Sweet cruelty

[X Hyperion]

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    Il corpo della giovane musicista avrebbe incominciato a tremare, non voleva che la mano di Gil si fermasse. Infatti avrebbe incominciato a lamentarsi a voce alta, chiamandolo. Incapace di chiudere le gambe e contenere, per quanto le fosse possibile, la sua eccitazione. Non voleva che togliesse le sue dita dal suo interno. Le lingua di Sona sarebbe uscita fuori, a inumidire le labbra colorate di un rosso scarlatto. Un rosso naturale. Le stesse labbra, mordicchiate per l’impazienza, avrebero incominciato a tremare.
    Poi, appena percepì tra le sue gambe, sul suo sesso, una cosa dritta, dura e pulsante che la stimolava. Avrebbe fatto un gemito molto alto, quasi implorante, impaziente. Era al limite, voleva quel qualcosa. Oltre la barriera di stoffa, che copriva gli occhi, questi sarebbero stati umidi. Per via della frustrazione.
    Una volta che Gil avrebbe incominciato a stimolarla più velocemente, più con quanta più perversità avesse; una volta che Gil avrebbe incominciato a stimolare direttamente il suo clitoride, Sona si sarebbe tesa sul posto. Con la mente completamente spenta dal piacere che le invadeva il corpo. Lungo il mento sarebbe colato un filo di saliva, dovuto all’urlo di puro piacere che avrebbe fatto Sona. Però no, non era un orgasmo. Era vicina, ad un passo in verità. Ma quella stimolazione non bastava. Ci era vicinissima.

    Gil, non ce la faccio più...
    Avrebbe perso la cognizione del tempo, avrebbe perso di vista il suo scopo. Vincere a quel gioco. Ma non le interessava più, non voleva più vincere. Non so cos’èAvrebbe detto, infine, cedendo. Con il fiato pesante, eccitato. Se Gil ci avrebbe fatto caso, la benda che copriva gli occhi di Sona sarebbe stata umida, dalle lacrime che uscivano senza che lei potesse controllarle.
    Ti prego...
    Questa volta, la voce sarebbe stata piena di disperazione, voglia. Rotta dai gemiti e singhiozzi. Gil aveva avuto quel che voleva, non era riuscita a indovinare. Però a lei non interessava più nemmeno farlo, era troppo frustata dal piacere massimo negato.
     
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    Sona era completamente al limite, aveva raggiunto il punto di rottura e Gil ne stava abusando alla perfezione. Il suo corpo delizioso e formoso era un vero e proprio monumento alla lussuria in quello stato, dava perfettamente l'idea di una dea perversa pronta ad ottenere il piacere di tutti i suoi sudditi. I seni vibravano e si agitavano, il suo ventre tremava e colava di umori, la sua bocca si inumidiva e gemeva mentre perfino gli occhi oramai colavano di qualsiasi umore potessero perdere. Era al limite, Gil era riuscito a spezzarla perfettamente e quando lei finalmente si arrese, il ragazzo spalancò un ghigno estremamente crudele e compiaciuto. Non poteva fare troppo il gradasso perché effettivamente a quella vista anche lui stava perdendo il controllo: quella mazza enorme sembrava volergli esplodere tra le mani da un momento all'altro e le mani che la stavano stimolando erano ben oltre ogni possibile capacità di contenersi. Anche lui era impaziente e le suppliche di Sona miste al suo corpo perfetto rendevano la sua pazienza sempre più fragile. Ma non importava, il gioco era oramai finito e la supplica di Sona aveva già sancito il vincitore. Gil si fermò su di lei, continuò a sfiorarle le grandi labbra con quella mazza completamente piena di umori e calda da morire ma non fece un altro movimento con il bacino. La mano destra del ragazzo si spostò dal clitoride al volto di Sona, afferrando la bandana che le nascondeva lo sguardo e alzandola lentamente, facendola scivolare a terra. Appena avrebbe ripreso il senso della vista, Sona si sarebbe ritrovata il ragazzo che doveva proteggerla sopra di sé, ansimante e impaziente: era riuscito a trattenere il suo respiro fino a quel punto ma ora non aveva più senso. Il suo volto era arrossato per l'eccitazione e la voglia, il suo sguardo era unicamente per lei, sembrava completamente incantato dalla sua bellezza come un amante disperato. Tra le sue gambe ecco finalmente l'origine di tutta la sua disperazione: un cazzo enorme, impaziente, pieno di vene pulsanti e dalla cappella turgida che sembrava dover esplodere da un momento all'altro. La voce di Gil si fece rotta dal piacere, ma cercò di restare immobile per non aggravare la situazione di Sona, fissandola direttamente negli occhi col suo sguardo più assuefatto.
    Devi pagare la tua penitenza, hai perso... ma non voglio farlo per la vittoria ad uno stupido gioco... voglio che lo facciamo per entrambi... perché sento qualcosa verso di te. la tua voce... forse non può incantarmi con le canzoni, ma quando ti sento gemere il mio cuore si rilassa, la mia mente si alleggerisce... e sento qualcosa verso di te. Non è stata una tortura solo per te, mi sono trattenuto fino a questo punto le 'ho fatto solo per te... perché se dovessi rifiutarti mi farei indietro.
    Tirò fuori un suo lato molto galante e romantico, sembrava decisamente intenzionato a rispettare le sue volontà. Il gioco era stato bello, divertente ed eccitante e ora voleva possederla con tutto sé stesso, ma non le avrebbe mai fatto qualcosa che Sona non desiderava. Quello non doveva essere uno stupro, ma un gioco di seduzione. Lo scopo di Gil era farla innamorare del piacere che poteva darle e in qualche modo anche di quel suo romanticismo strano e rispettoso nei suoi confronti. Il bacino tornò quindi a muoversi, come a volerla spingere a dargli una risposta. Se Sona lo avesse respinto Gil non avrebbe esitato a farsi indietro, ma il suo sguardo perdutamente innamorato verso la ragazza non si sarebbe staccato un attimo da lei. Era il momento della verità... era riuscito a conquistarla fino a farle impazzire il cuore dalla gioia e donargli la sua prima volta, o Sona avrebbe trovato la forza dentro di sé per opporsi al suo fascino? Il cazzo di Gil pulsava intensamente, e le sue mani appoggiate sulle estremità della Sedia bloccavano completamente Sona in quella posizione, almeno fino a che non avrebbe dato una risposta. Il volto del ragazzo era così vicino che Sona poteva sentire il suo respiro e quasi sfiorargli le labbra...
     
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    Aveva perso, sì, un peccato. Ma non aveva più importanza per lei, eccitata com’era. Ad un passo dall’orgasmo. Ma, i lamenti di Sona, si sarebbero fatti più chiari una volta che Gil si sarebbe fermato, lamenti che suggerivano il suo disappunto alla scelta del ragazzo. La mano che stimolava il suo clitoride si sarebbe fermata, lasciandola li, ad un passo dal suo orgasmo. La ragazza pensò che fosse quella la sua punizione, non venir accontentata, al che avrebbe fatto sentire ancora più chiaramente i suoi lamenti insoddisfatti. Però appena la stoffa che le copriva gli occhi le fu tolta, capì che pure il ragazzo non era messo meglio di lei.
    Gli occhi di Sona erano lucidi, pronte le lacrime a scendere, mentre in totale il suo sguardo prima sarebbe passato dal disappunto, alla sorpresa e poi alla dolcezza. Ansimava, Gil, chiaramente pure lui impaziente di continuare. La sorpresa di Sona sarebbe stata quando sì, si sarebbe accorta che quello che aveva davanti al suo sesso era il membro di Gil e non un oggetto qualsiasi. Era imbarazzata, certo, per non essersene accorta. Ma non scandalizzata. Voleva continuare.
    Le mani di Sona, se Gil le avesse permesso, avrebbero tentato di sfilarsi e di avvolgersi intorno al collo del ragazzo, mentre tentava di avvicinarlo al suo viso, così da poggiare delicatamente le sue labbra su quelle del non-morto.

    Non ti rifiuterò.
    Gli avrebbe detto, con voce ancora eccitata, sensuale quasi, ma dolce. Se non le avesse permesso di liberare le mani, invece, avrebbe solo allungato il viso così da chiudere le distanze e baciarlo dolcemente, prima di dire la stessa cosa.
    Sona non capiva cosa provava, però di certo non era antipatia. Non gli stava antipatico Gil, non le faceva nemmeno paura. Però sentire la sua dichiarazione, di provare qualcosa verso di lei, la fece sorridere ancora più dolcemente. Però, per quanto potesse sembrare romantico il momento, le era stato negato l’orgasmo e lei era ancora incredibilmente eccitata. Dunque, per ricordare la situazione, avrebbe stretto le cosce cercando così di avvicinare e spingere ancora di più Gil verso il suo sesso.

    Ciò che rende felice te, rende felice pure me...
    Il corpo di Sona rispondeva in modo positivo a ogni stimolazione che Gil le forniva, dai ovuli sui capezzoli al semplice suono della sua voce. Sona lo desiderava. Lo avrebbe facilmente capito da come si poneva a lui. Non le importava che l’avesse ingannata con quel gioco, per arrivare a quel punto, l’aveva fatto per divertire se stesso e lei. Ma quello era il suo carattere, gli avrebbe perdonato qualsiasi cosa. Sopratutto visto che ormai era vogliosa oltre ogni limite, dimentica dell’imbarazzo o della paura.
     
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    Sona allungò le sue braccia per poterlo avvicinare a sé e riuscire a baciarlo. Si sfiorarono solo le labbra all'inizio, nulla di più, poi però il ragazzo si avvicinò a lei con foga superiore, unendosi con le sue labbra per donarle un bacio divino, sopraffino, che avrebbe acceso del tutto la sua voglia. L'avrebbe incalzata con fare quasi animalesco mentre le loro labbra si mischiavano impulsivamente in un massaggio forte ed intenso. Le avrebbe fatto sentire la propria lingua contro la sua, cercando di far partire una densa umida e sensuale, colma di desiderio e voglia irrefrenabile. Nel mentre il suo corpo si sarebbe mosso insieme a quello di Sona, entrambi volevano la stessa cosa e la ragazza gli aveva dato il permesso. L'aveva conquistata e completò quel bacio con un sorriso appena accennato, quasi imbarazzato, pronto a fare la sua parte. Afferrò il proprio membro pulsante, era così duro da fargli male quasi, man on esitò a spingerlo verso l'intimità della ragazza, accarezzandole le grandi labbra con movimenti verticali per poter trovare l'entrata con facilità.
    Sto per metterlo dentro Sona... stiamo per diventare una cosa sola... mi piaci da impazzire...
    Si sarebbe mosso lentamente, fino a trovare l'entrata giusta, poi con la stessa attenzione di prima stringendo ancora più saldamente la sua mazza mentre la mano sinistra accarezzava il corpo di Sona, entrò. La mano con cui aveva abbracciato sono e ora le accarezzava volto e collo scese rapidamente sulla sua spalla per afferrarla e tenerla salda davanti a sé. Il membro spalancò le carni di Sona sprofondando dentro di lei, con estrema attenzione ma senza la minima volontà di fermarsi. Gil non si risparmiò neanche un gemito, aprendo la bocca e godendo visibilmente mentre finalmente profanava l'intimità della sua nuova amante.
    Oh Sona... sei così calda e stretta... è meraviglioso... voglio entrare e non uscire mai più... prendilo, prendi tutto il mio cazzo...
    Non riuscì a trattenersi, spinse fino a che non sentì la sua verginità farsi in mille pezzi, per poi entrare ancora e ancora dentro di lei, raggiungendo la massima dimensione della vagina di Sona e ritrovarsi con ancora una parte della sua mazza fuori da lei, tali erano le dimensioni del ragazzo. Sona però poteva comunque gustarsi quel momento al massimo della sua meraviglia, poiché la stimolazione di Gil era stata così attenta da rendere la frattura dell'imene quasi indolore, e con l'aiuto dei speciali poteri della sua lanterna Sona non avrebbe sentito nient'altro che piacere. Una volta dentro di lei, Gil iniziò a pulsare con forza, ritrovandosi fermo e immobile, come a voler aspettare di sentire la reazione di Sona di fronte a quella penetrazione intensa. La mazza del ragazzo era molto più lunga e massiccia del normale, per una come lei doveva sembrare una presenza da mozzarle il fiato, ma il calore che Gil le stava donando lasciava intendere che lui volesse molto di più che un mero grido di piacere. Voleva sentirle dire quanto adorava quella sensazione, e glielo avrebbe fatto dire...
     
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    Il bacio fu bagnato, dove lingua e saliva si mischiavano. Sona non si sarebbe lamentata, anzi, avrebbe ricambiato con quanta più passione avesse. Seppur i primi attimi sarebbe parsa molto inesperta, con il passare dei secondi avrebbe velocemente imparato come muoversi.
    Sona avrebbe annuito, poco dopo, pronta per accogliere dentro di lei la mazza pulsante del ragazzo.
    A-anche tu mi piaci, Gil...
    Poteva essere un piacere diverso da quel che intendeva lui, ma Sona comunque l’aveva detto, così da poter ricambiare in qualche modo quel che lei considerava un complimento. Avrebbe aspettato con impazienza la continuazione, percependo l’erezione del ragazzo strusciarsi contro di lei e infine puntarsi contro la sua entrata. Con gemito acuto, avrebbe accolto dentro di lei il membro del ragazzo, tendendosi sulla sedia. Non tanto per via del dolore, ma per il piacere di sentir le sue carni venir divise, di percepire entrare dentro di lei quel cazzo che se prima l’imbarazzava un po’, ora la eccitava completamente. Le gambe della ragazza si sarebbero strette dietro il bacino di Gil, accompagnandolo nel suo percorso dentro di lei.
    Una volta che sarebbe stato completamente dentro di lei, Sona si sarebbe lasciata andare in un gemito di puro piacere, quasi simile a un grido, mentre dalla sua intimità sgorgavano umori e sangue. Non c’era stato dolore, cosa che stupì Sona, ma ciò non fece altro che piacere alla donna. La cura che ci stava mettendo Gil, nel provarle piacere, alla fine avrebbe avuto i suoi frutti.
    Gil, sì!
    E con gli ovuli che continuavano a stimolare il suo seno, Sonasi sarebbe tesa fino allo stremo, urlando mentre gli occhi si chiudevano con forza. Stessa cosa sarebbe capitata al suo interno, dove Gil sarebbe stato stretto dai muscoli della ragazza. Ma poi questi, così come Sona, si sarebbero lasciati sulla sedia.
    La donna avrebbe dunque tentato di prendere la mano di Gil, quella posta sulla spalla, e di avvicinarsela alla bocca così da poggiarci un bacio. Il respiro di Sona sarebbe stato ansante, pesante per via dell’orgasmo. Alla fine, al contrario di Gil, Sona era stata stimolata sin dall’inizio.
    Mi piaci tu e il tuo… c-cazzo...Non le piaceva essere volgare, ma comunque era sarebbe stato comunque più imbarazzante dire “membro” o “apparato genitale maschile”. Sarebbe parsa anormale. Inoltre sapeva che dire cose così poteva procurargli piacere.
     
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    Sona ricambiò ogni sua attenzione, ogni suo gesti, donandogli un bacio intenso e tutto il piacere che aveva trattenuto nel suo corpo fino a quel punto. Sentì la sua carne stringersi intorno al suo membro, bollente e impaziente, fu una sensazione fantastica, la stessa che provò anche nel sentire quel bacio sulla mano e le parole perverse di Sona che ne chiedevano di più. Non si aspettava un risultato così ottimale, anzi dava per scontato che Sona si sarebbe trattenuta o rifiutata in qualche modo. Invece l'aveva assuefatta al piacere, l'aveva sedotta e l'aveva portata a desiderare di donargli la propria verginità, facendo in modo che Gil godesse di quell'esperienza fantastica. Si, la carne vergine e immacolata ha tutto un altro sapore e questo lo sapeva bene Gil, per questo se la stava gustando in tutta la sua pienezza, lasciandosi avvolgere da quell'intimità umida che lo stritolava come a volerlo tenere dentro di sé, ma lui era più forte e deciso, non esitò ad iniziare ad uscire mentre la cappella si sfregava su quelle umide pareti.
    Inizio a muovermi... ti piace sentirlo dentro Sona? Ne vuoi ancora?
    Domande retoriche quelle, destinate ad avere una sola risposta. I movimenti di Gil all'inizio erano molto lenti e placidi, ma ogni volta che la sua punta spingeva verso l'interno sfiorava anche l'entrata del suo utero, come se stesse bussando malignamente verso la parte più profonda della sua lussuria, impaziente di averne solo per sé. Colto dalla foga, dopo aver attirato meglio a sé Sona con le mani facendole stringere le gambe intorno alla vita al meglio, Gil portò le mani sui suoi seni, massaggiandoli ai lati in un primo momento per poi toglierle finalmente il nastro isolante e scoprire i capezzoli oramai turgidi come il marmo. Subito li avrebbe afferrati con le dita, stringendoli, torcendoli e tirandoli mentre anche il resto delle mammelle veniva stimolato e compresso, così da darle un piacere molto più intenso e piacevole di una sterile vibrazioni: le sue mani bollenti erano cento volte meglio. L'espressione del ragazzo restava piantata sugli occhi di Sona, come se la stesse ammirando e le stesse chiedendo di parlare ancora, era assuefatto da lei e voleva sentirla gridare di piacere. Avrebbe fatto cose meravigliose con lei se Sona gli avesse concesso fiducia e spazio di manovra, e Gil aveva tutta l'attrezzatura necessaria per tenerla chiusa lì anche tutta la notte...
     
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    Gil avrebbe avuto quel che voleva da Sona, la sua verginità e la sua innocenza. Lei si sentiva piena, completamente piena, mentre annegava nel piacere che continuava a offrirle il ragazzo, cominciando a muoversi al suo interno. La donna avrebbe cominciato a gemere più frequentemente e con toni più bassi, con gli occhi che rimanevano fissi sulla figura di Gil che si muoveva sopra di lei. Sona avrebbe accompagnato il movimento del ragazzo, offrendosi ancora di più, avvolgendo -anche grazie al suo aiuto- le gambe intorno alla sua vita.
    Sì, mi piace sentirti dentro… mi tocchi in profondità… Ti prego, Gil, ne voglio di più!”
    Avrebbe esclamato, accennando anche al fatto che ragazzo toccasse le porte del suo utero. Chiaramente Sona si era lasciata in quel che era la lussuria più pura, senza nessuna esitazione nel mostrare quanto lo volesse e lo desiderasse. L’umido della sua intimità sarebbe aumentato sempre di più, insieme ai gemiti, mentre la giovane inarcava e rilassava la schiena. Le mani di Sona sarebbero andate a cercare prima le mani di Gil, poste sui suoi seni a massaggiarli, poi tramite quelle avrebbe tentato di toccargli le spalle, passando poi sul collo e sulla guancia. Voleva toccarlo di più, voleva che si perdesse nel suo corpo. Le mani di Sona erano dolci, gentili, sensuali e eccitanti. Calde ma morbide. Così come il suo seno. Morbido ma sodo. A quella stimolazione, in verità, sarebbero aumentati i gemiti. In quanto come poteva ben immaginare il ragazzo, adorava il caldo che le offriva. Il caldo delle sue mani che si stringeva intorno ai suoi seni e poi ai suoi capezzoli.
    Mi piace quando mi tocchi con le tue mani, sopratutto quando tocchi le mie tette… puoi leccarle, per favore?
    Sona era innocente, certo, ma non per questo non sapeva parlare chiaramente dei suoi desideri. Non riusciva ad afferrare i doppi sensi in quanto, per l’appunto, erano doppisensi. Ma se parlavano chiaramente, allora, in quel caso, Sona poteva capire. E inoltre, non si vergognava a parlare così. Alla fine sapeva che il linguaggio sporco durante il sesso era una delle cose che eccitava di più gli uomini, sopratutto gli adolescenti.
     
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    Sona era oramai abbandonata alla lussuria più totale, in particolare era votata al piacere di Gil con tutta sé stessa, non desiderava altro che lui e gli chiese di dargliene ancora: con le mani, con gli occhi, con le parole, voleva tutto il suo calore e le sue attenzioni e Gil non avrebbe esitato a dargliele. Con risolutezza si piegò meglio su di lei in modo da aumentare l'entità della penetrazione e la facilità con cui lo faceva. Senza smettere di muoversi e continuando a pompare energicamente dentro di lei, Gil strinse più saldamente i suoi seni così da spingerli all'infuori il più possibile, e senza dire una parola ma anche restando con gli occhi inchiodati allo sguardo di Sona, Gil iniziò a succhiare avidamente i suoi capezzoli, con foga. Alternava uno e l'altro con intervalli più o meno regolari, senza abbandonare un solo istante la foga del momento. Li chiudeva tra le labbra, leccandoli avidamente con tutta la sua fame di sesso, per poi tirarli verso l'esterno con le labbra e infine morderli energicamente con i denti. Le mammelle di Sona erano così grosse e morbide da poter fare molti giochi perversi con lei, e decise subito di mostrargliene uno.
    Hai delle tette enormi, mi piacciano da impazzire... potrei stare qui a succhiarle per tutto il giorno...
    Mugugni di piacere per poi stringere meglio i seni della ragazza e avvicinarli, in modo che i capezzoli si sfiorassero tra di loro ed iniziassero a stimolarsi in quella maniera perversa. Sicuramente Sona non ci aveva mai pensato, ma prima di darle il tempo di ponderare quella novità, Gil spalancò la bocca e portò entrambi i suoi capezzoli tra le proprie fauci, mordendoli e succhiandoli avidamente mentre la lingua li attraversava contemporaneamente, e le mani massaggiavano quei seni enormi per donarle altro piacere. Le stava facendo quel trattamento non soltanto perché l'aveva chiesto lei stessa, ma perché voleva farla eccitare ancora di più prima di rendere quelle spinte dentro di lei ancora più intense, e quando quelle tette enormi le avrebbero strappato un gemito più forte, Gil avrebbe sorriso malignamente, spingendo la sua verga eccitata ancora più a fondo, spalancando il suo utero e lasciandosi avvolgere dalla più calda delle sue intimità. Adesso i loro bacini erano perfettamente connessi, non c'era più un solo centimetro di cazzo fuori da lei, e Gil stava pulsando con tutta la sua lunghezza, con tutte le sue vene dentro di lei, spalancandole quell'intimità oramai ben lontana dall'essere vergine con le sue pulsazioni che davano quasi l'idea che potesse diventare ancora più grande... ancora più intenso.
    Sono completamente dentro di te Sona... sei mia ora... voglio scoparti fino a toglierti le forze... mi stai facendo godere. Voglio venire... voglio venire dentro di te!
    E mentre esprimeva quel perverso desiderio, Gil riprese a pompare con più forza nell'intimità di Sona, accompagnato dalle perverse movenze che torturavano e spingevano oltre ogni piacere i seni della ragazza. Stava iniziando a spingere così forte da spostare lentamente la sedia, voleva portare Sona ad un potentissimo orgasmo per poterla accompagnare allo stesso modo. E quell'apice non sarebbe stato che l'inizio... ma una cosa alla volta, prima di tutto doveva farla godere.
     
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    Le stimolazioni al suo seno, più lo sguardo di Gil, portarono Sona a desiderare di più. Di più di quelle mani, di più di quel corpo. Il seno di Sona era perfetto, sia per esser toccato che succhiato, in quanto la sua grandezza permetteva facilmente di affondarci col viso. Le mani della giovane donna si sarebbero fermate sui capelli del ragazzo, così da accarezzarglieli mentre questo stimolava egregiamente il suo corpo. Sona avrebbe spalancato gli occhi, stupida dall’uscita del ragazzo e della sua idea di stimolare i due capezzoli tra di loro. I brividi sarebbero incominciati a salire lungo la schiena della donna, brividi piacevoli che si sarebbero espressi, poi, tramite i gemiti acuti di Sona, che avrebbe reclinato la testa all’indietro. Se possibile i capezzoli della donna sarebbero diventati ancora più duri, mentre la sua intimità ancora più bagnata, rendendo così ancora più facile il movimento che fece Gil, nel tentare di entrare completamente.
    Ohddio
    Dolore, insieme a un intenso piacere, quello di percepire completamente l’asta di carne dentro di lei., così come percepire il bacino del ragazzo quasi attaccato a quello di Sona. Il cazzo di Gil sarebbe stato quasi stritolato, da quanto Sona avrebbe stretto i muscoli, come a chiedere ancora di quel piacere, come a chiedere a Gil di entrare ancora, più e più in profondità, anche se effettivamente il ragazzo ormai era completamente dentro di lei.
    Allora godi, vieni, vieni dentro di me. Inondami!
    E dicendo quelle parole, avrebbe tentato un approccio più aggressivo quasi, tirando il ragazzo verso il suo viso così da poterlo baciare, scambiando saliva e lingua con lui. Il corpo di Sona, se fosse riuscita nella sua impresa, avrebbe incominciato a tremare di piacere. Avrebbe liberato la bocca, cercando di stringere poi il ragazzo verso di lei, con tutta la forza che possedeva. E se Gil si sarebbe lasciato andare, sarebbe finito proprio al centro dei seni di Sona, e avrebbe avuto il viso circondato dal calore che ormai il corpo della donna trasmetteva. Sona non era una persona aggressiva, per nulla, però certe reazioni durante il sesso erano più che normali. Anzi, si trovò quasi a implorare più piacere, da quanto la sua mente era annebbiata.
    Se Gil, in ogni caso, avesse continuato con quel ritmo avrebbe avuto quel che voleva, l’orgasmo di Sona. Questa l’avrebbe espresso con un urlo di puro piacere, contraendo i suoi muscoli dell’addome e quelle vaginali, mentre stringeva con quanta più forza aveva i fianchi del ragazzo con le cosce. Dalla sua intimità sarebbe fuoriuscito invece una enorme quantità d’umori, nonostante a occupare lo spazio all’interno della vagina fosse proprio il membro del non-morto.
     
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    Affondare nei seni di Sona era fantastico, Gil si domandava quanto potessero essere piacevoli giochi ancora più perversi con lei, aveva in mente di sperimentare molte cose ma prima di tutto doveva farla scendere nella perversione più totale, o non avrebbe mai accettato di sottoporsi a quelle pratiche probabilmente controverse per uno che non ha la mente malata come Gil. Sempre più turgida, bagnata, calda ed eccitata, Sona sembrava aver mosso il suo intero corpo per stimolare e fomentare Gil verso la sua passione più totale e il ragazzo non aveva intenzione di tirarsi indietro: l'invito di Sona venne accolto da un movimento repentino da parte dello zombie che si fiondò tra le sue labbra, dando vita ad un bacio umido e perverso che accompagnò i movimenti più forti e rumorosi del loro sesso. Le labbra schioccavano, i bacini applaudivano e ben presto la ragazza non riuscì più a trattenersi, iniziando a gridare e implorare per il piacere che Gil le stava offrendo, pulsando sempre più forte dentro di lei come se dovesse esplodere. Il non morto, preso totalmente dalla perversione si lasciò andare al suo abbraccio, tenendo la bocca spalancata e ritrovandosi stretto tra i suoi seni, leccandoli avidamente mentre il loro amplesso si consumava.
    Vengo dentro... vengo dentro di te Sona! Fatti riempire, voglio sentirti godere!
    Avrebbe continuato serrando i denti e mugugnando di piacere, continuando a scoparla sempre più forte fino ad occupare ogni angolo di quel sesso col suo cazzo enorme e venoso, poi finalmente sentì Sona stringere i muscoli in un abbraccio perverso e mentre la sua intimità grondava di umori, sentì che la ragazza era finalmente giunta all'orgasmo e lui poteva pertanto fare la stessa cosa. Spalancò la bocca inarcando la schiena all'indietro e schiacciando la faccia contro il suo petto per farle sentire tutta la sua passione. Il cazzo di Gil si gonfiò immensamente, provocando sicuramente nella carne di Sona qualche altro spasmo appagante. Poi avrebbe iniziato ad eruttare dentro di lei, caldissimo e irrefrenabile, intenzionato a riempirla del tutto col suo sperma bollente. Sona non ne aveva assaggiati altri, ma il seme di Gil era molto più denso e caldo del normale, al punto che riempì il ventre di Sona prima di farla esplodere, stracolma, costringendola a dilatare ulteriormente le sue labbra vaginali. Gil si ritrovò intensamente appagato tra i suoi seni mentre sentiva grondare quel seme delizioso da lì sotto, e mentre un ghigno soddisfatto si spalancava, eccolo uscire da dentro di lei lasciandole un grosso vuoto colmato solo dal seme lasciato dentro la ragazza, per poi mettersi perfettamente eretto: in tutti i sensi. la verga di Gil non aveva perso un solo grammo di forza, era ancora durissimo e perfettamente in grado di continuare.
    D'accordo Sona... hai vinto... sono ufficialmente pazzo di te. Mi fai uscire di testa, sei troppo bella. Ti meriti un premio per la tua vittoria e ho intenzione di farci divertire ancora. Spero che tu non sia stanca perché il mio cazzo ha proprio bisogno di una ripulita, sai?
    Il suo sguardo perverso e malizioso lasciava intendere che avesse ancora grandi piani per la sua nuova compagna di giochi, e se aveva risvegliato in lei uno spirito perverso allora si sarebbero divertiti non poco...
     
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    Sona avrebbe percepito, sentito, come Gil godeva. Il suo membro dentro di lei che si ingrossava, riempiendola ancora di più, per poi far fluire dentro di lei il suo seme. Sona era innocente, non stupida, sapeva che cosa avevano fatto, cosa era successo. Però sapeva pure che era una donna adulta e che quindi poteva fare quel che voleva, e se voleva rendere felice una persona in quel modo lo faceva.
    Appena il ragazzo tirò fuori da lei il suo membro, Sona spalancò gli occhi sentendo una sensazione di vuoto dentro di lei, preferendo che fosse ancora al suo interno. Immediatamente, seme e umori cominciarono a uscire fuori, non più trattenuti dentro dall'erezione del ragazzo, che ammise che aveva vinto. Non capiva, Sona, era innamorato di lei? Si era preso una cotta? Non che le dispiacesse, però le faceva strano. Infatti sorrise a Gil, mentre il suo petto si alzava e abbassava per recuperare il fiato perduto. Non l’avrebbe mai ammesso, ma ora che il rapporto sessuale era finito voleva ancora il ragazzo sopra di lei. La giovane donna avrebbe tentato di mettersi seduta, con le gambe allargate così da permettere ai liquidi dentro di lei di fluire via.

    Non sono stanca… però ho bisogno di bere, ho urlato tutto il tempo.
    Al che avrebbe ridacchiato, portandosi la mano destra vicino alla bocca, chiudendo gli occhi. L'espressione leggermente imbarazzata, testimoniata dalle guance arrossate, sia per il rapporto di poco prima che per la leggera vergogna. Poi li avrebbe riaperti, così da guardare Gil in volto e vedere che effettivamente, aveva uno sguardo perverso e abbassando il proprio, di sguardo, avrebbe visto l'erezione di Gil ancora pronta.
    Come vorresti ripulirlo?
    Gli avrebbe chiesto, guardandolo negli occhi con i suoi, innocenti, che non capivano. Ma era curiosa. Certo, era uscita da uno spettacolo stancante, ma quel incontro la stuzzicava molto, facendole quasi dimenticare la stanchezza. E poi non avrebbe mai ammesso uno status che avrebbe probabilmente reso triste o rassegnato Gil, oltre al fatto che pure lei voleva continuare con quel perverso incontro.
     
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    Sona dava l'idea di essere assuefatta, ma ancora fin troppo nel pieno delle sue facoltà mentali. Se Gil voleva davvero farla impazzire allora doveva giocare molto più duro, e lo avrebbe fatto.
    Allora possiamo unire l'utile al dilettevole...
    Ridacchiò, avvicinandosi a lei di colpo, portando le mani sui braccioli dove la ragazza prima teneva bloccate le sue mani e si ritrovò quindi con quella grossa mazza turgida e sporca di umori e sperma di fronte a lei. Probabilmente non ne aveva mai visto uno da così vicino, e quello di Gil era grosso, pieno di vita, venoso e pulsante come non mai. Emanava non solo del calore estremamente intenso ma anche un odore pungente e irresistibile. Tutta la sua virilità in fondo, e oltre a questo Sona poteva anche percepire i suoi umori, un mix davvero letale anche per chi non era totalmente schiavo della perversione. A quel punto, Gil iniziò a spiegare come agire.
    Le persone normalmente si puliscono in bagno o sfruttando delle salviette umide in queste situazioni. Le ragazze che vogliono far felici i loro partner però, possono usare la loro bocca per pulire un cazzo come questo e farlo tornare pronto all'uso. Guarda, il mio non è ancora sazio, e se lo pulirai bene facendomi godere come si deve potrei anche saziare la tua sete. Non l'hai mai assaggiato vero? Ti garantisco che ti piacerà...
    Continuò a ridacchiare malizioso, muovendo il membro davanti a lei per renderlo più invitante e impedirle di distogliere lo sguardo. Lo avrebbe avvicinato sempre di più e se Sona avrebbe tentato di resistere, l'avrebbe spinto sui suoi seni per stuzzicare con la cappella i capezzoli, accendendo la sua voglia e la sua perversione. Dopodiché, se avesse finalmente ceduto, il non morto l'avrebbe spinto verso di lei, così da farle usare la bocca al meglio. Sona era ingenua e forse voleva mantenere le distanze, ma Gil aveva intenzione di abbattere quel muro con tutte le sue forze e una volta riuscitoci, Sona sarebbe stata sua...
     
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    Gil era enorme, ora che poteva vederlo meglio, duro questo si mostrava fiero di davanti a lei. Il suo odore, di sesso, insieme ai umori della donna e il seme di Gil, attiravano in modo incondizionato Sona, che manteneva il suo sguardo sull’erezione del ragazzo, non riuscendo quasi a staccarsi da lui. Gli occhi blu della donna mandavano scintille, chiaramente eccitata dall’idea. Avrebbe ascoltato poco o nulla di quel che disse Gil, sul pulire le persone normalmente -ma era sul serio quello che aveva sentito?- per poi registrare solo poche cose. “Far felici i partner”; “usare la bocca” e “assaggiare”.
    Per farti felice lo prenderò in bocca, ma non essere rude, d'accordo?
    E senza dargli risposta, dopo aver portato il viso vicino al suo bacino avrebbe incominciato a leccare l’asta, raccogliendo gli umori e lo sperma che sicuramente lo circondavano. Una volta pulita quella parte la giovane si sarebbe portata vicino alla cappella e mentre con la mano sinistra teneva il cazzo di Gil puntato verso di lei, con l’altra toccava la punta, leccandosi le labbra per gustare ancora il sapore che vi era impresso sopra.
    Hai un sapore strano…. Ma veramente piacevole.
    Gli avrebbe detto, guardandolo, e dopo aver sorriso avrebbe preso in bocca prima la cappella, facendo girare la lingua intorno a quella, lasciando poi l’asta scivolarle in bocca. Con le mani avrebbe occupato la parte che non poteva raggiungere con la bocca, mentre con gli occhi curiosi avrebbe mantenuto lo sguardo verso Gil, per vedere se faceva bene o no il suo lavoro. Infondo, era la prima volta che prendeva in bocca un cazzo. Anche se, da come Sona si muoveva, dava quasi l’impressione che sapeva quel che faceva. Il bello di essere umani, dove l’istinto fa quel che la tua ignoranza ti impedisce. Anche se questo non le avrebbe impedito le prime volte di stringere i denti, ma non in modo doloroso, ma in uno molto piacevole.
     
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    Pur essendo alla sua prima esperienza Sona sembrava avere le carte in regola per diventare molto brava, lasciarsi andare senza timore era un buon punto di partenza e Gil non le avrebbe fatto pentire questa scelta. Si fece avanti senza remore, avvicinandosi al suo membro con la sola richiesta di non essere rude... ma questo dipendeva da lei. Se si fosse rivelata troppo brava per Gil sarebbe stato difficile trattenersi. La prima leccata fu un brivido di piacere per il non morto che ridacchiò tremolante, lasciandola continuare.
    Si... gradualmente, non avere fretta... assaporalo.
    Passò alle mani, stimolandolo meglio e assaggiando anche la punta, Gil le fece sentire quanto fosse turgido ed eccitato indurendo ancora di più quella verga enorme e facendole percepire ogni pulsazione sulle dita, sulle labbra e sulla lingua. Era un perverso cuore pulsante che in quel momento batteva solo ed esclusivamente per la voglia di fotterla ancora. Lo sguardo di Sona era entusiasta e le sue parole lasciavano intendere che fosse appena l'inizio. Gil le sorrise perverso, portando poi la mano destra sul suo capo, invogliandola a farsi avanti mentre lei circondava la sua cappella con la bocca, leccandola e baciandola come solo un esperta saprebbe fare. Era davvero la sua prima volta?
    Cazzo... niente male per una che non ne ha mai assaggiato uno... ti faccio davvero questo effetto? Hai talento...
    Lo sguardo indeciso di Sona poi, lo fomentava tantissimo, sembrava che stesse cercando in lui la conferma che stesse andando bene, guardandolo ogni volta che la sua mano e la sua bocca arrivavano il più avanti possibile per dargli piacere. Ovviamente Gil non poteva accontentarsi di così poco, per questo la mano sulla testa della ragazza avrebbe cercato di spingerla sempre più avanti, superando i suoi limiti. Il ragazzo cercava comunque di trattenersi per non rendere la sua prima esperienza troppo estrema, ma quando Sona iniziò a fargli sentire anche i denti in maniera tanto delicata trattenere un gemito fu impossibile e riprese a pulsare direttamente tra le labbra della ragazza, diventando impaziente.
    Oh si mi stai facendo godere... ancora... ne voglio ancora! Adesso devi rilassarti, ti insegnerò come si fa godere qualcuno con la bocca.
    Detto questo le avrebbe scansato la mano che se ne stava sul resto della sua mazza per lasciarla scoperta, così che Sona avrebbe dovuto utilizzare unicamente la sua bocca per soddisfarla tutta. Gil a quel punto avrebbe serrato entrambe le mani intorno al capo di Sona, impedendole di sottrarsi al movimento. Non fu frettoloso, ma ogni volta che la testa della ragazza si avvicinava a lui, Gil la tirava un pò più avanti ,facendo sbattere la cappella sulla sua gola. Quando Sona si sarebbe rilassata completamente l'avrebbe sentito scivolare fin dentro al suo petto, spezzandole il fiato ma percependo ogni singola vena che Gil aveva su quella mazza deliziosa sulla propria carne. All'inizio dolore, certo, ma la sensazione che accompagnò dopo quella penetrazione tanto esagerata fu un piacere inspiegabile per Sona, che l'avrebbe portata a desiderarne ancora di più. I miracoli di quella lanterna oscura che Gil non esitava mai ad utilizzare quando si trattava di iniziare al piacere qualcuno come lei.
     
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    Sona si sentiva coccolata, quasi, dalle parole di Gil. Quasi come se avesse cura di lei, come se volesse prepararla ad altro. Le parole sortirono un effetto sul corpo di Sona, che sì, era una donna, ma era comunque una donna che aveva appena scoperto i piaceri sessuali. Dunque, a quelle parole, avrebbe incominciato nuovamente a eccitarsi, a desiderare quel cazzo sempre di più. Non si sarebbe lamentata nel far entrare sempre più a fondo il membro di Gil nella sua gola, anzi, avrebbe risposto con un movimento quasi più aggressivo della lingua, che come una battagliera cercava di dare più piacere possibile a cazzo. Avrebbe però tentato di prendere fiato e di ingoiare la saliva che si era formata in bocca, tirandosi indietro per poter scendere e leccare i testicoli, mentre con la mano masturbava il ragazzo come meglio poteva.
    Mi fai questo effetto e anche più...
    E dopo averlo detto, sorridendo come aveva fatto lui prima, un sorriso perverso quasi, avrebbe tentato di riprendere in bocca il membro del ragazzo, mantenendo comunque una mano a massaggiare la base. Non si sarebbe lamentata, quando Gil le avrebbe tolto le mani, dicendole implicitamente che doveva farlo godere solo con la bocca. Avrebbe dunque portato le mani ai fianchi del ragazzo, mentre percepiva tra i capelli, sul suo capo, le sue mani, che l’avrebbero portata ogni volta ad assaggiare sempre di più. La mente di Sona era persa nel piacere, di dare e di ricevere. Infatti, anche senza l’aiuto di Gil, Sona avrebbe tentato di far entrare sempre di più quell’asta dentro la sua cavità orale. Anche se, ovviamente, fermata dal suo istinto che le diceva di non poterlo prendere oltre quello. Sona si stava rilassando, avrebbe rilassato tutto il suo corpo, per rendere i movimenti del capo più fluidi. Però la richiesta di Sona, di non essere rude, non venne accontentata. Infatti, percependo la bocca e i muscoli rilassati di Sona, Gil avrebbe spinto la sua erezione dentro la gola della donna, che avrebbe chiaramente sentito il dolore di questa penetrazione. Il naso di Sona sarebbe quasi stato a contatto con la pelle del ventre di Gil, mentre lo sguardo di lei si sarebbe fatto lucidi. Non per il dolore però. Sona avrebbe chiuso gli occhi, stringendo tra le dita la carne di Gil, mentre con la gola applicava un massaggio particolare. Infatti, sarebbe sembrato quasi che volesse ingoiarlo, mentre con la lingua leccava quel che poteva. Avrebbe ritratto la testa, più e più volte, per poi farlo riaffondare la dove l’aveva spinto Gil. La saliva avrebbe incominciato a scivolare lungo il mento mentre l’inizio delle lacrime si formavano ai lati degli occhi Sona, che avrebbe mugolato a ogni pompata che avrebbe dato all’erezione di Gil. Lo desiderava troppo, sia il suo cazzo che il suo seme e pure Gil stesso.
     
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64 replies since 19/11/2016, 16:21   893 views
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