Sanssouci

appartamento di Adam Qadmon.

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    Ti chiedo immensamente scusa per l'attesa mostruosa, non so proprio come farmi perdonare se non dando, come sempre, il meglio di me in un post che spero possa piacerti ... sfortunatamente nell'ultimo periodo sono stata molto occupata col lavoro e non sono riuscita a essere presente come avrei voluto.
    Spero di farmi perdonare!
    :rossomg:


    Selenya parlato - Selenya pensato
    Queenie parlato - Queenie pensato
    Alveare pensato
    Narrazione


    Un sorriso compiaciuto si delineò sulle labbra della russa, mentre osservava la reazione sorpresa di Adam.
    Le iridi color oltremare brillarono, mentre incrociava le braccia sotto il seno in un movimento che finì, se possibile, col mettere ancora più in mostra quelle forme già di per sé a dir poco notevoli nonché ancora gocciolanti di un liquido di un'accesa sfumatura azzurro fluorescente ... una sostanza dall'aspetto lievemente gelatinoso, ma il cui aroma fresco e avvolgente non sarebbe certo passato inosservato né alla piccola apetta né tantomeno all'homunculus. "Cos'è quella faccia sorpresa? Non mi direte mica che è la prima volta che incontrate un'ermafrodita.", disse, sfoggiando un sorrisino tutt'altro che docile e dall'aria talmente beffarda e perversa da riuscire a far cadere ai suoi piedi chiunque, per poi farsi più seria, "Ovviamente, se non doveste sentirvi a vostro agio lo capirei perfettamente ...", fece, lasciando il discorso in sospeso.
    Queenie, dal canto suo, non riuscì a fare altro se non aprire sorpresa la bocca, osservando con gli occhi sgranati quella sorpresa a dir poco inattesa e lasciando scorrere lo sguardo dal volto della russa al suo membro, e poi viceversa. Quando finalmente si riprese deglutì appena, le gote totalmente rosse dall'imbarazzo, prima di dire: "N-no! E-ecco ... sono sicura che per Adam non ci sia nessun problema e nemmeno per me, vero amore?", chiese, osservando il compagno in cerca di una conferma.
    Non che quello sembrasse intenzionato a rispondere, anzi ... proprio in quel momento, spinto al limite dal colpo inflittogli dall'afrodisiaco della russa, il corpo dell'uomo iniziò a tremare e a gonfiarsi, acquisendo sempre più volume in una trasformazione che inizialmente le parve famigliare: fu solo quando vide come, al posto di proseguire, quella si limitò a modificare il suo membro, arrivando persino a duplicarlo oltre che a cambiarne forma, e a fargli acquisire le famigliare braccia in più che comprese come, inaspettatamente, i veleni della russa dovessero aver sortito un effetto alquanto inaspettato sul suo compagno. Osservò quindi incuriosita il proprio partner, inclinando il capo mentre le iridi ne percorrevano il corpo statuario, per poi andare a osservare la reazione della mannara ... reazione che, a dire il vero, non parve affatto sorpresa.
    Sebbene inizialmente, infatti, nel vederlo iniziare a cambiare forma avesse inarcato leggermente il sopracciglio, per il resto la mannara non parve particolarmente sorpresa né tantomeno spaventata ... anzi: man mano che la mutazione proseguiva, l'espressione tutt'altro che dispiaciuta della donna non faceva che aumentare, specialmente quando si ritrovò a osservare la sua verga, già imponente di suo, crescere ulteriormente di dimensioni fino a duplicarsi e acquisendo, come se ciò non bastasse, anche una forma e degli aculei dall'aria talmente succulenta che si ritrovò a mordersi il labbro palesemente combattuta. Quando finalmente, poi, la trasformazione cessò Selenya sorrise, divertita: "Mmmhhh ... non male, quindi anche tu cambi forma eh? Interessante ... confesso che ora ho proprio voglia di DIVORARTI per bene, specialmente quei gioiellini non sembrano affatto ma ...", si bloccò, sgranando gli occhi sorpresa quando quello la trasse a sé, cogliendola totalmente alla sprovvista e sfoderando quella lingua enorme che, repentina, si tuffò famelica nella sua bocca. Mugolò appena, gemendo sorpresa mentre quell'arto a dir poco invadente si faceva strada dentro di lei ... le ci volle un po' per abituarsi, tuttavia ben presto si trovò ad assecondarne i movimenti, succhiando compiaciuta quel pezzo di carne e gustandone la consistenza.
    E il tutto con Queenie li, a osservare la scena silenziosamente rassegnata, per poi alzare lo sguardo al cielo e lanciare un'occhiata di dolce rimprovero al povero homunculus: "Adam! Insomma, non puoi saltarle addosso in questo modo ... finirai col spaventarla.", disse, in tono di bonariamente severo, prima di scuotere il capo sorridendo e lasciarsi quindi sfuggire un leggero sorriso. Li osservò in silenzio, mordicchiandosi silenziosamente il labbro inferiore mentre una manina scivolava, istintiva, verso la propria femminilità iniziando a stuzzicarla continuando a guardarli: era chiaro come entrambe le donne fosse eccitate, l'una con ancora il corpo fremente a causa del recente parto e l'altra con i seni talmente pieni di afrodisiaco da risultare quasi insopportabili.
    Ormai al limite, la russa non poté che sorridere, tutt'altro che impressionata dalle parole di lui: "Tu dici? Mi spiace doverti deludere, ma credimi ... ci vuole molto di più per cogliermi impreparata, visto che anche se non sembra ho avuto modo di incontrare molti altri tipi interessanti come te. Inoltre, per quanto i tuoi attributi siano indubbiamente di prim'ordine, temo proprio che non potrò considerarli realmente all'altezza fino a quando non faranno ciò per cui sono stati creati ... ossia soddisfare le mie parti intime!", disse, cogliendo al volo la provocazione di lui per poi ridere divertita, sentendolo sollevarla senza alcuno sforzo.
    Quando, poi, le due verghe iniziarono a strusciarsi contro le parti intime delle due donne, nessuna delle due poté trattenersi dall'emettere un forte gemito: e se Queenie, col fondoschiena di Selenya di fronte a sé e la verga del suo amato tra le gambe non riusciva a smettere di arrossire, l'altra dal canto suo non sembrava minimamente a disagio ... anzi, non appena sentì la consistenza dura e grezza degli aculei graffiarle le parti intime non poté che gemere ancor più forte, facendo emergere quel lato masochistico che se da un lato l'aveva avvicinata al suo maestro dall'altro non faceva che farle desiderare di essere presa con ancora più violenza. Queenie gemette, più imbarazzata e tesa che mai, mentre la femminilità, già aperta dalle uova appena deposte, si contraeva disperatamente affamata contro la verga di lui: "Basta! Adam ... smettila ti prego ... così finirò con l'impazzire.", supplicò, in un tono talmente disperato che la mannara non poté non voltarsi, cercando di dare le spalle all'homuculus senza tuttavia smettere di farsi sostenere dalle sue grosse braccia, prima di sorriderle incoraggiante e cercare di spingere la verga di lui dentro di lei guardandolo con la coda dell'occhio con aria di rimprovero prima di dire: "Non hai sentito la tua Regina? Non mi piace vedere questo gioiellino soffrire così, quindi datti da fare e entrale dentro!", ordinò in tono imperioso prima di spingere ulteriormente la verga di lui contro di lei.
    Fu solo quando ne sentì la provocazione che, dal canto suo, non poté che scoppiare a ridere divertita: mangiata? Che fosse perché ancora aveva in mente il dolce e impacciato esemplare di maschio che aveva avuto di fronte fino a pochi istanti prima, o semplicemente perché di minacce ne aveva sentite sin troppe per temerle, fatto stava che quelle parole non parvero sortire alcun effetto sulla mannara.
    Per quanto si sforzasse, la bontà d'animo di quel tipo era così dannatamente palese da impedirle di sentirsene realmente intimorita ... infatti, in tutta risposta, schioccò la lingua divertita: "Ohhh ... ma davvero? Bene ... allora vedi di darti da fare. E' da parecchio che il mio fondoschiena non si gusta qualcosa di così succulento, e se riuscirai a saziare quella parte di me potrei anche prendere in considerazione di privilegiarti del mio bel fiore ... sappi però che la quantità di veleni contenuti nel mio corpo tende a rendere il mio interno alquanto, come dire ... PICCANTE. Riuscirai a resistere, o inizierai a frignare come un cucciolino?", rispose, dilatando quindi le natiche e offrendogli una visuale perfetta di quella corolla di carne dall'aria tutt'altro che inepserta: un buchetto bolle roseo e tondo, contraddistinto da una fessura già parecchio dilatata che, tesa dalle mani della donna, gli offrì una vista di primissime qualità sul suo interno pulsante di desiderio.
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Se Queenie voleva una conferma da parte del suo amato che l'atipica (Ma non per questo meno affascinante) condizione della donna non lo mettesse affatto a disagio... fu accontentata nel modo più plateale possibile, dato che l'enorme e interminabile lingua di Adam fu immediatamente nella bocca e nella gola di lei, a travolgerla con un bacio semplicemente ferino che la fece gemere rumorosamente mentre sgranava gli occhi sorpresa. In effetti fu particolarmente soddisfacente lasciarla letteralmente senza parole, costretta ad adattarsi a quella presenza ingombrante eppure piccolissima nella sua bocca, per un attimo privata da quell'aria di assoluta infallibilità, di altera perfezione che, fin dal loro incontro, l'aveva ammantata; certo, ormai non la credeva più una sgradevole spocchiosa, anzi sentiva di nutrire per quella splendida donna una stima e una gratitudine che potevano facilmente divenire affetto sincero ma, come biasimarlo, se una parte di sé ridacchiava deliziata nel coglierla di sorpresa e nell'incrinare quella maschera di perfetta infallibilità che le vedeva sempre addosso? Certo, durò poco poiché dimostrò di sapersi adattare molto in fretta a quel bacio semplicemente estremo ma ciò non gli dispiacque affatto, dato che fu estremamente piacevole sentirla rispondere colpo su colpo a quella danza semplicemente sfrenata tra le loro lingue.
    Quando si fu staccato, rivolse un sorriso divertito e persino un po' birbante alla sua dolce Queenie che, com'era prevedibile, lo aveva rimproverato per la sua irruenza sebbene fosse evidente che, in realtà, l'unica cosa a dispiacerle sul serio era non ricevere le stesse attenzioni; mancanza imperdonabile a cui avrebbe posto immediatamente rimedio se Selenya non l'avesse distratto con una provocazione bella e buona a cui lui non poteva sottrarsi dal replicare: - Oh, sembri davvero sicura di Te, Selenya... vedremo se riuscirai a mantenere questa faccia tosta anche quando griderai il mio nome e mi chiederai di non fermarmi. - il tono della sua voce era caldo e sensuale, ma non mancava di una punta ben evidente di divertita sfida che si trasformò in un sospiro impaziente nel vedere le loro reazioni a quella piccola "tortura" a cui le aveva sottoposte: se Queenie, infatti, arrossì imbarazzata e quasi travolta da tutte quelle nuove, intense sensazioni, tra cui lo strusciarsi di quella verga mostruosa contro la sua femminilità ancora sensibilissima e il bel fondoschiena di Sele che le danzava davanti gli occhi, quest'ultima sembrava perfettamente padrona della situazione e assolutamente deliziata, a giudicare dal modo in cui gemeva, da tutti quegli aculei che le tormentavano l'intimità ben più che semplicemente umida. In particolare poteva sentire la femminilità della sua piccola Regina fremere e contrarsi sempre più impaziente contro la sua gigantesca virilità e ciò, unita alla sua supplica semplicemente irresistibile, gli donò una scarica di eccitazione non equiparabile all'effetto di alcun afrodisiaco che lo avrebbe costretto a prenderle subito, senza aspettare un secondo di più... se Sele, autoritaria come sempre, non gli avesse ordinato cosa fare: a quel punto, parte di quella bruciante eccitazione divenne spirito di rivalsa che, semplicemente, esplose quando lei lo provocò ancora, mostrandogli quel buchetto semplicemente delizioso.
    Le pupille di Adam si assottigliarono ancora di più, divenendo ancora più ferine, mentre la punta della sua interminabile lingua andava a carezzare i contorni di quel buchino deliziosamente allenato, applicando una lieve pressione affinché credesse che la stesse per penetrare in quel modo, quando la lingua, serpentina, partì verso l'altro, lasciando una scia di densa e bollente saliva man mano che superava i glutei pieni, la schiena flessuosa e ne raggiungeva il collo, su cui si attorcigliò: - Ah, Sele... davvero non l'hai ancora capito? Il punto non è se io riuscirò a saziare te, ma se tu ci riuscirai con me. E sappi che sarà la sfida più difficile che tu potrai mai affrontare... - gli sussurrò rovente direttamente a un orecchio, mentre la punta della sua lingua le sfiorava appena le labbra, prima che le braccia forti che la sostenevano la lasciassero cadere sul letto, sopra la piccola Queenie e altre braccia la schiacciassero proprio contro quel corpicino morbido e delizioso, senza recare dolore a nessuna delle due, seppure i modi usati fossero stati un po' bruschi. La piccola Regina e la bella russa erano strette l'una all'altra, il grosso pene equino della seconda risultava schiacciato tra i loro corpi mentre i loro seni, premuti l'uno contro l'altro, non potevano far altro che stillare senza sosta afrodisiaca e miele, finendo per farli mescolare in un unico, delizioso nettare; in tutto questo, quella lingua bollente e serpentina non faceva altro che avvolgersi ai loro seni e strizzarli, raccogliere lungo la sua lunghissima superficie quel mix perverso di afrodisiaco e miele, prima di tuffarsi violenta nella bocca della sua piccola regina e poi, subito dopo, sfilarsi per andare a cercare quella di Selenya, al fine di attirarle in un intensissimo bacio a tre in cui avrebbe fatto conoscere loro il vero sapore della lussuria.
    In tutto questo Sele avrebbe percepito sul suo corpo, a premerle i glutei sodi, la schiena flessuosa, i muscoli possenti, caldi e scolpiti di Adam, mentre le cappelle di quelle mostruose verghe avrebbero bussato agli orifizi di entrambi e, sia la dilatata femminilità di Queenie, che il buchino allenato di Sele non avrebbero mai e poi mai potuto accogliere facilmente un diametro così semplicemente sconvolgente: Adam non le prese subito, si godette il calore di quelle carni meravigliose, così diverse tra loro mentre la consapevolezza dell'importanza di quello che stava per fare lo colpì con tutto il suo dolce peso. Quella, infatti, non era una semplice scopata ma era un modo per ringraziare Selenya, per renderla partecipe dell'amore che aveva salvato e, soprattutto, era un modo per chiudere, per sempre, la violenza che la sua dolce regina aveva subito: non importa cosa le aveva fatto quel vile criminale, fin dove si fosse spinto nel violarla, lui avrebbe cancellato tutto questo e al posto del dolore, della paura che le avevano inflitto, le avrebbe regalato soltanto piacere e amore.
    Riaprì gli occhi che aveva socchiuso e rivolse uno sguardo intensissimo alla sua piccola Regina, uno sguardo che le avrebbe trasmesso tutte le emozioni che gli si agitavano nel cuore senza il contatto tra le loro antenne e gonfiando quei muscoli poderosi, mentre afferrava i fianchi di entrambe, si abbatté sui loro orifizi: mai, infatti, quei teneri buchini avrebbero potuto accogliere lentamente due simili colossi, dovette farsi strada dentro di loro utilizzando ogni singola stilla di quella forza sovrumana, mentre gli aculei dilatavano oscenamente le loro carni fradice di desiderio. Quando fu finalmente dentro di entrambe fino all'ultimo centimetro, si lasciò andare a un gemito di puro piacere che, prima ancora di finire divenne un ringhio impaziente, affamato: la presa sui loro fianchi si fece ancora più salda e, immediatamente, prese a scoparle a un ritmo semplicemente violentissimo, in cui quegli aculei sembravano fare di tutto per rendere quelle penetrazioni di per sé già impossibili, ancora più estreme, dando quasi l'impressione di volersi aggrappare alle loro carni, di volerle quasi straziare e di fare di tutto perché ogni spinta fosse quanto più intensa possibile, mentre proprio da loro partivano scariche elettriche letteralmente intrise di eromanzia che, non soltanto, avrebbero stimolato ogni singolo recettore del loro organismo, facendo il modo che il piacere fulminasse le loro menti ma, soprattutto, rendendole sempre più assurdamente sensibili, al punto che anche uno solo di quei tentacoli sarebbe stato più che sufficiente per farle impazzire. - Godete per me... godete con me. - un sussurro roco e bollente che carezzò le gote di entrambe mentre la sua lingua intrecciava più stretto l'abbraccio del loro bacio e le sue colossali verghe, frementi e attraversate da elettricità ed eromanzia, rendevano ancora più serrata, più stretta l'unione dei loro corpi.
     
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    Selenya parlato - Selenya pensato
    Queenie parlato - Queenie pensato
    Alveare pensato
    Narrazione


    Selenya socchiuse silenziosamente gli occhi.
    Altre donne, nel trovarsi di fronte a un partner dalle caratteristiche tanto insolite e dai modi altrettanto fuori dal comune, sarebbero rimaste quantomeno spiazzate per non dire addirittura spaventate ... lei, tuttavia, era su un piano totalmente differente. Oltre ad avere non pochi anni alle spalle, le sue esperienze sessuali non erano certo poche specialmente vista e considerata la vera e propria ossessione verso la propria stirpe che si portava alle spalle: un desiderio profondo e insaziabile, che la spingeva a ricercare partner sempre nuovi e adatti a garantirle una prole adeguata ... proprio per questo si era trovata spesso e volentieri a confrontarsi con individui tutt'altro che normali.
    Per questo, diversamente da ciò che ci si sarebbe potuti aspettare, non le riusciva affatto difficile abbandonarsi alle seppur esuberanti comunque dolci attenzioni di quell'uomo decisamente singolare. Sorrise, sentendo la lingua di lui continuare a muoversi nella sua bocca: "Tu guarda ... e io che mi sbatto tanto alla ricerca di giovani prede. Avessi saputo prima dell'esistenza di uno stallone simile, avrei potuto evitarmi parecchi grattacapi senza tuttavia rinunciare all'idea della mia preziosa progenie ... anche perché ho il mezzo dubbio che un tipo simile sia perfettamente in grado di darmi una quantità tale di cuccioli da averne abbastanza per il resto dei miei giorni.", pensò, senza riuscire a trattenere un sorriso soddisfatto.
    Stava ancora sogghignando, con la piccola apetta che inclinava silenziosamente il capo con aria interrogativa.
    Ovviamente, lei non poteva immaginare cosa passasse per la mente della russa, e di conseguenza finì col fraintendere tutto sorridendole complice: "Incredibile vero? Ho scelto proprio un Re perfetto, e anche se solitamente tenderei a essere gelosa ...", un'espressione birichina si palesò sulle labbra della tiranide, mentre la russa veniva spinta direttamente sopra di lei, seno contro seno e con la verga equina ancora pulsante e in attesa di svuotarsi tra i loro corpi, "... se si tratta di una signorina dolce e gentile come lei, Selenya, sarò ben lieta di condividere il mio amore così da assicurarci di farlo impazzire assieme.", disse, vicinissima all'orecchio di lei e senza smettere di osservare, provocante, il suo preziosissimo amore alle sue spalle.
    La russa, dal canto suo, non poté che deglutire appena. In parte a causa della tutt'altro che spiacevole sensazione dell'alito di lei contro il suo orecchio e per la calda e mielosamente appiccicosa sensazione del suo seno contro il proprio, in parte per quella lingua dannatamente birichina che, dopo aver assaggiato il suo buchino facendole sfuggire un mugolio compiaciuto, non ancora sazia aveva deciso di avventarsi tra i seni delle due avvolgendoli possessivamente e abbeverandosi dei liquidi da essi prodotti.
    Non era tuttavia la sola a fremere di attesa.
    Anche Queenie, nel sentire la famigliare pressione della lingua del compagno attorno al seno, non poté non fremere di disperata attesa cercando peraltro soddisfazione proprio contro il corpo della russa, che sgranò gli occhi sorpresa. Ciò che Adam avrebbe visto, infatti, sarebbe stato il corpo della sua amata, ormai troppo accaldato e teso per potersi anche solo contenere, iniziare a strusciarsi languidamente contro quello della russa in uno sfregamento di seni che avrebbe immancabilmente coinvolto anche la lingua di lui che vi era avvolte attorno imbrattandola di una quantità incredibile di liquidi.
    Inutile dire che, quanto l'homunculus decise infine di abbandonare i preliminari per passare alla portata principale, i corpi delle due erano ormai totalmente bagnati tra afrodisiaco, miele e la consistente dose di pappa reale prodotta dalle parti intime della sua amata.
    Quando, poi, le verghe di lui si fecero infine strada nei loro buchini, dalle due non poté che alzarsi un duo di gemiti sorpresi e sollevati allo stesso tempo: il mugolio di Queenie, acuto e dolce, si sarebbe fuso alla perfezione con il grido caldo e profondo di Selenya in un coro in grado di far capitolare anche l'animo più freddo e impassibile. E ora che finalmente poteva gustare le carni di entrambe, Adam avrebbe potuto distinguerne più che chiaramente le indiscutibili differenze: la fessurina del suo amore, già inumidita e dilatata dal parto, era un antro caldo e avvolgente pronto a contrarsi a causa del piacere che le donava, mentre invece il fondoschiena della russa, sebbene altrettanto accogliente, dimostrò presto di possedere una discreta forza muscolare che ne avrebbe massaggiato con decisa fermezza l'intera asta ... come se non bastasse, i veleni repentinamente prodotti dal suo interno avrebbero stuzzicato all'inverosimile l'asta dell'uomo, in un massaggio dolorosamente "piccante" che in pochi avrebbero saputo reggere con altrettanto successo.
    Selenya sorrise, non senza una leggera tensione. Perché si, anche se non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, quel tipo ci sapeva dannatamente fare al punto che per un attimo si ritrovò a chiedersi seriamente quante possibilità aveva di uscirne vincitrice: "Ngh ... n-non male, dolcezza. Riesco a sentire la tua verga farsi strada nel mio intestino, e questi aculei ... sono la cosa più perversa che abbia mai provato. Non posso proprio biasimare la tua compagna, se è tanto gelosa di ... teeeee!", affermò, mentre rivoli di sudore le colavano sulla tempia e Queenie, che mai si sarebbe aspettata una frase così spudoratamente priva di freni da parte della donna, arrossiva più imbarazzata che mai.
    "S-signorina Selenya! C-cosa state dicendo?", chiese, coprendosi il visetto con le manine per poi gemere ancora più forte, mentre la verga di lui si faceva strada nel suo piccolo corpicino facendola fremere dal piacere e spingendola a mordersi il labbro inferiore.
    Selenya rise, prendendole le mani e abbassandole con delicatezza, ansimando affannata a causa di quella monta a dir poco violenta da parte del partner: "Non ho forse detto la verità? Riesco a sentire i tuoi capezzoli tendersi, scommetto che anche a te piacciono quegli aculei ... non mentire, se farai la brava e sarai sincera, sono sicura che il tuo amore ti darà un bel premio. Vero Adam?", chiese, osservandolo con la coda dell'occhio mentre l'altra si lasciava sfuggire un gemito più rossa che mai.
     
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    L'inoculazione di quella massiccia dose di afrodisiaco non aveva semplicemente causato la trasformazione ibrida del suo corpo ma, ancor più importante, aveva gettato la sua mente in un abisso di vera e propria furia, un desiderio feroce e bruciante che imperversava tanto tra i suoi pensieri che tra il suo corpo; se, infatti, lo sentiva ruggire a ogni pensiero, fagocitandolo e annullandolo, lo sentiva anche pulsargli violentemente tra le vene, incendiargli il sangue, bruciargli e gonfiargli quelle due enorme e terribilmente eccitate erezioni. Eppure, benché sembrasse inarrestabile e inesauribile, pian piano questa violenta vampata di desiderio andò a degradarsi e a lasciare una sorta di... lucida furia. Era uno stato contraddittorio, quasi un ossimoro ma sentiva chiaramente una nitidezza di pensiero, una chiarezza delle sensazioni che mai aveva provato prima di allora: si sentiva come se, per la prima volta, avesse indossato un paio di occhiali con cui correggere dei problemi di vista, con cui guardare davvero la realtà che lo circondava. Ma le lenti di questi occhiali non erano affatto neutre, oh no! Erano rosse, incandescenti di lussuria e l'unico motivo per cui sentiva i suoi pensieri così nitidi, così precisi, era perché vertevano tutti su un unico obiettivo, un'unica idea: come godere il più possibile delle sue due amanti e condividere con loro tale godimento.
    In tal senso, i complimenti e le parole di Queenie, unite a quella sua aria da piccola birbante non furono altro che benzina gettata nel fuoco del sue desiderio, tant'è che subito Selenya venne adagiata su di lei, seni contro seni mentre la lingua impazzita dell'ex homunculus godeva nell'avvolgersi e nello strizzare quei seni meravigliosi, bagnandosi nei differenti e squisiti fluidi di entrambe mentre la sua piccola apetta, probabilmente non più in grado di attendere, prendeva a strusciarsi contro la licantropa, intrappolando la sua lingua nel perverso abbraccio dei loro seni, in un'inusuale e impropria spagnola. Un simile spettacolo non poteva che farlo eccitare ancora di più e così, senza poter (né voler) attendere oltre le invase con un'unica, possente spinta dei suoi fianchi; subito le sensazioni lo assalirono con furia mai provata prima di allora, facendogli reclinare il capo all'indietro mentre emetteva, con gli occhi socchiusi di piacere, un ringhio feroce che subito si stemperò in un verso carico di pura voluttà, di estatico piacere. E in effetti era proprio quello che stava provando in quel momento, con le sue due colossali verghe strette e stimolate da quelle carni uniche, così diverse, così uniche e così terribilmente sublimi: la femminilità di Queenie, infatti, non si era mai rivelata più morbida, calda e avvolgente di allora, ebbe quasi la sensazione che le sue carni fossero state sostituite da morbidissima seta, tanto il piacere che ne stava ricavando era così assurdamente paradisiaco e per un attimo si chiese se tale effetto non fosse dovuto al parto da poco subito ma fu un pensiero fugace, subito travolto dal piacere che la piccina gli donava senza sosta; il buchino di Selenya, invece, era un meraviglioso "inferno" in cui avrebbe voluto essere condannato per l'eternità, tanto avvolgenti, forti e bollenti erano le sue carni, che strizzavano la sua asta senza pietà mentre i suoi veleni la pizzicavano crudelmente, decuplicando il piacere che ricavava da ogni contrazione dei suoi muscoli. - Siete... mh, fantastiche, assolutamente fantastiche! Mi farete impazzire, così... - commentò a denti stretti, col volto quasi completamente umano distorto in un'espressione di puro piacere, prima che le parole di Sele lo distogliessero da quelle piacevolissime sensazioni, facendo sorgere un sorriso perverso e compiaciuto sulle sue labbra umane che, inevitabilmente, scoprirono due file di zanne acuminate e mostruose. Fu particolarmente gradevole sentirla ammettere, altera e superba com'era, che la stava facendo godere e Adam avrebbe di certo ripreso a possederle con più forza ed entusiasmo di prima se non fosse stata per la reazione inaspettata della piccola Queenie che, malgrado avesse retto con sufficiente sfrontatezza l'evoluzione degli eventi che la vedeva penetrata insieme a una quasi sconosciuta, si lasciò sopraffare dall'imbarazzo per una semplice osservazione, al punto da nascondere il visetto tra le sue manine. Una reazione simile, in un'altra situazione, lo avrebbe intenerito profondamente ma in quel momento non fece che decuplicare la sua eccitazione, come ben testimoniarono le due verghe che pulsarono violentemente all'interno delle due donne e sollevarono ulteriormente i grossi aculei.
    Verissimo, Selenya... se la mia Regina sarà sincera, il suo Re le darà il premio più bello che potrebbe mai sognare. - la sua voce era bollente e sebbene non mancasse una nota di dolcezza, era evidente che quest'ultima vibrasse di puro desiderio e la stessa licantropa avrebbe potuto notare la luce bramosa, rapace che illuminava i suoi occhi rossi. Non appena ebbe finito di parlare, sempre guardando negli occhi la sua piccina, la sua lingua si mosse verso le sue labbra, lambendole in una promessa di bacio prima di ritrarsi e scivolare verso il basso, mentre continuava a stringere i suoi seni gonfi di miele tra le sue spire, sfiorando appena il membro della straniera, per poi raggiungere finalmente il clitoride eretto della piccina che, immediatamente, fu preda della piccola bocca di quella lingua tanto interminabile quanto mostruosa. Quindi riprese a spingere con forza dentro di loro, mentre la sua lingua tormentava il clitoride dell'apetta e strizzava quei seni che, immediatamente, presero a stillare rivoli di miele bollente direttamente sui capezzoli di Sele; poteva anche sembrare che Adam volesse far capitolare Queenie... e infatti il suo obiettivo era proprio questo ma non voleva riuscirci in quel modo. Così, dopo aver fatto assaggiare alla sua regina le delizie di quella particolarissimo stimolazione, mollò di colpo clitoride e seni, rallentando persino di poco le spinte che, però, rimanevano comunque intense e profonde. - Però, visto che al momento non posso premiare la tua di sincerità... premierò quella di Selenya. - un sorriso inequivocabilmente perfido comparve sul volto altrimenti gentile di Adam e la sua lingua, sinuosa ed elegante come una serpe, prese ad avvolgersi spira dopo spira, alle gonadi e all'asta del pene equino di Sele, per poi proseguire fino ai seni su cui serrò una morsa piacevole e, infine, la piccola bocca sulla punta andò a succhiare uno dei capezzoli, inglobandone fino a poco dopo l'areola. Subito le spinte ritornarono a farsi feroci, con gli aculei che si sollevavano a ogni affondo, quasi a volersi aggrappare alle loro carni o a volerle straziare, mentre la povera verga della licantropa non era più stimolata dal ventre morbido e piatto dell'apetta o, meglio, non solo: era stretta, massaggiata e masturbata senza sosta da quelle spire bollenti e ricoperte di saliva, che strizzavano i suoi testicoli quanto i suoi seni, mentre la piccola bocca sembrava voler risucchiare ogni singola goccia di afrodisiaco che conservavano. Stretta, dunque, in quel bondage di "corda" viva, che le avrebbe dato più piacere di quanto non potesse fare una bocca umana, Sele avrebbe anche potuto pensare che fosse quello il suo premio... ma si sbagliava davvero di grosso.
    Adam, infatti, che in una situazione normale ci avrebbe pensato mille e mille volte prima di posare anche soltanto lo sguardo su una verga dalle forme (e dimensioni) equine, anche se attaccata a una così affascinante donna, ma in quel momento non soltanto godeva massimamente delle pulsazioni che riusciva a strappare a quella verga e dei quantitativi spaventosi di afrodisiaco che stava ingurgitando mentre, senza alcuna premura, le scopava con tutta la forza di cui era capace ma, soprattutto, non era che all'inizio: seguì, infatti, l'istinto e fece sollevare il carapace della schiena, lasciando uscir fuori la lunga coda nera con quel suo "fiore" di carapace sulla punta che portò davanti gli occhi delle due donne, probabilmente stupite per diversi motivi; immediatamente la punto si spalancò e lasciò uscire ben due, enormi verghe assolutamente uguali, aculeo per aculeo, a quelle che le stavano scopando senza sosta propria in quel momento. A quanto pareva, infatti, l'afrodisiaco di Sele non aveva spostato il secondo membro di Adam ma, "semplicemente", li aveva sdoppiati... - Eccolo qui il tuo premio, Selenya... ma prima di poterne godere devi lubrificarlo un po': credi di riuscirci? - le chiese in un sussurro bollente, mentre due paia di mani grandi e forti le artigliava i glutei sodi, palpandoli con gusto e tirando e deformando il buchino oscenamente e incredibilmente dilatato affinché sentisse ancora più intensamente gli aculei e il colossale cazzo dentro di sé, palesando che quello non era semplicemente un modo per premiare Selenya e dunque "punire" Queenie ma, soprattutto, un modo per sfidare la licantropa e lasciarle intendere che il vero piacere doveva ancora arrivare... ma prima doveva occuparsi di quell'enorme cazzo e, almeno apparentemente, sembrava impossibile che una bocca umana potesse accoglierlo come lasciava intendere di aver chiesto la tiranide.
    Nel frattempo, l'altro paio di mani si saldarono sui seni della sua regina, costretta a osservare la verga inferiore della coda, situata ad altezza del viso di Sele, senza poterla raggiungere: certo, la virilità dell'ex homunculus la stava prendendo con una furia semplicemente meravigliosa e ogni singolo aculeo che la ricopriva era ammantato di lievi ma intense scartiche elettriche frammiste a eromanzia... ma a Queenie sarebbero bastate? Dopotutto Sele sembrava potersi godere un banchetto assai più ricco.

    Edited by Kira dietro lo specchio. - 27/7/2019, 00:49
     
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    Selenya scoppiò a ridere, divertita.
    A quanto pareva, Adam non aveva proprio perso tempo nel cogliere la palla al balzo approfittando quindi della situazione per darle corda e mettere ancora più alle strette la povera apetta che, esasperata da quell'imprevista complicità che si era creata tra i due, si ritrovò a gemere infastidita: "N-non vale! Siete due contro uno, non è giusto ... e poi ... poi ... poi lui sa già quanto lo ami. Non serve che dica certe cose per farglielo capire!", disse, le gote totalmente arrossate dall'imbarazzo mentre la russa, dal proprio canto, non la smetteva di osservarla sorridendo piacevolmente divertita dalla timidezza e dall'imbarazzo di lei.
    Se infatti, a letto, Selenya tendeva a essere una partner decisamente passionale e piena di iniziativa e che certo non disprezzava certe pratiche per altri decisamente fuori dalla norma, la piccola Queenie risultava essere invece l'esatto opposto, contrapponendosi a lei a causa della propria naturale timidezza e dell'imbarazzo che spesso le faceva arrossare il volto nel trovarsi di fronte agli approcci spesso audaci del suo dolce amore. Due donne indubbiamente molto diverse, ma comunque incapaci di negare quanto il partner comune fosse indubbiamente in grado di soddisfarle sotto ogni singolo aspetto.
    Selenya sghignazzò divertita, scuotendo il capo e schioccando la lingua sul palato con aria di rimprovero: "No, così non va affatto bene.", disse, avvicinando vertiginosamente il proprio volto a quello di lei mentre l'apetta, colta alla sprovvista, si irrigidiva più rossa che mai guardandola preoccupata mentre quelle le soffiava sulle labbra, "Perché se davvero desideri quel premio, allora dovrai essere molto più sincera con te stessa e dire a chiare lettere quanto ti sta piacendo. E non mentire ... riesco a sentire i tuoi adorabili capezzolini contrarsi contro di me ogni volta che spinge!"
    Di fronte a quelle parole, Queenie arrossì ulteriormente, lasciandosi sfuggire un gridolino imbarazzato che non fece che acuirsi ancora di più quando sentì la lingua di lui iniziare a stuzzicarle il clitoride: la povera tiranide era ormai assediata su tutti i fronti, in parte a causa del seno della russa che, imperterrito, continuava a strusciarsi conto il suo, in parte per quella lingua che sembrava non darle tregua e per finire per la famigliare nonché tutt'altro che modesta presenza del suo amato centro di sé che continuava a spingere senza sosta contro quell'utero ancora dilatato e ormai sul punto di accoglierlo a sua volta. Con le gote totalmente arrossate sia dal piacere che dall'imbarazzo, la poverina si aggrappò istintivamente alle spalle della russa balbettando, esasperata: "S-siete scorretti ... non vale, pensavo che dovessimo essere noi due a farlo arrendere. Invece vi siete alleati contro di me. C-cattivi ... ahhh!", sfortunatamente, ben presto le protesta della piccoletta andarono perdute, quando una scarica di improvviso piacere la fece stringere ancora di più attorno al membro del suo amato spingendola ad affondare il capo nella morbida pelliccia del collo di Selenya. Era quasi al limite, un po' a causa di quel parto che già l'aveva sfiancata e un po' per quel doppio assalto sia alla sua femminilità ormai fradicia che al clitoride completamente arrossato ... se non che, improvvisamente, si ritrovò a sgranare gli occhi sorpresa nel sentire la lingua di lui abbandonare, sul più bello, il suo clitoride per dirigersi quindi verso la verga della mannara che, ormai totalmente dura, continuava a strusciarsi tra i loro corpi.
    Queenie sgranò gli occhi, osservando contrita la lingua del suo amato spostarsi sulla russa.
    Selenya sgranò improvvisamente gli occhi, sorpresa. Non sarebbe aspettata di finirci in mezzo pure lei, ma in fondo in fondo non le dispiaceva affatto ricevere un premio simile per cui alla fine sorrise, osservando divertita la povera tiranide per poi dire: "Ohhh, ma tu guarda un po', hai una linguetta davvero brava sai? Sono certa che se qualcuno fosse più sincero ... ahhh ... potrebbe godersela a propria voltahhh!", disse, gli occhi cupi di lussuria mentre sentiva la propria asta pulsare piacevolmente nel bel mezzo della morsa di lui e la propria femminilità stringersi istintivamente attorno al suo membro in risposta.
    Più sconvolta e combattuta che mai, e con il corpo ancora teso per quell'orgasmo quasi appena sfiorato, Queenie si trovava ora ad assistere al divertimento dei due senza poter fare nulla se non arrendersi alle loro richieste. Mordicchiandosi quindi il labbro più imbarazzata che mai, dovette infine capitolare e, voltando il capo, disse: "Ok, ok, ok ... va bene, avete vinto voi!", sbottò, sventolando le quattro braccine striate al vento per poi proseguire, rossissima e timidissima, "Ecco ... forse, può darsi che mi piaccia.", concesse, per poi incontrare il sopracciglio inarcato della russa e aggiungere, giusto per sicurezza, "Anzi no ... lo adoro ok? Adoro sentire il membro del mio amore che mi entra dentro, e si ... i suoi aculei sono fantastici, li ho provati sulla mia pelle molte volte. E mi piace anche sentire il corpo morbido della Signorina Selenya contro il mio. Però odio quando vi alleate contro di me quindi, per favore, non è che potreste aiutarmi un pochino? Mi state uccidendo!", disse, ormai a ruota libera, per poi fermarsi a riprendere fiato.
    Selenya scoppiò a ridere, più divertita che mai, per poi gettarsi istintivamente sulle labbra di lei, spingendola a dischiudere le proprie in un dolce e languido bacio che durò anche parecchi secondi mentre avvicinava le dita al suo seno strizzandole divertita i capezzoli e facendola gemere contro le proprie labbra.
    Quando poi le due si staccarono, si sarebbero ritrovate di fronte alla verga di lui, appena fuoriuscita dal suo carapace.
    E se Queenie non aveva la benché minima idea di come avrebbe potuto soddisfare una mostruosità simile, la russa dal canto suo non ne sembrò minimamente intimorita: anzi, le iridi di lei brillarono ironiche, mentre si voltava appena per osservare il tiranide: "Te l'ho detto ... non sei il solo qui capace di cambiare forma. E visto che me ne hai dato l'occasione, ne approfitterò per farti vedere di cosa un membro della Casata Von Sokolov è in grado di fare.", detto ciò, il corpo della mannara avrebbe iniziato a sussultare, mutando lentamente e cambiando progressivamente forma.
    Ben presto, al posto della giovane e avvenente donna dai capelli azzurro cielo si sarebbe erto uno stallone dalle dimensioni a dir poco considerevoli: due metri e mezzo di pura potenza equina, le cui membra erano interamente coperte da una tanto resistente quanto luminosa armatura di squame color argento e sul muso del quale spiccava una criniera di nastri color perla, che da esso discendevano lungo il dorso e da li fino alla vaporosa coda. Per finire, un corno apparentemente scolpito nel cristallo ne decorava il capo.
    Ovviamente, per non schiacciare la povera tiranide, la mannara si curò bene di accucciarsi solo con le zampe posteriori in modo da permettere all'uomo di continuare a penetrarla senza tuttavia ferire la piccola apetta che, in compenso, si ritrovò ad affrontare la verga dalle dimensioni praticamente triplicata di lei che era ormai di fronte al suo volto. E se dapprima l'avrebbe osservata timidamente, con un'espressione di genuina sorpresa sui lineamenti delicati, ben presto anche lei si sarebbe ripresa, arricciando il naso e dicendo: "Certo, mentre tu ti godi il tuo premio allora dovrai affrontare la mia ira. Così impari ad allearti con il mio amore alle mie spalle!", disse, tendendo tutte e quattro le braccine e avvolgendole con incredibilmente determinazione attorno alla verga di lei così da iniziare a masturbarla con forza.
    Selenya sgranò gli occhi, sorpresa, per poi lasciarsi sfuggire un sorriso divertito e tendere il muso verso la verga di fronte a sé.
    E se in forma umana ben difficilmente sarebbe riuscita a prenderla in bocca, con quelle sembianze riuscì ad accoglierla senza troppi problemi iniziando a succhiare quindi con notevole perizia il membro di lui: la bocca della mannara era comunque parecchio stretta, ma a causa della lingua carica di tossine e in grado di avvolgersi senza problemi attorno al corpo di lui sarebbe riuscita a regalargli un lavoretto di primissima categoria che in ben pochi sarebbero riusciti a sopportare.
     
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    Che dice il Coccodrillo del Nilo | che batte la coda iridata | ... | nel tonfano, nella cascata, | ... | e sopra la sponda assolata? | «Trovato è il pasto agognato! | Trovato! Trovato!

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    Queenie era semplicemente adorabile e sebbene la situazione non potesse essere più perversa di così, con lui drogato da dosi folli di afrodisiaco ed eccitato come mai in vita sua, quelle sue reazioni deliziosamente ingenue e timide erano ancora capaci di infondergli una gran tenerezza e fargli desiderare di riempirla di baci. Certo, di contro gli facevano pulsare ferine le enormi verghe, mentre gli aculei si sollevavano neppure volessero conficcarsi nella sua ingenuità e strappargliela via a suon di intensissimo piacere ma per un po' la tenerezza riuscì a convivere con il desiderio. Per un po' perché il modo con cui Selenya giocava con la sua Regina lo faceva semplicemente impazzire, oltre a stuzzicare il suo ipertrofico orgoglio che non poteva non sentirsi "messo da parte" dalla russa a favore dell'Apetta, quindi fu anche per questo motivo che dopo aver tormentato crudelmente il clitoride della sua piccina, pascendosi dei deliziosi gemiti che le rubava senza sosta, avvolse la sua lingua bollente e vellutata attorno alla verga dell'altra donna, più che mai deciso a farla impazzire.
    Sono cattivo perché voglio che la mia Regina mi dica quanto le piace il mio cazzo? - chiese retorico, volutamente volgare, guardando negli occhi la piccina e sottolineando con quella sua voce mostruosa eppure calda e suadente, quel termine così deliziosamente triviale e che, da solo, poteva ben indicare quanto ormai si fosse perso nell'abisso di perversione in cui le due l'avevano fatto precipitare; con quella piccola dose di turpiloquio, però, non voleva sorprendere soltanto la sua Regina ma anche la bella mannara che, fino a quel momento, aveva mostrato una padronanza di sé assolutamente ammirevole, talmente granitica da respingere fin troppo bene gli assalti di un Adam sempre più eccitato e bramoso di vederla ferina e perduta quanto lui.
    Ecco che, però, la sua piccina finalmente proruppe nella confessione tanto attesa, sia pure strappata a forza di pungoli da parte sua e di Selenya: una confessione a cui subito seguì una vera e propria supplica, a cui Adam reagì in una maniera tanto prevedibile quanto piacevole, cioè aumentando ulteriormente il ritmo delle sue spinte e affondando con tutta la sua sovrumana forza quelle mostruose verghe dentro di loro. - Oh sì, ti aiuterò, ti aiuterò tantissimo, piccin-nhhg! - gemette sorpreso, perché Selenya prese decisamente sul serio la sua sfida e rivelò il suo vero aspetto, mostrando una natura mostruosa che non aveva nulla da invidiare alla sua, anzi rivelandosi molto più bella (Non che fosse difficile, certo): lentamente, infatti, la splendida donna lasciò il posto a un etereo stallone, decisamente enorme, sotto il cui peso cedette il suo povero letto ma, fortunatamente, neppure questo inconveniente riuscì a separarli. Adam si stupì di una tale trasformazione ma il suo stupore svanì presto e, soprattutto, non ebbe alcuna indecisione nel continuare a scopare con tutte le sue forze l'ano di un gigantesco stallone mannaro, eventualità che in uno stato di maggiore lucidità avrebbe scatenato violentemente la sua misofobia ma che, in quella situazione, gli apparve assolutamente normale, anzi addirittura preferibile dato le sensazioni che poteva regalargli quel corpo. Non soltanto, infatti, il culo su cui adesso affondava senza pietà era ancora ancora più avvolgente, forte e meraviglioso di prima ma perché, la verga che era scomparsa tra le fauci di Selenya si stava godendo il sesso orale migliore di sempre. - Nhhhghhg, c-così... così, Selenya! - la incitò con ringhi violenti, mentre Queenie ebbe la meravigliosa idea di letteralmente aggrapparsi all'enorme verga della donna, regalando così una visione talmente perversa al suo Re che, semplicemente, non poté non lasciarsi andare completamente all'istinto e alla furia che quest'ultimo gli suggeriva.
    Si ritrovò, dunque, a concentrare l'eromanzia che pervadeva il suo corpo proprio nelle sue quattro verghe che, per un attimo, divennero violacee e bollenti, prima di pulsare come se fossero sul punto di esplodere e, un attimo dopo, crescere ancora e ancora. L'eromanzia, infatti, stava permettendo a quelle colonne di carne di andare oltre i loro limiti limiti e immagazzinare una quantità di sangue semplicemente enorme, più che sufficiente a raddoppiare le loro dimensioni che divennero semplicemente colossali, soprattutto in larghezza: Sele, infatti, si sarebbe accorta che avvolgere tutto quel membro con la sua lingua e accoglierlo tra le sue fauci le sarebbe stato impossibile, mentre il suo povero culo si ritrovava a gestire un'erezione più che mostruosa, con gli aculei ancora più grandi di prima; colei, però, che avrebbe avuto maggiori difficoltà sarebbe stata Queenie, dato che la sua piccola femminilità sembrava poter accogliere le dimensioni "normali" di Adam per pura fortuna ma, di fronte a una simile mostruosità, soltanto un miracolo poteva aiutarla: subito, infatti, quel tronco vivo e bollente le conquistò l'utero, spalancandolo, mentre il ventre della piccina si ritrovava a deformarsi in maniere che avrebbero condotto una normale umana all'ospedale, semplicemente lacera. Fortunatamente, proprio l'eromanzia che aveva permesso un simile prodigio, irradiandosi nel corpo delle due donne fungeva da anestetico per il dolore e da moltiplicatore per il piacere, permettendo così alle due di godersi quella penetrazione impossibile ed estrema.
    Rgghh, rgghh! F-fatemi venire, f-fatemi venire! - ruggì, con le sue enormi mani artigliate che si saldavano attorno ai fianchi, sui glutei delle due donne, mentre la forza con cui le possedeva aumentava in proporzione alla crescita delle sue quattro verghe, di cui la quarta, non potendo godere della bocca di Selenya, si ritrovava a ondeggiare a un nulla da visetto di Queenie, quasi graffiando con gli aculei il membro della mannara. Il piacere era dannatamente troppo eppure, al contempo, troppo poco per portarlo all'acme, tanto che le spinte si fecero furiose, bestiali, con la lingua dell'ex homunculus che ora si avvolgeva attorno al cazzo di Sele, quasi a volerlo stritolare, ora attorno ai loro seni, ora succhiava senza posa, con una tale furia da sembrare quasi di volerlo staccare, il clitoride di Queenie. Tale limbo, sospeso tra piacere e insoddisfazione, durò troppo, troppo a lungo per il corpo consumato dal desiderio di Adam ma, alla fine, spinta dopo spinta lo infranse e, in un attimo, quelle quattro immense verghe si gonfiarono ulteriormente, dure come l'acciaio ed esplosero in un orgasmo mostruoso, assolutamente ingestibile. Entrambe le donne, infatti, si ritrovarono sommerse e attraversate da una quantità di denso, bollente seme apparentemente infinito, più che sufficiente non solo a gonfiare il ventre di Queenie come se fosse incinta ma persino quello di Selenya che non solo doveva gestire la perversa inondazione che le invadeva le viscere ma anche quella che si stava abbattendo nella sua gola, mentre la quarta verga della tiranide, libera da ogni impedimento, annaffiava il corpo delle due con quantità davvero assurde di sperma bollente, il cui odore intenso saturò ben presto l'aria nella stanza. In tutto questo, non solo Adam non aveva smesso di affondare con tutta la sua forza negli orifizi delle due, ruggendo e ringhiando ferino ma, soprattutto, il suo corpo impazzito aveva liberato a partire proprio dalle quattro, mostruose erezione delle violenti scariche elettriche unite all'eromanzia che continuavano a irradiare senza sosta, avrebbero sottoposto le due a un mix di sensazioni dalla violenza e dall'intensità semplicemente inconcepibili.
    Quando, un'eternità dopo, quel mostruoso orgasmo si esaurì, vi era un Adam con lo sguardo infiammato da un desiderio tutt'altro che appagato, da una lussuria più bruciante che mai, che si espresse anche con parole ringhiate, a dir poco roventi: - Ancora... ancora, vi prego... - e seppur la sua fosse una supplica, il suo tono mostruoso le conferiva una nota imperiosa che le decise strette delle sue mani sui loro corpi e il pulsare vigoroso dei suoi quattro, enormi membri, più duri che mai, confermarono pienamente. In tal senso, Queenie che già conosceva la resistenza del suo partner in condizioni normali, poteva ben immaginare quanto in quella condizione a dir poco eccezionale, potesse sentirsi inappagato e, soprattutto, quanti orgasmi ci sarebbero voluti per soddisfarlo... orgasmi che avrebbe ricominciato ben presto a ricercare con la persino più furia di prima, se le due donne non avessero deciso in tempo di guidarlo, sempre se sarebbero riuscite a riprendersi, certo.
     
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    Queenie aprì la bocca, semplicemente sconvolta.
    Selenya, dal canto suo, sgranò gli occhi, guardando con la coda dell'occhio l'homunculus per poi scoppiare rumorosamente a ridere.
    Inutile dire che, con il suo vocabolario che di poetico aveva ben poco, le due donne erano state entrambe prese totalmente in contropiede ... e se di fronte a quel "cazzo" così grezzamente pronunciato la povera apetta si sarebbe limitata ad arrossire più che mai, coprendosi il volto con le manine paffute, la bella mannara sarebbe invece scoppiata a ridere più divertita che mai. Salvo poi guadagnarsi un'occhiata sconvolta da parte della povera Queenie: "C-che avete da ridere? N-non è affatto divertente, e anzi ... n-non dovresti dire queste cose.", protestò la piccoletta, più rossa che mai, senza tuttavia rendersi conto di come proprio quel vocabolo inaspettato l'avesse fatta eccitare ancora di più spingendola a stringersi istintivamente attorno al proprio partner.
    Selenya scosse il capo, ridendo divertita: "Il tuo compagno è proprio un poeta, non c'è che dire.", osservò, lasciandosi sfuggire poi un nitrito sorpreso.
    La quantità a dir poco estrema di eromanzia prodotta dal corpo di lui, infatti, no tardò certo nel far crescere se possibile ancora di più quelle verghe di per sé già sufficientemente mostruose ... e se la mannara, tutto sommato, poteva definirsi sufficientemente allenata e masochista da poter sopportare la sensazione di quali aculei che le dilaniavano gli intestini, per la piccola tiranide non sarebbe stato altrettanto semplice: improvvisamente, infatti, sentì la verga di lui riuscire a conquistare anche il proprio utero, spalancandolo senza troppi mezzi termini e facendola gridare di piacere a stento represso.
    Quella lingua, poi, che non la smetteva di avvolgere il membro della mannara era per lei una vera e propria tortura: assediata su tutti i lati, Selenya non aveva altra scelta se non stringere con forza sempre crescente i possenti muscoli equini attorno alla verga di lui mentre la bocca, senza troppo successo, cercava di dare piacere a quella verga dalle dimensioni a dir poco mostruose. E il tutto con Queenie li, nel mezzo, col ventre ormai totalmente deformato dalla sagoma del membro di lui e le manine che, birichine, non esitarono un istante nel raggiungere la punta della verga della mannara iniziando quindi prima ad accarezzarla e poi a penetrarla lentamente.
    A quel punto, per le due sarebbe stato semplicemente impossibile resistere.
    Il piacere di quelle verghe a dir poco mostruose che ne violavano insistentemente i pertugi, abbinate alle attenzioni a dir poco provocatorie dell'uomo e all'uso assolutamente inatteso della sua eromanzia, fecero ben presto raggiungere anche loro l'orgasmo.
    Improvvisamente, le donne sentirono le verghe di lui iniziare a tendersi e a pulsare, spingendole a sgranare gli occhi sorprese.
    "A-adam ... si, ti prego. Sto per ... per ...", fece la prima aggrappandosi teneramente alla verga della mannara che nitrì sorpresa.
    "Così piccolo. Continua, continua, continua! Ohohoh ... senti come si gonfiano, mi sa che sarà decisamente ... ABBONDANTEEE!", gridò la mannara.
    E infine, eccolo.
    Selenya e Queenie si tesero come corde di violino, il corpo scosso da un'orgasmo pari a pochi altri mentre il seme dell'homunculus si riversava nei loro corpi come un fiume in piena. Ben presto, sia il ventre della sua amanta che quello della bella salvatrice sarebbero cresciuti a dismisura, pieni di quel liquido denso e bollente talmente abbondante da farle apparire entrambe incinta ... e non solo, a causa della verga di lui e di quella della mannara ancora libera, ben presto il letto sarebbe stato letteralmente invaso da un'ondata di seme senza eguali.
    Anche Selenya, infatti, raggiunse presto il suo limite.
    Gemette, alzando gli occhi al cielo mentre il seme caldo di lui le riempiva la bocca facendola tossire e inebriandola col suo sapore forte e virile ... un sapore così intenso che, infine, anche la sua verga si tese, contraendosi dolorosamente e riversando sulla povera apetta un'ulteriore dose di seme dalla particolare colorazione azzurro fluorescente.
    "Ehi ... no, fermi. Non vorrete mica ... ma insomma, la volete smettere?!?"
    Ancora ansante e col corpo scosso dagli ultimi residui dell'orgasmo, Selenya aprì infine un occhio, alzandosi sulle zampe per scostarsi quindi dalla propria posizione e permettere alla povera apetta di respirare almeno un po' ... movimento che, oltre a liberare il suo fondoschiena dalla verga dell'uomo, facendo colare sul letto un'ulteriore dose di sperma bianco e denso, avrebbe esposto anche allo sguardo del suo amato lo spettacolo eroticamente comico della sua amata.
    Queenie, gemette, osservandosi sconvolta, per poi arricciare dolcemente il labbro e osservarli offesa.
    Il perché?
    Semplice, perché se l'orgasmo di lui aveva travolto solo il muso e il busto della russa, per la giovane apetta la posizione in cui si era ritrovata l'aveva letteralmente messa nella traiettoria di lancio sia del seme del suo amato che di quello della donna. Cosa che, alla fine, aveva finito con l'innaffiarla totalmente del seme dei due che le ricopriva ormai gran parte del corpo oltre che ovviamente del ventre ancora gonfio a causa dell'orgasmo appena superato.
    Selenya deglutì con forza, le verga che scattava nuovamente sull'attenti di fronte a quello spettacolo a dir poco unico del suo genere, salvo poi scoppiare nuovamente a ridere sotto lo sguardo di rimprovero della povera apetta: "Ahahah! Dei del cielo ... questa si che non si vede tutti i giorni. Caro il mio piccolo, mi sa proprio che da qui a qualche mese vi ritroverete con un'altra ondata di uova di cui occuparvi.", disse la mannara, più divertita che mai, per poi osservare quasi intenerita l'homunculus.
    Gli si avvicinò piano, portandosi al suo fianco per poi avvicinare il muso equino al suo orecchio, osservando divertita Queenie: "Aiutarti? Si, direi che si può fare. Dopotutto ... era da una vita che nessuno mi riempiva così.", disse, lasciando scorrere la lingua bollente e scura contro il viso di lui in una lunga e languida lappata mentre l'ano, ormai al limite, cedeva alla pressione dello sperma ivi contenuto riversandolo totalmente a terra.
    Queenie sospirò, avvicinandosi ai due e osservandoli seria, per poi sbottare: "E va bene! Questa volta però vedete di non sporcare in giro.", disse, sventolando le manine paffute al vento per poi aggrapparsi al petto del suo amanto, iniziando a leccare dolcemente il seme che lo ricopriva dal corpo di lui.
     
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    Le risate di Selenya avrebbero causato almeno un minimo di imbarazzo in un Adam lucido e controllato, così sensibile al senso del decoro suo e altrui ma, in quel caso, non gliene importò un bel niente e la reazione assolutamente tenera della piccola apetta, unita alla perversa sincerità del suo corpicino che, a dispetto delle sue parole, sembrava aver gradito non poco il suo turpiloquio, lo portò a eccitarsi ancora di più. - Perché non dovrei? Non è forse un cazzo, il mio cazzo a farti godere così tanto, mia Regina? E Selenya, sicura che io non lo sia davvero un poeta? Il mio cos'era se non un verso dell'ode che i nostri corpi stanno componendo? Accettate tutto di me, perché io voglio tutto di voi... - replicò stringendo i fianchi equini della mannara e quelli dolci, pieni della sua Queenie mentre le sue verghe, invase da quel quantitativo semplicemente impossibile di eromanzia, reagivano crescendo a dismisura e sottoponendo le due donne a delle penetrazioni davvero estreme. Eppure, malgrado quei colossi armati di aculei scavavano dentro di loro senza alcuna pietà, quei due, diversi splendori non reagirono in altro modo che godendo sempre di più, cosa che lo fece scatenare totalmente e infine, tra le grida di entrambe, liberare in un orgasmo violentissimo.
    Era stato semplicemente meraviglioso e l'unica, lievissima nota stonata di quell'altrimenti ininterrotta sinfonia di piacere, era stato quel "piccolo" con Selenya lo aveva apostrofato e che, inevitabilmente, accese il suo orgoglio e quel bisogno tutto perverso che aveva di dominarla, di sovrastarla e farla letteralmente impazzire. Per il momento, però, non reagì e lasciò la donna liberarsi della sua presenza, facendo scivolare fuori quell'immane verga che era rimasta perfettamente turgida e sollevando appena gli aculei affinché la donna percepisse intensamente lo scivolare di ogni centimetro. Finalmente, senza la presenza dell'ingombrante mannara, poté osservare l'immagine della sua Queenie semplicemente... devastata, sì, non vi erano termini migliori per definirla. Non soltanto, infatti, era ancora piena di lui e col ventre oscenamente rigonfio di seme ma, soprattutto, era letteralmente ricoperta da uno spesso strato di quest'ultimo, in cui spiccava sia il suo, candido come latte che quello azzurro della straniera. Una visione splendida e persino buffa, come sottolineava la nuova risata di Selenya ma in quel momento l'ex homunculus percepì soltanto un'ennesima, violentissima scarica di eccitazione, così intensa che le quattro verghe, già durissime divennero semplicemente marmoree e dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non saltarle di nuovo addosso. Era così fuori di sé che non si concesse neppure un sorriso e, soprattutto, osservando il suo letto stroncato, il materasso e parte del pavimento letteralmente invaso da una spessa coltre di sperma, non ebbe nemmeno un brivido di raccapriccio: una fortuna poiché, di certo, quando sarebbe ritornato lucido avrebbe preferito bruciare l'intera stanza. Neppure il commento della russa riguardo alle future uova che, in altre situazioni, lo avrebbe certamente annientato, adesso non fece altro che eccitarlo e, forse, solleticare il suo istinto da tiranide, che di certo non vedeva nulla di male nel "firmare" geneticamente centinaia di uova... dopotutto, solitamente le aspirazioni di una tiranide maschio, prima che una femmina gli spicchi la testa dal collo, è proprio questa. Non si scompose nemmeno quando la lingua di un enorme unicorno mannaro gli andò a leccare il volto, anzi la sua vi si intrecciò con entusiasmo, in un bacio tanto mostruoso quanto piacevole, tanto che socchiuse gli occhi e si lasciò scappare un lungo, roco gemito di impazienza: - E succederà ancora, ti riempirò fino a farti impazzire. - promise, senza neppure bisogno di interrompere il bacio grazie alle sue corde vocali speciali, prima che la sua piccina si rialzasse e, aggrappatasi al suo petto, iniziasse a ripulirlo dei relativamente pochi schizzi di seme che lo avevano raggiunto, scelta quanto mai buffa date le sue di condizioni. Per questo motivo la prese in braccio, afferrandola e sollevandola proprio dai glutei, facendo in modo che il bel culetto dell'apetta si trovasse proprio davanti gli occhi di Selenya. - Oh, mia Regina, prima di pensare a me dobbiamo pulire te... non pensi, Selenya? - le chiese con tono roco e lanciandole uno sguardo malizioso, prima di sciogliere l'intreccio delle loro lingue e portare la sua sul corpo della sua Regina, carezzandole la pelle e raccogliendo una gran quantità di seme denso e ancora caldo che, lentamente, portò alle sue labbra. Non aspettò che la piccina le schiudesse per lui e irruppe nella sua boccuccia con desiderio, avvolgendo la piccola lingua dell'apetta con le sue spire e, soprattutto, riversandole dentro tutto lo sperma che aveva raccolto. Non appena la sua lingua fu pulita, ritornò nuovamente a carezzare e a pulire il suo corpo, con lunghe, metodiche leccate in cui quella lingua lunghissima e bollente, massaggiava la sua pelle e la liberava da quella coltre di sperma caldo che Queenie, ovviamente, avrebbe finito per ingoiare fino all'ultima goccia. - Selenya... penso che la mia Regina abbia bisogno di essere ripulita... proprio qui. - il tono fu indicibilmente perverso e la mannara avrebbe capito il perché, dato che le spalancò proprio davanti gli occhi le natiche, mostrando il buchino roseo e lievemente dilatato che lui stesso, tempo prima, aveva deflorato; ovviamente il culetto era forse la parte più pulita del corpo della piccina ma Adam voleva prepararla a quello che sarebbe venuto dopo... e le due donne in questione avrebbero potuto facilmente presumerlo dato che Queenie si trovava letteralmente tra le due colossali verghe, più dure e gonfie che mai, mentre in entrambi gli orifizi di Selenya vi premevano pigramente le mostruose cappelle delle altre due, quelle della coda che, ovviamente, non erano affatto più appagate delle altre. Chissà, forse quella situazione avrebbe fatto pensare alle due donne di aver fatto davvero una grossa sciocchezza a drogare con così tanto afrodisiaco la povera tiranide... oppure, più semplicemente, di aver avuto un'idea semplicemente geniale; dopotutto è questione di prospettive.
     
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    Queenie arricciò il naso, osservandoli.
    Perché si, nonostante lei fosse proprio li, di fronte a loro, i due non sembravano minimamente intenzionati a trattenersi. Incrociò le braccia, osservando la lingua scura e bollente della mannara andare a intrecciarsi con quella del suo dolce amato in un bacio talmente lento e carico di lussuria che ben presto i seni della piccoletta tornarono a gonfiarsi a dismisura mentre caldi rivoli di miele le cadevano sul corpicino già di per sé sufficientemente ricoperto di liquidi.
    "Ehi, guardate che ci sono anc ...", fece per dire, salvo essere bruscamente interrotta dalla lingua del suo Re. L'apetta si lasciò sfuggire un gemito sorpreso, mugolando deliziata mentre la superficie calda e umida della lingua di lui iniziava a lappare con delicatezza ogni traccia di seme dal corpo di lei ... presto seguita, ovviamente, anche dalla lingua della mannara che su invito del tiranide non esitò un solo istante nell'affondare il muso famelico tra le natiche di lei.
    Queenie gemette, sentendola inspirare il suo odore e arrossando più che mai, cosa che Adam sarebbe riuscito a percepire più che chiaramente visto che quando la baciò le antenne della tiranide andarono a cercare inevitabilmente quelle di lui: imbarazzo, per quel muso estraneo saldamente premuto contro il suo fondoschiena, e desiderio nel sentire la lingua di lui incontrare la propria, nutrendola del loro sperma, sarebbe stato ciò che sarebbe riuscito a percepire più che chiaramente il suo amatissimo Re. "A-Adam ... S-Selenya ... i-io ... credo di volerne ancora.", gemette, sospirando in silenzio contro le labbra di lui mentre la mannara sorrideva contro le sue chiappine rosee ... approfittando giustissimamente dell'invito per affondare la lignu calda nel buchino di lei.
    L'apetta gridò, più sorpresa e imbarazzata che mai, sentendo quella pressione tanto invadente da rivaleggiare con un membro umano farsi largo dentro di lei. E se Adam non si era risparmiato nel ripulire il suo esterno da qualsiasi traccia di seme, anche Selenya non si sarebbe risparmiata per lubrificare e preparare per bene quel dolce antro a ciò che sarebbe successo di lì a poco ... specialmente visto e considerato come la verga della mannara, ancora dura e insoddisfatta, fosse palesemente risoluta a conquistare a propria volta il tenero e dolce corpicino della piccola apettina.
    Selenya, dal canto suo, sorrise: "Uhuhuh ... tu guarda, non preoccuparti. IO sono fermamente decisa ad assaggiarti, e scommetto che anche il tuo Re è ben lungi dall'essere soddisfatto. Quindi ... a te la scelta. Preferisci accogliermi nel tuo buchino principale, o preferisci che sia il tuo amore a favorirne? In qualsiasi caso, ci prenderemo cura di te TOTALMENTE!", affermò, facendo arrossire ulteriormente la già imbarazzatissima Queenie.
    "Oh, beh ... ecco ...", cercò di districarsi, facendo alzare gli occhi della mannara al cielo.
    Selenya scosse il capo, spingendo con dolcezza la piccoletta sotto di sè e iniziando a guidare la propria verga equina contro il suo buchino posteriore: a quel punto, per il tiranide non sarebbe stato affatto difficile utilizzare le proprie verghe principali per conquistare ambo le fessure della mannara e le altre due per godersi invece la dolce e mielata femminilità dal suo amore. Amore che, nel sentire l'immensità della verga equina della mannara entrarle dentro, seppure con dolcezza, non poté trattenersi dal gemere rumorosamente ... gemito che si perse, fondendosi col nitrito soddisfatto della russa che si ritrovava a gustare il dolce calore di lei.
    "Ngh ... cielo ... inizio a invidiare il tuo amato, con un corpicino simile anch'io faticherei a trattenermi.", affermò la russa, alzando quindi la coda e voltando il muso verso il tiranide, sorridendo divertita, "Allora, Adam ... non dovevi riempirmi fino a farmi impazzire? Qui ci sono giusto giusto due buchini ansiosi di essere coccolati ... sempre che le mie tossine non ti uccidano prima. E anche la tua piccoletta sembra iniziare a bagnarsi.", osservò, accennando alla femminilità umida dell'apetta che sussultò appena. "A-aspetta ... insomma, tutti e due? Così mi farete finire nuovamente incinta!", disse, osservando la mannara sopra di sè che fece spallucce.
    Inutile dire che, a quel punto, Adam si sarebbe trovato di fronte a uno spettacolo di tutto rispetto. Selenya troneggiava totalmente sulla povera tiranide, il cui ventre a causa della verga di lei saldamente stretta nel suo buchino posteriore era ormai totalmente deformato, mentre la coda alzata della mannara mostrava chiaramente quanto non fosse affatto sazia cosa che a quant pareva valeva anche per la femminilità della tiranide ormai totalmente umida a causa della notevole dose di sperma e pappa reale che ne faceva luccicare invitante la fessurina.
     
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    Baciare Selenya era stato travolgente per molti motivi e, benché l'idea di baciare un cavallo mannaro in un'altra situazione lo avrebbe disgustato non poco, la perversione dell'atto in sé era così grande che gli sarebbe risultato difficile immaginare un bacio più intenso, più eccitante di quello. Eppure la sua Regina riuscì a donarglielo: non appena le loro antenne si unirono, stabilendo quel contatto tanto intenso tra le loro emozioni, tra i loro desideri, Adam perse completamente il controllo di sé. L'unica cosa, infatti, che la piccina avrebbe potuto percepire nella mente, nell'anima del suo amato, sarebbe stata una violentissima, bruciante fame, un bisogno spasmodico di lei, di ogni singola parte di lei, dalle carni dei suoi orifizi fino al miele che le scorreva senza fine dai capezzoli, passando per le espressioni tra l'imbarazzato e il lussurioso che attraversavano il suo visino. Era un bisogno totalizzante e non rimandabile, non negoziabile: Adam bramava il suo corpo come una belva affamata, in lui il desiderio di scoparla e morderla erano quasi la stessa cosa, così come quello di artigliare ogni singolo millimetro del suo corpicino, eppure non tale ingordigia non si limitava al corpo del'apetta, ma anche alla sua anima, alla sua mente, al suo piacere; voleva tutto di lei, di tutto aveva bisogno e avrebbe volto sentire ogni parte del corpo, dell'anima della piccina piena di sé, occupata da lui, che fosse con i suoi cazzi o con il piacere, la lussuria con cui intendeva travolgerla.
    Era un sentimento, un desiderio così intenso che la piccina, forse, avrebbe potuto averne paura o sentirsi smarrire in quel gorgo violento ma, per sua fortuna, la mannara l'avrebbe aiutata a sviare parte di tale fame lussuriosa su di sé anche se, forse, la cosa avrebbe potuto farla ingelosire un po'. - Ne avrai ancora, avrai tutto, tutto da noi... - rispose Adam con una voce roca, cavernosa e assolutamente persa, come se fosse appena finito in trance, a tal punto ricolmo di lussuria da non avere più spazio per qualche granello di autoconsapevolezza, di sé. Il gemito urlato, poi, a cui si abbandonò l'apetta lo fece fremere come se fosse stato appena attraversato da un fulmine, tanto i suoi muscoli si contrassero e i suoi cazzi pulsarono all'unisono, come se fossero stati trascinati in un orgasmo terribilmente prematuro. Ovviamente non venne ma, era così eccitato che non avrebbe aspettato che la piccina indicasse dove volesse essere presa per gettarsi su di lei e farla ancora sua; a impedirglielo, però, ci pensò proprio la mannara che, anticipandolo, pose la sua piccola Regina sotto di sé, e, davanti ai suoi occhi, conquistò con quell'enorme membro equino il suo delizioso, accogliente culetto. Fu meraviglioso vedere il ventre della sua piccina deformarsi a causa di quell'enorme membro equino, così come sentire Selenya che tornava a sfidarlo e, allo stesso tempo, a chiedergli di prenderle entrambe, ancora e ancora.
    Osservò con bramosia gli orifizi che Selenya gli offriva e, neanche per un istante, si sentì a disagio o non attratto dalle carni della mannara: certo, lei aveva le sembianze di un enorme unicorno mostruoso, certo, ma ricordava perfettamente il piacere che gli avevano dato le sue carni e adesso, vederle così schiuse e desiderose di lui, lo eccitò immensamente. - Uccidermi? Sì... voglio scoparti, voglio scoparvi fino a morire, fino a crollare esausto... - rispose ormai completamente andato, affondando le sue due virilità principali negli orifizi di Selenya e, nel medesimo tempo, affondando quelle della coda nelle due femminilità della sua piccina, riempiendole tanto il ventre apesco che il suo utero. Per Queenie quella penetrazione tanto rude e violenta sarebbe stata un'autentica sfida, poiché il suo corpicino già oscenamente deformato dal membro equino della donna, doveva accoglierne ben altri due non solo ancor più giganteschi ma persino "armati" con innumerevoli, grandi aculei acuminati, al punto che non sarebbe stato affatto impossibile per la dolce Regina sentirsi sul punto di esplodere in mille pezzi o, semplicemente, di strapparsi come un vestito troppo stretto... eppure le zanne del dolore non l'avrebbero morso, anzi assieme a quelle tremende, estreme sensazioni il suo corpo sarebbe stato invaso da vere e proprie scariche di elettricità mista a eromanzia, un mix perverso capace di sconvolgere ogni singolo recettore del suo corpo e di farla piombare nell'abisso della lussuria in cui il suo amato, ormai, era di casa. - Sì! Di nuovo e ancora e ancora... sarai una magnifica Regina, Queenie... e io il tuo Re! - ringhiò, riferendosi alle parole di Queenie, non soltanto per nulla intimidito dall'eventualità che lei potesse rimanere incinta ma, addirittura, ancora più eccitato all'idea che la sua prole potesse crescere ancora e ancora... chiara dimostrazione di come il suo istinto da tiranide avesse ormai preso il sopravvento.
    Come poté notare Selenya che, non soltanto, si sentì letteralmente invadere da quei due colossi pulsanti che, senza alcuna delicatezza, le dilatarono oltre ogni immaginazione entrambi gli orifizi, deformandole pure l'ampio ventre equino ma, addirittura, Adam portò le sue quattro braccia ad afferrarle i fianchi e quel ventre rigonfio, mentre affondava in lei con furia tutta bestiale, scaricandole da ogni singolo aculeo eromanzia ed elettricità per farla impazzire. Arrivò addirittura a tendere il capo e la lingua lunghissima, mostruosa verso di lei, in un bacio estremo come quell'amplesso.
     
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