Sweet cruelty

[X Hyperion]

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    Sona andò ben oltre le aspettative di Gil, quella ragazza imparava davvero troppo in fretta e il non morto non riusciva a starle dietro. Quando sentì i suoi occhi inumidirsi per un attimo la vide esitare, il suo sorriso maligno e compiaciuto lo spinse a desiderarne ancora, ma prima che questo desiderio venisse espresso a forza con le mani, Sona fece tutto da sola, spingendosi avanti e cercando di ingoiare quella mazza come poteva, sfruttando la gola, le labbra e la lingua per stimolarla nel suo completo. La presa del ragazzo si fece tremolante, impaziente, il suo corpo ne chiedeva di più e la sua voce impossibile da trattenere gli fece lanciare sentenze ben più che lascive.
    OOoohhhhhh cazzo Sona! Mi stai facendo godere! Sei bravissima a succhiarlo. Ancora, ancora! Voglio venirti in gola, sarà il tuo premio!
    Il volto del ragazzo si abbassò verso di lei mentre la stringeva più forte ed iniziava ad assecondare i suoi movimento come a volerle fottere la gola, esattamente come se fosse una calda intimità. La sensazione era diversa: le labbra di Sona stimolavano la sua base, la lingua si prendeva cura di tutta la lunghezza e la cappella si contorceva nella gola della ragazza beandosi dei suoi mugugno e dei suoi spasmi di piacere e dolore. Quelle lacrime non mentivano: stava provando il giusto mix e il suo sentimento verso Gil non la stava facendo tirare indietro, ma Gil sapeva di poterla spingere oltre e l'avrebbe fatto. Ma prima di tutto la sua ricompensa.
    Eccolo Sona! Bevilo tutto! Non sprecarne neanche una goccia!
    Sona avrebbe sentito quella mazza bollente gonfiarsi sempre di più, pulsando così forte da farle sembrare che la sua carne potesse strapparsi da un momento all'altro. Poi Gil affondò completamente dentro di lei azzerando la distanza tra le labbra della ragazza e il proprio bacino, facendole sentire quell'asta enorme e lunga completamente dentro di lei, per poi dare il via ad un potentissimo ed intenso orgasmo. Il suo sperma rovente venne rilasciato dentro di lei attraverso caldissimi ed intensi fiotti, ognuno di essi era accompagnato dall'improvviso aumento di volume della mazza perversa del non morto portando i limiti di Sona ben oltre la sua soglia possibile. Venne abbondantemente, e Sona poté percepire ogni vena di quella mazza pulsare per lei, ovviamente anche se quel sapore era delizioso per lei, non poteva ingoiarlo tutto a meno che non volesse gonfiarsi la pancia come se fosse stata ingravidata, per questo Gil tra un gemito e l'altro avrebbe allentato la presa, così da farle riprendere fiato e uscire da dentro di lei, sfogando gli ultimi fiotti di sperma sul suo volto e sul suo seno, ricoprendola con la propria essenza. Che magnifica serata... e non era che all'inizio!
     
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    La voce di Gil, rotta in gemiti, respiri e urla rendevano veramente soddisfatta Sona. Che a ogni succhiata, sentiva la propria eccitazione aumentare, così come la propria soddisfazione nel sentire Gil godere. Dopo un po’ sentì il ragazzo incintarla a berlo tutto, mentre il cazzo che aveva in bocca si ingrossava ancora di più. Quando il ragazzo quel movimento, per far affondare completamente l’erezione nella sua gola, Sona avrebbe spinto con le mani non indietro, così da spingerlo via, ma in avanti, così da farlo arrivare il più infondo possibile. I fiotti caldi vennero accolti con un mugolio di piacere, mentre la gola della giovane si muoveva per ingoiare senza però mordere il membro del giovane. E in effetti, la giovane cominciava pure a sentire la testa farsi leggera, a causa dell’aria che non entrava nei polmoni. Quindi, anche se sentire il membro del non morto in gola la faceva stare bene, così come il suo sapore, si sarebbe allontanata per riprendere a respirare, tenendo però la bocca aperta con la lingua di fuori, lasciando così vedere lo sperma su di quella. Appena il seme sarebbe finito sul suo volto e sul suo seno, Sona non avrebbe fatto altro che pensare che fosse un peccato, tutta quella delizia sprecata. Le mani della donna avrebbero lasciato i fianchi del giovane, mentre chiudeva la bocca per ingoiare, per poi incominciare a raccogliere con le dita il seme di Gil dal suo volto e portarlo alla bocca, leccando le dita.
    È buonissimo… Però pure io ho un problema, ora...
    Avrebbe detto, sorridendo, indicando con la mano destra la sua intimità bagnata dei propri umori e dello sperma del ragazzo. Chiaramente, Sona non voleva che i giochi finissero, non lo voleva. Voleva continuare, a godere e a far godere. Sopratutto per Gil, con cui aveva scoperto provare molto più che simpatia, almeno in quel campo.
    Mi sono eccitata… Voglio godere, Gil, di nuovo. Come prima. O anche di più.
    Non era un ordine, quello, per nulla. Ma una richiesta, fatta con un tono di voce che seduceva, che era atta a persuadere. Il tono di Sona, inoltre, era leggermente basso, così come i suoi occhi più scuri. Se il potere di Sona fosse stato con la voce, in quel momento, l’avrebbe usato senza rimpianti. Ormai, la mente di Sona era completamente caduta nella lussuria, e non avrebbe fatto altro che caderci ancora di più, se poteva scegliere.
    "Vuoi continuare a divertirti con me, Gil?"
     
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    Lo spettacolo a cui riuscì ad assistere Gil dopo il suo potente orgasmo sembrava non avere eguali: era questo ciò di cui parlava il suo maestro? Sona completamente piena e sporca di sperma che con la bocca spalancata e la lingua di fuori sembrava quasi volerne chiedere ancora, e con tutta la lussuria di quel mondo raccoglieva bollente seme dal suo corpo per poterne buttare solamente il minimo. Che spettacolo meraviglioso! Gil non ebbe problemi ad eccitarsi ancora, ancora di più se possibile, dopo avere assistito ad una simile dimostrazione di perversione! La ragazza non esitò ad esternare i suoi desideri a quel punto, mostrandogli quanto fosse eccitata e quanto piacere servisse ancora per poterla vedere soddisfatta. Gil allargò un ghigno malefico e perverso, era riuscito a tirarla verso un turbine di lussuria senza uscita e ora poteva finalmente raccogliere i frutti dei suoi sforzi.
    Oh... puoi scommetterci dolcezza... stanotte ti farò provare l'esperienza migliore della tua vita e quando avremo finito... ne vorrai ancora, non potrai più farne a meno!
    Ma per farlo a modo suo, doveva cambiare leggermente le regole, così si decise finalmente a tirare via Sona da quella comoda poltrona, afferrandola per un polso per poterla spingere a sé. La incalzò cercando le sue labbra fatte di sperma e perversione, baciandola così forte e impetuosamente da toglierle di nuovo il fiato e farle tremare le gambe. Avrebbe agito così in fretta da lasciarle giusto il tempo di perdere l'equilibrio, per poi lanciarla con impeto contro il mobile per sistemare il trucco, dove c'era un grosso specchio davanti a lei. Sona si sarebbe ritrovata con le mani su quel mobile, il volto davanti allo specchio e la schiena piegata in avanti, tenuta verso il basso dalle mani vigorose di Gil che invece si era posizionato dietro di lei. Il ragazzo piazzò subito i suoi fianchi dietro quelli di Sona, facendo scivolare la sua mazza enorme tra le grandi labbra e le natiche della cantante, così da farle sentire quanto fosse diventato ancora più grosso ed eccitato.
    Ti prenderò di nuovo... e ti farò godere... ti aprirò così tanto da farti gridare e ti verrò dentro anche più di prima... ma stavolta non sarò io a gustarmi la tua faccia perversa... sarai tu. Voglio che ammiri quanto perversa puoi diventare e te ne darò ancora ogni volta che vorrai... iniziamo da subito: lo senti quanto ti vuole il mio cazzo? Dimmi di scoparti Sona... guardati allo specchio e osserva quella ragazza supplicare per il mio cazzo...
    Un ghigno perverso e malefico si stampò sul volto di Gil,era diventato meno delicato a quel punto ma Sona era su un treno senza ritorno per la perversione più totale, era tardi per cercare gentilezza e attenzioni romantiche. Gil le avrebbe mostrato il vero piacere...
     
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    Gil stava veramente portando Sona nella perdizione più totale, nella lussuria più totale. Anche se il suo comportamento era una diretta conseguenza della lussuria, Sona sapeva che parlare in quel modo avrebbe procurato piacere al ragazzo. Avrebbe ricambiato il bacio con altretanta passione, mentre la mente di Sona si alleggeriva ancora di più, mordendo poi il labbro inferiore del non-morto, vendo però poi scagliata contro il tavolo, trovandosi così faccia a faiccia con se stessa, riflessa nello specchio. Le mani della donna erano poggiate in modo scomposto, la mano destra vicino al suo petto, poggiata contro il tavolo, mentre l’altra poco più avanti di dove si trovava la sua testa. Il viso che avrebbe visto Sona era eccitato, sorpreso, ma non imbarazzato per questo. Guardandosi prima negli occhi e poi spostando lo sguardo sul riflesso di Gil avrebbe lei stessa cominciato a spingere il suo bacino contro il ragazzo, facendo strusciare meglio la sua erezione contro le sue carni. Avrebbe poi riportato il suo sguardo su lei stessa, su come teneva la bocca leggermente aperta e su come il viso era rosso.
    Gil.. ti prego, metti il suo caldo cazzo dentro di me...
    Avrebbe supplicato, come voleva lui, desiderosa e vogliosa, con una voce che la diceva lunga sul suo stato d’animo e fisico. Per far capire ancora di più la richiesta, Sona avrebbe portato la propria mano sinistra dietro, afferrando il gluteo sinistro e allargandolo, mostrando così il suo buchino dietro e la vagina, grondante di umori e sperma.
    Ti voglio dentro, a scoparmi con forza. Ti prego, fallo!
    Avrebbe per un attimo chiuso gli occhi, lamentandosi e agitando il bacino, mentre Sona si sentiva persa, completamente persa. Voleva che il ragazzo capisse la sua voglia, la sua disperazione, nell'aspettare. Avrebbe fatto un viso sognante, socchiudendo gli occhi, mentre il suo corpo reagiva in modo spontaneo alle stimolazioni e al freddo del tavolo, dove erano premuti i suoi enormi seni. Questi non erano per nulla coperti dal suo busto, anzi, si intravedevano entrami ai lati, facendo capire quanto effettivamente fossero grossi. E pensare, che poco prima, Gil li aveva nelle sue calde mani eccitava un casino, sia mentalmente che fisicamente, Sona.
     
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    Quella supplica così perversa e spontanea divertì Gil, facendolo ridacchiare sotto i baffi,. Cercò inutilmente di non farsi sentire ma era troppo piacevole e divertente, non poteva farci nulla, pertanto Sona si sarebbe meritata il suo tanto desiderato premio. Il ragazzo afferrò la sua enorme mazza con la mano destra e senza farla pregare ancora, spinse la punta tra le grandi labbra già umide di Sona, riempiendola ancora una volta fino alla fine. Gil le afferrò quindi i glutei con una morsa simile ad uno schiaffo per entrambi, spingendo poi col bacino fino in fondo, lasciandosi sfuggire un gemito rumoroso.
    Si cazzo! Sono di nuovo dentro! Sei fantastica Sona! Guarda quanto cazzo mi fai eccitare?!
    Gridò entusiasta, senza freni inibitori. Da quella posizione per lui era molto più facile spingere ancora più in fondo, Sona avrebbe sentito quindi le sue interiora contorcersi per quanto profondamente la mazza di Gil l'avrebbe potuto stimolare, ben oltre le porte del suo utero,: spingendo un pò più forte Gil sarebbe stato in grado di prenderla completamente e farle sentire quelle pulsazioni roventi nella sua più profonda intimità, fino allo stomaco, verso il cuore e corrompendole il cervello con un piacere inimmaginabile. Non soddisfatto, però, Gil decise di alzare ulteriormente la posta in gioco. Quella posizione gli serviva per un piano preciso, ma quando osservò il seno enorme di Sona ricordando quanto fosse morbido e irresistibile non riuscì proprio a trattenersi, e piegandosi leggermente in avanti diede il via a quella penetrazione intensa spingendo le proprie mani sui seni della ragazza, afferrandoli da sotto e stringendoli verso l'alto, usando le dita per stuzzicarne i capezzoli.
    Le tue tette mi fanno impazzire Sona! Potrei baciarle e succhiarle tutto il giorno, mi viene voglia di morderle fino a farle sanguinare!
    Appena le dita riuscirono a carpire alla perfezione la morbidezza di quel seno, la mazza di Gil iniziò a pulsare molto più forte di prima, e i suoi movimenti in quella calda intimità si fecero più intensi e perversi. Il cazzo del non morto sembrava fatto di marmo, anzi no sembrava una mazza d'acciaio rovente appena uscita dalla forgia per quanto era eccitato, e tutto quel calore, tutto quel piacere, lo spingeva verso l'utero di Sona, cercando di strapparle ben più di un gemito. Le mani avrebbero continuato a torturare il suo enorme seno: non fu una stimolazione tranquilla e placida come prima, anzi, Gil stringeva quelle mammelle morbidissime con forza, non abbastanza da farle male ma sufficiente da farla sussultare. Inoltre le muoveva moltissimo per aiutare le dita a stringersi intorno ai capezzoli e rendere tutto più piacevole. In quel camerino l'avrebbe fatta impazzire, facendole conoscere ogni sfaccettatura di un piacere assolutamente perverso e irresistibile.
     
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    Sona percepì l’enorme asta di carne entrare di nuovo dentro lei, accompagnato poi dalle grida perverse del compagno. La giovane musicista l’avrebbe accolto dentro di lei con un gemito di puro piacere. Un piacere che le fece tremale gambe, mani e corpo. L’espressione di Sona, in quel momento, era veramente lussuriosa: Con gli occhi rovesciati e la bocca spalancata, le labbra della giovane erano cremisi e piene, mentre rilasciava sempre più gemiti che andavano a sembrare pian piano a delle urla. Sona avrebbe allargato un poco le gambe, spingendosi contro il bacino del ragazzo, così che questo entrasse quando più possibile dentro di lei. Sona non pensava a nulla, in quel momento, anzi, solo una cosa: voleva provare e dare piacere. Dunque, con questo pensiero, avrebbe cominciato a stringere e a rilassare ritmicamente, volontariamente, il suo sesso, così da dare al ragazzo una stimolazione simile a quella che aveva provato facendosi fare il pompino.
    Sì, lo sento, Gil!
    Avrebbe commentato, alzando un poco il busto, così da permettere alle mani di Gil di passare sotto il seno e afferrarlo, in quanto il busto di Sona era premuto sul tavolo. I gemiti di Sona, al che, sarebbero diventati più acuti che mai, inarcando la schiena così da permettere a Gil maggior manovrabilità col suo seno sensibile e allo stesso tempo esporre maggiormente la vagina al non morto.
    A me piace quando le tocchi, Gil. Mi piace un casino!
    Avrebbe commentato, riferendosi alla sua affermazione, che avrebbe provocato molto piacere nella donna dai capelli blu, che in quel momento stavano sparsi sul tavolo. Sona avrebbe portato la sua mano in mezzo alle gambe, passando le dita la dove lei e Gil si univano, bagnandole irrimediabile dei suoi stessi umori.
    Mi piace quando il tuo grosso cazzo entra di me, struscia sulle mie pareti, e poi esce. È fantastico! Fai più forte, scopami più forte!
     
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    Sona era completamente persa nella perversione, la sua espressione lussuriosa riflessa nello specchio era fonte di immensa soddisfazione per Gil, e non nascondeva segreti. Quella ragazza era totalmente assuefatta dalla perversione che il non morto poteva concederle, e Gil era deciso a dargliene sempre di più, poteva scommetterci. Mentre il ritmo di quella potente penetrazione aumentava gradualmente sempre di più, le mani di Gil si stringevano forte intorno ai seni della ragazza, comprimendoli e tirandoli come poteva per incrementare la sua esperienza oltre ogni limite. Voleva farla eccitare, ma ancora una volta l'avrebbe lasciata parzialmente insoddisfatta, perché quando percepì i suoi capezzoli inturgidirsi di nuovo allentò la presa,, spingendola poi di nuovo contro il mobile con un potentissimo affondo del bacino dentro di lei, più simile ad una spinta che ad una vera e propria effusione. Ritrovandosela piegata davanti ancora una volta, Gil non riuscì a resistere alla tentazione di accarezzarle la schiena con le mani, non era un tocco leggero o flebile, era deciso, sembrava quasi un massaggio e culminò con i pollici del non morto che scivolavano sul sudore della ragazza destinato a mischiarsi con i suoi umori, perché l'obbiettivo ultimo era l'intimità di Sona.
    Posso dartene ancora di più... farti provare un piacere che neanche potevi immaginare fino a questo momento... devi solo chiederne ancora... ogni volta che ne chiederai di più io ti accontenterò!
    Dopo quella dichiarazione, i movimenti di Gil si fecero molto più risoluti e potenti, Sona avrebbe potuto sentirlo gonfiarsi dentro di lei come se l'erezione fosse cresciuta ancora, spingendo vigorosamente dentro il suo utero per poterlo spalancare. E mentre quella mazza di carne si faceva avanti dentro la sua più profonda intimità, le mani di Gil finivano sulle natiche di Sona, massaggiandole con forza tale da deformarle e stimolarle con un tocco bollente e risoluto, virile e privo di esitazione. LE natiche erano completamente zuppe di fluidi corporei e umori, pertanto far scivolare il pollice tra questi liquidi per spingerlo di fronte all'entrata del suo buchino posteriore fu decisamente molto facile. Fu paziente però, non bruciò le tappe, anzi si concentrò ancora sull'intimità di Sona, spingendo per poter spalancare il suo utero e fotterla ancora più profondamente. nel mentre però, il pollice avrebbe massaggiato la sua corolla di carne, inzuppandola di umori scivolosi e caldi per poi iniziare ad affondare dentro di lei, pronto a farle scoprire un altro modo di provare piacere.
    Lo senti? E' tutto dentro di te... sto prendendo ogni angolo della tua femminilità... voglio farti mia Sona... dammi tutto quello che puoi concedermi e non te ne farò pentire un solo istante...
    Il cazzo del ragazzo mentre sussurrava quelle parole profonde e perverse si dimenava come un organo pulsante privo di controllo, oramai deciso a scoparla anche in quel profondo anfratto e farla impazzire di piacere.
     
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    Sona gemette di piacere, ogni volta che Gil entrava dentro di lei, toccava e superava un poco l’utero, le provocava un enorme goduria, che le arrivava al cervello, facendole fare un’espressione poco degna per una con la sua fama. Pure il seno, martoriato e stimolato dalle mani del non morto, le dava molto piacere. Ma un piacere che venne interrotto da una spinta cruenta di Gil, che la spinse giù. Il corpo di Sona era morbido, caldo, così come lo era la sua intimità, intenta a contrarsi e a cercare più piacere. La voce di Gil raggiunse Sona, chiara. Così come percepì chiaramente le sue strette e poi qualcosa entrare nel suo buchino dietro. Spalancò gli occhi, tentando di girare la testa, così da guardare dietro di lei e capire quel che succedeva. In caso, Gil si sarebbe trovato davanti un viso sorpreso, ma a cui quel tocco non dispiaceva. Non percepiva molto fastidio, ma era comunque stranita, in senso buono.
    Cosa?
    Avrebbe mormorato, tra i gemiti, portando la testa al suo posto guardandosi nello specchio, spingendo il suo bacino contro il ragazzo, gemendo desiderosa. Non sapeva quel che era successo, ma sapeva che le piaceva e non voleva che si fermasse. L’utero della ragazza avrebbe ceduto, lasciando così all'erezione del ragazzo di superare completamente l’entrata.
    Di più, Gil, ti prego!
    L’avrebbe pregato portando le mani davanti, vicino lo specchio, mentre allargava ancora di più le gambe, così che potesse muoversi più liberamente. La voce di Sona era bassa, per tutti i gemiti che aveva fatto, mentre al lato della bocca scivolava un poco di saliva. Le labbra della giovane, carnose, rosse e lucide, si aprivano e chiudevano, per poi venir mordicchiate dai denti. Gil avrebbe potuto percepire che fosse vicino all’orgasmo dal fatto che il corpo della giovane cominciava a stringersi, ad avvolgersi, con più forza intorno a lui. Quasi a intimargli di rimanere dentro, per sempre.
     
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    Spalancare anche l'utero di Sona fu così piacevole che Gil dovette mordersi il labbro pur di non cedere ad un grido di piacere senza controllo. le sue carni si contorcevano intorno alla sua mazza mastodontica portandolo ad un piacere che non si sarebbe mai aspettato da lei. E lo assecondava anche! Sentiva le gambe di Sona allargarsi e il bacino spingersi contro di lui, era un unione perfetta e ugualmente direzionata, non era solo lui che la stava scopando, erano entrambi a voler andare fino in fondo. Adesso che l'aveva presa direttamente nell'utero, venirle dentro nella maniera più pericolosa possibile era facile, e questo lo stuzzicava non poco perché così poteva legarla a sé indissolubilmente. L'espressione che fece la ragazza allo stimolo del suo buchino divertì molto Gil, di solito la reazione iniziale è molto diversa ma era evidente che con lei aveva fatto un lavoro estremamente ben fatto. Questo stimolò ancora di più la sua verga che prese a pulsare dentro di lei, prossima all'orgasmo.
    Si! Si! Non voglio fermarmi! Voglio riempirti ancora!
    Con estrema forza afferrò i glutei della ragazza con entrambe le mani, serrandoli energicamente per poi spingere tutti e due i pollici nel suo stretto buchino, osservando la corolla di carne dilatarsi con immensa facilità per via di tutto quel lubrificante. Quella visione lo stimolò ancora di più, divertendolo e facendolo gemere ancora più forte mentre tutta quella carne scivolava con forza nell'intimità della ragazza, pulsando con ogni singola vena sulla sua superficie e facendole sentire perfino la sua pressione energetica, qualcosa di semplicemente irresistibile. Il ragazzo iniziò quindi a venire dentro di lei, ma stavolta senza fermarsi: esplose in un orgasmo più forte con un primo affondo intenso, accompagnato da un grido di piacere, poi però mentre quel cazzo enorme riversava dentro di lei densissimo e caldissimo sperma, Gil non si fermò, continuando a pompare dentro di lei con tutta la forza che aveva in corpo, facendo schioccare i loro bacini ad ogni affondo così da riuscire a comprimere tutto il suo seme nella sua intimità. Non c'era spazio per uscire, il suo enorme fallo bloccava completamente quella cavità vogliosa facendo riversare quel liquido perverso nell'utero di Sona, gonfiandolo come se fosse stata ingravidata mentre i pollici si facevano strada dentro il suo anfratto posteriore. Gil andò avanti anche oltre l'orgasmo di Sona, cercando di strapparle le più disperate grida di piacere, si sarebbe fermato solamente quando l'avrebbe vista cedere e a quel punto la quantità di seme sarebbe diventata insostenibile, facendo traboccare quell'intimità dilatandola oltre le dimensioni del suo membro, facendole provare qualcosa che nessun altro al mondo sarebbe stato in grado di fare.
     
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    Sona avrebbe tirato fuori la lingua, mentre la saliva le colava lungo il mente, mentre urla di piacere lasciavano la sua bocca. Il corpo della donna si sarebbe teso, mentre percepiva le dita allargarla dietro. Quando Gil cominciò a spingere al suo interno, rilasciandole dentro il suo seme, pure Sona avrebbe urlato di piacere, mentre le lacrime scivolavano lungo il viso. Smise di pensare e, alla terza spinta di Gil, pure la giovane musicista avrebbe avuto il suo orgasmo, che le fece contrarre ventre, dita e, ovviamente, il sesso. Questo avrebbe stretto con forza Gil, incitandolo a rilasciare sempre di più il suo seme.
    Oh, si!
    Sarebbe stata la sua ultima esclamazione, dopo l’orgasmo, prima di lasciarsi completamente sul tavolo, mentre la sua vagina straripava del seme del non-morto, dandole una sensazione di pienezza, quel che era in verità, in quanto il suo basso ventre si era un poco gonfiato, da quanto il ragazzo l’aveva riempita. Si sarebbe leccata più volte le labbra, mentre respiri affannati le scuotevano il petto. Gli occhi di Sona, non più visibili grazie allo specchio, in quanto aveva girato la testa di lato e poggiato completamente il corpo sul tavolo, erano leggermente socchiusi, mentre le labbra erano un poco piegate all'insù, in un sorriso di pura soddisfazione.
    Uhmmm... Sono così felice.
    Avrebbe mormorato, anche se confondeva la sensazione di felicità con la soddisfazione che in quel momento provava. Era pur sempre ingenua su certe cose. Anche dopo tutto quel che ha detto, quel che voleva, certe cose comunque non le capiva o le confondeva. Infondo, era una alle prime armi. Avrebbe portato le sue mani vicino al petto prosperoso, compresso contro il tavolo, tentando di alzarsi e guardare dietro, con occhi lucidi e guance segnate da lacrime. Però l'espressione era imbarazzata, non triste ne depressa, era ancora piuttosto eccitata.
    Dietro, è una sensazione strana li..
    Avrebbe confessato, con voce piccola, a causa di tutti i gemiti e urla che aveva fatto. Ma comunque, ne aveva ancora di forze. Il suo corpo era quello di un adulto, era in grado di resistere, sopratutto visto che era una con il corpo allenato. Il tono di voce di Sona sarebbe stato dolce, questa volta, mentre ansimava.
     
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    Le espressioni e le reazioni di Sona mentre veniva erano impagabili, il volto della ragazza aveva oramai lasciato spazio ad un complesso di perversione senza uscita, mentre le sue interiora si contorcevano energicamente per poter condividere col ragazzo tutto quel piacere irrefrenabile che stavano generando. Il culmine diede immensa soddisfazione ad entrambi, anzi sono glielo disse chiaramente: era felice. Il sesso e il piacere la facevano stare bene, e chissà quante altre cose poteva fare Gil per tenerla ancorata a lui in quel perverso turbine senza uscita. Oramai l'aveva corrotta: era sua, ne era certo! Sembrava allo stremo, ma aveva ancora molte forze e con un filo di voce gli confessò che era stato piuttosto curioso venire stimolata anche da dietro. Gil difatti aveva ancora i pollici infilati nel suo stretto culo, dilatato completamente dagli umori, il massaggio e la perfetta preparazione che il ragazzo aveva allestito per lei. Gil allargò un sorriso perverso e compiaciuto, rallentando sempre di più il ritmo fino a trasformarsi in un lento massaggio dentro di lei col bacino, come se stesse usando quella mazza enorme e bollente per mischiare il seme che aveva rilasciato dentro di lei.
    E' molto più che strano... è fantastico... un piacere completamente diverso...
    Gil avrebbe colto l'occasione per spingerla ancora di più verso la perversione, avrebbe potuto prenderla senza farle neanche male e sicuramente ne avrebbero goduto entrambi, ma non voleva renderla così facile, assolutamente no! Uscì lentamente da dentro di lei, la sua verga enorme non era stanca minimamente, era duro esattamente come quando avevano iniziato, e risultava stracolma di seme e umori rilasciati da Sona durante l'ultimo amplesso. I pollici scivolarono delicatamente fuori da quello stretto anfratto, fermandosi alle estremità della corolla del suo ano per tenerlo comunque allargato. Poi, mentre il seme denso e copioso iniziava a scivolare da dentro la sua intimità, la cappella enorme di Gil avrebbe iniziato a premersi sul suo stretto ano, senza però penetrarla, limitandosi a farle sentire quanto fossero forti le sue pulsazioni e quanto fosse caldo il piacere che quel tizzone incandescente poteva donarle. Sarebbe rimasto lì, di fronte alla sua entrata più proibita, pronto a violarle anche la sua ultima verginità rimasta, aspettando però le sue parole.
    Questo potrebbe essere il piatto forte, qualcosa che non dimenticherai mai e della quale potresti diventare dipendente... ma se non mi dici che vuoi farlo... se non mi preghi di dartelo... non farò niente...
    Avrebbe fiaccato la sua volontà fino a che non sarebbe giunta una supplica, nel mentre avrebbe ghignato malefico, pregustando anche ciò che stava per succedere: avrebbe fottuto il suo buco posteriore con la stessa forza con cui l'aveva scopata a dovere fino a quel momento, Sona sarebbe impazzita al termine di quella sera diventando completamente sua.
     
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    I movimenti del bacino di Gil, fatti in quel modo, lenti, insieme alle dita, procurava un piacere rilassante a Sona, che grazie a quello manteneva uno sguardo tra il piacere e il curioso. Si sarebbe lamentata quando l’erezione del non-morto uscì lentamente da lei, lasciandole una strana sensazione di vuoto. Percepiva, la giovane musicista, come il seme che le aveva riempito il ventre scivolare nel suo canale, per poi uscire e scivolare dalle sue gambe, alcune gocce caddero direttamente sul pavimento dal sesso della giovane. Si sarebbe lamentata ancora di più, quando le dita lasciarono il suo corpo, percependo poi sul suo buchino il cazzo di Gil. Questo procurò diversi brividi a Sona, che non conosceva il piacere del sesso anale ma conosceva il piacere che quella mazza poteva darle. Avrebbe riportato il viso verso lo specchio, mordendosi il lato sinistro del labbro inferiore, spingendo indietro il bacino lamentandosi con dei mugolii, mentre abbassava lo sguardo, guardando il suo stesso seno, staccato dal tavolo.
    V-voglio farlo! E-entra… entra li, ti prego.
    La voce di Sona era tremante, lo sguardo si sarebbe spostato, dal seno, a dietro di lei, ma attraverso lo specchio. Era sicura che attraverso quello, sarebbe riuscita a guardarlo. Gli occhi di Sona erano esitanti ma fiduciosi; aveva paura in quanto quello non era un buco adatto per il sesso, ma sapeva che Gil l’avrebbe fatta godere, quindi l’avrebbe pregato, come voleva lui. Per rendere felice lui e, in contemporanea, lei stessa. Le mani della giovane sarebbero state tese, mentre teneva su il proprio busto. Le gambe, così come il bacino, si sarebbero spinte indietro, così da invitare ancora di più il ragazzo a entrare dentro il suo corpo.
    Farà… farà male?
    Avrebbe chiesto, subito dopo averlo pregato. Le sopracciglia sarebbero state leggermente corrugate, mentre il corpo della giovane tremava. Non sapeva se poteva fidarsi di Gil, almeno non completamente. Se la faceva godere pure li era quasi sicura che non avrebbe avuto paura nel lasciarsi andare nelle mani del ragazzo, così come era sicura che gli avrebbe dato la sua più completa fiducia.
     
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    Ascoltò il dissenso del vuoto di Sona come se potesse nutrirsene, l'aveva affamata a dovere e quella ne era la conferma inconfutabile. Il seme che Gil aveva riversato dentro di lei scivolò tra le gambe di Sona provocandole altri versi piacevoli e creando uno spettacolo osceno e perverso. Un ghigno malefico di somma soddisfazione si spalancò sul suo viso perverso, pronto a dare alla ragazza ciò che desideravano entrambi. Non esitò un solo istante a pronunciare quelle parole tanto era affamata di perverso piacere, e come darle torto? Gil l'aveva spinta oltre ogni capacità di resistere e ora ne stava raccogliendo i frutti. Quasi si distrasse nell'assaporare quel momento tanto perfetto, come se non volesse interromperlo con una penetrazione che in realtà desiderava tanto quanto lei. Solo un istante di esitazione, timorosa che potesse farle male, quel suo sguardo così tenero e preoccupato era irresistibile, ma Gil non riuscì proprio a provare pietà per lei... era schiava del piacere, la SUA schiava del piacere, e non le avrebbe più concesso di tornare indietro.
    Oh si... lo farà... tutte le droghe fanno male... perché ti fanno stare così bene e non puoi più farne a meno...
    A questo lui si paragonava, ad una droga, la più potente e dannosa esistente, ma alla quale non si poteva resistere per colpa della sua immensa capacità di donare piacere e lussuria agli altri. Non le diede neanche il tempo di capire, si limitò a sussurrare quelle parole, poi i pollici strinsero quella corolla di carne dilatandola quasi selvaggiamente, per poi spingere la cappella dentro il suo stretto e delizioso culo, spalancandolo e facendole sentire il dolore più intenso della sua esistenza, come se una lancia le stesse oltrepassando il corpo e soprattutto lo stomaco. Il calore l'avrebbe invasa così come il piacere invadeva Gil, e mentre la schiena del ragazzo si inarcava per il piacere la carne di Sona sarebbe andata a fuoco, assaporando quel tizzone ardente che si faceva strada dentro di lei. Era come l'inferno, ma alla prima pulsazione della sua cappella la ragazza avrebbe dovuto cambiare molto le sue aspettative, perché il dolore lasciò spazio a tutt'altro: piacere, intenso piacere. Il peggio era passato. Solo la penetrazione le avrebbe fatto male, dopodiché non avrebbe percepito nulla se non il piacere più intenso che il suo corpo potesse provare. Si sarebbe sentita piena come non mai a sentire solamente la parte iniziale del cazzo del ragazzo, Gil non aveva iniziato a muoversi, si limitava ad affondare dentro di lei e si sarebbe fermato a circa metà strada, lasciando che la cappella e ogni singola vena pulsassero come tanti piccoli cuori colmi di energia dentro di lei, che la stimolavano e le davano piacere.
    Dimmi Sona... ne vuoi ancora? Vuoi ancora un pò di questa droga? Posso dartene molta, molta di più...
    E poteva davvero, avrebbe esagerato quella sera con lei, ma doveva sentirlo dalle sue labbra, voleva sentirla supplicare e chiederne di più, voleva che lei stessa pronunciasse quanto quel cazzo dentro di lei la stava facendo godere.
     
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    Il dolore che Sona percepì fu intenso, le attraversò la schiena e le arrivò dritto al cervello. Quella scossa di dolore le fece inarcare la schiena, come una gatta, all'indietro, premendo il proprio ventre contro il tavolo mentre il torso e la testa stavano alzati. Per quel dolore, sul viso di Sona, sarebbero passate delle lacrime. Però, effettivamente, sentirlo attraversare il suo stretto buchino, così, la eccitava molto, le piaceva molto. Sempre mantenendo quella posizione, avrebbe tirato fuori la lingua, mentre il suo corpo già caldo per il rapporto di prima, si riscaldava ancora di più. Quel gesto era involontario, per far entrare più aria nei polmoni, dando però al viso di Sona un aspetto molto perverso. Quando Gil si sarebbe fermato, Sona avrebbe fatto un lamento di disappunto, cercando di farlo entrare ancora. Il ragazzo stesso, avrebbe potuto sentire come in un primo momento le carni di Sona parevano stringerlo dolosamente, ora si stavano rilassando, stringendolo in una morsa soffocante, morbida e calda.
    Ne voglio ancora, tanta! Ti voglio!
    Avrebbe esclamato, pensando effettivamente non a Gil, come droga, ma al piacere, alla sua erezione. Altrimenti, avrebbe detto una frase diversa, completamente diversa. Ma ugualmente soddisfacente, in quanto ammetteva l’appartenenza di Sona a Gil. Ma pure quelle parole, esclamate con enfasi, ne sussurravano il messaggio. Il corpo di Sona si sarebbe irrigidito, mentre cercava di andare indietro, così da far entrare il non morto. Nello stesso momento, però, avrebbe mugolato di piacere, un piacere che nasceva dalle pulsazioni di Gil.
    Penso che non ne avrò mai abbastanza...
    Avrebbe sussurrato, in preda alla lussuria, con gli occhi rivolti verso l’alto, mentre la testa puntava un poco in basso. E in effetti era vero, era quello che pensava e quel che desiderava. Voleva Gil, per sempre, dentro di lei. A procurarle quel piacere che era sicura, al cento per cento, che non sarebbe riuscita a replicare da sola. Avrebbe fatto qualsiasi cosa, per quello. A parte lasciare il mondo dello spettacolo. L'espressione di Sona sarebbe stata estremamente perversa, mentre sussurrava quelle parole, così come lo era lei in quel momento. Le labbra erano piegate all'insù, mentre appoggiata su di loro vi era la lingua.
     
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    Sona era completamente preda della lussuria, perfino quella penetrazione estrema si rivelò piacevole per lei e questo anche grazie a Gil che l'aveva preparata a dovere. Adesso la ragazza giaceva sotto di lui, completamente priva di freni inibitori, col corpo che si contorceva per il piacere, il volto perso nella lussuria e le carni che si dilatavano come a volersi concedere completamente al perverso non morto. Uno spettacolo delizioso che Gil assecondò mentre lei si spingeva verso il suo pube, andando ad approfondire quella penetrazione così maledettamente intensa. Il ragazzo decise di giocare ancora, facendola aspettare ancora un pò, muovendo il bacino per qualche istante così da affamarla ancora, poi con un affondo deciso avrebbe spinto dentro di lei anche la restante mazza, facendo schioccare di nuovo i loro bacini così che le natiche di Sona potessero emettere quel suono perverso e sottomissivo che lui adorava tanto. Lo scroto turgido e d eccitato del ragazzo iniziò a sfregarsi contro le grandi labbra di Sona mentre quella mazza enorme spaccava letteralmente in due il culetto di lei, facendole provare scosse intense di piacere. La mazza di Gil era tutta dentro di lei, enorme, caldissima, pulsante, che si contorceva tra le sue carni come a voler spingere ogni singola pulsazione fin dentro il suo stomaco, fin dentro il suo cervello. Sarebbe diventato irresistibile.
    Si... si! Si cazzo adesso ci siamo! Guarda Sona, guarda che cosa mi stai facendo! Mi hai reso duro da impazzire, è tutto grazie a te! A quanto sei bella... e a quanto sei perversa!
    Si fece indietro, gemendo di piacere celando malamente un moto di gioia perverso e crudele, per poi affondare di nuovo centro di lei ma stavolta lo fece piegandosi sul corpo di Sona, portando il proprio petto sulla schiena della ragazza per potersi avvicinare a lei. la mano destra scivolò su quelle forme meravigliose fino a raggiungere il suo mento, afferrandola a dita larghe per poter spingere il suo volto a girarsi verso di lui. Ovviamente da quella posizione era impossibile baciarsi, ma Sona trovò la lingua di Gil ad aspettarlo, quindi ciò che ne uscì fu un intenso scambio di lingue, un movimento perverso che avrebbe accompagnato l'altra mano di Gil prima sul ventre di Sona, poi tra le sue cosce e infine tra le sue grandi labbra, dividendole con movimenti forti e decisi per poi concentrare i tocchi sul suo clitoride, andando a stimolare ancora di più le sue parti più sensibili.
    Dimmi che sei mia Sona... voglio che tutto questo non finisca mai più... voglio averti per me per sempre... non riuscirò più a fare a meno di tutto questo e voglio che lo desideri anche tu... diventa mia!
    Avrebbe quindi iniziato a muoversi, portando la prima mano sul suo prosperoso seno per iniziare a massaggiarlo e stuzzicarlo sui capezzoli. Le dita stringevano le parti più sensibili del corpo di Sona, mentre la ragazza poteva sentirei l respiro di Gil che iniziava a scandire i movimenti dentro il suo culetto. Pompava molto lentamente, ma intensamente, facendole assaporare quanto fosse caldo ed intenso il piacere che gli stava provocando. L'avrebbe privata di ogni forza a quel punto, facendola impazzire di piacere finché non avrebbe ceduto del tutto.
     
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64 replies since 19/11/2016, 16:21   893 views
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