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Narrazione: bianco Pensieri: giallo Lenida: blu Ezra:verde Karl: rosso Daisy:arancio Comunicazione telepatica: grigio
Sono di nuovo a casa...
Pensò Lenida mentre muoveva un altro passo e il suo sguardo si perdeva nei profili di quegli edifici tanto familiari, quanto sconosciuti. Erano passati anni dall'ultima volta che ebbe il lusso di soffermarsi ad ammirare la bellezza di quei vicoli: lampioni, case, strade, persone... tutto era così magico, perfetto. Negli ultimi 100 anni Londra si era evoluta senza perdere la sua caratteristica principale : Non importa da dove tu venga, la tua razza o la tua religione, se quello che cerchi è la ricchezza, questo è il posto giusto. Umani, ibridi, cyborg e persino angeli, demoni, kaiju e molti altri ancora, milioni di individui con storie diverse, accumunati da un solo desiderio; desiderio che Lenida, avendo vagato per la maggior parte della sua vita da spettro infestando sogni altrui, conosceva molto bene e aveva tutta l'intenzione di sfruttare.
Formiche, nonostante il loro ego, paiono tutti come dannate formiche.
<vivono ammassati a milioni passando le giornate a correre dietro solo loro sanno cosa>
Sussurrò.
<hai ragione!>
Lenida si girò di scatto cercando il commentatore, com'è possibile che l'avessero sentita? Chi aveva udito una voce tanto flebile nel trambusto che contraddistingue le notti londinesi?
<non ti spaventare, sono qui dietro ahahah!>
Giusto alle sue spalle c'era un piccolo incrocio adornato con delle siepi e da una di queste Lenida vide sbucare la testa di un uomo
<per essere così giovane sei molto cinica, sicura faccia bene alla tua salute? >.
Ora l'uomo stava in piedi e tendeva una mano verso di lei; vestiva abiti logori di almeno due taglie più grandi, ma da polsi e guance si capiva che quest'uomo mangiava poco e male da mesi; probabilmente quell 'aiuola era diventata la sua casa e lei se ne stava ferma sull'uscio, conscia del fatto che quell'uomo non poteva essere una minaccia; viste le condizioni in cui si trovava poteva benissimo usare la forza, se necessario. Lenida era consapevole che il suo aspetto traesse in inganno: gli uomini spesso di fronte a una ragazzina, sopratutto se di bell'aspetto, tendono ad abbassare la guardia, ad essere più dolci e accondiscendenti. Così decise di usare le sue carte per far crollare le ultime difese dell'uomo e rubargli più informazioni possibili. Erano passati anni dall'ultima volta che era stata a Londra e nessuno meglio di chi ha perso tutto sa quali sono i vizi di quella società. Superò le siepi e si sedette; l'erba le faceva il solletico così sistemo il lembo davanti della gonna facendolo passare sotto il sedere per creare uno strato più soffice, in realtà la mossa servì a lasciare più pelle possibile alla vista, infatti ora solo la parte dell'inguine tra le cosce era nascosta. L'uomo si era già accorto che quella ragazzina, avente al massimo 14 anni, girava senza slip e la "gonna", se così si può definire, fluttuando a destra e sinistra copriva al pelo le sue grazie in un eccitante vedo-non vedo.
<signore, posso permettermi di farle una domanda?>
chiese Lenida mentre sistemava ulteriormente la propria postura e si assicurava che il punto in cui la gamba sinistra si congiunge al bacino restasse in vista. Rialzò lo sguardo giusto in tempo per vedere che la sua mossa aveva avuto effetto.
< Certo, chiedi pure. Ma chiamami Ezra, di signore ormai non ho più nulla...>
Balbettò l'uomo nel tentativo di non farsi scoprire a guardare le forme di una ragazzina di almeno 20 anni più piccola di lui. Così i due parlarono di come un tempo Ezra fosse un importante menager e di come abbia perso tutto tra gioco d'azzardo e prostitute. Il mondo della finanza a volte gioca brutti scherzi, un giorno stai cavalcando l'onda della ricchezza, il giorno dopo sei al suolo sanguinante circondato da quegli uomini che tanto amabilmente si erano offerti di aiutarti con i debiti accumulati tra casinò e case chiuse. E se sei abbastanza sfortunato ti risvegli con i tuoi testicoli attaccati al collo, sicuro che almeno in uno dei vizi non ci ricadrai mai più. In un altra situazione, se Lenida non fosse al verde e bisognosa di guadagnare, allora lì, forse, avrebbe usato i suoi poteri per far riprovare a quell'uomo il piacere della carne, ma ora non aveva tempo da perdere, aveva bisogno di un po di contanti e non voleva stancarsi senza guadagnare nulla. Decise di lasciargli comunque un regalo: Si protese in avanti mettendosi a gattoni, abbastanza vicina al corpo dell'uomo da sentirne il calore; stranamente non puzzava, il suo odore era forte ma piacevole, tanto che Lenida sentì che stava iniziando ad eccitarsi. Aprì la bocca e inizio a leccarsi l'indice, da prima solo con la lingua, poi chiuse dolcemente le labbra avvolgendo il dito e spingendolo dentro e fuori dalla bocca per tutta la sua lunghezza. L'uomo iniziò a tremare e a scaldarsi, non dev'essere facile essere un neonuco in certi casi, finchè la sua respirazione si fece piu veloce e dovette aprire la bocca. Lenida con un movimento fulmineo inserì il dito con cui stava giocando nella bocca di Ezra e prima che l'uomo potesse dire o fare qualcosa venne travolto da una sensazione calda che gli pervase tutto il corpo, dalla testa fino a dove un tempo stava il suo tanto amato attrezzo, e proprio lì si concentrava e si trasformava in un piacere pulsante, ritmico, quasi ipnotico. L'ultima cosa che vide Ezra fù la mano libera libera di Lenida che, spostato il lembo di pelle che copriva le sue grazie, iniziava a toccare quella piccola fessura, e più le sue dita penetravano, più il piacere che provava Ezra si faceva intenso
<cosa diavolo sta...>
Tentò di farfugliare qualcosa, ma prima che potesse concludere la frase, Lenida iniziò a colpire velocemente, ma delicatamente il proprio clitoride, aumentando esponenzialmente le scosse di piacere. Lei era abituata, riusciva a restare lucida, infondo è una donna e quello non era neppure un orgasmo; ma per Ezra il discorso era completamente diverso: già la mente di un uomo non è pronta alla potenza che l'accezione femminile di piacere comporta, figuriamoci se quest'uomo è un neonuco e da mesi non prova l'ebrezza di un orgasmo. Così approfittando delle scarse difese mentali del barbone, Lenida iniziò a giocare con la sua mente: Ezra si trovò in una stanza dove la luce filtrava da una piccola apertura, davanti a lui una figura in penombra ballava attorno a un palo; l'ambiente era pervaso da un profumo dolce e pungente, simile a quello che aveva sentito in tanti bordelli, cassa... rullante... piattini... e ancora cassa... rullante... piattini e la stanza si fece luminosa, le risate dei presenti sovrastarono il susseguirsi di colpi della batteria, al centro un tavolo che avrebbe fatto invidia a quello del dio dei giganti era ricoperto di cibo e bevande...
"questo è il momento, la sua mente sta per cedere"
Lenida trasformò la mano con cui si stava toccando, le dita si fusero insieme in due rami che iniziarono a risalire verso l'utero intrecciandosi come due serpenti gemelli; arrivati all'ingresso dell'utero si unirono e assottigliarono per poi fondersi con la parete interna e incominciare a muoversi e stimolare tutte le sue terminazioni nervose. Per evitare che gli sfuggisse qualcosa doveva rafforzare la connessione, dato che Ezra non sapeva cosa stesse succedendo, un po di saliva su un dito non bastava per convogliare assieme tutto quel piacere e i ricordi che sarebbero usciti spontanei dal ragazzo. Così, prima che il piacere raggiungesse il punto culmine, Lenida inserì la sua lingua nella bocca di un Ezra la cui coscienza ormai era completamente rivolta ai ricordi e al piacere che lei gli stava inviando. In quel momento, con la mano ormai libera, aiutò il piacere a esplodere pizzicandosi il clitoride. Il rilascio di tutta quella ossitocina fece collassare il cervello di Ezra e Lenida dovette letteralmente tuffarsi in avanti per non perdere la connessione mentale; in quei pochi attimi Lenida vide delle chiare immagini dell'uomo accompagnato da diversi altri uomini, tutti eccentricamente vestiti, ma acumunati da un particolare: due gemelli in diamante con intagliato un serpente che si morde la coda. I sei stavano entrando in un locale, pareva essere un normale pub anche se il bar-man era un mezzo demone , ma c'era qualcosa di più in quella eccitazione, come se il motivo per cui fossero li non era il semplice bere qualcosa, al gesto della figura blu di seguirlo verso il retro tutto si fece chiaro,
<è li che devo andare!>
Senza esitare abbandonò li quell'uomo che ancora cercava di domare l'orgasmo e si diresse verso questo "un altro drink". La porta in legno e ferro si aprì senza opporre alcuna resistenza
"Sarebbe stato più semplice in un bordello dove le ragazze prendono i clienti direttamente dal salone principali e li portano in camera, li sarebbe bastato intrufolarsi e fingersi una di loro, ma a quanto pare questo posto è ben frequentato e parecchio ricercato"
Prima che la gente potesse vederla in volto cambiò la propria espressione, cercando di mascherare la sua vera età dietro la faccia di una ragazzina viziata e , diciamocelo, alquanto vacca. Gli sguardi della gente seduta a bere non erano passati inosservati a Lenida, che decise di aumentare di una taglia il proprio seno mentre si avvicinava al bancone, noncurante che qualcuno potesse accorgersene, anzi.
<salve Signore! Sto cercando Daisy>
Il barista pareva non averla neanche sentita, preso com'era da tutte quelle comande, ma per sua fortuna un'altro uomo, più vecchio e tarchiato, si stava avvicinando portando con se due boccali vuoti e un sigaro dalle fatture pregiate "dev'essere il proprietario", pensò e allungo la mano verso l'omone nel tentativo di attirare la sua attenzione
<signore!! Mi scusi!! Sto cercando Daisy">
L'uomo oltrepassò il bancone e si mise a sciacquare i boccali "bene, non ha funzionato", si stava per alzare dalla sedia quando l' oste le indico con un cenno della testa uno degli angoli del locale vicini alla loro posizione. Lenida si accomodò nel tavolo indicato aspettando che succedesse qualcosa, ma passarono una ventina di minuti abbondanti prima che l'oste la degnasse della sua presenza.
<come conosci quel nome?> La sua voce era alquanto intimidatoria, tanto che Lenida pensò di aver azzardato un po' troppo.
<mi ha mandato qui un uomo con l'uruboro al polso, dice che sono fatta per lavorare con voi> ovviamente stava mentendo, ma non aveva bisogno sapesse la verità, bastava si convincesse a dargli una possibilità.
<cosi vorresti lavorare per noi? non credo ci sia bisogno di un altra ragazzina da addestrare>
Allora Lenida appoggiò il gomito sul tavolo rivolgendo la mano verso il suo interlocutore, facendo in modo che il palmo risultasse ben visibile; dal centro della mano, all'incirca dove la line del destino incrocia quella della vita, la pelle iniziò ad arrugarsi e a girare attorno a un punto; dai lati, delle onde spinserò in profondità questo punto, facendo si che la pelle si ripiegasse su se stessa, ed ecco comparire clitoride, piccole labbra, grandi labbra.... una vagina perfettamente formata sorgeva ora nel centro del palmo della sua mano destra. Allontanò pollice e mignolo per far dilatare questo frutto e offrirlo
<assaggiala>
<pensi di potermi sorprendere così? ahahahah> Quella risata rieccheggiò per tutto il locale, tanto da attirare l'attenzione di qualche cliente, <pensa che al barista ne compaiono due sui seni ogni volta che si eccita! ahahah>.
Ora era una questione personale, non si sarebbe fatta sminuire così, ne andava del suo orgoglio, ma soprattutto la situazione la stava eccitando, tanto da far uscire un po di liquido dal centro della sua mano, Lenida strinse il pugno facendo cadere un paio di gocce nella birra dell oste
<bevi ora e cambierai idea>
Col fare palesemente spazientito di chi sta perdendo del tempo prezioso l'uomo tracannò quello che restava della sua birra tutto d'un fiato
<content...>
prima che potesse finire di parlare l'oste vide chiaramente se stesso e la sua espressione di stupore, dalla mano sinistra giungevano degli spasmi di piacere, ma non riusciva a guardarla, vedeva solo se stesso guardare la propria mano anche se tutto era così vivido e reale.... Lenida sorrideva felice nel vedere che era riuscita nel suo intento, ora aveva la sua attenzione e con la mano sempre tesa verso il signore ripetè
<assaggiala>
Ma niente, l'omone si sitemo la faccia, si alzò e disse
<seguimi, ti porterò da Daisy, io sono Karl>
<chiamami Tata! Spero che possiamo diventare amici> ammiccò Lenida prima di alzarsi e incamminarsi con lui. Arrivarono in una sala simile a quella al piano superiore, ma con il pavimento di marmo, qui una donna era intenta a sistemare la zona barman
<così sei in grado di condividere quello che senti e vedi con gli altri, interessante>
La donna l'aveva spiazzata, aveva mostrato i suoi poteri solo all'uomo che le stava davanti, come faceva lei a conoscerli?
<in realtà è un po più complicato di così, ma in linea di massima si>
<bene, mostrami cosa sai fare. Inizia a spogliarti e vediamo cosa nascondi>
Lenida allora assorbì i propri vestiti, mettendo a nudo le sue forme
<che forma vuoi che assuma mia Signora?>
La ragazzina iniziò ad assumere le sembianze di una donna, la sua statura aumento di una 20ina di cm e il seno crebbe di 2 taglie, l'unica cosa a rimpicciolirsi furono i capelli che ora finivano poco sotto le spalle; il suo sguardo si fece più sensuale e maturo, tanto che notò una scintilla negli occhi di Diasy.
<o preferisce un giovane ragazzo?>
E mentre pronunciava queste parole il suo clitoride iniziò a ingrandirsi, fino a raggiungere le dimensioni e la forma di una verga sud sahariana; il seno lasciò il posto a dei pettorali scolpiti, il sedere si strinse diventando più piccolo e sodo, i capelli passavarono da essere raccolti in una treccia a annodati in dreadlocks; le orecchie da gatto diventarono due lunghe corna ricurve e un abbozzo di coda incominciò ad apparire. Più questa forma diventava consistente più pareva crescere l'interesse di Daisy nei confronti dello Spettro. Convinta di aver ottenuto il ruolo, Lenida decise di esibirsi in una trasformazione finale particolare, poco attraente magari, ma che metteva in luce tutto il suo potenziale: la materia di cui è composto il suo corpo tornò alla forma iniziale di ragazzina, ma questa volta le gambe si erano fuse assieme per formare una lunga pinna ricoperta di squame, dalla mano sinistra usciva un enorme verga liscia come il marmo, il braccio sinistro presentava due organi femminili completamente formati mentre il braccio destro ora era simile a quello di un insetto, sottile con un esoscheletro ricoperto di peluria e al posto della mano due falli, uno squamoso e l'altro ricoperto di bolle, sballottolavano al vento. Al centro del petto un enorme vagina grondava abbastanza da ricoprire con i suoi fluidi entrambi i seni tornati acerbi; anche l'occhio sinistro assunse la funzione di organo femminile perfettamente funzionante; la pelle del sedere era ricoperta di scaglie e ora la colonna vertebrale continuava in una coda la cui fine si divideva in due tentacoli, uno con un pene, e l'altro con una vagina. Tra le gambe manteneva entrambi i sessi, anche se ormai erano solo due dei tanti falli e passere che pervadevano il suo corpo e secernevano tanto liquido da bagnare persino il pavimento. Daisy osservava impassibile la scena ed era impossibile capire se fosse inorridita o stesse pensando a tutti i modi in cui si può usare un corpo tanto malleabile, poi si avvicino a quell'essere uscito dal sogno perverso di qualche erotomane, fece scorrere la sue dita tra quelle di Lenida, provocando in lei un sussulto quando raggiunse la base dell'enorme verga che partiva dal suo palmo. Fece scorrere le unghie lungo l'asta in una sottospecie di solletico soffermandosi sulla punta e sussurandole all'oreccio
<stupiscimi!>
Le afferrò il membro appena sotto la cappella, facendole sfuggire un gemito di piacere
<c'è una ragazzina che lavora per me, una verginella nata e cresciuta qua che ha ancora la forza di imbarazzarsi con argomenti sconci, diventa come lei e fammi giocare>
Il compito in realta era abbastanza facile, tolti Kaiju e esseri troppo complessi, poteva assumere le fattezze di chiunque, purchè ne abbia ben chiaro l'aspetto. Ormai Lenida non lo faceva più solo per ottenere il lavoro, Daisy la stava facendo impazzire.
<pensa a lei, immagina ogni sua forma, da più prospettive lo fai più preciso sarà il risultato>
Aspettò qualche secondo e inizio a baciarla, appena le due lingue si intrecciarono la condivisione ebbe inizio:
-A quanto pare non sono l'unica che si sta infoiando qui, vero Daisy?-
-Cosa?! Come facciamo a parlare? Ah capisco... Il piacere è così... Forte...Io....La mia mano...- Daisy stava agitando la sua mano, che ancora avvolgeva una delle verghe di Lenida, sempre più velocemente, pervasa dal piacere che lei stessa stava generando.
-Daisy! Fermati o verrò! Concentrati sulla ragazza e immagina di codividere con me quel pensiero-
Mentre le immagini della 16enne scorrevano in lei la sua forma incominciava a mutare, la sua trasformazione doveva essere pratticamente perfetta
-Apri gli occhi-
Daisy si staccò da quelle soffici labbra e rimase a guardare la versione nyan di Atsuko: la ragazza che si trovava di fronte era la copia sputata di Atsuko; le uniche differenze erano le due orecchie feline e un tentacolo a forma fallica che Lenida teneva tra le mani; la protuberanza partiva da dietro la schiena della ragazza e, passando da sopra le spalle, scendeva ondeggiando fino alle sue mani.
<ho pensato che con questo ci saremmo divertite di più>
<vieni qua piccola mia, vedia...>
Il rumore del meccanismo che rivelava l'ingresso la mise in allerta
< Devi sparire subito da qui, stà arrivando un cliente importante e devo dargli il regalo di benvenuto. Vai nel corridoio infondo a destra, stanza 4, li c'e un altro cliente, è un po' particolare perciò nessuna delle ragazze si lamenterà se te ne occupi tu; se ne esce soddisfatto ti assumiamo>
Lenida un po' infastidita dal dover abbandonare quella situazione riprese le sue solite sembianze e si incammino verso la stanza che le era stata affidata
< Ah! Tata, abbiamo un conto in sospeso io e te eheh ora va, veloce!>
"Questo è un lavoro così piacevole" sospirò "ormai è fatta! quanto potrà essere difficile soddisfarlo?! alla fine è solo un uomo"
La camera aveva un arredamento molto suggestivo, sembrava di essere nelle segrete di un castello medievale; oltre ad un enorme letto a baldacchino con tende ricamate e lenzuola di rosso acceso, la stanza era munita di tutto ciò che il bondage richiede: Delle catene scendevano dal soffitto tramite una carrucola e terminavano con 3 manette, due più piccole e una abbastanza grande da cingere il collo; nella parete di destra era appesa una serie di fruste di materiale e forme diverse; a sinistra invece un espositore in frassino mostrava una serie di bavagli e ball gag; mentre dal baule in fondo al letto si vedeva uscire un pezzo di fune...
"Ahahah a volte la vita ti gioca degli scherzi davvero assurdi"
Lo sguardo di Lenida si soffermò su uno dei collari che stavano all'ingresso della sala
"con questo addosso potrei sembrare davvero una gatta".
<piacere Signore, io sono Tata, sono nuova qui e non so ancora bene come funziona, perciò la prego, mi istruisca lei, sono nelle sue mani>
Maschera e vestito in lattex garantiscono anonimato, ma risaltano i chili di troppo anche se sei alto piu di 2 metri.
" Non penso di averne mai visto uno cosi grande "
Le dimensioni di quella cosa erano impressionanti, nonostante fosse avvolto da lacci di pelle stretta che evitavano l'erezione, sarà stata grande come il suo avambraccio. Con un cenno del capo la fece avvicinare, pareva non avere l'intenzione di parlare, perciò Lenida provò a sollevare l' enorme cerniera sul volto del'uomo e baciaqua,, voleva creare una connessione, ma il suo tentativo fu fermato sul nascere da una sculacciata talmente forte da sbalzarla in avanti. Non ebbe bisogno di altre risposte, sapeva che tipo di persona aveva di fronte. Indossato il collare si diresse verso l'espositore, prese una di quelle fasce munite di palla e prima di imbavagliarsi disse
Signore, per la prossima ora potrà fare di me ciò che più desidera. Per servirla al meglio sono in grado di assumere le sembianze di chi vuole, indipendentemente da età, sesso o razza
Lenida ottenne le uniche parole che l'uomo le avrebbe rivolto, voleva solo che apparisse di qualche anno più grande; crebbe così di 15 cm, il seno ora poteva riempire delle mani. Le gambe si allungarono donandole sinuosità e i capelli scendevano liberi fino a metà schiena, accentuando le sue nuove forme. Non era più abituata al freddo delle catene attorno ai polsi,e quando si senti sollevare tramite le carrucole venne pervasa da un brivido. IL dolore delle frustate arrivava a sorpresa, era un bravo Master, sapeva quando trovarla impreparata, alternava colpi alle natiche con colpi alla savrenbepreoccupandosi di colpire sempre sugli stessi punti, in modo che il dolore aumentasse esponenzialmente ad ogni frustata. Ogni colpo era seguito da un grido strozzato, la tensione a cui è sottoposta la bocca stava provocando l'uscita di abbastanza bava da raggiungere il seno della ragazza. Qualche volta si spostava per colpirla di fronte e lei non si dimenticava di guardarlo negli occhi. Le frustate continuarono finchè Lenida sfinita e dolorante abbassò il capo e si lasciò andare, non riusciva più a reggersi in piedi, il dolore ad ogni era troppo forte. L'uomo indispettito la prese per il collo e la sollevo fino a toglierle l'appoggio per poi infilarle violentemente un enorme bastone. La forma interna della ragazza spettro può variare, per dare più o meno spazio a determinati organi, ma in questo caso era stato tutto troppo veloce, non avendo avuto il tempo di adattarsi alla dimensione di quell' oggetto ebbe la sensazione di esplodere. Il bastone spingeva contro il suolo verso il suo utero e ebbe paura che, se non fosse rimasta in punta di piedi, avrebbe raggiunto lo stomaco. Le frustate ripresero, ma questa volta il suo obbiettivo erano i polpacci della ragazza. Ormai Lenida era sfinita, il dolore si era mischiato al piacere e insieme la stavano portando verso la pazzia; aveva la mente annebbiata, il volto ricoperto di lacrime e bava. Persino il palo ormai era così lubrificato da salire e scendere senza difficoltà, percorso osservabile persino da come la zona del ventre veniva deformata. La sua mente era talmente occupata ad accogliere questo mix che non si accorse neanche di essere finita supina sul letto, questa volta con gambe e braccia legate assieme sopra la testa. Improvvisamente un liquido caldo e dalla odore pungente inizio a bagnarle la pancia; il getto da prima si riversò sulla gemma che le faceva da ombelico, per poi salire fino a boccspl'ukmoda farla annaspare. Quando i colpi di tosse finirono, il palo, che ancora le deformava le interiora, fu estratto e arrivò il primo orgasmo: tutta la vagina si contrasse violentemente permettendo a una gran quantità di liquido di uscire e lavarla completamente. A causa dello sforzo a cui sono state sottoposte, le labbra non riuscirono a richiudersi subito, permettendo per qualche minuto di vedere fino all'ingresso dell'utero. L'uomo, la cui enorme verga le premeva da un po sulla schiena, rimase sbalordito dal bagliore che si diffondeva dall'interno della ragazza e da come liquidi e spasmi ci giocassero. Dal clitoride si poteva gestire questo effetto quasi come fa un tecnico luci dalla sua postazione. Ogni colpo o movimento producevano un effetto diverso e, per essere sicuro di non fermare lo spettacolo, intervallava il controllo del "joystick" con delle penetrazioni effettuate con tutto il braccio. Lenida stava per cedere ancora, la testa lanciata all'indietro e gli occhi strabuzzanti seguivano il movimento del pugno dell' uomo. Ebbe così tanti orgasmi che gli spasmi la portarono a slogarsi una spalla. Dentro la stanza non c'era modo di sapere che ore fossero, Lenida era convinta il tempo fosse scaduto già da un po', ma nessuno arrivava e lei non aveva più le forze per resistere al dolore, doveva abbandonare quel poco di lucidità che le era rimasta tornando alla sua forma normale. Sciolta dalle restrizione che portava, la verga dell'uomo si espanse raddoppiando le sue dimensioni. Forse solo una kaiju era in grado ospitare quella cosa senza rompersi. Senza troppi complimenti l'uomo la sollevò per il collo appoggiandosela sulla punta del membro. Con due dita le allargava l'ano, come si farebbe con un preservativo, mentre con l'altra mano,dopo averle liberato braccia e gambe, che ora cadevano a peso morto, la spinse verso il proprio bacino; l'intestino di Lenida si adatto abbastanza velocemente, la dimensione del pene costringeva Lenida a drizzare il collo e aprire un po la bocca ogni volta che la penetrava fino alla base, quella verga era lunga come tutto il suo corpo. Lenida era in trans e non senti la connessione avvenire, ma l'uomo con la verga da kaiju si, e quando sentì il piacere che stava provocando in lei diede un ultimo colpo e inizio a inondarla di sperma; fu riempita cosi tanto che tutte le sue terminazioni nervose andarono in tilt. Quando ebbe finito di riversare in lei il suo seme la gettò sul letto, sembrava un palloncino e la giovane escort non aveva le forze per rimodellare il suo aspetto. Entrambi gli orifizi erano deformati, e dall'ano continuava a uscire sperma. Naso e bocca erano così pieni da impedirle il respiro. La mancanza di ossigeno la riportò al presente, slacciò il bavaglio lasciando uscire la sborra che aveva in gola. Dopo aver contemplato un po' quella gattina che lottava contro lo sperma l'uomo uscì dalla camera. Mentre assaporava ancora un po di quella calda e densa crema, Lenida utilizzò le poche forze che era riuscita a raccogliere per mandare un messaggio a quella uomo tanto dotato quanto sadico:
-Spero si sia divertito con me Master!-
Mentre sentiva queste parole l'uomo incominciò a vedere dagli occhi di Lenida che se ne stava sdraiata, i seni toppo piccoli per coprire la vista della pancia. La pelle brillava ricoperta da uno strato gelatinoso con cui la fanciulla si divertiva a giocare, partendo dal ombelico e accarezzando si il seno, Leonida raccoglieva nella mano grandi quantità di quella sostanza per poi lasciarsela colare in bocca;
-Mi manderesti il servizio in camere con qualcosa di forte da bere?-
La sensazione del liquido denso che scendeva per la laringe fece tossire l'uomo
-Spero si sia divertito Signore! Alla prossima-
Prima che l uomo potesse capire come usare la comunicazione, lei lo tagliò fuori.
"Almeno tutto questo spema rende il letto comodo, nyaaan"
E lasciò che Morfeo la traghettasse attraverso quel mare denso, fino al mondo dei sogni.
Edited by Gyoku tobi - 31/8/2017, 17:11
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