La dolce smemorata

x Yalara

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    Un nuovo giorno per Sophie era un nuovo incubo per la ragazza. Si era risvegliata a casa sua e fin lì non c'era niente di strano come al solito. Il suo incubo giornaliero iniziava quando sul tavolino della cucina si ritrovò un messaggio scritto da se stessa che le chiede di accendere la televisione e di vedere il video che ha lasciato. Ed è quello il momento in cui Sophie inizia a provare una strana sensazione angosciante nel fondo dello stomaco. Perché aveva fatto un video per se stessa? Perché diamine non riusciva proprio a ricordarselo? Era forse ubriaca quando lo aveva fatto? Ma non ricordava di aver festeggiato nulla la sera prima. Già cosa aveva fatto la sera prima? Non riusciva a ricordarselo. Avviò il video mentre avvistava il flacone di tranquillanti vicino al telecomando, con una raccomandazione che la invitava a portarseli dietro. Nel video c'era Sophie che parlava a se stessa. Le spiegò che da qualche mese soffriva di un problema di memoria a lungo termine. Cercò di spiegarle che ogni volta che si addormentava dimenticava tutto ciò che era successo nell'arco di ventiquattro ore prima. C'era una raccolta di immagini di amici e parenti con cui aveva fatto cose che aveva dimenticato totalmente, e le spiegò che i suoi genitori e chi le sta molto vicino sa del suo problema e quando possono la aiutano volentieri. Come succedeva ogni volta Sophie entrò nel panico, andava subito a controllare gli oggetti che le erano più cari, il suo cellulare con gli ultimi messaggi registrati o le ultime chiamate effettuate. C'era un numero nuovo con un nome che lei non ricordava assolutamente. Qualcuno che a quanto pare aveva conosciuto da poco. C'era un messaggio in cui le dava l'appuntamento in un posto in particolare:

    Roy Dean:
    Vediamoci davanti al Phoenix Theatre
    alle 15.00 mi devi delle scuse.



    Sophie era molto confusa e anche molto turbata per quel messaggio, non aveva la più pallida idea di chi fosse questo Roy, e la cosa che più la turbava era il fatto che doveva delle scuse a qualcuno. Il che significava che aveva fatto qualcosa di brutto e non se lo ricordava. Era molto tentata di non andarci, ma allo stesso tempo si sentiva troppo in colpa non andarci. Probabilmente avrebbe fatto soffrire e arrabbiare di più questo Roy. E l'unico modo per scoprire cosa fosse successo era andarci e chiederglielo. Così si era fatta coraggio ed era andata all'appuntamento. Cercò disperatamente delle foto nel cellulare di questo ragazzo ma non ne trovò nemmeno una, il che le avrebbe reso molto difficile capire chi fosse questo misterioso Roy. Girava davanti al teatro passeggiando lentamente cercando chiunque potesse incrociare lo sguardo con lei. Fin quando non vide un ragazzo in particolare che si fermò davanti a lei con lo sguardo accigliato e la fissava duramente. Era un bel ragazzo di circa la sua età, forse un poco più giovane, indossava una giaccone con il pellicciotto nero che gli contornava il collo un paio di pantaloni scuri e delle scarpe firmate costose. Sophie invece indossava un paio di pantaloni leggins di lana aderenti, un maglioncino a collo alto bianco e sopra un pesante cappotto nero per difenderla dal freddo londinese, ai piedi alti stivali neri che le arrivavano al ginocchio. Sophie si avvicinò al ragazzo lentamente cercando di capire se stava aspettando lei ed in effetti quel ragazzo non sembrò allontanarsi o distogliere lo sguardo. Continuava a fissarla duramente con le braccia incrociate al petto.
    Roy? fece titubante Sophie. Il ragazzo sembrò innervosirsi ancora di più, difatti allargò le braccia in uno scatto iracondo.
    Ah e così ti ricordi il mio nome eh? Brutta stronza! sbottò arrabbiatissimo. Sophie sussultò spaventata e sempre più preoccupata. I suoi occhi divennero lucidi e sentiva una gran voglia di piangere.
    Sc-scusami... io non... provò a giustificarsi ma non le venivano parole sensate sul momento.
    Non fare la finta tonta con me! Mi hai fatto perdere la faccia davanti ai miei uomini! fece ancora alzando la voce. Sophie non riuscì a trattenere qualche lacrima che le rigò il viso. Era così confusa, cosa aveva fatto per far arrabbiare così tanto quel ragazzo? E perché parlava di "uomini"? Chi era quel ragazzo?
    No, io non farei mai una cosa simile... affermò sempre più dispiaciuta. Non sapeva come chiedergli cosa fosse successo senza farlo arrabbiare più di così, ma ciò che disse fece arrabbiare l'uomo ancora di più che la afferrò per le spalle con rudezza, scuotendola con violenza.
    Che cazzo dici puttana! Per colpa tua ho perso il rispetto dei miei uomini, mi prendono in giro perché tu hai fatto finta di non conoscermi, mi hai ridicolizzato davanti a tutti. urlava furioso, e Sophie non sapeva cosa fare.
    Non è colpa mia.. posso spiegare. tentò fra le lacrime, ma il ragazzo sembrava non voler sentire ragioni. La schiaffeggiò con così tanta forza che Sophie cadde a terra. Sophie urlò per il dolore e lo spavento e gli sguardi delle persone lì attorno si fissarono su loro due. Qualcuno si era fermato e molti guardavano allibiti il ragazzo. Lui si guardò attorno sentendosi in trappola, poi puntò di nuovo lo sguardo su Sophie, sembrava quasi che volesse incendiarla con gli occhi se avesse potuto.
    Ecco che mi ridicolizzi di nuovo davanti a tutti... tu... si avventò su Sophie intenzionato a picchiarla ancora prima che qualcuno potesse fermarlo, voleva sfogarsi su di lei, e la ragazza non poteva fare nulla per difendersi. A meno che non fosse arrivata una anima coraggiosa che avrebbe preso le sue difese, Sophie era destinata a farsi picchiare da quel misterioso ragazzo.
     
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    "...vediamo...chiavi? luci spente...finestre chiuse...borsa, c'é tutto dentro? Sì c'é tutto...altro? Altro?...ehm...no" commentava Lyra a voce alta fra sé e sé mentre camminava avanti e indietro per la casa a controllare che fosse tutto in ordine prima di uscire. Aveva cominciato ad avere un po' di fretta da quando udì i suoni di un clacson pochi attimi prima, accorgendosi che si trattava del taxi che aveva fatto chiamare per venirla a prendere dopo un rapido sguardo dalla balconata che dava sulla strada.
    Chiuso l'appartamento a chiave si recò a passo veloce verso il veicolo che partì non appena Lyra chiuse la portiera mentre si rivolgeva al conducente, "Phoenix Theatre per cortesia". Durante il tragitto la ragazza spese l'attesa tirando fuori dalla borsa uno specchietto per sistemarsi eventuali capelli mossi per la corsa che aveva fatto dalla casa al veicolo, oltre al trucco e le pieghe del favoloso abito da sera che si era recentemente comprata. Naturalmente sopra l'elegante vestito indossava un soprabito adatto per il clima poco generoso per le pelli delicate e meridionali come quella di Lyra, nonostante acquisisca una totale immunità alle basse temperature se fosse nella sua forma "marziale", ma non era questo il caso.
    Fortunatamente le strade di Londra erano costruite in modo impeccabile e i suoi governanti hanno avuto il buon senso di mettere delle corsie preferenziali per i mezzi pubblici, con conseguente arrivo puntuale della ragazza davanti al prestigioso Phoenix Theatre, in tempo per l'apertura degli sportelli.
    I lavori che faceva nei locali andavano bene per pagare le bollette e vivere dignitosamente, ma Lyra voleva realizzare il sogno di diventare un'artista di successo e quale modo migliore poteva realizzarlo se non cominciando a conoscere gente dell'ambiente che avrebbe incontrato senza ombra di dubbio durante una notte all'insegna dello spettacolo di uno dei teatri più prestigiosi del mondo?
    Sebbene mancasserò ancora due ore prima dell'inizio dello spettacolo, lungo le gradinate e sul marciapiede immediatamente sottostante si era già ammassata una considerevole quantità di gente, tutti con abiti rigorosamente formali. Dopo aver ringraziato e pagato il tassista, Lyra scese dal veicolo e cominciò a muoversi in mezzo alla folla per dirigersi verso l'ingresso, non che dovesse prendere il biglietto, avendolo prenotato già settimane prima, ma stare dentro al caldo era un'opzione decisamente più conveniente.
    I rumori delle persone che conversavano e delle macchine che passavano lì vicino era considerevole nel suo insieme, ma non bastò a coprire le grida rabbiose di un uomo che inevitabilmente attirò l'attenzione di tutti i presenti, Lyra compresa che, trovandosi a metà della scalinata che conduceva al teatro, poteva intravedere l'uomo, ma non riusciva a capire bene per cosa fosse adirato o con chi.
    La curiosità la trattenne dall'entrare in sala e spingerla a ritornare sul marciapiede per indagare scoprendo con disgusto la scena di una donna in lacrime e a terra, con un evidente segno rosso sulla guancia e di un uomo fuori controllo.
    Questi stava già per alazare la mano e riabbassarla per fare ulteriore male alla donna, ma Lyra scattò istintivamente nel momento stesso in cui aveva intuito cosa stava accadendo, afferrando al volo il braccio di lui, fermandolo e stringendolo forte, abbstanza da immobilizzarlo di fatto. Lyra non volle mollare la presa, limitandosi a guardarlo dritto negli occhi, senza battere ciglio e tenendo una espressione decisamente inquisitoria e glaciale, dicendoli un secco "lei signore non si sta comportando da gentiluomo. Ora la smetta prima che sia lei a provare dolore."

    Edited by Yalara - 23/1/2017, 17:57
     
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    Sophie si rannicchiò su se stessa attendendo che arrivasse il nuovo schiaffo ma stranamente non arrivò mai. Sorpresa la ragazza sollevò lo sguardo verso il suo aggressore e vide una ragazza che teneva fermo il polso dell'uomo. Sgranò gli occhi per la sorpresa sia lei che il ragazzo che si ritrovò a guardare in cagnesco Lyra.
    La ragazza che aveva preso le sue difese era vestita in modo molto elegante, aveva un aspetto austero e fiero, i suoi lunghi capelli castani rilucevano sotto la luce del sole, e i suoi grandi e penetranti occhi azzurri fissavano il ragazzo con severità. In quel momento egoisticamente a Sophie sembrò quasi un angelo che era scesa dal cielo solo per aiutarla. Sperò per un momento che si sarebbe risolto tutto quanto che il ragazzo avrebbe capito che stava facendo una pazzia, si sarebbe scusato e se ne sarebbe andato. Invece il tipo si divincolò dalla presa rudemente strattonando via il braccio.

    Fatti i cazzi tuoi, questa puttana merita solo legnate. fece sempre più arrabbiato. Difatti ebbe la malsana idea di colpire anche Lyra cercando di darle un ceffone. Quel ragazzo ormai era fuori di sé, a niente valevano le parole. Sophie intanto si rialzò da terra non dando nemmeno peso alla neve che le si era incollata addosso, cercando di essere il più veloce possibile.
    No fermo! strillò cercando di fermarlo almeno con le parole ma il ragazzo non la sentiva nemmeno. Quello era lo scenario peggiore che si potesse immaginare. Un ragazzo di cui non ricordava niente era diventato violento a causa sua e del suo problema. Una ragazza era perfino intervenuta per aiutarla ma stava per buscarle a sua volta. Sophie ormai piangeva a dirotto: per colpa sua anche quella ragazza avrebbe sofferto e si sarebbe ritrovata nei guai. Cosa aveva fatto di male per meritarsi tutto quello che le stava capitando? Lei che cercava sempre di stare attenta a ciò che diceva e a ciò che faceva per non ferire mai nessuno nei sentimenti, invece aveva fatto qualcosa che aveva fatto uscire di testa quel ragazzo. E la cosa peggiore era che non lo ricordava affatto. Che razza di persona era diventata? Come faceva a non ricordare niente? E quello non era che l'inizio poiché presto Roy non sarebbe stato il loro unico problema.
     
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    L'uomo sfilò il braccio dalla presa di Lyra, sebbene fosse la ragazza a permetterli di farlo nella speranza che si fosse calmato e che avesse capito che era meglio desistere. Chiaramente non era questo il caso quando, rabbioso, rivolse la sua attenzione su Lyra gridandole in modo poco elegante di non intromettersi prima di tirarle un altro ceffone, o meglio, cercare di tirarlo.
    Lyra non era sprovveduta e per quanto le riguardava aveva a che fare con un verme che probabilmente sapeva agitare le mani solo contro donne indifese; per sua sfortuna lei non lo era di certo. Lyra reagì all'aggressione scansandosi alla destra dell'uomo e deviando lo schiaffo con l'avambraccio destro. Muovendosi in modo molto naturale, quasi elegantemente, Lyra si portò fulmineamente alle spalle dell'aggressore lasciandosi solo un piede dietro per appoggiarlo davanti la caviglia destra di lui per fare da perno quando la mano di Lyra si appoggiò dietro il collo e spinse in avanti l'uomo, spilanciandolo e facendolo cadere come un sasso.
    Lyra avrebbe potuto facilmente infierire su di lui ora che era a terra, ma non fece niente limitandosi a guardarlo mentre si stava rialzando in piedi. "La prego di smetterla e le suggerisco di andarsene via senza creare ulteriori scompigli. Non ho alcuna voglia di farle del male", le sue parole sembravano avere un retrogusto di pietà nei confronti dell'uomo, ma poi venne chiarito il motivo di tanta generosità verso un verme simile quando Lyra aggiunse "questo vestito mi è costato un occhio e non voglio sgualcirlo o, che mi venisse un colpo, macchiarlo del suo sangue." L'ultima frase la espresse con un tono di voce chiaramente umoristico, quasi che non stesse prendendo sul serio questa lotta, se così si poteva chiamare. Lyra in realtà non stava scherzando affatto, a dispetto della battuta stava prendendo molto seriamente la situazione, specialmente quando posò per un momento lo sguardo verso la ragazza in lacrime. Quest'ultima d'altro canto poteva notare, come tutti i presenti, la serietà nel volto di Lyra e, se avesse avuto l'occhio attento, la mano sinistra chiusa a pugno e un po' tremolante, come se Lyra stesse lottando mentalmente per trattenere il braccio dallo scagliarsi contro l'uomo per dargliene di santa ragione.
     
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    Sophie non fece nemmeno in tempo a finire la parola pronunciata che quella misteriosa ragazza rimise al suo posto Roy con una facilità disarmante. In quel preciso istante le sembrò di vedere tutto a rallentatore mentre la luce del sole filtrava attraverso quei capelli scuri facendoli risplendere di tonalità di mogano e amaranto che misero in evidenza i suoi occhi chiari e severi. Si era mossa con una maestria tale che sembrava danzare, stregando lo sguardo di Sophie che non riuscì a dire nulla se non fissarla incantata. Roy finì a terra confuso e incredulo, fissò Lyra dapprima con gli occhi sgranati, evidentemente l'aveva sottovalutata e non le aveva dato la giusta importanza. Adesso però l'attenzione di Roy si spostò su di lei. Ghignò malefico ed entusiasta rialzandosi in piedi lentamente mentre la sfidava con lo sguardo.
    Se non vuoi rovinare il vestito non avresti mai dovuto impicciarti. Adesso te lo strapperò via, le troie impiccione meritano un trattamento speciale. fece mentre alle spalle del ragazzo si fecero avanti altri tre suoi coetanei. Erano ragazzi decisamente più robusti di Roy, si accertarono che non fosse ferito e gli scrollarono via la neve dalla giacca.
    Signorino... ci dispiace aver fatto tardi. fece uno di loro.
    Allora vedete di farvi perdonare prendendo quelle due stronze, voglio portarmele a casa e dare loro una lezione. fece indurendo lo sguardo. I due ragazzi guardarono prima Sophie e poi Lyra curiosi e poi con un ghigno divertito. Si fecero avanti, due scattando verso Lyra, mentre il terzo andò verso Sophie che cercò in qualche modo di scappare. Intenzionata anche a prendere Lyra per fuggire insieme, ma venne sorpresa da uno sprint velocissimo di quell'uomo che riuscì ad acciuffarla facilmente. A quanto pare quei tre ragazzi non erano normali ragazzi ed erano piuttosto addestrati a combattere. Sophie urlò per lo spavento quando sentì le forti bracia di quel ragazzo stringerla con forza. Tentò di divincolarsi ma non riuscì a concludere nulla se non mettersi in disordine cappotto e capelli. Gli altri due invece si posizionarono ai lati di Lyra mentre anche Roy avanzò piazzandosi davanti a lei per circondarla. Iniziarono a girare lentamente attorno a lei attendendo una sua prima mossa. Al minimo movimento di Lyra, successe qualcosa di strano poiché la terra iniziò a tremare sotto i loro piedi. Gli occhi di Roy si illuminarono di una tetra luce azzurra, allargò le mani e dalla neve si innalzarono delle spesse mura di ghiaccio che li circondarono occludendo la vista ai passanti per ciò che sarebbe successo lì dentro. Sophie ancora intrappolata fra le braccia del complice di Roy era in un angolo costretta ad osservare quella battaglia ingiusta. Tornò di nuovo a piangere disperata.
    Perché?! Dannazione lasciateci in pace! sbottò Sophie cercando di dimenarsi ancora da quella presa ferrea. Roy la ignorò totalmente concentrandosi unicamente su Lyra. I tre ragazzi partirono all'attacco e Lyra si sarebbe accorta che l'aria attorno a loro si fece improvvisamente molto più gelida, tanto che si sarebbe sentita appesantita e di molto.
    Avrei delle idee stuzzicanti con cui giocare, ma per farlo ho bisogno del tuo consenso. Ti rassicuro sul fatto che non ci saranno stupri ma mi servirebbe Lyra KO. Quindi vorrei lasciare a te lo spazio di descrivere come combatte e magari anche il come viene sopraffatta e messa KO. Se non vuoi descrivere le scene di combattimento puoi limitarti a descrivere la difficoltà rimanendo vago.
     
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    Lyra se era convinta che si trattava di un uomo adirato con la sua donna e che non dava peso a fare queste umiliazioni in pubblico. Si era anche convinta che costui fosse solo una persona priva di spina dorsale, coraggioso solo quando sapeva che poteva menare le mani senza timore di rappresaglia. La convinzione della ragazza iniziò a vacillare nel momento in cui alla spalle del ragazzo si mostrarono altri tre uomini, di corporatura decisamente più robusta, che per prima cosa aiutarono il ragazzo a rialzarsi e scrollarli di dosso la neve, con fare relativamente servile, tanto che uno di loro aggettivò questi con l'appellativo di "signorino". Che fosse un ricco viziato scortato da delle guardie del corpo? Verosimile come ipotesi passata nella mente di Lyra, specie quando questi diede delle direttive ai tre che subito eseguirono. Lyra cominciò a metterci decisamente molta più concentrazione data la situazione degenerata in fretta, con tre uomini che cominciarono a circondarla da tre lati, uno dei quali era il "signorino", mentre il terzo immobilizzò l'altra ragazza. Lyra non era sicura di cosa fosse capaci queste persone quindi doveva stare bene in guardia e non cercare di fare stupidaggini. Non era nemmeno più tanto sicura di che cosa fosse capace esattamente il "signorino" quando questi mosse la braccia verso l'esterno e si innalzò letterelamente un muro di ghiaccio che chiuse tutti i coinvolti dentro una specie di camera semi sferica. Lyra era sicura che fosse opera di quell'uomo, anche perché mentre questo fenomeno era in atto a questi gli si illuminarono gli occhi di una innaturlae luce azzurra. Evidentemente era in possesso di qualche capacità unica, un po' come lo era Lyra e la cosa la mise in uno stato di preoccupazione, specie quando cominciò a sentire che l'aria si era fatta notevolmente più gelida e pungente, costringendola a rannicchiarsi su se stessa per un momento, momento in cui i tre uomini aprofittarono per assaltarla.
    Lyra avrebbe dovuto reagire e assumere la sua forma glaciale, in quelle condizioni avrebbe annullatto qualsiasi effetto che il gelo potesse avere su di lei e con ogni probabilità avrebbe potuto rendere inoffensivo gli aggressori, ma costoro non le diedero spazio di manovra e le furono sobito addosso, assestandole un pugno ben piazzato sull'addome prima che Lyra potesse reagire e cercare di difendersi. La ragazza si dimostrò un osso duro riuscendo a parare un buon numero di pugni e calci che riceveva e reagendo dando dei colpi contro uno dei due scagnozzi che accompagnavano il padroncino, tuttavia questi non erano idioti e mentre Lyra era concentrata su uno di loro gli altri due le assestarono dei pugni che la forzarono a piegarsi su se stessa e cadere con le ginocchia a terra. Ricevere qualche cazzotto sarebbe stata cosa sopportabile per lei e non sarebbe crollata così facilmente se non fosse stato per il gelo totalmente innaturale che attorniava l'area.
    Mentre Lyra alzò lo sguardo vide che il terzo uomo, quello che aveva momentaneamente messo al tappeto, si era rialzato sebben malconcio e si ricongiunse agli altri due che nel frattempo stavano di fronte a Lyra guardandola dall'alto verso il basso. Il padroncino al centro guardava compiaciuto la ragazza accasciata a terra, sentendosi vincitore e gridandole "allora troia? Che cazzo vorresti fare adesso?" Lyra non si sentì intimorita da quelle minacce e continuava a guardare fisso negli occhi l'uomo, con una espressione gelida e inquisitoria, esattamente come quella che aveva all'inizio della vicenda, incurante della situazione corrente. L'uomo cominciò a grugnire i denti e a stringere i pugni, come se non avesse raggiunto la soddisfazione di vederla piangente e supplicante verso la sua pietà, come aveva fatto l'altra ragazza insomma. Era furioso e non esitò a dare sfogo alla sua rabbia ordinando ai due scagnozzi di tenere Lyra ferma per le braccia mentre lui cominciò a rimepirla violentemtne di pugni dritti sul suo volto. Ogni colpo rendeva sia la mano del tizio che il viso di Lyra sempre più rosso del sangue della ragazza e lui continuò a darne almeno una dozzina prima di fermarsi, solo per vedere ancora quello sguardo gelido nella ragazza. Spazientito di infierire su di lei, il ragazzo diede l'ennesimo cazzotto, questa volta sul lato della tempia, facendole perdere i sensi. Quando il corpo di Lyra era diventato un peso morto, con la testa penzolatne e rivolta verso il pavimento, i due scagnozzi mollarono la presa, facendola cadere di petto sulla neve.

    Mi voglio fidare di te Hina-chan :zizi: . L'unica cosa che chiedo è che non diventi troppo...tetra la cosa.
     
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    La battaglia si susseguiva con rapidi colpi che Sophie faticava a seguire dato che ogni tanto cercava di divincolarsi per liberarsi ma l'uomo che la reggeva la costringeva e la soffocava con il braccio fin quando non si calmava. Ogni tanto sentiva i tonfi sordi dei pugni, i gemiti di dolore. Poi tutto si calmò improvvisamente e fin troppo per i gusti di Sophie. Iniziò a scalciare come una matta quando vide Lyra afflosciarsi e poi cadere.
    Siete dei vigliacchi! Dei bastardi vigliacchi! strillava sempre più disperata ed arrabbiata. Non si era mai sentita così infuriata prima di allora, non si era mai sentita così in colpa e così smarrita come allora. Si agitò come una matta ma non riuscì comunque a liberarsi dal suo carceriere poiché gli diedero anche manforte per tenerla ferma. Alla fine si lasciò andare ad un pianto liberatorio mentre gli uomini si caricavano la ragazza e Sophie sulle spalle. Una limousine li accolse portandoli ad una lussuosa villa poco fuori città. Sophie durante il tragitto si attaccò a Lyra, cercando di capire se avesse avuto danni gravi al corpo, ma fortunatamente aveva solo qualche livido e probabilmente l'osso dello zigomo lesionato. Cose che lei poteva facilmente curare.
    Mi dispiace che sia finita così bella, sai mi piacevi davvero ma non dovevi proprio farmi quello sgarbo. fece Roy seduto di fronte a lei che la guardava con un ghigno divertito. Sophie lo guardò storto ma non gli rispose nemmeno. Il viaggio non fu molto lungo e si susseguì in silenzio. Le ragazze vennero sistemate in una stanza un poco particolare. Loro due erano state sistemate su un letto ampio e comodo, ma attorno a loro c'erano un sacco di strumenti curiosi che sicuramente servivano a pratiche di Sadomasochismo. Sophie non capiva se Roy li usava sulle sue vittime o su se stesso ma non le piaceva affatto ciò che vedeva attorno a loro. Furono lasciate sole, ovviamente chiusero la stanza a chiave. Quando fu da sola finalmente Sophie si occupò di curare le ferite di Lyra con i suoi poteri. La ragazza si sarebbe risvegliata proprio mentre lei la stava curando. Avrebbe notato le sue mani contornate da una luce tenue ma che le dava un profondo senso di benessere. Molto simile a quello che aveva sentito con Nimue, ma con la differenza che era molto più forte e sopratutto più diretto perché curava le parti lese. Quando gli occhi azzurri di Lyra si sarebbero specchiati in quelli di Sophie, la ragazza l'avrebbe lasciata andare, scostandosi per darle modo di alzarsi e spostarsi. Sophie le sorrise sollevata ma di nuovo con gli occhi lucidi.
    Mi dispiace, mi dispiace così tanto. Io... io non so nemmeno da dove cominciare. Ti hanno riempita di botte per colpa mia... scoppiò di nuovo a frignare. Cercò di dire qualcos'altro ma piangeva così tanto che fra i singhiozzi e i lamenti non si riuscì a capire nulla. Lyra avrebbe potuto afferrare parole come "memoria", "Roy stronzo", "io non lo so.." Aveva solo bisogno di sfogarsi in quel momento, ed era toccato proprio a Lyra sentirla.
     
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    Lyra rimase incosciente per tutto il tragitto e quando riprese i sensi la prima cosa che sentì era l'assenza di gelo sulla sua pelle, al contrario non c'era vento o rumori di alcun genere. Quando aprì gli occhi vide il soffitto di una stanza, per poi guardarsi attorno e notare che si trovava in una stanza, sdraiata sopra un letto e con di fianco una figura nera che pian piano divenne nitida fino ad assumere le sembianze della ragazza davanti al teatro che era stata picchiata. Stava con le mani poggiate sul corpo di Lyra e questa sentiva una sensazione piacevole scaturire e propagarsi da quel punto. Il mal di testa provocato dai traumi scomparve quasi subito e anche i dolori fisici li seguirono, sentendosi di nuovo completamente in forze per potersi alzare da sola.
    La ragazza le sorrise per un momento prima di abbassare lo sguardo e cominciare a piangere e addossarsi la colpa per quanto era accaduto, al che Lyra reagì subito portandosi in piedi davanti a lei che era seduta sul fianco del letto, poggiare le mani sulle sue spalle e cercare di tranquillizzarla. Ehi, ehi. Calmati. Quando qualcuno si fa male la colpa è sempre di chi lo provoca" disse con voce accorata prima di abbassare la testa in modo da incorociare il suo sguardo con quello basso e lacrimante della ragazza, "tu non mi hai fatto del male, tu mi hai guarita. Hai capito?...grazie per avermi aiutata. Il mio nome è Lyra. Tu come ti chiami?"
    Lyra attese la risposta della ragazza e che si calmasse, prima di dare una rapida occhiata alla stanza, mentre poneva delle domande alla donna su cosa fosse successo mentre lei era priva di sensi. Lyra aveva notato quasi subito gli strumenti particolaro che arredavano la stanza, ma quello che le premeva di più era controllare la porta, l'unica presente nella camera, scoprendo senza troppa sorpresa che era chiusa a chiave. Andò poi verso la finestra ma anche quella era chiusa e con le serrande che bloccavano la visuale per avere una qualche idea di dove fossero. Non potendo uscire dalla stanza Lyra non poteva fare molto se non dare una seconda occhiata, questa volta in maniera più accurata. Durante l'ispezione Lyra cominciò a domandare alla ragazza cosa stesse accadendo e chi fosse quella gente, credendo erroneamente che lei sapesse qualcosa, non essendo al corrente della condizione particolare della ragazza.
     
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    Lyra doveva essere proprio una persona gentilissima poiché quando notò che stava piangendo si precipitò subito a consolarla, ancora prima di chiedersi dove fosse. Sophie annuì e cercò di calmarsi, anche se non fu subito facile. Smise di sparare parole mentre singhiozzava e pian piano calmò l'agitazione, limitandosi ad asciugarsi le lacrime con le mani e a tirare su con il naso.
    Era il minimo che potessi fare. affermò riferendosi al fatto che l'avesse guarita. Era strano che non si fosse meravigliata di quella sua abilità, agendo come se lo avesse saputo da sempre. Anche quel fatto riuscì in qualche modo a calmare Sophie. La seguì con lo sguardo per tutto il tempo mentre cercava di capire se ci fosse qualche porta o finestra aperta. L'unica che trovò aperta era quella del bagno della stanza. Poi arrivò la fatidica domanda da parte di Lyra che fece sentire Sophie di nuovo molto piccola e indifesa.
    E' complicato, ma se ti dicessi che non lo so mi crederesti? Io da un po di tempo ho un problema particolare. Soffro di amnesie a lungo termine. A quanto pare ogni volta che mi risveglio al mattino non ricordo niente di ciò che è successo nel giro di ventiquattro ore prima. E a quanto pare ho fatto qualcosa che ha fatto arrabbiare quel ragazzo. So soltanto che si chiama Roy, e da questa stanza e dalle dimensioni della casa ho capito anche che è piuttosto ricco e... vizioso. l'ultima parola la disse guardando schifata una mutandina di pelle dotata di dildo, il classico strap on poggiato su una cassettiera vicina. Il che lasciò intendere che forse alcune cose gli piacevano usare su di lui.
    Mi aveva dato appuntamento tramite un sms, in cui mi ha scritto che gli dovevo delle scuse, così sono andata per scoprire cosa sia successo ma appena l'ho chiamato per nome è uscito di testa. Io... le lacrime si inondarono di nuovo di lacrime facendole venire lo sguardo molto lucido.
    ...io non ricordo, diceva che gli ho fatto perdere la faccia davanti ai suoi amici, ma cosa diamine abbia mai fatto non lo so. Era così arrabbiato... e la cosa peggiore è che non ho la più pallida idea del perché. Non mi ha lasciato nemmeno spiegare e non sembra volermi credere. mentre parlava iniziò anche lei a cercare qualcosa in quel posto che potesse essere utile per aprire la porta o la finestra. Iniziò ad aprire cassetti, ma quando ne aprì il primo si sentì una vibrazione che fece tremare il cassetto e spaventò Sophie che strillò, subito dopo però tirò un sospiro di sollievo quando notò che la vibrazione del cassetto era dovuta alla grande quantità di dildi più o meno grandi che si erano accesi.
    Oddio ma è un depravato! commentò scioccata. In quel momento realizzò che tutta quella roba nella stanza era destinata ad essere usata su loro due. Iniziò a spaventarsi, così a grandi falcate andò verso la porta cercando di aprirla con la forza, prendendola a spallate.
    Io qui non ci rimango! fece continuando a sforzarsi inutilmente. Quando si sarebbe resa conto che non poteva aprirla in quel modo smise di forzarla e sospirò rassegnata tornando a rivolgersi verso Lyra. Si strinse in se stessa mentre guardava i vari macchinari e attrezzi di sadomaso. Aveva le guance arrossate per l'imbarazzo.
    Dobbiamo scappare, non voglio che usano quelle cose su di noi. affermò cercando un sostegno in Lyra e magari anche qualche idea più brillante.
     
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    Lyra smise di girovagare per la stanza quando capì che non c'era niente di rilevante o che potesse aiutarle ad andare via o a capire che ci facevano lì. Tornò dunque vicino alla ragazza, ascoltandola con le braccia conserte e una spalla appoggiata a uno dei quattro pali di legno del letto a baldacchino. Quello che le raccontò la ragazza, della sua perdita di memoria giornaliera, pareva essere una storia assurda eppure era la verità, o almeno si era convinta Lyra che lo fosse, non vedeva motivo per cui la ragazza dovesse mentire, specialmente in una maniera così contorta. Le spiegò anche il motivo per cui si trovava davanti al teatro e quel poco che sapeva su questo Roy, nome che a Lyra non diceva assolutamente nulla.
    Lyra spalancò per un momento gli occhi dalla spavento per l'improvviso strillo che fece la ragazza quando aprì uno dei cassetti del comodino accanto al letto, ma poi si tranquilizzò quando vide che non era niente di allarmante, solo dei giocattoli sessuali, tanto per restare in linea con l'atmosfera suscitata dal resto del mobilio della stanza e che effettivamente non presagivano niente di asupicabile, né a Lyra né alla ragazza la quale diventò sempre più nervosa e spaventata.
    A un certo punto perse il controllo andando verso la porta bloccata e cercando di aprirla anche a spallate, al che Lyra la prese di forza e la appoggiò al muro accanto per bloccarla, senza essere troppo irruenta chiaramente. "Calmati!" le gridò senza essere apparire adirata, ma semplicemente preoccupata per il suo stato d'animo, "ora voglio che ti prendi dieci secondi per fare dei respiri profondi. Respira" continuò a parlarle con più calma e simulando anche lei dei respiri profondi per aiutarla e mollando la presa una volta che questa avrebbe seguito i suoi consigli e avesse riacquistato il controllo.
    "Certo che dobbiamo andarcene da qui e lo faremo subito. Ora ho bisogno che tu ti allontani per un momento dalla porta, mi serve spazio" le spiegò con calma alla ragazza, fissandola negli occhi con senso di sicurezza e serenità per infonderle coraggio e fiducia, qualità che non possono mancare in una situazione simile e Lyra ne sa abbastanza di situazioni di prigionia, questa sembrava una brutta barzeletta al confronto di quella provata in Africa.
    Quando la ragazza si allontanò a debita distanza Lyra analizzò meglio la porta, in particolare la zona della serratura. In teoria poteva usare il fermacapelli che portava in testa per cercare di sbloccare la serratura, ma avrebbe richiesto molto tempo probabilmente e Lyra non poteva permetterselo quando si rese conto che non aveva più con sé la borsa con dentro i suoi farmaci. In verità non era troppo preoccupata per quello, gli attacchi di panico non si facevano sentire da un paio di settimane, però vista la situazione non era inverosimile che potessero tornare a farle visita. Prese quindi misure più drastiche decidendo di invocare lo spirito del gelo che era in lei. I suoi occhi azzurri si illuminarono e dal suo corpo scaturirono un manciata di deboli ventate di aria fredda che invesirono la stanza. Come per magia dalla nube di ghiaccio generatasi attorno di lei e poi scomparsa si formarono degli abiti dalle tonalità blu e assai diversi da quelli che indossava prima, con una mantella che le copriva il retro del corpo e una spada dalla lama turchese posta sul suo fianco sinistro [+][+].
    Lyra si voltò verso la ragazza sorridendole per cercare di tranquilizzarla e di continuare a fidarsi di lei, farle capire che non era sola. "Perdonami, ma non ho afferrato il tuo nome" chiese per entrare in confidenza e stabilire comunque un qualche legame, quanto meno per cercare di portarla con sé sana e salva vi da lì. "Bene Sophia" rispose dopo che questa le avrebbe detto il suo nome, "Adesso aprirò la porta e causerà rumore. Sicuramente quelli che ci hanno portato qui se ne accorgeranno quindi è importante che tu da adesso in avanti stia dietro di me, sempre vicino e che segua le mie indicazioni senza esitare. Hai capito?" concluse la spiegazione fatta in modo che la ragazza provasse fiducia più che sottomissione alle indicazioni di Lyra.
    Non appena Sophia avvesse dato segno di aver capito le parole di Lyra, questa avrebbe estratto la spada impugnandola nella mano destra, mentre la mano sinistra si appoggiò proprio sulla serratura, generando un piccola quantità di ghiaccio che avrebbe investito tutta quell'area. Una volta che il ghiaccio si fosse solidificato Lyra avrebbe infilato la lama nella fessura della porta e facendo leva per qualche secondo riuscì a staccare letteralmente la serratura dal resto della porta, liberando così l'accesso verso qualunque stanza o corridoio ci fosse dall'altra parte. Lyra controllò rapidamente se l'area fosse libera e, se fosse stato questo il caso, avrebbe accnnato con la mano a Sophia di approcciarsi e di seguirla.



    Edited by Yalara - 26/1/2017, 16:53
     
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    Essendo totalmente nel panico, quando Lyra la afferrò per le spalle si irrigidì un momento zittendosi improvvisamente. Ascoltò le sue parole ed annuì seguendo il suo consiglio di prendere profondi respiri. Riuscì in qualche modo a calmarsi, o per lo meno a non dare di matto. Riuscì a contenersi anche se l'agitazione continuava a farle palpitare il cuore.
    Scusami... ho tanta paura. affermò, iniziando a osservare meglio Lyra e i suoi modi. Al contrario di lei sembrava molto coraggiosa, imperturbabile quasi come se fosse abituata a situazioni critiche come quelle. Obbedì incuriosita da ciò che voleva fare. Notando che si stava preparando a fare qualcosa in particolare. Si ammutolì completamente mentre osservava la trasformazione della ragazza mentre usava il suo potere speciale. Si strinse in se stessa nel sentire improvvisamente freddo, ma non distolse lo sguardo sulla ragazza. I suoi occhi si aprirono ancora di più per lo stupore e l'ammirazione mentre nelle mani della ragazza si formò quella splendida spada di ghiaccio. Sembrava una guerriera dopo quel fenomeno e iniziò ad intuire perché non fosse agitata e spaventata come lei. Senza neanche rendersene conto, Sophie iniziava a provare un certo senso di ammirazione per quella ragazza. L'aveva aiutata quando nessuno osava farsi avanti, come un vero eroe. Certo non era un ragazzo dall'armatura sgargiante ma Lyra aveva il suo fascino che continuava a crescere man mano che la vedeva darsi da fare. Quando finì la sua metamorfosi e si voltò verso di lei sorridendole, Sophie arrossì sulle gote: si ritrovò a pensare che Lyra dopotutto era molto bella oltre che coraggiosa. In un certo senso poteva considerarla un poco come la sua bellissima eroina che era andata a salvarla. Una fantasia che la stuzzicava e la imbarazzava allo stesso tempo.
    Mi chiamo Sophia. affermò sorridendo a sua volta. Seguì ancora una volta le direttive della ragazza, sentendosi meno smarrita e spaventata, ritrovando una grande speranza. Forse se lei usava i suoi poteri potevano andarsene sane e salve. La porta venne aperta facilmente con la forzatura della spada, davanti a loro c'era un lungo corridoio con almeno 6 porte disposte 3 per lato. Alla fine del corridoio c'era una scalinata elegante che portava ai piani inferiori. Il corridoio era al buio, ma la scalinata e tutto il piano inferiore era ben illuminato. Sophia seguì Lyra quatta quatta cercando di fare meno rumore possibile. Sophia si avvicinò alla ringhiera della scalinata abbassandosi per dare una occhiata verso il basso. Si sentivano delle voci di due uomini che parlavano fra di loro. Riuscì a vedere le loro ombre farsi sempre più vicine. Scendendo le scale si sarebbero di sicuro fatte scoprire. Le ombre iniziarono a spostarsi più celermente e Sophia vide che si stavano dirigendo proprio sulle scale per salire ai piani superiori. Agitò le mani rimanendo in silenzio cercando di fare cenno a Lyra che dovevano nascondersi. Non le avrebbe permesso di battersi con quei ragazzi, non sapevano quante persone vi erano in quella villa e quanti di loro erano in combutta con Roy. E se Lyra era intelligente non si sarebbe buttata a testa bassa in uno scontro rischiando di far scoprire subito la loro fuga. Quindi in silenzio la trascinò con sé afferrandola per un polso. Facendole segno di tacere con il dito. Aprì la prima porta del corridoio spingendoci dentro Lyra e seguendola a sua volta. Non era una soluzione molto intelligente, visto che non conosceva la struttura della casa, ma ebbero fortuna. La stanza era buia e parecchio stretta. Così stretta che si dovette premere contro il corpo di Lyra per poter chiudere la porta. Sussultò un momento quando si accorse che il suo seno si stava premendo contro qualcosa di altrettanto morbido. Possibile che fossero....?
    Scusa.. bisbigliò a bassissima voce. I due uomini salirono al piano superiore come pensato, e accesero la luce del corridoio che filtrò attraverso le fessure e il buco della serratura. Si riuscì a intravedere qualcosina della stanza in cui si trovavano, scoprendo che si trattava di in un ripostiglio per gli oggetti e i macchinari che servivano per le pulizie. Difatti a rendere così stretta la stanza erano gli scaffali di metallo. Sophia si guardò rapidamente in giro per poi arrossire vistosamente quando tornò a guardare verso Lyra accorgendosi che era vicinissima, così vicina che riusciva a sentire il suo respiro caldo sulla pelle. Il suo cuore accelerò di molto i battiti, e non solo per via di quei uomini che stavano passando davanti alla loro porta. Si sentiva come congelata sul posto, impossibilitata a muoversi nemmeno di un millimetro.
     
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    Lyra si tranquillizò quando vide il corridoio fuori dalla stanza libero anche se privo di luce. Lungo le pareti vi erano svariate porte chiuse mentre verso la fine si poteva notare una luce provenire da delle scale che conducevano a un piano inferiore. Lyra si mosse silenziosamente insieme a Sophia che le stava accanto, poggiandosi su un lato del corridoio e sporgersi leggermente per vedere se la strada fosse libera, scoprendo a malincuore che almeno due uomini occupavano il piano inferiore.
    Uscire di lì senza dare nell'occhio sarebbe stato molto difficile, sopratutto quando le due figure si mossero per andare verso le scale, chiudendo la via di fuga alle due ragazze. Prima ancora che Lyra pensò che la cosa migliore fosse quella di nascondersi in una delle altre stanze, nella speranza che non ci fosse nessuno e che i due uomini che stavano salendo passassero oltre, Sophia le afferrò un braccio e la trascinò via con sé in una di quelle porte, chiudendosi dentro.
    L'ambiente era buio, non si riusciva a vedere nulla ed era molto stretto, tanto da obbligare le due donne a stringersi l'una sull'altra, collassando in molte zone dei loro corpi. Lyra poteva sentire bene il suo seno appoggiarsi a quello della ragazza e non poteva fare a meno di provare una sensazione di benessere totalmente egocentrico, pur restando lucida sulla situazione attuale. "Niente...shhh" disse a voce fioca per poi farle cenno di non parlare quando udì i passi di quei due uomini farsi sempre più forti. Erano chiaramente nel corridoio e avevano anche acceso la luce, sufficente a far capire a Lyra che la stanza in cui stavano le due ragazze era un ripositglio.
    Lyra poteva osservare il viso di Sophia, i suoi occhi fissi su di lei e con un'aria molto nervosa, all'inizio pensava che fosse per tutta la questione del sequestro, ma osservandola meglio sembrava esserci dell'altro, con i suoi respiri che si erano fatti stranamente più affannosi. Lì per lì Lyra ebbe un pensiero che era decisamene fuori luogo, immaginando quei due seni, decisamente più grossi dei suoi, nudi davanti a lei e con la bocca della ragazza ansimante e con un accenno di saliva fuori mentre Lyra avrebbe voluto appoggiare la sua coscia in mezzo alle gambe di lei e stimolarla. Il pensiero, per quanto sfuggente e temporaneo, fece arrossire il volto di Lyra, tanto che dovette deglutire prima di tornare a riflettere su come uscire da lì.
    Lyra fece cenno con il dito a Sophia di fare silenzio, per poi cercare di abbassarsi senza fare rumore o muovere oggetti dello stanzino, un movimento che inevitabilmente fece strusciare il viso di Lyra lungo tutto il corpo di Sophia, dal collo, passando per il suo morbido e ingombrante seno, fino a fermarsi proprio sul suo inguine, alla stessa altezza del buco della serratura. Per quanto imbarazzante potesse essere per Sophia, Lyra doveva vedere attraverso la serratura per cercare di capire che intenzioni avessero quei due uomini. Restavano? Si sarebbero accorti della loro fuga? La speranza di Lyra era che sarebbero entrati in una delle altre stanze, lasciando così il corridoio libero alle due ragazze per poter andare al piano di sotto e, con un po' di fortuna, trovare l'uscita per andare via di lì. Alla peggio, se le cose non sarebbero andate in quel modo, Lyra avrebbe preparato la sua arma, che ancora teneva in pungo, per prendere di sopresa i due e tramortirli prima che avessero il tempo di dare l'allarme.

    Edited by Yalara - 26/1/2017, 18:37
     
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    Il cuore di Sophia batteva all'impazzata. Quella situazione era davvero strana per lei. Al buio con una bella ragazza che aveva il corpo premuto contro il suo. La paura di essere scoperti e la sensazione piacevole di avere Lyra addosso le fece venire un gran caldo. Cercò in tutti i modi di non guardarla, ma era davvero difficile non vederla. Abbassando lo sguardo vedeva le sue labbra rosa e sottili, così invitanti nella forma e nel colore. Confusa da quella sensazione cercò di non guardarle le labbra ma finì per vedere la scollatura e i loro due seni premuto uno contro l'altro. Quindi alla fine decise di chiudere gli occhi, ma quando lo fece Lyra iniziò ad abbassarsi. Aveva voglia di chiederle cosa stesse facendo, ma la paura di essere scoperti le fece trattenere il fiato. Non capì subito che intenzioni avesse Lyra, e sentirla strusciarsi sul suo corpo le dava sensazioni piacevoli ed eccitanti. Il caldo sembrò aumentare ancora come se stesse per prendere fuoco. Si irrigidì mettendosi il più dritta possibile, poi notò che Lyra stava guardando nella serratura della porta. A quel punto non riuscì a capire se si sentisse sollevata o delusa. Quel pensiero la confuse non poco poiché iniziò ad intuire e capire che Lyra le piacesse ben più che come una semplice amica e se ne sentiva attratta fisicamente. Attese in completo silenzio non sapendo cosa potessero fare.
    Intanto i due uomini che salirono ai piani superiori erano diretti alla loro camera in cui erano state rinchiuse. Entrandovi si accorsero subito che non c'erano più e ciò li allarmò. Sophia li sentì imprecare mentre si scambiavano parole fra di loro che si invitavano a vicenda a cercarle e trovarle prima che se ne fosse accorto Roy. Si divisero e ognuno di loro entrò in due stanze differenti del corridoio per cercarle. Il che significava che era questione di tempo prima che li trovassero lì. Sophia ebbe un'idea e cercò di richiamare l'attenzione di Lyra. Capì che i due ragazzi si erano chiusi le porte alle spalle di rumori, quindi il corridoio sarebbe stato libero. Sophia aprì la porta lentamente aprendo solo una piccola fessura che le diede modo di vedere il corridoio libero. Afferrò di nuovo il polso di Lyra e le fece cenno con la mano di seguirla. La guidò di nuovo verso la stanza da dove erano scappate. Accostò la porta come l'avevano lasciata i due uomini.

    Ho un'idea. Ci cercheranno dappertutto ma sarà molto difficile che tornano a controllare dentro questa stanza no? affermò con un sorriso furbesco. Si sentiva fiera dell'idea appena avuta.
    Se sei riuscita ad aprire la porta con il tuo potere potresti riuscirci anche contro quella finestra? Mentre loro ci cercheranno nella villa noi potremo agire indisturbate. Che ne pensi? fece entusiasta e attendendo una risposta da parte di Lyra. Con lei al suo fianco non si sentiva più così spaventata e iniziò a pensare che giocando di astuzia potevano fregarli e andarsene sane e salve.

    Edited by Hina-Poppezinga - 27/1/2017, 19:27
     
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    Le due ragazze erano già in una posizione molto scomoda quando entrarono in quello stanzino ma poco dopo alla scomodità si aggiunse anche l'imbarazzo, quando Lyra si calò per poter spiare dal buco della serratura stando con il lato del viso a contatto con l'inguine di Sophia.
    Sebbene fosse concentrata su quello che stava accadendo sull'altro lato della porta, aspettando il momento giusto per uscire fuori senza rischi, Lyra non poteva negare che quella posizione, i loro corpi così uniti, la morbidezza e il calore della pelle di Sophia fossero un pericoloso magnete per gli istinti primordiali della ragazza. Probabilmente anche per Sophia era lo stesso, avendola vista rossa in viso da quando si trovavano lì dentro e adesso che sentiva la rigidità del suo corpo, ma sopratutto il calore sempre più forte che si generava da esso.
    Come era previsto i due uomini si erano accorti della loro evasione e dopo una breve discussione fra di loro si mossero a perquisire le stanze di quel piano; fortunatamente non iniziarono con lo stanzino dove stavano nascoste. Lyra vide in questo una chance per muoversi via di lì ma fu anticipata dall'iniziativa di Sophia che, per la seconda volta, la prese per un braccio dopo aver aperto la porta e trascinarla via con sé per rientrare di nuovo nella camera del bondage, o come diamine la si vuole chiamare. In effetti Sophia aveva avuto un'ottima idea, la camera da cui erano scappate sarebbe stato l'ultimo posto che avrebbero controllato, specialmente visto che ci erano appena stati quei due. Lyra era davvero colpita dall'intelligenza della ragazza, dimostrava capacità di ragionamento anche in una situazione molto tesa e quasi stentava a credere che fosse la stessa persona che pochi minuti prima gridava e piangeva contro la porta.
    Sophia avanzò l'idea di cercare di fuggire dalla finestra della camera, attendendo una replica di Lyra che non si fece attendere. "Temo che non abbiamo molta scelta. Quei due probabilmente stavano controllando le scale, ci avrebbero viste se fossimo scese quindi rimarrano a controllare e ricontrallare questo. Alla fine ci scopriranno" rifletté con una mano sotto il mento mentre guardava un punto impreciso della stanza. Alla fine si convinse, il tempo non era dalla loro parte e quindi si doveva muovere in fretta per forzare la finestra, ma prima di quello andò verso uno dei cassetti del comodino accanto al letto, lo aprì ed estrasse fuori un taser elettrico. Lo aveva notato già prima, mentre controllava la stanza dopo che aveva ripreso i sensi. Probabilmente per il padrone di questa casa era uno strumento da usare nelle sue inclinazioni sessuali, anche perché Lyra aveva notato che il voltaggio era a un livello molto basso. Dopo averci speso qualche secondo per smanettarlo si avvicinò a Sophia e porgendoli lo strumento le disse "fai attenzione, il voltaggio è regolato al massimo, abbastanza da tramortire un energumeno. Mentre mi occupo della finestra te mettiti dietro la porta e usalo su chiunque la valichi."
    Lyra la guardò con occhi sicuri, si fidava del fatto che Sophia le avrebbe coperto le spalle e non lo avrebbe mai fatto se non avesse visto un cambiamento così repentino nel suo modo di agire negli ultimi minuti. Forse non era una ragazza risoluta e fredda, ma aveva dimostrato di non lasciarsi trasportare dalle sue paure e si era fidata di Lyra per tutto il tempo; sembrava il minimo che quest'ultima ricambiasse la fiducia.
     
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    Sophia attese la risposta di Lyra in ansia che la guardò in un modo che la ragazza non riuscì a interpretare. Tuttavia le ricordò che comunque non avevano molto tempo poiché i loro carcerieri avendo già visto per le scale che non erano scese si concentreranno solo al piano superiore. Sophia si portò una mano sul mento riflettendo su ciò che aveva detto.
    In effetti non ci ho pensato. commentò, mentre intanto cercava altre idee utili per fuggire via da quel posto. Non avevano ancora dato l'allarme quindi le due ragazze dovevano sfruttare quell'occasione per scappare senza ritrovarsi quei uomini alle calcagna. Lyra prese un oggetto dal cassetto di Roy facendoci chissà che cosa per poi porgerlo alla ragazza. Sophia lo afferrò titubante fra le mani e la guardò con gli occhi sgranati e sorpresa. Non aveva mai colpito un uomo, non aveva mai dato nemmeno uno schiaffo per sbaglio a qualcuno e adesso invece Lyra le diede un'arma per difendersi. Stava per dirle che non avrebbe potuto usarlo che non poteva farlo, ma prima di poterlo fare le morì la voce in gola. Non poteva lasciare tutto sulle spalle della ragazza. Doveva fare la sua parte se volevano uscire da lì. Se tornava a fare la fifona Lyra probabilmente l'avrebbe considerata una stupida smidollata e invece lei voleva fare colpa su di lei. Così annuì lentamente tenendo in modo anche abbastanza goffo l'oggetto, dando quindi l'idea che non era proprio abituata a fare quelle cose. Lasciò Lyra ad occuparsi delle finestre, mentre lei con il cuore in gola se ne stava dietro l'angolo della porta, pregando che nessuno valicasse la porta. Lyra sarebbe riuscita nel suo intento, dopotutto le finestre erano solo chiuse con dei lucchetti di poco conto, una bazzecola per lei. Nel momento in cui riuscì ad aprire la finestra la porta della stanza si aprì. Sophia presa dal panico si lanciò contro la persona che era entrata, cascando su di lui facendolo un po di rumore. Il tipo non aspettandosi una aggressione del genere scivolò con il piede finendo a terra assieme a Sophia. Le tette di Sophia si spiaccicarono sul volto del giovane ragazzo che iniziò a mugugnare poiché veniva soffocato da esse. Alla fine però il ragazzo la afferrò per le braccia sollevandola un poco per guardarsi negli occhi perplessi. Era Roy e non fece nemmeno in tempo a dire nulla che Sophia gli piantò il taser contro il petto attivandolo nel panico. Il ragazzo sobbalzò e tremò per via della scarica finendo KO in pochissimo tempo. Sophia vedendolo perdere i sensi, lasciò cadere il taser e si portò le mani alla bocca scioccata. L'adrenalina in corpo la spinse a chiudere subito la porta per poi alzarsi in piedi e allontanarsi dal ragazzo.
    Oddio... fece non credendo a se stessa. Era arrivato il momento di fuggire via, e a Sophia serviva una mano per distoglierla dai suoi enormi sensi di colpa.
     
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