le sopracciglia nell'ammirare il tavolino di legno così lucido da sembrare cerato... e lei non passava mai la cera.
    Strano... non ricordavo di aver lasciato così pulito. Vi siete messi a fare le pulizie di primavera?
    Si mise ben presto a cercare quelle due pesti per la casa. Immaginò che Jadis avesse fatto qualche dispetto dei suoi, come ad esempio lanciare una tazza bollente in faccia al povero Sho (e riusciva a immaginare uno scenario simile perché lei stessa c'era passata), o qualche altro avvenimento simile che avesse spiegato l'improvvisa pulizia sospetta. Fortunatamente per i due nella vasca, nessuno degli scenari che si figurarono nella mente della spadaccina furono anche solo lontanamente collegati all'amplesso decisamente perverso che si era consumato su quel tavolino. Si sentì persino in colpa per aver lasciato il poverino solo con quella piccola strega, ma certo quelle preoccupazioni materne sarebbe potute essere ben diverse se si fosse accorta della sua presenza quando, dopo una ricerca più o meno lunga, uscì nel cortile, ritrovandosi davanti a una Jadis immersa nell'acqua fino al collo, intenta a tentare di tenersi in piedi negli scalini più interni della vasca, con ancora il cazzo di Shouta probabilmente ben infilato dentro di lei... ma questo, fortunatamente, Baiken non poteva vederlo visto il colore dell'acqua e tutte le ninfee che ne coprivano buona parte della superficie.
    Ehi, ciao Jachan! Come va? Tutto bene? La osservò a lungo, un tempo ben superiore a quanto la giovane fosse disposta a sopportare prima di iniziare ad arrossire, non certo perché la donna che la conosceva da quando era una poppante la stava guardando nuda nella sua nuova forma "adulta" (anche perché non si vedeva niente), ma questo la rossa non poteva saperlo e andava bene così. Quando infatti si guardò intorno e a Jadis sembrò che stesse diventando sospetta, prima ancora che potesse iniziare a fare domande, ella iniziò a sbuffare e apparire spazientita, cosa che la rese ancora più credibile quando, al "Dov'è Shouta? " ella sputò fuori il suo veleno con un'enfasi che certo le apparteneva spesso quando parlava con Baiken.
    C-cosa vuoi che ne sappia io? Lo hai portato qui senza neanche interpellarmi, Fumiko... non ti aspetterai che gli faccia anche da balia spero?!
    Quel "spero" suonò decisamente antipatico e strascicato, ma certo non era per risultare odiosa come suo solito, tanto meno per sua volontà, quanto più per ciò che stava accadendo sott'acqua. Per quanto Shouta si trovasse in una situazione decisamente scomoda, aveva buona parte del controllo della situazione: poteva decidere di fare lo schiavetto ubbidiente, non rischiare neppure un secondo di essere scoperto, e aspettare pazientemente che Baiken se ne andasse... oppure poteva provocare Jadis e strapparle ancora un po' di quei versetti incerti e soffocati che aveva appena emesso nel tentativo di non apparire sospetta. Il tutto mentre la giovane pregava, scongiurava e pregava ancora, che il rosso conoscesse delle ottime tecniche di occultamento per far sì che la spadaccina non lo percepisse. Ti prego... Avrebbe tanto voluto poterci comunicare telepaticamente, in quel momento... Specie per dirgli che il suo affare era decisamente TROPPO da poter gestire in un momento così delicato, come se non bastasse Baiken ci mise del suo, iniziando a... difenderlo!
    Non essere troppo dura con lui, Jadis. So che non sembra da come si pone, ma è un bravo ragazzo. Ne ha passate tante, abbastanza da crescere più in fretta dei suoi coetanei... Ci fu un istante di silenzio, in cui lo sguardo di Baiken si fece più intenso e Jadis arrossì più forte. Non era certo il momento di discorsi solenni, dal suo punto di vista. ...Potreste persino scoprire di avere molte cose in comune, da questo punto di vista.
    Se solo non avesse avuto il sedere occupato e il cervello completamente invaso dalla sensazione di benessere e panico che ciò che le procurava, Jadis si sarebbe sentita persino colpita da quelle parole. Di certo sussultò per quello sguardo intenso, ma pensare ai suoi genitori scomparsi le fu materialmente impossibile nonostante l'allusione di Baiken, anche perché per sua fortuna lei poteva solo chiedersi cosa lei e Shouta potessero avere in comune... a parte i gusti sessuali decisamente perversi. Dovendo comunque trovare qualcosa da dire, si limitò a parlare con ciò che le sembrava vagamente logico in quel momento, per quanto la sua razionalità fosse in procinto di gettarsi nel baratro della lussuria e non reimmergere poi tanto presto. Shouta avrebbe potuto sentire le sue unghie curate farsi spazio sulla sua pelle, usandola quasi come un appiglio al presente, al discorso.
    D-di cosa parli? C-cosa mai potrebbe accomunarmi a quel teppi-stah?
    Purtroppo la sua voce fu ben meno decisa del solito, il tono reso troppo accondiscendente dalla fatica e dal piacere, e Baiken aggrottò le sopracciglia studiandola con uno sguardo indagatore che la spinse a stringere ancora più forte... non solo la presa delle dita.
    Ti senti bene? Sicura sia tutto ok? Mi sembra di sentire qualcuno qui intorno, hai controllato che non ci sia qualche curioso a...
    Mentre Baiken iniziava a indagare e farsi più avanti, ironia della sorte, fu proprio Syornha che fino a quel momento si era goduta la scena dall'ombra, a salvare la situazione, muovendosi appositamente dalla sua postazione, facendo cadere qualche sassolino dal tetto e rivelandosi solo in quel momento alla vista della sua padrona, che nel sollevare gli occhi verso il tetto non poté che sentirsi sollevata dalla presenza del famiglio, piuttosto che irritata.
    Ah-hem, ma che vai pensando?! S-solo tu puoi pensare a simili sciocchezze! È solo Syornha... ultimamente si diverte a seccarmi nascondendosi nell'ombra per saltare fuori all'improvviso e farmi prendere uno spavento; pare tu abbia rovinato i suoi piah-ni.
    Era un vero mistero come fosse riuscita a dire una frase tanto lunga senza fermarsi, ma quando finì dovette immergere la bocca nell'acqua per poter nascondere il suo disagio. Baiken, che aveva sensi ben più sviluppati dei suoi, si voltò di scatto ancor prima di lei, alzando gli occhi al cielo e sorridendo all'inquietante famiglio di Jadis con un cenno del capo. L'espressione di Syornha, d'altro canto più che un assist faceva pensare che avesse un piano malefico come suo solito e, a dire il vero, persino la sua padroncina aveva i brividi se pensava a quanto tempo avesse passato a spiarli senza che se ne accorgessero. Dal punto di vista del famiglio, infatti, quel gesto era dovuto più alla semplice curiosità di vedere dove quella situazione avrebbe portato Jadis e il suo cucciolo umano, piuttosto che un vero e proprio aiuto nei confronti della giovane. Anzi, c'era da pensare che forse fosse un semplice modo di prolungare le loro sofferenze e avvicinarli all'inevitabile...
    Ah sì... Eccola lì. Nel voltarsi, Baiken abbassò la voce a un sussurro, ma non prima di aver finto di rabbrividire. Certo che è proprio inquietante, eh?Poi eccola fare ciò che Jadis non avrebbe mai, MAI voluto facesse in quel momento: mugugnando e ostentando sofferenza e fatica, Fumiko iniziò a massaggiarsi le spalle indolenzite dagli allenamenti svolti quel giorno con chissà quanti allievi. Non voleva mica... Mnh, che stanchezza... Visto che non ci sono guardoni e non rischio di dover picchiare qualcuno, ti dispiace se mi unisco a te? È da tanto che non parliamo come si deve...
    E sì, eccola fare proprio ciò che temeva: slacciare velocemente il kimono, liberarsi delle bende, e senza che lei potesse farci niente poiché era letteralmente bloccata lì, ecco il corpo nudo e bellissimo della donna entrare nell'acqua lentamente e con estrema serenità (ovvio, non sapeva certo cosa stava avvenendo proprio sotto di lei!), scendendo gli scalini della vasca. Era forse un incubo?! Jadis entrò completamente nel panico. Sapeva bene che quello era un modo di Fumiko per incastrarla, sicuramente addirittura parlarle di cose assolutamente importanti e che altrettanto assolutamente non voleva affatto sentire, come appunto il trasferimento alla Sapienza, i suoi genitori e il loro poco parlare. E lei, che fino a quel giorno aveva sempre evitato l'argomento, si ritrovava bloccata con un pubblico che certo non avrebbe voluto nascosto nella profondità della vasca. Si sforzò davvero immensamente di mantenere la calma, ma quando Baiken fu dentro l'acqua e fece il gesto di nuotare verso lei (o meglio, loro), ella non riuscì a trattenersi.
    NO! FERMA! Il grido fu troppo forte, una reazione ben poco da lei e ben poco adatta alla situazione, cosa che la costrinse a recitare ancora, fingendosi semplicemente infastidita e imbarazzata, addirittura, tanto che dopo aver graffiato Sho come poteva, tolse le mani da lui e fece per coprirsi i seni, arrossendo e sussultando, con un piccolo gemito che non era assolutamente per timidezza. N-non puoi venire vicino a me, nuda! Non sono più una bambina, e tu non sei la mia balia!
    Baiken si fermò, mentre Jadis respirava affannosamente, cosa attribuibile alle grida e allo spavento del momento, che spinsero la donna a bloccarsi e chinare il capo. Jadis si sentì in colpa per un momento, ma ancor più pregò di averla offesa abbastanza da farla uscire immediatamente dalla vasca così da lasciarla in pace... speranza vana. La spadaccina si limitò a posarsi con la schiena sul bordo della vasca, il braccio a sorreggerla comodamente, seduta a gambe larghe come suo solito convinta che nessuno potesse vederla. E in effetti era proprio così, dal momento che Shouta le dava le spalle ed era ben occupato a fare altro, o almeno così sperava Jadis... perché per quanto fosse sicura di sé, non poteva fare a meno di odiare il corpo tonico, allenato, estremamente formoso di Fumiko; un mix estremo di morbidezza e spigoli, cicatrici e forme, che si alternavano tra loro rendendo quel mix di contrasti semplicemente più attraente, più interessante di tanti altri corpi completi, perfetti. Jadis non avrebbe mai ammesso quanto la ammirasse... e di sicuro non lo avrebbe fatto in quel momento, occupata dal pensiero che il suo schiavo era lì, intenta a far di tutto per nascondere la loro unione, impacciata poiché fin troppo satura della sua presenza, e ancora irrimediabilmente infastidita dal pensiero che potesse vedere il corpo della donna per la quale lui stesso aveva confessato di avere una cotta. Ma la vera tragedia che la spingeva a essere così rigida non erano tanto tutti quei pensieri, quanto più l'aspettare le mosse di Sho senza poter fare niente; il non potersi muovere sopra di lui fino a godere come invece desiderava fare da ben prima che arrivasse Fumiko a rovinarle tutto; o, ancora, la certezza che se anche il rosso non rischiava di morire affogato, di certo moriva dalla voglia di vendicarsi su di lei...
     
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    Jadis poteva tirarlo per i capelli quanto voleva, zittirlo con i suoi sinuosi movimenti e urlargli in faccia tutta la sua risolutezza, ma niente avrebbe permesso a Jadis di spezzare quel sorrisetto, appena appena accennato e niente di vistoso, che si stava inesorabilmente dipingendo sul suo volto. Aveva fatto la mossa giusta, anche senza perderei l suo ruolo di servetto prodigio era comunque riuscito a scuotere la sua sedicente padroncina e mettersi in una posizione che vantaggiosa era dir poco. Nulla poteva incrinare la sua vittoria quel giorno, neanche la più vivida e maligna delle minacce di Jadis. Non le disse nulla, si limitò a fiondarsi sul suo collo e le sue spalle, baciandole e mordendole mentre la sua schiena si tendeva mettendo in mostra il fisico allenato, e i movimenti del ragazzo andavano sempre più a collimare con quelli di Jadis, rendendo la penetrazione più intensa, più profonda e gradualmente sempre più incalzante. Quanto ancora avrebbe resistito in quelle condizioni? Sho non vedeva l'ora di sentirla gridare id nuovo di piacere, per questo si muoveva e respirava famelico su quella pelle oramai divenuta un perverso banchetto per tutte le sue perverse attenzioni. Tutto cambiò però, quando improvvisamente Jadis serrò la presa sui capelli un pò troppo forte costringendolo dapprima a staccarsi da lei e poi guardarla a metà tra il dolente e lo stizzito, confuso da una mossa così repentina. A togliergli le forze fu anche il culetto di Jadis che si strinse decisamente troppo per i suoi gusti, non sarebbe riuscito a fare una singola mossa in quello stato, non senza farle male, e di certo quello era l'ultimo dei suoi pensieri. Solo quando i suoi sensi si fecero più aguzzi e meno offuscati dal piacere, si accorse di quel rumore inconfondibile di sandali che avanzavano velocemente verso di loro, ma prima ancora di lasciarsi prendere dal panico, Jadis aveva già deciso per lui augurandosi che fosse bravo a trattenere il respiro. Il rosso sgranò gli occhi, terrorizzato dall'idea di Jadis. La ragazza lo spinse in acqua e ancor prima di riuscire a pensare Sho aveva già finito l'aria nei polmoni e il sangue nel cervello. Istintivamente si aggrappò con le mani alle sbarre ai fianchi della scalinata, utili per non scivolare quando si entrava od usciva dalla vasca, così da non rischiare di risalire per sbaglio. A causa della mancanza di aria tutto il suo corpo iniziò a serrarsi, compresa la sua verga che si fece più turgida e calda che mai, se Jadis associava quell'accadimento alle pratiche perversi di soffocamento per il rosso sarebbero stati guai. Non poteva perdere tempo però, doveva agirei n fretta, quindi decise di utilizzare le sue conoscenze dell'arte magica al meglio che poteva: sfruttò uno strato trasparente di energia su di sé per confondersi con l'acqua, poi all'interno dello strato sulla faccia concentrò energia del vento, così da poter sfruttare una piccola scorta di ossigeno che sicuramente sarebbe stata preziosa. Costretto a restare immobile e concentrato, Sho non poteva fare a meno di sentire tutto quello che succedeva fuori dallo specchio d'acqua, cercando di contenere i suoi movimenti il più possibile anche se la sua verga non riusciva proprio a smettere di pulsare per colpa sia della mezza asfissia, sia del rigido buchino che Jadis gli stava offrendo. Baiken lo difendeva, replicando alle acide risposte di Jadis con il suo fare materno che tanto riusciva a sciogliere il cuore del ragazzo e donargli un pochino di pace. In ciò, senza volerlo, Baiken stava aiutando la sua protetta ad esaudire le richieste che inutilmente la piccoletta rivolgeva al suo schiavo. Ma d'altro canto, lei stessa finì col tradirsi quando iniziò a stringere la pelle e il cazzo del ragazzo con le unghie e con quel culo meraviglioso, riportandolo a serrare i muscoli e pulsare con quella verga tanto costretta quanto eccitata. Una situazione assurda che Sho avrebbe con difficoltà distinto tra un sogno... e un incubo. Non riusciva bene a capire cosa stesse succedendo lì fuori, sapeva solo che Jadis era tesa come una corda di violino e questo non lo aiutava minimamente. Cercò di concentrarsi su altro ma quando iniziò a vedere attraverso lo specchio dell'acqua il corpo meraviglioso di Baiken che si denudava ed entrava nella vasca, venne colto da una serie di sentimenti contrastanti che si tradussero in un istantaneo arresto cardiaco. Fortunatamente aveva così tanto sangue sulla sua verga che bastò una minima pulsazione a riattivare cuore e cervello, giusto in tempo per vedere il corpo bellissimo della maestra avvicinarsi a loro, cosa che fece sussultare ancora di più il suo cazzo. La mente non gli permise di evitare scenari pornografici dove Baiken li scopriva e invece di arrabbiarsi si univa a loro, assolutamente irrealistico ma fin troppo scontato per la mente di un ragazzo incastrato nella lussuria. Il corpo meraviglioso di Baiken finì inevitabilmente col farlo eccitare ancora di più, e il modo in cui Jadis si aggranfava a lui e si irrigidiva lo costrinse ben presto a darle una spinta decisa con il bacino, affondando quel cazzo dentro di lei molto più del necessario, ma non aveva altro modo per farle capire che doveva smetterla o rischiava di deconcentrarsi e farsi scoprire come un'idiota. La situazione era critica e il sangue al cervello ribolliva tanto quanto quello nella sua verga.
     
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    Avevo un appunto su questo scambio tra Jadis e Baiken riguardo la Sapienza da moltissimo tempo in cartella; non riuscendo a trovare/ricordare se lo abbia già usato, l'ho fatto a prescindere perché ci stava con la scena. XD Nel caso please, sii clemente e se tu te lo ricordi lo modifico, tanto il succo che ci serve per far avviare Baiken lo tengo comunque.

    Ricevendo una reazione tanto sconvolta, Baiken alzò le mani prima di adagiarsi sull'orlo opposto della vasca, non era così lontana da essere invisibile sotto la superficie dell'acqua, ma non era neppure vicina abbastanza da sentire Shouta o rischiare di sfiorarlo accidentalmente. Ignara dello spettatore che si nascondeva sott'acqua, iniziò dunque a lavarsi, raccogliendo una saponetta da uno dei tanti portasapone in pietra sistemati intorno all'enorme vasca, per portarselo con la mano buona lungo il corpo, partendo dal moncherino, fino al collo, ai seni, alla pancia, sollevando poi le gambe una ad una per poterle lavare al meglio; una scena che già di suo avrebbe imbarazzato Jadis incredibilmente, davanti a tutti quei muscoli definiti e quelle forme assurdamente generose, ma che vista la situazione la fece semplicemente agitare di più. Quando la rossa iniziò a parlare... fu solo incredibilmente peggio.
    Visto che siamo sole, per una volta... e lungi da me approfittare del fatto che tu sia nuda e non possa dunque uscire da questa vasca prima di me, perché ti conosco... Il sorriso furbo che le rivolse Baiken le fece venire voglia di prenderla a schiaffi; si riferiva al suo pudore verso di lei e al fatto che non sarebbe mai uscita dalla vasca per mostrarle il proprio corpo, di solito era una cosa già di per sé impossibile, poiché aveva sempre qualche giocattolo di troppo addosso, o segni che non voleva mostrare, la stessa abbronzatura... ma ora, con Shota dentro e sotto di lei, era anche peggio. Baiken non si rendeva conto della situazione?! Rammentando a se stessa che ella non poteva effettivamente sapere quanto fosse drammatico per lei quel momento, cercò di respirare lentamente e, affondando le unghie ancora più profondamente nella carne di Shouta, mascherò un ennesimo gemito soffocato con uno sbuffo, preferendo tacere... anche e soprattutto per risparmiare fiato. È da tempo che vorrei parlare della tua decisione di trasferirti alla Sapienza. Sai bene che potrei facilmente accompagnarti ogni giorno a scuola in perfetto orario, non dista poi molto da qui. Non riesco a capire questo tuo bisogno di tenerti lontano da me. Sono sinceramente preoccupata Jadis. Non sei più una bambina; lo so bene, quindi per una volta voglio parlarti da adulta: sei sicura sia la decisione giusta?
    Jadis sussultò, lasciando sfuggire un gemito che stavolta dovette mascherare con un colpo di tosse. L'affondo di Shouta la portò sull'orlo di un ennesimo orgasmo, lasciandola lì, in bilico, a pulsare senza potersi muovere per agguantare il piacere e farlo proprio. Strinse i denti, cosa che la fece sembrare particolarmente irritata dal quesito di Fumiko, un punto a suo favore... ma non del tutto.
    Nh-non ho bisogno del tuo aiuto. Voglio farmi una vita. La Sapienza è la scuola migliore del posto, d-di Roma addirittura, devo solo aspettare che approvino la mia domanda... e tu dovrai accettarlo, intesi? Avrò una stanza tutta mia, e grazie al prestigio della mia famiglia ho da parte abbastanza soldi da comprare la tua casa, se volessi. Sai perfettamente che posso cavarmela da sola... Più parlava, più cresceva l'ansia di non riuscire a controllare la voce, di non riuscire a controllare gli spasmi, di star letteralmente gocciolando con la differenza che erano in acqua e di sentirsi sul punto di esplodere ma impossibilitata a farlo. La frustrazione le fece alzare via via la voce... sebbene non volesse esagerare come invece fece. Dici di voler parlare da adulti, quindi perché metti in dubbio la mia decisione? NON sei nemmeno la mia balia ormai! Syornha è la mia tutrice adesso! LASCIAMI IN PACE!
    Alla fine dello sproloquio, specie delle ultime parole che sfogò in un grido quasi liberatorio vista la situazione, il viso di Jadis era semplicemente paonazzo e i suoi piccoli seni si sollevavano a rimo del suo respiro affannoso fin quasi a sfiorare la superficie dell'acqua. Baiken, che inizialmente la guardò con il suo unico occhio sollevando un sopracciglio cremisi verso di lei, continuò a lavarsi, fingendosi poco colpita... o forse effettivamente non lo era.
    Ne abbiamo già parlato, Jadis. Non penso sia legale, lo avete fatto di testa vostra e io continuerò a battermi per riprendere quel ruolo.
    Jadis ebbe la grazia di arrossire. Non aveva proprio specificato che Syorn fosse il suo famiglio quando aveva compilato le scartoffie online, anche se da qualche parte aveva letto che la legge lo permetteva... ma poteva essere tranquillamente una fake news. Alzò comunque il mento, sbruffona come sempre nonostante il profondo tremore e anzi, forse a maggior ragione grazie a quello. Aveva bisogno che Baiken se ne andasse al più presto.
    Sì beh, sai che c'e? Non ti riguarda, Fumiko! E ora, esci da questa dannata vasca e lasciami un po' di privacy dannazione!
    Detto ciò fece per voltarsi (senza poterlo fare davvero e dunque finendo solo per muoversi un minimo, finalmente, sul corpo di Shouta), speranzosa che Baiken, vedendola così rossa e (apparentemente) furiosa, si voltasse per prima e uscisse dalla vasca... ma figurarsi se quella donna potesse attenersi alle sue previsioni? Figurarsi. La richiamo a sé.
    Jadis?
    E lei fece in tempo a voltare nuovamente il capo (e quel poco di busto che aveva potuto muovere) che si ritrovò in faccia quelle stupide enormi tette che per un attimo le ricordarono sua madre, facendola crogiolare nel ricordo del seno materno... nel momento più pessimo possibile. Se la strinse al petto cosi vigorosamente da smorzarle il respiro, cosa assolutamente controproducente vista la difficoltà già evidente. Il peggio? Per raggiungerla, Baiken si era mossa nuotando nello stile "a rana", quindi mostrando il suo corpo impunemente mentre nuotava, ma soprattutto muovendosi a pelo d'acqua per raggiungerli dunque evitando sì, Sho, ma solo se si fosse mosso prontamente e avesse agito di conseguenza. Jadis rendendosene conto rimase immobile, rigida, così stretta che il fallo del poverino non sarebbe potuto uscire facilmente da lei neppure se avesse voluto sottrarsi alla presa, il tutto mentre Baiken la soffocava con quei enormi seni e, se il cielo li avesse aiutati, teneva larghe le gambe per poter nuotare. Certo, in tal modo Shouta alzando lo sguardo avrebbe potuto vedere praticamente tutto di lei, dalla peluria rossa incredibilmente curata alla vulva attraente sotto essa, ma Jadis cercò di scacciare quel pensiero, complice anche e soprattutto il poco ossigeno al cervello dato dalla sua testa strizzata in quei seni che definire enormi sarebbe stato eufemismo; altra scena che doveva essere bellissima vista dal basso.
    Vedi di stare bene, ok? So che ora ti sei fatta grande, hai un potere tuo e vuoi la tua indipendenza perché sei furiosa, e pensi che tutto il mondo se ne freghi di te e delle tue disgrazie ma.. Io ci sono per te. Ci sarò sempre, anche contro il tuo volere. Non intendo perderti di vista, è chiaro?
    A quel punto tentare di dimenarsi era inutile contro quell'abbraccio forzuto, rischiava di farli scoprire così come di farla affaticare inutilmente. Per loro fortuna durò poco, Baiken fece per staccarsi dopo pochi secondi e non avrebbe atteso altro per allontanarsi, salvo incidenti da parte di Shouta. Jadis nel frattempo rimase immobile, col fiato sospeso, in attesa di vedere la donna allontanarsi o assistere alla catastrofe che poteva presentarsi qualora un movimento sbagliato li avesse fatti beccare. La cosa assurda? Si sentiva il cuore in gola e per quanto le parole di Baiken l'avessero in qualche modo riscaldata, tutto quel suo stringerla e al tempo stesso stringersi per la tensione, le aveva donato il giusto mix di adrenalina per dare un'ulteriore spinta al suo corpo per godere, cosa che doveva assolutamente impedire. Dopotutto, esisteva forse momento peggiore per un orgasmo sentito?
     
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    La situazione stava precipitando a valanga in una maniera assolutamente impossibile da controllare, un effetto domino anche difficile da descrivere perché c'era veramente troppo in ballo. Come potevano due giovinastri arrapati come Sho e Jadis gestire una cosa del genere? Senza contare che il discorso di Baiken era anche importante e se non fosse stato così maledettamente infilato nel suo culo Sho avrebbe senza ombra di dubbio voluto dire la sua, per dare da una parte manforte a Baiken e dall'altra giustificare Jadis e magari trovare un punto d'accordo tutti assieme. Ma loro non erano una famiglia, cera qualcosa di perverso e folle nel rapporto che li legava e lo dimostrava che mentre Baiken tentava di fare un discorso serio. Jadis stringeva il cazzo di Sho dentro di sé e il rosso, soffocato e irrigidito da quella situazione, non faceva altro che scoparle quel buchino come meglio poteva. D'altro canto, non poté fare a meno di pensare che forse il rifiuto a proposito della verginità di Jadis era stato un bene: nascondere sé stesso era possibile ma celare le macchie di sangue in acqua sarebbe stata una vera e propria condanna. Ma le cose potevano andare bene? Certo che no, ovviamente no, e proprio quando il rosso pensava di essere riuscito a trattenersi fino alla fine, ecco che Baiken si avvicinò così maledettamente e pericolosamente a loro, schiacciando i suoi enormi seni sul volto di Jadis e concedendo al giovane maestro uno spettacolo di sé che il ragazzo poteva solamente sognare. A quel punto la fantasia iniziò a viaggiare disperatamente, dove c'erano Baiken e Jadis stese nude sul letto che amoreggiavano impazienti e nel vederlo arrivare in stanza, eccitato quanto loro, lo invitavano a farsi avanti. Baiken che apriva le l'intimità di Jadis con le dita, Jadis che massaggiava i seni di Baiken, entrambe vogliose di una cosa sola e Sho impaziente di dargliela con tutto il suo cuore. Il sangue gli arrivò al cervello come una valanga di disperazione e per un momento il rosso si sentì svenire, era troppo per lui. La sua verga si allargò di colpo, per Jadis sarebbe stato impossibile a quel punto fare resistenza, il ragazzo iniziò a muoversi non così forte da scuoterla ma abbastanza da riprendere la penetrazione, stando attento solo a non sfiorare nemmeno per sbaglio Baiken, ma non poteva trattenersi oltre. Iniziò a fottere quel culo meraviglioso e divenne decisivo quando Baiken iniziò ad allontanarsi, aveva bisogno di sfogare la sua frustrazione sessuale e non riuscì in alcun modo a trattenersi. Forse Jadis poteva riuscirci perché indispettita e spaventata, ma Sho iniziò a pompare con forza deformandole il ventre da dentro ben pronto a lasciarsi completamente andare. Iniziò a riempirle il culo di seme bollente, qualcosa di così caldo e abbondante che Jadis lo avrebbe sentito risalire dallo stomaco fino al cervello. Aveva un calore intenso perché era stato liberato in un momento che dire stressante on rendeva assolutamente l'idea, e se da fuori il suo pancino non sembrava deformato era solo per via dell'acqua che già di suo creava effetti ottici con ciò che si trovava al suo interno, altrimenti sarebbe stato maledettamente evidente. Godeva, pompava e rilasciava fiotti bollenti dentro di sé, perdendo in parte i sensi e diventando impossibilitato a trattenersi, facendo solo l'indispensabile per non farsi scoprire ma sfogando tutta la sua frustrazione in un lungo ed intenso orgasmo che rilasciò tutto dentro quel culo magnifico e maledetto...
     
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    Baiken nuotò fino alle scale e vi salì sopra senza riguardo per lo spettacolo che diede: il più bel sedere femminile e muscoloso che Jadis avesse visto in vita sua prima del proprio, o di quello di sua madre. La breve e timida cascata d'acqua che trovò sfogo su ogni singolo muscolo del fisico allenato che risaliva velocemente la ipnotizzò come poche cose al mondo, particolare che la spinse -dopo essersi ripresa- a dare un'occhiata all'acqua per vedere se Shouta avesse sbirciato... ottenendo solamente di sgranare gli occhi e trattenere a malapena un gemito mentre Fumiko dava loro le spalle, poiché lui aveva iniziato a muoversi furiosamente (per quanto la situazione glielo concedesse) fin dall'istante in cui la donna si era avvicinata, sì, ma soprattutto iniziò a farlo ancora più freneticamente quando voltò le spalle. Si ritrovò dunque impossibilitata a reagire, costretta a tenersi a lui come se si trovasse improvvisamente a un rodeo e dovesse evitare di venir disarcionata, con la differenza che il suo unico pericolo di cadere era dato dalle innumerevoli macchioline colorate che le si affacciarono agli occhi. Li chiuse, sospirando appena di sollievo quando Baiken infilò come veniva il kimono e andava via senza voltarsi... ma forse si rilassò troppo in fretta. Ci fu infatti un istante, un singolo istante, in cui Baiken si fermò sulla soglia della portafinestra e a Jadis venne quasi un colpo, tanto che si irrigidì talmente che gli affondi di Shouta incontrarono parecchia resistenza nonostante la sua forza. Di nuovo unghie, di nuovo gemiti soffocati e denti stretti... di sicuro alla fine di quella giornata entrambi avrebbero portato i segni dell'amplesso nei loro letti, Sho vere e proprie ferite di guerra che poteva tranquillamente far compagnia alle sue innumerevoli cicatrici. Per fortuna l'unica cosa che disse Baiken senza neanche voltarsi, mentre Jadis tratteneva il respiro, fu un sbrigativo "Non pensare che lasci stare così facilmente... E pretendo che prima di trasferirti la smetta con questo "Fumiko", intesi? Baiken è un nomignolo che mi hai dato tu: usalo.", che suonava più come un chiaro "Domani ne riparleremo, non credere che mi arrenda così". Infine se ne andò, senza guardarla, prima che la ragazza potesse effettivamente svenire per la tensione. Fu una vera fortuna, perché voltandosi Fumiko l'avrebbe trovata rigida, rossa, sorretta da qualcosa che non poteva essere una semplice scale e tutta sudata sul viso. Jadis si morse a sangue le labbra per non gridare o muoversi, ma una volta sentita in lontananza la porta della stanza di Baiken chiudersi, emise un profondo sospiro di piacere e tiro a sé Shouta costringendolo a uscire dall'acqua con un'espressione in viso assolutamente sconvolta. Non sapeva se essere furiosa o lasciarsi andare al più totale e liberatorio godimento, nel dubbio il suo corpo decise per lei donandole un espressione a dir poco ridicola, senza alcun controllo sulle palpebre e i lineamenti che si deformarono mentre finalmente veniva... Due volte di fila. O forse tre? Furono due solo durante l'orgasmo che le gonfiò la pancia, ma prima ancora la tensione iniziale le aveva regalato le prime pulsazioni. Il piacere dato dalla tensione e dalla sensazione liberatoria fu così intenso che per evitare di fare rumore fu costretta a tapparsi la bocca, e scelse di farlo con un bacio ansimante che sfogò nella gola di Shouta. Fu lungo, passionale, ma anche liberatorio, fatto di grida soffocate e movimenti furiosi poiché, una volta compreso che erano finalmente liberi di sfogarsi, Jadis riprese a saltare sopra di lui con tutta la frenesia che una sveltina richiedeva, proseguendo anche dopo il suo orgasmo e mostrando via via la fatica data dalla sua pancia che si gonfiava.
    Solo diversi minuti dopo, quando le contrazioni iniziarono a stabilizzarsi e lei a smettere di ansimare e sbavare come un'indemoniata, la giovane riuscì a staccarsi da lui, non senza copiosi filamenti di saliva a unire le loro bocche, e per quanto la sua espressione fosse languida... non esitò a sfogare anche la propria rabbia.
    È stato decisamente... Fantastico? Meraviglioso? Idilliaco? L'orgasmo migliore della sua vita? Snervante... anf! Le ci volle ancora qualche secondo per poter recuperare il fiato necessario a parlare di nuovo, specie perché doveva ancora smaltire tutta la saliva che aveva ingoiato nel tentare di non gemere/piangere mentre un fallo grande quasi la metà del suo busto la fotteva inesorabilmente fino a riversare tutto il suo piacere dentro di lei. Quando ci riuscì tuttavia, ammonì il suo schiavetto con lo sguardo (e non solo). Stavi per farci scoprire! Sei pazzo?! Cercò persino di spingerlo via con due colpetti assestati sulle spalle, quasi volesse prenderlo a pugni, ma la spinta fu così irrisoria e trascurabile che finì solo per sfiancare ella stessa, spingendola a rilassarsi contro di lui per qualche istante. Dopo breve, si mise dritta, irrigidendosi per il fastidio dato dai loro corpi ancora uniti e dal pancino gonfio. Nonostante la difficoltà comunque, fu abbastanza agile (per quanto possibile, certo) nel sottrarsi alle braccia di Shouta e sfilarlo da dentro di sé, in modo lento e controllato poiché doveva fare tutto il possibile per non rilasciare troppo sperma nell'acqua. In qualche modo, come per miracolo ci riuscì, non senza smorfie, rossori e piccoli lamenti vari, ma una volta finito, senza l'ingombrante presenza a fungere da tappo e "spinta" per il suo culetto, riuscì in qualche modo a stringere i muscoli per evitare di svuotarsi nella vasca di Baiken. Sarebbe stato un disastro... e doveva muoversi in fretta.
    V-vado in camera mia. Rimanderemo la sessione con Syornha a quando avrà smesso di fare LA GUARDONA... sollevò la voce per farsi sentire da lei, voltandosi quanto bastava per guardarla di sbieco... ma quella diabolica creatura era già sparita alla vista. Tanto meglio, tsk. Ad ogni modo ricordò di tenere la voce bassa e, dopo un "ops" silenzioso, riprese a parlare. Per fortuna in lontananza si sentiva la doccia di Fumiko in funzione, e anche una musica giapponese ad alto volume.
    A più tardi, Kuma. Se è rimasto qualcosa da sistemare, pulisci tu. Sono troppo stanca e affamata. Pronunciò quelle parole come se le fosse dovuto, tanto per cambiare, poi accennò un sorrisetto nonostante la difficoltà. Ed era fin troppo malizioso. Tanto non vai da nessuna parte, giusto?
    Jadis si sciacquò velocemente come poteva, prima di uscire dalla vasca con movimenti a dir poco goffi, poi raccolse a fatica i vestiti che per fortuna erano rimasti fino a quel momento nascosti sotto al tavolino, fato volle, e poiché non aveva più un giocattolo con cui evitare che tutto lo sperma che aveva dentro gocciolasse sul pavimento, dovette lavorare davvero molto di muscoli e per questo perse parecchio del suo portamento altezzoso mentre sculettava, mezza nuda, verso l'interno della casa e la sua stanza, sfruttando il corridoio per evitare di passare vicino alla camera di Baiken. C'erano a disposizione degli accappatoi sempre pronti poco vicino alla vasca, in un armadietto minimale, ma nella confusione del momento doveva essersene dimenticata; solo Shouta se ne sarebbe potuto accorgere se avesse fatto attenzione. A quel punto quell'assurda mattinata era finita e spettava a entrambi un meritato riposo, e forse un pasto dal momento che avevano saltato il pranzo tra una follia e l'altra. Piani semplici e parecchio umani, insomma. Nessuno dei due poteva sapere che la creatura appostata sul tetto non la pensasse allo stesso modo, o che ogni minimo movimento della figura del rosso in particolare, era seguito da 3 paia di occhi cremisi che lo avevano fissato da un punto messo in ombra del tetto, poco prima di farsi indietro e venir inghiottiti dall'oscurità alle parole gridate da Jadis. Il custode poteva davvero rilassarsi?
     
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