Officina/casa di Claudia

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  1. samurai_girl
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    Mec sentiva il piacere accumularsi e crescere dentro la piccola Mileth. Stava cercando di trattenerlo ma le era già molto difficile. Mec sapeva che il piacere trattenuto prima o poi esplode, e quando esplode è travolgente. Per questo non fece nulla per impedire a Mileth di tentare di trattenerlo, ma non fece nulla nemmeno per impedire che crescesse sempre di più.
    Mileth protestò per il fatto che lei fosse ancora completamente vestita, in effetti anche a Mec la cosa iniziava a dare fastidio. Con una scrollata di spalle fece cadere il giubbino giallo e, a coprirle la parte alta del corpo, restò solo il reggiseno rosso.

    Per adesso dovrai accontentarti di questo...le mie mani a breve saranno impegnate e non vorrai di certo che mi fermi...tu però puoi usare quelle tue belle manine come meglio credi...

    Detto questo Mec portò la sua mano destra tra le gambe della diavoletta, iniziò ad accarezzarle il sesso in modo delicato ma deciso. Partiva dal monte di venere e scendeva fino giù alle sue grandi labbra, le allargava leggermente, stuzzicava la vessurina con la punta di un dito poi tornava su. Intanto il suo sguardo era fisso in quello di lei. Com'era bello vederla impegnata del disparato tentativo di resistere, tutta rossa per l'emozione e forse anche per l'imbarazzo.

    Questo non te lo fanno mai i tuoi clienti? Che stupidi, non sanno cosa si perdono, dove la trovano una fighetta tanto piccola e dolce da accarezzare e...

    In quel momento la punta del dito medio della meccanica si trovava proprio sulle grandi labbra di Mileth, ma invece di tornare indietro Mec lo spinse in avanti iniziando a penetrarla. Si muoveva piano, molto piano, ma in modo costante e inarrestabile.

    Se vuoi che mi spogli mi devo fermare...vuoi che mi fermi? Su dimmelo così potrò spogliarmi davanti a te e potrai vedere il mio corpo nudo...o preferisci che continui qui ancora un po'?

    Mec si sentì un po' sadica, ma quella ragazzina sul punto di esplodere la faceva eccitare in un modo che non aveva mai provato prima. Non era mai stata lei quella dominante in un rapporto tra donne e scoprì che quella posizione non le dispiaceva minimamente.
    Intanto con l'altra mano aveva ripreso a stringere saldamente uno dei piccoli seni della ragazzina. Lo strizzava e tormentava con una certa forza, senza esagerare ma trasmettendole tutta l'eccitazione che anche lei provava.

    Su piccoletta dimmi cosa vuoi...mi fermo o continuo?
     
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  2. Joanne!
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    Mileth cominciava a trovarsi in una posizione difficile. Smaniava dalla voglia di vederla a sua volta nuda, di sentire la pelle calda e morbida di lei contro la propria, ma allo stesso tempo non voleva assolutamente che la bella meccanica smettesse di tormentarla dolcemente. Confusa e indecisa, per un po' la giovane succube si limitò a ricevere baci, carezze, e ovviamente le sue parole maliziose che continuavano a stuzzicarla facendo crescere costantemente la sua voglia.
    Riaprì appena gli occhi e si accorse che la bionda meccanica aveva lasciato cadere il giubbino che indossava, mettendo in bella mostra i suoi seni tondi e sodi. A Mileth venne quasi voglia di tuffarcisi in mezzo, ma non era il momento più opportuno e non voleva interromperla. Claudia aveva ragione, però. Anche lei avrebbe potuto benissimo usare le proprie mani.

    Nel frattempo le carezze di lei si fecero sempre più decise ed eccitanti. Mileth tremava ogni volta che si sentiva toccare là sotto, inarcando la schiena e gemendo a denti stretti, finché non venne penetrata da quel dito. Solo in quel momento smise di trattenere i versi di piacere e riprese a gemere, leccandosi le labbra. Guardò Claudia dritta negli occhi e nonostante l'imbarazzo che le tingeva le guance di un costante e intenso rossore, le sorrise. Quel lato un po' sadico di lei che stava scoprendo non le dispiaceva, non che non avesse incontrato persone sadiche finora, ma lei lo era in un modo diverso.

    "No... Non smettere..." mugolò la succube tra un gemito e l'altro, mordicchiandosi il labbro inferiore.
    "Ci... penso io..." aggiunse poi con un filo di voce. Schiuse leggermente le gambe, calde e umide, per permetterle di raggiungere meglio il centro del suo piacere, e finalmente allungò le mani verso di lei. Inizialmente le posò sulle sue spalle, quasi per aggrapparsi a lei. La tirò a sé finché le punte dei loro nasi non si sfioravano, e allora mentre con una mano cominciò ad accarezzarle vogliosamente il viso e la testa, con l'altra percorse la sua schiena fino ad arrivare al gancetto del suo reggiseno. Ci armeggiò un po', finché non riuscì a sganciarlo. Nel frattempo continuava a fissare la ragazza negli occhi con i propri, socchiusi, immergendosi nel suo sguardo e respirando affannosamente sulle labbra di lei. Infine non resistette più e la baciò di nuovo, intensamente, tirandola a sé per la nuca. Con l'altra mano le abbassò in modo impacciato una spallina del reggiseno, cercando di sfilarglielo, ma era più concentrata su quel bacio.
     
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  3. samurai_girl
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    Mileth la implorò di continuare, come lei aveva facilmente previsto. La ragazzina la tirò verso di se allargando le gambe, poi slacciò goffamente il reggiseno di Mec e riprese a baciarla con passione. Mec risposta al bacio con veemenza. Il sapore di quelle dolci labbra le dava alla testa. Con il dito che aveva infilato tra le gambe della demonietta sentiva il suo calore e l'umidità derivante dal piacere. Decise che era ora di alzare la posta. In rapida successione infilò altre due dita, il medio e l'anulare, che andarono a far compagnia all'indice. Le punte delle tre dita, una volta raggiunta la massima profondità, iniziarono a muoversi indipendentemente andando così a stuzzicare contemporaneamente tre diversi centri del piacere. Mileth non era riuscita a toglierle il reggiseno, Mec staccò il braccio sinisto da lei, quello che le stava stringendo il seno, e con la mano lasciò sfilare il reggiseno che rimase agganciato solo al braccio destro, impegnato a penetrare la ragazzina. Ora le sue tette erano finalmente libere. Mec si staccò dal bacio in modo da poter tirare indietro il petto e poterle mostrare a Mileth.

    Ti piacciono? Su dai, dimmi quanto ti piacciono le mie tette!

    Intanto non smetteva di penetrarla con un ritmo sempre più incalzante, godendosi i suoi gemiti e gridolini. Stava per esplodere, era evidente.
     
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  4. Joanne!
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    Mileth ebbe qualche difficoltà nello sfilarle il reggiseno, ma per fortuna ci pensò la bella meccanica a concludere l'atto, mentre con l'altra mano non smetteva di donare piacere alla succube. Le due dita successive la mandarono in estasi, fuori di sé. Si lasciò sfuggire veri e propri gridolini di piacere a ogni affondo e quando le dita cominciarono a muoversi dentro di lei, stimolando le zone più sensibili del centro del suo piacere, che erano veramente sensibili data la sua natura. La piccola succube si aggrappò con più forza alla meccanica, graffiandola appena con le proprie unghie, mentre questa si premurava di denudarsi per lei. I suoi neuroni ormai stavano affogando in un mare di umori, in un'eccitazione che la faceva pretendere di più, sempre di più. Il suo sguardo fu rapito dalle grandi e sode tette di Claudia che, una volta libere dal reggiseno, cominciarono a ondeggiare leggermente in avanti e indietro, seguendo i movimenti del suo corpo. Mileth fissò il corpo di lei come se stesse guadando El Dorado, quasi fosse ipnotizzata. Con un'espressione un po' inebetita si limitò ad annuire con la testa, prima di avvinghiarsi a lei con le gambe per avvicinarla a sé. Forse, una volta così vicine, Claudia avrebbe fatto un po' di difficoltà a muovere la sua mano con cui stava dando piacere a Mileth, ma in quel momento la succube era ormai ben lontana da qualsivoglia pensiero razionale. Subito le mani trovarono posto sui seni di lei, morbidi, caldi ma soprattutto finalmente nudi. Cominciò a massaggiarli con desiderio, con vigorosa decisione, come se stesse impastando del pane. A tratti li palpava a piene mani, a tratti andava a soffermarsi con le dita sulle loro sommità, torcendole e tirandole appena i capezzoli che andavano inturgidendosi.

    A un certo punto, poi, una delle due mani venne sostituita dalle labbra della demonietta. Vi si aggrappò come fosse un'infante in cerca del latte materno, leccando, succhiando e mordicchiandole il capezzolo senza ritegno. Beata ed eccitata la succube chiuse gli occhi, concentrandosi e dedicandoci completamente a fruire finalmente del bel corpo di lei, che voleva ricoprire di baci, morsi, leccate e altre dolci attenzioni. La mano che si era liberata, la destra, infatti scese lentamente dal suo seno, accarezzandole il ventre piatto e il fianco destro, afferrandolo e apprezzandone la tonicità e la forma. Poi però, senza troppi complimenti, la mano abbandonò ogni timidezza e andò ad insinuarsi con una lunga carezza tra le gambe della meccanica, infilandosi subito sotto mutandine e shorts. Quella sua piccola mano mirò fin da subito al centro del suo piacere, che sperava di trovare caldo e umido proprio come il suo.
     
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  5. samurai_girl
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    Era il caso di dirlo: Mileth pareva indemoniata. Alla vista dei seni nudi di Mec ci si buttò sopra con foga e iniziò a palparli, morderli e baciarlo. Era avvinghiata alla meccanica come una scimmia al tronco di un albero, l'aveva pure leggermente graffiata. Ad un tratto una delle sue manine si staccò e senza preamboli scese sotto gli shorts e gli slip di Mec per raggiungere la sua intimità. La trovò calda e umida, stimolata dai suoi tocchi e dalla visione di quella ragazzina così innocente ma anche così eccitata.
    Mec ora vaceva fatica a continuare a penetrarla vista la posizione, infatti la lasciò fare per un attimo poi portò la sua mano libera sul collo della ragazzina e la spinse all'indietro in modo deciso ma non violento. Ora Milete era quasi sdraiata sul cofano mentre Mec restava in piedi davanti a lei. Ora era la ragazzina ad aver difficoltà a tenere la mano tra le cosce di Mec, mentre la meccanica aveva lo spazio per penetrarla a dovere con le dita. Le dispiaceva allontanarla da lei ma ci sarebbe stato tempo per tutto. Ora Cludia voleva vederla impazzire di piacere, voleva sentirla urlare, voleva strapparle fuori un orgasmo come la succube non aveva mai provato.
    Le sue tre dita si muovevavo dentro di lei con velocità sorprendente.

    Forza tesoro, fammi sentire come gode una succube...come gode davvero quando è eccitata come una piccola diavoletta vogliosa... perché è quello che sei vero? Una piccola, adorabile, stupenda diavoletta che ha voglia di godere davvero!

    Con quelle parole voleva spronarla a lasciarsi definirivamente andare.
     
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  6. Joanne!
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    Mileth aveva fatto di tutto per rispondere alle piacevoli attenzioni della meccanica; aveva tentato in ogni modo di esplorare a sua volta il corpo di lei, di provocarle piacere in ogni modo, ma per il momento la bionda sembrava più intenzionata a fare che a subire. Il fatto che ella l'avesse spinta sul cofano dell'auto, praticamente facendola sdraiare e allontanandola da sé, parlava chiaro. Mileth non riusciva più a raggiungere bene l'intimità di Claudia, e palesò la sua frustrazione con un leggero e lamentoso gemito, prima di arrendersi definitivamente. Gettò le braccia all'indietro e lasciò che la sdraiasse sul cofano, limitandosi ad essere la preda e non il predatore.

    Ad occhi socchiusi, la piccola demonessa si lasciò andare, limitandosi a godere di lei, delle sue dita che la penetravano senza indugio e senza tregua, e addirittura della mano di lei serrata, anche se non troppo forte, attorno al suo collo. Persino quel gesto la faceva eccitare di più, facendole raggiungere picchi di piacere sempre più alti palesati dal continuo gemere di Mileth. In tutto ciò la voce i Claudia era una dolcissima melodia che la incitava a godere maggiormente. Spesso i suoi partner le rivolgevano la parola durante l'amplesso, ma di solito erano insulti come "sgualdrina", "puttanella" o "troietta", accompagnati da affermazioni poco lusinghiere in merito a ciò che le piacesse fare. Incitata da quelle frasi, Mileth non si trattenne più e si lasciò andare a mugolii e gemiti sempre più spinti e lascivi, frutto della sua eccitazione crescente. Eccitazione che da lì a breve sarebbe giunta al culmine.

    "Oh... Claudia..." sibilò a denti stretti, andando a serrare di nuovo gli occhi.
    "Lo sono... Sì, lo... io..." cercò di aggiungere altro ma alla fine quella tortura si fece davvero insostenibile. Il corpo sensibile della succube aveva già resistito abbastanza, non avrebbe retto oltre. Almeno al momento. La succube soffocò un urletto a mezza voce mentre raggiungeva l'orgasmo. Il suo corpo si irrigidì, e lei inarcò leggermente la schiena mentre veniva sulla mano della dolce meccanica, inumidendola con i propri copiosi umori.
     
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  7. samurai_girl
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    Quando lei venne Mec lasciò le sue dita fradice dentro il corpo della ragazzina ma smise di muoverle. Quando il torrente di gemiti e gridolimi si arrestò allora le sfilò lentamente allontanandosi da lei. Lasciò Mileth adagiata sul cofano della macchina e fece qualche passo indietro. Poi, senza staccare lo sguardo dalla demonietta, iniziò a dogliersi i vestiti che ancora aveva addosso, sfilandoli lentamente ma con disinvoltira, come se si stesse semplicemente spogliando per fare il bagno.

    Ora tocca a te tesoro...devi farmi vedere di cosa sei capace. Avrai imparato molto col tuo lavoro... i tuoi clienti te ne avranno fatte di tutti i colori...ora tira fuori tutto quello che hai impararo! Invertiamo i ruoli...io sarò la succube e tu il padrone pervertito! Magari non è molto nella tua indole ma dovrai impegnarti perché....QUESTO È UN ORDINE!

    Finita la frase rimase immobile, in piedi e comoletamente nuda, aspettando la reazione di Mileth a quel suo ordine perverso.
     
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  8. Joanne!
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    Mileth si sentiva...stravolta. Accaldata, eccitata e un po' sfiancata, anche se a dire il vero la sua stanchezza durò molto poco dato che la sua natura la aiutava ad avere tempi di recupero molto corti così che potesse subito rilanciarsi all'azione. La piccola succube, leggermente stordita, rimase sdraiata sul cofano dell'auto per un po', godendosi il lento spogliarello della bella meccanica, fattore che indubbiamente la aiutò a recuperare subito le forze. Fino a quel momento Mileth non aveva fatto altro che immaginare il corpo nudo della meccanica, sudato e accaldato mentre si davano da fare, ma vederlo sul serio era tutta un'altra cosa. Senza pensarci si leccò le labbra, tirandosi su dall'auto. Con un po' di fatica, dato che non riusciva a togliere gli occhi da quel ben di dio, Mileth ascoltò Claudia. Le sue parole, imbarazzanti, la riportarono alla realtà.

    "C-Cosa?" mormorò alzando le sopracciglia, stupita e sgomenta. No, tutto ciò non era per niente nell'indole della piccola Mileth, anzi era ciò che più si allontanava dal suo comportamento. Un fastidioso e pungente dolore alla base della schiena, però, le ricordò che in fondo ogni ordine era legge per lei.
    La piccola succube deglutì nervosamente. Ne sarebbe stata all'altezza?
    "D'accordo, v-va bene..." aggiunse qualche secondo dopo, prima di chiudere gli occhi e fare un respiro profondo. Cercò di concentrarsi così che le potessero tornare alla mente ricordi utili, ma soprattutto così che la sua natura la guidasse verso la giusta strada.

    Quando riaprì gli occhi, la sua espressione era irriconoscibile, indecifrabile. La piccola Mileth aveva uno sguardo molto più deciso del normale, cosa che cozzava forse con il suo viso dolce e innocente. Si avvicinò a Claudia, lentamente. Anche il modo in cui si avvicinava non aveva nulla a che fare con la solita Mileth. A un soffio di distanza dalla meccanica, le sorrise, prima di cominciare a girarle attorno, squadrandola e osservandola come se la stesse studiando. Nel farlo non si fece sfuggire l'occasione di accarezzarle il ventre piatto con la mano, i fianchi, le braccia, finché non si ritrovò alle sue spalle. Una volta lì, Mileth usò i suoi poteri per mutare il proprio aspetto. Non cambiò molto, semplicemente si fece un po' più alta, in modo che abbracciando la meccanica da dietro, potesse comodamente appoggiare la testa su una sua spalla. Stranamente Mileth non vedeva l'ora di vedere come avrebbe reagito Claudia accorgendosi che si era alzata così all'improvviso, la cosa la divertiva e ciò la confondeva. Non riusciva a riconoscersi.

    "Forse fare il padrone pervertito non è nella mia indole..." sussurrò Mileth nell'orecchio di Claudia, sfiorandolo con il proprio caldo respiro. Nel frattempo le mani presero di nuovo ad accarezzare la parte anteriore del suo corpo: il petto, il ventre, il basso ventre, ma senza soffermarsi al momento in nessuna zona particolare. La accarezzò con desiderio, famelica.
    "E tu invece sarai una brava succube?" domandò poi con una breve e sommessa risata, prima di baciarle il lobo dell'orecchio. Dopodiché prese a mordicchiarlo dolcemente, mentre finalmente le sue mani andarono a soffermarsi la prima su un suo seno, e l'altra tra le gambe di lei. La destra cominciò a strizzarle passionalmente il seno, come a volerlo spremere, massaggiandolo a piena mano, mentre l'altra per il momento si limitò ad elargire lente ma decise carezze lungo le grandi labbra della meccanica. Poi, con molta facilità, individuò il suo clitoride che cominciò a massaggiare con il dito medio.

    "Oh, che sbadata... Se non sbaglio hai detto proprio padrone, e non padrona. Vuol dire che manca qualcosa..." un'altra risatina sussurrata, prima che la succube facesse nuovamente uso del suo potere, stavolta in un modo che non aveva mai sperimentato. Tra le sue gambe, infatti, prese forma un membro di medie dimensioni, già turgido e caldo data l'eccitazione della succube, che delicatamente lo posò contro il sedere della meccanica, in modo che le sue natiche lo abbracciassero. La succube lo mosse appena, strofinandoglielo contro lentamente in modo da farle percepire la propria durezza.
    "Ecco... Ora ci siamo..."
     
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  9. samurai_girl
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    scusa il ritardo...


    La ragazzina reagì con stupore al suo comando, evidentemente non er abituata a vedere i ruoli capovolti. Un comando però era un comando e non potè esimersi dall'obbedire. Iniziaò a girarle intorno prendendo sicurezza, sembrava anche più alta. Si posizionò dietro di lei facendosi sempre più maliziosa e provocante, poi a un tratto le fece notare che lei aveva chiesto un "padrone"...detto questo mec sentì una pressione tra le sue natiche. Era un tocco inconfondibile, che Mec aveva sperimentato tanto volte: un pene si stava strusciando sul suo sedere...un pene che però stavolta apparteneva a una ragazzina-demone.

    Ma certo...come prima aveva fatto sparire le corna ora era in grado di farsi spuntare un cazzo...

    Mec si girò per poterlo vedere...era strano vederlo spuntare dal corpo sinuoso di Mileth...era strano ma anche eccitante.

    Niente male questo nuovo accessorio...renderà i nostri giochi molto più intrignati...

    Iniziò ad accarezzarglielo percorrendo la lunghezza dell'astra con entrambe la mani dalla base fino alla punta.

    Sono curiosa di vedere come una bimba come te se la cava con questo coso...ma credi forse che io non sarò brava come succube?

    Detto questo i inginocchiò davanti a lei, sollevò lo sguardo e la fissò dritta negli occhi con espressione vogliosa ma anche un po' innocente e sbarazzina

    Padrone...il tuo nuovo cazzo è bellissimo...ti chiedo umilmente il permesso di poterlo ciucciare....
     
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83 replies since 19/1/2017, 13:19   745 views
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