Un trasloco movimentato

Per Doom

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    Sho si rendeva conto che assecondarla troppo poteva non essere un bene, affatto, ma la verità era che si ripeteva di quanto fosse inutile fare resistenza un pò come se fosse una scusa, alla fin fine. Una scusa per non ammettere che in realtà non gli dispiaceva affatto quel gioco perverso, quella morsa letale tra Jadis e la sua (in)fedele creatura, quella sensazione di pericolo accompagnata da ogni tipo di perversione che poteva prendere vita... gli piaceva. Non a caso, anche se si definiva pacifico ed incline al dialogo, Sho amava combattere e confrontarsi con gli altri, allo stesso modo Jadis accendeva il suo agonismo ma stimolando ben altri tipi di muscoli, di nervi e di voglie soddisfacendo non la fame di adrenalina, ma di sesso e del più perverso tipo. Ignorò pressoché del tutto quella mezza minaccia che morì in gola a Jadis, anche lei si rese conto che fare domande e supposizioni aveva poco senso a quel punti, dando giustamente priorità alle sensazioni che si stavano scambiando. Era bellissimo sentirla avvinghiarsi al proprio collo mentre gemeva, serrava le labbra e si Abba donava a quei spasmi di piacere, sembravano davvero una coppia affiatata e Sho si dilettava del compiacerla come poteva, ben conscio che più la eccitava, più piacere ne avrebbe ricevuto in cambio. Si sentì spronato dalle sue parole e dai suoi gesti, sentire Jadis che lo supplicava di dargliene di più lo eccitava, e più si eccitava più i movimenti delle dita si facevano veloci e netti, più la sua verga marmorea pulsava durissima e bollente, calda come il volto paonazzo di Jadis di cui Sho si beava, tentato di leccarla lascivamente al solo scopo di rubare un pò di quel calore e sfogare la sua stessa perversione, come se sfregarsi con il proprio cazzo immane sulle sue morbide e perfette natiche non fosse abbastanza. La sentì pulsare tra le sue dita, riconobbe subito la quantità di umori che stava perdendo e con un lungo sospiro che sfogò sulla sua morbida schiena liscia, Sho riuscì a darsi un contegno e rallentare, concedendole così lo spazio per riprendere fiato e godersi il suo orgasmo, anche se lui non era affatto soddisfatto e ben più che letteralmente gonfio. Respirava affannosamente, ma si conteneva, sapeva che non era ancora il suo momento e la sua padrona aveva la priorità. Che bravo, stava anche iniziando a pensare come uno schiavo... o almeno così si ripeteva, ignaro che più che complice di quel gioco, ne stava diventando una vittima. E a sigillare quel ruolo, ecco un gesto assolutamente inaspettato che in un primo momento lo colse in contropiede, stupendolo, ma dopo aver assaggiato il calore e la morbidezza della lingua di Jadis, che lo tentava con una perversione lenta e seducente, fu lui stesso a farsi avanti per prendersi la sua "meritata ricompensa". Sapeva bene quanto inusuale fosse una simile dimostrazione di "affetto" per Jadis, anche se forse era più giusto parlare di generosità, pertanto non si fece minimamente pregare e riuscì perfino ad apprezzarla, visto che i suoi sforzi per mantenere la giusta compostezza e trovare un accordo pacifico stavano dando i suoi frutti. Nel piano originale non c'era di certo cedere ancora una volta alla lussuria, se non peggio di prima, fatto stava che non se ne pentì minimamente. Fu un bacio dispettoso, dove Jadis provò ad indispettirlo, gioco in cui Sho la assecondò completamente riuscendole a donare quell'espressione di disappunto un istante prima che le loro labbra si legassero attraverso le lingue in una danza calda e perversa, era davvero brava in quello che faceva e lui stesso glielo confessò attraverso i gesti, facendo pulsare quella verga immane tra le sue natiche mentre rispondeva alla sua lingua colpo su colpo. Quanto era bello perdersi in quella perversione senza senso. Si sfregò a lei per tutto il tempo, tirandosi a sua volta mentre lo stringeva come se volesse possederlo, e lui le faceva sentire il suo calore, la sua possanza, la sua passione. Era rapito, non poteva negarlo e quando Jadis si staccò improvvisamente da lui fu come riemergere da un mare tanto soffocante quanto piacevole che lo lasciò interdetto. L'espressione del ragazzo era rapita, anche se iniziò ben presto a ricomporsi mentre quella diabolica ragazzina continuava il suo gioco. Rimase in silenzio mentre lei strisciava sul tavolo con quelle morbide e sinuose gambe, ribaltando la sua posizione e mostrandogli quanto sensuale potesse essere solamente muovendosi sul posto. Maledizione, oramai era completamente preso, era impossibile resisterle e ogni singolo movimento, specialmente quello che provocava contatti con la sua verga, lo facevano sussultare e pulsare silenziosamente, anche se il languore nei suoi occhi era inconfondibile. Capì subito che parlando dei "nove" si riferiva agli orgasmi promessi, ma non sapeva dove voleva andare a parare. Tremò di terrore quando la vide rivolgersi a Syornha temendo che la situazione potesse peggiorare, ma rimase calmo. Rimase rigido per tutto il tempo, specialmente quando Syornha si avvinghiò a lui facendogli sentire il calore dell'intimità e dei capezzoli turgidi sulla schiena, ma durò ben poco perché quando Jadis iniziò a sfregare la sua intimità piena di umori contro la mazza del rosso, questo esplose in un lungo sospiro di piacere che sciolse ogni sua resistenza e lo fece crollare paonazzo su Syornha, oramai del tutto sconfitto da quel diabolico duo. Tutto di Jadis era irresistibile, veniva da domandarsi se Sho non fosse seriamente innamorato anche di lei, ma forse era dovuto semplicemente agli ormoni dei due che, quando uno di fronte all'altro, diventavano inarrestabili. Se lui si rilassò però, lo stesso non fu per la sua verga che rimase marmorea e pulsante per tutto il tempo, scaldandosi come un tizzone ardente e rispondendo ad ogni movimento di Jadis come se volesse scacciarla per quanto vigorosa fosse quella mazza di carne a quel punto. Per essere un normale umano, Sho vantava doti incredibilmente mostruose.
    T-tutto per te... mia padrona...
    Quella di risposta fu spontanea, non riuscì a trattenerla, gli scivolò fuori dalla bocca come l'ennesimo spasmo di perversione e nulla più. In cuor suo sperava che bastasse tanta devozione per mettere fine a quella lenta tortura, ma Jadis non sembrava di quella opinione: voleva tormentarlo fino a strappargli ogni tipo di pulsazione, ma non avrebbe ottenuto altri risultati se non vederlo crescere, arrossarsi e riempirsi di ulteriori vene. Sembrava stesse scoppiando, "raffreddato" solo dagli umori di Jadis che fungevano da mezzo per non mandarlo in un surriscaldamento esagerato. Lui non riuscì a restare immobile, iniziando a muovere il bacino contro di lei per farle sentire quanto impaziente fosse a sua volta. La fissò dritta negli occhi: languido, impaziente, eccitato da morire. Non sapeva ancora quanto avrebbe resistito ma doveva assolutamente iniziare a sfogarsi o avrebbe perso il senno.
     
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    Vedere Shouta abbandonarsi completamente sul corpo di Syornha, fu un vero spettacolo che portò Jadis a mordersi le labbra e inspirare sonoramente, come qualcuno che trattiene il fiato davanti a una fitta di dolore, piacere o eccitazione particolarmente intensi. Lo guardava dal basso, poiché l'eccitazione la portava a tenere il mento alto ed esporre il collo, reso ancora più invitante da tutto il cuoio che portava, mentre continuava a fissare ogni singola reazione del suo schiavetto e la sua espressione cambiava via via: di tanto in tanto schiudeva le labbra per una fitta più forte di piacere, provocata dal continuo strusciarsi della sua intimità sulla base del suo sesso enorme, mentre altre si mordeva o leccava le labbra, o ancora sorrideva per le reazioni assolutamente soddisfacenti del giovane. La posizione e la presenza di Syornha (che per altro non sembrava del tutto indifferente alla scena, Sho poteva dedurlo dagli umori che le bagnavano la vulva mostruosa), permetteva a entrambi di stare più o meno seduti, tanto che non ci volle molto perché Jadis si aggrappasse alle sue spalle con una perversa idea stampata sull'espressione malvagia, ma al contempo soddisfatta. Si era aspettata una reazione provocatoria, reticente, qualcosa di odioso e irritante tipico di chi vuole avere l'ultima parola, esattamente come lei d'altronde, ma Shouta la sorprese senza effetti speciali... e fu perfetto. Assolutamente, perfetto. A quel "Tutto per te, mia Padrona", il sorrisetto di Jadis si incrinò per la sorpresa, le labbra si schiusero, e una pulsazione più consistente le attraverso l'intimità fradicia ed eccitata, spingendola ad abbassare leggermente le palpebre e assumere un'espressione decisamente meno padrona di sé o della situazione, molto più languida e bisognosa. Il fatto che prese a muoversi a propria volta contro di lei, non fece altro che procurarle nuovi spasmi dati dalla sensibilità rinnovata. In contrasto con quella vaga prova di "debolezza" però, il rosso avrebbe potuto sentire la stretta delle sue dita farsi molto più decisa sulle spalle, quasi volesse strappargli i vestiti per sfogare almeno in parte il suo desiderio.
    Quando sei così fedele e arrendevole mi fai venire voglia di mangiarti, Kuma-san...
    Non utilizzò quel verbo senza ragione, anzi, sottolineò con una leccata di labbra e un morso a quello inferiore di lui la propria dichiarazione, tirandoglielo abbastanza da allungarlo e farlo sobbalzare una volta lasciato, leccando poi il segno del morso come a voler lenire la ferita. Sicuramente sapeva come essere sexy, non c'era dubbio. Pur continuando a stuzzicarlo con quel nomignolo irritante che lo vedeva paragonato a un mero giocattolo per il suo piacere, proprio come il suo orsacchiotto di pezza, nel rivolgerglisi Jadis aggiunse un onorifico, tipico segno di rispetto nella lingua giapponese, benché ella lo usò più come ennesima provocazione visto che gli si rivolse come avrebbe fatto con un adulto. E c'era da dirlo... In quel momento Shouta non le sembrava affatto un adulto. Non che fosse strano per lei sottovalutare il prossimo, ma con quell'espressione persa, languida addirittura e irrimediabilmente eccitata, sembrava davvero che il rosso pendesse dalle sue labbra. E Jadis ne approfittò senza alcun ritegno, perdendosi a propria volta in quello spettacolo senza eguali: quando mollò la sua erezione infatti, le sue dita vennero subito sostituite dalla sua vulva, poiché spingendo il bacino in avanti iniziò a strusciarvisi sopra, impregnandola a propria volta di umori e approfittando del momento in cui il rosso si lasciò andare contro Syornha, per potervisi letteralmente issare sopra, delicatamente, mantenendo le ginocchia sul pavimento così da non cadervi di peso (anche se vista la sua corporatura avrebbe potuto tranquillamente farlo senza danni), spingendolo contro il suo stesso ventre e iniziando una lenta risalita delle sue splendide forme sull'intera asta del ragazzo, dalle palle -su cui alla fine si posarono le sue piene e morbide natiche-, risalendo fino al glande umido quasi quanto lei, premendovi il clitoride sopra in ogni perverso movimento. Il suo cazzo era semplicemente troppo, per resistere. Si sorresse alle sue spalle mentre il suo bacino si muoveva in modo sinuoso e ipnotico, tanto che se Sho si fosse perso a fissarlo avrebbe potuto distinguere distintamente la forma delle sue grandi labbra che accoglievano l'asta stringendola in un umido e morbidissimo abbraccio, così come del suo piccolo clitoride che, turgido com'era, si stava letteralmente masturbando sulla sua carne. Jadis gemette, sospirando di piacere e sollievo mentre quei movimenti facevano pulsare il suo sesso, reso ancora più sensibile dall'orgasmo subito. Quando sollevò gli occhi su di lui, il suo sguardo sembrava se possibile più affamato e crudele di prima. Con una forza data dall'eccitazione più pura, in una carezza fece scivolare le mani lungo le spalle del suo schiavetto, trascinandole fino al collo in un perverso massaggio che tuttavia si concretizzò nell'afferrare con forza l'ampio colletto della sua camica e strattonarlo una, due, tre volte, fino a sentire la cucitura cedere e iniziare finalmente a strapparla. Non riuscendovi subito, iniziò ad apparire ancor più perversa e affannata; come se non potesse aspettare ancora, la fece allora scorrere lungo una spalla, liberando così parte dei trapezi del giovane, parte del pettorale e l'inizio degli addominali definiti. Syornha, magnanima, assistendo a quella scena e a un ennesimo tentativo di strappare via quel tessuto mentre la sua padroncina si muoveva lentamente ma freneticamente sul cazzo dell'umano, allungò due artigli ad aiutarla, senza darlo troppo a vedere (conosceva bene il suo irritante orgoglio): così, in meno che non si dicesse, finalmente il rumore secco degli ultimi bottoni che saltavano si espanse, mentre tirando agli estremi opposti e con una soddisfazione senza precedenti stampata in faccia, Jadis liberava il torace di Shouta dalla propria prigionia, aprendogli la camicia in due sul davanti, strappandola in alcun punti a causa dell'enfasi che vi mise. Ora, quasi nudo, con i lembi separati dell'indumento che gli pendevano lungo i fianchi, gli arpionò i pettorali con le dita tremanti, fissando il suo fisico scultoreo. Era dannatamente sexy, c'era da dirlo. E proprio per questo lo odiava tantissimo... perché se non fosse stato così irritante, sarebbe stato semplicemente perfetto come suo schiavo fisso, solo suo. Per altro, quel giorno... non si stava forse comportando come tale? Per questo, probabilmente, si sentì più "buona" nei suoi confronti. Addirittura mentre il suo sguardo scorreva lungo i suoi muscoli, fino alla peluria rossa del pube, così come all'asta che premeva con il suo stesso corpo su di lui, percepì l'insensato impulso di leccargli le cicatrici, una ad una, un gesto decisamente troppo intimo per applicarlo, che la fece dunque destare da quell'improvvisa fame cieca che l'aveva colta. Respirò più a fondo, buttando fuori l'aria per cercare di darsi un contegno (sembrava lei quella rapita!), e sorrise perversamente, concedendosi un movimento più ampio su quell'asta brillante dei succhi di entrambi. Dissimulò dunque quella perdita del controllo che si era concessa, tornando a sembrare non semplicemente eccitata, ma la arrogante stronzetta che era. Si chinò verso di lui per parlargli, mentre continuava quel lento massaggio tra i loro sessi.
    Sei così tenero che probabilmente meriti anche di sfogarti, nonostante il nostro patto... Mh, sì... Diciamo che... Poi l'idea, fulminante, che allargò il suo ghigno e la spinse ad avvicinare il viso al suo per sussurrargli il resto sulle labbra, poi direttamente nell'orecchio. Magari potrei farti sfogare qui, adesso... senza toccarti. Strusciarmi su di te fino a farti venire sulle mie mutandine, come un verginello inesperto... Che ne pensi, schiavetto mio? Saresti disposto a supplicarmi, pur di schizzare tra le labbra della tua Padrona?
    E fu proprio mentre parlava che il massaggio si intensificò, i movimenti del bacino crebbero, preoccupandosi di ricoprire davvero ogni centimetro possibile del suo affare, così da non farlo sentire mai abbandonato. Ancora, ancora... poi eccola, bloccarsi di colpo, sollevandosi appena sulle ginocchia con la bocca aperta e sorridente, fissandolo poco prima di proseguire, mentre teneva la sua intimità sospesa e separata da lui per così pochi centimetri che era possibile percepirne comunque tutto il calore, senza contare che risollevandovi avrebbe dovuto per forza posarvisi sopra.
    Perché se non lo farai temo che in fondo anche un massaggio da parte mia sia troppo, per ciò che mi hai fatto... Uhm, sì... forse dovrei piuttosto restare qui, così, aspettando che sia tu, a strusciarti su di me come il cane in calore che sei?
    Poteva sembrare che fosse tornata spregevole e irritante, ma in realtà quel suo modo di parlare era incredibilmente roco, coinvolgente, volutamente spinto per portare Shouta a eccitarsi il più possibile, e soprattutto quelle ultime frasi, tutte sussurrate a pochi centimetri dal suo orecchio, si conclusero con una leccata che partendo dal collo raggiunse il lobo dell'orecchio, che morse e tirò leggermente con gusto, sorridendo in attesa di una reazione... Sarebbe riuscito ad apparire ancora docile e arrendevole? Quella era la vera prova...
    Nel frattempo, Syornha non sembrava affatto felice di stare ferma, e infatti la sua presa sulla schiena di Shouta era quasi tagliente, pericolosa, mentre anche lei sembrava muoversi lentamente per provare un po' di piacere attraverso lo strusciare dei loro corpi, anche se i suoi movimenti erano così lenti e impercettibili da passare inosservati a confronto con quelli di Jadis.
    Voi bambini... mi state facendo emozionare. E a giudicare dalla sua intimità spalancata e grondante umori, non si riferiva al sentimento. Quando potrò unirmi ai vostri giochi?
    Jadis si limitò a sollevare lo sguardo un istante e strappar via dal petto di Sho quelle zampacce demoniache, poiché Syornha gliela aveva fatte scivolare lungo il petto. La guardò malissimo, come un felino che stesse difendendo il proprio pasto da un proprio simile.
    Non adesso, Syornha. Ti assicuro che ce ne sarà anche per te... ma ora limitati a fare la sedia: Taci.
    Solo Sho avrebbe potuto sentire la ventata di gelo che si sollevò dal corpo del famiglio, perché Jadis tornò subito a guardarlo e non si soffermò sulla sua reazione: gli occhi rossi stretti e puntati su di lei, i denti se possibile quadruplicati ed esposti, e la lunga coda venefica che si agitava come una serpe alle sue spalle, tanto che a un certo punto il suo enorme pungiglione apparve sul capo di Jadis e sembrò quasi volersi infilare nel suo delicato collo... Fu un istante fulmineo però, controllando Syornha tutto ciò che rimaneva di quella ventata di irritazione era un sorriso assolutamente tirato e inquietante, quel suo solito sorriso ambiguo per intenderci, mentre le sue zampe erano tornate a terra.
    Almeno fate in modo di muovervi abbastanza...
    Lo disse in un sibilo sottile e quasi impercettibile, ma Sho avrebbe potuto sentire tutta la pressione inquietante delle sua presenza rinnovata, se possibile raddoppiata.

    Edited by .Bakemono - 3/12/2019, 18:10
     
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    Non succedeva spesso di vedere Jadis perdere la compostezza in quel modo, non senza niente nel suo ano per lo meno. Sembrava proprio che Sho fosse in grado di toccare le sue corde, se si impegnava, non era del tutto convinto che fosse un bene ma in quel momento aveva le idee piuttosto chiare a tal proposito. Fu molto bravo a non sfoggiare sorrisetti furbeschi e soddisfatti, quella era una mezza vittoria per lui ma portarla in gloria come una bandiera avrebbe fatto scemare ogni suo sforzo. Ben più semplice, in effetti, e più intelligente fu abbandonarsi a sua volta alla perversione, socchiudendo le palpebre e strozzando i gemiti tra le labbra morse con la dovuta delicatezza, assecondando i movimenti della ragazza su di lui lasciandosi trascinare dal bollore della diabolica creatura alle sue spalle. Rispose al complimenti della sua "padrona" con movimenti più netti, senza dire nulla, ben consapevole che una parola di troppo poteva fare la differenza tra un successo e la disfatta totale. Si stava sicuramente lasciando assopire da quel sogno lussurioso ma fortunatamente Jadis era aggressiva al punto giusto, tant'è che fu lei stessa a portarlo a rinsavire, mordendogli il labbro e leccandolo così sensualmente da farlo sussultare ancora. Aveva perso il conto di quante volte la sua verga aveva reagito in maniera così irruenta e impaziente, doleva oramai per la tensione e per lo sforzo ma non poteva di certo abbandonarsi di nuovo ai suoi istinti più bassi, non in quella situazione, non dopo tutta la fatica che aveva fatto per ristabilire un legame. Era più forte dei suoi istinti, se ne convinse, ma Jadis era altrettanto convincente e su questo non aveva dubbi. Si agitava e sfregava sulla sua verga come una tentatrice senza eguali, massaggiandolo con le sue burrose carni umide e pregne di umori bollenti, vogliosi, irresistibili. Odori, sensazioni, pensieri avevano plagiato la mente del ragazzo che a stento riusciva a trattenere gli spasmi, muovendosi col capo da un lato all'altro delle sue spalle, inarcando la nuca all'indietro e serrando i pugni come se stesse subendo la più terribile delle torture, con la variante che di terribile in quella situazione non c'era proprio nulla, per quanto l'attesa e l'astinenza potessero a tutti gli effetti somigliare a una tortura. Le malaugurate volte che i suoi occhi tendevano verso il basso invece che vagare nel vuoto in cerca di un appiglio, veniva rapito da uno spettacolo semplicemente irresistibile, ipnotico: la carne di Jadis che lo avvolgeva completamente serrandolo in un bacio perverso che lasciava presagire chissà quale perversa unione. La tentazione di farla sua una volta per tutte era immane in quelle situazioni per questo si sforzava di alzare lo sguardo e mugugnare per annebbiare i suoi stessi pensieri, man on ci volle molto prima che incrociasse di nuovo lo sguardo diabolico di Jadis, perdendosi nei suoi occhi perversi, temendo cosa avesse in mente e allo stesso tempo bramando la risposta. Fu sorpreso dal sentirla afferrargli il colletto con quella decisione, non era abituato a vederla come una minaccia agguerrita, per questo lo sguardo del rosso risultò spiazzato. E quando la sentì tirare la sorpresa non scemò ma raddoppiò, rendendosi conto che stava davvero facendo forza, e con che fatica, al solo scopo di spogliarlo. Non voleva di certo prenderla in giro a quel punto e lo aiutò il fatto che sotto sforzo Jadis sembrasse ancora più sensuale, come soccorso finale giunse Syornha che strappò la sua camicia in modo che Jadis potesse denudarlo del tutto in petto lasciandolo solo con i suoi muscoli, cicatrici e il sudore che imperlava l'oramai bollente carne. Il modo in cui Jadis lo ammirava... doveva ammetterlo, gli stava dando alla testa. L'ammirazione dei maestri che lo vedevano combattere e gli riconoscevano titoli era una grande soddisfazione per il suo orgoglio, ma era poco o nulla in confronto alla faccia che quella ragazza gli concedeva quando si sentiva attratta da lui. Era chiaro, il rosso non era così ingenuo da lasciarsi sfuggire un simile dettaglio, per l'ennesima volta ebbe l'impulso di saltarle addosso, baciarla e prenderle ogni traccia di quella femminilità fino a renderla sua. Ma lei era la sua padrona e questo gli era proibito, cosa che rendeva quegli sguardi ancora più succulenti. Era perso sui suoi occhi, sulle sue labbra, impaziente che gli dicesse qualcosa, qualsiasi cosa... un complimento, un ordine, uno scherno... tutto per lei, tutto per sentire di nuovo quella sensazione di folle piacere che solo Jadis era riuscita a donargli. Poi finalmente parlò, e man mano che quelle parole gli gelavano il sangue anche le gocce di sudore diventavano fredde, facendolo tentennare. Non era sicuro di poter venire col semplice sfregamento, e se non ne fosse in grado affatto? Non con quell'erezione almeno... rischiava di deluderla e mandare all'aria ogni sforzo fatto fino a quel momento. Ma nemmeno poteva rifiutarsi, men che meno avanzare lui proposte! Non era quello il suo ruolo. E mentre quei pensieri lo tormentavano la tortura di Jadis aumentava, più veloce, più intenza, danzava sul suo palo impaziente di avere una risposta più esauriente di quella che gli occhi intimoriti del rosso le stavano già concedendo, poi si fermò, permettendogli di sentire nulla se non il calore della sua femminilità, e a quel punto anche gli umori di Jadis che fino a quel momento lo avevano lubrificato tanto piacevolmente divennero gelati. Era timoroso, ma soprattutto ne voleva ancora... di più. Il morso sul suo lobo lo fece tremare ancora, non quanto tremò la sua verga che se avesse potuto si sarebbe ingigantita fino a penetrare Jadis senza il minimo movimento. Era in uno stallo folle e perverso, la sua mente si stava perdendo in un oblio umido e seducente. Per l'ennesima volta fu qualcosa di esterno a farlo rinsavire, in questo caso non la perversa famelicità di Jadis bensì il suo stesso istinto di guerriero. Stavolta non trainato solo dalla sua esperienza ma anche da un richiamo, come se Ebrietas avesse voluto fargli notare che qualcosa stava per succedere e lui doveva intervenire. Le dita si riempirono di nuovo dell'energia intensa con cui aveva massaggiato Jadis e, proprio come promesso, abbassò le mani di colpo per dedicarsi a Syornha. Agli occhi di Jadis sembrò semplicemente che Sho avesse cercato un appiglio su cui sostenersi per non impazzire e stringere i denti, ma la verità fu molto diversa e solo Syornha poteva conoscerla. L'energia intensa di Sho penetrò nel suo organismo, non aveva mentito quando aveva parlato di conoscere bene l'energia e la fisionomia del corpo di uno Yogami e in quel momento stava agendo direttamente su di lei: le zampe di Syornha sarebbero diventate rigide in modo da non poterle più muovere, compreso il pungiglione. Un'estrema difesa per Jadis che si ripercosse contro Syornha, ma non fu l'unico effetto: fu esattamente come se Sho l'avesse legata attraverso una corda rossa e sanguigna, ma invece che farlo sulla sua pelle lo aveva fatto dentro la sua carne. Se Syornha era perversa quanto Sho sperava, l'effetto sarebbe stato quello di venire intrappolata in maniera lussuriosa, dove i suoi organi riproduttivi sarebbero stati messi in tensione in attesa di un ordine del suo padrone. Sho la stava tenendo in bilico, costringendola ad aspettare anche se nella maniera più perversa possibile. Era certo che ci sarebbero state conseguenze e che, alla fine, se ne sarebbe pentito, ma il solo pensiero che qualcuno potesse attentare alla vita di Jadis lo fece scattare impulsivamente per proteggerla. A quel problema avrebbe pensato dopo. Ora, grazie a quella scarica di adrenalina, il cervello di Sho aveva ripreso a pulsare tanto quanto la sua verga, pertanto aveva la risposta pronta per Jadis.
    Quale dono sarebbe per me, padrona... potermi sfregare su di te fino a venire...
    Rimase con lo sguardo basso, ansimante, per il grosso del tempo. Ma per dichiarare una resa nei suoi confronti doveva guardarla negli occhi, e così fece. Con lo sguardo per metà nascosto dalla sua chioma vermiglia, gli occhi di Sho puntarono verso Jadis, la testa era ancora china quindi dava l'idea di essere effettivamente sotto di lei. Una posizione che di sicuro le avrebbe fatto piacere.
    Ma rischierei di sprecare il vostro prezioso tempo, perché bramerei in ogni stante la vostra carne affamandomi nonostante il dono ricevuto... e ciò che ne ricevereste sarebbe solo il vergognoso avanzo di uno schiavo che tenta di non fare brutta figura... piuttosto che l'abbondante virilità di un servo deciso a soddisfare la sua padrona...
    Piuttosto che apparire forte e assecondare i suoi capricci, Sho aveva scelto di arrendersi a lei, dimostrandosi arrendevole ai suoi vizi e alle sue provocazioni, cedendo alle proprie debolezze e confessandogliele. A confronto, assecondarla sarebbe stato un gesto di spavalderia. Facendole quella richiesta come un vero e proprio schiavo, Sho voleva apparirei l più sconfitto possibile. Se riusciva a soddisfare l'ego di Jadis e spingerla a concedergli finalmente un lauto sfogo al contempo, poteva considerarsi soddisfatto indipendentemente dall'umiliazione subita.
     
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    Sho seppe esattamente come affrontare la situazione riducendo al minimo le conseguenze della presenza di Syornha... perlomeno con Jadis stessa, difficile dire se valesse lo stesso per il famiglio. Fatto stava che, quando la toccò aggrappandosi a lei in quella finta da maestro, riversandole addosso tutta quella energia, la demone si inarcò e irrigidì completamente, senza emettere fortunatamente un suono che sembrasse un gemito, ma lasciandosi sfuggire un sibilo piuttosto fastidioso e minaccioso, che tuttavia -a giudicare dalla sua espressione- era un segno piuttosto positivo. Syornha inarcò la testa d'improvviso, sembrava quasi le si fosse spezzato il collo sottile mentre guardava il soffitto, fissandolo con gli occhi sgranati di un predatore che avesse appena visto una preda succosa. La bocca mostruosa e ricoperta di denti si spalancò ed ella tirò fuori la lingua per leccarseli. Fortunatamente Jadis non ci fece caso, mentre Shouta avrebbe potuto sentire distintamente la vulva del famiglio pulsare, ogni segmento delle sue piccole labbra mostruose muoversi contro il suo osso sacro, il suo pungiglione ritrarsi e cadere a terra spompato. Quando cercò di rimettersi dritta e ridere in quel suo modo inquietante contro l'orecchio dell'umano, Syornha si rese conto di non riuscire a muoversi, e a quel punto i suoi occhi rossi si strinsero appena, ma non per questo smise di sorridere.
    Sei così coraggioso, tenero umano... Mi piace... il tuo fegato.
    Sottolineò le parole "tenero" e "fegato", come se parlasse di cibo e non del suo coraggio o della simpatia che provava per lui. Che fosse irritata o entusiasta, era davvero difficile dirlo, ma qualsiasi cosa provasse, non impedì di certo ai suoi capezzoli di tendersi maggiormente, né al suo sesso di continuare a pulsare.
    Quanto a Jadis... lei rimase ancora una volta assolutamente sorpresa e disarmata di fronte alla reazione di Shouta. Sembrava deciso a comportarsi bene quel giorno, e ci stava riuscendo con estrema furbizia. Ogni sua parola, sembrava studiata e pronunciata appositamente per compiacerla, e anche se probabilmente c'era solamente un fondo di verità nelle sue parole, quella dichiarazione la fece sospirare in modo dolce e lascivo, piuttosto che irritato, un po' come un adulto sconsolato per la marachella di un bambino, ma che mai avrebbe potuto prendersela realmente con lui vista la situazione e il divario d'età; solo che tra loro non era l'età a differenziarli, bensì il ruolo, e Jadis era fin troppo brava a evidenziare questo fattore in ogni cosa che faceva. Era cosciente che ciò che aveva detto il suo schiavo, fosse in qualche modo irrispettoso, perché non significava forse, che non sarebbe riuscito a venire se non con una stimolazione diretta, e che dunque LEI doveva fornirgliela? Forse sì, ma poco importava. Alla fine sorrise beffarda ma "affettuosa", in risposta a quelle parole. Sembrava quasi che non fosse arrabbiata... ma scattò verso di lui con il viso e gli tirò i capelli all'indietro parlando con le labbra attaccate al suo collo, molto vicino all'orecchio ancora una volta, ma senza arrivarci davvero. Si teneva a una distanza ideale per poterlo guardare, e non smise per un solo istante di fissarlo negli occhi e cercare il suo sguardo. Voleva tenere quella tensione tra loro, tra i loro corpi, ma soprattutto tra le loro menti: lo trovava incredibilmente stimolante, specie ora che Sho si comportava davvero come uno schiavo ubbidiente, e non le mancava di rispetto con il suo carattere odioso. Odiava ammetterlo, ma per lei era un sogno erotico che si avverava.
    Non ti convive prendermi in giro, Kuma... Le tue parole suonano tanto come uno stratagemma per ottenere ciò che vuoi... Ma se la tua devozione è sincera, so io cosa fare con te...
    Staccandosi da lui, portò le mani dalle unghie curate dietro la nuca, sganciando il collare di pelle che indossava come avrebbe fatto con un girocollo di lusso, con la stessa eleganza e sensualità, che attraverso la postura perfetta di collo e schiena mise in risalto i suoi seni turgidi e bisognosi di essere accarezzati ancora, così invitanti che istigavano a succhiarli. I vari lucchetti del suo vestito tintinnarono ad ogni movimento, mentre finalmente si liberava il collo, mettendo in mostra le spalle e l'ampio scollo a barca; dopodiché subito, tenendo il collare con una mano ad ogni estremità, lo portò alla nuca del ragazzo, costringendolo ad avvicinarsi a lei mentre lo tirava. Si bloccò a pochi metri dalla sua faccia e lo fissò a lungo negli occhi, leccandogli le labbra ma senza mai dargli modo di rispondere al bacio. Fatto ciò fece scivolare il cuoio contro la sua pelle, portandolo poi davanti ai suoi occhi e passandovi la lingua tesa in orizzontale su tutta la superficie, fissandolo come se volesse sfidarlo a distogliere lo sguardo da quello spettacolo sensuale e irripetibile. Se c'era una cosa che faceva di Jadis una ragazza diversa dalle sue coetanee, era la sicurezza. Jadis sapeva di essere bella, sexy, e non aveva paura di mettersi in mostra, riuscendoci divinamente la maggior parte delle volte. Dopo aver leccato l'interno del collare come avrebbe fatto con una lettera da chiudere, lo portò tra le sue cosce, facendolo passare in mezzo a esse, dopodiché, sempre tenendolo con due mani, dunque una dietro e una davanti, iniziò a strusciarlo lentamente sulla sua vulva fradicia, muovendo il bacino sensualmente e premurandosi di sfiorare il cazzo del suo schiavo di tanto in tanto. Sembrava decisamente un balletto sensuale fatto appositamente per lui, ma lo scopo era torturarlo un altro po'. Una volta inumidito per bene, legò l'accessorio intorno a quell'asta magnifica e Sho si sarebbe potuto sentire avvolgere dalla sensazione del cuoio morbido unito ai suoi umori che fungevano da vero e proprio lubrificante. Lì, stritolandolo come una cappio intorno all'asta venosa, lo afferrò come un guinzaglio e iniziò a tirare e muoverlo su e giù come se lo stesse torturando, ma con una maestria e movimenti decisi in modo da imitare una vera e propria maturazione portata avanti con un onahole alternativo. Il collare era molto largo, prendeva almeno 15 centimetri di carne e muovendolo in quel modo sarebbe stato sicuramente paragonabile a una sega con i fiocchi, anche e soprattutto perché Jadis non lo aveva stretto a caso... figurarsi. Sapeva esattamente dove premere, come tirarlo e come muoversi, così da far danzare quel cazzo a proprio piacere nonostante in verità non lo stesso toccando ella stessa. Il meglio era che, mentre iniziò a masturbarlo sempre più forte e veloce, si avvicinò nuovamente a Sho con il viso per godersi ogni singolo mutamento nella sua espressione, mordendosi il labbro inferiore, succhiandolo, schiudendo le labbra per lo sforzo di tenere il ritmo in modo che fosse perfetto e continuo. Sorrise malvagia, puntava a farlo accasciare ancora una volta sul corpo immobile di Syornha e non si sarebbe fermata finché non lo avesse fatto.
    Dunque godere per me ti è difficile, schiavo? È un peccato... Perché vedi, avrei preso ogni goccia di seme stillata da questo cazzo delizioso come prova della tua devozione... E il premio che ti avrei concesso sarebbe stato... un lucchetto per ogni stilla...
    Portò la mano libera al primo lucchetto del vestito: quello che rendeva confusa la forma del suo seno, impedendogli di vederla per bene, poi scivolò con la mano in una auto-carezza che passando per la pancia piatta e il ventre, scese fino al pube, sul lucchetto della cintura di castità. Gli stava dando la possibilità di spogliarla completamente... e sotto non portava il suo solito cerotto a coprirle l'intimità, non avrebbe potuto con quella "biancheria" così costrittiva e aderente. Sorrise, malvagia e sarcastica.
    Ma suppongo ne farai a meno a questo punto, visto che vorresti di più...
    E alla fine, continuando a masturbarlo con la foga di una fame senza eguali, con le labbra spalancate e il mento contro il suo, ansimando su di lui, mimò un broncio così forzato da sembrare piuttosto un'espressione di piacere e dolore misto insieme, che dai movimenti che stava compiendo per via dell'atto e del suo essergli a cavalcioni, faceva piuttosto pensare che lo stesse cavalcando per il proprio piacere e che lo avesse già accolto in fondo, molto in fondo dentro di sé. Ben presto iniziò a premersi contro il suo affare mentre lo masturbava freneticamente attraverso il collare, stimolandosi a propria volta con quell'assurda frizione, divenendo rossa in viso e trattenendo a malapena gemiti e mugolii.
    Fammi sentire quanto ti piacciono le mie attenzioni. Dimmi quanto adori la tua Padrona e cosa faresti per lei... Per il mio corpo, per sentire queste labbra intorno al tuo cazzo... Dimmelo, Kuma!
    Infine decise che in quel caso andava bene gemere o mugolare, anzi, evidenziò ogni sospiro, ogni ansito o movimento, mentre muoveva bacino e mano esattamente come se lo stesse scopando, avanti e indietro, su e giù, sopra e sotto, in un circolo vizioso che poteva portare solo a una cosa: far godere il suo schiavo come non aveva mai goduto in vita sua per una semplice effusione di quel genere... o farlo impazzire del tutto e perdere il controllo con lui.
     
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    Le conseguenze per quel tiro mancino a Syornha erano praticamente scontate, non c'erano dubbi, ma le cose andarono molto meglio del previsto dato che quella creatura diabolica, per così dire, la prese bene e sportivamente anche se si trattava a tutti gli effetti di un affronto bello e buono. La sua vulva grondante e i suoi capezzoli spigolosi però, lasciavano intendere ben altro che sentimenti negativi, quindi in un certo senso poteva tirare un sospiro di sollievo, anche se "respirare" era quanto di più lontano gli fosse concesso a quel punto. Quando Jadis gli tirò i capelli perse un battito: non sognò nemmeno lontanamente di opporsi o resistere, sarebbe stato imperdonabile, la assecondò inarcandosi forse anche più del necessario, cosa che fece scorrere la sua verga sul corpicino perfetto della ragazza mentre lo incalzava come se fosse lei la Syornha predatrice pronta a mordergli il collo e strapparglielo fino ad ucciderlo per dissanguamento. Eppure lo trovava così terribilmente eccitante da riuscire a maledirsi da solo. Ammiccò un sorrisetto tirato quando Jadis provò a smascherarlo, la verità era che non voleva prenderla in giro, per questo le fece capire che la stava assecondando, ma accompagnò il tutto con qualche pulsazione della sua verga in modo che il messaggio fosse chiaro: il gioco mi piace, padrona, dammene ancora. Cos'altro poteva desiderare di più se non un'aperta dichiarazione di resa? La risposta doveva attendere, e venne preceduta da un sensuale spettacolo che lo costrinse di nuovo a zittirsi, restando muto mentre Jadis iniziava a spogliarsi dei suoi accessori, usandoli come stimolo visivo e sensoriale, lasciando strusciare quella cinghia sulla lingua e sulla vulva, portando Sho ad invidiare con tutto il suo cuore quello strumento privo di vita. Come se non bastasse, lei era semplicemente perfetta: ogni movimento era misurato al punto giusto per farlo eccitare sempre di più, la sua espressione era un'esauriente mosaico delle sue intenzioni, trattenute ovviamente nel suo ruolo e sigillate una volta per tutte dalla legatura di quella cintura intorno alla sua verga. Strinse la gola e sussultò, trattenendo con difficoltà l'ennesimo spasmo. Odiava sentirsi limitato in quel senso e in maniera tanto irruenta, ma sottrarsi al gioco a quel punto era semplicemente impensabile. Tuttavia, dovette ricredersi... Jadis non stava cercando di limitarlo, ma bensì stimolarlo in maniera del tutto diversa, ritrovandosi a sentire i fluidi della ragazza che si sfregavano sulla sua verga con quello strumento, masturbandolo lentamente e provocandogli altri spasmi che rendevano febbricitante la sua cappella in maniera semplicemente oscena. Fu difficile non iniziare a gemere a quel punto, ma scuotere la testa a destra e a manca un paio di volte fu d'aiuto. E dovette farlo più volte, finché il suo volto totalmente paonazzo si accasciò sul ventre di Syornha, praticamente esausto e con qualche ciocca di capelli rossi incollata sulla sua fronte sudata e portata al limite. Le labbra si schiusero solo per un istante e ne uscì un fiato così bollente che poteva probabilmente sciogliere il metallo riforgiarlo, ma ancora una volta riuscì a trattenersi. Ciò che non riuscì a fare, fu staccare gli occhi da Jadis che pur perversa e crudele, non aveva smesso un solo istante di godersi lo spettacolo e glielo dimostrava con le sue labbra, i suoi occhi e la sua lingua. Maledetta... che doveva fare per sfogarsi finalmente come meritava? La risposta di Jadis non fu per niente incoraggiante, anzi l'esatto opposto: subito una nota di disperazione riempì i suoi occhi fino a sgranarli, costringendo il rosso ad un'espressione quasi mortificata, da cucciolo bastonato, che vide la possibilità di spogliarla pezzo per pezzo sfumare via. No! Non poteva finire così! Difatti, Jadis riprese subito a cavalcarlo, strusciandosi su di lui mentre lo masturbava in maniera selvaggia, facendogli vedere quanto caldo ed eccitato fosse il suo corpo. Lo voleva anche lei, ne era certo, ma resisterle a quel punto stava diventando impossibile. In un primo momento chiuse gli occhi e si morse entrambe le labbra mentre le ginocchia iniziavano a saltellare facendo schioccare le scarpe a terra, tentò di trattenersi il più possibile, poi il bacino iniziò a muoversi assecondando i movimenti di Jadis, facendole vedere quanto larga e aperta fosse la sua cappella ad ogni movimento, e quanto dura e pulsante potesse diventare. Prese a gemere, prima ad occhi chiusi, poi li aprì lentamente incrociando lo sguardo. Stava godendo, ma per mascherarlo decise di risponderle, e farlo nella maniera più maledettamente sincera che il suo istinto potesse suggerirgli.
    La adoro... la adoro da impazzire... e per la mia padrona... farei qualsiasi cosa! Bacerei ogni parte del suo corpo... leccherei ogni centimetro della sua pelle! Succhiare il suo seno... le sue gambe... la sua figa... la sua schiena... il suo culo, fino a sbiancare quella pelle meravigliosamente scura... la bacerei fino a sciogliere ogni parte del suo corpo... la farei gridare per darle ogni goccia del mio seme finché non sarà soddisfatta... tutto... per la mia padrona!
    Strinse i denti a labbra spalancate, la presa sulla sua verga era troppo forte per lasciarsi andare ad un orgasmo incontrollato e lui stesso si oppose, ma non riuscì a resistere e un paio di timidi schizzi eruttarono dalla sua cappella, uno più alto dell'altro, finendo uno sul suo petto, l'altro sul vestito di Jadis. Lui riprese ad ansimare forte, come se fosse dolente, tornando a resistere più di prima mentre la sua verga si agitava, impaziente di avere un orgasmo serio, ma mentre il suo seme grondava e colava sulla cintura di Jadis lui tornò il più composto possibile, senza smettere di muovere il bacino, più lentamente ma in maniera netta. Cazzo quanto la bramava, la voleva veramente a quel punto e i suoi occhi erano puntati su quelli di Jadis supplicandola e aggredendola allo stesso tempo. Avrebbe assecondato ogni suo capriccio ma accontentarsi del mero cuoio stava diventando davvero difficile...
     
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    Inizialmente, di fronte a quelle poche gocce di seme, il sorrisetto sicuro di Jadis venne meno, tanto che per un momento, mentre fissava con occhi attenti quella splendida verga grondante, un cipiglio deluso si dipinse sul suo bel visino. Fu un momento, tuttavia, poiché le parole, l'espressione, ma soprattutto i movimenti furiosi di Shouta la spinsero ad accompagnare anche quel principio di orgasmo con voglia crescente, leccandosi le labbra come se potesse sentire il sapore del suo seme semplicemente annusandone l'odore nell'aria. Dopodiché, la sua espressione mutò ancora e sollevò un sopracciglio, mentre liberava il cazzo pulsante del rosso dalla prigionia del suo collare, che gettò semplicemente da una parte, abbassando lo sguardo sui timidi grumi che le sporcarono il vestito. Iniziò a negare con la testa, mentre fingeva un tono di riproverò.
    Oh, Kuma... guarda che cosa hai combinato! Hai sporcato la tua Padrona? Sei proprio senza pudore alcuno...
    La cosa ironica fu che, mentre pronunciava quelle parole umiliati, portò al contempo indice e medio sopra la macchia fresca sul suo vestito, portandoseli alle labbra e succhiandoli con gusto. Sorrise compiaciuta, poi raccolse anche il rivolo sul petto di lui e se lo mise sulla lingua, prima di recuperarlo piegandola e farlo sparire, chiudendo le labbra e ingoiando fin troppo visivamente. Le riaprì espirando rumorosamente come se avesse appena bevuto qualcosa di dissetate, dopodiché si avvicinò nuovamente al suo cagnolino e lo accarezzò sulla nuca, stringendone poi i capelli mentre gli parlava fin troppo vicino al viso. Si era figurata che avrebbe fatto di tutto pur di spogliarla, che sarebbe venuto copiosamente per farla ansimare... ma a quanto pareva aveva chiesto troppo. E in fondo c'era da capirlo... e fu solo per la "dipendenza" da lei che stava dimostrando che non si arrabbiò o decise di punirlo. In fondo l'aveva provocato... e la sua faccia rossa e disperata era una gratifica sufficiente ad addolcirla parecchio. Si leccò le labbra ancora una volta, poi leccò le sue e vi assestò un nuovo morso tirato.
    Le tue parole mi lusingano... e certamente farai ogni singola cosa da te pronunciata, più tardi... Tuttavia adesso, la mia fame non si sazierà da sola... e tanto meno questi lucchetti inizieranno a cadere per così poco! Quindi... Forse devo incoraggiarti io? Il tuo cazzo ha bisogno di sentirmi, per godere? Probabilmente è diventato dipendente da me, poverino... Vieni qui, mi fai così tenerezza che voglio aiutarti.
    In realtà la tenerezza non c'entrava nulla. Semplicemente quelle parole, pronunciate così freneticamente da un guerriero disperato e alla sua mercé, la eccitarono ancora di più, facendo pulsare non solo la sua intimità inviolata, ma anche e soprattutto il suo culetto, che prese a pulsare desideroso di essere stimolato al più presto. Jadis era così abituata a riempirlo di attenzioni che ormai era diventato una specie di seconda intimità, e si poteva vedere perfettamente dal rossore delle sue gote o lo stato dei suoi capezzoli, quanto lo desiderasse, quanto ne avesse bisogno, e fosse presa dal momento. Se prima aveva carezzato il suo cazzo, a quel punto piuttosto che rincarare la dose lo abbandonò, e le sue mani andarono entrambe a prendere una delle sue, ben più grande, sollevandola per potersela davanti al viso. Mise in evidenza due dita del giovane: indice e medio, le fece tendere e poi, fissandolo negli occhi, iniziò a leccarle e succhiarle con gusto, dando sfoggiò di una sensualità senza precedenti. Iniziò a leccarle, dal basso verso l'alto, più volte e più volte... dapprima lentamente, poi freneticamente, a lingua spianata, come se volesse leccar via qualcosa dalle falangi tese. E quando furono umide della sua saliva, le prese in bocca: prima vi diede un morso, senza chiudere i denti ma anzi, tenendole tra essi e leccandone la punta, poi vi chiuse le labbra intorno e iniziò a succhiarle appena, fissandolo negli occhi come se avesse già il suo cazzo in bocca e non lo volesse lasciare andare. Alla fine, liberandogli la mano, sorrise...
    Ecco fatto... usale qui... Preparami. E visto che hai bisogno dei miei ordini per agire, tanto quanto hai bisogno del mio culo intorno al tuo cazzo per godere... Strappa via questa cintura, schiavo. La tua padrona non può più aspettare! Oggi mi sento buona... Ti sei meritato il premio.
    Non sbagliò a parlare, disse effettivamente "IL" premio, quello finale, chiarendo che voleva passare all'atto finale piuttosto in fretta, saltando il resto. Certo, usò le labbra per evidenziare ogni parola e ogni singolo sussurro andò a impattare contro la pelle umida del rosso, facendogli probabilmente pensare a come desiderasse anche le sue labbra intorno al sesso... ma Jadis era troppo eccitata per concedergli un simile regalo senza goderne ella stessa. Mentre attendeva che lui eseguisse, iniziò dunque a muovere il bacino ancora una volta, strusciandosi e premendo il clitoride contro il suo cazzo, molto più forte stavolta, tanto da goderne ella stessa. A giudicare dal suo sorriso era ormai sicura di averlo in pugno, docile e arrendevole, e la cosa sembrava piacerle davvero tanto e averla resa realmente, più buona del solito. Sho ne avrebbe approfittato? Comunque fosse, lei guidò la sua mano sul suo culetto, al centro dei glutei, spingendolo a tastare l'anello ma anche e soprattutto il suo buchino, leggermente schiuso, sicuramente morbidissimo e già ampiamente pulsante. Era così fradicia che sarebbe bastato far scivolare le dita un po' più in basso lungo il perineo per raccogliere ancora più umori, trasportandoli verso l'ano per rendere ancora più semplice la lubrificazione... non che servisse poi troppo, in fondo. Lei schiuse le labbra e ansimava già a quel semplice tocco, ma soprattutto per la frizione tra i loro corpi: aveva la faccia di chi avrebbe potuto benissimo raggiungere il piacere da un momento all'altro, anche senza di lui, quindi Sho doveva sbrigarsi se non voleva deluderla ancora una volta. Era frenetica, affamata, così come Sho non l'aveva mai vista. Forse si stava lasciando andare un po' troppo, ma le reazioni del rosso la rassicuravano e rilassavano abbastanza da lasciarsi andare un pochino. E certo che no, non c'entrava quanto desiderasse realmente il suo affare dentro di sé, o tanto meno quanto fosse in procinto di godere per il semplice strusciarsi sul suo corpo. Non era certo lei quella dipendente da lui, dopotutto... Neanche un po'. Senza quasi volere, si perse talmente che mentre si muoveva la sua bocca si fece ancora una volta vicinissima a quella di lui, tanto che i loro respiri si sarebbero confusi a vicenda, e proprio su quella labbra avrebbe parlato, sussurrando.
    Voglio che mi prendi, Kuma. Presto!
    A quel punto gemette, figurandosi il momento in cui le sue dita l'avrebbero violata. Aveva voglia di sentire le sue mani che le afferravano le natiche, il suo fallo che entrava fino in fondo dentro di lei... Voleva sentirlo ansimare, vederlo impazzire per lei! Voleva la violenza, lo sciocco, la forza... ogni singola cosa che aveva detto, voleva sentirla.
    Ogni singola cosa che mi hai confessato... voglio che me la dica attraverso lui...
    "Lui" era il cazzo che afferrò e iniziò a masturbare con maestria mentre vi ci strusciava, come se fosse una briglia con cui cavalcarlo e guidarlo a piacere. E dopo quel sorriso le sue labbra erano semplicemente troppo vicine per non concedergli un nuovo bacio, quindi cercò la sua lingua e iniziò a succhiarla, leccarla mentre gemeva. Oh, al diavolo. Era seccante ammetterlo... ma Sho era decisamente meglio di qualsiasi stupido orsacchiotto di pezza.
     
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    Fu molto difficile restare concentrato a quel punto, le gambe e la verga di Sho tremavano intensamente sotto il "peso" di Jadis, non perché fosse un macigno ma perché era difficile mantenere il controllo a quel punto, specialmente dopo che aveva dovuto trattenere addirittura un orgasmo negato. La mente del rosso era frantumata in più pezzi e piuttosto che avere pietà, Jadis continuava a giocare con lui, succhiando il suo seme e gustandoselo malefica mentre lo stuzzicava, mordeva e baciava provocandolo sempre di più. Sho rimase in silenzio, cercando di trattenere dei versi che altrimenti l'avrebbero avvicinato più ad una bestia che ad un uomo. Quando la ragazza afferrò la sua mano per potersela portare alla bocca non trovò la minima resistenza: Sho era letteralmente alla sua mercé e a quel punto era addirittura confuso, incapace di pensare a cosa volesse fare Jadis. Non ci volle molto per riunire i pezzi e quando le sue dita furono circondate dalla sua lingua, ecco la sua verga tornare sull'attenti mentre dalle labbra fuoriusciva lento un lungo e soffocato gemito di piacere. Ora anche le mani tremavano e la tentazione di spingerle quelle falangi in gola fino a strozzarla come se fosse un grosso cazzo si fece fortissima, ma non poteva rovinare tutto quello che aveva costruito fino a quel momento, non per così poco. Fu piacevole sentire le proprie dita stimolate in quel modo, non pensava di poter provare piacere semplicemente da delle falangi, forse perché la sua immaginazione era abbastanza fervida da immaginare il suo cazzo tra quelle labbra, oppure più semplicemente era quella dannata di Jadis a essere così brava e sensuale. A quel punto, la ragazza gli diede un ordine concedendogli il "premio" tanto agognato, inizialmente Sho non capì subito cosa volesse ma il solo fatto di doverle strappare quella cintura di castità era un buon inizio. La mano di Jadis lo guidò lentamente verso le sue natiche, lui invece aveva iniziato a respirare di nuovo in maniera più naturale e il cervello aveva ripreso a funzionare. Lentamente, e senza mai staccarle gli occhi di dosso, la mano libera si avvicinò alla sua cintura di castità, afferrandola non per tirarla e strapparla velocemente, ma prendendosi il tempo necessario per far fluire magia al suo interno così da sbloccare tutte le parti mobili come fossero i lucchetti di un cancello. Mentre questo avveniva, le dita del tutto lubrificate del ragazzo scivolarono lentamente e sensualmente sullo spacco delle natiche di Jadis, assaporandone la carne e soprattutto il calore. Quando fu vicino al suo ano, la tentazione di violarlo e basta fu così forte che Jadis avrebbe sentito distintamente il suo cazzo vibrare e pulsare più del necessario, e le dita che esitavano intorno alla corolla pronte a spingere ne furono chiara testimonianza. Ma non cedette, non subito: diede il tempo all'altra mano di sfilare la cintura come se fosse stato un mero pezzo di carta e finalmente poté proseguire, solcando le grandi labbra inviolate di Jadis per assaporarne la morbidezza e raccoglierne gli umori. Non poteva negarlo: moriva all'idea di poter conquistare quella giovane e inviolata intimità, ma ne sarebbe morto lui stesso poiché sapeva cosa significava a quel punto e non voleva tradire la fiducia di Jadis per nessun motivo, neanche per appagare il suo più recondito desiderio. A quel punto le dita poterono affondare nel culo di Jadis ed erano così umide che sprofondarono senza problemi. Anche Jadis era rilassata a sufficienza ma quell'invasione servì per lubrificare il tutto e prepararlo a ciò che stava per succedere. Lo sguardo del rosso era assuefatto, ma fermo, stava seguendo tutti gli ordini senza fare storie o rivelarsi impaziente, ma quando vide gli occhi di Jadis tentennare per quel piacere e l'inizio della penetrazione, quando la vide ordinargli di darle tutto quel piacere e quando suggellò il tutto con quel bacio perverso, non poté più nulla per trattenersi. Si fiondò sulle sue labbra come se volesse aggredirla, ricambiando quel bacio in maniera furiosa e passionale mentre le dita si spingevano così forte a lei e la mano la tirava verso al propria verga serrandola in un abbraccio perverso: una mano le stimolava quel culo meraviglioso sprofondando dentro di esso il più possibile, mentre dall'altro canto la sua verga immane pulsava fortissima contro la sua intimità raccogliendone gli umori mentre si sfregava su di essa. Assieme a quel bacio, l'altra mano di Sho serrò la presa su Jadis così da poterla abbracciare con forza e proprio come un balzo, il bacio lo portò ad alzarsi di colpo e abbandonare completamente la posizione da seduti. Fu un attimo, Sho ribaltò a situazione e la spinse sul tavolo, ma non come una fiera, non come una belva... fu attento, la adagiò su di esso con un'attenzione morbosa in modo che non ci fosse la minima scossa: non la stava possedendo, era ancora la sua padrona. A quel punto le mani si staccarono da lei, entrambe, e raggiunsero i suoi fianchi dove le avrebbero spalancato le gambe così da aver davanti quelle due intimità fradicie e dilatate. La verga di Sho tremava e pulsava impaziente troneggiando sul suo ventre, sfregandosi sul clitoride e le labbra della sua padrona. Una mano lo afferrò per la base, iniziando a spingerlo verso il basso, mentre lo sguardo rapito e assuefatto di Sho la fissava, come in attesa di ordini. Ma non c'erano più parole da usare... aveva già le sue istruzioni. Il fiato divenne sempre più caldo ed impaziente, quando la cappella fu davanti all'intimità di Jadis lo prese di nuovo la tentazione, ma si concesse solo una pulsazione, poi proseguì per la strada verso il perineo e scavò verso il basso. Fu prodigioso: bastò avvicinarsi senza spingere di un solo centimetro e la punta del suo cazzo sparì tra le spire di quel culo perfetto e dilatato. Era così lubrificato da sembrare la figa fradicia di una donna oramai al limite della sua sopportazione e Sho non riuscì a trattenere un lunghissimo gemito di piacere che accompagnò il suo netto movimento dentro di lei. La sua verga iniziò a sparire dentro quel delizioso culetto mentre le sue dita le afferravano le cosce dalla parte interna, serrandosi su quella carne meravigliosa e perfetta e tirandola verso di sé. A metà strada la verga si fece molto più ardua da spingere perché era semplicemente oltre i suoi standard e aveva esagerato con l'eccitazione, ma questo non gli impedì di continuare ad affondare con colpetti decisi, lasciando che la lubrificazione di quello stretto anfratto proseguisse gradualmente rendendo il tutto perfetto. Avrebbe sfruttato ciò che grondava dall'intimità di Jadis per proseguire gradualmente, ma prima di tutto si sarebbe gustato l'espressione della ragazza mentre finalmente entrambi ricevevano quello che desideravano.
     
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    L'espressione languida e persa di Sho era un'avvenimento impagabile e senza precedenti per Jadis. Stava diventando così "docile" e obbediente che ella stessa valutò se non fosse il caso di premiarlo ancora più intensamente, specie mentre sentiva le sue mani scivolarle lungo i fianchi dirette a fare esattamente ciò che gli aveva ordinato. Per questo lo accarezzava più intensamente, e accompagnò i suoi movimenti con un sorriso soddisfatto e qualche leccata di labbra, sia sulle proprie per provocarlo, ma anche allungando l'organo verso di lui per assaggiarlo a propria volta. Anche lei sentiva di avere un'espressione ebete, quasi specchio di quella del suo schiavo, eppure non riusciva a trattenersi e sebbene mascherasse il tutto con quel suo sorrisetto ghignante, era impossibile nascondere le palpebre calanti, gli occhi socchiusi e più luminosi del solito, così come le pupille dilatate segno che stavano osservando qualcosa di particolarmente attraente. Mentre percorreva la figura del rosso lasciava un segno al proprio passaggio, che fossero graffi, carezze fin troppo violente e possessive, o anche semplicemente tirare i capelli e stringerlo. E non importava che fosse una piccoletta priva di poteri e "deboluccia" rispetto a Shouta, egli avrebbe comunque potuto ammirare la propria pelle già coperta di cicatrici riempirsi di rossori e leggeri lividi sparsi. Sentire la cintura aprirsi senza che neppure la strappasse, fu così sensuale e soddisfacente da strappare un gemito a Jadis, presto trasformato in mugolio poiché si succhiò il labbro inferiore poco prima che lo facesse il rosso stesso, quando ella si spinse contro di lui per baciarlo e morderlo. Il fatto che avesse aperto la cintura con la magia l'aveva fatta sentire come se non volesse scontentarla, nella sua megalomania le venne facile pensare che si fosse trattenuto appositamente per questo, per compiacerla ulteriormente, e questo aggiunse ancora più passione a quel bacio già perverso e fin troppo intenso. Bacio che comunque non era ancora niente rispetto a ciò che venne dopo, perché quando le dita le solcarono l'intimità facendola sussultare, ella gemette più forte, guardando per un istante negli occhi il suo schiavo con desiderio malcelato di essere presa anche lì ma anche e soprattutto, subito dopo, rimprovero. Stava per dire qualcosa che sicuramente sarebbe iniziato con "Non osare" e schiuse le labbra staccandosi da lui appunto per farlo, ma poi capì che non serviva. No. Stavolta non doveva preoccuparsi di tiri mancini da parte sua e per questo sollevò il mento con la vittoria negli occhi, in procinto di emettere persino un verso smorfioso poco prima che ogni tentativo di farsi grande morisse lì, trasformato in un gemito e un sussulto mentre il suo culetto sodo veniva finalmente riempito... anche se non propriamente come desiderava. Le dita penetrarono senza la minima resistenza... le carni della ragazza si strinsero intorno alle falangi di Sho con la stessa brama con cui le sue labbra si erano chiuse intorno alla sua lingua fino a poco prima. Gli graffiò la schiena, ancorandosi a lui e ansimando sonoramente.
    S-sì... così Sho... così!
    E mentre lo guardava e lo graffiava, mentre lo fissava negli occhi con bava alla bocca e le sue dita infilate nel culo, le sfuggì il suo nome, cosa che avrebbe dovuto essere un ENORME onore per quel maledetto poiché non le succedeva mai di mettere da parte la gerarchia durante il sesso. Mai... eccetto quella volta, a quanto pareva. Si morse il labbro, gemendo e fiondandosi nuovamente su di lui, stavolta ritrovandosi in cambio un bacio che era praticamente il proseguo del precedente, solo molto più sentito, intenso e selvaggio. Aveva perso il controllo di nuovo? Era lì che avrebbe nuovamente tradito la sua fiducia? Jadis non poté irrigidirsi neppure a quel pensiero, impegnata com'era a succhiare, leccare, soprattutto mordere e graffiare, gemendo contro le labbra del rosso mentre si muoveva contro di lui, strusciandosi e massaggiandosi l'intimità contro il suo immenso affare, mentre le sue dita compivano la loro magia dentro di lei. L'orgasmo arrivò inaspettato ed esplosivo, causato dalla frizione del suo clitoride contro l'asta ma soprattutto dalle dita dita dentro di lei... Dannata ipersensibilità! E si ripeté ancora, quando venne ribaltata, abbandonata da quelle dita magiche e massaggiata ancora un po' attraverso il cazzo enorme e pulsante del suo schiavo. Sì... schiavo. Aveva fatto esattamente ciò che gli era stato ordinato, finalmente! Tanto bravo e "controllato" nel suo perdersi in lei che Jadis non ebbe il minimo dubbio, neppure sentendolo pulsare contro la sua intimità inviolata, che avrebbe proseguito la propria strada esattamente dove voleva lei. Cosa che fece, facendola inarcare, ansimare, gocciolare e tremare interamente. Si aggrappò ai suoi bicipiti mentre il collo le si piegava all'indietro, si morse il labbro per soffocare i lamenti ma non poté evitare di mostrare un'espressione assolutamente persa, con gli occhi socchiusi, le pupille tremolanti, e i denti affondati nel labbro inferiore che comunque non impedivano a quella voce sexy e perversa di sgorgare fuori come il canto di una sirena. E anche dopo le contrazioni che proseguirono per tutta la lenta e inesorabile avanzata di Shouta dentro il suo culetto, anche quando sembrò ormai stremata e il suo stomaco piatto venne deformato dal glande del giovane... piuttosto che apparire sconfitta, sollevò finalmente la faccia rossa e con occhi lacrimanti ma perentori lo fissò accusatoria.
    Nnnnnh!!! Ah-nh... Continuah, cahne. P-Più in fondo! Non osare fermarti!
    Gli afferrò le natiche, graffiandole a sangue per sottolineare il concetto. Per quanto la sua espressione fosse visibilmente preda del piacere, era anche molto, molto decisa. Probabilmente il suo lato irritante non sarebbe sparito mai... ma di sicuro Shouta poteva dire di esserci andato maledettamente vicino, quel giorno.

    Edited by .Bakemono - 10/1/2020, 18:04
     
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    Jadis non stava accogliendo semplicemente la sua carne, gli stava permettendo di entrare dentro di lei in maniera molto, molto intima, stavano costruendo un legame, forse non sano ed assolutamente perverso, privo di un reale rispetto reciproco se non quello derivato dalla sfida di un avversario ritenuto degno, o almeno meritevole di una sfida. Eppure c'era, e stava venendo suggellato nella maniera più lussuriosa possibile, con una penetrazione esagerata e senza freni. Il culo di Jadis riusciva sempre a stupirlo, era assurda la quantità di carne che una ragazzina così minuta riusciva a prendere senza frantumarsi, era anche verso che il fascino di quella "ragazzina" non aveva eguali tra le sue coetanee e perfino tra donne più adulte o mature. L'attrazione di Sho tentennava in quei momenti domandandosi se non fosse preferibile scegliere una compagna come lei che non tentare invano di sedurre una donna più grande e distante come Baiken, e non lo pensava solo ragionando per obbiettivi, ma anche e soprattutto come attrazione. Jadis riusciva a destabilizzarlo, a farlo impazzire, se non aveva tentato di nuovo di violare la sua fragile purezza era solo perché aveva trovato in lei una promessa da rispettare, una ragazza nel profondo bisognosa di aiuto che avesse bisogno di un amico, non di certo dell'ennesimo malessere. Che poi comportarsi bene fosse un vantaggio anche per lui era tutto un altro discorso. Ma il problema del piacere in fondo è proprio questo: che non ci sono contratti che tengano durante la ricerca della lussuria e più piacere ottieni, più ne vuoi, per questo i movimenti di Sho diventavano sempre più netti e decisi, così come la presa sulle natiche della ragazza trasformata sostanzialmente in un sacco di carne per alleviare il desiderio di Sho. In un primo momento il ragazzo cedette alle sue emozioni, chiudendo gli occhi e serrando i denti per trattenere invano un lungo gemito di piacere, poi tornò a fissarla con le labbra leggermente aperte e molto umide, come se dovesse sbavare da un momento all'altro, deciso a far valere ogni singolo colpo senza trattenere gli spasmi di piacere.
    Il tuo culo... questo cazzo di culo... mi fa impazzire... non ho mai scopato un culo meraviglioso come il tuo... questo cane vuole sentirti gridare padrona... dona le grida al tuo schiavo!
    Si piegò in avanti come se volesse morderla al collo neanche una bestia selvaggia, i muscoli si serrarono in uno spettacolo sconvolgente, se non fosse stato per le sue cicatrici il corpo di Sho sarebbe stata una perfetta rappresentazione della supremazia umana in quanto a composizione fisica, ma in quel momento quei segni della battaglia non contribuivano a nulla se non renderlo un martire di quella battaglia, già segnato ma desideroso di altri colpi che solo Jadis poteva infliggergli. Le fossette del suo pube si irrigidivano a ogni colpo che spingeva dentro quella carne, ogni volta che commetteva l'errore di abbassare lo sguardo verso la loro unione e poteva ammirare quel culo meraviglioso dilatarsi malediva sé stesso perché anche solo una sbirciatina bastava a renderlo folle, portarlo a pulsare e spingere come non mai prima d'ora, trasformandolo in un tizzone bollente e ferreo da far invidia anche alle armi delle leghe più pregiate. Abbassò il capo crollando con la fronte sul suo petto, la afferrò con forza per le costole senza smettere di muoverla con lo scopo di avvicinarsi al suo seno, non avrebbe fatto mosse avventate senza il permesso della sua padrona, ma se Jadis glielo avesse concesso la bocca del rosso si sarebbe persa in quei seni, non esagerati certo ma degni di essere leccati, succhiati e morsi appena i capezzoli avrebbero dato il primo segno di durezza, al solo scopo di farla gridare più forte.
     
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    Più l'eccitazione di Sho cresceva, più lei si sentiva potente, desiderata, adorata come la dea che meritava di essere; proprio come se fosse la divinità che lo guidava, facendolo impazzire. Non era difficile entrare nella testa di Jadis, per quanto fosse più "avanti" rispetto a tante delle sue coetanee, era chiaro cosa muovesse la sua psiche megalomane e cosa, d'altro canto, la facesse letteralmente uscire di testa: avere il controllo. Non importava che fosse nello studio, nella vita, o in quel caso nel cazzo di Sho che per quanto le stesse violando e possedendo il culo, vibrava per lei e grazie a lei soltanto, e quella consapevolezza era meglio di qualsiasi droga o alcolico potesse assumere. Era la prima volta che capitava tra di loro, ma quel giorno il rosso aveva capito realmente come prenderla, e la stava compiacendo talmente che la ragazza sentiva di non aver mai goduto così intensamente in vita sua, non importava quanta esperienza potesse avere. Nessuno schiavo che avesse mai provato si era dimostrato così passionale, così potente e devoto. Detestava ammettere quanto le stesse piacendo, per questo continuava imperterrita a inarcarsi, tendersi, contraendo ogni singolo e delizioso muscolo del corpo (davvero qualunque) pur di resistere alla tentazione di gridare, o gemere e mugolare come una mera verginella in calore. Non poteva permetterselo, non lei. Per questo quando Sho iniziò a parlare, con quel turpiloquio capace di accenderla e farla bagnare ancora di più, non poté che riservargli uno sguardo irritato e d'ammonimento, espressione destinata a deformarsi irrimediabilmente mentre si abbandonava finalmente a un gemito, ansimando così tanto da sobbalzare ad ogni respiro. Si teneva a lui aggrappandosi ai muscoli del suo sedere manco fosse un gatto intento a farsi le unghie, e non ci sarebbe stato da sorprendersi se consumato quel perverso amplesso, Sho si fosse ritrovato con il culo letteralmente a strisce, piccoli ricordi lasciati dagli artigli della sua Padrona, un marchio solo per lui. Si teneva non soltanto per sfogare la rabbia di non riuscire a trattenere un secondo orgasmo imminente, ma anche e soprattutto perché temeva che lasciandolo sarebbe semplicemente volata via, lontano da quel cazzo stupendo... e quello non poteva assolutamente permetterlo. Sho avrebbe potuto ammirare la sua faccia mentre, con le sopracciglia aggrottate, lo fissava negli occhi, da una parte irritata per ciò che stava dicendo, per quella dichiarazione che suonava più come un ordine che come una richiesta implorante, dall'altra, invece, i denti affondati nel labbro inferiore, la saliva che colava in rivoli abbondanti lungo il mento, e le lacrime di piacere troppo a lungo trattenuto. Piccole gocce di sangue tremolarono all'altezza dei suoi canini, mentre la presa si faceva ancora più salda e violenta: sembrava fatta per fargli male.
    N-n-nnnnh nonh seih t-t-tu a dare gli ordini, s-schiavo! La tua P-P-Padrona deciderà q-q-quandoh e seh grrhid-AH! Gri... Gridahnf- Ah! AHHHNNNH! S-succhiali- Succhiali... ohddio, sì!
    Ci provò, ci provò davvero... ci provò abbastanza che per un po' la sua faccia apparì davvero imperiosa nonostante il rossore, le lacrime e l'evidente piacere, o nonostante i suoi seni, che per quanto piccoli non smettevano di dondolare sul suo petto liscio come nessun'altra cosa al mondo, o ancor più la vista di quel culo perfetto e sobbalzante che avvolgeva il cazzo di Sho e lo risucchiava ad ogni singolo affondo, facendolo sparire fino alla base, così gonfio e spalancato che sembrava quasi volergli ingoiare anche le palle ogni volta che lo schiocco si consumava... Insomma, ci provo DAVVERO a trattenersi, con ogni fibra del corpo, tanto che il giovane avrebbe potuto godersi ogni singola sfumatura della sua espressione ansimante, affaticata, quasi dolorante, mentre tentava invano di non aprire la bocca perché sapeva che se lo avesse fatto, ogni sforzo si sarebbe rivelato vano... Eppure, quando dovette parlargli per forza, poiché la sua situazione di "Padrona" glielo imponeva, riuscì solo in un primo momento a esprimersi nel suo solito modo, e anche in quel caso non fece altro che "balbettare", un balbettio definito dalle spinte e dal ritmo semplicemente frenetico dell'amplesso, piuttosto che da un effettivo imbarazzo... o almeno così avrebbe affermato lei fino alla morte. Riuscì addirittura a dire una frase di senso compiuto, lunga e persino spocchiosa... ma quando Sho si avvicinò al suo petto esposto, approfittando del fatto che fosse inarcata, ella si rese conto un istante prima di ricevere la sua bocca che quello era esattamente ciò che le serviva per capitolare ancora, una sola leccata, e quel succhiare mandò scariche così potenti a tutto il suo corpo che il suo culo iniziò letteralmente a vibrare fin nel profondo mentre gli spasmi la sconquassavano ancora. A nulla servì mascherare la propria reazione con quell'ordine tardivo, quasi tentando di far passare l'evento come studiato da ella stessa, come se fosse stata lei a ordinare e non lui a precedere i suoi desideri. Si inarcò e si abbandonò completamente alle grida, incurante di una Syornha immobile alle loro spalle, con la saliva che le colava dai denti aguzzi mentre li fissava e si leccava le labbra, incurante persino del luogo in cui si trovavano, del fatto che fossero nel salotto di Baiken, davanti a una finestra e vetri enorme, su un tavolino di ciliegio che non avrebbe fatto altro che rovinarsi per i suoi umori, e per il seme che desiderava intensamente ricevere dentro di sé. Fu uno dei momenti più intensi che avesse mai vissuto, e la cosa in un secondo momento l'avrebbe letteralmente fatta impazzire per la furia, perché non c'era modo che fosse quell'odioso pel di carota a farglielo provare... In quel momento però, si perse talmente che oltre a procurargli altri profondi graffi sul sedere, fece saettare le mani ad afferragli i capelli, ad accarezzargli, affondandoci le dita in mezzo, spettinandoli a ritmo delle sue stesse grida, e farfugliando di tanto in tanto ordini continui tra i più disparati, anche sconnessi, che suonavano a dir poco confusi. Un "succhiali" di qui, un "così" di lì, nonché vari "fottimi più forte, cane", "fammi venire ancora!", e infine... che fosse dannata, un "più forte, ti prego!!!" gridato quando un terzo orgasmo seguì il secondo. A quell'uscita non poté che sgranare gli occhi, fissando Sho in faccia per un secondo sconvolta, il "ti prego", per quanto di circostanza, non era decisamente un'espressione che potesse far parte del suo vocabolario, e infatti entrò così nel panico che a meno che non si fosse ribellato, lo staccò a forza dal proprio petto e lo tirò a sé affondandogli la lingua in gola per zittire qualsiasi commento. NON poteva permettere che quel momento venisse rovinato... e di certo non avrebbe permesso che fosse lei l'artefice di quel misfatto! Lo succhiò, lo morse, a un tratto si spostò con le labbra attaccare alla sua mascella, percorrendola per sussurrargli all'orecchio un avvertimento sussurrato (più ansimato invero)...
    Se fai... commenti... ti... ahmmazzo. Piuttosto... vienih... nel culo che ti piace tanto...
    Per infine tornare a soffocare una risposta indesiderata nella sua gola.
     
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    Non aveva di certo ansimato quelle parole solo per compiacerla, voleva una reazione da lei che fosse positiva o negativa, non importava alla fine. Aveva capito cosa desiderava davvero Jadis e lui glielo avrebbe dato senza ripensamenti, perché anche lui ne era totalmente ubriaco e non poteva sperare in niente di meglio. I marchi lasciati sul suo sedere non erano altro che simboli di vittoria per lui, che di sicuro avrebbe rimpianto più avanti ma che per il momento non facevano altro che eccitarlo sempre di più. La risposta di Jadis lo eccitò per ogni sillaba scandita in quel modo, spezzata dal piacere, e ricevuto il suo permesso iniziò a leccare e succhiare quei piccoli0 capezzoli come se fosse stato un altro perverso bacio solo per lei, senza mai esitare un solo istante, senza smettere di pompare quella carne venosa ed esagerata nel suo culo per mungere dalla sua intimità ogni traccia dei suoi orgasmi, fino alla follia. Leccava, mordeva e succhiava con forza quelle perle di carne che massaggiava nel mentre con le dita, erano piccole ma in quel momento sembravano un pasto regale privo di ogni difetto, sulla quale avventarsi, prima su una e poi sull'altra, come una bestia affamata e senza controllo. Quando Jadis gli afferrò i capelli la situazione non fece altro che peggiorare: ogni perverso ordine lo portava a spingere più forte e rendere la penetrazione ancora più intensa, come se ogni spasmo di Jadis facesse spuntare su quella carne turgida una nuova pulsante e massiccia vena che si univa alle altre mentre sprofondavano dentro di lei. Mentre succhiava e leccava, sbavava e gemeva sul suo petto come se quei grugniti animaleschi fossero risposte di pura devozione agli ordini della sua padrona, uno spettacolo semplicemente indecente destinato a peggiorare sempre di più. L'ultimo orgasmo fu accompagnato da un uscita assolutamente inaspettata, la parvenza di una supplica che Sho era troppo preso per trasformarla in una palla da cogliere al balzo, ma Jadis lo afferrò comunque per il capo decisa a zittirlo con un bacio. Lui non disse nulla, scosse semplicemente il capo con fare assente, frettolosamente, senza fermarsi, perché quell'ennesimo orgasmo aveva stretto le carni di Jadis e lo aveva oramai mandato all'inferno senza possibilità di ritorno. Serrò i denti l'istante prima di tornare a baciarla e dopo aver fatto scivolare le dita sui suoi fianchi per spingerla meglio verso di sé, Sho iniziò a spingere con un vigore disumano, una forza tale che prese a spostare il tavolino facendolo cigolare rumorosamente a terra, e nonostante questo il rumore risultava comunque coperto dai loro corpi che schioccavano viscidamente, oramai ricoperti di umori che si trasformavano in perversi filamenti ogni volta che la loro pelle bagnata si separava. L'ultimo affondo fu il più forte e venne seguito da altri più brevi e decisi mentre finalmente si abbandonava al tanto agognato orgasmo. Aveva atteso che fosse lei ad ordinarglielo ma ne era valsa la pena, tuttavia quell'estremo rimandare aveva trasformato la sua eccitazione in un vero e proprio lago. Venne copiosamente, un fiotto alla volta, ognuno intenso quanto l'altro: schizzò dentro quel perverso pertugio tutto il suo piacere e nel farlo la verga si ingrossò bloccando l'uscita. Ne seguì che il ventre di Jadis poteva solo accoglierlo e non scacciarlo, probabilmente ne sarebbe stata riempita e il suo ventre si sarebbe gonfiato un pò. Sho da canto suo non indietreggiò mai nemmeno per un istante, continuando ad ansimare tra le labbra della sua padrona mentre veniva dentro il suo culo perfetto, tremando con le braccia e con le gambe mentre i suoi testicoli vibravano come se qualcuno li stesse premendo goccia per goccia. Solo negli ultimi istanti ci fu un abbassamento della pressione sufficiente a permettere a quello sperma denso di fuoriuscire dal culo di Jadis, uno spettacolo indecente che nessuno dei due poté godersi, visto che erano ancora reciprocamente ancorati labbra contro labbra chiusi in un bacio che li aveva praticamente ubriacati. Ovviamente, anche senza fiato, Sho attese la risposta della sua padrona prima di fare qualsiasi cosa.
     
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    Aveva sempre saputo che insieme lei e quel ragazzo erano destinati a fare scintille, solo che aveva pensato fossero le scintille destinate a formarsi dallo scontro di due superfici altamente infiammabili, entrambi scorbutici e odiosi, non certo quelle metaforiche prodotte da due corpi capaci di unirsi perfettamente l'un altro. Che fosse maledetto, lui e quei capelli rossi come il fuoco che stava accendendo dentro il suo povero anfratto abusato; lui e quei muscoli ricoperti di cicatrici che se solo fosse stata un po' più di debole si sarebbe messa a leccare una ad una, dopo quell'orgasmo semplicemente divino; ma soprattutto lui... lui e quel cazzo che era sicura si sarebbe sognata ogni giorno, nelle notti solitarie che l'aspettava alla Sapienza. Quando lo sentì pulsare in risposta al suo ultimo ordine e capì che non sarebbero giunte frecciatine o pugnalate improvvise, tutto il corpo di Jadis si rilassò di colpo... ma fu un terribile errore, perché le permise di sentire ancora più profondamente quanto diavolo fosse calda la carne che la riempiva, quanto fosse gonfia e continuasse a crescere dentro di lei ostruendo ogni via d'uscita e mozzandole il respiro. Il glande impattava violentemente contro le sue interiora spingendole verso l'alto ad ogni affondo, formando un bozzo che ella di tanto in tanto guardava di sfuggita quasi con preoccupazione. Se continuava a muoversi così rischiava di venire ancora e il cielo solo poteva sapere se fosse sopravvissuta a tanto godimento... perché di certo non aveva mai gridato così tanto contro la pelle di qualcuno, e di certo non si era mai dovuta affidare a un bacio estremamente umido e violento per poter mascherare le proprie reazioni. Se non forse qualche tempo prima... e sempre con lui. Quando sentì il suo sperma iniziare a riempirla e il suo cazzo pulsare più forte tra un affondo estremamente veloce e l'altro non riuscì più a trattenersi, era ormai risaputo quanto fosse sensibile e non aveva bisogno di particolari attenzioni verso la sua intimità per poter venire, ma in quella posizione il bacino di Shouta non fece che premere e spalmarsi ritmicamente sul suo clitoride esposto, graffiandolo con la peluria del pube di tanto in tanto, creando una frizione assolutamente insopportabile che l'avrebbe portata o all'apice un'ennesima volta, o a svenire... Accadde la prima. E quando sentì montare un ennesimo picco che certo non si aspettava, grido così forte che le sembrò di soffocarsi e le manco il respiro, cosa che la portò a compiere un gesto che poteva essere visto quasi come violento e poco femminile, ma che in realtà era semplicemente segno inequivocabile di quanto Shouta avesse premuto i tasti giusti: gli afferrò il collo e con un mugolio pronunciato lo spinse via, sollevandolo come poteva e ordinandogli senza parole di farsi da parte, solo che non voleva certo respingerlo, figurarsi... no, voleva guardarlo in faccia mentre riversava finalmente dentro di lei tutta la frustrazione sessuale a cui l'aveva costretto, e mentre lei gridava e gemeva, stava anche sorridendo come poteva, un sorriso che sarebbe dovuto essere malizioso e perverso, provocante come suo solito, ma che uscì ovviamente sbilenco, più sollevato d'un lato, e interrotto dalle grida e gli ansiti che non riuscì più a trattenere. Non smise più di guardarlo però, lo tenne letteralmente sospeso per il collo sopra di lei, mentre veniva dentro il suo culo e lei ne godeva a propria volta. La saliva li unì ancora con svariati filamenti, copiosa com'era probabilmente sarebbe iniziata a colare anche dalla bocca di Shouta finendole in faccia, ma non importava... anzi, persa nel momento aprì la bocca di più mentre ansimava, apposta per berla. Fu la cosa più intima e perversa al contempo che si fosse mai concessa con uno schiavo (o con chiunque, in verità), ma fu anche la più eccitante di sempre. Il suo modo per premiarlo di non aver fiatato per quell'attimo di debolezza che l'era sfuggito. Nnnh...gh-Ah-nf...
    Quando le loro grida e i loro sospiri si consumarono e il suo pancino fu ormai gonfio e pieno, l'ano arrossato e ben stretto intorno alla base del suo affare, Jadis si concesse di appoggiarsi contro il tavolo e riprendere fiato, guardando il soffitto con il visino arrossato e le palpebre pesanti. Inizialmente continuò a tenerlo per il collo, per quella sorta di collare che aveva creato con la sua cintura e che era un miracolo fosse rimasto lì, senza aggiungere altro. Quando le sembrò di poter parlare in modo normale e riprendere il suo tono fastidioso, spostò gli occhi su di lui e portò una mano ai suoi capelli, quasi volesse carezzarlo amabilmente... ma fortunatamente non era così cotta da farlo. Mosse il palmo su e giù, rovinando del tutto il momento... ma non ci voleva un genio per capire cosa stesse cercando di fare: aveva bisogno di sdrammatizzare, di togliersi di dosso quel sesso fantastico subito, così da poter tornare se stessa.
    S-sei... sei stato... bravoh... Pensò di chiamarlo per nome e fargli dunque un complimento come si doveva... ma le sembrava eccessivo. Non poteva certo mostrargli esattamente quanto quella loro sessione l'avesse sconvolta, bastava il suo culetto aperto e pulsante che continuava a stritolarlo e tenerlo a se per dimostrarlo. Cahne.
    Guardò in basso verso il suo ventre rigonfio e sospirò, chiudendo gli occhi quasi fosse improvvisamente irritata della situazione... peccato si sentisse decisamente troppo languida persino per sentirsi tale. Sospirò, ad ogni modo, arrossendo maggiormente all'idea di cosa sarebbe seguito.
    Ora puoi... puoi toglierlo... Mh-ma non guardare, intesi?
    Per sottolineare il concetto lo fissò negli occhi con fare minaccioso... per quanto potesse apparire minacciosa in quel momento, ovviamente. Poi guardò il suo collo e si accorse di un particolare che la fece sorridere e la riempì di soddisfazione, nell'impeto del momento, tanto che neppure lei ricordava esattamente quando, probabilmente mentre si baciavano, aveva recuperato tastando alla cieca con una mano la sua cintura di castità ancora pregna dei suoi umori, e gliel'aveva stretta al collo utilizzandola come una specie di guinzaglio col quale tirarlo e tenerlo a sé. Un gesto perverso di cui si sentì subito fiera. Mise dunque due dita nell'anello della cintura e lo tenne così, mentre aspettava pazientemente che eseguisse l'ordine, perdendo ben presto il sorrisetto che lasciò spazio a un'espressione di attesa. I muscoli del suo retto erano completamente tesi mentre attendeva che lo tirasse fuori, cosa che avrebbe di certo reso più difficile l'impresa. Se e quando Shouta lo avesse fatto infatti, un rumore osceno, quasi il suo culetto fosse stata una bottiglia che lui aveva appena stappato, rimbombò per la stanza, mentre una quantità di liquido candido spropositata si riversava sul bordo del tavolo e sul pavimento, colando rivolo dopo rivolo piuttosto che schizzare. Era bianco come il latte e se Sho avesse ceduto a dare anche solo una sbirciatina, probabilmente sarebbe rimasto ipnotizzato dal modo in cui il suo seme uscì da lei: era così perfetto e privo di sfumature antiestetiche o imbarazzanti che c'era da chiedersi se quella piccoletta non fosse uscita da un porno per una scena simile, il buchino perfettamente gonfio e spalancato, con ancora la forma del suo cazzo impressa nell'apertura. Era semplicemente assurdo quanto Jadis fosse perfetta nel sesso, sembrava quasi si preparasse minuziosamente ogni volta... e in effetti era proprio così. Per fortuna Sho non conosceva tutta la sua routine per essere sempre al meglio, dalle creme, alla skin routine del viso, del corpo, pedicure e manicure, con tutti gli annessi e concessi per essere sempre perfetta anche lì sotto, per non parlare poi della palestra, lo yoga, e tutti gli esercizi di Kegel persino. Se solo il rosso avesse saputo metà delle cose che la sua "Padrona" improvvisata faceva ogni giorno per tenersi in quel modo, l'avrebbe presa sicuramente per una maniaca del controllo... Cosa che in effetti era. E non solo di quello. Mentre attendeva che Sho uscisse da lei, Jadis si mise mezzo seduta, tenendosi con i gomiti piegati sul tavolo e le mani poste sulle natiche per mantenerle aperte, così da evitare imbarazzanti rumori. Si distrasse a controllare la situazione tra le sue natiche, ipnotizzata a dire il vero da quel fallo enorme che usciva da dentro di lei, quindi dimenticò di badare al fatto che Shouta la fissasse o meno, era più importante non fare figuracce dal suo punto di vista. Peccato che fosse difficile non farne o non mostrarsi vulnerabile in un momento simile, dal momento che il rosso poteva anche non guardare tra le gambe e spostarsi sulla sua faccia... e la cosa sarebbe stata persino peggio: rossa, i denti stretti che si aprivano di tanto in tanto mentre ansimava o mugolava, soffocando i lamenti subito dopo.
    Ho... cambiato ideah. N-non guardarmi nemmeno in faccia. G-guarda in alto... Ahnzi, chiudi gli occhi!
    Lo guardò con un'espressione che definire "perentoria" a quel punto sarebbe stato piuttosto comico. Era piuttosto il visino di una ragazzina ancora ipersensibile al piacere e decisamente, decisamente provata dal sesso appena ricevuto. Difficile eseguire un ordine così contraddittorio e confuso dunque... ma Sho poteva forse deluderla?
    Probabilmente quello non sarebbe stato il suo unico problema. Jadis infatti era giustificata a essersi completamente dimenticata del famiglio alle loro spalle, ma Shouta era stato colui che l'aveva costretta a fissarli rimanendo perfettamente immobile e bloccata dalla sua energia... per tutto, il tempo. Quando e se si fosse ricordato di lei, si sarebbe ritrovato alle sue spalle una Syornha che non sembrava decisamente felice del trattamento ricevuto. Certo, sorrideva ancora in quel suo modo glaciale e inquietante, e certo ancora i suoi occhi sembravano divorarlo con la sola forza con cui lo fissavano, tutti insieme, eppure c'era un'aria molto più sinistra del solito in quelle superficie rosse nella quali si specchiava la sua figura. Se e quando si fosse messo in piedi per rendersene conto, sarebbe stato accolto da un sibilo poco rassicurante, pronunciato in modo che potesse sentirlo solo lui, appena Jadis fosse stata impegnata ad alzarsi o a sistemarsi ancora.
    Non hai idea di cosa ti costerà questo affronto, piccolo, delizioso umano... Ma stai certo che presto o tardi te lo mostrerò...
    Non aggiunse altro, senza lasciar intendere quando esattamente sarebbe giunta la sua vendetta, poteva essere quello stesso giorno, più tardi magari, o ancor peggio poteva essere una minaccia da soddisfare nel futuro... Qualcosa che sarebbe arrivata quando meno il rosso se lo fosse aspettato.
    Syorn levò la cosa dalla sua intimità, a giudicare dalla posa (le zampe principali aperte, le zampe a reggerla seduta) non aveva fatto altro che masturbarsi tutto il tempo visto che era stata lasciata in disparte e costretta all'immobilità. La sua coda era completamente ricoperta di sperma, segno che quando Sho si era sfogato lasciandosi andare a un orgasmo sentito e il liquido era uscito dal corpo di Jadis in quello spettacolo a dir poco perverso, ella era stata l'unica a prendersene cura e raccogliere il seme per portarselo alle labbra... Peccato che fossero le labbra sbagliate. Si era praticamente divertita "da sola" mentre li fissava... ogni istante di quel loro incredibile amplesso, che di intimo a quanto pareva aveva avuto ben poco, ma come se la cosa peggiore non fosse stata quella, aveva usato lo sperma del ragazzo per farlo, introducendolo nel suo ventre assorbendolo con quella coda semplicemente spropositata quasi avesse voluto iniettarselo dentro. C'era dunque da chiedersi se una creatura del genere avesse potuto magari restare gravida con quell'assurdo metodo. La sola idea doveva far rabbrividire chiunque, figurarsi un giovane come lui. Il sorriso di Syornha disse che anche quella trovata era deliberata, probabilmente era solo l'inizio del suo istinto vedicativo, e quando fu libera di muoversi poiché la pressione energetica del ragazzo sarebbe probabilmente diminuita nel relax dell'organo, si alzò con il suo portamento scattante e degno di un insetto, dando mostra del suo corpo sottile e "stiracchiandosi" con movimenti inquietanti ma al tempo stesso sensuali, facendo deliberante scrocchiare ogni singolo antro della sua carapace mentre metteva in mostra i seni e l'intimità fradicia e grondante di seme. Decisamente, uno spettacolo grottesco con cui risvegliarsi dal torpore della sessione. Anche Jadis lo avrebbe fatto, guardando con disgusto il suo famiglio non appena si fu alzata anche lei.
    Syornha... penso che io e te dobbiamo fare una chiacchierata riguardo ciò che è giusto o sbagliato fare a questo mondo. Io... Avrebbe voluto dire che era sconvolta da quel comportamento, che non era assolutamente accettabile, nonché chiederle se avrebbe potuto realmente concepire qualcosa da quell'auto inseminazione... ma si sentì improvvisamente stanca. Era ancora troppo languida e anche se ora respirava normalmente voleva rimanere rilassata, quindi chiuse gli occhi e sospirò, portandosi una mano alla fronte e scuotendo la testa appena. Non importa. Non so nemmeno da dove iniziare. Suppongo che sia comprensibile che tu sia arrabbiata per essere stata tagliata fuori... ma come detto, avrai la tua dose di punizione e sarà anche soddisfacente, non preoccuparti. Guardò lei, poi tornò a guardare Shouta... e riuscì a non arrossire mentre lo squadrava. Lo sguardo finì per cadere sulla pozza di sperma che imbrattava il prezioso tavolino di Baiken, nonché il pavimento e parte del cuscino. Guardò gli indumenti sparsi in giro intorno a loro e sospirò ancora, salvo poi tornare seria e scuotere il capo come a riprendere il controllo. Era semi nuda, ancora bagnata tra le cosce, e sicuramente la casa non era l'unica ad aver bisogno di pulizie. Dovevano mettere in ordine al più presto. Quanto tempo era passato da quando Baiken era uscita?
    Su, non abbiamo tempo di futili discussioni. Syornha, riesci a richiamare i tuoi orrendi figlioletti per pulire questo disastro? Penso che tutti e tre abbiamo urgente bisogno di un bagno... Guardò se stessa, la carapace bianca di Syornha (ora ancora più bianca e decisamente umidiccia in svariati punti) e la peluria rossa del pube di Sho, sulla quale si soffermò più del dovuto, leccandosi inconsciamente le labbra... Sembrò quasi volerla pulire lei con la lingua, ma non si mosse.
    Tu, Kuma, raccogli tutti questi abiti e portali con me, va bene? Prima che te lo chieda: non è una richiesta.
    Gli fece l'occhiolino, sorridendo maliziosa e senza sfumature di piacere, stavolta. Lo aveva preso per un tuttofare? Ebbene... Non tutti gli ordini devono essere piacevoli, dopotutto...
    Syornha, che la conosceva bene, si limitò a sorridere come suo solito e probabilmente iniziò a emettere ferormoni per rischiare i suoi piccoli, orrendi scorpioni fin troppo cresciuti rispetto all'ultima volta: affari con un corpo di almeno 20 cm a testa che avrebbero di certo pulito in un lampo. Mentre Sho raccoglieva tutto dunque, compresi il collare ancora pregno dei loro fluidi ed eventuali accessori di sorta, Jadis si diresse verso il corridoio e sparì all'angolo di una finestra che dava sul cortile. Raggiungendola, il rosso si sarebbe ritrovato davanti una bellissima sorgente d'acqua calda immersa nel verde, luogo dove era solita fare il bagno Baiken e dove aleggiava il profumo della sua pelle, poiché le acque erano sempre piene di sali da bagno da lei utilizzati e ninfee rosa e bianche che vi galleggiavano sopra. La sorgente era tondeggiante, circondata da pietre e abbastanza profonda via via che si raggiungeva l'interno, tanto che non si vedeva il fondo e l'acqua diventava scura in certi punti, con scalini che partivano dal bordo "vasca" e proseguivano fino a che non si toccava. Intorno erano solo alberi posti sull'altura alle loro spalle. Era un'oasi privata a dir poco caratteristica, non sembrava neppure che si trovassero nell'Impero Romano. Jadis si stava spogliando del tutto al suo arrivo, aveva il vestito piegato sulla vita e ovviamente non mancò di voltarsi verso di lui e scostare i capelli per concedergli un'ampia vista della sua schiena e del sedere perfetto e ancora schiuso che aveva violato, mentre ponendo i pollici sotto il bordo della gonna, la faceva scivolare lentamente lungo i fianchi seguendo il movimento mentre si abbassava... e lo fece piegandosi a novanta, dando ampia mostra di sé, e rimettendosi in piedi solamente per spostare gli abiti con la punta di un piede e sorridergli malefica. Ora sì che era completamente nuda... e sapeva perfettamente di essere irresistibile anche in quelle vesti... o meglio, senza.
    Ti va un bel bagno caldo, Kuma? Temo di averti sporcato il pelo e sarebbe un peccato rovinarlo...
    Si riferiva alla peluria rossa che aveva fissato così perversamente mentre lo squadrava poco prima, ma poteva benissimo sembrare che parlasse a un cagnolino... Il suo.
     
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    Il modo in cui Jadis lo costrinse a fissarla mentre veniva dentro di lei fu il colpo di grazia che lo costrinse a svuotarsi fino all'ultima goccia, quasi annaspando come se dovesse svenire da un momento all'altro, a causa dell'intenso piacere che per poco non gli provocò un vero e proprio infarto. Ma come poteva resisterle? Quell'espressione era troppo, la sua bocca che beveva la saliva di Sho era troppo, la sua carne che lo stringeva come a volerlo risucchiare... tutto, semplicemente, troppo. Mai un orgasmo era stato bello come quello in vita sua e pensò di essersi rotto a causa di ciò, visto che ogni tentativo di tornare a respirare normalmente falliva miseramente. Dovette osservare meglio Jadis per capire che quella sensazione di strangolamento era dovuta al collare che Jadis gli aveva messo addosso e che istintivamente pensò di togliersi, fermando il dito improvvisamente quando Jadis iniziò ad accarezzarlo. Istintivamente perse la voglia di toglierlo e per un istante si aspettò un minimo di gratificazione. Nel sentire il modo in cui lo aveva chiamato, Sho abbassò il capo, non mortificato ma senz'altro sconfitto, lasciandosi sfuggire una risatina nervosa che non sapeva di amarezza ma che senz'altro aveva accusato il colpo. Quella dannata non ci pensava proprio a diventare sua amica, nonostante tutto. Ora che il sangue tornava a fluire in tutto il corpo in maniera normale, riuscì a pensare un pò più lucidamente, domandandosi come avrebbero fatto a smaltire il macello che avevano fatto con quell'amplesso prima che tornasse Baiken, ma soprattutto pensava alle conseguenze... Jadis era appagata, ma non significava di certo che non gli avrebbe lanciato qualche altra malefatta. Doveva stare all'erta, senza però perdere la presa sul gioco.
    Come comandi padrona... ora lo tolgo...
    Fu lui a dirlo, ma non era esattamente convinto. Anche mentre perdeva consistenza il suo cazzo non poteva far altro che provare piacere intorno a quel culetto arrossato e ammorbidito dalle sue spinte, sarebbe stato capace di scoparlo ancora e ancora, tutto il giorno se fosse stato necessario e anche più, era troppo bello poterla scopare in quel modo e immaginò altri mille modi per compiacere la sua padrona e farsi premiare da bravo schiavo. Maledizione! Non era questo che si aspettava concedendole la sua amicizia, ma non poteva nemmeno mentire a sé stesso. Iniziò a scivolare fuori da lei e si rese conto di quanto perfetta fosse la sensazione anche solo di abbandonare quello stretto anfratto. Non riuscì a resistere alla tentazione e sbirciò quel buchino perfetto liberarsi di tutto il suo seme. Ne fu così eccitato che per un istante la sua verga guizzò di nuovo verso l'alto, così come il suo sguardo che incrociò gli occhi paonazzi di Jadis che lo intimava di chiudere gli occhi. Lui prima alzò il capo nervosamente, poi lo scosse chiudendo gli occhi del tutto, ubbidendole immediatamente per non peggiorare la situazione. Solo a quel punto si ricordò del famiglio che aveva lasciato inconsciamente alle sue spalle, cosa che lo costrinse ad indietreggiare di un passo mentre Jadis si ricomponeva, occasione preziosa che venne colta dalla creatura, oramai libera dall'incantesimo indebolito dal tempo, per lanciare il suo sinistro monito. Sho si irrigidì di colpo, sgranando gli occhi e sollevando perfino qualche ciuffo dei suoi capelli rossi per la paura. Dio solo sa quanto bisogna temere l'ira di una donna offesa, figurarsi se si tratta di un mostro carnivoro. Se non lo uccideva Baiken, ci avrebbe pensato Syornha, non c'erano dubbi. Perfino Jadis, che sembrava difficile da impressionare, rimase piuttosto interdetta dal modo in cui il suo famiglio aveva gestito la cosa, ma Sho non sapeva se era giusto rimproverarla in quel caso, visto che tutti in quella stanza si erano abbandonati un pò troppo ai loro istinti. Provò ad intervenire ma non fu necessario: Jadis sapeva già a chi delegare la pulizia del posto e al rosso toccava il compito di ripulirsi assieme a lei. Mentre Jadis andava, dopo quel malefico occhiolino, Sho si girò verso Syornha con fare confuso, indicando prima lei, poi sé, poi il tavolo, le macchie e confondendosi per poi iniziare ad indicare tutto, non sapeva che dirle e quindi si voltò e non aggiunse nulla che non fosse un esaustivo:
    ...io vado.
    Per poi seguire Jadis nella speranza di tenere quella creatura così schifosamente sexy ed inquietante allo stesso tempo lontana da sé. Vista la fretta con cui si era dileguato non si interrogò troppo sul suo ruolo nel contesto di un bagno caldo, probabilmente ora che Jadis era soddisfatta voleva sfruttare il suo servetto per farsi ripulire per bene, non era esattamente il ruolo che Sho sperava di avere ma l'alternativa era pulire lo scempio lasciato in cucina al posto di Syornha, non era così stupido da scartare il male minore. Mentre avanzava, l'odore di Baiken lo distrasse quel tanto che bastava per rendersi conto solo una volta arrivato di dove si trovava, e prima di farsi domande articolate vide Jadis che si spogliava del tutto, davanti a lui, mettendo in mostra il suo fondoschiena e tutte le grazie mentre si abbassava. Il ragazzo la fissò imbambolato e quando lei gli parlò di peluria, lui abbassò lo sguardo rendendosi conto che il cespuglio vermiglio che sovrastava la sua verga era completamente imbrattato, e come se non bastasse la suddetta verga era di nuovo sull'attenti, come se la fatica fatta un istante prima fosse già svanita. Lo sguardo perverso di Jadis lasciava intendere che molto probabilmente non si sarebbero limitati a darle una ripulita, visto anche quanto era spazio quel posto in cui lavarsi. L'espressione di Sho lo portò a sorridere, anche se era un sorriso un pochino incrinato... ma tirarsi indietro a quel punto era fuori discussione.
    S-se la mia padrona me lo concede... farei volentieri un bagno, si...
    Ovviamente, non bastava così poco per fargli dimenticare le regole del gioco. Frettolosamente, iniziò a spogliarsi del tutto lasciandosi addosso solamente quel collare improvvisato che Jadis gli aveva messo intorno al collo, in parte per distrazione, in parte perché sperava di venir tirato ancora da lì.
     
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    Quando l'umano si congedò, l'unico commento di Syornha fu un sorriso dentato e minaccioso che sembrò dire "A presto", subito seguito dagli occhi rossi che si alzarono tutti insieme verso il cielo dopo che vide il disastro che era stata incaricata di far pulire. Non che per lei cambiasse qualcosa... Anzi, vedere i suoi "figli" che pulivano tutto quel nettare delizioso, riempiendo le loro "pance" di seme, le fece venire una gran fame... Fu una fortuna che Shouta si fosse allontanato e Jadis fosse già altrove, altrimenti la vista del famiglio che osservava la sua stessa progenie con occhi a dir poco famelici mentre ripulivano quel disastro sarebbe rimasto impresso nei loro incubi per molto tempo... Figurarsi vederla mentre li raccoglieva uno ad uno, una volta pulita una porzione di quel piccolo lago... e sollevandoli dalle code spalancava le fauci per lasciarseli cadere tra le fauci, masticandoli come fossero dei gustosi e croccanti gamberi in tempura...

    Jadis, d'altra parte, aveva ben altro a cui pensare. Per quanto si fosse mostrata composta come poteva e fosse uscita con classe dalla stanza, mentre si era diretta in bagno il suo cervello aveva continuato a macinare. Che fosse maledetto! Shouta fu perfetto fino alla fine. Ubbidì addirittura a quell'ordine impacciato di non guardarla neppure in viso, ordine che persino lei si pentì di aver dato, visto che mostrava la sua debolezza. Ma no, invece che approfittarne e prenderla in giro come avrebbe fatto in precedenza, Kuma fu... perfetto. Non una volta si lasciò sfuggire una delle sue frecciatine irritanti, tanto che quasi, per un momento lieve e passeggero, Jadis pensò che forse le sarebbero mancate. Che forse, eliminarle del tutto non le sarebbe piaciuto... ma era un pensiero così assurdo che lo scacciò subito, complice anche l'irritazione per tutta quella perfezione e il fatto che, per colpa di essa, ora si sentiva di nuovo rapita da lui. Inutile dire che la rabbia che provava nei suoi confronti per ciò che le aveva fatto nel loro precedente incontro era scemata fin quasi a svanire. Dannato pel di carota! Aveva deciso che non era ASSOLUTAMENTE cotta di lui, ma ecco che quel barlume di interesse nei suoi confronti faceva capolino per colpa delle sue abilità amatorie... Ormai era chiaro che quei loro incontri casuali fossero incredibilmente migliori di qualunque rapporto ella avesse avuto in passato, e per quanto detestasse ammetterlo, un amico come lui le avrebbe fatto fin troppo comodo... e se non un amico, perché certo non gli avrebbe dato tale onore, un amante era anche meglio. Per merito di quei pensieri si sentì più magnanima nei suoi confronti, per quanto detestasse la cosa. Proprio per questo si fece trovare mezza nuda quando arrivò. Come sempre non riusciva a mettere pace tra i suoi pensieri. Non sapeva in che proporzione odiasse Shouta, non sapeva se volesse ricattarlo per restare o respingerlo, non sapeva se si stava mostrando una buona o una pessima Mistress... Ma poi ebbe un'illuminazione quando per l'ennesima volta il rosso si presentò da lei, assecondandola. Non sapeva perché, ma quando continuò a chiamarla Padrona, le venne in mente il momento in cui poco prima aveva abbassato lo sguardo nel sentirsi chiamare ancora una volta cane, quasi nel notarlo avesse provato un certo... senso di colpa. Lui non lo avrebbe mai ammesso, e lei non poteva neppure esserne sicura, ma sapeva che in quel momento aveva mancato di complimentarsi con lui come avrebbe voluto, tanto che si era sentita infastidita dalla cosa... E nonostante questo eccolo lì, davanti a lei, in attesa nonostante tutto di un suo ordine. Gli sorrise. Decise che tutto sommato poteva tenerlo. Anzi, decise che VOLEVA tenerselo... Difficile dire se quella decisione fosse un bene o un male per lui. A giudicare dal sorriso malizioso e diabolico con il quale Jadis lo accolse... probabilmente era una pessima notizia, ma fortunatamente la ragazza era fin troppo brava a farla sembrare improvvisamente grandiosa. Una volta nuda si voltò verso di lui, in tutto il suo splendore. I segni del costume erano ben visibili sia sul sedere tondo che sui seni e il pube morbido, leggermente gonfio e privo di una reale peluria, cosa che la faceva sembrare ancora più innocente, anche se entrambi sapevano bene quanto poco lo fosse. Iniziò a camminare verso di lui, lentamente.
    Oh, Kuma... Pensi forse che potrei essere una Padrona così egoista da non lasciarti ripulire dopo che ti ho usato?
    Quelle parole erano al tempo stesso così umilianti e sensuali che si sentì orgogliosa di se stessa, anche perché le pronunciò con un sorriso e uno sguardo degni di lei: maliziosi, intensi, con la lingua che fece capolino tra una parola e l'altra per inumidirle le labbra carnose. Lo guardò a lungo, facendoglisi così vicino che per guardarla negli occhi avrebbe dovuto abbassare il capo, così vicino da sfiorargli la pelle con la punta dei capezzoli... e solo con essi. Tenne le mani lungo i fianchi inizialmente, senza toccarlo con nulla che non fossero quei seni piccoli ma perfetti, e l'aria calda che usciva mentre sfoggiava quel tono sensuale e roco.
    Anzi... dopo che sei stato così bravo a compiacermi? Chi pensi che io sia... un demone, forse? Forse ti ho dato un'impressione errata. Pensi che metterti nelle mie cure ti porti solo svantaggi?
    Lo fissò in viso tutto il tempo, quasi volesse ipnotizzarlo, ma quando il suo sguardo si spostò sul collare sorride ancor più. Il solo fatto che lo avesse tenuto la fece bagnare ancora, mandandole una fitta di desiderio lungo le labbra. Solo a quel punto gli mise le mani sul petto, iniziando ad accarezzarlo e percorrendo di tanto in tanto le cicatrici con i polpastrelli, delicata come non mai, quel tipo di tocco leggere in grado di procurare non pochi brividi a chi lo subisce.
    Sai cosa faccio di solito con i bravi cuccioli, Kuma?
    Parlò con una sicurezza rinnovata, senza arrossire nonostante l'argomento. Non era più una Jadis persa nell'eccitazione del momento, bensì l'aspirante Mistress che appariva fin troppo adulta per la propria età, almeno con quei discorsi. Non importava che le sue relazioni "Schiavo-Padrona" fossero state poche, spesso insoddisfacenti, o lontane... in quel momento sembrava non aver fatto altro per tutta la vita e ciò si rifletteva nel suo sguardo, intenso come non mai e circondato da folte ciglia che sbatteva con una precisione senza eguali per sembrare ancora più sensuale. Attese la risposta con le labbra schiuse, mordicchiandole, leccandole, e continuando ad accarezzarlo quasi aspettasse che annuisse o desse una sua risposta. Avrebbe atteso comunque fosse un lunghissimo istante, abbastanza da farlo sentire sotto esame, prima di rispondersi da sola.
    Gli concedo un premio...
    Tenendo le mani sui suo pettorali iniziò ad abbassarsi, sempre fissandolo, tenendo le braccia verso l'alto e facendole scivolare sul suo torace in una lunga carezza prima di ritrovarsi rannicchiata davanti a lui. Non si inginocchiò, rimase in punta di piedi come se indossasse dei tacchi invisibili, con i piedi quasi uniti l'un l'altro ma le ginocchia piegate aperte, in modo che potesse ammirarla anche da quella posizione. Non perse un secondo il contatto visivo, mentre proseguiva la sua frase. Anzi, avvicinò il viso pericolosamente al membro turgido, a quella massa di peli rossi che aveva adocchiato in precedenza, sorridendo per la soddisfazione di trovarlo di nuovo eccitato per lei. L'odore di sesso e sperma le colpì le narici . Inspirò a fondo, e solo per quell'istante chiuse gli occhi per la meraviglia, mostrando deliberatamente che lo aveva annusato. Bastò quel gesto, e gli umori iniziarono a brillarle tra le cosce. Spostò le mani dal suo petto al suo corpo: un palmo sulle gonadi, l'altro che con una presa salda afferrò l'asta a metà, più per tenerla ferma che per massaggiarla.
    Un dolce... Sempre fissandolo, con il suo cazzo al lato del viso, si avvicinò alla base e allungò la lingua verso i suoi testicoli, iniziando a leccarli e salire. Delizioso... Ad ogni parola si fermava a parlare, con le labbra quasi attaccate alla sua carne, la bocca schiusa, un sorrisetto furbo e ipnotico stampato in faccia. Con la lingua disegnò un cerchio intorno all'attaccatura dell'asta, prima di proseguire e salire lungo essa seguendo la linea di una vena in evidenza. Bellissimo... premio. Più parlava più sembrava che ogni singola parola fosse dedicata a ciò che stava assaggiando, più che a un premio per il suo "cucciolo". Anche quell'ultimo aggettivo, fu deliberatamente dolce, pronunciato poco dopo che la sua lingua fu arrivata in cima, piatta, assestando un colpo a dir poco basso a quel povero sesso che doveva essere ancora sensibile: una leccata proprio in cima, su glande e uretra, che avvolse ogni centimetro di pelle raccogliendo anche un po' del suo sapore salato. Infine, come se nulla fosse successo, lasciò ogni cosa. Posò le dita sul terreno con le braccia tese a coprirsi intimità e seni, che rimasero leggermente strizzati da quella posa, e rimase a guardarlo. Se anche la posa non sembrava affatto da donna dominante, il suo sguardo non cambiò di un istante... e il suo ghigno, se possibile, peggiorò.
    Ma questo succede solo coi cuccioli ubbidienti e devoti, ovviamente. Quindi se vuoi il premio che ti spetta devo farti una domanda prima di proseguire...
    Eccola là, la fregatura dietro l'angolo. La frase che suonava di trappola come nessun'altra cosa e che Jadis pronunciò sussurrando proprio contro all'asta appena leccata, facendo in modo che qualche soffio fresco arrivasse proprio sulla scia invisibile lasciata dalla sua saliva.
    Shouta... Vorresti essere mio?
    Non sembrava il solito giochino o ricatto, e in effetti non lo era. La domanda era piuttosto importante e richiedeva che lui fosse consenziente, perché significava che quello che fino a quel momento era stato solo un giochino fatto di sotterfugi e minacce si sarebbe ripetuto quante volte ella avesse voluto... e lui doveva esserne d'accordo. Magari sì, probabilmente i suoi ricatti valevano ancora, ma era come se per una volta volesse sentire un sincero desiderio da parte sua, senza costrizioni di sorta. Gli stava realmente proponendo di diventare il suo schiavo... che era un po' ciò che già avveniva tra loro ogni volta che si vedevano, solo più ufficiale. Le regole le avrebbero decise insieme, ma era sicuro che un sì avrebbe significato dover correre da lei ad ogni evenienza, su quello non transigeva. Non gli avrebbe mai chiesto né una storia d'amore né la sua fedeltà assoluta ovviamente, lungi da lei (troppa importanza per lui)! Ma se avessero concordato qualche visita alla scuola quando si fosse trasferita... Beh, sentiva che la sua permanenza lì dentro le sarebbe sembrata meno dura. Insomma, Jadis aveva tutta una serie di idee sulle implicazioni di quella proposta, ma la realtà fu che non le mise in chiaro subito perché voleva che restasse vaga, forse perché in fondo aveva timore di un rifiuto... o più semplicemente perché in ginocchio dinanzi a lui, con la bocca così vicina al suo cazzo, e quegli occhi che era così brava a puntare sul prossimo per farlo sentire inerme... si sentiva fin troppo sicura della risposta.
     
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    Eliminarle del tutto? Sho non poteva fare a meno di maledirsi per ogni singola risposta tagliente che si era rimangiato, altroché, figurarsi darle sparire. Forse Jadis era riuscita a metterlo in riga, forse lui era stato perfetto, ma non mancò di certo qualche sguardo di disappunto da parte del rosso, diretto a lei ma rivolto soprattutto a sé stesso che si era lasciato plagiare da una ragazzina e il... il suo culo perfetto. Maledizione, anche solo a pensarci si scioglieva come burro, era semplicemente imbarazzante e degradante... un maestro, tra i più giovani della sua categoria, che usciva pazzo per una ragazzina presuntuosa e spocchiosa. Che fosse ben oltre la semplice attrazione? Che l'attrazione verso Baiken servisse solo a mascherare il reale desiderio di avere Jadis? No, che andava a pensare?! Assurdo anche solo considerarlo. E mentre quei pensieri lo attanagliavano, Jadis si avvicinò a lui con quella sua aria maliziosa e maligna, portandolo inevitabilmente ad irrigidirsi mentre quei capezzoli meravigliosi lo sfioravano e lo tentavano. Lei lo fissava, lui cercava di evitarla, non perché si vergognasse ma perché temeva che incrociando di nuovo lo sguardo con lei le sarebbe saltato addosso prima del tempo. Se era un demone? Si, lo era,senza ombra di dubbio, un demone tentatore fin troppo bravo in quello che faceva. Crudele? No, forse non era la definizione giusta, ma senz'altro maligna perché nulla di quello che stava succedendo a Sho era positivo... in un certo senso. Quando lo toccò solcando ogni cicatrice sui suoi pettorali però, Sho non riuscì in alcun modo a trattenersi e abbassò lo sguardo su di lei, sospirando arreso con sé stesso anche se da fuori somigliava molto di più ad uno spasmo di piacere. Era irresistibile.
    C-cosa fai a quelli bravi, padrona?
    Una domanda retorica, pronunciata con un tono altrettanto retorico, ben consapevole che Jadis avrebbe dato la risposta subito dopo. Nel vederla abbassarsi in quel modo sensuale, che si piegava verso di lui senza inginocchiarsi e mettendo in evidenza le sue forme, Sho dovette alzare lo sguardo al cielo stringendo le labbra tra id enti per trattenere un verso di pura perversione mentre il suo corpo tremava vistosamente, come preso dagli spasmi di un'eccitazione che non riusciva più a trattenere. Ritrovò la postura solo quando Jadis lo afferrò per la sua verga, costringendolo a sfogare una grossa nuvola di fiato caldo, un gemito impossibile da trattenere. Tremò per tutto il tempo, e ogni frase, ogni sillaba, ogni leccata che scandiva Jadis lui mugugnava e il suo membro sussultava, iniziò perfino a sollevarsi sulle punte dei piedi come se potesse partire verso l'alto e lanciarsi come un missile, pronto ad esplodere e diventare la perfetta raffigurazione della sua virilità in quel momento. Ma prima che potesse arrivare al culmine, Jadis si fermò e tornò a replicare, tenendolo saldo per quel collare invisibile che il rosso stava imparando ad amare e disprezzare. Attese quella proposta, qualcosa che aveva già sentito mille volte nella sua testa ma che non si aspettava di sentire pronunciato da lei. I suoi occhi si sgranarono e per un istante prese fiato, come se quella fosse l'ultima boccata d'aria della sua vita.
    No... tutto questo è sbagliato... non è quello che dovrei avere io, né quello che dovresti avere tu! Io ho i miei doveri, ho la mia missione! Dovrei proteggerti, non servirti, e tu dovresti seguire gli insegnamenti di Baiken, cercare la tua strada, non perderti nella dissolutezza con uno come me, che non può far altro che gettarti ulteriormente nella lussuria, incapace di resisterti e voglioso di assecondare ogni tuo perverso desiderio. Se andiamo oltre, non torneremo più indietro... quindi no, Jadis... non posso...
    Suonava benissimo, era un discorso perfetto e in effetti nella sua mente aveva perfettamente senso. Peccato che rimase confinato lì: nessuna di quelle sillabe uscì dalla sua bocca, bloccata dal respiro caldo di Jadis che si abbatteva con la sua verga. Non riuscì a pronunciare nemmeno una sillaba di quel discorso perfetto che il suo senno gli aveva concesso come ultimo dono prima di sparire nel ricordo di quelle deliziose carni appena violate, di fronte al desiderio di sentire la bocca di Jadis che gli succhiava via fino all'ultima goccia di seme. Svanì tutto, e tra le labbra eccitate e bagnate di Sho non passò altro suono se non una frase piena di lussuria e desiderio.
    Fammi tuo, Padrona...
     
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