Lavoro - Un nobile cliente

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    Era stata una giornata tranquilla: pochi clienti, nessun intoppo.
    Luna stava fine do di pulire gli ultimi bicchieri della serata, dopo che l'ultimo gruppetto di avventori aveva lasciato il SanNeko
    Era intenta a guardare Tama e Niko giochicchiare con un fazzoletto caduto, probabilmente lasciato lì dal già citato gruppo.
    Con le piccole mani riusciva a pulire per bene anche i punti più nascosti del grosso bicchiere: un cilindro di circa 30 centimetri di altezza, un vero mostro.
    Mentre passava il piccolo strofinaccio lungo le pareti interne del vetro, gli corse alla mente che, ancora una volta, era stata scambiata per una adolescente.
    E, anche giustamente, vedere una ragazzina in un luogo dove spesso scorre alcol a fiumi, oltretutto dietro il bancone, fa rimanere un po spiazzati.
    Posò dietro la tavolata, in un piccolo cassetto, il bicchiere ormai pulito. Non era ancora ora di chiusura, ma poco ci mancava.
    Appoggiò una mano al bancone, mentre con l'altra tiró fuori da un altro cassetto il cibo per Kami: era il più grande dei tre gatti che possiedeva, dal lungo pelo bianco, arruffato e pulito.
    Mentre Tama, una piccola gattina arancione, e Niko, poco più che un cucciolo, si contendevano il povero pezzetto di carta, Kami arrivò come incantato dal piccolo pacco di crocchette: sembravano quasi cereali.
    Abbassandosi i una posizione accovacciata, Luna accarezzó il gatto con una mano, versano il contenuto del sacchetto nella ciotola blu di Kami, che miagoló felice.
    Mentre Luna si toglieva una piccola ciocca ribelle dalla faccia, Tama e Niko abbandonarono il loro divertimento per nascondersi nelle ombre del divanetto: stava per arrivare qualcuno, i suoi gatti si nascondono sempre qua do arriva un nuovo avventore, per poi aprirsi un po mentre questo discorre nel locale.
    Si preparò lisciando la maglietta bianca, scarna, e sistemandosi i pantaloni blu scuro.
    Appena la porta si scostò, fece il suo più innocente sorriso e annunció:
    Buongiorno gentile cliente, come posso servirla?
     
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    Era stata una giornata stressante, davvero stressante, Artemis era stato mandato per qualche tempo lontano dall'impero con la copertura di essere un giovane addetto legale dell'ambasciata imperiale, copertura perfetta per svolgere il suo ruolo di spia e dato che non era nei ranghi dell'intelligence da molto tempo il suo volto non era noto e questo faceva si che quella copertura, ormai un cliché nel mondo dello spionaggio potesse reggere: nessuno sapeva chi Alexander fosse e questo gli permetteva di interpretare al meglio il suo ruolo, come quella sera: veniva da una serata di gala al consolato, una cena formale seguita da uno spettacolo di teatro tradizionale Kabuki; non gli dispiaceva la musica classica ma preferiva di gran lunga l opera imperiale con le sue tragedie e le sue arie liriche.
    La serata era terminata tardi e aveva decisamente fame, a cena aveva mangiato poco secondo il protocollo e aveva risposto a una sequela infinita di domande su argomenti di politica economica; chiese con carbo all'autista della lunga Mercedes Classe S dell'ambasciata di fermarsi e che avrebbe proseguito fino alla, non lontana, ambasciata a piedi; non essendo un funzionario di alto rango non era sotto scorta e godeva quindi di una buona libertà d'azione e poi la città era decisamente sicura anche per quell'ora di notte con le strade del centro illuminate e trafficate.
    Vide il posto dove era diretto confrontando il nome in ideogrammi con quello presente sul display del suo iPhone e vide che il software di traduzione automatica confermava la corrispondenza, il locale era ancora illuminato il che era un buon segno e, una volta entrato, vide che era semideserto il che era un altro punto a favore : ne aveva abbastanza di posti affollati per quella sera.
    Mentre si avvicinava al bancone si slacciò il papillon ed il primo bottone della camicia candida ed inamidata sfilandosi anche la giacca nera dello smoking su misura, anche così il suo abbigliamento era fin troppo formale con i gemelli in oro con le iniziali "A.A.S." in bella vista e le scarpe di pelle eleganti nere su misura, per non parlare dello smoking dalla giacca del quale spuntavano i guanti bianchi d'etichetta per l'opera , ma di quello gli importava poco ora voleva mangiare qualcosa per saziare il suo appetito draconico.
    Buona sera a lei
    Disse in maniera cortese senza soffermarsi inizialmente sulla ragazza distratto dai tre gatti presenti nel locale, era insolito per lui vedere gli animali così liberi in un qualsiasi negozio ma sapeva che ad oriente era costume
    Spero siate ancora aperti
    Disse controllando l'ora sul Rolex d'acciaio e oro che portava per l'occasione accorgendosi poi che di fronte a lui c'era una ragazza che a occhio e croce non aveva ancora l'età per frequentare un accademia, era decisamente giovane e di una bellezza semplice e la cosa non gli dispiacque, trovarsi ad avere a che fare con l'ennesimo cameriere che lo chiamava eccellenza avrebbe messo a dura prova i suoi nervi
    Non voglio dare troppo incomodo, cosa mi consiglia per mangiare qualcosa di buono e sostanzioso?
    Domandò sedendosi al bancone, incerto se la giovane volesse fare un po' di conversazione o semplicemente servirlo e tornare a badare agli affari suoi.
     
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    All'inizio Luna rimase estremamente stupita.
    Cioè, aveva aperto il SanNeko appena da pochi giorni, e non credeva che un persona di quella levatura potesse essere venuta a sapere del piccolo locale.
    Luna non avvertiva intenzioni malvage in lui, ma qualcosa non la convinceva: emanava un'aura....fin troppo ricca.
    Certo, era fin troppo chiaro che si trattava di qualcuno di un minimo importante, ma gli metteva comunque soggezione.
    Quando poi si slacciò il papillon, Luna si sentì avvampare: erano soli, a un'ora così tarda, e di certo non credeva che fosse molto normale come cosa liberarsi così fin dall'inizio.
    Avrà avuto una giornata pesante, sembra così stanco
    Luna si puntelló su un piede, incrociando le braccia e inclinando la testa, fingendo uno sguardo preoccupato.
    Beh, guardandola le consiglierei nulla di troppo pesante, le può andare bene una scelta di tramezzini, oppure vuole affogare le sue fatiche in un piatto sostanzioso? Ho ancora della fiorentina di prima scelta, direttamente da coltivazioni italiane.
    Come birra, provi questo, molti dicono sia rigenerante.

    Mentre Luna prepara il bicchiere che aveva appena lucidato, posizionandolo sul bancone, osserva l'avventore.
    Sembra avere tratti....italiani? Non ci giurerei, ma la faccia sembra quella. Poi che cosa farebbe un imperiale qui? Negozierebbe? L'imperatore? Non scherziamo, sto qui mi puzza. Guardando l'abbigliamento e il comportamento, sicuramente non è in vacanza; è stressato da qualcosa.
    Potrei provare a indagare....potrebbe essere molto utile

    Dopo aver stappato una bottiglia, opportunamente di una birra dolce come una carezza e forte come uno schiaffo, chiese al cliente:
    Allora, cosa la porta nel mio umile locale? Non siamo per niente famosi, abbiamo aperto da poco....sarà perché è poco affollato? È stata una gionata pesante per lei, immagino.....la birra è offerta dalla casa, si serva pure.
    Facendo un solare e innocente sorriso, prese nota mentale di stare attenta alle sue future mosse.
    Versata nel bicchiere, fece scivolare la birra lungo il levigato bancone, e si preparò per ricevere l'ordinazione.
    L'alcol è il miglio elisir della verità, diceva mio padre. Ma anche con le altre portate non si scherza. Vediamo se prende qualcosa di un po più sofisticato di un sandwitch, il nobilotto.
     
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    E' così evidente ?
    Domandò con un sorriso, leggermente tirato, che apparve sul suo viso quando la ragazza, definirla ragazzina gli pareva irrispettoso anche se sembrava davvero troppo giovane per trovarsi li a lavorare a quell'ora, gli domandò se preferisse qualcosa di leggero o preferisse una bistecca italiana; non gli parve vera quell'offerta : dopo aver passato due settimane a mangiare solo riso e pesce crudo gli mancava la carne ed il locale manzo Kobe pur essendo squisito era servito in porzioni talmente piccole che a casa sua venivano servite per controllarne la cottura.
    Credo proprio che cederò alla nostalgia di casa, vada per la Fiorentina, al sangue se possibile
    Ordinò pregustando quella succosa carne sotto le sue zanne o meglio denti anche se avrebbe voluto trasformarsi e azzannare qualsiasi cosa dalla fame che aveva; si limitò invece a versarsi la birra che gli veniva offerta inclinando il bicchiere per far formare la schiuma ed assaggiandola subito dopo, il gusto era dolce e fruttato ma con un retrogusto deciso che gli ricordò le migliori birre che si faceva consegnare dal nord europa, annuì tra se come a voler giudicare in maniera positiva il gusto della birra, dopo essersi rinfrescato la bocca posò il bicchiere con garbo e rispose alla giovane
    Il mio autista mi ha portato qui, gli ho domandato un posto dove mangiare bene ed eccomi qui, e a giudicare dalla birra, gli devo una cospicua mancia per l'ottimo consiglio
    Gli sembrava a suo agio come se fosse abituata a lavorare fino a tardi in quel posto segno che non era pericoloso altrimenti una così giovane ragazza non si tratterebbe fino a quell'ora ma non volle insistere sull'argomento se faceva le ore piccole erano affari suoi non conosceva sufficientemente quella cultura per potersi permettere domande indiscrete, fosse stato a casa avrebbe chiesto se l indomani non avesse avuto scuola ma era a svariate migliaia di chilometri per cui decise di sedersi ed imparare
     
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    Pft, sto qui nasconde qualcosa, nessun dipendende ordinerebbe un piatto così, di sera, con quella stanchezza. È solo nostalgia di casa.
    Ormai a Luna era chiaro che quest'uomo non era ciò che coleva dare a credere, era qualcosa in più.
    Vado a prendere gli ingredienti, al SamNeko i clienti guardano sempre il cuoco!
    Allontanatasi e dirigendosi al magazzino, situato di fianco a un piccolo corridoio, da cui si poteva accedere attraverso una porta dietro il bancone, Luna si sistemò un attimo i capelli e la maglietta, cercando di dare risalto alle ben scarne forme.
    Presa la carne e tutti i restanti ingredienti, Luna tornò al bancone dove l'avventore stava giochiccjiando col bicchiere. Si chiese cosa gli passava per la testa in quel momento, ma liquidò subito quel pensiero mettendosi a cucinare. La cucina era piccola ma ben fornita di tutto ciò che poteva servire. Girata di spalle rispetto al suo cliente, muovendo leggermente il sedere mentre operava i semplici passaggi per preparare il piatto, faceva muovere le piccole e agili manine.
    Una volta finito il piatto, si girò sfoggiando il suo più innocente sorriso e poggiò la pietanza sul bancone.
    Mi racconti un po di lei, se non le dispiace. Mi piace sentire le bizzarre storie che i miei clienti hanno da offrire, sono spesso molto divertenti!
    Luna si appoggiò sul bancone, puntellandosi coi gomiti e appoggiando la testa alle mani vicine, pronta ad ascoltare la storia, e a individuare possibili bugie.
     
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    Curioso, rubricò quel posto come decisamente curioso, a Roma nessun locale se non i camion che vendevano Street Food avrebbero avuto la cucina in vista, di solito i posti dove pranzava avevano la cucina ben lontana dalla sala dove tavoli con tovaglie di lino, calici di cristallo e posate di vario materiale al seconda delle pietanze attendevano i facoltosi clienti, ma paese che vai usanza che trovi e quindi decise di osservare quanto accadeva nella cucina a vista.
    La ragazzina si apprestò a cucinare, non sembrava inesperta o impacciata ma anzi aveva l'abilità di chi lo faceva per mestiere, non solo sembrava divertirsi a cucinare, era ben lontana dallo stress dei grandi chef che strillavano insulti alla loro brigata, in più mentre cucinava ancheggiava in maniera impercettibile, Alexander non credeva lo facesse per provocarlo ma trovò comunque la cosa una piacevole aggiunta all'ottima birra, la ragazza era acqua e sapone anche se, credeva, cercava di fare bella impressione su di lui.
    Dunque cosa posso raccontarle di interessante? Ecco vengo dall'Impero Romano, ho una laurea in legge e lavoro all'ambasciata come assistente al supporto legale, che detto così sembra molto interessante ma le assicuro non lo è passo il mio tempo a spiegare le leggi locali o perchè certe cose che da noi si possono fare qui sono del tutto proibite o ancora a controllare la corretta compilazione di moduli per la richiesta di permessi di soggiorno
    Lo disse con una sorprendete naturalezza anche perchè, per dare realismo alla sua copertura, passava davvero interminabili ore a fare quello a differenza delle spie più anziane che invece facevano la bella vita negli hotel di lusso tra feste e "cose alla James Bond" o almeno così credeva dato che dopo il corso di spie anziane non ne aveva mai incontrate.
    Lei inveve? Cosa ci fa una ragazza così giovane, e carina, già impegnata in una attività che serve della birra così buona per altro
    Le disse facendole un complimento e tenendo viva la conversazione un po' per interesse un po' per non risultare maleducato
     
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    Luna era confusa. Chiaramente quell'uomo nascondeva qualcosa, le sie abbitudini tradivano il suo rango, ma aveva detto quelle frasi con così tanta naturalezza....era terribilmente confusa.
    Beh le dirò, anche io sono originaria dell'impero, ma quando la mia famiglia morì per cause naturali, decisi di trasferirmi a Kurayama, dove avevo dei parenti. Fortunatamente sapevo cucinare bene, e allora ho deciso di mettermi in proprio. Gradisce altra birra?
    Era riuscita a decantare una palla cosi mostruosa in così poco tempo, Luna era davvero fiera di se stessa.
    Bevi piccolo imperiale, scommetto che sei qui per finire la mia famiglia.....ti tengo d'occhio, alla prima mossa falsa sei spacciato!
    Il piano dell'ultima dei Valefor italiani era semplice, far bere abbastanza il cliente per fargli confessare le sue vere intenzioni.
    Oh, non gliel'ho ancora chiesto, come si chiama?
    Appena finita la frase, noncurante se la volesse o meno, Luna gli porse un altro boccale di birra. Glielo porse con due mani, una sotto, l'altra, dopo un movimento in tasca fugace, sopra.
    Fortunatamente portava sempre con se qualche granello di un leggero afrodisiaco in tasca, in caso di persone che come questo avventore, erano recalcitranti a tradirsi nonostante la naturale capacità di Luna di far parlare gli altri.
    Gli uomini si prendono per la gola, e per il cazzo...ahaha
     
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    La serata era calda e un'altro boccale di quella birra non gli dispiacque per nulla, ne assaggiò un nuovo sorso per rinfrescarsi la bocca bevendo con educata moderazione
    Mi chiamo Alexander, Alexander Artemis Severo
    Si presentò con fare affascinante prima di portare di nuovo il bicchiere alle sottili labbra per poi riportare gli occhi sul volto della ragazza, se ad una prima occhiata la aveva trovata carina ora gli appariva molto più bella ed intrigante con un misto di innocenza e malizia, una sorta di ponte tra il mondo delle ragazzine e quello degli adulti, deglutì nuovamente mentre manteneva il controllo apparendo impassibile ma iniziando a desiderare una maggiore intimità con lei, già il fatto che ad eccezione di loro due il locale fosse deserto gli parve un segno del destino
    E invece Lei come si chiama? Anzi perchè non passiamo al tu ? Non sono poi così vecchio
    Le disse con un ampio sorriso mentre non staccava i suoi occhi viola da quelli di lei
    non mi va molto di cenare solo, quando è pronta la carne perchè non condividi il tavolo con me, sarebbe un piacere
    La invitò sentendo il desiderio di stare vicino a lei, di sapere qualcosa di più su di lei e, per un lampo fugace nella sua mente balenò il desiderio di sapere che sapore le sue labbra avessero, immaginò di baciarla e tenerla stretta a se
    "Dannazione controllati Alexander che ti succede?"
    Si domandò mentre serrava la mascella ma quei pensieri sembravano insistenti e per scacciarli bevette l'intero contenuto del bicchiere.
     
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    Nell'ordine, Luna pensò a tre cose:
    Con un nome così, ormai era ufficiale che questo qui non era un semplice scartabellatore
    Perfetto, ce l'ho in pugno.

    E con la dichiarazione di voler cenare insieme. l'ultimo pensiero fu che forse, e solo forse, aveva esagerato con le dosi. Lei non aveva mai avuto un rapporto, di conseguenza ottenere un invito a cena da una persona così posata fece in lei lo stesso effetto di una volpe idrofobica in una cristalleria: un caos di frammenti di cose sconnesse fra loro.
    Ah ehm ecco si no ehm forse ehm......cececerto che mi piacerebbe cenare con lei! Appena pronunciate queste parole, non gli importava che fosse il SUO locale, non gli importava chi fosse lui: stava finalmente per avere un 'appuntamento con un ragazzo.
    Mon se ne era resa conto, ma nel pronunciare quelle frasi messe insieme con la colla vinilica, tutto l'atteggiamento posato era venuto meno: il braccio sinistro piegato a tenere un lembo della maglietta, l'altra mano a stringere la gonna, i un involontario gesto di protezione della sua intimità.
    Luna mon metreva quasi mai il reggiseno, e quando si avvicinò col piatto fumante all'uomo che era riuscito a imbrogliarla, se ne pentì: i capezzoli erano facilmente visobili attraverso la maglietta, che il sudore derivato dal l'eccitazione si Luna all'avere un appuntamento aveva reso ben più aderente.
    Sentiva l'energia accumulata dentro di se crepitare di imbarazzo infantile, desiderio adolescenziale e senso di colpa, quello assai adulto;
    Nel tentativo di recuperare la situazione e indagare sull'uomo, dopo aver preso una sedia ed essersi seduta dall'altro lato del bancone, davanti al suo sogno di una vita, chiese:
    Mi racconti un po di lei....chi è....dove ha vissuto, COME ha vissuto....mi dica...
    E poi si appoggiò al palmp della mano, incantata è incuriosita dalla risposta che presto sarebbe arrivata

    Edited by Lyl Yerah - 24/6/2017, 17:52
     
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    L'odore della bistecca sul piatto di fronte a lui solleticava il suo appetito ma in quel momento, dopo aver finito l'intero boccale di birra "corretto", la carne che bramava non era quella sulla piastra. La ragazza prese una sedia e si sedette di fronte a lui, dopotutto aveva accettato il suo invito, si disse compiaciuto mentre notava il suo leggero imbarazzo molto probabilmente non aveva mai ricevuto un invito o l interesse di una persona più grande di lei eppure la cosa, ne era certo, la lusingava; se ne accorse perché mentre lei tentava di mascherare il suo imbarazzo riuscì solo ad attirare l attenzione su di lei e sulla felpa che stava aderendo al suo corpo che, pur essendo acerbo, era sufficientemente visibile da mostrare ben definiti i due capezzoli, sembravano irrigiditi e turgidi per il desiderio e si chiese come sarebbe stato tenerli tra le sue dita e baciarli dopo aver sollevato quella felpa che stava facendosi più aderente contro il suo corpo.
    Purtroppo o per fortuna la ragazza parlò chiedendogli altri dettagli sulla sua vita e così dovette distogliere l'attenzione da quella visione
    La mia famiglia è originaria della Spagna, ma dopo la catastrofe emigrò nella zona della Loira, io abito a Roma, dopo aver preso una laurea in legge e mediazione internazionale ho iniziato a lavorare per il corpo diplomatico e sono stato assegnato qui
    Replicò con naturalezza, gli avevano insegnato a ripetere così tante volte la storia di copertura che ormai la sentiva come sua e gli veniva naturale anche in quel frangente con i sensi leggermente obnubilati gli venne spontaneo raccontarla con convinzione, mentre non le staccava gli occhi di dosso guardandola con un'ombra di desiderio cercando di intuire cosa si celasse sotto quella felpa anche se dalle aderenze qualcosa si iniziava ad intuire.
    Dove mi sono barcamenato tra scartoffie, burocrazia e cene di gala fino a quando non ho varcato questa porta e mi sono seduto di fronte a te, ed è di gran lunga la cosa migliore che mi sia capitata, a proposito non ti ho ancora domandato come ti chiami, perdona la mia mancanza di tatto ma dopo la giornata di oggi credo di essere leggermente stanco.
    Decise poi di farle qualche domanda, di conoscerla, come se quella da una cena si stesse trasformando in un appuntamento galante
    Oltre a lavorare qui cosa fai di bello in città? ci sono un sacco di bei posti da visitare se uno avesse una guida ovviamente
    Disse alludendo a se stesso proponendole implicitamente di rivedersi, di visitare la città insieme; per non calcare troppo la mano e per evitare di mettere la giovane in imbarazzo si concentrò su quella prelibatezza che era di fronte a lui, impugnando coltello e forchetta come se fosse ad una cena di gala tagliò un piccolo pezzo di carne che portò alla bocca, il sapore era squisito, un giusto bilanciamento tra carne, sale ed aromi che le conferiva un sapore davvero squisito, molto simile a quelle dei ristoranti italiani
    Complimenti è davvero squisita
    Si complimentò tagliandone un'altro pezzo delle medesime dimensioni e dopo averlo infilzato con i rebbi della forchetta lo porse verso la ragazzina
    assaggiane un po' è una vera libidine
    scelse accuratamente le parole per quell'invito, era convinto che per arrivare al cuore (o altrove) con una donna il cibo era un ottimo inizio.

    Edited by Elkantar - 24/6/2017, 18:07
     
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    Luna non sapeva bene cosa doveva fare con quel pezzo di carne. Mangiarlo? Aveva DAVVERO detto libidine?
    Questo qui è inquietante....ma facciamo come vuole
    Lna si sporse lungo il bancone. arrivando a toccare l'angolo del legno con il pancino, aprì la bocca e prese il pezzetto di fiorentina in un sol boccone.
    Probabilmente fece una imbarazzante faccia di beatitudine, ma non se ne accorse.
    Non è molto che sono qui, quindi neanche io so bene cosa ci sia...ahah
    Ormai era completamente cotto di lei, si capiva dallo sguardo, dalle parole...Luna non sapeva se assecondare il suo cuore, che come un martello continuava a premergli la cassa toracica, desideroso di pompare più sangue e far arrossire ancor di più la povera ragazza.
    Il cervello invece vedeva in quest'uomo un pericolo, una possibile minaccia all'equilibrio psicofisico che si era riuscito a creare dentro di Luna.
    Dopo la morte dei genitori, aveva avuto non pochi momenti in cui era giustificato dire "perché continuare?"
    Ma la forza di volontà mista al primitivo istinto di conservazione la avevano portata qui, davanti a quest'uomo.
    Doveva scegliere attentamente, o sarebbe morta.
    Preparò 'energia, accumulandola tutta nel palmo della mano destra. Era una sensazione piacevole, l'elettricità che gli attraversava il corpo, fluendo nelle piccole manine della giovane. Era printa, e nel caso il nemico avesse svelato situazioni minacciose, avrebbe potuto lanciargli la stessa energia contenuta in un taser.
    Inspirò profondamente, ricordandosi mentalmente di scandire le parole, e confidando nel'ascendente che sembrava avere sull'uomo.
    Chi sei davvero?
     
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    La sua espressione mentre mangiava la carne era inequivocabile, la ragazzina era combattuta dentro di se tra l'apprensione per qualcosa di nuovo o di non troppo conosciuto come quello che stava accadendo ed il desiderio di scoprire di abbandonarsi, di fare quel passo verso il mondo degli adulti; trovava tutto ciò decisamente eccitante ma con quella ragazza tutto questo sembrava decisamente e anormalmente amplificato, non riusciva a capire il perchè ma ogni gesto della ragazza dietro al bancone sembrava comunicargli che alla fine avrebbe ceduto solo non con così tanta facilità, tutto questo assomigliava nella sua mente alla caccia od ad una danza elaborata dove non è concesso sbagliare nemmeno uno dei complicatissimi passi di cui constava.
    Il fatto che la direzione intrapresa fosse quella giusta era palese guardando le gote della ragazzina, rosse come le mele al Mercato Flaminio; in quel momento desiderava ardentemente che il bancone tra di loro non esistesse eppure c'era qualcosa come se tra il desiderio e l'imbarazzo ci fosse qualcosa di viscido e strisciante che per lui aveva un solo nome "paura", era naturale e lampante anche per la sua mente vagamente obnubilata, temeva che lui volesse farle del male ma non c'era cosa più lontana dalle sue intenzioni: quando era entrato li desiderava solo mangiare e nulla più ora desiderava altro dalla giovane ma non di sicuro farle del male, le sue ultime parole si rivelarono essere una implicita ammissione di paura così decise di scoprire le carte, almeno quelle che poteva.
    Sono il terzo figlio di Lucio Valerio Severo, la mia famiglia è decisamente ricca, i miei fratelli maggiori si occupano delle varie attività di cui siamo proprietari io sono laureato in mediazione internazionale e sto facendo carriera come analista, come ti dicevo prima, e beh diciamo che il mio aspetto può trarre in inganno lo ammetto, forse e quello che ti mette a disagio
    Le disse calmo, serafico senza smettere di guardarla ed allungando una mano verso la sua senza sfiorarla ma quasi eliminando la distanza tra loro, le avrebbe rivelato la sua natura poi sarebbe stato a lei se allungare la mano e comunicargli che quella aveva appena smesso di essere una cena e si era trasformata in un appuntamento
    Sono di discendenza draconica, mio padre ed i miei fratelli sono draghi e io come loro, lo puoi notare dalle mie iridi se le guardi da vicino
    Se si fosse avvicinata avrebbe visto tra le iridi viola la pupilla molto sottile quasi rettiliforme
    Ma in poche altre cose, e se te lo stai domandando si ho le ali e so volare ma trovo sconveniente mostrarle in pubblico se non è necessario
    "Ma se tu me lo chiedessi te le mostrerei subito" pensò tra se riuscendo a trattenersi dal dirlo, erano terribilmente vicini, con poco meno di un soffio d aria a separarli ed in cuor suo sperava in un altro passo, uno solo, da parte di lei per dare inizio a una nuova fase di quella elaborata e pericolosa danza.
     
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    Ora che sapeva che la persona davanti a lei non era un pericolo, era diventata estremamente curiosa.
    Un drago. Non ne aveva mai visto uno, ma dal padre sapeva bene che erano creature maestose e potenti, e lei era infinitamente curiosa.
    Beh....visto che siamo soli....mi faresti vedere le tue ali?
    Era una domanda infantile, ma lei le voleva assolutamente vedere.
    Si era avvicinata l'indice alla bocca, apparendo più curiosa in senso bambinesco, e aveva leggermente avvicinato nel ginocchia, sempre per apparire più infantile. Voleva giocare un po con quest'uomo.
    Decise che lo avrebbe provocato in continuazione, per poi mollarlo su due piedi, approfittando dell'ascendente che aveva ottenuto. Almeno questi erano i piani. A qualcuno può sembrare una cosa poco consona alla personalità di Luna, ma non aveva mai avuto l'occasione di comandare l'andamento di una relazione, e sta cosa la eccitava un sacco.
     
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    La giovane ragazza, oggetto del suo desiderio e della sua passione parve impressionata dalla sua natura, ma era una cosa che di solito faceva colpo sulle donne l'ammettere di essere un drago, e ora le chiedeva di mostrarle le ali, la cosa lo rallegrò non poco, quella richiesta lo metteva in condizione di spogliarsi di fronte a lei.
    L'atteggiamento di lei era quasi fanciullesco ma intuiva qualcos'altro: voleva sentirsi donna e comandarlo a bacchetta, essere lei e dettare il ritmo e la cosa, una volta tanto, non gli dispiacque se questo era quello che serviva per averla e farla sua.
    Certo che posso, spero che quello che vedrai ti piaccia
    Le disse mentre con un gesto flessuoso scendeva dallo sgabello e si sbottonava la camicia con studiata lentezza, come se stesse offrendole uno spettacolo privato, appena l'ultimo bottone fu slacciato si tolse con cura la costosa camicia immacolata poggiandola su una sedia, rimanendo a torso nudo di fronte a lei con i muscoli ben delineati dal costante esercizio senza essere ipertrofici, e sull'ampio torace campeggiava la figura di un drago marchiata a fuoco sulla carne viva, chiuse gli occhi facendo un po' di teatro per impressionare la giovane, in realtà far apparire le ali era come per un umano battere le palpebre non richiedeva alcuna preparazione se non rimuovere gli abiti o strapparli.
    Dalla sua schiena si dispiegarono due ali nere come la notte ricoperte di piccolissime scaglie opache che sembravano di una strana lega di metallo e che al tatto erano liscie e fredde come l'acciaio.
    Le estese alla massima apertura apparendo come una sorta di angelo nero, bello algido e impassibile
    Coraggio, puoi toccarle, attenta però sono fredde
    La sua voce era suadente, come se la invitasse ad assaporare un frutto proibito, la immaginava vicino a lui, avrebbe per forza dovuto quasi stringersi a lui per poter sfiorare le sue ali.
     
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    Luna uscì dalla zona del balcone, e si avvicinò con aria visibilmente eccitata ad Artemis, trepidante.
    Quando fu a circa mezzo metro dai piedi del suo compare, allungò timidamente un braccio per toccare quelle maestose ali. erano leggermente ruvide e fredde, ma toccarle dava a Luna un senso di tranquillità. cosa di cui aveva assolutamente bisogno. Si avvicinò ancora di più alle ali, sfregandosi un po il volto lungo le stesse.
    Coprendendo che però poteva dargli fastidio, fece un piccolo saltino all'indietro, cadendo per terra.
    Uff.....ce la farò mai a non essere così maldestra!?
    Senza aspettare mezzo secondo, si rialzò, conscia del fatto che Artemis avrebbe potuto ridere da un momento all'altro.
    Per troncare la risata che sarebbe potuta nascere, Luna adottò una tattica rischiosa, ma funzionale.
    Ihihi, vediamo se lo provoco ancora un po....
    Gli diede un piccolo bacio sulla guancia, vicin all'angolo della bocca. dovette mettersi un punta di piedi per raggiungere il suo volto, ma ciò la rese ancora più irresistibile.
    Grazie mille...sono veramente un'antistress...
     
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