Un gelato per riparare il mondo

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    Cia si rese conto che riuscì ad intimorire il ragazzo, ma nonostante tutto continuava a porre domande. Fu una fortuna per Cia che fosse stata lei a trovarlo prima di chiunque altro. Non aveva voglia di sorbirsi le prediche della sorella, e di sicuro non voleva scatenare il panico nei corridoi o peggio ancora. Far spargere il pettegolezzo che lei si portasse uomini in camera. E se proprio doveva spargersi quel pettegolezzo che almeno vedessero un figo da paura grosso il doppio di lei, tutto muscoli e fascino. Non di certo un tizio qualsiasi mingherlino e senza spina dorsale. Giustamente Toushiro chiese cosa significasse far parte del loro clan. Cia sospirò indecisa se dirglielo o meno, ma non poteva di certo lasciarlo all'oscuro di tutto.
    Il nostro è un clan matriarcale, ovvero un clan dove gli uomini non contano nulla. Il tuo compito sarebbe aiutarci e servirci in poche parole. Chi lo sa magari potrebbe piacerti farti trattare male di tanto in tanto. fece per poi ridere divertita. Iniziava a trovare divertente incutere timori e ansie in Toushiro. E chissà magari gli sarebbe piaciuto seriamente farsi trattare male da un gruppo di belle donne.
    A parte gli scherzi, far parte del nostro clan porta anche molti vantaggi, potrai studiare arti magiche ormai dimenticate, anche tu potrai imparare a praticare la magia con i giusti insegnamenti. Non so cosa starai immaginando, hai visto troppi strani film, ma non siamo streghe che vanno in giro a tormentare principesse o sottomettere draghi che poi scagliamo sulla gente a caso. Abbiamo un nostro scopo, le nostre usanze e la nostra politica. Far parte del nostro clan significa abbracciare la nostra fede e mettere al primo posto la magia. ammise per poi avvicinarsi al ragazzo che stava consumando il suo pasto. Si poggiò con il sedere contro il tavolino, braccia incrociate sotto al petto e sguardo incuriosito, mentre pensava che nonostante non fosse un aitante uomo come piaceva a lei, poteva vederlo in panni molto diversi e divertirsi in modi molto diversi. Ma mentre ci pensava scartava già l'idea immaginando che avrebbe traumatizzato quel ragazzo già abbastanza fifone di suo. E lo si capiva anche da come aveva chiesto della direttrice.
    Sì, lei è una di noi, quasi tutte le professoresse fanno parte del clan. Gli studenti sono davvero pochi al momento a far parte del culto. E sì, lei è più terrificante di me, sopratutto se la farai arrabbiare. ammise godendosi la reazione del ragazzo. Quando sentì la sua ultima battuta Cia iniziò a ridere.
    Se ti volevamo morto non ti avremmo sistemato i circuiti magici non credi? E di sicuro non ti rivelavo la nostra esistenza. Quindi puoi star tranquillo, fin quando non mi disubbidisci di nuovo, perché la prossima volta ti punirò severamente e non ti piacerà. concluse prendendo una delle olive sulla pizza per gustarsela.
    Dai su... finisci in fretta, ci stanno aspettando.
     
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  2. Gisnni
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    Mangiava meccanicamente, il cervello che registrava tutte le informazioni che Cia gli aveva dato.
    A parte l'insinuazione sul farsi trattare male, che lo fece arrossire come un peperone e borbottare un: "non... non credo", le risposte erano tutte esaurienti, un paio rassicuranti e tutte le altre abbastanza preoccupanti.
    Per prima cosa, un culto a base matriarcale? Non che gli sembrasse un'organizzazione ingiusta o cosa, ma quel "gli uomini non contano nulla" non era promettente. Del tipo "se sei un uomo non ti conviene essere qui" di non promettente, specie perchè tornava sempre l'idea che dovevano esserci altre streghe più forti di Cia.
    Chissà come trattavano i loro membri maschi...
    Rabbrividì, ma non disse niente. Ormai aveva capito lì che la cautela era la strada giusta da percorrere e chissà se tenere viva la possibilità che si unisse alle loro fila non gli tornasse utile.
    Poi, studiare la magia? Studiare la Magia? Lui? A malapena poteva crederci e fu una fortuna che Cia si affrettasse a riportarlo con i piedi per terra con qualche precisazione. La sua fantasia stava già partendo per la tangenziale ad immaginarsi accademie magiche volanti e oscuri riti nascosti. Al contrario, erano un'organizzazione molto più "reale", con costumi, tradizioni e sopratutto un atteggiamento di devozione verso un tipo di fede, un tipo di scopo e la magia.
    Toushiro si domandò in cosa credessero e quali fossero questi scopi, ma pensò anche che ne aveva fatte già parecchie di domande e le tenne per sè per il momento.
    Beh, è... forte disse sinceramente. Non gli veniva nessun'altra parola per descriverlo a parte "magico" e quella era magari un po' troppo ridondante.
    Poi, la parte più preoccupante. Si, questa direttrice è una strega. Si, lo sono anche quasi tutte le professoresse della scuola. Si, se ne fai arrabbiare una, finirai probabilmente disintegrato.
    A Toushiro andò di traversò un boccone e dovette prendere un sorso d'acqua. Perlomeno, pensò dopo con sollievo, il pallore che gli aveva dato quella notizia si confondeva con quel rischiato soffocamento.
    Si domandò fin dove si estendesse quel clan. Quasi tutte le professoresse in una scuola femminile? O la scuola era privata e c'era, in cima, qualcuno con un notevole potere economico, forse questa stessa direttrice, oppure era pubblica e quel qualcuno aveva una posizione nello stato. In entrambi i casi, non gli pareva che potesse essere un'organizzazione dalle braccia corte.
    Pensarlo, in stile tipicamente da ragazzo normale, lo inquietò un po'.
    Infine, una rassicurazione, cosi chiara e ovvia che Toushiro pensò che era stato uno stupido a non pensarci prima e che lo rassicurò delle intenzioni delle streghe. Era infarcita con una minaccia serissima che andava a unirsi al mucchio di minacce serissime che aveva ricevuto negli ultimi cinque minuti, e che lo fece sobbalzare e annuire, ma servì a rassicurarlo.
    Mentre finiva l'ultimo panino, Toushiro pensò che era inquieto, intimorito e preoccupato perchè non sapeva ancora l'esatta natura di quel clan nè dei suoi membri e che, nonostante ciò che diceva Cia, non era certo di come questa direttrice avrebbe preso la sua presenza, specie dopo aver visto la ferocia della ragazza nel difendere il loro segreto. Dall'altro lato, però, anche se continuava a minacciarlo, si fidava di Cia, se non fosse per la sua gentilezza verso di lui e anche perchè era di fatto l'unico volto familiare, e le sue parole lo avevano calmato un po'.
    A-adesso? chiese, colto di sorpresa. Si aspettava che succedesse, ma sentirselo dire glielo faceva sembrare troppo presto. Non sapendo che altro fare, si alzò in piedi.
    Quindi... disse. Ci stanno aspettando? Perciò non è solo la direttrice? Già il pensiero di affrontare una strega terrificante non lo irretiva molto, figurarsi affrontarne tante. Comunque fosse, avrebbe seguito Cia senza fare store. Che altro poteva fare?
     
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    Si aspettava una reazione decisamente diversa da parte del ragazzo. Se lo era immaginato terrorizzato all'idea di dover obbedire ad un branco di streghe, invece commentò positivamente. Chissà se lo avrebbe pensato ugualmente dopo che sarebbe stato punito? Bah chi lo sa... Toushiro finì il suo pasto abbastanza velocemente ed ecco che tornava fuori la sua vena preoccupata e la sua ansia quando realizzò che dovevano incontrare subito la direttrice.
    Non so se ha chiamato qualcun'altro ma io sarò lì con voi. Forza andiamo. fece sbrigativa ma invece di dirigersi verso la porta di uscita della stanza si diresse verso la porta del bagno che era semi aperta. La chiuse, per poi passare la mano sulla superficie di essa. Dove passava la mano si materializzava una sorta di disegno luminescente che pian piano di definì in un cerchio magico. Cia bisbigliò qualcosa e una piccola ondata di energia si cosparse per tutta la stanza per poi ritirarsi di nuovo versa la porta che pulsò, come una sorta di cuore vivente. Tutto poi si spense, ma il cerchio magico rimase lì luminescente. Cia aprì la porta del bagno ma al posto del bagno vi era un piccolo corridoio immerso nell'oscurità. Cia afferrò per il polso il ragazzo e poi se lo trascinò all'interno fino ad una seconda porta. Quando la aprì si ritrovarono dentro un ufficio molto grande, diviso in due parti dall'arredamento. Sulla parte più vicino alla porta vi era una sorta di salottino con divani, un tavolino in vetro e su una parete della stanza il ritratto di una signora anziana con una dedica incisa su una tavola di metallo. Infondo alla stanza vi erano un paio di mobili e scaffali con libri e fascicoli di documenti, una ampia scrivania di legno dietro la quale si alzarono in piedi una donna, abbastanza somigliante a Cia. Poco più grande di lei, e vicino a lei c'era Nimue sorridente. Sembravano voler parlare, ma quando l'altra donna notò Toushiro, si preoccupò subito di andare ad aprire la finestra. Gli indicò una sedia messa un pochino più distante dalla scrivania rispetto all'altra.
    Prego accomodati. fece paziente e sforzandosi di sorridergli.
     
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  4. Gisnni
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    A quanto pareva, Cia non era certa chi e quante persone sarebbero state presenti. Toushiro ne fu un pochino sollevato e insieme preoccupato. Sapere prima cosa lo aspettava non gli sarebbe dispiaciuto, giusto per non andare alla cieca, ma allo stesso tempo forse era meglio cosi. Sapere che stavano andando a un congresso di streghe dove lui sarebbe stato al centro dell'attenzione gli avrebbe fatto sembrare preferibile l'idea di saltare dalla finestra.
    Scosse la testa. Quella raffica continua di pro e contro stava cominciando ad esaurirlo. Ancora un po' e avrebbe saltato la finestra sul serio. Forse sarebbe stato meglio che rimanere in quella situazione cosi incerta.
    Comunque, in quel momento non era una possibilità e non era convinto se essere contento almeno di quella certezza.
    Rassegnato, stava per seguire Cia, quando si accorse che, invece di andare verso la porta della stanza, la ragazza stava andando quella del bagno.
    Ehi, cosa... cominciò, sorpreso, ma poi si azzittì quando vide il disegno comparire sulla porta al tocco della mano di Cia. Un cerchio magico, un bisbiglio e un'onda di energia si sparse per tutta la stanza, partendo da qualcosa che sembrava una luce viva. Cia riaprì la porta, solo che non oltre la soglia non c'era più il bagno.
    Toushiro, che aveva guardato tutto a occhi sgranati, sbattè le palpebre, come risvegliandosi da un sogno.
    Giusto. La magia borbottò mentre la ragazza lo trascinava dentro. Non... non credo che mi ci abituerò mai le disse, e ci credeva seriamente. Passare per quella soglia ed entrare in tutt'altro ambiente in totale spregio di tutte le leggi della fisica gli diede un po' di disorientamento, mentre la sua mente cercava di accostare la porta del bagno con il corridoio scuro in cui erano entrati.
    Cia lo condusse in quello che sembrava un ufficio arredato con semplicità. Toushiro ne registrò i dettagli in un unico ampio sguardo prima che la sua attenzione venisse calamitata dalle due donne lì presenti. Una era la ragazza-elfo che lo aveva riaggiustato (non gli veniva da dire "guarito" parlando di circuiti), con il suo sorriso gentile. Prima gli aveva fatto una buona impressione, adesso Toushiro si domandò se con quel sorriso tramutava anche in rospi gli uomini del clan che non portavano i caffè abbastanza in fretta. L'altra, quella che presumeva essere la direttrice, fu la prima a notarlo. Con sorpresa, Toushiro notò che somigliava in modo incredibile a Cia, modo di vestire compreso. Sarebbe arrossito se non avesse sentito la tensione che si era impadronita della stanza al suo arrivo.
    Quando la donna lo invitò a sedersi, o forse non era un invito, guardò Cia per un attimo, sperduto, per poi obbedire meccanicamente. Non era male mettersi a sedere, specie perchè si sentiva le gambe di burro, ma essere circondato da quelle tre donne lo faceva sentire piccolo piccolo.
    Di squincio, lanciò un'occhiata alla finestra aperta. In quanti secondi poteva raggiungerla? Più in fretta di un fulmine lanciato da una strega? Probabilmente no.
    La direttrice gli sorrideva, ma si vedeva che non era contenta di tutta quella situazione. Toushiro inghiottì.
    Cia mi ha... mi ha parlato del vostro clan. Delle vostre tradizioni disse, stringendosi le ginocchia. Si riferiva in particolare alla loro politica poco tollerante verso gli uomini. Cosa mi succederà adesso?
    Per la prima volta in vita sua, rimpiangeva di non sentire il suo potere agitarsi dentro di lui.

    Edited by Gisnni - 1/6/2016, 12:41
     
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    Avers si sedetta alla scrivania una volta che Toushiro prese posto. Cia emise un verso annoiato: iniziava a trovare irritante quell'insicurezza del ragazzo. Aveva voglia di afferrarlo per le spalle e scuoterlo energicamente e dirgli di svegliarsi e fare l'uomo, ma poi si accorgeva che non sarebbe valso a nulla se non a traumatizzarlo di più.
    Io sono Avers Cowell, sono la presidentessa di questa scuola. Prego dammi del "lei". Nimue mi ha spiegato cosa sia successo e cosa hanno fatto. Cia invece mi ha riferito che ti ha detto chi siamo. pronunciò la prima frase con gentilezza, e la seconda invece con tono di rimprovero guardando Cia che si accigliò un pochino e distolse lo sguardo sentendosi colpevole. Avers tornò a guardare verso il ragazzo sempre sorridente, ma nei suoi occhi si poteva benissimo vedere quell'aria di superiorità che contraddistingueva tutte le donne che disprezzavano gli uomini.
    Tuttavia credo di capire il motivo, dopotutto se vorrai ancora fare uso delle tue abilità dovrai tornare spesso da noi. Come già accennato da Cia, siamo un clan segreto al momento. Contiamo un giorno di rivelarci al mondo, ma è ancora troppo presto. Non sappiamo chi tu sia e ovviamente non possiamo ancora fidarci di te. Per questo motivo di sottoporremo ad un incantesimo assicurativo. Niente di pericoloso, o invasivo ma ci garantirà che non rivelerai a nessuno della nostra esistenza. Prima di procedere vorrei farti qualche domanda.... fece portando le mani sopra alla cattedra e incrociando le dita.
    Dove sei nato? Che mestiere fanno i tuoi genitori? Perché sei venuto a Roma da solo? Da quanto tempo riesci ad usare il tuo potere? fece aspettando poi con pazienza le risposte alle domande. Le ragazze non fiatarono e rimasero in piedi Nimue accanto ad Avers, e Cia accanto a Toushiro, quasi come se fosse pronta ad ogni evenienza.
     
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  6. Gisnni
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    Il verso irritato di Cia lo raggiunse come una martellata sull'occipite. Di sottecchi, le lanciò un'occhiata rancorosa. Era finito in mezzo a streghe che potevano romperlo in due come uno spiedino, con la politica "i maschi sono zero" e lui era sia maschio che intruso non voluto. Gli era almeno permesso di farsela un po' addosso?!?
    Ma ancora, pensò, non avrebbe dovuto arrabbiarsi. Cia voleva solo aiutarlo.
    La direttrice iniziò a parlare e Toushiro cercò di rilassarsi ed ascoltarla con attenzione. Nella prima cosa fallì miseramente, teso come una corda di violino, nella seconda, capendo quanto fosse importante quel momento, riuscì a un livello spasmodico.
    Avers Cowell. Il nome non gli diceva niente, ma non c'era da stupirsene. Non era mai stato a Roma prima e di sicuro non era un esperto di scuole femminili. O di culti nascosti. La somiglianza con Cia era notevole, però. Forse erano parenti?
    Ah, subito in chiaro la gerarchia pensò, alla precisazione del "lei" da parte della donna. Niente di strano, comunque. Era sempre una personalità a capo di un istituzione.
    Era... era inevitabile intervenne quando rimproverò Cia. Avevo già visto troppo ormai. Cia ha pensato fosse meglio spiegarmi bene ogni cosa piuttosto che lasciarmi senza risposte. Io... io le sono grato e penso che abbia fatto bene. Non avrei saputo quanto fosse importante il bisogno di segreto altrimenti... E ci sarebbe stato il rischio che andassi a raccontarlo a qualcuno. Quest'ultima parte evitò di pronunciarla, non volendo calcare la mano sulla sua scomodità per loro. Non si illudeva che le sarebbe sfuggito, però.
    Avrebbe potuto dare la colpa a Cia per essere finito in quella situazione, ritenere che se la ragazza non gli avesse parlato delle streghe lui avrebbe potuto andarsene senza problemi, ma non era cosi meschino da farlo. Aveva davvero visto troppo e scaricare sulla persona che gli aveva salvato la vita colpe che non aveva gli sarebbe parso la cosa più vigliacca da poter fare.
    Per questo, sperava proprio che non avrebbe passato dei guai per causa sua. Non l'avrebbe proprio voluto. Certo, c'era da chiedersi quanto le sue parole avessero importanza per Avers.
    La donna era il ritratto sorridente della cordialità, ma Toushiro si sentiva scrutato, soppesato e catalogato con sufficienza da lei. Al mattone del "lei" si aggiunse quello sguardo che lo guardava dall'alto in basso e il ragazzo sentì che gli stava antipatica. Ne era sempre intimorito però. Le parole di Cia a fare attenzione con le sue consorelle, e in particolare attorno alla direttrice, non smettevano di ronzargli in testa. Non poteva dire fosse confortante stare di fronte a qualcuno che poteva lanciarti fuoco dalle dita o magari trasformarsi in un drago, specie se ti guardava come se fossi un animaletto fastidioso.
    Annuì all'affermazione di Avers di comprendere comunque il perchè della scelta di Cia. Era vero. Sapere la loro identità gli sarebbe stato indispensabile per poter fare i suoi "trattamenti".
    Per quello... grazie davvero. Mi avete salvato la vita e io, beh, non so che dire. Grazie. Mantenere questo segreto è il minimo che io possa fare. Non ne parlerò a nessuno, glielo prometto. Mntre diceva questo, conlo sguardo passava da Avers alla ragazza accanto a lei, a cui doveva la sua vita. Difficilmente si sarebbe dimenticato un debito del genere.
    Però, come fece notare la donna, c'erano bisogno di assicurazioni.
    Sudò freddo al sentir parlare di "incantesimo assicurativo" e anche se Avers gli assicurò che non si sarebbe trattato di nulla di fastidioso, la cosa continuò a non piacergli per niente.
    Io... capisco, si. La mia parola non basta. Certo, è comprensibile disse pallido, anche se in realtà avrebbe voluto scappare via. Il pensiero di avere imposto su di sè un divieto cosi assoluto per qualcosa era spaventoso. E dovette impedirsi di pensare ad altre possibilità più brutte.
    Il sorriso condiscendente di Avers non lo aiutava molto a rassicurarsi.
    Sbattè gli occhi, perplesso. Domande? La sua perplessità aumentò ancora di più a sentirsele porre. Disorientato, guardò Cia d'istitno. Cosa c'entravano con la loro situazione?
    I-io... iniziò poi, pensando che doveva esserci un motivo che lui non vedeva e di sicuro non si sarebbe messo a contraddire quella donna. Sono nato a Kurayami. Mio padre è un impiegato di banca, mentre mia madre è una casalinga, anche se ogni tanto lavora come donna delle pulizie. Poi... Rimase un istante in silenzio, facendosi scuro in volto. Perchè era venuto a Roma da solo... Io... Non voleva dirlo, assolutamente non voleva, oltre il semplice pericolo di ammetterlo con quelle donne, semplicemente voleva seppellirlo e lasciare che sparisse da ogni memoria, anche dalla sua. Avevo bisogno di stare da solo. disse alla fine. Il mio potere mi ha fatto fare del male a delle persone. Mi ha influenzato e io le ho... le ho ferite, ho fatto loro del male. Senza volerlo, vorrei dire, ma è stata tutta colpa mia e della mia paura ad imparare a controllarlo, non ho nessuna scusa per negarlo. Non sapevo più cosa ero, avevo paura di essere diventato un mostro e sono scappato, semplicemente. Volevo allontanarmi da tutto e tutti, non perchè speravo di cambiare e rimettere tutto a posto, ma solo per dimenticare, dimenticare e basta. E sarei tornato a Kurayami peggio di prima se Cia non mi avesse sbattuto in faccia la mia codardia. Vedevo solo vicoli ciechi di fronte a me, ma... ma grazie a lei adesso ho capito che le mie erano solo scuse per non affrontare la realtà. Adesso ho capito che non posso scappargli, non posso negarlo, devo controllarlo, devo domarlo e riprendere me stesso. Parlò con foga, lo sguardo fisso a terra, le mani strette spasmodicamente. Era andato oltre la semplice risposta alla domanda, ma quel argomento era per lui cosi importante che aveva gettato fuori tutto ciò che pensava istintivamente. Se ne rese conto solo in quel momento. Ah! Oh, ho parlato t-troppo. Questo non c'entra con le domande balbettò imbarazzato. Tossicchiò E-ehm, da un paio di anni all'incirca. All'inizio era più qualcosa di leggero, appena percettibile. E' andato facendosi più forte col tempo.
    Aveva parlato con sincerità del suo problema e del motivo per cui era venuto a Roma, e probabilmente nessuno avrebbe potuto non notare come era coinvolto e deciso in quel che diceva e quindi dubitare delle sue parole, ma aveva ugualmente evitato di menzionare la persona più importante tra quelle a cui aveva fatto male: Crow. Lei, e gli episodi che aveva avuto con lei, non li avrebbe mai rivelati, nemmeno a delle streghe. Non c'era modo di capirlo, però.

    Edited by Gisnni - 2/6/2016, 01:25
     
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    Ok, forse Cia lo stava stereotipando, ma aveva pensato che si sarebbe congelato su quella sedia balbettando qualcosa fin quando Cia non lo avrebbe colpito per fargli sputare qualche parola. Invece Toushiro fu ragionevole e parlò tranquillamente, anche se non del tutto sicuro di sé. Lo lasciarono parlare anche quando fece quel piccolo sfogo. Avers non cambiò il suo sguardo cordiale ma distante. Nimue lo osservò incuriosita e anche un pochino più empatica, come se le dispiacesse per ciò che era accaduto. Cia invece sembrò di colpo diventare pensierosa, immergendosi di nuovo con i ricordi a cosa era successo poco prima. Guardando poi un pochino stupita Toushiro quando dichiarò che Cia gli aveva fatto aprire gli occhi. Si compiacque poiché per lo meno non erano state parole al vento e le aveva dato retta.
    Dice il vero quando afferma che alle volte non riesce a controllare il suo potere. Prima.... l'ho quasi ucciso perché aveva perso la piena padronanza dell'energia magica. Sicuramente perché non si è ancora abituato del tutto ai circuiti magici che gli ha impiantato Nimue. Ma afferma che incidenti del genere sono accaduti anche in passato. Quindi suppongo che sia vero il fatto che sia venuto qui per far calmare le acque a casa sua. Avers guardò Cia e poi Nimue annuendo infine verso il ragazzo. Le domande che gli fece servirono principalmente a delineare un profilo del ragazzo. Sicuramente molto amato e viziato dai suoi genitori, benestante di sicuro visto che lo avevano mandato da solo in un paese così lontano. Sicuramente avevano fiducia in lui, ma era anche altamente probabile che li abbia influenzati con i suoi poteri, tuttavia diceva di avere quei poteri da pochi anni e ciò spiegava perché fosse così instabile.
    Sei fortunato ragazzo, se deciderai di allearti con noi possiamo insegnarti a domare meglio il tuo potere e magari a sviluppare qualcosa di migliore per te. Potresti avere accesso alle nostre librerie, magari lì potrai trovare qualcosa che ti possa aiutare. Sarò molto franca con te. Non mi sono mai piaciuti gli uomini e preferirei di gran lunga che tu decidessi di sparire e di rinunciare al tuo potere per sempre. Adesso che però sei venuto a conoscenza del nostro clan e che dovrai stare in contatto con noi per alimentare i tuoi circuiti magici, devo proporti di entrare a farne parte. Il nostro obbiettivo al momento è raccogliere quanto più potere magico, quindi se verrai a conoscenza di oggetti misteriosi e dai poteri particolari dovrai comunicarcelo e dovrai aiutare le consorelle a recuperarlo. Sarai una sorta di tuttofare che dovrà obbedire ai desideri delle streghe. In poche parole è come se fossi dei studiosi, dei archeologi della magia, non so se rendo l'idea. Pensi che potrebbe interessarti? Altrimenti sarò costretta a farti altri incantesimi che ti cancelleranno la memoria dei nostri incontri. parlò in modo pacato, come se stesse spiegando una cosa semplice e di tutti i giorni. Quando finì di parlare poggiò la schiena alla sedia e attese un responso da parte di Toushiro.
     
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  8. Gisnni
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    Guardò Cia con timida gratitudine quando la ragazza si fece avanti per sostenere la sua storia. Per un bruttissimo attimo aveva pensato che non gli avrebbero creduto, o perlomeno, avrebbero capito che non stava dicendo loro tutto. Se glielo avessero fatto notare, se Avers glielo avesse fatto notare, non avrebbe davvero saputo cosa fare, intenzionato com'era a non rivelare niente riguardo a Crow. L'intervento di Cia lo aveva aiutato immensamente e la ringraziò mentalmente dal profondo del cuore.
    Comunque, aveva detto tutto ciò che voleva dire e per qualche attimo rimase ad arrossire, lo sguardo fisso a terra e le mani sulle ginocchia. Sentire l'attenzione generale su di sè, mentre soppesavano la sua storia e si facevano le loro opinioni lo metteva a disagio, in particolare lo sguardo di Avers, che sembrava continuare a tenere placidamente sott'occhio un criceto che ha appena fatto una capriola.
    Poi la donna parlò e Toushiro drizzò le orecchie per non perdersi nemmeno una parola. Da quello che avrebbe deciso sarebbe dipeso il suo destino e ne era dolorosamente consapevole.
    Incassò rinsaccandosi un po' l'opinione personale di Avers su tutta la vicenda. Quella donna di certo non aveva peli sulla lingua! Era tremenda! Toushiro si fece un appunto mentale di non darle mai un motivo per avercela con lui, a parte l'essere maschio.
    S-sissignora annuì.
    La direttrice gli elencò tutta una serie di vantaggi che gli sembrarono tutti eccezionali: trattamenti regolari e continui per i suoi circuiti magici, aiuto per imparare a controllare il suo potere, possibilità di arrivare a poteri magici ancora superiori, accesso a conoscenze che probabilmente non avrebbe potuto trovare in nessun'altra parte del mondo e mai di nuovo durante la sua vita. A Toushiro girava la testa di fronte a tutte quelle possibilità. Non gli interessava il potere, di sicuro non dopo tutti i problemi che gli aveva dato quello che aveva già, ma non poteva negare che l'idea di poter entrare in quel nuovo mondo pieno di magia e misteri lo attirasse in egual quantità al modo con cui lo terrorizzava. Non aveva nessuna idea di cosa avrebbe trovato, ma le parole di Cia avevano messo radici in lui ormai e più che mai voleva tentare di andare avanti.
    Però, ovviamente c'era un però, se avesse voluto accesso a quelle possibilità avrebbe dovuto rispondere a doveri precisi. Primo tra tutti, proprio quello che avrebbe voluto evitare, entrare a fare parte del loro clan e diventare in pratica il loro galoppino, belle parole su archeologia e cose del genere a parte.
    Non poteva dire che la prospettiva lo stimolasse, anzi, lo terrorizzava a morte, ma l'idea di avere quella donna a rimescolargli il cervello era ancora meno attraente. Inoltre, ormai aveva scelto la sua strada e farsi cancellare la memoria sarebbe stato esattamente ritornare a come era prima di incontrare Cia, un ragazzo che mentiva a tutti e a sè stesso, incapace di radunare anche un minimo di coraggio.
    Per quanto fosse pieno di dubbi, si disse che avrebbe preferito lanciarsi da un ponte che tornare a quello.
    Cosi, la decisione era presa.
    Me ne pentirò pensò, prendendo un ampio respiro.
    A-accetto disse e si spiacque un po' perchè gli venne meno deciso di quando sperava. Io... semplicemente non posso tornare indietro. Non posso. Non potrei più guardarmi allo specchio se lo facessi.
    Arrossì un po' sentendosi dire quella frase. Sembrava uscita da un romanzo.
    Prometto... prometto che non la deluderò aggiunse a beneficio di Avers. Chissà, magari col tempo sarebbe riuscito a non farsi più vedere come un insetto velenoso da lei.
    Con lo sguardo passò da una ragazza all'altra, un po' incerto.
    E... quindi, adesso cosa dovrei fare?
     
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    Rimasero qualche momento in silenzio tutte mentre attesero la risposta del ragazzo. Sembrò preoccupato e per un momento Cia pensò che avrebbe rifiutato, magari per uno come lui sarebbe stato più facile far sparire i suoi poteri completamente e dimenticarsi di tutto. Invece la compiacque accettando la proposta. Cia si ritrovò a sorridere soddisfatta e fiera di lui. Alla fine quando li guardò come un cucciolo disperso chiedendo cosa doveva fare, Cia non riuscì a resistere e le scappò una piccola risatina, gli si avvicinò bloccandogli la testa sotto al braccio, come una vera bulla per scompigliargli i capelli con l'altra mano. Ovviamente non fece caso al fatto che la sua tetta si premesse contro la sua guancia.
    Bravo hai fatto le scelte giuste cagasotto! fece divertita, per poi mollarlo solo dopo averlo strizzato un'altro poco.
    Niente di speciale, adesso ti faremo quell'incantesimo per sicurezza, se ti dimostrerai fedele e devoto scioglieremo l'incantesimo quando ti considereremo degno di fiducia. Per oggi facciamo solo questo hai avuto una giornata pesante, dopo le cose più futili come lo scambio di numeri eccetera, puoi continuare la tua vacanza normalmente, ci faremo sentire noi per eventuali compiti da darti. affermò Cia con le mani sui fianchi. Nimue e Avers annuirono, poi la direttrice fece loro cenno di andare. Nimue e Cia guidarono il ragazzo fuori dagli uffici, tornando tramite il corridoio magico di nuovo nella stanza di Cia. Arrivati lì Nimue disegnò con la sua energia un cerchio magico sul pavimento, esso sembrava tracciato tramite linee precise di luce magica. Intanto Cia si preoccupò di spiegargli cosa stava per accadere.
    L'incantesimo è una sorta di maledizione che renderà dei tabù delle parole e degli argomenti, in pratica quando cercherai di parlare di umbra, di streghe e magia oscura la tua bocca e la tua lingua si ribellano a te e ti fanno dire tutt'altro o biascicherai come un ubriacone senza che riuscirai a far capire cosa vuoi dire. Ovviamente nei territori di umbra e le altre streghe riusciranno a sentire le parole che vuoi dire. fece con un tono insolitamente allegro. Adorava fare quel tipo di incantesimo perché li trovava molto divertenti anche se erano difficili da fare. Nimue fece un cenno a Cia e lei annuì di rimando, poi indicò con la mano il cerchio magico al ragazzo.
    Dovrai sederti sul simbolo dell'occhio e ... devi starci nudo sopra, l'energia deve fluire in te senza alcun ostacolo. fece per poi avvicinarsi a Nimue che non sembrò molto felice di dover partecipare a quel rito. Tuttavia sospirò arresa.
    Sbrighiamoci... e tu mi devi un favore Cia. fece Nimue un pochino indispettita. Le ragazze si spogliarono a loro volta, mostrando le loro curve mozzafiato inevitabilmente al ragazzo. Nimue si copriva con le mani come meglio poteva, Cia invece era completamente disinibita. Le ragazze si sederono sui simboli dei cerchi vicino all'occhio e poi attesero che anche Toushiro facesse ciò che gli avevano detto di fare.
     
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    Per un attimo rimase sotto pressione, aspettando una risposta. Già stava cominciando ad immaginarsi di aver detto qualche cavolata quando la conferma che aveva fatto la scelta giusta arrivò sotto forma di una headlock da parte di una contentissima Cia. Lo complimentò per la scelta, ficcandoci in mezzo un insulto ovviamente.
    C-Cia! esclamò Toushiro, colto di sorpresa e imbarazzato, prima di calmarsi un po', con un sorriso incerto. G-grazie Non sapeva se essere contento, afflitto per la delicatezza leggera come un martellata di Cia, preoccupato per il futuro oppure imbarazzatissimo per il contatto morbido sulla guancia. Sperava davvero di aver fatto la scelta giusta. Comunque, sentì un peso sparire dal petto: aveva deciso la sua strada.
    Cosi, fu con un po' meno di tensione, e una segreta contentezza, che ascoltò la risposta di Cia alla sua domanda. Sospirò di sollievo. Bene, avevano quasi finito. Non che fosse colpa loro, ma tutti quegli eventi cominciavano a spossarlo. Gli avrebbe fatto bene uscire un po' all'aria aperta.
    O-ok rispose, massaggiandosi il collo. Ma da voe tirava fuori quella forza quella ragazza? Sembrava un buldozer. Non poteva di dire di essere entusiasta per quel "eventuali compiti da darti", ma ormai quel che era fatto era fatto. Ci avrebbe pensato quando sarebbe stato il momento.
    Sperando che il suo sollievo di uscire da lì non si vedesse troppo, salutò la direttrice, con un po' di imbarazzo, non era abituato a trattare con gente che richiedeva molto rispetto, e seguì Cia e Nimue fuori dalla stanza. Quando la porta si chiuse dietro di loro, si lasciò sfuggire un piccolo sospiro di sollievo. Che donna spaventosa quella Avers! Si guardò bene dal dirlo però. Non si sapeva mai.
    Tornarono, con suo lieve disagio, attraverso la stessa porta magica con cui erano arrivati. Dopo l'ufficio della direttrice, la stanza di Cia gli parve un posto magnifico e tranquillo. Un po' meno quando la ragazza più alta disegnò una specie di disegno sul pavimento.
    Toushiro lo guardò un po' intimorito, nè il suo timore passò quando Cia gli spiegò a cosa sarebbe servito, anzi, guardarlo lo fece rabbrividire. Potevano fare cose del genere?
    B-bene fece, impressionato dal potere che quelle streghe potevano far manifestare. Se avesse avuto altra scelta, non si sarebbe mai sottoposto a quel... quel sabotaggio del cervello, specie dopo aver sentito la parola "maledizione", ma quel che era fatto era fatto e non c'era modo di tornare indietro.
    Toushiro prese un respiro per calmarsi. Ce la poteva fare.
    O perlomeno, era quello che pensava prima che Cia iniziasse a dargli istruzioni.
    Doveva sedersi sul cerchio, non gli piaceva affatto, ma ok, l'avrebbe fatto. Poi, doveva...
    Toushiro sbattè le palpebre, gli ingranaggi del suo cervello che si erano inceppati. Doveva...
    C-C-COSA?!? sbottò, facendosi più rosso di una sbarra d'acciaio arroventata. Pensò che fosse uno scherzo, un orribile scherzo, ma poi le ragazze si spogliarono!
    Alla velocità della luce, Toushiro si chiuse gli occhi con le mani.
    N-n-no balbettò, tremando come una foglia. N-nessuno mi aveva d-detto di una c-cosa del genere. No, n-non lo farò. T-tagliatemi la lingua piuttosto.
    Era andato completamente in tilt, più terrorizzato che non avesse dovuto affrontare un'armata di streghe lanciafulmini.
     
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    Lo strillo di Toushiro attirò l'attenzione delle due ragazze che si voltarono verso di lui stupite e perplesse. Lo videro mentre si copriva gli occhi con le mani, imbarazzatissimo si poteva vedere benissimo che era paonazzo. Lo videro tremare e iniziare a rifiutarsi di fare quell'incantesimo. Nimue lo guardò allibita, poi si portò una mano alla bocca per frenare una risata. Cia invece lo guardò come se avesse detto la stupidaggine più grande del mondo.
    C-COOOSAAAA?! Lo dico io! Non fare storie, è un incantesimo a cui non puoi sottrarti se vuoi far parte del gruppo. Dico io... fece stizzita, avvicinandosi a lui e facendo cenno a Nimue di aiutarla. Afferrò con entrambe le mani la maglietta del ragazzo iniziando a sollevarla verso l'alto.
    Sai quanti ragazzi sognano un momento come questo al tuo posto? Cos'è sei un verginello? Non sei mai stato nudo davanti ad una femmina? Se preferisci rimani pure con gli occhi chiusi. quando finì di dire quella frase strattonò con violenza la maglia, ma Toushiro non avrebbe sentito nessuno strappo, e non si sarebbe sentito nemmeno strattonare, era come se Cia avesse tolto una tovaglia da una tavola.
    Calmati Toushiro, non c'è niente di male. Negli incantesimi così difficili purtroppo serve rimanere nudi per lasciar fluire l'energia magica direttamente sulla pelle, e per far entrare in risonanza l'energia. La stoffa crea una sorta di barriera e c'è il rischio che l'incantesimo venga con qualche effetto collaterale. Per favore fai uno sforzo non durerà molto. fece Nimue cercando di rassicurarlo. Cia si posizionò alle sue spalle iniziando a ghignare divertita. Non pensava fosse tanto timido. Cagasotto sì, ormai lo aveva capito, ma quel tipo di timidezza le faceva venire voglia di tormentarlo. Difatti si avvicinò a lui poggiandogli i seni sulla schiena mentre le mani scivolarono sulla sua cintura.
    Se non ti spogli tu, lo farò io e nel modo più doloroso possibile. gli sussurrò ad un orecchio. Se Toushiro avesse tolto le mani dal volto avrebbe notato a terra la sua maglietta perfettamente integra.
     
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    Tutti i suoi propositi, la sua determinazione per il futuro, il coraggio che aveva risvegliato in sè, tutto se ne era andato giù nello scarico, probabilmente assieme anche a vent'anni della sua esistenza, e adesso di Toushiro rimaneva un ragazzo spaventato, tremante e imbarazzato all'ennesima potenza. Con le gambe che gli parevano essere diventato di marmo e la mente che girava in tondo cercando una spiegazione razionale a quella situazione che gli era piombata in testa all'improvviso come un pianoforte durante una passeggiata su Marte, di solo una cosa era certo: non si sarebbe mosso di un passo di lì e non avrebbe riaperto gli occhi, neanche se gli avessero tagliato la testa e l'avessero messa, tenuta in vita da qualche maledizione demoniaca, in un secchio di lamiera a fare da orologio. Le figure nude di Cia e Nimue gli si erano impresse indelebilmente in testa e gli pareva bruciassero una sagoma pure attraverso le palpebre chiuse.
    Ovviamente, Cia non fu contenta di quella sua reazione e gli fece sapere cosa ne pensava, con la sua caratteristica delicatezza. Toushiro sbiancò come un lenzuolo a sentire le mani della ragazza afferrargli la maglietta, cercando di togliergliela.
    No, a-aspetta! si agitò, terrorizzato, ma il doversi tenere gli occhi tappati limitava i movimenti che poteva fare per fermarla. S-solo i pervertiti! ribattè, cercando di allontanarla.
    Avvenne qualcosa di strano. Senza che ci fosse nessuno strappo, la maglietta gli fu tolta di dosso. Sentire l'aria sfiorargli il petto nudo direttamente gli fece la stessa impressione che non fosse stato gettato nel mezzo di una tempesta artica.
    Stupefatto, abbassò le mani per guardare cosa fosse successo. Non l'avesse mai fatto. Gli bastò una rapidissima occhiata alle due ragazze che ritornò subito a tapparsi gli occhi con un'esclamazione.
    Rabbrividì e, se possibile, arrossì ancora di più. Quello doveva essere un sogno, anzi, un incubo. Non era possibile che, da una discussione in un ufficio, fosse finito a dover fare... quello!
    In tilt com'era, la ragionevolezza delle argomentazioni di Nimue trovò spazio nella sua testa piena di vergogna come l'avrebbe trovato un seme in un campo di lame rotanti.
    Ma...! Ma...! N-n-nude! balbettò, non riuscendo assolutamente a capire come fosse una cosa accettabile.
    Era successo tutto troppo in fretta e Toushiro era stato cosi colto di sorpresa che la sua natura di ragazzo timido aveva travolto ogni pensiero razionale. Avendo un po' di tempo a disposizione, si sarebbe calmato e avrebe pensato che forse uno sforzo poteva farlo, specie considerando cosa c'era in ballo.
    Peccato che Cia non fosse intenzionata a darglielo.
    Sentendo le sue forme generose sulla schiena, Toushiro si immobilizzò di scatto, come un animale messo all'angolo. Il sussurro della ragazza, accompagnato dal suo fiato caldo, lo fece rabbrividire, paura mischiata qualcos'altro, caldo e indefinibile.
    C-cia... disse, abbassando le mani senza pensarci, ma quanto bastava lei perchè potesse guardarlo negli occhi. Nello sguardo del ragazzo, Cia avrebbe visto timore e imbarazzo fortissimi. A-aspetta la pregò. La debolezza della giornata si stava rivelando in quel momento e il suo corpo, riscaldato dalla vicinanza di Cia, lo stava tradendo. Pregò con tutto il cuore che non si accorgessero della tenda che gli si era formata nei pantaloni.
     
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    Cia percepì il suo disagio perfino con il contatto contro la sua pelle, avvertiva come fosse teso. Era caldissimo per via del suo imbarazzo. Lo vide scoprire un pochino il viso e ciò che vide la colpì più di quanto si aspettasse. Di solito non apprezzava ragazzi così magri e preferiva di gran lunga maschioni più grandi e maturi, e sopratutto più piazzati fisicamente. Eppure quello sguardo perso e la paura nei suoi occhi accesero qualcosa in Cia di indefinibile. Una voglia matta di sconvolgere di più quell'animo ingenuo e timido divenne potente, mista alla rabbia per quella sua indecisione e paura di una cosa così futile come il rimanere nudo assieme a qualche altra ragazza. Aveva ancora le mani sulla cinta e avvertì la stoffa spostarsi sotto le dita, di pochissimi millimetri ma abbastanza da far accorgere che Toushiro comunque non disprezzava affatto la vista nonostante fosse in panico. Nimue si accorse a sua volta della naturale reazione del ragazzo nei pantaloni. Si ritrovò a sbuffare e poi sospirare portandosi due dita sul naso, e precisamente nello spazio fra gli occhi. Cia non lo volle mollare e si ritrovò a ghignare soddisfatta. Si premette con più decisione contro di lui, facendogli sentire quanto fossero morbidi i suoi seni.
    Solo i pervertiti dici? chiese con una punta di disprezzo nella voce, ma non lo stava disprezzando davvero, piuttosto lo stava provocando. Abbassò una mano di scatto afferrandogli l'erezione sulla stoffa.
    Qui qualcosa mi sta dicendo che anche tu sei un pervertito. affermò per poi farsi scappare una piccola risata divertita. Nimue intanto sollevò gli occhi al cielo, poi guardò sospettosa Cia. Che lo avesse fatto apposta a chiedere il suo aiuto per il rito? Dopo il loro incontro con quello zombie, Cia faceva di tutto per rimanere da sola con lei e arrivare a situazioni piccanti, sebbene le avesse già fatto capire che non aveva alcuna intenzione di intraprendere una relazione di quel tipo. Tuttavia non ebbe il cuore di fermarla, dopotutto nemmeno a lei dispiaceva se qualche volta con Cia si ci concedevano pause di quel tipo dal loro lavoro di streghe. Ed in effetti era da tantissimo tempo che non le capitava un'occasione come quella.
     
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    No, quello doveva essere un altro sogno. Probabilmente in quel momento il suo corpo stava galleggiando in un tubo pieno di d'acqua verde in qualche magazzino super-segreto che le streghe usavano per mettere sotto chiave i fessi che andavano a ficcare il naso nei loro affari. E mentre dormiva, gli avevano mandato quella visione per prenderlo in giro.
    Se era davvero cosi, Toushiro sperò si stancassero in fretta, perchè non sarebbe stato in grado di reggere ancora per molto. Lo sguardo di Via che incontrò col proprio aumentò ancora di più il panico che lo attanagliava. C'era un bagliore negli occhi, un misto di emozioni aggressive della strega che gli faceva più paura della prospettiva di finire incenerito da Avers.
    Sussultò ancora, con un verso strozzato, quando lei si premette ancora di più contro la sua schiena. I suoi seni erano morbidi e sodi, si ritrovò a pensare, e l'iqnuilino del piano di sotto non tardò a fare sentire, con terrore di Toushiro, quello che pensava.
    C-Cia? chiese. Il respiro stava cominciando a farsi più veloce, ma lui fece di tutto per evitare che si notasse. Inghiottì, ma gli pareva che la bocca gli fosse diventata un deserto.
    Si accorse, suo malgrado, che Nimue si era accorta della sua "condizione" nello stesso momento in cui la voce di Cia gli sfiorò di nuovo l'orecchio, stavolta con una punta di disprezzo. La vergogna e l'umiliazione gli si ammassarono nel petto come un'ondata ribollente.
    No! Io non sono... non sono un... Aaaaah!
    Le parole gli vennero troncate di bocca da un gemito che, inarrestabile, gli scappò dalle labbra quando Cia, con pcoa grazia, lo afferrò all'improvviso. Toushiro riuscì a bloccarlo serrando la bocca, ma ormai gli era uscito e la vergogna lo travolse.
    C-Cia! N-non lì...! balbettò. Anche se attraverso la stoffa, sentiva le dita di Cia come un contatto che lo eccitava e spaventava assieme. Gli pareva che le sue dita bruciassero come fuoco. Cominciò ad ansimare e l'aria iniziò a mancargli.
    Cia l'avrebbe sentito facilmente. La punta delle su mutande si fece bagnata: quella doppia stimolazione gli aveva fatto sfuggire alcune gocce di sperma.
    Da parte sua, Toushiro era totalmente nel panico, frustrazione, confusione e umiliazione che si mischiavano ad un'eccitazione che lo terrorizzava. Gli pareva che, da dove Cia lo toccava, onde di calore gli si propagassero in tutto il corpo, svuotandogli la testa e facendogliela leggere. Suo malgrado, si ritrovò a non poter staccare gli occhi dalla figura voluttuosa di Nimue e in particolare dal suo petto prorompente.
    A-aspetta disse ancora a Cia, debolmente. Brividi gli attraversavano il corpo, un calore bruciante lo paralizzava là tra le braccia di Cia.
     
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    Era una delizia vederlo tremare e bloccato sul posto. Lo sentì farsi anche più duro quando lo afferrò e notò che dopotutto dentro le mutande non era poi così ragazzino. Iniziò a ridacchiare e a stuzzicarlo con la mano carezzando l'erezione mentre l'altra mano gli sganciò la cinta. Gli sfiorò il lobo dell'orecchio con le labbra, per poi soffiarci dentro il suo fiato caldo.
    Non negare l'evidenza..., sei ancora più duro di prima e guardati... non riesci a staccare gli occhi di dosso a Nimue non è così? gli sussurrò all'orecchio. Nimue smise di coprirsi con le mani, ormai il danno era stato fatto e lei non era così timida come sembrava. Il corpo di Nimue era generoso nelle forme, i suoi seni alti e sodi avevano due capezzoli dal coloriti più chiaro e l'aureola dalla forma regolare. Non aveva peluria sul pube.
    Potresti fermarmi, ma la verità è che ti piace troppo, ti eccita farti trattare così non è vero? chiese con voce sempre più maliziosa. La mano intanto che prima lo teneva sull'erezione si spostò insinuandosi dentro i pantaloni, cercando l'elastico dei boxer per poi sollevarlo e cercare di infilarsi dentro alla ricerca del contatto diretto delle dita contro la pelle del suo membro.
    E dimmi Toushiro, non vorresti toccare i seni di Nimue? Non te li sei già immaginati contro la tua bocca, oppure fra le tue mani? continuò a provocarlo, attendendo una risposta da parte del ragazzo. Intanto Nimue sembrò indecisa sul da farsi, voleva chiederle se doveva lasciarli soli, ma non voleva interrompere il suo giochetto poiché avrebbe spezzato troppo l'atmosfera. Quindi pian piano si avvicinò ai suoi vestiti, così da poterli raccogliere e poi rivestirsi quando Cia sarebbe stata più distratta.
     
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