Perdonando me, liberi anche te, dalla solitudine

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  1. †_†yun yun †_†
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    "Mi dispiace deluderti mia cara, ma non sei la prima con cui mi salta la copertura, come la chiami te. Quando godo troppo è impossibile mantenere il controllo per non svelarmi." Le rispose piccato, ma con una punta di ironia finale. Era vero, non era la prima volta che gli succedeva una cosa simile. E molto probabilmente non sarebbe stata nemmeno l'ultima. Generalmente sceglieva però di chi fidarsi. In fondo lei era una suora, bislacca, ma una suora. Doveva essere avvezza a mantenere i segreti della gente. Sebbene cercasse di non attaccarsi troppo a lui, le fu sicuramente difficile farlo con tranquillità: Lucien era felice di aver aggiustato il malinteso e ricercava nuovamente il contatto fisico. Perciò la strinse a sé, avvicinando il corpo fresco al suo e affondò il viso tra i suoi morbidi capelli. Le baciò il collo, raggiungendo la parte dietro all'orecchio e mordendole il lobo. Sul volto aveva stampato il classico sorriso da ebete perfettamente conscio di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco. Elimona aveva però un'idea totalmente diversa su come ripartire e chi era lui per opporsi? Soprattutto fu la faccia con cui glielo propose che lo fece sciogliere come una medusa al sole. Era imbarazzata, con le guance imporporate e con un sorriso timido che svaniva una volta raggiunti gli occhi occhi ambrati. Prima però di cedere a lei, le prese il mento tra pollice e indice facendole alzare lo sguardo. Si avvicinò a lei e la baciò. Cercò la sua lingua, avvolgendola con la propria e risucchiandola verso la propria bocca. Poi si separò da lei, schioccandole un ultimo sonoro bacio sulle labbra. Sul volto un sorriso splendidamente malizioso. Si avvicinò alla sedia e vi ci si adagiò tranquillo, rilassandosi sulla testata e sui braccioli. Elimona adesso aveva carta bianca. Molti uomini consideravano quella posizione e quel preliminare, come una posa di sottomissione della donna. Vederla lì inginocchiata, intenta a ingoiare il pene maschile poteva dare un senso di potere. Poveri sciocchi e illusi umani. Era la donna che aveva pieno controllo della situazione e del potere. Era lei che concedeva l'onore e la bellezza delle proprie labbra. Era lei che decideva tutto. E così doveva essere.
     
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    Se gli aveva chiesto di riprendere in quel modo era perché si trovava in estremo imbarazzo a riprendere da qualsiasi altro tipo di effusione. Per questo non trovò la sua lingua quando Lucien cercò di baciarla, purtroppo per lui Elimona si era irrigidita e stava diventando incandescente oltre che rossa.
    La prossima volta ti ci spingo sulla sedia...
    Era una tipa davvero fatta tutta a modo suo, ma già che parlava di "prossima volta" era un buon segno. Tirò un lungo sospiro cercando di riprendersi, Lucien non l'aveva aiutata a smaltire l'imbarazzo ma non voleva smettere nemmeno lei e da qualche parte bisognava pur rincominciare. Portò entrambe le mani sul suo petto nascondendo lo sguardo dietro i capelli e piegandosi in avanti così da mettere in mostra le sue forme. Gli accarezzò il petto lentamente fino a scendere sul ventre, lì iniziò ad inginocchiarsi arrivando finalmente all'altezza giusta. Con la mano destra afferrò delicatamente il suo membro iniziando a muoverlo per poterlo masturbare, lo strinse energicamente adottando però un ritmo molto lento, concentrandosi prevalentemente sull'apertura, tirando il più possibile la pelle verso il basso. Cercava di non toccarlo con la mano metallica che rimaneva sempre maledettamente fredda. Dopo essersi assicurata che il membro del ragazzo fosse perfettamente in tiro, Elimona si avvicinò alla punta, accarezzandola con le sue labbra per poi lasciargli un piccolo bacio quasi come segno di affetto. Dopodiché tirò fuori la lingua, iniziando a leccarlo con decisione intorno alla punta, passando ben presto su tutta la lunghezza dell'asta e facendolo sempre scivolare sulle proprie labbra e sulla propria pelle. Nel mentre la mano avrebbe continuato a masturbarlo ritmicamente, cercando di soddisfarlo come meglio poteva. Quando si sentì pronta e ripiena di saliva, Elimona affondò quel gustoso affare nelle sue labbra, spingendolo come meglio poteva fino in fondo posizionando la mano sulla base. Non aveva timore, lo aveva già sentito dentro di sé e le era piaciuto, inoltre sapeva bene come stimolare un uomo e per questo non si tirò indietro. La lingua continuò a picchiettare sulla punta mentre le labbra e la saliva si occupavano del resto, la mano oramai del tutto libera dai suoi obblighi si dedicò ai testicoli, iniziando a massaggiarli delicatamente.
     
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  3. †_†yun yun †_†
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    Lucien aveva di per sé una temperatura corporea più bassa di quella umana, impossibile farla alzare. O magari c'era un modo ma lui non lo conosceva. Anzi stava più a suo agio quando le temperature erano basse, possibilmente molto sotto lo zero. Tuttavia c'erano occasioni in cui non disdegnava affatto inabissarsi in qualcosa di molto caldo e molto bagnato. Si rilassò sulla poltrona, mettendo un po' più avanti il bacino in modo da farla muovere come più volesse. Allargò anche le gambe così che Elimona potesse stare comoda al loro interno. Era ancora imbarazzata e il fatto che non l'avesse voluto baciare per bene poco prima non gli aveva fatto piacere. Lo perdonava... Ma a modo suo? Non era un concetto che gli andava particolarmente a genio. Le cose si facevano per bene o non si facevano. Com'era quel proverbio terrestre...? A mezzo non è buona nemmeno la messa..? Sì, un qualcosa di simile. E lei più di chiunque altro lo doveva sapere bene. Tuttavia, non fece una piega. Abbassò lo sguardo e la visuale era veramente ottima. Nella posizione in cui si trovava ora, le linee sinuose del suo corpo si allungavano, dispiegandosi in due curve parallele e ondeggianti e terminavano unendosi in basso, formando il fondo schiena. E che fondo schiena! Il suo membro si beava delle amorevoli cure della suora. La vista vuole sì la sua parte, ma anche i fatti concreti aiutano. In breve era di nuovo pronto per qualsiasi utilizzo. E lei sapeva benissimo che cosa farsene. Dapprima lo leccava tutto intorno, mentre la mano rinforzava il movimento. Poi vide il proprio pene sparirle dentro la bocca. Gemette senza trattenersi. Era inutile farlo: quando una cosa ti piace, devi dirlo. Più i momenti passavano e più si rilassava, godendosi la sua calda bocca fargli da contrasto. Oramai era diventato un tutt'uno con la poltrona, talmente era sereno. Socchiuse gli occhi, godendosi ancora di più quell'attimo di piacere. Si sentì afferrare lo scroto e per un attimo ebbe il terribile terrore che volesse farli nuovamente male lì. Ma aveva sbagliato: con la mano prese a toccarlo, giocando con esso e passandoselo tra le dita. Non lo avrebbe mai detto prima, ma era una sensazione bellissima. Equiparabile a poche altre. Gemette nuovamente mentre un primo brivido gli attraversò il corpo. Di una cosa poteva essere certa: lui non aveva mai freddo.
     
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    Elimona, pur essendo totalmente concentrata sul suo da fare, non riuscì a fare a meno di meravigliarsi di fronte alle reazioni del corpo di Lucien. Nonostante il suo corpo reagisse proprio come altri amanti che aveva avuto, la sua temperatura non aumentava mai, se non di pochissimo: variava quel che bastava per giustificare movimenti vascolari, ma niente di più. Era davvero un essere a sangue freddo, quella freschezza la straniva un pò, ma la metteva anche a suo agio. In fondo l'importante era che fosse piacevole e che sapesse usare gli strumenti, la temperatura non era rilevante. Lei non fu da meno in ogni caso: lasciava scivolare quell'affare gustoso nella sua bocca accarezzandolo come poteva sulla lingua e indirizzandolo nella propria gola per dargli tutta la stimolazione di cui aveva bisogno. Elimona ogni tanto si staccava dalla penetrazione orale per tornare a leccare l'asta e lo scroto, e quando questo avveniva i suoi occhi si sollevavano verso il ragazzo come a volergli mostrare che non provava più vergogna, anche sembrava quasi volersi vantare della sua performance. Ad un tratto prese a masturbarlo più energicamente e mentre gli leccava lo scroto gli fece capire chiaramente le sue intenzioni.
    So che puoi... dammene ancora... voglio assaggiarlo...
    Anche se prima si era tirata indietro le era piaciuto. In quel momento non l'avrebbe mai ammesso ma ne voleva ancora, e voleva provarlo nella sua bocca. Se Lucien si fosse rivelato un osso duro, Elimona sarebbe ricorsa alla sua arma segreta: l'indice della mano metallica si sarebbe fatta strada nell'antro anale di Lucien utilizzando l'abbondante quantità di saliva riversata lì intorno per poterlo violare e dare inizio ad una stimolazione della prostata ben pensata e sicuramente non invasiva. Chissà se anche i pesci potevano essere stimolati in quel modo? Non vedeva l'ora di scoprirlo, anzi... di assaggiarlo...
     
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  5. †_†yun yun †_†
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    Ogni volta che alzava lo sguardo per poterlo osservare, era come se gli staccassero una delle sue preziose squame. Vedersi inchiodato da quegli occhi d'ambra mentre lo leccava e lo stimolava era come una stilettata sul cuore. Si sentiva completamente suo, preda e vittima del piacere al tempo stesso. Era impossibile guardare altrove. Mai come in quel momento desiderava ardentemente riempire una bocca. Generalmente non gli piaceva farlo perché trovava molto più eccitante eiaculare in ben altre cavità. Ma la situazione intera gli stava sfuggendo di mano. Elimona sembrava desiderare di assaggiare il suo sperma. Glielo dicevano gli occhi vogliosi con cui lo guardava. E aveva ragione a pensarla in quel modo. Dopo altre lappate meravigliose, il ritmo della masturbazione aumentò considerevolmente e le sue parole, ora esplicite e per nulla velate dalla timidezza ebbero il potere di fargli crollare le ultime barriere. Era tremendamente erotica: la posizione, il corpo nudo, lo sguardo ammaliante, i movimenti sul membro e una bocca calda da far invidia ai geyser sottomarini. Pian piano alla base dell'asta, là dove a lui non nascevano quei disgustosi peli maschili, apparvero le sue squame, lucenti e unite, da sembrare la trama di un tessuto. Le mani si uncinarono ai braccioli, mentre il petto si alzava e si abbassava sommessamente. "Continua..." Le disse tra un sospiro e l'altro. La stimolazione era talmente forte e prolungata che non avrebbe resistito a lungo. Il desiderio di riempire con il proprio seme quelle gote deliziose era un pensiero ricorrente e tangibile. Da una parte aveva paura a lasciarsi andare e a riempirla, visto il recente precedente. Dall'altra voleva solo veder strabordare il proprio sperma oltre quelle labbra d'angelo. Cappelletti, che suora di seduzione era! Sentì l'orgasmo salirgli dal basso del ventre, avvertì come cresceva, insieme alla grandezza del proprio membro. Percepì l'immane desiderio di svuotarsi e lasciarsi andare. I primi spasmi gli fecero tremare debolmente le gambe. Non le afferrò la testa. Voleva che fosse lei a decidere come prenderlo e se prenderlo tutto. Con lui non era tanto di fuori l'espressione "corrente in piena". La voce fuori controllo raggiunse un tono acuto e rauco al tempo stesso, mentre le squame si estendevano ormai per gran parte dell'addome: sì, era proprio un buon momento per venire.
     
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    Elimona lo sentì chiaramente stavolta, come prima comparvero di nuovo le squame e il suo corpo prese a tremare, voglioso di liberarsi completamente di quel piacere e riversarlo dentro di lei. La suora non si tirò indietro, aumentò ancora il ritmo in modo da stimolarlo con ogni parte della sua testa, spingendo lo fino in fondo con le labbra e la gola per non lasciargli neanche un centimetro di pelle scoperta. Succhiava avidamente come se potesse farlo venire in anticipo, prima del tempo, ma l'attesa la stava rendendo ancora più vogliosa e non avrebbe sopportato di attendere ancora: lo voleva subito. Lo sentì pulsare, eccolo finalmente tutto per lei, caldo e delizioso seme che si fece strada dentro la sua bocca. Elimona ne ingoiò quanto più ne poteva, golosa, cercando di non farsi sfuggire niente. Dalle labbra prese a colare qualche grumo, poi dovette riprendere fiato e una piccola parte di orgasmo le finì intorno alle labbra e alle guance. Rimase a respirare, mandando giù un altro boccone mentre con la mano teneva ancora saldamente il membro di Lucien per masturbarlo molto lentamente. Il suo sguardo era basso e ansimava come se avesse avuto una brutta esperienza. Ma non era così. Sollevò lo sguardo verso di lui, sembrava una bestia minacciosa che aveva puntato la sua preda. Allargò le mani sopra i braccioli della sedia per spezzarli con la mera forza bruta, le davano solo fastidio. In quel modo poté circondare il bacino di Lucien con le gambe e sedersi letteralmente su di lui, lasciandosi penetrare da quell'asta di piacere ancora una volta, ma stavolta seguendo le sue regole. Gemette chiudendo gli occhi e sollevando la faccia verso l'alto, passandosi la mano destra sulle labbra per raccogliere il seme che le era sfuggito e riportarlo tra le labbra, non sprecandone nemmeno una goccia.
    Ancora un altro sforzo... non mi cedere propri ora...
    Si, ne voleva almeno un altro e non gli avrebbe concesso una pausa di riflessione esistenziale stavolta. Ora contava solo il piacere e per questo lo strinse tra le braccia, spingendolo contro il suo seno, mentre lentamente la suora eseguiva lenti movimenti del bacino per lasciarsi penetrare da lui, vogliosa di andare fino in fondo.
     
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  7. †_†yun yun †_†
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    Si sentì il mondo crollare sotto la poltrona mentre lei letteralmente risucchiava il suo sperma. Le sue gote si riempirono più volte, ma una parte andò a macchiare direttamente il viso. Solo Lucien in quel momento ero lo spettatore di quella visuale. Quella morbida boccuccia, quelle labbra rosse, quelle guance rosee... Tutte rese lucide e appiccicose dal suo liquido. E poi quegli occhi di ambra, oh per tutti i pesci rossi, avrebbero resuscitato atlantide! Forse fu proprio questo a consentirgli di riprendere subito vigore: il suo viso estremamente erotico. Elimona si tirò su, leccando di quando in quando la propria faccia per ripulirsela da vera intenditrice. Con un paio di coli ben assestati fece volare via i braccioli per potersi sedere sul suo grembo e riprendere la penetrazione. Ne aveva ancora voglia e lui non aveva nessuna intenzione di deluderla in quel momento. Solo che aveva ben altri piani in mente. Erano passati allo stadio successivo, entrando in quello che lui definiva il sesso animalesco. Il primo era quello per conoscersi, ma il secondo era quello in cui ogni barriera crollava, lasciando il posto al puro istinto selvaggio e indomito. Lasciandosi travolgere dalla sua passione e usando la propria forza, sarebbe riuscito a invogliarla a girarsi di circa 180 gradi, in modo da avere le sue spalle di fronte. Elimona avrebbe scelto come mettere le gambe, se quindi lasciarle sopra la seduta o farle scendere fuori. Ma la voleva così. Voleva penetrarla a fondo, farle sentire tutta la sua eccitazione fino in fondo, fino alla porta del'utero. Con una mano si afferrò l'asta pulsante e la indirizzò verso le sue labbra fradice di umori. Le doveva essere davvero piaciuto leccarglielo. Sfregò avanti e indietro su quella carne vogliosa, ma senza penetrarla. Doveva essere lei a impalarsi sul suo membro fremente. "Scopami come più desideri.." Le disse, la voce roca che bisbigliava al suo orecchio, un chiaro intento di farle cedere ogni tipo di riserva. Il bello stava iniziando proprio ora...
     
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    Elimona era già pronta a dire la sua, ma Lucien volle rallentarla per dettare le sue regole, facendola voltare prima della penetrazione in modo da dargli le spalle. La suora si lasciò sfuggire un gemito di dissenso, la stava rallentando maledizione, per lei sarebbe già dovuto iniziare il piacere e invece eccolo esitare. Man on si perse d'animo e anche in quella posizione non ci pensò due volte a lasciarsi penetrare, abbassando la schiena quanto bastava per fargli vedere anche le sue natiche e afferrare con le mani i suoi stessi talloni. Stringendoli e usandoli come punto di appoggio, Elimona poteva dare libero sfogo alla sua forza così da muoversi rapidamente sul suo membro, spingendolo dentro di sé fino a fargli sfiorare l'utero per poi riprendere il ritmo, lasciandolo scivolare a grande velocità senza nessun freno inibitorio. I suoi occhi si chiusero e la bocca si deformò in una visibile smorfia di piacere, ansimava rumorosamente e il suo seno rimbalzava al ritmo di quella penetrazione, voleva sentirlo di più, voleva urlare dal piacere e quel membro la stava portando lentamente alla follia.
    Lo sento, sto godendo... non fermarti... ancora, ancora!
    Non riusciva a trattenere il suo entusiasmo, ne voleva di più, voleva portarlo al limite e per farlo tornò a stringere le pareti della sua intimità, stavolta molto più forte e aumentando notevolmente il proprio calore corporeo. Anche Lucien doveva urlare come lei.
     
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  9. †_†yun yun †_†
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    Il suo membro venne praticamente mangiato per intero dalla calda intimità di lei. Un attimo prima era nella sua mano e quello dopo, puff, sparito. E dove era sparito. Nel miglior nascondiglio del mondo, a suo pensare. Si lasciò letteralmente fottere da lei per i primi minuti, incapace anche solo di pensare qualcosa. Si godette il momento, appoggiando la testa sullo schienale e imprimendosi nella mente quel culo fantastico che danzava di fronte ai suoi occhi. Si sentiva stringere l'asta tra le pieghe delle sue morbide carni mentre un calore lo avvolgeva come un guanto. I suoi lunghi capelli coprivano parte della figura sensuale e decise di arrotolarli intorno alla sua mano, così da avere una visuale perfetta della sua schiena, con la linea dei fianchi in primo piano. Con l'altra invece andò ad aiutarla nel movimento, poggiandola sul bacino, in modo da darle con la sua presa, la voglia di aumentare il ritmo. La sentiva gemere, come se ancora non avesse mai avuto un orgasmo. La sentiva intimargli di dargliene di più, ancora e ancora. Cavolo, che donna insaziabile. Lucien sorrise soddisfatto, non visto. E allora iniziò anche lui a muovere i fianchi, per potersi unire al ritmo di lei. Da prima più lentamente, per non farla finire fuori fase e poi con più grinta e entusiasmo, mentre il proprio membro ritornava alle grandezze migliori, ingrossandosi ad ogni gemito. Si staccò dalla poltrona per raggiungere la sua figura e poterla riempire di baci. Non fraintendiamo: non coccole da amanti, ma veri e propri tocchi animaleschi, volti per lo più a stuzzicarla nelle parti del corpo facilmente raggiungibili come le scapole, il collo e le spalle. Poi avrebbe cercato di insinuarsi più avanti, col chiaro intento di raggiungere almeno uno dei seni, facendola torcere verso di sé grazie all'aiuto della presa sui capelli. Ma il ritmo non diminuì affatto. Ogni affondo era sempre più potente e sempre più veloce. "Fammi godere... Elimona... Fammi godere!" Le disse tra un tocco e l'altro della bocca senza interrompersi neppure in quello. La mano poggiata sul fianco si mosse lentamente in avanti, sfiorando la sua pancia con l'intenzione di raggiungere la sua intimità bollente. Ma prima si sarebbe fermata sul suo clitoride, iniziando a stimolarlo con dei movimenti circolari. I gemiti di lei sarebbero stati una perfetta cornice per quel loro amplesso ai limiti del blasfemo..
     
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    Quando Lucien cercò con le mani il suo corpo per poter prendere capelli e seno, Elimona sollevò la schiena per poter usare il corpo del ragazzo come punto di appoggio. Si sdraiò letteralmente su di lui adagiando la nuca sulla spalla destra del ragazzo, concedendogli tutto lo spazio che gli serviva per poterla toccare e soprattutto le dava una diversa angolazione per spingere quel delizioso affare dentro di sé. Stimolata in profondità, poi sul seno e infine anche su clitoride, Elimona fece crescere gradualmente i suoi gemiti che si trasformarono lentamente in grida di piacere incontrollate. Le sue mani, piazzate ai lati dello schienale della sedia, si tendevano forzutamente per cercare di aumentare la potenza delle spinte, al punto da far scricchiolare la sedia rumorosamente per quanta forza stava imprimendo.
    Forza, forza, di più! Non fermarti, fammi venire, fammi venire!
    Non provò nemmeno a sedarlo o a faro andare più lentamente, quello che le importava era venire ancora, stracolma di piacere e finalmente soddisfatta. Sapeva che ci sarebbe arrivata soltanto con l'ennesimo orgasmo del ragazzo, ma anche a costo di prosciugarlo e portarlo al limite non si sarebbe arresa. La sua intimità nel mentre emetteva suoni sempre più lascivi e perversi, un rumore semplicemente unico che sembrava scandire i versi di una canzone lussuriosa ed incredibilmente piacevole. Era così eccitata che il membro di Lucien non trovava più nessun tipo di resistenza e poteva andare fino in fondo. Adesso però voleva il culmine e avrebbe aumentato il ritmo fino a che Lucien non le avesse dato un'altra scarica di piacere liquido.
     
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  11. †_†yun yun †_†
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    Voi credete che sia facile resistere? Voi, benpensanti, riuscireste a trattenervi troppo al lungo dal venire? Sicuramente negherete tutti, direste "io posso durare anche 4 ore". Ovviamente tutte esagerazioni. Tutte balle che vi raccontate per sentirvi dei super-uomini. Cazzate. Non gli importava di continuare a penetrarla per ore e ore. Lui voleva godere. E voleva che anche lei godesse. Voleva sentirla sconvolta per un orgasmo anche se era passato forse poco tempo. Non gli importava la quantità, ma la qualità. E a giudicare dalla sua reazione, la qualità che stava mettendo in piazza era davvero ottima. Elimona era come trasformata: la timidezza era svanita e ormai mostrava tutta la sua perversione. Era una suora davvero singolare e se tutte erano come lei, beh sapeva benissimo dove andarle a trovare. Aumentò la presa sui capelli in modo da farla avvicinare ulteriormente a sé. La poltrona scricchiolò rabbiosa. Non avrebbe durato ancora a lungo. Le baciò il busto sinuoso risalendo con la lingua verso le costole e il seno prospero. Arraffò un capezzolo, catturandolo tra le proprie labbra e prese a succhiarlo. Voleva farla venire sopra ogni altra cosa. La sua fresca mano prese a strofinare più in basso, abbandonando momentaneamente il clitoride, per dirigersi verso le sue grandi labbra. Erano bollenti e fradice di umori. Prese a giocare con loro, tirandole e rigirandosele tra le dita. La accarezzò per tutta la sua lunghezza mentre la penetrava con una forza e una velocità sempre maggiori. Le spinte si erano fatte pressanti, insistenti e martellanti. Ma quando lo implorò a gran voce di farla venire, smise di ragionare. Semplicemente fu il corpo a portare a termine quell'ordine. Il suo membro era sul punto di esplodere, tant'era saturo di liquido pronto a eruttare per riempirla tutta. Probabilmente sentì che si era ingrossato e che adesso la tappava nella totalità di quell'intimità grondante di umori. Spinse più forte che poté, usando tutta la forza del suo bacino, come se stesse nuotando alla massima velocità che aveva in mare. Strizzò quel tenero capezzolo nella bocca, come se cercasse di portarglielo via. "Godi... Godi... Godi Elimona, godi con me!" Le disse tra i denti per tutta risposta. La sua voce era l'essenza stessa dell'eros, tant'era eccitato in quel momento. Poi, al colmo del piacere e ormai incapace di trattenersi oltre, sarebbe venuto dentro di lei, con la speranza di un orgasmo meno traumatico. L'avrebbe inondata con suo seme fresco e denso che lentamente sarebbe colato giù, lasciando una macchia indelebile su quella poltrona che sapeva di sesso.
     
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    Lucien smise di provare riguardi nell'ultima parte, trattando Elimona come una tavola imbandita e servendosi di lei per raggiungere il piacere. Ma questo alla suora non importava, per lei andava bene perché le stava dando esattamente ciò che desiderava: piacere, puro piacere. La suora aumentò il ritmo assecondando i movimenti di Lucien, stimolava la penetrazione fino in fondo con movimenti del bacino violenti, sicuramente se quella poltrona fosse stata viva non si sarebbe divertita poi così tanto, di sicuro non quanto i due amanti. La sua pelle diventava sempre più calda, i respiri sempre più affannosi e i seni si muovevano rapidamente al ritmo di quegli spasmi violenti accompagnati da grida sempre più forti. Era al culmine, non riusciva più a trattenersi.
    Vengo! Vengo! Ghaaaaaa!!!
    Esplose in un violento orgasmo che mescolò il seme di Lucien dentro di lei con umori bollenti e colmi di voglia. Si irrigidì mentre gridava al cielo la sua passione ed iniziò a rilasciare pressione energetica senza volerlo: quello fu la goccia che fece traboccare il vaso, poiché la poltrona sulla quale erano seduti cedette inevitabilmente facendoli finire entrambi a terra, separati, ansimanti ma soddisfatti senza ombra di dubbio. Dopo un primo momento di confusione, Elimona iniziò a ridacchiare divertita, all'inizio con calma per poi passare ad una risata sguainata che la accompagnò a terra, oramai completamente distesa e rilassata. Alla fine si era rivelata un'esperienza soddisfacente, ma mentre riapriva gli occhi e sorrideva dolcemente verso Lucien, volle comunque dargli un ultimo avviso con la serafica serenità di un angelo.
    Se racconti a qualcuno quello che abbiamo fatto... ti metto in scatola e ti uso per il sugo...
    Sorrise dolcemente, come se avesse detto la cosa più romantica del mondo. Non gli interessava una risposta galante del tipo "un vero uomo non si vanta mai delle sue conquiste", anzi non le importava di nessuna risposta in effetti: voleva soltanto che il messaggio fosse molto chiaro, perché fare sesso per una Suora non era esattamente un buon modo per farsi apprezzare.
     
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  13. †_†yun yun †_†
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    Sentì il mondo cedergli nel momento meno opportuno... Di nuovo. La poltrona cedette nello stesso istante in cui l'ultima goccia di sperma abbandonava il piccolo condotto. Non ebbe modo nemmeno stavolta di godersi fino in fondo il proprio orgasmo. Ah, quanta pazienza ci voleva. E la colpa, se così si può dire, era tutta della suora sopra di sé che si era lasciata andare decisamente troppo. Ancora mezzo intontito, riuscì a capire in che parte di mondo si trovasse. Dolore al sedere. Se lo massaggiò, convinto che a breve gli sarebbe venuto un bel livido. Già immaginava le facce dei bambini del corso che lo prendevano in giro. Sospirò. Poi ne fece un altro ben più profondo, come se volesse dare un taglio definitivo a tutto quanto. Come se ormai niente potesse più dargli troppo fastidio. Guardò il corpo eccitante di Elimona, notando quanto fosse ancora più bella adesso. Avrebbe voluto essere un pittore per poter raffigurare quelle linee. Poi lo avrebbe appeso in camera. Aveva un'espressione beata e serena mentre gli sorrideva. Certamente però ancora aveva un certa nota acida che la contraddistingueva. Lucien alzò gli occhi al cielo, sbuffando tra le labbra. Non capiva mai quando era il momento di stare zitta? Si avvicinò a lei, rotolando per terra. E la baciò sulla bocca con un unico messaggio: "silenzio, non dire altro". "E te stai attenta a non eccitarti troppo, quando mi pensi. O le altre suore dovranno trovare un modo per placare il tuo desiderio." Era raro che scherzasse così con un'umana, rispondendo per le rime. Generalmente avrebbe messo in campo la sua reputazione, avrebbe fatto il carino e l'uomo di parola. Con lei non aveva senso mantenere alte le barriere della segretezza. Cercò la sua bocca ancora una volta prima di alzarsi. La sua figura era particolarmente lucente ora, laddove le squame invadevano la fittizia pelle umana. La sua figura stessa, appariva più affascinante, dopo il sesso. Era un essere vanitoso oltre ogni modo di dire. Raggiunse i vestiti di entrambi e passò a Elimona i suoi mentre si infilava il costume e si sistemava gli occhialini al collo. Infine, l'avrebbe circondata un'ultima volta con un braccio, passandolo dietro la sua schiena e l'avrebbe baciata senza possibilità di esclusione. Un bacio d'arrivederci da inguaribile sentimentale qual'era. "Beh, se passi da Londra avvertimi." Terminò infine prima di andarsene. Un ultimo sguardo a quel luogo, che tanto lo aveva deluso. Per fortuna il suo incontro con la suora aveva mitigato almeno in parte la delusione cocente. Avrebbe ripercorso la strada al ritroso, ma con molta più calma dell'andata. Poi si sarebbe gettato nel mare sconfinato e parte delle sue lacrime di rabbia si sarebbero mescolate all'acqua salata. Quanto ancora avrebbe dovuto cercare?
     
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    Quella scatoletta di tonno parlante amava avere sempre l'ultima parola, fortunatamente per lui Elimona era abbastanza soddisfatta della performance appena sperimentata per provare nuovamente a castrarlo, ma avrebbe dovuto imparare meglio ad essere accondiscendente con una suora che conosce la piromanzia e la cucina dei mari. Dopo essersi rialzata e infilata qualcosa degli stracci che le restavano, Elimona decise di salutare Lucien: avrebbe preferito un approccio più "controllato" ma il ragazzo si lanciò letteralmente tra le sue braccia spiazzando la suora che si limitò a battergli un paio di volte le mani sulle spalle, cercando di non essere troppo fredda.
    Facciamo che ti mando una cartolina a Natale...
    Sembrava un freddo addio senza troppi complimenti, ma la leggera risata ironica che seguì alla fine avrebbe fatto intendere a Lucien che Elimona aveva tutta l'intenzione di incontrarlo di nuovo. Si separarono quindi nella stessa notte in cui si incontrarono, abbandonando tutto ad un lascivo capriccio del destino, scomparendo come la notte che lascia spazio al giorno. Elimona avrebbe poi dovuto dare molte spiegazioni a proposito di quella sera, ma per il momento non era affatto importante: il ricordo di quell'esperienza le avrebbe concesso pace ancora per un pò.
     
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