I miei valori

x Doomchan

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    La sua risata divertita alla sua difficoltà la innervosiva. Si sentiva una totale inetta davanti a quella verga e sapeva benissimo di non somigliare a quelle donne che aveva visto nei video trasmessi da Ariel. Eppure era riuscita a zittirlo per un momento, aveva smesso di ridere e lo sentì pulsare contro la sua lingua. Non era sicura se fosse un buon segno, quando la verga del drago le sussultò sulla lingua per un momento pensò addirittura di avergli fatto male con i denti, esitando per un momento prima di tornare di nuovo a leccarlo. Quando provò a prenderlo in bocca però Kain la ammonì chiedendole cosa stesse facendo. Sollevò lo sguardò verso di lui smarrita con ovviamente ancora il suo membro in bocca, inizialmente non capì quando le ricordò la sua forma dragonica. Una verginella come lei non avrebbe mai potuto immaginare che esistesse il "deeptroath". Lo vide piegarsi su di lei mentre le spiegava che avrebbe dovuto usare la gola, come facevano i draghi.
    MHMM?! aveva la bocca piena ma se fosse stata libera si sarebbe sentito un sbalordito "eh?!". Voleva tirare indietro la testa e lasciarlo uscire così da poter parlare e dirgli che lei era una dannatissima umana e non aveva il collo lungo con cui poterlo fare. Lui però si spingeva contro di lei soffocandola con la sua presenza. Oltretutto quando le chiese se ne fosse in grado il suo sguardo vacillò: non lo sapeva, non ne aveva la minima idea. Faticava già a tenerlo in bocca in quel modo, costringendola a spalancare le labbra il più possibile come poteva lasciarlo scivolare in gola? Ma era possibile farlo? La minaccia di fermarsi però la spaventò, non voleva fermarsi non poteva farlo proprio a quel punto. Se lo faceva tutto ciò che le sarebbe rimasto era una profonda umiliazione ed una profonda e insoddisfatta voglia di sesso. A quel punto non poteva più tornare indietro, non aveva senso. Dopo un piccolo mugugno piagnucolante provò a farlo scivolare di più in bocca. Trattenne il respiro e lo accolse di più, la cappella sarebbe arrivata fino alla base della lingua avrebbe toccato l'ugola e l'ingresso della gola. Si sentì mancare l'aria, la gola troppo piena e dovette lottare per non farsi venire un conato di vomito. Gli occhi le si riempirono di lacrime per via del soffocamento. Riuscì a ingolbare parecchi centimetri ma ovviamente non succhiava, non poteva farlo con la bocca così piena. Si sentì strozzare, iniziò ad avere bisogno di ossigeno, emise un naturale e gutturale suono di chi si stava strozzando, la faccia divenne rossissima e tirò indietro la testa bruscamente prima che vomitasse, riuscendo solo a tossire. Parecchi rivoli di saliva univano ancora il cazzo di Kain alla sua bocca a pochissimi centimetri dalla sua cappella. Non voleva sentirlo ridere ancora di lei. Gli afferrò con rabbia il membro con entrambe le mani stringendolo, riprovando ancora agguerrita, arrabbiata con quel cazzo oscenamente grande. Lo fece scivolare in bocca in profondità ma ancora una volta si strozzò, tossì ancora ed iniziò a tremare. Si limitò a tenerlo in bocca senza affondare troppo, poi sconfitta provò a succhiarlo ed infine lo lasciò scivolare fuori amareggiata.
    Te lo avevo detto... non sono capace. E' troppo grosso. Io non sono un drago non posso... abbassò lo sguardo, si morse il labbro inferiore, riprese a masturbarlo con entrambe le mani e riprese a leccarlo sui lati con la lingua con aria colpevole.
    ..ma non voglio fermarmi. aggiunse abbassando il tono di voce perché si vergognava a dirlo, perché pensava che probabilmente lui non essendo stato appagato in ciò che aveva chiesto le avrebbe negato tutto, ecco perché era tornata a succhiarlo sulla cappella sperando di convincerlo a fare diversamente a non dirle di no.
     
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    Bingo, aveva colpito duramente e sporco, Sheba era sorpresa e quella faccia chiaramente in difficoltà mentre teneva il suo cazzo in bocca era adorabile. Una vittoria come quella era sicuramente degna di nota ma Kain non ebbe il tempo di gustarsi quell'espressione dato che Sheba accolse la sfida e, nonostante le difficoltà trovate, iniziò ad infilarlo fino in gola. L'evento stupì il drago, era aggressiva mentre ci provava, quasi arrabbiata per la sua incapacità di farlo godere, si sentiva forse inferiore a lui? O magari ci teneva così tanto ad andare avanti che era disposta a tutto pur di riuscirci? Per Kain stava diventando difficile interpretarla, ma era troppo piacevole per perdersi in pensieri del genere, voleva solo godere. Cercò in un primo momento di invogliarla, di starle dietro, ma i conati presero il sopravvento e dovette ben presto separarsi da quell'intensa sensazione di calore generata dalla gola di Sheba. Più lei arrossiva, più diventava calda e piacevole, ma la cosa che scosse di più il drago era il suo fare agguerrito: piuttosto che tirarsi indietro lo prese di nuovo in gola con rabbia, lasciando sfuggire al Blackwing un verso sorpreso ed eccitato che lo costrinse a chiudere gli occhi e mugugnare ancora di piacere. Lui tentava di trattenersi, ma le pulsazione nella gola di Sheba erano inconfondibili. Anche se non riusciva a prenderlo tutto in gola non si arrendeva e faceva del suo meglio per masturbarlo e succhiarlo come aveva visto prima, non si arrendeva... dannata mocciosa agguerrita. Anche giocando sporco non era riuscito a metterla in difficoltà per molto, ma le cose stavano per cambiare. Kain assecondò ancora per poco i movimenti della sua bocca, avevano raggiunto un certo ritmo e probabilmente lei stessa avrebbe iniziato ad apprezzare il modo in cui quel cazzo le pulsava in bocca, ma a quel punto il drago voleva di più, e la privò di quel giocattolo in maniera violenta e brutale, staccandosi da lei col bacino in maniera netta, lasciandola a bocca aperta sporca della sua stessa saliva. Lo spettacolo era erotico e irresistibile, lo sguardo del drago a quel punto non la prendeva più in giro... la desiderava.
    Adesso basta... ora si fa sul serio.
    Disse, allungando la mano destra verso il collo di Sheba, afferrandola con forza e tirandola su, sembrava quasi volerla manipolare con violenza ma a causa dell'eccitazione la presa non fu affatto così dolorosa. Certo, non che fosse piacevole farsi manipolare come un tacchino da abbattere, ma se non altro non la stava strozzando. Kain la tirò su con forza, fino a che i piedi di Sheba non si staccarono dal terreno, portandola all'altezza del suo volto dove potevano vedersi faccia a faccia. A causa della pressione sul muro, il peso della ragazza non era tutto sul suo collo, quindi poteva respirare normalmente e fissarlo dritto negli occhi mentre lui si avvicinava. Il ventre del drago le fu addosso, immediatamente sentì quella verga bollente scivolarle davanti alle burrose labbra vaginali per poi risalire verso il clitoride, e mentre Kain la stimolava muovendosi su quelle calde femminilità, la sua testa si piegava per poterle dare un altro perverso bacio, più passionale di prima: voleva farle sentire la differenza tra prima e dopo il suo lavoro con la bocca e sia la lingua che la verga del drago erano più calde, i fluidi intorno a loro erano aumentati e la foga con cui Kain la stava stimolando era diventata molto più irruenta. Man mano che quel bacio si consumava, il corpo della ragazza veniva abbassato di un poco, prima che potesse toccare il terreno però la mano sinistra di Kain le afferrò una gamba, tirandola verso l'alto, in modo che la sua intimità fosse totalmente esposta. A quel punto anche la presa sul collo si slacciò per andare ad afferrarle la seconda gamba, e quando entrambe le mani furono incastrate sotto le ginocchia di Sheba, la sua intimità era totalmente piegata verso la verga del drago, che lentamente si scioglieva su di lei pulsando sempre più forte. Senza distogliere mai lo sguardo dagli occhi di Sheba, Kain si staccò dal bacio e più questo si interrompeva, più la sua cappella si abbassava, andando prima a toccare di nuovo il clitoride, per poi portarsi davanti alle sue labbra. Non disse nulla, né ascoltò possibili obbiezioni, voleva assaporare quel momento e prima ancora di poter esitare, la cappella iniziò ad entrare in quelle burrose labbra, assaporando finalmente la sua carne. Non sarebbe servito molto prima di raggiungere il suo imene, e proprio per questo non distoglieva lo sguardo da lei... non voleva perdersi quell'espressione mentre il cazzo del drago si preparava a violarla.
     
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    Nonostante la vedesse chiaramente in difficoltà con quella pratica, non la prese in giro ancora, lasciandola fare piuttosto, osservando come si impegnava nonostante in effetti non fosse molto capace. Era così concentrata a provarci che quando lo aveva di nuovo assaltato per la seconda volta agguerrita e rabbiosa, non si aspettò di sentirlo gemere di nuovo. Un suono così dolce che voleva sentire ancora. Perché? Perché ci teneva così tanto a sentirlo gemere? Perché la faceva sentire meno imbranata? Perché sentiva da quel suono che dopotutto non era tutto a senso unico, che anche lui poteva essere coinvolto, che anche una verginella senza esperienza come lei poteva fare qualcosa per strappare dei mugugni di piacere ad un drago. Voleva provarci di nuovo per sentirlo di nuovo mugugnare di piacere, ma Kain si allontanò facendo scivolare via dalla sua bocca e dalle sue mani il suo membro. Sheba si allarmò, e quando lui disse "adesso basta" pensò al peggio. L'avrebbe lasciata lì, nuda, bagnata fradicia il corpo in fiamme dal desiderio ed un flebile sapore di uomo nella bocca. Umiliata perché non era nemmeno capace di fare la più semplice e primordiale delle cose: una donna inutile. Ecco cosa sarebbe stata se fosse andato via lasciandola lì. Sollevò il viso verso di lui già pronta a pregarlo di aspettare, ma la mano che le si piazzò sulla gola la spiazzò. Seguì il movimento verso l'alto rialzandosi in piedi, ebbe paura inizialmente credendo che trovandola inutile come femmina l'avrebbe tolta dalla faccia della terra. Solo dopo si accorse che non la stava strozzando ma la stava sollevando. In un modo a dir poco barbarico, costringendo Sheba ad aggrapparsi al suo braccio per non far pesare tutto il corpo al collo ed alla testa. Il muro la aiutò a non sentirsi inerme e strozzarsi mentre sentiva il terreno mancarle sotto i piedi. Iniziò a pensare che doveva difendersi, poi però sentì di nuovo la verga di Kain posarsi contro le sue carni. Il suo calore le sembrò così intenso che le scappò un mugugno di piacere. Avendola lasciata priva di un contatto gli umori si erano raffreddati con l'aria fresca della notte, quindi tornando di nuovo a sfregarsi contro di lei le sembrò che fosse più bollente di prima. Dei brividi intensi attraversarono il suo corpo, e quando le loro labbra si incrociarono di nuovo Sheba divenne avida. Trasmise la sua passione in quel bacio, premendo le labbra contro la bocca del drago, accogliendo con mugugni impazienti la sua lingua nella bocca. I gesti con cui si sfregavano e si baciavano erano i medesimi di prima ma c'era qualcosa di diverso, Sheba riuscì a percepire tutta la voglia che infiammava Kain. Venne travolta dalla sua passione e lei se ne beò, se ne sentì felice, troppo felice. Le mani che prima erano ancorate alle braccia di Kain per avere un sostegno si spostarono sulle spalle, per reggersi e stringerlo a sé premendogli i seni contro il petto. Quando le sollevò una coscia sentì ancora più chiaramente la verga spalmarsi contro le sue burrore labbra vaginali, che iniziava ad emettere suoni osceni poiché era fradicia di umori. Infine quando le sollevò anche l'altra coscia capì che era giunto il momento. Espirò pesantemente nel sentire la cappella premerle contro la clitoride, poi si irriggidì nel sentire la punta che le solcava le carni. I primi centimetri le diedero una sensazione mai provata prima, era diverso di quando aveva usato le dita: più caldo, più grosso, le stimolava tutto l'ingresso con la sola presenza. Un brivido di piacere attraversò tutto il suo corpo, sentiva di volerlo dentro di lei, il suo stesso istinto le diceva di accoglierlo. Era come una specie di "sete" un bisogno che le ubriacava il cervello. Eppure quando arrivò all'imene iniziò la fatica e si ricordò della paura che aveva provato prima quando lo aveva guardato.
    Aaah, aspetta... ti prego fai piano. lo supplicò, ma il suo volto era una maschera di desiderio cocente. I suoi occhi socchiusi, il volto arrossato, le labbra umide di saliva.
    S-sono vergine. confessò ansante stringendo le mani attorno alle sue spalle. Si stava affidando a lui, ma era pronta, lo voleva. Voleva arrivare fino in fondo, ma aveva paura. Tutti le avevano detto che la prima volta era doloroso, e si ritrovò a pensare che il cazzo gigantesco di Kain le avrebbe fatto soffrire le pene dell'inferno. Eppure continuava a grondare di umori su quella punta che indugiava nella sua carne, sentiva il piacere carezzarla lì dove i loro sessi erano uniti.
     
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    Perdersi in quel bacio fu come sciogliere le catene che trattenevano i suoi istinti animali, più le lingue si incrociavano e più la sua verga pulsava forte, impaziente di conquistare quella carne illibata e inviolata, farla sua e corromperla con quella carne oscura maledetta. Perché un desiderio tanto perverso? Forse proprio perché era tanto pura, limpida, nuova in tutto e per tutto, distruggere quella purezza e mischiarla col suo sangue maledetto era un modo per non sentirsi inferiore davanti alla bellezza di quella ragazza dai sentimenti puri, e gettarla al suo stesso perverso livello era una goduria irresistibile per quel dannato drago nero. Si ritrovò a spingere non solo ocl bacino ma anche con la bocca, come a volerla soffocare, mentre i petti sii incrociavano: i suoi seni non erano di certo abbondanti e prosperosi come quelli di un drago adulto ma la pelle bruna e perfetta era una vera goduria da sentire sulle proprie scaglie. Kain non era il tipico drago da accumulare tesori, lui era più il tipo che una corona la intingerebbe nel suo sangue piuttosto che conservarla gelosamente. Per questo ora voleva farla sua.
    Stai usando le parole sbagliate...
    Le rispose, quando il bacio si esaurì e le loro labbra rimasero uniti da una densissima saliva. le rispose come se avesse tenuto quelle parole strette in bocca per tutto il tempo, tirandole fuori furiosamente. Infatti le parlò solo dopo averla baciata di nuovo in seguito alle parole di Sheba, prima per zittirla, poi per mettere a tacere quelle suppliche dandole una risposta chiara. La sua verga pulsava, la ragazza l'avrebbe potuto spingere come se dovesse entrare, ma ogni volta che era ad un passo dal piacere si fermava, si tratteneva e la lasciava insoddisfatta, rincominciando quella tortura da zero mentre i loro corpi si stringevano sempre di più. La presa sulle cosce della ragazza lo tradivano: le mani e le dita tremavano, gli artigli perdevano il controllo come se dovessero ferirla da un momento all'altro, vacillava nella tentazione e nel gioco, conscio che doveva mantenere la sua superiorità anche a quel punto, eppure i suoi occhi non tremavano... era troppo orgoglioso per farle capire che in realtà prendere quella sua purezza e farla sua lo stava letteralmente logorando.
    Dimmi quello che voglio che voglio sentire... dillo...!
    Continuò con quella tortura, impaziente di conquistarla ma cauto, voleva che quell'istante coincidesse nel momento in cui avrebbe pronunciato ancora il suo nome, il nome del drago che le aveva preso i valori e li aveva sbranati, il drago che le aveva preso la purezza e l'aveva distillata in buon vino, trangugiato con ingordigia senza la minima esitazione. Spietato, potente, inimitabile, ecco cos'era quel drago e tutto si poteva riassumere col suo nome. Quel nome Sheba doveva pronunciare e quando lo avrebbe fatto... lo avrebbe avuto. Il drago avrebbe violato la sua intimità nella sua interezza, non entrando del tutto ma solo con la punta, frantumando la sua purezza e spezzando quel sigillo di carne che li separava dal piacere. A quel punto la maledizione era completa, perché Kain non l'aveva solo contaminata col suo sangue, ma aveva anche banchettato con quello della ragazza, un tributo perverso che avrebbe cancellato dalla mente di Sheba quel dolore, trasformandolo nel giusto stimolo per rendere quel momento unico nel suo genere. Ovviamente non sarebbe stato privo di traumi... lo strappo, le dimensioni, la brutalità di quel drago, cicatrici indelebili nella sua memoria perversa, ma accostati da una consapevolezza: ogni volta che avrebbe pronunciato il suo nome, il drago avrebbe spinto verso di lei, pulsando con forza facendole sentire tutta la sua perversa goduria.
     
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    La bocca vorace di Kain le toglieva il respiro, ma non riusciva a rinunciare a quel tocco così seducente. Ricambiò il suo bacio dopo la sua prima frase, quando la zittiva, lasciando schioccare le labbra, come se non riuscisse proprio a rimanere ferma se la sua bocca si incrociava con la sua. Non capiva perché se ne sentisse così attratta, era un perfetto sconosciuto, era perfino un drago un essere totalmente diverso da lei, avevano litigato e si erano presi a pugni. Era come se avessero saltato molte tappe in quel modo, arrivando già ad una confidenza tale da incrociare le loro lingue. Riuscendo perfino a conoscere molte sfaccettature di quel uomo, del suo carattere in così poco tempo. Era come affrontare una terapia d'urto all'ennesima potenza, travolta completamente da lui, le cose che si erano detti e le cose che le stava facendo.
    Riuscì ad accorgersi delle dita del drago che tremavano, anche se non era sicura se fosse per via dello sforzo fisico o perché si stava ancora trattenendo. Restava il fatto che stava prendendo tempo e per un momento solo Sheba si illuse che lo facesse per lei, per darle modo di abituarsi alla sua intrusione per non farle vivere quel momento come una pugnalata. La clitoride pulsava fadtidiosamente, il calore aumentava sempre di più, quella presenza accennata al suo ingresso continuava a far tintillare il suo istinto primordiale, a farle desiderare di sentirlo dentro. Era come se il suo corpo lo reclamasse che lo volesse. Eppure lui continuava a trattenersi a tenerla in bilico fra paura ed eccitazione. Alla fine però le sembrò di capire, non voleva che pensasse a niente che non fosse solo il piacere di unirsi, voleva che pensasse solo a lui, che gli facesse capire quanto lo voleva. Non voleva nessuna stupida preoccupazione a rovinare il momento. Se non fosse stata così febbricitante di eccitazione probabilmente Sheba avrebbe sorriso quasi intenerita, fraintendendo ovviamente le sue intenzioni di base, la morbosa motivazione di deflorarla e macchiarla con il suo sangue. Sheba poggiò la fronte contro quella di lui, stringendolo più forte con le braccia. Espirò pesantemente, poi inspirò forte preparandosi.

    Kain... Kain... disse gemendo, con un tono che sembrava di nuovo una supplica, pregandolo di non lasciarla a lungo in quella tortura, di darle ciò che le serviva. Lo baciò ancora mentre una mano si spostava sulla sua nuca. Mugugnò forte di dolore con la bocca premuta contro quella di Kain mentre lo sentiva affondare dentro di lei. L'imene si ruppe e fu incredibile scoprire che non fu così doloroso come avrebbe pensato. Non fu come venire ferita, fu un dolore acuto ma durò solo durante la rottura della sua purezza, poi si affievolì gradualmente. Non sparì del tutto, lasciandole percepire il battito del suo cuore lì dove la sua carne illibata fu stracciata, ma al contempo riuscì a sentirlo dentro di lei bollente, durissimo ed una stranissima ma al contempo bellissima sensazione che non conosceva la sorprese. Staccò le labbra da quelle di Kain per gemere.
    Oh Kain! ripetè il suo nome come se lo stesse ringraziando di averle dato quella grazia, di averla finalmente reso una donna. Che diamine le aveva fatto? Era sua ormai in quel momento, aveva plasmato quella mente fragile facendole credere che fosse giusto, che fosse lei ad aver ricevuto il dono di unirsi ad un drago nella carne. L'aveva costretta a chiedergli di non fermarsi, le fece dire che lo voleva, plasmando i suoi pensieri subdolo.
    Sheba era stretta, avrebbe faticato un pochino ad entrare fino in fondo dopotutto niente aveva mai divaricato quelle carni e lui era fin troppo abbondante per una prima volta. Il sangue che tuttavia macchiava la sua verga e gocciolò sul pavimento diede quella lubrificazione in più che le serviva per non subire danni.
     
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    Niente è come la purezza di una vergine, strappare quel sigillo di beatitudine nella maniera più barbarica possibile era sempre indice di grande vanto per un drago, specialmente se un Blackwing, e più la purezza della ragazza è preziosa più è succoso il premio finale. E in quel momento Kain riusciva a sentire tutta la delizia del tesoro appena conquistato. Sheba non aveva solo un corpo invitante, né la sua purezza era la parte migliore: il modo in cui aveva plagiato quella mente fragile, ingenua ed inesperta al punto da farle desiderare quel momento... ecco il vero premio del campione. Kain non era un dominatore, anzi si faceva specie di quei pazzi che aspettavano un momento del genere e poi si dispiacevano che l'attesa fosse finita, no per lui l'attesa non era che il preambolo, la tortura era l'equivalente di un buon condimento. Adesso doveva consumare quel pasto, fino alle ossa, solo così sarebbe stato capace di dirsi soddisfatto. Ecco cosa fa un vero drago, ecco come mangia un vero predatore. Nella carne, nella battaglia e anche nel sesso.
    Si così... mi piace... non so se preferisco sentire nella tua bocca il mio nome o il mio cazzo... immagino che lo scopriremo a breve... tu non fermarti... continua ad invocarlo! Ogni volta che lo invocherai te ne darò di più!
    Non era il folle discorso di un seduttore, somigliava più all'arringa di incoraggiamento di un generale che sta per andare in una sanguinolenta battaglia, e forse non era neanche tanto sbagliata come similitudine poiché al secondo affondo, l'intimità di Sheba avrebbe reagito in maniera molto diversa. Se prima la sua carne si aprì gradualmente davanti a quell'immensa verga irruenta, lasciando scivolare il sangue sull'asta come se fosse un flebile bacio, al secondo affondo il drago colpì con forza, così forte che umori e sangue zampillarono verso il basso proprio come un colpo di frusta su un corpo bagnato, e dopo quell'affondo potente ne seguirono molti altri. Il bacino del drago si mosse con potenza verso di lei, iniziando a scoparla a dovere, senza fretta, assaporando ogni affondo, ma solo quando lei pronunciava il suo nome allora pulsava e spingeva con più forza, facendo scivolare sempre di più quella mazza dentro di lei. A causa delle dimensioni, Sheba poteva non solo sentire, ma anche vedere la sua carne gonfiarsi all'altezza del ventre mentre la cappella la conquistava, e non era l'unica cosa a diventare vistosa: i draghi come Kain, che non riuscivano ad assumere una forma umana completa, diventavano instabili in situazioni di grande frenesia come in quel caso: il petto del drago si muoveva come se si stesse gonfiando e dovesse trasformarsi da un momento all'altro, mentre gli occhi e i segni rossi lampeggiavano lentamente, assecondando la sua fame. L'espressione di quel guerriero era passionale, ma bestiale, nonostante il volto non sembrava avere niente di umano. la sua presa così come il suo corpo era possente, Sheba poteva sentirsi in balia di lui come se le avesse strappato le gambe: non la stava sostenendo, la stava imprigionando con la sua forza e il suo fascino. I muscoli del bacino si piegavano sotto lo sguardo perverse di Sheba facendole vedere cosa stava lavorando lì sotto per darle piacere, e non era ovviamente che l'inizio. Ben presto l'autocontrollo di Kain, o quel poco che aveva, iniziò a vacillare sempre più forte e quel suono perverso di piacere e lussuria che scivolava tra i suoi denti aguzzi si trasformò in un ruggito gutturale, il fiato bollente si fece denso non dissimile alla colata lavica di un vulcano, nero come fumo che crollava verso il basso. Non aveva un pessimo odore però, sembrava quasi metallico, ferroso, un sapore simile al sangue ma in una chiave molto più perversa, fluidi maschili allo stato puro che si scioglievano sulla pelle d'ebano di Sheba come a volerla marchiare. Poteva sentire il sangue dentro le proprie vene pulsare al ritmo della verga di Kain, come se le stesse imponendo un crudele sortilegio. Gli occhi del drago erano fissi sulle sue labbra, erotico messaggero di quello che voleva sentire...
     
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    Cos'era quella sensazione? Il dolore iniziava a diminuire sempre di più, man mano che il corpo si abituava alla presenza massiccia dentro di lei, al dolore iniziò a sostituirsi il piacere e si rese conto che era totalmente diverso da come se lo aspettava.
    Aaaah Kainnnnghh fece con la voce più stretta ed aspirata mentre veniva travolta dal piacere dell'amplesso. Non era stato come quando lo aveva fatto con Elimona. Con lei era stato un piacere dolce, caloroso e lento che aveva coinvolto il corpo intero e tutta la superficie della sua clitoride, ignorava che esistesse il piacere vaginale, uno più profondo e intimo. Lo stava scoprendo in quel momento e non aveva previsto che fosse così intenso, che la ubriacava totalmente facendola sentire bollente. Era quello che si provava a fare sesso con un uomo? Iniziava a capire perché così tante persone se ne sentivano dipendenti. Le toglieva le forze ed allo stesso tempo gliene dava in più per cercare più piacere. Era così bello che Sheba si ritrovò a guardare verso il basso osservando l'enorme verga di Kain che spariva dentro di lei, lucido e bollente mentre poco sopra vedeva i suoi muscoli tesissimi per lo sforzo che rendevano la sua figura ancora più sensuale e attraente. Sheba era aggrappata alla nuca di lui e le mani si stringevano così forte fino a sbiancare, mentre il suo volto diventava molto più arrossato per il piacere crescente. La sua espressione era la chiara testimonianza del fatto che stesse godendo. Non riusciva a dare un contegno ai suoi gemiti, non si rendeva nemmeno conto che di tanto in tanto diventavano quasi urlati. Non era ancora così esperta da poter controllare le proprie reazioni. Era tutto così diverso da come lo aveva immaginato, era tutto così intenso e travolgente. I versi di Kain poi le piacevano, anche quando aveva iniziato a ruggire per il piacere, si rese conto che la eccitavano perché dopotutto anche lui stava godendo allo stesso modo. Godeva al punto da non riuscire a contenere la sua natura animalesca e sebbene in una situazione normale le avrebbe fatto paura, in quel momento invece sapeva benissimo che era solo frutto della sua passione.
    Ommioddio Kain... riesco a sentirti tutto dentro di me. Kain.. aaah Kain!! fece cercando un nuovo bacio, mugugnando nella bocca del drago, sentendo il sapore diverso da prima per via del suo fiato bollente e fumoso di prima. Si accorse che non riusciva a concentrarsi per baciarlo, che ogni movimento dentro di lei le toglieva la forza di fare altro. Le veniva difficile respirare, difatti si staccò dalla sua bocca per tornare a gemere liberamente, sollevando il volto verso l'alto in cerca di aria. Era totalmente in balia del drago e le stava piacendo da impazzire.
     
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    Sheba era oramai in balia di quelle sensazioni, troppo forti e irruente per essere controllate. E come poteva opporsi ad un Blackwing dopotutto? Kain era la glorificazione del suo stesso cocente desiderio di supremazia rispetto agli altri e in quel momento lo stava esercitando su di lei con grande piacere, dandole sempre più carne ogni volta che invocava il suo nome, come un buon imperatore fa di fronte al suo popolo devoto. Forse quella biondina del cazzo gli aveva messo in testa idee abbastanza strane, ma non poteva negare che gli piacesse. E più continuava a muoversi dentro Sheba, più desiderava sentire altri spasmi perversi e incontrollati, cacciando le sue labbra bacio dopo bacio, succhiandole, mordendole, leccandole con quella lunga e massiccia lingua come se fosse un bestia, respirandole addosso quel denso fragore lussurioso che si scioglieva dalla sua bocca come magma fuso.
    Brava dillo... dillo ancora... dillo finché non si marchierà a fuoco nella tua testa!
    Ruggì, mentre imperterrito continuava a serrare la distanza tra di loro, sprofondando in quella caldissima e stretta intimità al massimo della sue possibilità, Non riusciva ad andare troppo oltre a causa della freschezza di quella carne e la differenza di stazza, avrebbe volentieri voluto sentire le cosce e le natiche perfette di Sheba schioccare contro i suoi fianchi mentre quella grossa cappella le faceva a pezzi anche l'utero, andando fino in fondo, ma non poteva farlo, non senza ucciderla almeno. Per questo si accontentava di baciarla e possederla con forza, tirando sempre più su le gambe di Sheba fino a che le ginocchia non sfiorarono quasi le spalle, lasciando che il ventre si piegasse verso di lui, mentre la posizione del drago diventava sempre più curva. Se non poteva sbattere contro quelle natiche con la base del cazzo, l'avrebbe fatto con il resto del corpo. Sheba si sarebbe sentita travolta e sopraffatta da quell'enorme drago nero che la avvolgeva con tutto sé stesso privandola di qualsiasi via d'uscita, spiraglio o scenario, c'era solo lui davanti a lei a quel punto e ogni affondo le strappava gocce dense di umori, come se la stesse spremendo viva. Poi un bacio più passionale, più intenso e lungo, non si limitò a far schioccare le loro labbra ma piuttosto la prese del tutto, iniziando ad affondare con la lingua nella sua gola mentre serrava la distanza tra le labbra con fare irruento, come se volesse farle capire chi aveva il controllo, come se non fosse già abbastanza. Il ritmo degli affondi divenne sempre più intenso, finché Sheba non avrebbe visto i segni luminescenti del corpo del drago diventare più brillanti, e le pulsazioni aumentare in maniera netta: sembrava quasi che i solchi sulla verga di Kain si stessero ritmicamente allargando, anche se di pochissimo, dentro di lei, rendendo il tutto molto più intenso. Era chiaro che si trovava al limite di quella prima fase, nemmeno lui stesso era capace di controllarsi con un corpo così invitante e fresco, illibato e puro. Era una sensazione troppo perfetta, non era capace di darsi un contegno.
    Oh lo sento... ci siamo quasi...
    Commentò rapidamente, scivolando sulla sua gola e sulle sue guance, leccandola e facendo schioccare le labbra ogni volta che poteva. Quando tornò a guardarla, ghignò malefico fissandola con quelle luminose stille di sangue che aveva negli occhi.
    Sai cosa succede se non mi fermo... vero? I Blackwing sono molto vitali, fanno sempre centro... sai cosa significa?
    Sheba sembrava decisamente troppo rilassata, Kain non aveva intenzione di trasformarla in una nutrice ma voleva assolutamente spezzare quella calma che si era creata dopo aver rotto quella purezza. Si stava lasciando un pò troppo andare, addirittura sembrava quasi che le piacesse... Kain aveva il compito di rimetterla in riga e ricordarle che quello era uno stupro. Forse agitandosi sarebbe diventata ancora più piacevole. Ma quello che voleva davvero Kain era sentirla di nuovo supplicare pietà.
     
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    Sheba non riusciva a pensare, a malapena riusciva a respirare nel modo giusto. Si sentiva andare in fiamme, quel cazzo enorme che le scavava dentro le continuava a dare sensazioni sempre e costantemente intense. Ignorava totalmente che fosse per via del sangue maledetto che l'aveva corrotta, difatti non riusciva a capacitarsi che riuscisse a godere di quell'amplesso nonostante il morso che le aveva dato prima ferendola. Forse non era andato molto a fondo con i denti, ma comunque non poteva dire di essere totalmente fresca. Eppure Kain riusciva a non farle più sentire quel dolore bruciante sul torso, ma un calore abbacinante che si dipanava dal suo ventre in tutto il corpo. Era così con tutti gli uomini? Oppure si sentiva così perché lui era un drago? Non che ci pensasse in realtà in quel momento, voleva solo immergersi in quel momento nuovo e lussurioso. Voleva consocere le sfaccettature dei piaceri che aveva sempre ignorato, che aveva solo potuto immaginare e guardare da lontano. Di tanto in tanto la figura di Kain si sfocava davanti ai suoi occhi ma le piaceva guardare come il suo corpo si controcesse contro il suo, vedere come quella verga enorme le scavasse dentro. Piccoli momenti che poteva scorgere quando le loro labbra si separavano, permettendo a lei di gemere rumorosamente il suo nome. A mente fredda si sarebbe sentita una stupida totale ad aver ceduto in quel modo vergognoso alle sue richieste. In quel momento però pronunciare il suo nome in quel modo osceno significava solo maggiore piacere, più baci, più passione da parte di Kain. Non aveva idea di dove si potesse arrivare ma sentiva che il piacere iniziava a crescere, simile a quando si masturbava e stava per giungere ad un orgasmo, ma con la differenza che quella sensazione proveniva dal fondo delle sue carni, era incontrollabile ed energico. Era totalmente inerme nelle braccia di Kain che la sollevò ancora di più permettendogli di andare fino in fondo e riempirla totalmente. Una sensazione che la devastava, che le strappava gemiti striduli che venivano soffocati dalla lingua di Kain che si insinuava nella sua bocca. La clitoride pulsava sempre più forte e le sembrò che succeddese anche a lui. Percepiva qualcosa dentro di lei che diventava più duro, più caldo e sembrava aumentare il piacere che già sentiva. Era più bello di prima e non capiva cosa fosse. Kain infine si staccò dalle sue labbra, ritrovandola con rivoli di saliva che le colavano ai lati delle sue carnose labbra, i suoi occhi vacui e socchiusi per l'intenso piacere. Ubriaca totalmente di lussuria nemmeno capì a cosa diamine si stesse riferendo con le sue parole. C'erano quasi? Non le importava, non voleva saperlo voleva arrivare all'apice del piacere ma Kain volle interrompere il suo idillio facendole intuire che sarebbe venuto dentro di lei. In effetti non ci aveva pensato, non stavano usando precauzioni, lei era vergine e il ciclo sarebbe arrivato dopo qualche giorno. Se le veniva dentro c'erano altissime probabilità di rimanere gravida.
    Aaah cosa?! fece stordita cercando inutilmente di riprendere la lucidità necessaria per rispondergli. La sua voce continuava a gemere, continuava a godere nonostante la preoccupazione.
    No ti prego! fece con tono di supplica, maledicendosi per il fatto che non riuscisse a smettere di gemere, che la clitoride continuava a pulsare come impazzita contro la carne di Kain. Quasi le venne voglia di lasciarlo fare pur di continuare a sentire quella sensazione meravigliosa, ma sarebbe stata una follia.
    Ti prego... aaahhnng non ... venire dentro... nfggaah! non ci riusciva, non riusciva a parlare in modo normale, anche se le parole lo pregavano di non farlo, i gemiti sembravano invece dire l'esatto opposto. Il piacere stava crescendo ancora più di prima, sentiva che stava per giungere al culmine del piacere anche lei, e fu parecchio combattuta perché sentiva di volere l'ultima spinta e quel maledetto bastardo non voleva darle la grazia di un orgasmo con quella preoccupazione.
    Kain.. ti prego.. ngghaaa KAIN! la bocca di Sheba si spalancò, il suo corpo si irriggidì era iniziata a precipitare verso i sintomi di un orgasmo che sembrava voler esplodere come un vulcano.
    NGaah KAIIIIN! un gemito diverso, sembrava lo stesse supplicando, assieme alle sue mani che continuavano ad "arrampicarsi" sulle spalle e sulla nuca come se cercasse dispertamente pietà. L'espressione oscena sul volto di Sheba non lasciava alcun margine di dubbi che stava per giungere al suo primo orgasmo.
    Aaah Kaiiin! continuò con un'intonazione che sembrava chiedergli di non abbandonarla, di non fermarsi. Si sentiva frustrata da tutto quel piacere così intenso che voleva assolutamente, ma il pericolo di rimanere incinta la tormentava. Non voleva fermarsi, e si sentì in colpa verso se stessa, verso quel bambino che avrebbe concepito solo per poter sperimentare un orgasmo vero. I suoi occhi si riempirono di lacrime, non riusciva a muoversi era intrappolata fra il muro e il corpo di Kain. Riuscì a spostare una mano e portarla verso il fianco di Kain come se avesse voluto frenare le sue spinte, ma il suo tocco era debole, così debole che somigliava più ad una carezza che ad una spinta. Avrebbe voluto pregarlo di non farlo, supplicarlo di non gettarla in quel casino, non voleva abbortire. La sua bocca però riusciva solo a pronunciare il suo nome, e ad urlare tutto il suo piacere. Era vittima di se stessa, del proprio corpo.
     
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    Una reazione degna della minaccia del drago, cosa poteva chiedere di più? Ovviamente Kain non aveva la minima intenzione di mescolare il suo prezioso sangue con una debole umana, ma era sicuramente un buon modo per spingerla a supplicare di nuovo. Il modo in cui pronunciò, quasi frignando, il suo nome era senz'altro un premio degno di un grande conquistatore, che gli strappò un ampio e maligno sorriso mentre continuava a muoversi sempre più forte dentro di lei, deciso a portarla all'orgasmo come la ragazza stessa gli aveva chiesto. Dato che aveva invocato pietà con il suo nome, poteva anche accontentarla...
    Hai imparato... brava, sono fiero di te.
    Rispose ironico, per poi continuare a martoriare la sua carne con tutta la forza che aveva in corpo, con rinnovato vigore e privo della pazienza sfoggiata fino ad un momento prima. Si rivelò brutale e assolutamente incontenibile, facendole sentire addosso tutto il suo corpo e il suo fiato bollente. Voleva spingerla all'orgasmo e toglierle tutte le energie, solamente quando l'avrebbe sentita gridare al culmine perdendo tutte le forze allora avrebbe assecondato la sua richiesta. Mentre l'intimità di Sheba si contorceva intorno al suo cazzo in preda a quel perverso orgasmo, il drago si sarebbe allontanato da lei lasciando la presa sulle gambe e portando invece la destra sul volto di lei. La lasciò scivolare a terra fino a che le ginocchia prive di forza non sarebbero crollate, dopodiché le afferrò con gli artigli al lato della testa rasato, mentre il pollice si infilava nella sua bocca schiacciando la lingua verso il basso costringendola quindi a tenere la bocca spalancata e la lingua di fuori. Con la mancina avrebbe impugnato la sua enorme mazza e sfruttando gli umori di Sheba si sarebbe masturbato davanti alla sua faccia, dandosi il colpo di grazia per poter sfogare finalmente un dragonico ed esagerato orgasmo. Iniziò a venirle davanti agli occhi, mostrandole come pulsava mostruosamente diventando perfino più grosso ad ogni fiotto. Ogni muscolo del drago si contorceva assieme alla sua espressione mentre veniva, e nel mentre le faceva un altro perverso dono. Ogni fiotto mirò verso le sue labbra, prima riempiendole la bocca, poi andando sempre più a caso sporcandole le labbra, il naso, la fronte e anche la testa. Quell'orgasmo non aveva niente di umano, era semplicemente esagerato, e riempì la faccia, il petto e il ventre di Sheba in una maniera tale che l'odore di Kain le sarebbe rimasto addosso per molto, molto tempo, indipendentemente dal numero di docce che si sarebbe fatta. Come colpo di grazia, Kain le piantò la cappella ancora piena di sperma sul volto, sfregandole la punta sulle labbra come a volerla pulire, mentre con il pollice spingeva più forte la lingua per obbligarla ad ingoiare almeno quello che le era finito in bocca. Dopodiché, l'avrebbe finalmente lasciata andare, inerme, piegata a terra contro quella parete, deflorata e ricoperta di sperma. Lui sarebbe rimasto lì davanti ad osservare lo scenario che aveva creato, compiacendosi con il cazzo ancora tra le dita, intento a sollazzarsi con gli ultimi momenti di quell'orgasmo, proprio come si fa davanti ad un dolce ben farcito.
    E' stato divertente... dovremmo rifarlo, sono sicuro di poterti insegnare ancora un sacco di cose.
    Concluse, leccandosi le labbra maligno, mentre finalmente l'effetto del suo sangue maledetto scemava, visto che aveva soddisfatto il suo perverso desiderio.
     
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    Kain si complimentò con lei, era strano come riuscisse a guidare la sua mente alternando momenti crudeli a momenti in cui la premiava con le sue lodi. Come se volesse educarla nel modo più brutale possibile, plasmando la sua fragilità, la sua inesperienza per poterne fare ciò che voleva. Si rincuorò un poco in effetti nel sentirsi elogiare, pensando che così in quel modo non l'avrebbe punita ancora togliendole ciò che in quel momento bramava di più. Il piacere era così intenso che ormai la sua mente si era spenta a favore del suo corpo che venne dilaniato dalla passione di Kain che la costrinse ad urlare tutto il suo piacere. Non le importava più cosa avesse intenzione di fare, voleva solo arrivare all'apice, voleva che quel piacere bruciante e accecante non smettesse proprio sul più bello. La clitoride era durissima e gonfia, i suoi umori colavano assieme al sangue ottenendo una sorta di pigmentazione rosea. Riusciva a sentirlo che batteva con la punta contro il suo utero, dolore e piacere si mescolarono perfettamente dandole sensazioni così forti a cui non riusciva nemmeno a credere. Sentiva il piacere crescere sempre di più, come una ondata che stava raggiungendo la riva, che si muoveva placida e si vedeva appena all'orizzonte e cresceva sempre di più in rumore e in altezza man mano che si avvicinava alla riva dove cresceva anche di forza. Allo stesso modo l'ogasmo di Sheba la raggiunse facendo esplodere davanti ai suoi occhi un lampo di luce che la gettò in un paradiso dei sensi. Kain non poteva fraintendere, i suoi gemiti parlavano chiaro, sapeva che Sheba non poteva fingere in quella situazione. I suoi occhi si rigirarono un poco verso l'alto, la bocca spalancata per urlare in modo più aspirao e stridulo, il rossore sul volto, e sopratutto le contrazioni delle sue carni che stritolavano il cazzo di Kain dentro di lei erano sintomi più chiari che mai. Sheba fu travolta da quell'orgasmo intenso e come previsto da Kain ne perse totalmente le forze, ancora stordita da quelle sensazioni le sue gambe non riuscirono a reggerla finendo inevitabilmente in ginocchio davanti a lui. Fu travolta da lui, non riuscì nemmeno a capire che diamine stesse succedendo che si ritrovò il dito di Kain nella bocca che la costringeva a tenere la bocca aperta ed il volto rivolto verso di lui, costringnedola a guardare cosa stesse facendo. Ancora un poco frastornata guardò la mano di Kain che masturbava energicamente il suo membro enorme davanti alla sua faccia, ed in quel momento sebbene fosse in una situazione umiliante, ringraziò il cielo che avesse deciso di non venirle dentro. Sheba sul momento non capì che cosa volesse fare, era ancora in fase di recupero della sua lucidità. La lingua di Sheba usciva dalla bocca poiché il dito gliela premeva verso il basso e per non sentire dolore dovette aprire al massimo la bocca, non sapendo che in quel modo era oscena. Sentiva il suo odore mascolino e ferino, quello dei propri umori lì davanti alla sua faccia e fissava la cappella del drago chiedendosi come diamine avesse fatto ad entrare dentro di lei. Sollevò poi lo sguardo verso il volto di Kain e lo vide piegarsi al piacere estremo e subito dopo il sapore amarognolo e denso dello sperma sulla lingua. Tentò di ritirarsi ma la mano ferma di Kain la reggeva forte e fu costretta ad assaporare quel nettare bollente che le finì anche in gola e impiastricciò la sua lingua, il viso, il seno, le gambe. Perfino sui capelli. Mugugnò lamentandosi prima di sentire la bocca totalmente piena e fu costretta ad ingoiare per non soffocare. Il seme scorreva lungo l'esofago scaldandola dall'interno ma per lei non fu una sensazione piacevole, non lo era mai la prima volta. Quando finalmente la lasciò andare iniziò a tossire sul pavimento il seme in più, dove colò qualche rivolo. Mentre la maledizione del suo sangue iniziò a scemare, iniziò a sentire la sua carne indolenzita, come se l'avessero picchiata più volte fra le gambe. Assieme a quel fastidio sentiva l'umiliazione che pesava sempre di più come un macigno sulle sue spalle. Si premette contro la parete piegandosi su se stessa come se avesse voluto coprire la vergogna del suo corpo nudo e sporco di sperma al mondo. Ciò che le disse Kain scatenò la rabbia nel cuore di Sheba che sollevò lo sguardo verso di lui furiosa, ma l'odore pungente del suo seme, il suo membro ancora lucido di umori e sperma le tolsero l'ardore facendole abbassare di nuovo lo sguardo sconfitta. Allungò una mano per recuperare la sua giacca che ormai somigliava di più ad uno straccio liso e logoro e tentò di coprirsi con esso.
    Non lo è stato. protestò senza molto slancio, come se sapesse perfettamente che a lui non sarebbe importato un fico secco di cosa pensava. Per lei non era stato divertente, era stato terribile e traumatico. Avrebbe preferito essere sconfitta per colpa del suo morso e svenire, invece in quel modo era stata umiliata nel modo peggiore possibile. Che diamine ci faceva ancora là? Voleva davvero diventare il trastullo di quello stronzo? Si morse il labbro forte sentendosi una stupida, poi si alzò barcollando e scappò. Iniziò a correre tenendo la stoffa stracciata e lisa per coprire le sue vergogne, vedeva a malapena dove stesse andando poiché i suoi occhi erano pieni di lacrime e sfocavano la sua visuale.
    Sheba... fece la voce di Ariel profondamente dispiaciuta e preoccupata.
    STAI ZITTA! ZITTA! NON VOGLIO SENTIRE NIENTE! le urlò addosso sfogando un pianto amaro, sentendosi sporca fin nell'anima.
     
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    Rimase piegato verso di lei per tutto il tempo, in attesa di una risposta. Si domandava come potesse mutare lo sguardo di quella ragazza dopo l'estasi che le aveva visto in volto solo un momento prima. Di solito le ragazze non riuscivano a computare niente e finivano inevitabilmente prive di forze, stordite ma appagate in fondo, con quell'aria persa e ancora lussuriosa. Lei invece ritrovò l'ardire di cui aveva bisogno per rispondergli a tono, e pur rimanendo immobile mentre la guardava ghignando a trentadue denti, Kain le rispose con un verso gutturale che illuminò i suoi occhi e i segni sul corpo, simile ad un breve ruggito che si sfogò attraverso un denso fumo vermiglio che scivolava fuori dagli spazi tra le sue zanne. Una risposta che sembrava invitarla a farsi avanti se aveva rimostranze, o a scappare in caso. La risposta fu ovvia e scontata, non per questo la fermò: Kain la lasciò andare ben consapevole che la tortura migliore a quel punto sarebbe stata lasciarla da sola con i suoi pensieri e le sue umiliazioni. Una vittoria gustosa che assaporò passandosi il pollice sulle labbra, raccogliendo le ultime gocce del suo sapore e leccandole avidamente come se stesse gustando la salsa di un gustoso pezzo di carne avanzato sul suo volto.
    Corri Sheba, corri... ci rivedremo prima o poi, me lo sento nelle scaglie.
    Detto questo si concesse una leggera quanto maligna risata, iniziando a camminare nella direzione opposta a quella di Sheba, domandandosi se a quel punto il suo consanguineo avesse trovato una buona scusa con cui andarlo a cercare e rimproverarlo.
    Nello stesso momento, quella notte, Elimona stava dentro la palestra dell'Arancia Meccanica, indossando solo un top senza maniche e a ventre scoperto, accompagnato da lunghi pantaloni da jogging abbinati. Aveva anche una fascia sulla fronte che la aiutava a tenere ferma la coda formata dai suoi lunghi capelli, e stava sollevando con la dovuta attenzione un grosso bilanciere tenuto in equilibrio sulle spalle. Sudava e respirava nervosamente, perché Chiller le aveva detto che Sheba era uscita in ricognizione da sola e Iceringer non era nei paraggi. I novizi dovevano sempre avere qualcuno a tenerli d'occhio, mentre in quella specifica situazione né lui né Vega si erano presentati. L'unico a farsi avanti era stato proprio Chiller ma vista la sua attuale condizione, senza Iceringer era una pessima idea farlo andare in giro. Quindi era nervosa, nervosissima, come se non bastassero tutte le altre preoccupazioni che gli dava quel testone di Iceringer e i problemi nati a Neo Venezia. Appena lasciò cadere il bilanciere sul supporto, il silenzio lasciato subito dopo l'impatto la portò ad affinare i sensi, e mentre i muscoli ancora in tensione si rilassavano, Elimona ebbe la netta sensazione di aver sentito qualcosa fuori direttamente dall'edificio. Sollevò le mani verso il pannello di controllo che permetteva di osservare le telecamere di sicurezza intorno al perimetro e quando la vide zoppicante e trasandata, subito il fiato le si spezzò ed iniziò a correre in apnea. Corse finché non se la ritrovò davanti, crollandole addosso per poterla abbracciare e stringere forte a sé, nella speranza che fosse ancora tutta intera. Le piantò le labbra sulla guancia e sulla fronte per controllarle la temperatura, mentre con le dita partì dalle spalle fino alla schiena cercando di controllare che non avesse niente di rotto. Non era messa male, ma quando le provocò una fitta per via delle ferite lasciate dai denti sentì chiaramente il sangue.

    Vieni dentro presto!
    L'avrebbe trascinata, anche a forza, rendendosi conto solo in un secondo momento che quello che aveva addosso non era solo sangue, e immediatamente le si strinse la gola come se stesse ingoiando un macigno. Gli occhi di Elimona si fecero lucidi e la voce si frantumò.
    Che ti hanno fatto Sheba...?
     
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    Sheba correva a perdifiato, contando i metri che mancavano a casa sua. Voleva rintanarsi nella sua camera, magari dopo essersi fatta una lunghissima doccia, starsene chiusa sotto le coperte a nascondersi da tutti e sopratutto da se stessa. Il cuore batteva nel petto all'impazzata mentre nella sua mente ripercorreva tutte le volte che aveva gemuto il nome di quel drago, tutte le volte che gli aveva detto di non fermarsi. Perché lo aveva fatto? Adesso a mente fresca le sembrava assurdo. Possibile che fosse stata così debole alla carne? Era bastato davvero farglielo piacere per farla supplicare di averne ancora? E lui... lui era stato così arrogante, così crudele a costringerla ad ammetterlo, a metterle davanti la realtà di quel momento. Era come se avesse dato per scontato che non gli avrebbe mai detto di no, perché sapeva di essere così sexy. No... no non voleva ammetterlo manco morta! Quello che era successo non era niente di bello, non era niente di ciò che aveva sempre immaginato per la sua prima volta con un ragazzo. Lui l'aveva giostrata come un burattino tirando i fili sapientemente prendendosi da lei ciò che voleva, ma invece di farlo con la forza lo aveva fatto con chissà quale subdolo incantesimo. Cavolo l'aveva picchiata, morsa e poi stuprata! Come poteva anche solo pensare che fosse stato bello? Voleva dargli tutta la colpa di quella orribile sensazione umiliante che le pesava addosso come un macigno. La verità era che non aveva lottato abbastanza duramente, non aveva respinto lui quando avrebbe potuto. Aveva avuto una scelta ad un certo punto, e aveva scelto di continuare. Poteva considerarla una gentilezza quella? L'aveva spaventata a morte facendole credere che l'avrebbe stuprata con forza, poi però si era fermato, le aveva detto che non era un mostro e l'avrebbe lasciata andare dopo un bacio. Invece durante quel bacio, subdolo l'aveva portata a desiderarne di più, a farle credere che fosse lei a volere tutto quello. Però in effetti alla fine di tutto l'aveva graziata non venendole dentro, ma iniziò a pensare che sarebbe stato solo un trucco per poter poi giustificare il fatto che l'avesse costretta a bere il suo seme. Come ci erano finiti? Avevano iniziato a fare a botte e poi erano finiti con il giacere insieme contro un freddo muro di strada. Aveva perso la verginità con un perfetto sconosciuto, che non era nemmeno umano. Più ci pensava più si sentiva sporca. Non ci pensava affatto alla possibilità di poter incrociare qualcuno del gruppo nel rientrare in casa, i suoi pensieri erano ancora offuscati e occupati da quel maledetto ghigno malefico dai denti aguzzi. Per quel motivo quando si aprì la porta e si ritrovò davanti Elimona trasalì raggelando sul posto. Si irriggidì totalmente come una statua di sale quando la strinse e la baciò sulla guancia e sulla fronte. Le scappò un verso di dolore quando la strinse per via dei lividi profondi sul ventre dove portava ancora i segni del morso del drago. Portò le mani contro i fianchi di Elimona pronta a spingerla via, non perché volesse rifiutarla ma perché non voleva che si sporcasse a sua volta con le tracce di ciò che portava addosso. Imprecò mentalmente: non si sentiva affatto pronta ad affrontarla. Non disse niente ostinandosi a fissare il pavimento per non guardarla in faccia, ma alla fine quando venne trascinata dentro ed Elimona le parlò con quella voce preoccupata, sollevò lo sguardo verso di lei, sentendosi colpevole. Quando i loro occhi si incrociarono a quel punto venne investita da tutto l'affetto sincero di Elimona che la scaldò come una fiamma improvvisa. Guardando le sue iridi lucide capì che non era sola, che aveva di nuovo qualcuno vicino. Cercò di sorriderle per rassicurarla, per non farla preoccupare e non vederla piangere. Non voleva che diventasse triste per una cosa che le era capitata, non serviva dato che era salva. Avrebbe fatto magari una battuta stupida e poi magari lei si sarebbe anche arrabbiata, Sheba avrebbe insistito dicendole che stava bene, magari si sarebbe inventata una bugia; invece non riuscì a trattenere le sue emozioni.
    Eli.. la voce si incrinò e le lacrime sgorgarono fuori dagli occhi da sole. Non riuscì a frenarle, era ferita, era sporca ma Elimona sembrava lì per lei. Dopo anni di solitudine trovare qualcuno che ti accoglie dopo un momento così brutto e strano era troppo per il suo piccolo fragile cuore.
    Elimona... la abbracciò stretta, nascondendo il viso fra i suoi morbidissimi seni, caldi, così materni. Pianse non dicendo altro, non voleva dire altro voleva solo abbracciarla, sapere che era al sicuro e che tutto si sarebbe sistemato.
     
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    Il viso di Sheba era esauriente, diceva ogni cosa orribile che aveva passato quella notte e trasmetteva alla suora emozioni davvero durissime che le stringevano la gola e lo stomaco. Ma per quanto chiaro fosse lo scenario, avrebbe davvero voluto che rispondesse a quelle domande per cercare il colpevole, vendicarla e rassicurarla, metterla al sicuro una volta per tutte. Ma capì da sé a quel punto che per Sheba anche solo pronunciare poche sillabe era semplicemente faticosissimo, quindi si limitò a darle un rifugio sicuro, stringendola forte a sé, accarezzandole il capo mentre la portava sul suo petto, baciandola dove prima Kain l'aveva stretta senza amore né rispetto, tenendosi forte mentre gli occhi diventavano lucidi sforzandosi immensamente per non piangere a sua volta. Doveva essere forte, forte ad ogni costo, forte anche per lei.
    E' tutto finito... è finita... ci sono io ora...
    Le mentì. Un trauma non finisce così, non finisce mai, ma Sheba aveva bisogno di consolazione e soprattutto di un bagno caldo. La portò nel bagno di camera sua, non nelle docce comuni, e mentre la immergeva nell'acqua calda, il sifone le gettava addosso un getto tiepido e accogliente che iniziò a lavarle via di dosso quella lordura. Elimona se ne stava in ginocchio di fianco a lei e la aiutava a spogliarsi, stando attenta a non farle male nei punti in cui era ferita, sperando di darle un pò di sollievo. Non doveva essere stata una notte facile.
    Quell'idiota di Iceringer... doveva restarti vicino! E se non c'era lui doveva esserci Chiller maledizione! E' tutta colpa loro...
    Ringhiava a denti stretti, furiosa, cercava di dare la colpa a chiunque non fosse Sheba nella speranza che non si deprimesse troppo o che non si scoraggiasse. Lei era forte, talentuosa, coraggiosa. Perdere di vista l'obbiettivo in quelle situazioni era dannatamente facile, deprimersi e gettare la spugna. Lei stessa ne sarebbe morta, Elimona sapeva bene cosa significava abbandonare il proprio istinto e i propri sogni ritrovandosi senza uno scopo. Una spirale senza via d'uscita di sofferenza e perdizione, verso la solitudine.
    Dovevo esserci io con te... è colpa mia...
    E poi inevitabilmente, diede la colpa anche a sé stessa perché non poteva credere che qualcosa del genere era successo proprio sotto il suo sguardo, proprio a lei. Lei che dovevano proteggere, lei che stava portando tanta speranza, gioia, una ventata d'aria fresca... ed era stata una vittima senza precedenti. Un destino crudele che lei non meritava, e che Elimona avrebbe volentieri scambiato se solo avesse potuto. Per questo la lavava come se stesse cercando di lavare da sé i sensi di colpa per quello che era successo. Gli occhi sempre più lucidi e gonfi, ancora senza lacrime ma pieni di disprezzo per sé stessa.
     
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    Dalla terza vita

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    Si strinse ad Elimona sfogando le sue lacrime, accogliendo le sue coccole avara. Non sentiva un abbraccio del genere da anni ed anni ormai e non ricordava quanto fosse bello avere qualcuno vicino in momenti difficili. Dopo qualche minuto Sheba si calmò, in silenzio e a testa bassa si lasciò guidare verso il bagno dove finalmente poteva lavarsi. Fissava la superficie dell'acqua, la schiuma che si muoveva su di essa, le bolle di sapone che scoppiettavano mentre la sua testa iniziava a svuotarsi. Si sentiva stanca, molto stanca al punto che non aveva nemmeno voglia di riflettere. Se ne stava in silenzio lasciando che Elimona la aiutasse a pulirsi, godendosi egoisticamente un momento di pace. I suoi occhi si spostarono dall'acqua quando Elimona iniziò a colpevolizzare Iceringer, Chiller e poi colpevolizzò se stessa. Sheba portò una mano su quella di Elimona fermando il getto dell'acqua per guardarla negli occhi.
    Smettila. Non è colpa vostra, sono stata frettolosa e stupida ad uscire da sola. abbassò di nuovo lo sguardo e carezzò la mano di Elimona per ringraziarla, avvicinandosi a lei per poter poggiare la sua fronte contro quella della donna.
    Ti prego non piangere, adesso sto bene. Non è così grave come sembra. affermò dandole un bacio sulla guancia per poi tornare comoda dentro la vasca, sollevandosi un pochino per controllare le ferite sul torace. Fortunatamente Kain non aveva stretto troppo, non era andato oltre i muscoli con le sue zanne. Erano ferite fastidiose ma sarebbero guarite presto.
    Avevo salvato una donna che stava per essere stuprata davanti a suo figlio. Ero riuscita a fermarli, erano in tre e li ho stesi tutti. le raccontò mentre con le dita controllava altri lividi sul proprio corpo.
    Uno di quei tre tizi però stava per colpirmi alle spalle con il suo fucile mentre legavo i primi due, ma è intervenuto un tizio strano, un drago. Mi ha salvata stendendo il tizio che vigliaccamente voleva uccidermi. Ha detto di chiamarsi Kain Blackwing. Ha iniziato a rimproverarmi perché secondo lui non dovevo mischiarmi, poi ha iniziato a dire che secondo lui avrei dovuto ucciderli, invece di fare tutta quella fatica per catturarli. Non ricordo nemmeno più tutti i suoi discorsi ma per farla breve abbiamo litigato e mi ha morso... le disse mostrandole l'impronta dentale su tutto il corpo.
    .. e poi... sentì la faccia andare in fiamme per l'imbarazzo mentre il ricordo del suo bacio si faceva vivido nella sua mente. Si abbassò nascondendo tutto il corpo sotto l'acqua, ricordando la sua lingua sul corpo, la sensazione di averlo dentro di lei. Mentre ricordava quei momenti serrò una mano sul seno, e l'altro contro il proprio pube, come se avesse voluto scacciare via quel ricordo, come se avesse voluto proteggere quelle parti del corpo dal ricordo di cosa aveva sentito.
    ...poi... non riuscì a dirlo, non riuscì a finire.
     
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