I miei valori

x Doomchan

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    La piccola si opponeva, si rifiutava categoricamente di soccombere a quel destino... certo che si, era abituata ad avere una scelta no? Aveva pronunciato quelle parole con tanta facilità: "non sei l'unico a soffrire in questo mondo", come se fosse una giustificazione, una scusa. La verità è che quel mondo ingiusto del cazzo non guardava in faccia a nessuno e basta, non c'erano regole da seguire o dogmi da profanare, era semplicemente una battaglia per la sopravvivenza e lei... lei era stata sfortunata. Quando se ne rese conto era tardi perché oramai Kain l'aveva già intrappolata con la sua mole, dandole il mix perfetto tra terrore e agitazione da impedirle di opporsi come avrebbe potuto fare una vera guerriera.
    Che c'è' che stai facendo? Pensi forse che basterà la tua sola forza? Prima eri molto brava ad usare il tuo potere... perché non lo fai adesso? Forse perché hai capito che non servirà a niente? Forse è perché quel morso ti ha rimesso al tuo posto.. quante volte hai morso così forte qualcuno ragazzina? Quante volte hai dovuto sentire le budella di qualcuno che si aprivano tra le tue fauci per sopravvivere... eh? Scommetto mai...
    Più lei si opponeva, più il drago la spingeva contro il muro per farla sentire in trappola, per toglierle ogni genere di libertà. Fu spietato e maligno, specialmente quando iniziò a percepire quel morbido culetto dimenarsi davanti al suo cazzo, apprezzandone la perfezione non solo all'occhio ma anche al contatto. Era davvero uno spettacolo, cosa che gli strappò un ghigno divertito mentre si portava alla bocca quelle dita sporche, leccandole come farebbe una bestia famelica.
    Però sono contento di non averti morso il culo... sarebbe stato un peccato rovinarlo. Mi ci divertirò molto di più così!
    Gridò, quasi ruggendo, spingendosi anche col bacino in avanti per stringerla contro il muro, mentre la mano sinistra le afferrava i capelli con forza costringendola a piegare il capo, e solo il capo, all'indietro, così che potesse vedere il buio della notte, le luci soffuse del vicolo e nient'altro se non gli occhi maligni di Kain che la fissava come un predatore insaziabile. La mazza enorme di quell'essere non aveva niente di umano e a quel punto, privatola di qualsiasi indumento, scivolava tranquillamente sulle sue natiche come se fosse un tenero giaciglio per la sua immensità. Lui si muoveva appositamente per stuzzicarla, voleva farle sentire quanto potesse essere piacevole essere in cima alla catena alimentare, lo avrebbe espresso con pulsazioni, con durezza e con un calore inconfondibile. Ridacchiò ancora maligno mentre la costringeva a piegarsi all'indietro e fissarlo negli occhi.
    Vediamo... cos'altro non hai provato? Oh si... magari potresti provare a supplicarmi. Di solito non funziona ma i draghi hanno un debole per gli esserini piccoli e servili... tu poi hai una voce stupenda. Magari potresti incantarmi? Avanti prova... sono curioso!
    Spietato, la spronò a darsi da fare tirandole i capelli e spingendo più forte con il bacino, voleva che sentisse distintamente ogni singolo centimetro del suo cazzo: doveva rendersi conto di cosa aveva davanti, non poteva semplicemente scoparla e basta, doveva farle pregustare il momento temendo l'istante in cui sarebbe arrivato, doveva covare un timore profondo per la sua verga perché era troppo grossa e troppo dura per lei, solo così avrebbe temuto profondamente il momento in cui l'avrebbe violata.
     
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    Kain era decisamente più forte di lei, ed in quel momento Sheba stava provando la fragilità di essere una donna, di essere così minuta rispetto a lui. Non riusciva a liberarsi, la sua mole le impediva i movimenti più basilari. Era troppo alto quindi non avrebbe potuto calciarlo con il tallone contro i testicoli magari per destabilizzarlo e spingerlo via. Oltretuto anche se ci avesse provato a farlo avrebbe avuto una bruttissima sorpresa dato che i draghi non avevano i testicoli all'infuori come gli umani. Standole alle spalle ed appiccicato adosso non poteva usare le braccia per colpirlo, i gomiti non arrivavano con la giusta forza contro i suoi fianchi. Era spacciata, sarebbe finita vittima di lui, inerme e sconfitta. Perché doveva finire così? Kain era pure un bell'uomo in altre circostanze probabilmente si sarebbe lasciata sedurre, invece lui si stava prendendo tutto con la forza, pensando di darle una lezione.
    Non sono un drago, anche io ho dovuto lottare per sopravvivere. Cosa ti credi che mi metto a salvare la gente perché fa figo? protestò stizzita per poi lamentarsi di nuovo nel sentire il cazzo di Kain che si spalmava contro le sue natiche. Era bollente e le sembrava anche fin troppo grosso, le sembrava che fosse perfino più grosso di quello che aveva visto ad Iceringer, che aveva sentito di Iceringer. Aveva paura, ma quando Kain si portò le dita alla bocca per saggiare i suoi fluidi arrossì vistosamente, vergognandosi da morire. Perché aveva leccato i suoi fluidi? Pensava che la disprezzasse, invece con quel gesto le fece capire che dopotutto non c'era solo un intento maligno di umiliarla in cio che stava facendo. Le piaceva davvero farle ciò che le stava facendo ed i suoi apprezzamenti non facevano altro che agitarla di più. Si lamentò con i denti stretti quando si sentì tirare per i capelli costringendola ad assumere una posizione dolorosa e scomoda. Kain avrebbe visto nei suoi occhi la paura, nonostante stringesse i denti per farsi forza continuava a rispondergli a tono a "lottare" con il suo cuore per non soccombergli. Lo guardò negli occhi sfidandolo quasi con lo sguardo, ma quell'intento morì subito quando lo sentì muoversi per strusciarle addosso il suo enrome cazzo. Chiuse gli occhi e le scappò una specie di lamento stizzito a denti digrignati. Il suo corpo tremava si spingeva contro il muro ma non aveva modo di fuggire a quel contatto che si faceva più pressante, più caldo. Le sue unghie stridevano contro il muro, ed i suoi lamenti si facevano sempre più disperati man mano che lui le faceva sentire ogni centimetro del suo cazzo. Si sentiva come se la stesse sporcando, togliendole qualsiasi visione romantico o dolce di una cosa così carnale e istintiva. Le chiese di supplicarla, mentre gli occhi di lei si facevano lucidi e la voglia di piangere la assaliva prepotente. Continuò a resistere, a non farsi sopraffare, ma la sua voce tremava.
    Ti prego... non farlo. iniziò e si vergognò di sentire la sua voce così fragile.
    Perché mi fa questo? Vuoi davvero abbassarti al livello di chi hai picchiato prima? provò sentendo la voglia di piangere diventare ancora più forte.
    Io non ti ho fatto niente. Non sono io il tuo nemico. Ti prego... lasciami andare. aprì gli occhi di nuovo per vederlo, per cercare un briciolo di pietà nei suoi occhi. Le aveva salvato la vita, non poteva davvero essere così crudele.
     
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    Le stava provando letteralmente tutte, era all'angolo, faceva quasi pena a quel punto. Della guerriera che si era battuta con le unghie e con i denti fino a quel momento non restava niente, c'era solo una ragazzina terrorizzata che poteva scegliere solo tra il supplicarlo di sua iniziativa, o supplicarlo perché aveva sinceramente paura... nessuna differenza ai fini del drago. La stretta sui suoi capelli si strinse, costringendola a tirarsi su, se aveva voglia di piangere Kain gliele avrebbe spremute fuori a forza quelle gocce dagli occhi, tutto per costringerla a fissarlo direttamente, in modo che non potesse schiodare lo sguardo da quel vermiglio pieno di sangue che sembrava voler riflettere la sua stessa anima.
    Abbassarmi al loro livello? Nemici? Che cazzo di viaggi ti sei fatta ragazzina? Non c'è nessun livello... non c'è nessun nemico. Vuoi vedere il volto del tuo unico avversario in questo momento? Guardalo... guardalo attentamente...
    Rimase con gli occhi spalancati, costringendola a fissare. Sembrava volesse indicarsi da solo, ma osservando attentamente Sheba avrebbe visto qualcos'altro: il riflesso di una maschera di lacrime, paura e sofferenza, incapace di difendersi, inesorabilmente debole ed inerme di fronte alla malignità di quel momento: lei era il suo stesso nemico.
    La vedi? Quella faccia debole e disperata... quello è il tuo nemico. Quello che farò, sarò col preciso scopo di umiliare e fare a pezzi quella faccia, così che quando troverai la forza per rialzarti sarai diversa, migliore, forse perfino più forte. Quindi tra me e te... quello che sta facendo qualcosa di buono qui sono io!
    Sheba non poteva riuscire a colpevolizzarlo perché dal suo punto di vista Kain non aveva fatto assolutamente niente di sbagliato, né lo stava per fare. Quello che stava per accadere era una spietata quanto realistica lezione di vita, tanto per farle capire la differenza tra un colpo di fortuna, come quello che avevano visto la madre e il figlio, e un colpo di sfortuna, come quello che stava subendo lei. Gradualmente ma con irruenza, il bacino del drago nero si abbassò così che la sua verga poté scivolare sulle carni morbide di Sheba, gustandosi le sue morbide natiche con la cappella che sfiorò prima l'ano e poi il perinei, infilandosi tra le sue gambe approfittando dei spasmi della ragazza per potersi sfregare sulle sue grandi labbra e sbucare dal suo monte di venere. Quell'enormità spingeva con forza anche senza averla penetrata e lui le toglieva qualsiasi forza di controbattere. La destra, libera dalla presa dei capelli su Sheba tenuta solo dalla mancina, si spostò sul suo petto dove iniziò a tastare con forza e irruenza indisponente il suo seno, non di certo prosperoso ma indubbiamente piacevole. I movimenti del bacino non si arrestarono, anzi sembrava volerla continuare a stimolare, qualcosa a cui Sheba non poteva opporsi semplicemente perché il suo corpo stava reagendo alla maledizione di Kain e non c'era nulla che potesse fare per arginarla. Quando l'intimità della ragazza iniziò a perdere fluidi lubrificandolo a dovere, tutto divenne molto più facile e Sheba poté sentire i muscoli pelvici del drago adagiarsi contro le sue morbide natiche mentre la verga scivolava fuori dalle sue grandi labbra come un intruso, sempre più facilmente, trovando tra l'altro un piacevole appoggio a giudicare dall'insistenza con cui il drago di faceva avanti. Adorava il corpo di quella ragazzina. Iniziò a ridacchiare, spietato, mentre la presa sul suo seno si fece meno forte, come a volerle lasciare un pò di respiro, alleggerendo perfino la presa sui capelli.
    Oh andiamo... non sono un mostro. I veri mostri fanno tutt'altro. Facciamo così. Se mi darai un bacio passionale ti lascerò andare, d'accordo? Mi piaci, non me ne andrò a mani vuote, ma mi accontenterò di un bacio se mi assecondi... ok?
    Il tono di voce era leggermente più calmo, la sua presenza meno opprimente, sembrava come se un'intensa tempesta si fosse placata di colpo e ora non restassero che poche gocce a testimoniare ciò che era passato. Kain l'avrebbe liberata in cambio di un singolo gesto di sottomissione, il drago quindi si avvicinò alla sua testa, chinando il capo alla ricerca di uno scambio tra le loro labbra, allungando la lingua solo quando si sarebbero incrociati. la lingua di Kain era più lunga e massiccia di quella di un essere umano, oltre che ad essere più calda, quindi avrebbe potuto avvolgere quella di Sheba senza problemi, concedendole un bacio davvero unico nel suo genere.
     
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    Sheba continuava a lamentarsi, e lui non sembrava voler sentire ragioni, ogni cosa che diceva sembrava sbagliatissima secondo il punto di vista di Kain. La intimò di guardare, di osservare il vero nemico confondendo la ragazza che aprendo gli occhi lo vedeva che la fissava intensamente. Non capì subito, quando però poi le chiese se vedeva quella faccia disperata iniziò a capire che parlava di lei, della sua debolezza. Le stava mostrando la propria immagine riflessa nei suoi occhi e le sembrò di rivedere la stessa ragazzina che era stata salvata da Iceringer e Vega. Non era cresciuta per niente dopotutto, lui era riuscita a farla sentire di nuovo impotente come allora. Le rigirò la frittata dicendole che ciò che le stava facendo non avrebbe fatto altro che renderla più forte, quindi non stava facendo altre che bene. Sheba ovviamente non era d'accordo e lo guardò scettica e confusa.
    E quindi vuoi darmi una lezione violentandomi?! fece non riuscendo a smettere di tremare, sentendosi sempre più confusa. Perché si era fissato con lei? Perché aveva deciso di volerle dare una lezione di vita in quel modo? Le sembrava che suonasse tutto così falso, usava belle parole ma ciò che stava facendo era imporsi con la forza su di lei. Non la conosceva nemmeno e pretendeva di sapere come vivesse. Odiava questa sua arroganza verso di lei. Trasalì quando sentì il cazzo spostarsi e premerle sull'ano e poi scivolare fra le sue cosce strusciandosi lascivamente fra le sue carni femminili. Richiuse di nuovo gli occhi, serrando la mascella con forza facendo un lamento disperato a denti stretti. Voleva ignorare quella carne ma era impossibile, riusciva a sentire ogni centimetro, riusciva a sentire il suo calore e la sua forza. Era la prima volta che un membro maschile entrava in contatto così intimo con lei, senza veli. Fu una sensazione del tutto nuova per lei, e la terrorizzava. Era enorme, era sicura che le avrebbe fatto molto molto male. Kain avrebbe sentito le sue gambe tremare più forte, la schiena farsi tesa. Quando le liberò la testa poggiò la fronte contro la parete di fronte a lei serrando gli occhi, sussultando ancora quando la mano del drago le afferrò un seno. Sheba aveva una quarta, quindi un seno abbastanza florido che gli riempiva il palmo della mano. La paura ed il freddo le avevano fatto inturgidire i capezzoli. Come se non bastasse lui iniziò a muoversi con il bacino sfregandogli addosso la sua erezione, facendole sentire come le sue carni rispondevano a quella stimolazione inumidendosi. Si era sempre masturbata sfregandosi in quel modo osceno su oggetti duri, quindi si sorprese a scoprire che le stava piacendo. Se ne vergognava e si sentiva terribilmente in colpa con se stessa. Come poteva trovare piacevole una cosa del genere? Come poteva pensare che fosse bello quando lui aveva intenzione di strapparle via la sua prima volta con violenza? Era una depravata? Era sbagliata? Che le stava succedendo? La povera Sheba non poteva sapere che per colpa dell'influenza del drago il suo corpo diveniva più sensibile. Iniziò a piangere, non riuscì in alcun modo ad arrestare le lacrime: si sentiva sporca, si sentiva inerme.
    Ti prego. fece con un filo di voce per non singhiozzare in modo vergognoso. Lo sentì poi stringere di meno, sia sul seno che sui capelli, rallentò perfino il movimento dei suoi fianchi e Sheba si voltò molto lentamente verso di lui, con lo sguardo spaventato e in allerta. La colse totalmente alla sprovvista, lo guardava come se non riuscisse a credere alle sue parole. Quindi era tutto un bluff? Voleva solo farla piangere? I suoi occhi si accesero di speranza, quindi la lasciava andare davvero? Che scelta aveva a quel punto? Non si sentì infuriata come invece avrebbe pensato. Per un assurdo motivo si sentì graziata, e annuì lentamente con la testa per poi voltarsi e dargli ciò che le aveva chiesto. Posò le sue labbra contro quelle di Kain, anche un tantino goffamente dato che era ancora travolta dalle proprie emozioni. Prima si poggiò soltanto e quando sentì le labbra di Kain schiudersi seguì il suo esempio prima di venire invasa dalla sua lingua calda e massiccia. Mugugnò sorpresa quando si sentì riempire la bocca, ma obbedì docilmente ricambiando il bacio come meglio poteva. Sorprendendosi nel sentire quella lingua avvolgersi alla sua in modo bestiale. Non aveva mai baciato nessuno in quel modo e le girò la testa.
     
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    Appena le loro labbra si unirono, la presa sui capelli di Sheba si fece di nuovo decisa, ma non violenta come prima. Piuttosto sembrava quasi volerla accompagnare verso di sé, e fu una lunga discesa verso la lussuria. Kain non l'aveva ingannata, era davvero disposto a lasciarla andare dopo quel bacio, tuttavia c'era un trucco malefico in quel piano che non esitò a mettere in pratica: man mano che il loro bacio cresceva e si intensificava, lui tornò a muoversi con maggiore decisione su di lei, gustandosi quelle carni pregiate e morbide tra le dita della mano destra, facendole sentire il vigore di un uomo possessivo che sembrava volerla fare sua a tutti i costi. Il respiro del drago si infrangeva sulla sua pelle mentre sembrava volerle scavare dentro, enfatizzando quel bacio con dei leggeri suoni gutturali, sembrava stesse mugugnando, o più semplicemente voleva spingerla a farlo, succhiando avidamente le sue labbra e stringendole con le proprie in un perverso abbraccio, mentre la lingua si faceva sempre più invasiva. Fu graduale, stava cercando di farglielo piacere, o meglio la stava obbligando a farlo con una tecnica che per una verginella era assolutamente imprevedibile ed irresistibile. E più la sua lingua avvolgeva quella di Sheba facendola sentire totalmente in balia del desiderio del drago, più il suo corpo tornava a muoversi contro di lei. Inizialmente fu lento, lentissimo, quasi impercettibile visto che il piacere era completamente dislocato sulle labbra di Sheba e sul suo seno, sarebbe stato difficile per lei concentrarsi unicamente sulla sua intimità e accorgersi che Kain aveva ripreso a muoversi sulla sua intimità, facendo sfregare gradualmente quella verga immane ed eccitata. Voleva scaldarla, renderla dipendente dalla usa saliva, il bacio di Kai non aveva niente di puro e casto: aveva un sapore che dava assuefazione, la scaldava facendole dimenticare il freddo di un'umiliante denudazione forzata, mentre la mano imponeva la sua supremazia, le diceva "sei al sicuro, ma sei mia" e deformava le morbide carni del letto di Sheba come se volesse affondarci dentro di artigli, senza però farle male. Quando il cazzo del drago nero iniziò a pulsare, però, Sheba sarebbe stata assalita da altri sentimenti e consapevolezza: si sarebbe resa conto che si muoveva con attenzione crescente, lasciando che la sua mazza si riempisse di umori dalla punta fino alla base. Pulsava con forza quando arrivava a sfiorare le grandi labbra con la punta, in modo che si impennasse verso il clitoride oramai turgido, dandole una nuova stimolazione. Quando poi spingeva di nuovo in avanti, facendo scivolare la punta marmorea e bollente sul monte di venere della ragazza, il bacino muscoloso di Kain si adagiava sulle sue natiche dapprima semplicemente facendo pressione, poi imbastendo un movimento vagamente circolare, simile ad un massaggio, dove la sua verga pulsava ancora e il suo calore massiccio si adagiava su quel morbido e perfetto culo gustandoselo immensamente. Era stato graduale, ma adesso la macchina del piacere era accesa e funzionava sempre più velocemente. Kain non la stava di certo stuprando, ma in quel modo l'avrebbe obbligata a provare sensazioni a cui non era abituata, mandandole totalmente in pappa il cervello. Un Blackwing non rinuncia mai al tesoro che ha visto e desidera ardentemente, Kainhurst non faceva eccezione. Quando il movimento del bacino fu così intenso da trasformarsi in molto di più di una masturbazione, Kain si staccò finalmente da lei, tenendo la bocca spalancata e la lingua fuori dalle labbra, lasciando che un grosso e denso filo di bava li lasciasse uniti ancora un pò, mentre lui stimolava i sessi di entrambi con decisione. Sembrava stessero già scopando, lei stessa poteva percepire che quelle pulsazioni aumentavano per il piacere, ma sul volto di Kain c'era ancora una maliziosa calma che a quel punto si trasformò in un tono quasi pacato, ma profondo come la caverna di un drago malefico disposto a tutto pur di ingannarti...
    Ragazzina... dimmi il tuo nome...
    Il fiato bollente di Kain scivolò di nuovo su di lei, dato che la presa sulla testa si era allentata, sarebbe sceso dalle sue guance fino al collo, le spalle e l'avrebbe attraversata come una lunghissima leccata su tutta la sua pelle bruna e invitante. La mazza del drago avrebbe continuato a stimolarla, era tutto molto più intenso di qualsiasi altra masturbazione avrebbe potuto mai provare in vita sua, eppure per quanto piacevole non c'era spazio per nessuno orgasmo prematuro, come se qualcuno o qualcosa le stesse impedendo di raggiungerlo. Con quel tono di voce profondo e lo sguardo penetrante, Kain non smise un solo istante di muoversi e di stimolarla, aspettando una risposta da parte di quella maledetta ragazzina che oltre a fargli perdere un sacco di fiato, ora lo aveva portato a fare di tutto pur di poterla avere a causa del suo fascino unico. Cedere alle tentazioni, per un drago come lui, era tutto meno che una colpa...
     
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    Pensò che il bacio richiesto non sarebbe durato così tanto, che sarebbe stato uno scambio di saliva e labbra molto più rapido di così. Magari una specie di saluto prima di lasciarla andare. Invece Kain decise di volersi godere ogni singolo momento, senza alcuna fretta gustandosi ogni reazione e ogni sospiro di Sheba. La ragazza inizialmente era titubante, dopo qualche secondo si ritrovava a pensare che doveva rallentare il ritmo del bacio così potessero separarsi, ma ogni volta che tentava di farlo la lingua di Kain affondava nella sua bocca, le sue labbra si premevano contro le sue. Le mani di Kain sembravano serrarla con meno ferocia lasciandola libera di potersi muovere ma senza farla scappare via. E mentre le loro labbra si incrociavano si rese conto di una cosa a cui non aveva pensato quando aveva annuito verso di lui. Era il suo primo bacio vero con un uomo. Con Elimona aveva fatto pratica, anche se effettivamente il bacio di Kain era tutt'altra cosa vista la sua natura. Quello però era il suo primo effettivo bacio con un'altro ragazzo. Gli aveva detto di sì, pensando unicamente al fatto che avrebbe smesso di torturarla in quel modo, non aveva pensato affatto al gesto in se per sé. Aveva sempre immaginato che il suo primo bacio sarebbe stato romantico, sarebbe stato dolce come lo era stato con Elimona, invece aveva un sapore del tutto diverso. Non sapeva se quella tecnica che usava Kain fosse così esperta, ma stava avendo uno strano effetto su di lei perché si sentiva scaldare. A quel bacio poi si aggiunse di nuovo la verga di Kain che tornò a sfregarsi contro le sue carni. Mugugnò allarmata quando lo sentì di nuovo muoversi, ma lui non le diede modo di prestare troppa attenzione a ciò che succedeva fra le sue cosce, ubriacandola con la sua lingua in bocca. Sembrava quasi volesse distrarla da ciò che le faceva fra le cosce, come se infondo si stesse prendendo più di quello che aveva chiesto senza il suo permesso e non volesse fargliene accorgere. Sheba si sentiva sempre più confusa: cosa voleva fare? Le aveva detto che non era un mostro e che l'avrebbe lasciata andare ma la sua bocca continuava a divorarla lussuriosamente, mentre lo sentiva scivolare sempre più voglioso fra le sue carni agitando il suo cuore che non sapeva cosa aspettarsi. Tuttavia non sembrò volerla penetrare, continuando invece a muoversi contro di lei più veloce, più forte. Non faceva assolutamente male, e se prima la paura le aveva impedito di provare piacere, la sua insistenza stava plasmando pian piano i suoi sensi. Iniziava ad inumidirsi sempre di più, la clitoride era turgida e veniva stimolata continuamente dal passaggio di quella carne perversa dandole brividi intensi che la turbavano. Le stava piacendo e se ne vergognava sempre di più. Il suo respiro si fece più pesante, quando poi iniziò perfino a ruotare il bacino e sentì la verga allargarle le carni e la clitoride che veniva torturata dalla pressione le scappò un mugugno di piacere e sorpresa, misto alla paura. Perché era così bello? Non avrebbe dovuto farle schifo? Il suo corpo reagiva contro la propria volontà, non riusicva a crederci. Non riusciva a credere che potesse provare una simile sensazione. Infine lo sentì allontanarsi per mettere fine al bacio, e per i primi centimetri lo inseguì perché sapeva che nel momento in cui le loro bocche si separavano avrebbe emesso un suono osceno. Non voleva farglielo sentire ma i centimetri ad un certo punto finirono e le loro labbra si separarono e lei emise un piccolo rantolo di piacere espirato. Si vergognò ancora e si girò con il volto verso il muro per paura che lui si accorgesse della sua faccia, di cosa le stava facendo provare in quel momento. Le chiese il nome, e lei strinse i denti e le labbra cercando in tutti i modi di trovare un tono che potesse sembrare il più normale possibile.
    Shebah disse ma il suono che uscì non le piacque per niente, troppo lascivo, ansante, che aveva tradito cosa stava provando il suo corpo. Se ne vergognò così tanto che pose la mani a coppa davanti a lei e vi nascose il viso ormai paonazzo non solo per il piacere che le si muoveva in corpo incontrollato, ma anche per il profondo imbarazzo. Stava per chiedergli se la lasciasse andare ma la lingua bollente di Kain che si posò sulla sua pelle la fece rabbrividire. Non osò muoversi, per paura di dare messaggi contrastanti o di provare maggiore piacere facendolo. Era tesa come la corda di un violino, ed attendeva la sua condanna.
     
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    Poteva nascondersi e voltarsi quanto voleva, ma Kain aveva impresso quel singolo e prezioso istante in cui la sua faccia aveva mostrato un istante di debolezza, non aveva bisogno d'altro. I suoi versi avrebbero evocato ancora e ancora quell'immagine, senza ombra di dubbio, per questo non smetteva un solo istante di muoversi sulle sue carni, facendo scivolare rumorosamente quella verga tra i suoi fluidi producendo dei suoni semplicemente osceni. Davvero una magnifica sensazione, che Kain voleva prova ancora e ancora. La tortura, per quanto piacevole fosse così dovevano chiamarla, lo stava eccitando moltissimo e soddisfacendo anche più della semplice penetrazione. Ma la vera ricompensa erano le reazioni di Sheba, che oltre ad essere totalmente impotente davanti a lui, era resa arrendevole dalla sua inesperienza e dalla debolezza dimostrata in quella situazione. Magnifico. Senza smettere di muoversi tra le sue cosce, Kain allungò le mani verso i polsi di Sheba, costringendola ad abbassarli per impedirle di nasconderli. Voleva obbligarla a fissarlo.
    Bene Sheba... voglio chiederti una cosa... ma guardami in faccia quando mi parli chiaro?
    Avrebbe continuato a torturarla in quel modo, aumentando il numero di pulsazioni davanti alla sua deliziosa e oramai grondante intimità, fino a che non si sarebbe voltata verso di lui prestandogli la dovuta attenzione. Kain aveva una domanda da farle ma prima di porla si assicurò di avere tutto nel posto giusto: le mani scivolarono fino ai fianchi della ragazza dove poté finalmente afferrare quelle morbide e perfette natiche. Un culo così perfetto non lo aveva mai sentito sotto le dita prima d'ora, era uno spettacolo, spingerla verso di sé per saggiarlo meglio sui suoi tonici e vogliosi muscoli venne spontaneo e quasi violento, ma al di fuori di qualche piega formata dalla presa delle dita del drago nero, Sheba non subì nessun genere di danno. Il corpo del drago sembrava rilassarsi su di lei e al contempo diventava sempre più caldo e duro, quasi come se avesse voluto avvolgerla. Il calore oramai aveva cancellato del tutto il freddo pungente di quel vicolo, sembrava quasi che Sheba non fosse nemmeno compressa su un asettico muro ma più su un caldo e avvolgente giaciglio. Kain non l'avrebbe interrogata subito, le avrebbe fatto assaporare quelle sensazioni istante dopo istante, costringendola a fissarlo negli occhi mentre lo faceva, accennando quell'enigmatico sorriso tra il perverso e il compiaciuto, a malapena accennato. Non serviva ordire un piano più articolato, era tutto maledettamente semplice, e quando si sarebbe assicurato che quella fighetta vergine fosse davvero bagnata, il clitoride turgido e la carne di Sheba vogliosa, lui le avrebbe fatto la domanda giusta:
    Vuoi davvero che mi fermi...?
    Appena pronunciò quelle parole, la presa sulla sua carne si fece più lenta, i movimenti del bacino rallentarono gradualmente, smettendole di darle piacere e di farle sentire il suo corpo addosso. Fu come se un corpo immerso nella neve, scaldato adeguatamente da un caloroso falò, fosse trascinato verso la fredda boscaglia lontano da quel prezioso giaciglio. Più Kain rallentava, più il calore spariva, più il piacere che Sheba aveva iniziato ad apprezzare fino a quel momento si affievoliva. Se avesse trovato la fermezza di farne a meno, di rinunciare a quel trattamento, avrebbe potuto rispondere a Kain e, per diana, l'avrebbe lasciata andare... ma se invece non trovava la forza di mentirgli, e finiva col cadere nell'inganno della sua stessa, perversa onestà, allora quell'incontro avrebbe preso una piega molto, molto diversa.
     
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    Sheba si vergognava da morire, non riusicva a credere che provasse piacere, che le piacesse farsi trattare in quel modo. Era confusa e spaventata al punto che reprimeva perfino Ariel nel profondo della sua mente per non sentire nessuna delle sue parole. Sapeva che se l'avesse lasciata parlare si sarebbe sentita morire dalla vergogna perché avrebbe messo in primo piano ciò che più temeva. L'avrebbe costretta ad affrontare quella situazione, ad ammettere a se stessa che il suo corpo gradiva. Ecco perché nascondeva il suo viso fra le mani, sperando che lui pensasse che fosse solo spaventata, ma quel bastardo le afferrò i polsi per liberare il suo volto paonazzo. Nel stringerle i polsi lui si sarebbe accorto che tremava, che era tesa. Le si bloccò il respiro in gola quando le chiese di guardarlo, perché voleva chiederla una cosa. Non voleva farlo, perché sapeva che se lo avrebbe guardato non avrebbe più controllato le proprie emozioni, i propri pensieri, ma che scusa poteva però dargli per non guardarlo? Non ne aveva, e non voleva chiedere aiuto ad Ariel. Sperò che probabilmente le avrebbe chiesto se lo perdonasse per come l'aveva trattata, per il morso che le aveva dato. Sì forse voleva che lo perdonasse perché si era infuriato con lei e non voleva che se ne andasse via odiandolo, quando magari invece voleva solo davvero darle una piccola lezione. Forse un po troppo da terapia d'urto, ma comunque ai suoi occhi efficace. Sheba quindi dopo un momento di esitazione si voltò verso di lui, inizialmente fissava un punto sul petto del drago notando i suoi segni rossi, la muscolatura tonica, ma sapeva che voleva che lo guardasse negli occhi per poterle porre la domanda, così lo sguardo salì sul collo virile, sul mento, su quelle labbra che aveva avuto modo di saggiare, i segni rossi sul volto e poi i suoi occhi ferali, magnetici e profondi. Arrossì nel accorgersi che nonostante tutto, si sentiva attratta da lui, lo trovava bello, crudele nei suoi modi ma bello. Gli occhi di Kain avevano l'aria di chi avesse visto tante cose brutte, che aveva lottato sempre, continuamente per non soccombere al suo destino. Sembrava nascondere un profondo dolore che seppelliva continuamente nel fondo del suo animo, ma allo stesso tempo erano occhi di chi aveva deciso di prendersi il suo posto nel mondo, di chi non voleva più avere paura che era pronto ad uccidere i propri demoni. Sheba invece aveva gli occhi di un essere puro, innocente, occhi che probabilmente Kain aveva visto poche volte nella sua vita. Occhi totalmente diversi da quelli che aveva visto in Sarsha o in Mordred. Nascondevano forza, ma anche una grande fragilità. Era giovane ma custodiva una forza vitale impressionante, uno spirito combattivo raro. Kain non aveva tutti i torti a pensare che fosse ancora ingenua, che se fosse finita nelle grinfie di qualcuno davvero crudele l'avrebbe distrutta, privando il mondo di una piccola luce calda. Sobbalzò quando la afferrò sulle natiche con forza, facendole sentire il suo corpo muscoloso premerle addosso, la sua carne farsi ancora più dura contro le sue burrose labbra vaginali. Poi vide quel sorriso che aveva visto anche in Elimona, ma aveva qualcosa di diverso, come se le stesse tendendo una trappola e chissà perché trovava quell'espressione irresistibile, al punto che per un solo momento si ritrovò a pensare di volerlo baciare ancora, ma soffocò quell'idea dicendosi che era una follia, che fosse una idiozia totale. Si sentiva totalmente smarrita fra le sensazioni che le dava il suo corpo e l'idea che doveva considerarlo come un nemico. Infine le fece la domanda che non si aspettava, o che forse non voleva assolutamente sentire. A quel punto arrossì ancora di più per quanto le fosse possibile, sentì le orecchie diventare incandescenti, lo sguardo vacillò mentre il cuore batteva furioso nel petto. Desiderò ardentemente che quel muro diventasse melma e la inghiottisse portandola via da quella situazione assurda. Si voltò di nuovo di scatto poggiando la fronte contro il muro con gli occhi sbarrati per l'estremo imbarazzo che venne espresso da un verso frustrato a denti stretti. Lo sentì fermarsi, rallentare e sembrava pronto a lasciarla andare via. Il suo cuore ebbe un mancamento, sentì freddo ed ebbe la stessa sensazione di quando le toglievano una coperta bruscamente mentre si dormiva facendola sentire vulnerabile. Sarebbe finito tutto, avrebbe smesso di sentire il suo corpo contro il suo, avrebbe smesso di sentire piacere e la clitoride protestava annebbiandole il cervello.
    No! disse in un rantolo, dando poi una piccola testata contro il muro: non era quello che doveva dire, ma era uscito spontaneo come respirare.
    Sì!... No... Non lo so, non lo so, non ci capisco più niente! il suo tono sembrò piagnucoloso, era davvero confusa. Ne voleva ancora, voleva sentire il proprio corpo scaldarsi contro quello di Kain, ma allo stesso tempo non voleva ammetterlo a se stessa. Non era tutto sbagliato? Lo era stato anche con Elimona, pensava che fosse tutto sbagliato ed invece poi era stato meraviglioso. E se anche con Kain sarebbe stato lo stesso? E se invece non lo fosse stato? Come poteva non essere bello se anche senza volerlo direttamente provava quelle sensazioni meravigliose? Si spinse con il bacino all'indietro per sentirlo di nuovo scorrere fra le sue carni, mentre si mordeva forte il labbro inferiore consapevole che probabilmente quel piccolo movimento poteva sembrare un invito a continuare. Che stava facendo? Perché nessuno veniva a salvarla da se stessa?
     
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    Era divertito da quella situazione, Sheba gli stava dando grandi soddisfazioni che non si aspettava proprio, era convinto che l'avrebbe sentita piagnucolare ancora, o semplicemente impazzire, invece dava l'idea di volersi aggrappare disperatamente a qualsiasi cosa stesse facendo in quel momento, come se avesse davvero un ideale da proteggere. I suoi occhi lo riflettevano distintamente e anche se Kain non poteva condividerlo era lì, palese. provava molta invidia verso di lei, verso quella fermezza e purezza votata unicamente a quel coraggioso obbiettivo, e più quell'invidia lo alimentava, più la fiamma che ardeva dentro di lui si innalzava, volenteroso e deciso a frantumare quell'ideale una volta per tutte, come se non riuscisse ad accettarlo. Non la fermò. Non la zittì, né si impose di nuovo su di lei, doveva lasciarla cuocere nel suo brodo ma quando la sentì spingersi di nuovo su quella verga lui stesso si lasciò sfuggire uno spasmo di piacere, quel culo era semplicemente troppo perfetto per restare indifferente. Tuttavia, aveva ancora il coltello dalla parte del manico, poco ma sicuro. Si piegò verso di lei, posando un braccio sulla parete che Sheba sembrava abbracciare con tanta fermezza, imponendosi sul suo capo per parlarle sempre più vicino. Come se volesse scivolare nei suoi pensieri ed insinuarsi nei meandri più profondi della sua mente.
    Lo stai facendo di nuovo Sheba... cosa ti ho detto? Devi guardarmi negli occhi quando ti parlo. Se vuoi che la smetto devi solo voltarti verso di me e dirmelo...
    Ridacchiò malefico, tornando poi ad allontanarsi da Sheba. Per quanto fosse difficile anche per lui, non le avrebbe di certo concesso una mezza sconfitta. No, doveva perdere su tutta la linea a quel punto non c'erano mezzi termini. Avrebbe allontanato il suo bacino gradualmente, il più possibile, anche staccandosi da lei se necessario, facendole sentire di nuovo la cappella che scivolava tra le grandi labbra e assaporava le sue deliziose natiche, fino a tornare sull'attenti davanti al ventre muscoloso del drago. I segni sul suo corpo erano accesi e incandescenti come il fiato bollente del drago. Era senz'altro una novità per Sheba, il fiato di un uomo è di per sé diverso al respiro delicato di una donna, ma quello di un drago... era davvero unico. Come se non bastasse, il sangue della ragazza avrebbe ribollito dentro di lei: più quel "contentino" le veniva privato, più sentiva di volerne di più. L'unico modo per costringerla a sbagliare era tentarla, e visti i natali di Kain lui sapeva senz'altro come si faceva. Non era uno stupro, forse, ma di sicuro le scelte di Sheba non erano del tutto spontanee e malignamente manipolate. La vera domanda era... avrebbe trovato la forza di resistergli? Ma più che la voglia... era una questione di volontà. Quel drago la desiderava, voleva cedere al fascino della ragazza proprio come lei, quindi perché non abbandonarsi? Quella verga marmorea era la testimonianza del desiderio che lo alimentava. Perfino una verginella come quella ragazzina poteva arrivarci.
    Sheba... girati e Rispondimi.
    L'ultima frase sfumò verso la sua voce di drago, più profonda e potente che mai, che rimbombò nella mente della ragazza zittendo ogni suo pensiero, o influenza della sua IA.
     
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    Lo spasmo di piacere che espresse il drago quando si premette contro di lui la emozionò facendole mancare un battito. Era stato un suono così dolce dopo tutta quell'amarezza che se ne sentì avida. Fissava la superficie rugosa del muro ma riuscì a percepire perfettamente i movimenti del drago che posò un braccio su di esso avvicinandosi a lei. La sua voce le entrava nelle orecchie come una melodia che la incantava, il suo fiato caldissimo le carezzava la pelle e si sentiva inerme, si sentiva eccitata come non lo era mai stata. Non aveva la minima idea dell'influenza di quel malefico drago che giocava sporco. Quando lo sentì scivolare via da lei, privandola anche del contatto fra le loro carni, le mani di Sheba si serrarono sul muro mentre il suo corpo le urlava di non lasciarlo andare. Difatti strinse le cosce una all'altra come se avesse voluto intrappolarlo lì dove era ma era troppo bagnata e lui scivolò via. Tremò lottando contro la voglia di spingersi indietro, ma non ci riuscì del tutto perché staccò la fronte dal muro, e si avvicinò a lui, anche se non osò cercare il suo tocco sulle natiche. Si girò verso di lui e le sembrò la cosa più difficile al mondo da fare, si sentiva come ubriaca. Si voltò anche con il resto del corpo verso di lui, i suoi occhi fissarono le labbra del drago, le desiderava. Le dita ebbero uno spasmo poiché era tentata di toccarlo, ma non lo fece tirando invece le mani verso di sé poggiando le nocche contro le proprie spalle. Non accorgendosi di quanto invece in quel momento sembrava fragile, bellissima, un frutto pronto che doveva essere raccolto. Cercò i suoi occhi, si sentiva morire di vergogna ma non poteva più mentire, non voleva che scappasse lasciandola lì da sola, nuda al freddo con i suoi sensi di colpa e le mille domande che non avrebbero avuto risposta.
    No. N-non smettere... disse avvicinandosi a lui, sentendo dapprima i capezzoli che gli pungolarono l'addome e poi i muscoli che aderirono contro il suo morbido seno, rabbrividendo nel sentire la verga del drago posarsi contro il suo ventre, dove il sangue iniettato di Kain ribolliva e la fece reagire spingendosi con tutto il corpo contro di lui, mentre le mani titubanti ed incerte cercarono di abbracciarlo. Non abbassò lo sguardo, non lo fece più ma i suoi occhi sembravano avere una muta richiesta, sembravano supplicarlo di baciarla ancora, di toccarla ancora. Se non si fosse ritratto le mani di Sheba si sarebbero posate contro la sua schiena, mentre si premeva con tutto il corpo contro quello del drago. Sheba non capiva il perché, sentiva solo il bisogno di averlo vicino. Iniziò a sollevarsi sulle punte dei piedi sperando ardentemente che lui si chinasse per baciarla ancora, e fremette nel sentire la verga che scivolava contro il suo addome.
     
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    Resistette solo un altro pò, uno sforzo inutile che il suo corpo aveva già iniziato a trasformare in desiderio, ma solo quando assaporò la privazione allora si rese conto di cosa stava perdendo, andando a cercarlo voltandosi verso il drago e ritrovandosi davanti una statua eccitata almeno quanto lei. Si aspettava forse di ritrovarsi un dominatore freddo capace solamente di darle comandi? No di certo, Kain non era il tipo, lui era un drago e si gettava nel sesso e nella carne come quando si trovava in battaglia, per lui era un confronto e un confronto senza passione, senza coinvolgimento non aveva il minimo valore, non era neanche un vizio ma un inutile spreco di tempo. La differenza tra di loro quindi era una sola: Kain non stava facendo nulla per nascondersi, mettendo anzi in evidenza quel fisico scolpito e statuario, i suoi addominali accentuati da dei capezzoli turgidi a causa della sua stessa eccitazione, non lo nascose di certo, così come non nascondeva la sua verga che ancora sporca dei fluidi di Sheba scivolava ora sul suo ventre facendole sentire quanto massiccia e vogliosa fosse. Lei era ancora titubante, teneva le mani vicine al corpo e si approssimava al drago senza fretta, mettendo in mostra il suo imbarazzo e la sua totale assenza di esperienza. Il Blackwing non poté fare a meno di leccarsi quelle labbra ghignanti, come di fronte ad un pasto succoso che non riusciva più a rimandare.
    Ora si che ci siamo...
    Commentò soddisfatto, e mentre pronunciava quelle parole i suoi occhi e i segni rossi sul corpo si accendevano, pulsando assieme alla sua verga. Sheba si avvicinò e lui chiuse le distanze, quasi a volerla schiacciare id nuovo violentemente contro il muro di schiena, ma stavolta fu una foga assai più piacevole e perversa che non brutale. Chinò il capo e si fiondò sulle sue labbra, baciandola ancora, facendole sentire la sua passione e lasciando che anche lei esprimesse la propria. Piuttosto che invaderla da subito la lasciò fare, in modo che prendesse confidenza con quella rinnovata dedizione, esplorando il calore delle fauci di un drago mentre lui stesso danzava con le labbra di Sheba alla ricerca della sua succosa saliva. Era inviolata, delicata, ma non per questo da trattare con somma gentilezza. Voleva dimostrarle che la violenza poteva anche avere sfumature piacevoli, e non come quei sadici che si torturano e mutilano a vicenda, ma piuttosto come un drago che trasforma anche l'accoppiamento in una vera e propria guerra. La sua verga nel mentre scivolava su di lei, i movimenti del bacino erano meno invadenti di prima ma più lenti e decisi, pulsavano sul ventre quel tanto che bastava per farle sentire quanto imponente fosse la sua voglia di possederla, ma lui aveva altri piani, non era di certo frettoloso. Si spinse contro di lei, petto contro petto, per quanto la loro differenza di stazza lo rendesse possibile, la mano sinistra rimase sul suo bacino stringendo quelle natiche deliziose con forza, come a volerne rivendicare la proprietà, mentre lui si spostava leggermente di lato in modo che la verga continuasse a sfregarsi su di lei, ma la mano destra trovasse lo spazio necessario per infilarsi tra le sue cosce, raccogliendo gli umori che lui stesso aveva creato impastandoli tra le dita pronte a prendersi quello che volevano.
    Ora puoi conoscere il mio nome... Kain... invocalo per avere piacere...
    Non di certo l'evocazione di un padrone, no, quel nome doveva essere pronunciato come di fronte alla divinità dragonica che lui sentiva di rappresentare. Interruppe il bacio per un istante, per poi fiondarsi su di lei, concedendoli pochi altri spazi per respirare, e per invocare il suo nome. Lui nel mentre avrebbe spinto le dita tra le sue gambe ma non partendo direttamente dalle grandi labbra, tutt'altro: scivolò dal monte di venere, dove gli artigli solcarono e circondarono il clitoride intrappolandolo in una morsa perversa, per poi andare sprofondando nella sua carne, piegandosi dentro di lei per poter conquistare una parte di quella vergine intimità. Solo l'indice e il medio, non troppo profondi, dentro quel tanto che bastava per darle piacere e dilatare quelle morbide labbra, per poi iniziare a muoversi come una cintura meccanica che penetrava le sue carni e scivolava tra le labbra e il clitoride, dandole altri inimitabili piaceri. La coda del drago nero si avvinghiò intorno alla caviglia sinistra della ragazza, una morsa simile ad una prigionia, per quanto piacevole fosse quel momento lei era pur sempre una vittima...
     
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    Lui la attendeva, paziente mentre si girava verso di lui, Sheba si sentiva così piccola, insicura e impacciata. Lui invece era saldo come una roccia, bellissimo come un dio o un demone tentatore. Sheba era sicura che non aveva pensato le stesse cose quando era intervenuto per salvarla, in quel momento però quando le si premette addosso sentì di non poterne più fare a meno di voler sentire quel corpo massiccio e caldo su di lei a lungo. Le scappò un sospiro quando lui le si spinse di nuovo contro, premendola contro la parete dietro di lei. Ed una sensazione di profonda soddisfazione la scaldò nel sentire di nuovo la bocca del drago contro la sua, non credeva che ne avesse avuto così tanto bisogno, ma sentire di nuovo il suo sapore la tranquillizzò. Dopo un primo tocco titubante poiché quasi non credeva che l'avesse assecondata, si lasciò andare gradualmente ad un bacio sempre più appassionato. Iniziò timidamente a toccargli le labbra con la lingua e poi cercò il tocco della sua lingua invadendogli la bocca, lasciando che lui la saggiasse e la ubriacasse a sua volta, eccitandosi nel sentire il suo corpo aderire al suo, la verga che si sfregava contro il suo ventre. Ovviamente riusciva a sentire quanto fosse duro e grosso, e temeva seriamente il momento in cui l'avrebbe violata, ma non poteva negare che la eccitava, le piaceva sentire quel calore e quella consistenza che si premeva contro la sua pelle. Mugugnò di voglia quando la afferrò per le natiche, ormai aveva detto che non voleva che si fermasse, ormai gli aveva rivelato che lo desiderava ardentemente, quindi perché doveva trattenersi ancora? Le mani gli carezzavano la schiena muscolosa, fino alla base della coda, poi risaliva e li spostava sui fianchi per esplorare con le dita il suo fisico scolpito, sul petto, sull'addome. Espirò pesantemente quando le dita di Kain arrivarono al suo sesso fradicio di umori. Quel tocco così sapiente le diede brividi intensi che la accesero di voglie sempre più cocenti. Si sentiva andare a fuoco e Kain riuscì a capire che apprezzava perché i suoi baci si fecero più voraci, come se gli istinti si facevano sempre più incontrollati. Lui però interruppe il bacio privandola di una valvola di sfogo di cui lei sentiva di averne bisogno. Difatti l'avrebbe trovata con lo sguardo ubriaco, le gote arrossate e le labbra socchiuse ansanti. Lo sguardo di chi sembrava volerlo supplicare di baciarla ancora. Le rivelò il suo nome finalmente dicendole che doveva invocarlo per avere più piacere, stuzzicandola con le dita che la andarono a toccare in punti sensibili. Divenne più vischiosa ed il piacere che le si mosse in corpo le strappò un gemito mentre lei inarcò la schiena. La clitoride pulsava e quando le dita di Kain si insinuarono dentro di lei tremò vistosamente mentre un gemito espirato le svuotò i polmoni. Si aggrappò con le mani alle sue braccia, i suoi occhi fecero un giro prima di puntarsi in quelli di Kain.
    Kain pronunciò con un sospiro di piacere per imparare il suono di quel nome, per memorizzarlo. Non immaginando che invece quel nome le si sarebbe inciso nel profondo come una maledizione. Timidamente la mano che aveva sul suo braccio scivolò sul fianco di Kain e timidamente andò a cercare il membro del drago. Lo sfiorò con le dita, un poco come quando si carezzava un animale che non si conosceva e di cui si aveva il timore. Dopo il polpastrelli si adagiararono anche il resto delle dita contro di esso ed infine avvolse le dita attorno a lui, spaventandosi nel sentire che anche in circonferenza era a dir poco enorme. Era la primissima volta che ne toccava uno così direttamente senza veli. Su Iceringer non aveva osato, ma adesso che stava stringendo dolcemente quelle di Kain ne divenne curiosa. Intanto la coda che si avvolse attorno alla sua caviglia avrebbe potuto sentire che tremava. Sheba avvicinò la bocca al petto di Kain per iniziare a baciarlo visto che ormai l'aveva brivata della sua bocca, non voleva rimanere senza il suo sapore troppo a lungo. Le sue labbra aderivano alla sua pelle, ansante mentre la mano timidamente iniziò a masturbarlo. Quasi non si accorse di aver raggiunto i suoi capezzoli con le labbra e quando li incontrò si scostò un momento osservandoli per poi baciarli, leccarli come le aveva insegnato Elimona.
     
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    Allargò un sorriso più compiaciuto quando la vide pronunciare il suo nome mentre lo guardava negli occhi. Inutile dire che per quanto sciocca e inesperta, quella ragazzina imparava davvero molto in fretta. Per farle capire che aveva agito bene, il drago iniziò a muoversi più velocemente con le dita dentro di lei, allargandole quel tanto che bastava per aumentare la stimolazione, senza tralasciare le burrose labbra che si scioglievano sotto i suoi tocchi sapienti, o il clitoride che pulsava tanto quanto la sua verga oramai. Verga che non rimase impunita, facile preda della curiosità di Sheba che non esitò a toccarla mentre si abbandonava totalmente a lui. Era una battaglia impari, Sheba non aveva nessun modo per opporsi né tanto meno voleva, plagiata dalla curiosità, l'inesperienza e in parte anche il sangue maledetto di Kain che le stava turbando il cervello come ben poche cose. Un vero e proprio incubo insito nella sua mente, ma il più perverso che Sheba potesse immaginare. Quando le mani furono sulla sua verga e la bocca della ragazza sul suo petto, il drago si abbandonò a sua volta a quel piacere, chiudendo gli occhi e alzando il volto verso l'alto, lasciandosi sfuggire una serie di lunghi gemiti di piacere, profondi e gutturali, simili ai lamenti di una belva solitaria nascosta in una caverna che lentamente riemergeva. Sheba era chiaramente illibata, ma forse non proprio inesperta visto il modo in cui stava baciando il petto del drago, o la curiosità con cui toccava quella verga immensa che pulsava e si scaldava tra le sue dita. Interessante... fin dove poteva sconvolgerla? Iniziò a diventare avido e curioso a sua volta: più quelle dita scavavano nella sua intimità, sciogliendola in un brodo di umori, più desiderava violarla, ma sapeva che una volta dato il via a qualcosa di così brutale ed estremo avrebbe messo fine all'incanto, di sicuro Sheba avrebbe ripreso coscienza di sé, come se l'ipnosi potesse essere spezzata da un dolore inteso, sempre che di ipnosi si potesse parlare. Non poteva sprecare quell'occasione quindi, pertanto decise di affidarle un compito molto più intrigante.
    Impari in fretta... brava, mi piace come prendi l'iniziativa... ma se vuoi baciare qualcosa...
    E mentre pronunciava quelle parole, la sua testa si piegava di nuovo verso Sheba infilandosi tra le spire dei suoi suoni, sussurrandole all'orecchio con quel ghigno lussurioso tutta la sua voglia, condividendo con lei pensieri perversi che potevano scioccarla, ma allo stesso tempo intrigarla.
    ...baciamo il cazzo.
    Diretto, volgare, brutale, appena Kain pronunciò quelle parole la sua verga pulsò come se fosse stata chiamata in causa, come se dovesse rispondere ad un perverso appello. Lui stesso avrebbe portato la mano che prima scavava nella sua intimità sulla faccia di Sheba e poi sulla sua testa, per spingerla verso il basso. Non fu elegante, né gentile, la privò letteralmente di quella deliziosa sensazione dentro di sé, come una punizione o un ricatto morale: ne voleva ancora? Allora doveva ubbidire, doveva assecondare le richieste di quel mostro perverso oppure quelle dita non sarebbero più state dentro di lei. La scelta dei movimenti poi non fu casuale: sollevando la mano non sprecò una sola goccia sulla sua pelle bruna e morbida, ma la schiacciò direttamente sul volto di Sheba, schiacciandole sugli occhi e sul naso quel vergognoso sapore come a metterei n evidenza quanto sporca e perversa fosse. Non poteva negare di fronte all'evidenza: le piaceva, aveva goduto di quel tocco, Kain lo sapeva e glielo aveva fatto notare, nessun margine di errore. Forte di queste consapevolezze, Kain avrebbe poi fatto scivolare le dita dalla fronte alla testa, spingendola verso il basso per poterla inginocchiar davanti a sé, senza troppi complimenti o gentilezza, facendo forza se fosse stato necessario ma in cuor suo sapeva di aver fatto un buon lavoro con quelle ginocchia tremolanti di piacere. Sheba quindi si sarebbe ritrovata davanti a quell'enorme cazzo dragonico che niente aveva a che vedere con una verga umana: era decisamente più caldo e massiccio del normale, lungo e possente, la sua superficie era perfino più dura. Sembrava segmentato, proprio come una colonna vertebrale c'erano dei piccoli spazi tra le sezioni di quella verga che diventavano evidenti quando pulsava, dentro sembrava meno solido e più carnoso, rosso vivo come se le sue vene fossero evidenti, oppure era più facile paragonarle a fasce muscolari. Quella mazza enorme troneggiò sul suo volto per alcuni istanti, poi Kain stesso lo spinse col bacino in avanti, in modo da metterlo sulla pelle di Sheba, proprio sul suo volto, in modo che ne sentisse il calore: niente da invidiare rispetto a quel perverso bacio, con l'aggiunta di un sapore, di un odore profondamente virile che avrebbe attecchito al suo cervello tanto bene quanto il sangue maledetto del drago nero. La presa sulla testa si fece più lenta ma non la perse, costringendola a non potersi allontanare da quella mazza, forzandola a provarne la consistenza, il calore ma soprattutto sentire tutta la sua lunghezza che partiva dal mento fino alla sua cicatrice sulla testa, dove pulsava vicinissima la cappella.
    Leccalo, succhialo, bacialo... fammi vedere come ti piace, ricambia quello che ho fatto a te e ne avrai ancora...
    Voleva mettere alla prova l'esperienza di Sheba e se come sperava non aveva mai preso un cazzo i bocca, allora il divertimento era appena iniziato...
     
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    Era il desiderio di esplorare quel corpo che la muoveva, quando le sue labbra toccarono il suo petto si rese conto di quanto fosse diverso dal seno femminile. Due mondi totalmente diversi ma ugualmente piacevoli. I suoi muscoli tonici così belli alla vista erano anche un piacere contro le sue labbra. Così come il toccare il sesso del drago, duro caldissimo e così particolare. Non si aspettava assolutamente di sentirlo reagire ai suoi tocchi e alle sue carezze, per quel motivo si emozionò nel sentire i suoi versi di piacere, così profondi e gutturali che la portarono a sollevare di nuovo gli occhi curiosi su di lui, per poter vedere che espressione avesse il suo volto quando provava piacere. Ne fu immensamente sorpresa perché vide un espressione più dolce, diversa da quella crudele che gli aveva mostrato fino a poco prima e la fece diventare di nuovo paonazza: lo trovava incredibilmente erotico, e si sentì infiammare di entusiasmo perché non credeva di poter suscitare qualcosa di così delizioso in lui. Kain però decise di mettere fine a quella sua piccolissima vittoria, tornando a parlare ed a guardarla malefico mentre si complimentava con lei. Poi però la invitò a fare ben altro e lo disse burtale diretto e volgarmente. Sheba spalancò gli occhi scioccata, serrò le labbra per non dire niente, ma quando le sue dita scivolarono via dalle sue carni le scappò un mugolio di protesta. La clitoride pulsava ancora e sentì di nuovo freddo fra le sue cosce, al punto che dovette stringere le gambe per alleviare quella orribile sensazione di abbandono. Intanto Kain le piazzò la mano sporca dei suoi umori sul volto, facendole sentire il proprio odore femminile, facendole scoprire quanto in realtà si fosse bagnata, precipitandola di nuovo in un abisso di vergogna. Serrò i denti, mentre la mano di Kain si spostò sulla sua fronte ed iniziò a spingerla verso il basso. Non gli servì fare molta forza, anche se effettivamente per i primi momenti aveva ostacolato un poco. Poi però le sue ginocchia cedettero e si ritrovò davanti l'erezione di Kain in tutta la sua magnificenza. Strabuzzò gli occhi perché aveva per tutto il tempo evitato di guardarlo direttamente, mentre invece lì in ginocchio fu costretta a vederlo a capire quanto fosse imponente e particolare quel cazzo dragonico. Fissò la sua forma come se stesse guardando un animale esotico.
    Ah! le scappò quando la mano di Kain la spinse contro il suo cazzo, facendoglielo poggiare contro tutta la sua faccia. Si era giusto girata un pochino per non sentirlo sbattere sul naso, ma lo sentì contro la guancia, il lato delle labbra. Ne sentì l'odore così particolare, il calore e la consistenza, era tutto così nuovo per lei. Notò anche che non aveva i testicoli come gli uomini umani, il che la incuriosì per molti versi. Poggiò le mani contro i fianchi di Kain quasi come se avesse voluto impedirgli di spingersi contro di lei, ma notò che non si stava imponendo in modo violento lasciandole il tempo di adattarsi. Le disse di baciarlo, di succhiarlo di darsi da fare così le avrebbe dato altro piacere. Sì! era quello che voleva, ne voleva ancora così come se si sentisse sfidata portò le mani sul cazzo di Kain afferrandolo con tutte e due le mani curiosa. I polpastrelli carezzarono i vari segmenti di carne, si avvicinò con la testa ma prima di sfiorarlo con le labbra esitò.
    I-Io non so se ne sono capace. confessò, poi per la vergogna chiuse gli occhi e posò le labbra contro la sua verga aspettandosi un saporaccio strano. Invece scoprì che non aveva nessun strano sapore, che era caldo e piacevole, non faceva schifo e ciò la incoraggiò ad aprire di nuovo gli occhi e lasciar adagiare le labbra contro l'asse di carne. Ovviamente Kain avrebbe notato che era impacciata, curiosa ma assolutamente impacciata in ciò che faceva. Gli diede piccoli baci per tutta la lunghezza fermandosi a metà dove tirò fuori la lingua, solo la punta per saggiarlo. Si sentì come ubriacare, era impaziente voleva tornare di nuovo a godere ma se non lo faceva felice non le avrebbe dato niente. Cercò un aiuto da Ariel chiedendole di mostrarle qualche filmato in cui succhiavano un cazzo. Le fece vedere qualche scorcio, e seguì l'esempio, tirando fuori più lingua continuando il tragitto con la lingua verso la punta che sembrava così lontana vista la differenza di altezza. Dovette abbassarlo verso di lei con le mani ritrovandoselo davanti alla bocca come un perverso microfono. Sheba fissò per un momento il forellino sulla punta, e nel mentre nel video che Ariel proiettava nei suoi occhi, notò che la donna lo metteva nella bocca succhiandolo avidamente. Le sembrò osceno e scacciò via quei video dalla sua retina, aprendo la bocca per accogliere la punta nella sua bocca. Dovette spalancare la bocca tanto per poterlo accogliere e quella apertura permise in modo naturale alla linua di Sheba di fare da letto per quella cappella bollente. Chiuse le labbra attorno ad esse e succhiò dolcemente con la paura di fargli male.
     
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    Ogni suo gesto impacciato e intimidito strappava una leggera risata dalla bocca del drago, che si sforzava di mantenere un'aria autoritaria ma era davvero troppo spassoso vederla così tanto in difficoltà. Doveva assolutamente andare avanti e vederla diventare sempre più paonazza di fronte a quel trattamento tanto osceno quanto piacevole, poteva perfino diventare il suo sport preferito. Non sapeva dove mettere le mani, era imbarazzata ed impacciata ma piuttosto che risponderle ed incoraggiarla Kain si limitò a spingere il bacino verso di lei, come a volerla costringere a trovare il coraggio per farsi avanti e gettarsi nella mischia. Sarebbe stato un caos, già lo sapeva. Gli eventi però tradirono le aspettative, infatti dopo qualche istante di esitazione e baci poco convinti, Sheba iniziò ad usare quella bocca nella giusta maniera, riuscendo perfino a far sbuffare il drago nero: forse lei non poteva farci caso, ma le dita di Kain tra i suoi capelli tremavano, lo tradivano. La bocca di Sheba seguiva i colpi della lingua, inumidiva quella verga e la faceva sussultare, sapeva dove colpire e quando succhiare, aveva colto in pieno la sfida e finalmente vide il drago tremare. Possibile? No, non lo sapeva da subito, era troppo ingenua, la sua purezza era sincera ne era certo! E di sicuro non aveva imparato in pochissimo... certo era ben lungi da far godere un drago nero come se fosse una troia in calore, ma Kain si aspettava ben altro, per questo era in difficoltà. Doveva aver scoperto qualche trucco, era certo, c'era un segreto che Kain non aveva considerato... stava imbrogliando! ovvio allora che dovesse metterla ulteriormente in difficoltà... avrebbe imbrogliato anche lui...
    Ma che fai...? Non è così che si fa. Non hai visto la mia vera forma per caso?
    Posò entrambe le mani sul muro alle spalle di Sheba, piegandosi leggermente in avanti e piegando la schiena e il capo verso di lei, in quel modo l'aveva completamente eclissata dal resto del mondo, c'era solo lui e il suo immenso corpo, che in quella posizione era messo in evidenza: i muscoli sotto le ascelle, i legamenti delle braccia, il ventre teso per l'eccitazione, tutti segni che in realtà stava gradendo, ma aveva un'arma segreta da sfoggiare.
    La bocca non basta... devi usare la gola, come un drago. Hanno la gola lunga i draghi... ma tu sei all'altezza, no? Oppure vuoi che ci fermiamo...?
    Concluse, sorridendo mentre con le dita indicava il suo collo e faceva un cenno che poteva far pensare ad una differenza di dimensioni. Ovviamente quella povera ragazza non aveva la minima possibilità di prendere in gola un cazzo così grosso al primo tentativo, ma se voleva davvero metterla in difficoltà Kain doveva assolutamente giocare sporco, perché Sheba si era rivelata capace di imparare fin troppo in fretta. Costringendola a mettere sotto sforzo il suo corpo con la promessa di ricevere in cambio una ricompensa adeguata, contava di metterla molto più in difficoltà. I porno come l'avrebbero aiutata in questo? Kain ovviamente non esitò a provocarla con altri movimenti del bacino, prima laterali, poi in avanti come se volesse penetrarla, era una perversa danza davanti ai suoi occhi e se Sheba lo avesse tenuto in bocca di sicuro avrebbe sentito quella pelle dragonica entrare in contatto con le parti più intime della sua bocca, gonfiandole le guance e sfregandosi sul suo palato e sulla sua lingua, spargendo quel pungente odore maschile dentro di lei.
     
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