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x Hina

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    Aveva raggiunto il limite, Sheba era probabilmente appagata da quella situazione e Kain non aveva fatto altro che lasciarla fare come se nulla fosse, dopotutto poteva anche concederle una sorta di rivincita... la differenza era che il drago nero non aveva la minima intenzione di lasciarla vincere. Ci fu solo un istante di pace, quello subito dopo l'orgasmo di Sheba in cui la ragazza si adagiò sul suo petto, ansante ma soddisfatta, decisa a far valere le sue motivazioni. Poi però, Kain si ricordò che non aveva affatto finito e quindi la battaglia per lui non era giunta al termine. Finalmente, Sheba decise di liberarlo e ci volle solo un istante prima che il drago nero flettesse ogni sua singola fibra muscolare per poter strappare quella maledizione che lo bloccava. Mentre lo faceva il suo entusiasmo esplose, allo stesso tempo si rialzò con tutto il corpo tenendo i pugni chiusi e i gomiti piegati, in posa vittoriosa. Dalla sua gola fuoriuscì un verso vigoroso che somigliava decisamente ad un ruggito ma che si deformò velocemente in una risata malefica. Il suo volto di stravolse in un'espressione di felicità, sembrava quasi demenziale per quanto era soddisfatto a quel punto, ma non poteva fare altrimenti mentre si rialzava in quel modo... aveva finalmente ottenuto la vittoria!
    AHAHAHAHAHAHAHA!!! STUPIDA UMANA!!! Alla fine hai ceduto e sei caduta nella mia trappola! Adesso che finalmente sono libero niente mi impedirà di...
    i bloccò di colpo, rendendosi conto che a causa della posizione di Sheba e del suo movimento improvviso, la giovane non era affatto crollata a terra: la erga immane di Kain si era posizionata tra le sue natiche, trasformandosi in una sorta di sellino, quindi quando Kain si sollevò, Sheba rimase ancorata a lui tenuta tra la possente verga e quell'infinita massa di muscoli che apparteneva al drago, schiacciata in una morsa tanto turgida quanto calda e piacevole. Qualcosa che nemmeno Kain riuscì a controllare e che lo stupì non poco, dopo essersene reso conto. Per quel motivo si fermò, inizialmente confuso sul da farsi, poi ricordandosi ancora una volta che quella battaglia non era affatto finita, e quindi doveva darle il benservito. Abbassò le braccia rabbiosamente e dopo averle afferrato quel culo perfetto passò le dita tra la sua asta e l'intimità di Sheba ancora coperti di umori, raccogliendone il più possibile per potersene servire.
    Hai osato chiamarmi troietta ed usarmi come tuo trastullo sessuale... ME! Kainhurst Blackwing! Il più potente dei figli di Deathwing! Ora assaporerai la furia di un drago nero e quando mi supplicherai di fermarmi... sarò spietato!
    Mentre parlava, le dita di Kain si insinuavano nel suo buchino posteriore, rilassato a causa della fatica e del piacere appena provato, facile preda delle attenzioni del drago nero. Sheba avrebbe sentito il palo di carne di Kain tornare alle sue dimensioni normali per un istante, come se si fosse accorciato, ma la sua presenza si fece immediatamente invadente appena il drago spinse le natiche di Sheba contro la sua punta, costringendola a sentirlo mentre si faceva strada nella sua corolla di carne. Non sarebbe stato delicato, ma Sheba era abbastanza lubrificata ed eccitata per non farsi male. Che poi una simile esperienza fosse per lei la prima volta e quindi estremamente intensa, quella era per Kain una vittoria.
    ASSAPORA LA MIA IRA!
    Furioso ed eccitato, Kain avrebbe fatto di tutto per spingere il suo grosso ed eccitato cazzo dentro il culetto di Sheba, assaporando finalmente la meravigliosa sensazione di sentire le sue grida piuttosto che i suoi spasmi di piacere. Voleva punirla, sperava che una penetrazione del genere potesse farle male ma non aveva messo in conto la quantità immane di umori che si erano riversati sul suo affare, probabilmente quella penetrazione era destinata a non essere così terribile, specialmente perché Kain si era liberato da poco e aveva ancora i muscoli un tantino atrofizzati, quindi invece di una penetrazione cruda e violenta, Sheba avrebbe assaporato un affondo graduale e preciso che le avrebbe permesso di assaporare ogni istante di quella novità, il tutto stando a strettissimo contatto col petto virile e possente di Kain che per nessuna ragione al mondo l'aveva allontanata, né tanto meno aveva smesso di flettere i suoi muscoli. Aveva sentito la loro mancanza...
     
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    Sheba non si allarmò inizialmente quando percepì i suoi movimenti repentini per liberarsi, ma dovette girarsi di nuovo verso di lui quando sollevò il busto da terra costringendola quindi a sollevarsi a sua volta. Le mani di Shebe erano posate contro il suo petto muscoloso, mentre lo guardò smarrita ed un tantino perplessa quando notò che aveva piegato le braccia come se si stesse mettendo in posa. Cosa diamine stava facendo? Si chiese prima di sentirlo ridere soddisfatto ed in modo maligno. Lo sguardo di Sheba divenne profondamente deluso nel sentirgli dire che era caduta nella sua trappola: che trappola? Era stato tutto il tempo alla sua mercee di cosa diamine stava parlando? I suoi occhi si allargarono incuriositi inattesa di sentirlo finire la frase ma non lo fece, sembrò accorgersi di qualcosa che beh di cui si accorse anche Sheba dato che sentì distintamente ancora la sua erezione fra le sue natiche. Pensò che probabilmente avrebbe smesso di blaterare stranezze, ma la prese in contropiede quando le sue mani batterono sulle sue natiche facendola trasalire per il gesto impetuoso. Per via della posizione si ritrovò a schiacciarsi contro il suo fisico con le mani che carezzavano il suo petto involontariamente. Sheba si preparò per togliersi di dosso a Kain, ma sentì le dita del drago scivolare sulle sue carni ancora sensibilissime per via dell'orgasmo appena avuto. Quel gesto la fece spostare in avanti come se avesse voluto sfuggire al suo tocco ma si ritrovò sempre più stretta a lui come se cercasse rifugio fra le sue braccia. Tremò a quel contatto e non seppe proprio cosa pensare.
    Ma che..?! Non avevi finito anche tu? fece un poco confusa, spalancando poi gli occhi quando le dita di Kain iniziarono ad insinuarsi nel suo stretto anfratto, facendola irriggidire totalmente.
    C-così impari a fare il bullo con me....nghhaa cosa fai?! aveva provato a rispondergli per le rime, per non mostrargli la sua paura, ma quelle dita che si intrufolavano nel suo ano la sconvolsero per l'estremo imbarazzo e le nuove sensazioni a cui non era affatto abituata. Un brivido intenso percorse la sua schiena e la confusione totale prese il sopravvento, soprattutto quando percepì la cappella di Kain iniziare a spingere nel suo stretto anfratto. Le dita di Sheba si artigliarono sui suoi pettorali mentre i suoi occhi si spalancavano per la paura.
    No! Quello è il buco sbagliato! Stai sbagliando buco idiota! protestò ancora mentre il suo corpo si irriggidì. Difatti Kain non avrebbe trovato strada facile dentro di lei, se non si rilassava era praticamente impossibile penetrarla senza farle danno. Infatti il suo primo affondo fece slittare via la cappella dal suo stretto buchino, facendo quindi saggiare a tutta la mazza di carne le sue natiche sode e perfette, mentre il bacino di Sheba scivolava in avanti facendo aderire il monte di venere contro il ventre piatto e scolpito di Kain. Era davvero strano ciò che aveva sentito, era diverso e la incuriosì perché quando aveva sentito solo la punta allargarle la corolla di carne aveva sentito un brivido diverso ed intenso. Smarrita da quella sensazione nuova infatti rimase un momento ansante perdendo il momento adatto per sgusciare via dalle braccia di Kain, sentendo invece di nuovo la punta bussarle contro l'ano che iniziava a schiudersi ma non cedeva. Vergognandosi da morire posò la fronte contro il petto di Kain tremando come una foglia. Gli battè una mano su una spalla indispettita ignorando volutamente le sue minacce.
    Sei un maniaco... fece con la voce che tremava.
     
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    Aveva davvero esitato quel singolo istante che permise a Sheba di sfuggire a quel colpo da maestro? Mica aveva iniziato improvvisamente ad importargli di lei? No, impossibile, non si preoccupò minimamente di farle male, quindi com'era possibile che non era riuscito a penetrarla in un singolo e violento colpo solo? A malapena l'aveva stimolata, a stento aveva percepito la sua cappella scivolare dentro, assaporando una sensazione molto diversa dal solito. Sheba non aveva solo un bel culo, ma anche le sue interiora sembravano una tentazione assolutamente nuova per il drago nero e quel singolo centimetro che ebbe modo di assaporare lo colse totalmente alla sprovvista, rendendolo avido. Inizialmente voleva solo punirla, ricambiandole l'umiliazione subita col dolore più fisico e degradante che potesse immaginare, ora invece, mentre la cappella pulsava ardente come non mai davanti al suo buchino, sembrava voler assaporare a tutti i costi qualcosa che fino a quel momento aveva del tutto ignorato. Le mani sul petto di Kain trovarono un fisico rigido e completamente asservito al piacere, improvvisamente, le braccia del drago si strinsero intorno a lei non solo per tenerle le natiche ma anche per abbracciarla, dandole una sorta di rifugio caldo e possente sulla quale adagiarsi mentre Kain raggiungeva rapidamente la parete più vicina per poterle dare sostegno sulla schiena. In questo modo avrebbe potuto sollevare meglio le gambe e ancorarsi alla vita del drago, così da permettere un posizionamento migliore dei loro bacini. Fatto questo, una volta che Kain iniziò a muovere i fianchi gradualmente per poterla stimolare, punzecchiando quella sua parte più intima con impazienza ma anche con decisione, la cosa s fece molto più interessante.
    Stai zitta... è tutta colpa tua...
    La voce di Kain si era fatta improvvisamente più bassa e profonda, meno aggressiva ma molto più cavernosa. Sembrava la voce di chi era stato soffocato dal piacere e ne era riemerso solo all'ultimo momento. La posizione con qui la stava stringendo impediva ad entrambi di guardarsi in faccia, voleva che nella mente di Sheba si cementasse la sua espressione aggressiva e crudele, non quella che aveva ora: assuefatta dal piacere, vogliosa e passionale come la sua voce. Il suo corpo si muoveva avanti e indietro con piccoli movimenti per poterle penetrare quello stretto anfratto poco a poco, lasciandole tutto il tempo per rilassarsi, sciogliersi con il calore e la possanza del suo fisico mentre quella mazza era talmente enorme che quando pulsava e vibrava non si limitava a stimolare la sua corolla di carne ma anche le grandi labbra poco più sopra, lubrificandosi degli umori che Sheba gli avrebbe concesso.
    Mi hai tenuto prigioniero... mi hai trasformato nel tuo giocattolo... mi hai mancato di rispetto... ma soprattutto hai pensato solo a sé stessa lasciandomi eccitato senza permettermi di venire... adesso la pagherai mocciosa... smettila di opporti e rilassati...
    Avrebbe voluto sembrare più minaccioso, ma a quel punto era semplicemente troppo eccitato per sembrare credibile, quello che voleva era solo godere, scoparle finalmente quel buco che tanto aveva agognato, il cui semplice assaggio aveva trasformato la sua vendetta in una caccia al piacere inaspettata. Non si sarebbe arreso fino a che non avrebbe iniziato ad entrare dentro di lei, e più si faceva strada, più si sarebbe fatto impetuoso, deciso ad azzerare la distanza tra i loro bacini appena Sheba gli avrebbe concesso di conquistarla, strappandole anche quella verginità.
     
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    Kain aveva delle doti fisiche impossibili da ignorare, il suo cazzo era troppo grosso per poter penetrare così facilmente un buchino stretto come il culo di Sheba, sorpattutto senza le dovute attenzioni prima, ed ancora a maggior ragione se si trattava di qualcuno che non aveva mai praticato qualcosa di simile e non sapeva come rilassare il corpo. Probabilmente Kain aveva avuto a che fare con amanti o "vittime" che avevano già avuto simili occasioni e rilassavano il corpo per non provare dolore. Sheba invece non era riuscita a rilassarsi, anzi l'idea che lui stesse sbagliando il buco che voleva violare aveva irriggidito i suoi muscoli pelvici rendeno più dura la penetrazione in quel punto, ed anche dolorosa per Sheba. Ariel cercò di intimarle che Kain non stava sbagliando buco a caso e che lo stava facendo apposta poiché voleva fare sesso anale con lei. Sheba non era stupida e sapeva cosa fosse ma non immaginava che volesse farle anche quello. Quanto era stronzo nei suoi confronti se aveva deciso di deflorarla in quel punto? Posò le mani contro il petto del drago intenzionata a spingerlo via, ma venne presa alla sprovvista dalle braccia di Kain che la strinsero in un abbraccio che la costrinse a premere il volto contro il suo petto. Poco dopo sentì il terreno mancarle da sotto i piedi e subito dopo una parete fredda e dura contro le sue spalle. Esattamente come la prima volta in cui lui l'aveva violata. Sentì la punta della cappella di Kain che continuava ad insistere contro la sua corolla di carne, e istintivamente Sheba portò le cosce attorno ai suoi fianchi per non scivolare troppo in basso e quindi non permettergli di farle del male. In realtà stringendogli le cosce attorno ai fiachi aveva reso tutto più confortevole per entrambi. La voce di Kain era diversa rispetto a prima, sembrava in difficoltà e glielo confermò il fatto che si posizionava apposta per non guardarla negli occhi. Sheba si sentì di nuovo leggera fra le sue braccia, si sentiva piccolina ed indifesa ma non aveva paura, non come la prima volta. Era strano, era diverso e non riusciva nemmeno lei a capire il perché. Forse perché aveva capito che infondo Kain non era poi così spietato come voleva sembrare, avrebbe potuto farle molto male, invece continuava a spingere delicatamente dentro di lei, affondando pian piano centimetro dopo centimetro nel suo stretto anfratto; aiutato moltissimo dalla stimolazione involontaria delle sue labbra vaginali con il resto del suo corpo. Difatti stimolandola in quel punto sensibile il resto del corpo si rilassava permettendogli di affondare qualche altro centimetro prima di sentire di nuovo la corolla stringere troppo e impedirgli di muoversi. Sheba strinse i denti mentre brividi bollenti attraversavano il suo corpo facendole sembrare che venisse attraversato da mille spilli caldissimi. Si rese conto che quando rilassava il corpo la sensazione diventava bella e non riusciva a credere che quella parte del corpo fosse così sensibile. Si aggrappò con le mani sulle spalle di Kain passando da sotto le sue braccia come se lo stesse abbracciando ma in realtà si tirava su per sfuggire inutilmente alla penetrazione.
    P-pensavo avessi finito anche tu... mi era sembrato... di sentirti... ngggh cercò di giustificarsi ma la sua voce era spezzata da profondi respiri. Sentiva il proprio corpo sottoposto ad una fatica immensa, resistere al sesso anale era faticoso, tanto faticoso ed alla fine la corolla di carne cedette e lo sentì scavarle dentro altri abbondanti centimetri. Il suo ano vibrò attorno alla carne di Kain, mentre lei inarco la schiena e sollevò il volto verso l'alto urlando un gemito misto fra dolore e piacere. Gli occhi di Sheba erano spalancati per la sorpresa perché non credeva potesse essere così bello, non credeva che il suo culetto potesse darle piacere e soprattutto non credeva che quella verga enorme fosse riuscita a violarla. Riuscì a sentire ogni singolo centimetro che si era fatto spazio in lei, impalata da quella enorme mazza bollente che le dava sensazioni devastanti mai provate prima. Il suo sesso femminile perse altri caldissimi umori, mentre la bocca di Sheba era spalancata in un muto grido, priva di aria. Tremò vistosamente, si sentiva debolissima come quando aveva perso la sua verginità.
    Ti sei preso... tutto di me... fece con un filo di voce, non si capiva se lo stesse biasimando o se semplicemente aveva dato voce alla sua condanna.
     
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    Fu graduale, eppure nella sua mente si risolse tutto in pochissimo, dava l'idea che in fondo quei due non avevano fatto altro che rimandare quel momento fin dall'inizio, resistendo alla tenzone di cedere alla lussuria per orgoglio, predisposizione o semplicemente per non darla vinta all'altro. E invece eccoli lì, ancora una volta stretti contro una fredda parete che si sciolse immediatamente nel loro calore trasformandosi in un angolo di pura e intima perversione con la quale stavano consumando finalmente un unione che non aveva niente a che fare con il confronto di idee, di sguardi o di ideali. C'era solo i piacere e nessuno dei due poteva ignorarlo. In un primo momento Kain esitò, cercò di rendersi conto di cosa stava facendo, fin dove si era spinto, ma il piacere di quella carne stretta intorno alla sua verga gli aveva tolto il fiato e privato di ogni altra capacità di concretizzare realisticamente una qualche soluzione. Poteva solamente cedere e quando sentì la voce di Sheba spezzata dal piacere non riuscì nemmeno a capire se era un rimprovero o qualcosa del genere... non importava oramai.
    Io... sono un drago... prendo tutto ciò che voglio... anche TE!
    Disse con tutta la decisione che quel fiato spezzato gli consentiva, poi serrò i denti lasciandosi sfuggire dalle labbra uno sbuffo di fiato bollente e particolarmente denso di nero, a quel punto portò una mano il più i basso possibile per sostenere tutto il peso di Sheba con un singolo arto, mentre la sinistra invece finiva sulla testa della ragazza, spingendolo contro il suo petto per impedirle di guardarlo negli occhi in quel stato. Non avrebbe accettato una sconfitta del genere, anche se quella posizione somigliava maledettamente ad un abbraccio. Iniziò a muoversi gradualmente, scandendo prima lo spazio che poteva occupare, poi anche la velocità. Per quanto stretto fosse quel buchino non aveva i limiti del ventre di Sheba e come se non bastasse ogni volta che scivolava fuori da quell'anfratto la carne del drago nero scivolava sulle grandi labbra della ragazza, pulsano caldissimo, lubrificandosi per la prossima penetrazione rendendolo sempre più facile, più veloce, più profondo. Simili ad una lunga serie di ruggiti sfumati in spasmi di piacere, i fiati di Kain gonfiavano ritmicamente il suo corpo mentre il petto sulla quale Sheba aveva trovato rifugio si trasformava in un tamburo dentro la quale il suo cuore di drago pulsava quanto la sua verga, possente come non mai. Sheba lo aveva visto trasformato, lo aveva sentito ruggire ma mai lo aveva sentito spingere i suo corpo verso quel singolo ed unico obbiettivo, per quanto perverso fosse. Anche la prima volta l'aveva stuprata senza fatica, come se fosse un mero vizio, ora invece era totalmente sommerso dalla passione, e l'unica cosa che teneva in piedi il suo orgoglio era la volontà di farla sentire umiliata.
    Sei stata stupida a liberarmi... dovevi uccidermi... ora non sei più un incontro casuale, non sei più un semplice scopata... sei mia nemica e io ti farò gridare... mi supplicherai di smettere stavolta... e io te lo negherò come tu mi hai negato la libertà fino a ora!
    Sembrava colmo di risentimento ma nella sua voce non c'era traccia di cattiveria, l'odio era sfumato da una nota difficile da individuare, che forse Sheba non poteva riconoscere ma che Kain non sarebbe mai stato disposto ad ammettere: la voglia di possederla e ridurla all'impotenza non perché fosse più forte, ma perché gli apparteneva. Difficile da spiegare ad un umano, è lo stesso egoistico desiderio che unisce un drago al suo tesoro, indisposto a condividerlo con chiunque.
     
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    Dopo un primo momento di smarrimento per la nuovissima sensazione dentro di lei, Sheba iniziò solo a percepire piacere. Era simile alla penetrazione normale, ma aveva qualcosa di diverso, difficile da poter spiegare a parole. Era molto più intenso e dava brividi incontrollati, riusciva a sentire ogni singolo centimetro dentro di lei ed in quella posizione poi con la lunghezza del suo membro lo sentiva strusciarsi anche contro le sue burrose labbra vaginali come un perverso sellino che la stimolava continuamente anche in quel punto, aiutandola a rilassarsi poiché il corpo sentendosi stimolare su quel punto si preparava a riceverlo. Cercò inutilmente di trattenere il proprio respiro ed i propri gemiti, le veniva impossibile nascondere l'intenso piacere che le stava dando. Tuttavia nonostante si sentisse di nuovo con le spalle al muro letteralmente, di nuovo in balia della sua forza e della sua esperienza, riuscì a percepire qualcosa di diverso in lui, qualcosa di meno calcolato e freddo. Con il volto schiacciato contro il suo petto riusciva a sentire i battiti del suo cuore, il suo respiro affannato e passionale. Gli doveva proprio piacere tanto scoparla in quel modo, si ritrovò a pensare, poi finalmente Kain disse qualcosa che rivelò in parte i desideri che lui continuava a nasconderle. Magari pensò che fosse solo il suo modo di ribattere alle sue parole, ma le fece stranamente piacere sentirsi dire che prendeva ciò che voleva e lei era inclusa in ciò che voleva. Si ritrovò a ghignare compiaciuta.
    A..aah allora non ti faccio così schifo. affermò, forse con un tono fin troppo felice per i suoi gusti ma era uscito spontaneo esattamente come i suo gemiti sempre più incontrollati. Il piacere iniziò a crescere quando lui iniziò a muoversi facendole scoprire nuovi orizzonti del piacere che non credeva esistessero. Ogni affondo dentro il suo culetto affamava il suo sesso femminile che veniva poi carezzato con il resto di quella enorme mazza lubrificandolo con i suoi umori. Era tutto così oscenamente perverso perché nonostante Sheba pensava che fosse sbagliato accoppiarsi in quel modo lo trovava piacevole. Si sentiva anche al sicuro tenuta in quel modo e con il volto nascosto contro il suo petto così da non poter vedere la faccia di Kain ed allo stesso tempo nascondere le sue stesse espressioni. Per reggersi al meglio le mani che prima erano premute contro il suo petto scivolarono sui fianchi e poi si aggrapparono alle sue spalle. Sembrava davvero che fossero abbracciati come due amanti travolti dalla loro passione, se fosse piombata Elimona lì in quel momento avrebbe pensato di aver disturbato un momento intimo fra due innamorati. Probabilmente Kain fu consapevole che poteva sembrare quasi affettuoso per quel motivo si preoccupò subito di rovinare il momento per farle presente che avrebbe dovuto agire in modo diverso che avrebbe dovuto ucciderlo. Ancora una volta parlò di morte e ciò infastidì profondamente Sheba che rispose con un mugolio di protesta.
    N-nemica?! Aaah ma io non ti ho fatto nulla... sei tu che... mi hai.. sconfitta e presa... affermò con la voce rotta dal piacere finendo di nuovo con un mugugno di protesta: perché dovevano litigare anche in un momento del genere? Non potevano semplicemente godersi ciò che stavano facendo e basta?
    ...se sono... tua nemica.. perché invece di uccidermi... mi.. scopi?! Io non sono tua nemica. fece con la voce rotta dal piacere, con i discorsi sempre più confusi nella sua testa.
    N-non voglio ucciderti. Q-quindi... non.. nnghaaa non siamo nemici! protestò, facendo leva sulla logica, se lei non voleva ucciderlo, e lui non voleva ucciderla non potevano considerarsi nemici, ma da come si erano svolte le cose fra i due non potevano nemmeno considerarsi amici. Intuiva che fosse un totale casino, e non aveva nessuna voglia di ragionarci sopra, voleva unicamente che smettesse di parlare di morte, ecco perché agguerrita come non mai si spinse con le braccia verso l'alto aiutandosi con il muro alle spalle e la presa delle cosce su suoi fianchi così da scivolare con il volto verso di lui e premere la sua bocca contro la sua, se si fosse rifiutato e si fosse girato non avrebbe esitato a morderlo sul mento o sulla mandibola, un morso che voleva essere rabbioso ma che per colpa del sesso anale sarebbe diventato sensuale, lascivo.
     
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    Le ringhiò contro, indispettito, pulsando più forte per metterla a tacere. Odiava quando usavano le sue stesse parole contro di lui, era una vera seccatura! Doveva stare zitta e subire a quel punto, ecco cosa significava rientrare tra le cose di Kain.
    Stai zitta! Uff... ti ho già spiegato perché... ghh... non ti uccido! Io uccido solo quelli che potrebbero essere un problema... maaaah tu sei troppo debole... e stupida... per diventare un problema... quindi ti fotterò ogni volta che mi andrà... perché ora... ggghhh... ora sei mia... hai capito?!
    Logica? Sentimenti? Niente di tutto questo aveva senso per Kain! E glielo fece capire spingendola più forte contro il muro, chiudendo ulteriormente le distanze e costringendola ad alzare ancora di più il bacino. Adesso anche tenendo le gambe incrociate dietro la schiena del drago, Sheba avrebbe sentito distintamente le sue ginocchia tendere verso l'alto. Kain non si stava limitando a scoparla, la stava possedendo nel vero senso della parola, la stava facendo sua molto più che letteralmente e dal modo in cui pulsava, che spingeva e piegava i muscoli con forza doveva essere piacevole anche per lui. Il corpo del drago era una statua di marmoreo piacere, sembrava che neanche ferendolo a morte sarebbe riuscito a perdere la fortezza che aveva creato con il suo corpo, e ogni singola traccia della sua forza era concentrata in quel singolo, ripetitivo e costante movimento: sempre più forte, sempre più intenso, sempre più a fono dentro di lei. Voleva metterla a tacere con i fatti, con la sua voglia, voleva scoparla così forte che l'unica cosa che sarebbe uscita dalle sue labbra sarebbero state grida, o eventualmente suppliche, quindi si muoveva sempre più forte, soffocandola con la sua stazza senza mai toglierle veramente il respiro, ma impedendole qualsiasi movimento che non fosse un modo per assecondarlo. La spingeva in quel modo, ignorando del tutto il fatto che Sheba fosse abbastanza forte per opporsi, e lo fece di buon grado mentre il drago andava avanti distratto, avvicinandosi pericolosamente alla sua bocca.
    Se vuoi farmi smettere di blaterare, allora dimm...!!!
    Non fece in tempo a dire nulla che Sheba si fiondò sulle sue labbra, piena della sua carne e in balia di quella scomoda posizione, ma completamente capace di tenergli testa, strappandogli la parola con un bacio che dapprima respinse, poi con quel morso non riuscì in alcun modo a tenere serrate le labbra, la voglia di morderla a sua volta si fece fortissima e dopo averle afferrato le natiche con entrambe le mani, stringendole così forte da pungerla con gli artigli delle mani, ricambiò prima il morso e poi il bacio, chiudendola in una morsa bestiale, molto più che passionale e rabbiosa, era pura essenza dragonica che si univa con lei. Non una danza di labbra, non una fusione di lingue, era una vera e propria battaglia tra le loro bocche, lasciva, perversa, umida e bollente. Con quel gesto la foga di Kain aumentò, e controllandola per i fianchi poteva spingere più a fondo, più forte, più rabbioso, voleva davvero togliere di mezzo tutti quei stupidi discorsi e lasciare spazio solo al piacere. Quando quel bacio fu esaurito riprese parola, non senza aver inumidito la sua bocca nella saliva di Sheba, che teneva ancora unite le loro labbra con più di qualche denso rigolo di bava bollente. Ora la fissava negli occhi, senza smettere un solo istante di scoparle quel culo meraviglioso.
    Se vuoi farmi smettere di blaterare... allora dimmi che ne vuoi ancora... dimmi di andare più forte... posso farlo... dillo che vuoi urlare di piacere! DILLO!
    Voleva tirare fuori tutta la sua perversione, e visto che Sheba oramai aveva fatto la sua mossa non poteva più tirarsi indietro. L'unico modo per tenere testa a Kain era gridare forte quanto lui.
     
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    Sheba iniziava a divertirsi ad irritare il drago, forse perché vederlo in difficoltà con le parole la aiutava a non farla sentire totalmente vittima di lui, ma dovette ammettere che sentirgli dire "ora sei mia" le fece uno strano effetto. A primissimo impatto le fece piacere, facendola arrossire violentemente, poi però si ritrovò a pensare che non era giusto: non poteva appropriarsi di lei in quel modo, pensare che gli appartenesse solo perché aveva rubato la sua purezza. Gliel'aveva strappata facendo in modo da avere il suo permesso. Quindi si sentiva doppiamente defraudata perché sapeva che in momenti di lucidità non avrebbe ceduto in quel modo. Avrebbe voluto contestare ma le mancava il respiro, limitandosi quindi a gemere con lamenti indispettiti che poi si trasformarono in grida di piacere man mano che lui continuava a muoversi dentro di lei con forza. Quindi non potendo parlare aveva scelto di chiudergli la bocca fisicamente con un bacio. Il suo primo rifiuto la indispettì così tanto che lo morse con forza sul mento perché voleva fargli male e zittirlo in quel modo. Kain però non aveva alcuna pietà di lei e rispose mordendola a sua volta, leccandola e poi si scatenarono i loro baci sempre più bestiali che non avevano niente di romantico o di sensuale. Sembravano due belve intenzionati a divorarsi l'un l'altro, e sebbene dall'esterno poteva sembrare uno spettacolo grottesco, Sheba si sentì totalmente ubriacare dalla passione. Quei baci non avevano niente a che vedere con tutto ciò che si era sempre immaginata di trovare in intimità con qualcuno, non c'era niente di dolce erano furiosi e lei ci riversò dentro tutti i suoi sentimenti confusi: rabbia, tristezza, desiderio, perfino la felicità di sentirlo finalmente ricambiare. Sì ne aveva bisogno, voleva lottare contro quello strano desiderio che la assaliva mentre lui la scopava selvaggiamente contro il muro. Il dolore presto abbandonò il suo corpo e percepì solo un piacere crescente che si riversava anche sul suo sesso femminile dato che si schiacciava contro il ventre di Kain ogni volta che affondava dentro di lei, stimolando la clitoride mentre il suo ano tremava contro la carne del drago. Era dannatamente faticoso sentirlo nel suo culo ma era incredibilmente piacevole, così piacevole che riuscì a capire perché ad alcuni uomini piacesse così tanto e perché alcune donne lo praticavano regolarmente. Quando i loro baci si esaurirono e si guardarono negli occhi, Kain avrebbe trovato un volto straziato dal piacere e dalla fatica. Le labbra languide ricolme di saliva, le guance rosse poiché accaldata, e la lingua ancora un poco penzoloni dalle sue labbra socchiuse dato che non era abituata a baci così animaleschi che le fecero sentire la lingua affaticata, ma desiderosa di altri baci. Ovviamente continuava a gemere per il piacere, non riusciva in alcun modo a frenarsi, ne aveva bisogno, doveva gridare o si sarebbe sentita morire. Era totalmente ubriaca di piacere, al punto che quando Kain tornò di nuovo a parlare iniziò ad emettere un lamento innervosito. Le sue mani si strinsero con forza alle spalle di Kain, così come le cosce attorno ai suoi fianchi.
    Sììì.. sìì.. biascicò urlando, faticando a trovare le parole che voleva sentirsi dire ma si sforzò con tutta se stessa per non deluderlo così da avere ciò che voleva.
    A-ancoraaah... nghhaaa di più... aaaah. F-fammi.. nghhiiaaah gridareeeeeh! non serviva nemmeno chiedergli di farla gridare dato che lo stava già facendo, ma in quel momento Sheba non aveva alcuna intenzione di far funzionare il cervello, ogni affondo dentro di lei sembrava spegnere quella parte costringendola a concentrarsi unicamente sull'atto sessuale. Aveva vinto di nuovo lui, era riuscito a farle desiderare unicamente il piacere, e a farle desiderare che fosse lui ad appagarla. Dopo averlo detto, Sheba si avvicinò di nuovo a lui, questa volta meno aggressiva ed infinitamente più languida per baciarlo ancora, urlando direttamente nella sua bocca tutti i suoi gemiti.
     
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    Il grido di piacere di Sheba venne accompagnato da un ruggito di pura lussuria lanciato dal drago verso l'alto, un momento di pura perversione in cui si erano uniti alla perfezione senza dispute, lasciando da parte ogni genere di dissapore e opinione contrastante per godersi assieme quel momento unico. Dopo averle visto quell'espressione sul volto non riusciva più a trattenersi in alcun modo, e aveva sperato davvero di sentirle dire quelle parole oppure avrebbe dovuto darci dentro senza la minima richiesta, una mezza sconfitta per lui, che ora invece era distante visto che poteva concentrarsi unicamente sul gustare quel corpo perfetto. Le braccia di Kain scivolarono sotto le sue cosce, tirandole su così tanto e così forte, schiacciandola nel mentre contro la parete, che la ragazza si sarebbe ritrovata con le ginocchia sulle spalle o qualcosa del genere, con il sesso e l'ano totalmente esposti davanti al drago, alla sua mercé e vittima della sua possanza virile priva di pietà e di esitazione. Ogni spinta di quell'enorme cazzo nella sua carne stretta era accompagnata da ogni singolo muscolo e scaglia di quel corpo marmoreo che si schiacciavano contro di lei, poteva sentire la sua intimità, il suo ventre, il suo seno e la sua bocca entrare in contatto con quella massa di muscoli che la schiacciavano completamente contro il muro rendendo ogni affondo un viaggio nella perversione più totale. Lui ruggiva e gemeva nel mentre, tenendo il volto rivolto verso l'alto per la maggior parte del tempo, come se volesse evitare il suo sguardo, ma ogni tanto la tentazione di vedere in che condizioni fosse Sheba era più forte di quanto potesse immaginare, e la guardava, inebriandosi di quell'espressione persa nella lussuria e nelle sue labbra totalmente assorbita dal piacere, era uno spettacolo irresistibile e per potersi contenere dovette ricorrere ad ogni genere di trucco Come se il ritmo non fosse già abbastanza serrato, con quella verga che si allungava ad ogni affondo e si gonfiava, pulsando durissima dentro di lei, il drago iniziò a serrare ulteriormente il ritmo, rendendolo anche più forte e piacevole: i corpi schioccavano e gli umori di Sheba schizzavano in giro ogni volta che affondava, una vera e propria fontana di lussuria che poteva gustare alla perfezione ogni caratteristica di quella dragonica verga: gli spazi tra i segmenti che si allungavano si gonfiavano come vene piene di sangue, pronte ad esplodere solo per lei, dentro quello stretto anfratto la sensazione era anche migliore e più intensa del normale, Sheba poteva percepirlo perfettamente e la sua carne risultava totalmente occupata, anzi si stava dilatando perché le dimensioni del drago erano semplicemente esagerate. ben presto avrebbe iniziato a sentire i suoi spasmi gutturali e cavernoso ancora più da vicino, perché per evitare di guardarla negli occhi Kain aveva spinto la sua testa contro quella di Sheba ritrovandosi con la bocca in prossimità della sua fronte, iniziando a leccarle la pelle e la parte della testa con le cicatrici, un gesto puramente bestiale che non aveva un vero significato, se non il puro controllo su di lei. Mentre teneva la bocca sgranata, il fiato bollente e bestiale che ne usciva avrebbe penetrato anche la mente della ragazza, per quanto potesse nasconderlo quelli erano i versi di una belva che stava godendo e presto si sarebbe abbandonata del tutto a quell'irresistibile richiamo di piacere. Continuò per molto, fiaccando la resistenza di Sheba il più possibile, leccandola e scopandole quello stretto anfratto finché aveva forze in corpo, voleva distruggerla, voleva portarla all'impotenza più totale, e solo quando l'avrebbe sentita cedere allora finalmente avrebbe stretto la presa, l'avrebbe schiacciata completamente contro il muro, ruggendo furiosamente vicinissima al suo volto per poi lasciarsi andare ad un violento ed intenso orgasmo. La carne del drago letteralmente esplose invadendo il ventre di Sheba, l'altra volta non era venuto dentro quindi quella era la prima volta che qualcuno veniva dentro Sheba: sentire lo sperma di un drago dentro di sé era un'esperienza unica e in particolare quello di Kain era irripetibile. Denso, bollente, abbondante, spinto da quel cazzo enorme e peculiare che non si limitava affatto a pulsare ma anche tenendo i bacini completamente uniti poteva allungarsi e spingere verso l'interno il suo seme, come una furia. L'orgasmo fu abbondante, caratterizzato da molti fiotti che sembravano incapaci di perdere di intensità in qualsiasi modo, Sheba avrebbe sentito il suo ventre gonfiarsi e la sua gola riempirsi, Kain si era davvero lasciato andare per un attimo avrebbe avuto la netta sensazione che non si sarebbe fermato, che l'avrebbe uccisa così, ma non c'era nulla di letale in tutto questo, solo piacere. Ogni traccia di dolore aveva lasciato spazio ad un orgasmo senza precedenti durante il quale il corpo di Kain era diventato metallico e bollente, un rifugio unico per il corpo stanco ed eccitato di Sheba...
     
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    Era di nuovo in balia della lussuria più sfrenata, i gemiti ed i ruggiti di Kain eccitavano Sheba, sebbene non se ne rendesse conto. Se anche lui era così preso dall'amplesso, se anche lui ruggiva e gemeva in quel modo allora Sheba non si vergognava più di urlare tutto il suo piacere. Non pensava più a nulla se non a godersi il momento, a guardare il suo amante mentre continuava a muoversi contro di lei, schiacciandola contro la parete come se fosse fatta di gommapiuma. Sembrava che non facesse alcuna fatica a tenerla, dopotutto lei in confronto a lui era molto più minuta, e probabilmente per un drago risultava perfino leggera. Vista la nuova posizione assunta non riusciva più a reggersi sotto le braccia di Kain e dovette spostare le mani e farle passare vicino al collo per reggersi alla nuca del drago con entrambe le mani. Intanto Sheba venne sottoposta ad uno sforzo non indifferente, il ritmo divenne così forte e veloce che la ragazza perse totalmente il ritmo del proprio respiro e si dovette allontanare dalla bocca di Kain per poter gemere e cercare aria sufficente per non farla svenire. Quando la guardava Sheba lo fissava negli occhi, ma non c'era alcuna traccia di ostilità nello sguardo di Sheba, era invece totalmente asservita al piacere estremo che le stava facendo provare l'uomo. Si sentiva inerme fra le sue braccia, ma non voleva stare da nessun'altra parte in quel momento. Gemeva rumorosamente aggrappandosi al collo di Kain per via dei continui spasmi di piacere che le contorcevano le viscere. Era tutto troppo intenso, troppo caldo, troppo grosso, troppo veloce. Sheba non riusciva più a gestirsi le sensazioni corporee era quasi come se riuscisse a sentire ogni segmento di quella mazza dragonica che la impalava spietata. I gemiti di Sheba divennero più acuti ed aspirati man mano che Kain si lasciava andare totalmente alla passione, a quando la leccava sul capo, a quando lo sentì pulsare più forte e andare più affondo come se non gli bastasse più e volesse ucciderla. Per un attimo Sheba pensò che non finisse più, che l'avrebbe scopata in quel modo fino alla fine dei tempi. La clitoride era rigonfia e visibile da sotto il suo cappuccio di pelle, ogni volta che il ventre di Kain si scontrava con il suo sesso rivoli di umori si appiccicavano sulla pelle del drago rendendo l'amplesso non solo più facile ma anche oscenamente rumoroso. Sheba iniziava a sentirsi stanca, non era di certo abituata a ritmi così serrati e così lunghi. Non aveva mai fatto sesso anale e si sentiva debole, anche la presa delle dita sulla nuca si fece più debole ma il piacere invece al contrario crebbe a dismisura. Sentiva che stava per giungere ad un nuovo ed intenso orgasmo che avrebbe già sfogato prima se non fosse stato per la tensione di quei momenti, che le impediva di rilassarsi. A froza di martellarla però aveva abbattuto ogni difesa di Sheba e ogni parte del corpo della ragazza stava mostrando chiari segni di un imminente orgasmo che sfociò quando lo sentì pulsare con forza dentro di lei. Le era più chiaro che mai quando lo sentì gonfiarsi e farsi più duro, rubando altro spazio in lei. In quel momento capì che anche lui stava per cedere e poco dopo il bollente sperma di Kain le si riversò in corpo facendola strillare e venire contemporaneamente. Spruzzò umori dal suo sesso femminile mentre i suoi occhi si rigirarono verso l'alto e la bocca ormai fuori controllo lasciava penzolare la lingua in fuori in una espressione oscena. Successivamente si sarebbe sentita stupida ad aver pensato che Kain prima fosse venuto dentro di lei perché in quel momento stava provando davvero cosa significasse sentire lo sperma del suo amante che le si riversava dentro. Il suo corpo di tanto in tanto sussultava preso da spasmi incontrollati di infinito piacere. Le mani sulla nuca non riuscirono più a reggersi e scivolarono via da lì abbandonandosi lungo il muro. Le girò la testa al punto che non riusciva più a capire quale fosse il sopra ed il sotto, per un attimo le sembrò di essere sdriata a terra, l'attimo dopo di star fluttuando nel nulla. Sembrava quasi che ogni percezione si fosse concentrata unicamente dentro il suo stretto afratto poiché le sembrava quasi di vederlo ogni centimetro di quel magnifico cazzo che la riempiva, ogni goccia di sperma che le riempiva le viscere gonfiandole il ventre. Quindi era questo ciò che si provava a sentire il proprio uomo che ti veniva dentro? Era quel calore intenso? Quella sensazione di sentirsi realmente appagata? Sheba era alla mercee di Kain, totalmente abbandonata a lui, se si fosse allontanato dal muro lei sarebbe caduta inesorabilmente per terra senza controllo.
     
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    Nel sentirla finalmente priva di forze, il drago nero si concesse un lungo e soddisfatto sbuffo, pieno di sé, tutto impettito di aver distrutto una povera verginella a colpi di cazzo, ristabilendo la sua virilità messa in discussione con quella sessione imbarazzante di dominazione femminile alle prime armi. Era stato tutto un pò imbarazzante a dirla tutta, probabilmente non avrebbe mai più tirato fuori quel discorso in vita sua, non volontariamente almeno. Rilassò le braccia e la lasciò finalmente andare, facendola scivolare sul muro con poca eleganza. Aveva ancora quella mastodontica mazza eretta, non più durissima e pulsante come prima ma solo perché era più quieta questo non le impedì di certo di solcare le grandi labbra di Sheba, punzecchiarle i ventre gonfio e finirle davanti agli occhi quando fu a terra, distrutta e sconfitta. Era un modo per pavoneggiarsi quello, piuttosto animalesco ma efficace: sbattere i genitali davanti al tuo nemico sconfitto con la tipica posizione delle braccia alla Peter Pan, con i pugni chiusi sui fianchi, i gomiti larghi e il petto gonfio.
    Che ti sia di lezione, sciocca umana! Ecco cosa succede a mettersi contro Kainhurst Blackwing, figlio di Deathwing! Zanna maledetta dello stormo dei draghi neri! AHAHAHAHA!!!
    E mentre se la rideva infinitamente compiaciuto, dalla distanza iniziò ad udirsi un suono stridulo e femminile, un grido di battaglia forse, che si avvicinava a lui con la stessa prepotenza di una locomotiva a vapore sui binari. Complice la sua pienezza ridicola, messa assieme col fatto che aveva forzato troppo i suoi muscoli ancora mezzi atrofizzati, Kain non riuscì a voltarsi in tempo per impedire che la Zweihander di Elimona gli solcasse la schiena diagonalmente, aprendogli una grossa ferita forse non troppo profonda, ma più che sufficiente per trasformare la zona alle sue spalle in una doccia di sangue che decorò il già furibondo sguardo di Elimona. Il drago lanciò un grido di dolore mentre tirava le mani all'indietro per toccarsi la schiena ferita, tremando di dolore mentre le ginocchia cedevano in avanti facendolo cadere in ginocchio.
    Maledetto figlio di puttana! Cosa le hai fatto stronzo?! Non mi dire che sei tu quel tizio oscenamente muscoloso che l'ha stuprata l'ultima volta?! Ma cosa sei un predatore sessuale? Uno stalker? La perseguiti? Ti ammazzo stronzo! TI AMMAZZO!!!
    Ogni singola sillaba di quella lunga frase venne scandita da un calcio, un pestone, un colpo di piatto dello scudo e della spada, senza mai fermarsi, trasformando il "povero" Kain in un mosaico di lividi e ferite da contusione. Probabilmente gli aveva frantumato qualche costola nel mentre. Poi, dopo aver sfogato tutta la sua collera, prese il sopravvento la preoccupazione: gettò a terra le sue armi e si fiondò sul corpo esausto di Sheba, toccandola con attenzione timorosa che avesse qualche ferita vistosa. Con dei grossi lacrimoni sul volto, tentò subito di invocare il suo nome per farla risvegliare.
    Oddio Sheba! Che ti ha fatto quel mostro? Stai bene? Ti ha ferita? Rispondimi ti prego? Cosa ti ha fatto mangiare? Oddio... questo non è cibo...
    L'aveva accarezzata tutta, dalla testa ai piedi, arrivando fino a quel pancione gonfio e pieno di cose che la suora avrebbe fatto bene a non capire. Quella faccia preoccupata e dispiaciuta era in netto contrasto con la secchiata di sangue che le copriva il volto, il petto e tutta la parte anteriore del suo corpo, sembrava quasi completamente folle e forse... in fondo lo era. Appena realizzò cosa fosse quella pancia, sgranò gli occhi e tornò immediatamente a riempire di calci il già esanime Kain, ancora con la faccia piena di lacrime e mocciolo.
    MIO DIO MA SEI DISGUSTOSO! Guarda come l'hai ridotta? Ma cos'hai un barile al posto delle palle? Fai schifo, vergognati! Una ragazza così pura e innocente, come puoi trattarla così! Sei orribile, TI AMMAZZO!!!
     
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    Si sentiva senza più un briciolo di forza ma rilassata, nonostante le facesse male la pancia e la schiena che era stata messa sotto sforzo a causa del muro, si sentiva totalmente rilassata, troppo rilassata perché il suo corpo scivolò verso terra finendo seduta al suolo con le ginocchia rivolte verso un lato, il capo verso l'alto per recupare il respiro ancora affannato per la fatica. In quella posizione lo vide ergersi davanti a lei, bellissimo con i suoi muscoli tesi per gli sforzi ed il suo enorme cazzo ancora eretto. Non poteva più negare a se stessa che le piaceva, lo trovava affascinante, bellissimo, ma la sua bellezza era direttamente proporzionale alla voglia di pestarlo. Perché quel drago le faceva quell'effetto così strano? La scombussolava, la faceva sentire come se perdesse il controllo di se stessa. Ancora una volta strabuzzò gli occhi nello scoprire che aveva accolto quella roba esagerata dentro di sé; ritrovandosi a pensare che l'aveva rovinata, che non sarebbe tornata mai più come prima. Kain se la rise, la guardava trionfante e compiaciuto dicendole che le sarebbe stata da lezione ciò che era appena successo. Per un solo attimo pensò che si era trattato di una bellissima lezione, cosa che volle subito negare a se stessa. No, non lo avrebbe ammesso perché lui era troppo compiaciuto, se gli diceva che era stata una bella lezione avrebbe di nuovo sancito la sua più totale sconfitta. Strizzò gli occhi nel sentire il seme di Kain scivolare fuori dalla sua corolla di carne che tornava alla sua normale dimensione, era una stranissima sensazione che non riusciva a definire: la faceva sentire sporca ma allo stesso tempo si sentiva come se avesse preso qualcosa di Kain custodendola nel proprio corpo. La prima volta le aveva fatto saggiare il suo seme, l'aveva percepita come una costrizione, come una sorta di gesto umiliante, ma in quell'occasione era come se Kain le avesse messo addosso una perversa firma che sanciva una sorta di legame fra i due. Una sensazione strana che non riusciva a spiegarsi, che la lasciò confusa e un poco stordita, al punto che l'urlo di Elimona le arrivò un poco ovattato alle orecchie e si accorse della sua presenza solo quando vide l'espressione dolorante di Kain e vide lo spruzzo di sangue. Sheba si irriggidì contro la parete confusa inizialmente e spaventata, poi quando Kain crollò in ginocchio vide che c'era Elimona furiosa con la sua spada fra le mani. Vedere Kain sofferente le diede un effetto che non si aspettava: Kain le dava ai nervi, ogni volta che apriva bocca riusciva a farle venire una voglia matta di pestarlo di botte, nonostante lei fosse una ragazza abbastanza paicifica. Lo considerava un avversario, un nemico, ma non lo voleva morto. Non perché non volesse vedere nessuno morire, ma non voleva che gli facessero del male. Il suo cuore batteva all'impazzata mentre veniva invasa da quei sentimenti che non riusciva a capire. I suoi occhi si sgranarono preoccpati, ma il suo corpo non riuscì a rispondere subito, ritrovandosi poco dopo Elimona che la esaminava dalla testa ai piedi. Sheba arrossì vistosamente perché era senza pantaloni e senza mutandine, era più che ovvio cosa fosse successo, e la cosa che più la imbarazzava è che appunto non vedendo alcuna ferita su di lei, poteva intuire che non c'era stato nessuno stupro. Elimona però pensò ugualmente che Kain l'avesse stuprata di nuovo, iniziò a prenderlo a calci insultandolo dando fondo ai suoi nervi. Sheba rimase un momento a boccheggiare confusa stupita, ribadendo di nuovo l'idea che far incazzare Elimona era una pessima idea. Doveva fermarla o lo avrebbe ammazzata seriamente, era strano che Kain si facesse pestare in quel modo: che si sentisse vagamente in colpa? Oppure era già svenuto? Sheba si sforzò e cercò di raggiungere Elimona abbracciandola da dietro.
    No ferma Elimona, così lo ammazzi davvero! fece cercando di tirarla via da Kain ma quella donna era una forza della natura, si sentiva trascinata da lei come se cercasse di tirare un cavallo imbizzarrito. Quindi dovette fare ciò che non pensava avesse mai fatto. Mollò la presa da Elimona e barcollando verso Kain si gettò su di lui per impedire che Elimona continuasse a pestarlo.
    F-ferma, lui mi aveva salvato la vita! Mi aveva salvato la vita! fece agitata rannicchiandosi sul corpo di Kain e chiudendo gli occhi per prepararsi a ricevere un calcio da parte di Elimona, non che pensasse che la pestasse a sua volta, pensava piuttosto che non sarebbe riuscita a fermare subito le botte.
    Io sto bene! Davvero sto bene! continuò con il braccio alzato per parare possibili colpi accidentali in arrivo. Si rendeva conto che dopo quel gesto sarebbe diventato tutto parecchio complicato e che probabilmente Elimona si sarebbe incazzata seriamente con lei perché aveva ingigantito il suo stupro con Kain, facendola soffrire inutilmente.
     
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    La furia di Elimona non si fermò nemmeno per un istante, Sheba non poteva placarla semplicemente trattenendola, anche perché era come tentare di usare un orso come cappotto. Quando si gettò sul drago, privo di sensi e martoriato, Elimona fu costretta a fermarsi per non colpire Sheba. Dapprima sembrò confusa, poi divenne perplessa. Non ci capiva più assolutamente niente... anche se fosse una situazione pacifica perché cazzo si erano messi a scopare in un momento come quello? Sheba era davvero ingenua e inesperta su ogni fronte... il senso di protezione che la suora provava nei suoi confronti crebbe esponenzialmente a quel punto.
    Uff... dovevo aspettarmelo, sei proprio come mio fratello: piena di guai e pochissima capacità di spiegare le cose...
    Sbottò, non sapeva esattamente cosa fare né cosa pensare, era ovvio però che non potevano restare lì in quelle condizioni. Dovevano andarsene subito e magari medicare quel bastardo a terra, anche se vedere Sheba sdraiata su di lui che lo proteggeva abbracciandolo con tanta fermezza accese una sincera nota di gelosia nello stomaco di Elimona che per un istante le fece tornare la voglia di calciarlo, ma riuscì a non cedere alla sua parte più sentimentale, tirando un altro sospiro alla ricerca della calma, recuperando prima le sue armi per metterle dietro la schiena, poi afferrò Kain senza sforzo apparente, mettendo in mostra la sua muscolatura perfettamente visibile attraverso la tuta attillata.
    Ma se è vero quello che dici non possiamo lasciarlo qui... da quel poco che ho visto qui dentro non fanno cose molto gradevoli, rischierebbe grosso. Non possiamo tornare all'arancia con lui come prigioniero, useremo uno dei rifugi sicuri lasciati da Vega per la città. Ce la fai a camminare?
    Elimona non era massiccia quanto Kain ma era comunque una donna molto alta, nonostante questo vederla caricarsi in spalla una montagna di muscoli e scaglie era comunque uno spettacolo pittoresco. Iceringer l'aveva messa in guardia più di qualche volta a proposito di sua sorella: MAI far arrabbiare Elimona. Un'errore letale che veniva sempre messo in evidenza ogni volta che la suora si perdeva in piccoli o grandi gesti. La sua forza mostruosa era seconda solo alla sua incapacità di controllarsi. Se Sheba fosse stata in grado di seguirla, avrebbero raggiunto il famoso rifugio sicuro: il piano di un albero riservato esclusivamente ai Watchmen in caso di necessità. Era nettamente inferiore a livello di comfort e tecnologia rispetto all'arancia meccanica, ma comunque un rifugio affidabile. Una volta dentro Elimona gettò in un angolo le sue cose, restando unicamente con la divisa attillata senza togliersi la maschera. legò i capelli in una coda e dopo aver trascinato Kain all'interno della stanza lo lanciò sopra alla poltrona, pancia rivolta verso il basso, in modo da mettere in evidenza la sua schiena ferita.
    Capisco perché pesava così tanto... è un drago! Quella coda non era lì solo per bellezza. Questa è una bella seccatura, ma anche una fortuna...
    Sul volto di Elimona si dipinse un sorrisetto maligno, anzi forse la definizione giusta era "sadico". Forse perché stava pensando ad un modo per vendicarsi di quel tipo così fortunato da avere Sheba che gli faceva da scudo.
    Sheba... sai che molti conventi aiutano i viandanti feriti che arrivano a chiedere assistenza, vero? Non è inusuale... a me è capitato spesso. Lo sai perché i draghi sono quelli che le suore preferiscono? Oltre al fatto che scaldano tantissimo le fredde mura di un convento... sono anche schifosamente facili da rattoppare...
    Detto questo, Elimona afferrò un grosso rotolo di nastro isolante e quelli che sembravano dei chiodi da ferrovia, forse un tantino più piccoli ma comunque dei grossi chiodi per appendere grossi quadri. Con in faccia un ghigno diabolico, Elimona piantò il ginocchio destro sui fianchi di Kain per tenerlo bloccato sul divano, poi con la stessa grazia di un fabbro che martella su una spada incandescente, prese ad infilare i chiodi nella carne di Kain per poter chiudere la ferita. Con l'ovvio risultato di farlo svegliare all'improvviso tra molte grida di dolore.
    PORCAPUTTANAAAAAAAAA!!!
    Questi bastardi hanno la pelle così dura che puoi chiudergli le ferite anche con le saldature! Una volta ne abbiamo medicato uno usando forchette da tavola! Strillano un pò ma il dolore aiuta a serrare le scaglie e chiudere la ferita. Prendi il disinfettante Sheba! Io lo tengo fermo!
    CAAAZZOOOO!!! VOGLIO TORNARE IN GABBIA!!!
    Kain tentava di dimenarsi, ma il ginocchio di Elimona gli impediva di muoversi e la posizione che aveva assunto non gli consentiva di muovere le braccia o altro. La coda, sadicamente schiacciata dall'altro tacco di Elimona, non faceva parte del trattamento curativo ma aiutava Elimona a non ammazzarlo piuttosto che curarlo.
     
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    Fortunatamente Elimona sembrò capire che non era proprio il caso di ammazzarlo seriamente quel tipo. Sheba ovviamente non dava per scontato che Elimona fosse una assassina, ma riusciva a capire perfettamente la sua furia, probabilmente avrebbe reagito allo stesso modo al posto suo. Dirle subito che gli era debitore della vita però sembrò fare breccia nel cuore di Elimona che sembrò intuire qualcosa. Certo sarebbe stato parecchio difficile spiegarle che diamine le fosse preso a farsi trovare in quelle condizioni da lei. A dirla tutta non pensava che sarebbe finita di nuovo contro il muro con Kain che la scopava selvaggiamente. Iniziava a pensare che tutti i draghi fossero così animaleschi negli approcci sessuali. Elimona lo lasciò andare e Sheba cercò di sincerarsi che non fosse crepato con le botte di Elimona, tirando un sospiro di sollievo quando capì che era solo svenuto. Così calmo e innocuo le sembrò perfino carino. Sheba strabuzzò gli occhi incredula nel vedere Elimona caricarsi addosso Kain come se per lei pesasse poco. Quel drago era altissimo e doveva pesare tanto ma Elimona si gestiva quel colosso come se niente fosse facendo di nuovo rabbrividire Sheba: sembrava un cacciatore con la sua enorme preda, più che una suora sembrava una guerriera barbarica, soprattutto per via del sangue che le imbrattava la faccia. Sheba si alzò in piedi sentendosi ancora parecchio indolenzita, con le gambe di gelatina ma riuscì a muoversi abbastanza bene.
    Sì certo, ce la faccio non preoccuparti. le disse per rincuorarla prima di recuperare i suoi pantaloni e rivestirsi in fretta per poi seguire Elimona verso l'uscita. Sheba non pronunciò una singola parola fin quando non arrivarono al loro rifugio. Non sapeva cosa dire e non sapeva cosa spiegare alla sua amica. Infondo ci capiva ben poco pure lei di tutto quel casino. Una volta che avevano raggiunto il rifugio Sheba iniziò a seguire passo passo Elimona un poco preoccupata ed un poco confusa sul da farsi. Quando la vide sorridere in modo sadico ebbe di nuovo un brivido lungo la schiena: cosa aveva intenzione di fare? Si chiese preoccupata, non sembrava del tutto calma ed il fatto che non avessero parlato nel tragitto lasciava intendere che Elimona stava rimuginando su qualcosa. La suora iniziò a spiegarle che in passato avevano già assistito dei draghi, e la sua frase ambigua le lasciò intendere che probabilmente si facevano ringraziare da loro in modi non del tutto casti. Al pensiero che anche Elimona avesse avuto esperienze sessuali con un drago la fece arrossire: quindi era vero che farlo con un drago era tutta un'altra cosa? Sheba non ne aveva idea dato che le sue uniche esperienze erano state con una donna e con un drago. Confusa cercò di aiutare Elimona reggendogli il nastro adesivo ed i chiodi, guardando molto perplessa quest'ultimi non capendo a che diamine potessero servirle dei chiodi. Poco dopo vide Elimona piazzarsi sapientemente su Kain bloccandolo con un ginocchio contro la poltrona e poi allibita vide come usava i chiodi per richiudere la ferita di Kain. La bocca si Sheba si spalancò incredula, poi trasalì agitandosi un poco quando Kain urlò di dolore risvegliandosi nel modo peggiore possibile. Si avvicinò ai due non sapendo dove mettere le mani e sempre più confusa guardò Elimona esterefatta.
    F-forchette?! fece sempre più incredula e confusa: le forchette non erano affilate come diamine aveva fatto ad usare delle forchette? Le urla di Kain poi non presagivano niente di buono.
    Sei sicura Elimona? Quei chiodi non gli faranno venire il tetano o cose del genere? Sheba non sapeva cosa fare, faceva passi da una parte e poi dall'altra infine si decise ad andare a prendere il disinfettante ed il cotone. Certo poteva sembrare quasi inutile se guardava i chiodi che gli serravano le carni. Le stava venendo istintivo scusarsi con Kain per i modi bruschi di Elimona, ma non lo fece. Sheba quindi attese pazientemente che Elimona continuasse a chiudergli le ferite e la assistì con il disinfettante ripulendo la ferita del drago. Le mani di Sheba tremavano, adesso che anche Kain era sveglio doveva affrontare la situazione e non aveva la minima idea di come l'avrebbe presa Kain o di come l'avrebbe presa Elimona.
     
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    L'entusiasmo con cui Elimona infilava chiodi nella schiena di Kain era direttamente proporzionale al dolore che in quel momento provava il drago. Visto il modo in cui Sheba si era rapportata a lui, arrivando addirittura a difenderlo oltre che scoparselo, aveva acceso tutta l'invidia e la gelosia della suora, quindi ora le grida fanciullesche del Blackwing erano per lei fonte di immensa soddisfazione.
    Tetano? Stai scherzando??? Ahahahahahaha! Questi lucertoloni muscolosi hanno più ferro in corpo che sangue! Inizia a strappare del nastro, devo stringerla bene la ferita!
    Avrebbero continuato a rattoppare il povero Kain nella maniera più brutale possibile, e dopo aver fissato la ferita con il nastro isolante, Elimona somigliava più ad una folle macellaia totalmente sporca del sangue del drago, ma con una faccia immensamente soddisfatta, come mai l'aveva vista prima Sheba. Elimona era capace di grande dolcezza, ma anche di grande violenza. Il drago stramazzò ansante sul divano, esausto e chiaramente sconvolto, probabilmente non si sarebbe rialzato per un pò. Ancora con la divisa addosso e senza togliersi la maschera, Elimona cadde di peso su un'altra piccola poltrona, sedendosi in maniera completamente scomposta e disordinata. Non era facile tenere fermo un drago così grosso che si dimenava come un bambinone. Dopo quello sfogo, sembrava molto più calma e serena.
    Ok... ricapitoliamo. Lì dentro stavano lavorando a qualcosa di losco, forse droghe o sostanze chimiche di contrabbando, non lo so. Ci sono possibilità che abbiano fatto dei test, magari proprio sul nostro amico lucertolone. Perché e come non ci è dato saperlo. Niente Nyarlathoteph, niente capoccia, niente criminali importanti. Solo questo armadio piagnucolone e la tua forza di volontà sparsa un pò in giro come i cocci di un vaso rotto...
    Abbassò lo sguardo verso di lei, la sua voce sembrava severa ma il suo sguardo era solo sinceramente preoccupato per Sheba. Non voleva che si infilasse in guai troppo seri, né che prendesse guai troppo seri come dei problemi da poco.
    Ti va di raccontarmi per bene che succede? Non voglio forzarti... ma mi aiuterebbe a non avere una sindrome premestruale in anticipo. Quindi si insomma... pensa sia a me che a te ok?
    Detto questo avrebbe aspettato una risposta, rilassandosi, ben consapevole che Kain era oramai fuori gioco e non sarebbe stato un problema. Almeno per il momento.
     
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