Perdonando me, liberi anche te, dalla solitudine

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    Prima che potesse incazzarsi ancora di più, in quel posto era già il caos: doveva pensare in fretta perché temeva che le persone che tentava di salvare potessero finire ferite comunque, la serata era stata un fallimento totale quindi avrebbe preferito di gran lunga nel riuscire almeno a salvare il salvabile. Se continuava a respingere quella fiumana però, non avrebbe mai iniziato a metterli in salvo e purtroppo non disponeva di un potere utile contro le grandi masse. Fortunatamente Nettuno arrivò in suo soccorso facendo esplodere fonti d'acqua in giro e... no un momento: lei era una suora, quindi cattolica, perché diavolo Nettuno la stava aiutando? Si voltò nervosamente intorno, spegnendo la sua palla di fuoco mentre una mano amichevole la fermava, attirando finalmente la sua attenzione con non poco stupore: non era bagnata. Non lo era lui, e non lo erano nemmeno i prigionieri. La stava aiutando? Non aveva tempo per deciderlo, l'unica cosa che sapeva alla perfezione era che se anche il turchino provava a fare il furbo ci sarebbero stati due bacini spappolati. Che il proprietario e i suoi fuggisse non era un problema, l'importante era salvare quelle persone.
    Devi aiutarmi a portarli fuori, non so se ce la fanno ma dobbiamo avanzare tutti insieme perché potrebbero riprenderseli mentre siamo distratti. Cerca di indirizzarli verso la porta, io intanto chiamo aiuto.
    L'aiuto consisteva in una chiamata d'emergenza fatta con il suo braccio metallico, munito all'occorrenza di una trasmittente votata appositamente a quel tipo di necessità. Se il ragazzo l'avesse aiutata in maniera efficiente sarebbero riusciti a portare tutti fuori giusto in tempo per vedere i soccorsi della chiesa arrivare tempestivi per portare in sanlo quelle povere anime e forse far tirare un sospiro di sollievo ad Elimona.
     
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  2. †_†yun yun †_†
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    Facile. Davvero facile. Anzi, infinitamente facile."Certamente, cosa vuoi che sia?" Rispose sarcastico. Nessun problema. In fondo doveva solo portare verso l'uscita un gruppo di 30 giovinetti bipedi. Peccato che fossero così mal ridotti. Purtroppo erano anche drogati. Le loro menti forse erano compromesse per tutta la vita. Alcuni non erano solo deboli: le sevizie che avevano subito potevano essere tali da non rendere loro possibile nemmeno deambulare facilmente. Ma, ovviamente 'sua maestà' aveva ordinato e lui obbediva. Aveva in mente un unico piano e se falliva si ritrovavano del pesce-gatto. Ovviamente avrebbe potuto trasportarli un po' per volta, ma ad ogni viaggio ne avrebbe lasciati un po' senza protezione, in perfetta balia di quei bipedi dall'animo lercio. Perciò dovevano andare tutti insieme. Cantando alle acque, riuscì a farle trasformare in una specie di nastro trasportatore marino: la sua idea era quella di un piccolo torrente cje andava in direzione della porta. Si tolsr la felpa e la passò alla fanciulla meno vestita. Con occhio critico individuò i tre più deboli e malconci e se li caricò in spalla. Poi invogliò gli altri ad alzarsi e li sospinse verso lo scivolo d'acqua. Non fu facile. I più non si reggevano davvero in piedi. La maggior parte era in uno stato confusionale. Ah, cosa faceva solo per una bella donna!!! Tuttavia, non avendo certezze del futuro voleva quantomeno una piccola iniziale ricompensa. Attirò la sua attenzione, alzando la voce per sovrastare il frastuono."Ti aspettiamo di là. Te muoviti." E nel dirle queste parole si era talmente avvicinato a lei che con un ultimo passo avanti fu in grado di portarsi ad un niente dalle sue labbra, e sperando di coglierla di sorpresa, le avrebbe dato un lieve morsino sulle labbra. Poi, si sarebbe allontanato in fretta guardandola come un topo fa col gatto e avrebbe raggiunto il resto della compagnia di fuggiaschi. Ora doveva solo portare tutti fuori.
     
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    Il ragazzo ed Elimona iniziarono a caricarsi ragazzi sulle spalle, lui avrebbe dovuto notare con quanta leggiadria una donna riusciva a caricare quattro o cinque persone sulle braccia come se fossero state bottiglie d'acqua e soprattutto senza sforzo apparente. Purtroppo però il nostro co-eroe scelse il momento sbagliatissimo per approfondire la loro conoscenza, e prendendo Elimona di sorpresa mentre raccattava persone si avvicinò troppo pericolosamente alle sue labbra per morderle. La reazione fu una violenta testata da parte della suora, quasi spaventata, verso il suo affusolato nasino che probabilmente lo avrebbe fatto sanguinare un pò. In un primo momento Elimona sentì l'impulso di scusarsi, ma subito dopo si rese conto che in fondo non era lei dalla parte del torto, quindi lo rimproverò cercando di non essere troppo dura, conscia che la testata probabilmente era stata sufficiente.
    Ti sembra il momento porca puttana?! Forza, dammi una mano!
    Purtroppo Elimona era così: impulsiva e disarmante, tuttavia mentre portava via quelle persone si ritrovò ad arrossire leggermente, imbarazzata da un simile gesto in un momento del genere. Perché diavolo lo aveva fatto? Era davvero un pervertito oppure la trovava semplicemente carina? Ripensandoci era un bel gesto, forse aveva sbagliato a fracassargli il naso... però era anche colpa sua: avvicinarsi così tanto ad un toro teso come la corda di un violino, era normale ritrovarsi le corna senza molto preavviso. Fortunatamente però, facendo gioco di squadra, i due improbabili eroi riuscirono a portare in salvo tutti quanti, appena in tempo per ottenere i soccorsi della chiesa che probabilmente si sarebbe anche preoccupata di medicare il povero naso del ragazzo...
     
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  4. †_†yun yun †_†
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    "Wow, che donna!" Esclamò nella propria mente. Non si era accorto delle sue intenzioni finché ormai non era troppo tardi per evitare la testata. Spalancò gli occhi felicemente sbalordito e scosse il capo, come per rimettere a posto i neuroni al suo interno. Se non fosse stata per la situazione di imminente pericolo l'avrebbe baciata lì, seduta stante. Per tutta risposta le mandò un basso ringhio di ammonimento. Quando vide che si stava caricando più pargoli rispetto a lui, per amor proprio ne prese un altro paio, in modo da eguagliare il numero. Non lo fece tanto per carità quanto più per dimostrare di essere alla sua altezza. Nel suo regno erano le sirene a scegliere il compagno. E spesso erano molto violente nel farlo. Lucien ricordava di una giovane pinna che per "gioco" gli aveva quasi fracassato la mandibola. Ovviamente ne era valsa la pena. Era quello che gli stupidi terrestri chiamavano "rituale di corteggiamento". Perciò era abituato bene ad incassare i colpi femminili. E lei non lo aveva ferito con cattiveria, ma per la sorpresa. Quindi non si aspettava affatto le sue scuse. "Ogni momento è buono per qualsiasi cosa." Disse, quasi più a sé stesso che a lei. Poi si gettò nella corrente che aveva creato, lasciandosi trascinare dolcemente. Tuttavia lo sforzo di mantenere attivi tutti i vari controlli sull'acqua e quello fisico nel tenere i protetti sulle spalle, impedivano un controllo ferreo sulla sua natura. Appena mise piede in acqua, numerose squame affiorarono sulla sua pelle: spalle, collo, torace e zigomi ora avevano un intenso colore madreperlaceo. Maledisse un paio di correnti contrarie silenziosamente: se adesso veniva scoperto per un motivo come quello, beh tanto valeva lasciarsi essiccare al sole. Fortunatamente la porta era vicina e l'oscurità giocava a suo favore: in pochi lo avrebbero notato. Finalmente fuori, liberò le braccia dal peso aggiuntivo e riuscì a calmare il cuore. Un sapore amaro gli invase le papille e solo in quel momento si accorse di perdere sangue dal naso. Sì, la testata era stata grandiosa. Non che fosse un masochista. Assolutamente. Solo che adorava le donne che avevano carattere. E certamente la sua improvvisata collega lo era. Un suono gutturale gli invase la gola. Un basso verso di compiacimento. Peccato che fosse un'umana. Se fosse stata una sirena avrebbero avuto molto di cui condividere. Ma la sua doppia natura gli permetteva di approfondire anche la sua di conoscenza. E se solo avesse avuto la sua coda, l'avrebbe agitata felicemente sia a destra che a sinistra.
    "Insomma questo aiuto? Non possiamo rimanere qui allo scoperto troppo a lungo." Pratico e leggermente impaziente, come al solito.
     
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    Quando finalmente furono fuori, Elimona poté tirare un sospiro di sollievo nel constatare che i soccorsi erano già arrivati: ambulanze, macchine della sicurezza della chiesa e anche qualche poliziotto che stava aderendo all'iniziativa. La suora adagiò i ragazzi a terra per poi nascondersi frettolosamente il braccio metallico. Quando tutto fu più calmo e il ragazzo cercò con lo sguardo la sua improvvisata alleata, non la vide più di fianco a lui e se non fosse stato per qualche seno vagamente più sviluppato non l'avrebbe mai vista sfrecciare via dietro uno dei muri del locale, togliendosi di mezzo come se anche lei temesse il giudizio dei suoi stessi alleati. Elimona si appoggiò al muro, convinta che nessuno l'aveva vista allontanarsi quindi era al sicuro. Si tolse la giacca ed iniziò a strapparla con i denti, iniziando ad arrotolarla intorno al braccio metallico come a volerlo nascondere.
    Se mi trovano vestita così mi beccherò un'altra ramanzina... senza contare le cazzate sulle emergenze e porcate varie. Poi non ne voglio nemmeno sapere di quei tipi che ho salvato, c'è sempre il bambinetto con gli occhi a gocciolone che ti guarda e vuole restare con te perché ti considera la sua mamma. Che cavolo sono io un ricovero coatto? No, vi ho salvati ma adesso ognuno per la sua strada, diamine!
    Nonostante il suo modo di fare eroico ed impavido, Elimona era letteralmente terrorizzata dalla fama, dalla riconoscenza e soprattutto dal sentirsi al centro dell'attenzione. Preferiva di gran lunga rimanere nell'anonimato e in disparte, certo poi avrebbe dovuto comunque spiegare il perché di quella chiamata e dove diavolo era finita una volta arrivati i soccorsi, ma questo era un problema minore: era abituata alle ramanzine stupide. Una volta nascosto il braccio iniziò a respirare affannosamente, chiudendo gli occhi e cercando di rilassarsi. Doveva solo attendere il momento giusto, poi sarebbe scappata in mezzo alla folla. Non aveva nemmeno ringraziato il ragazzo che l'aveva aiutata, questo le dispiacque un pò ma non poteva farci niente... tutto voleva meno che rimanere lì in mezzo.
     
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  6. †_†yun yun †_†
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    La sua domanda ebbe presto risposte: in un attimo si ritrovò circondato da ogni diavoleria umana e bipedi sparsi ovunque. Sembrava di stare in mezzo ad un banco di orate. Tutti che correvano ovunque, lampeggianti accesi, suoni assordanti e uno spiegamento di esaltati a non finire. Due battiti di pinna dopo due col camice provarono a medicarlo. Lui ringraziò ma cercò lentamente di dileguarsi. Anzi, di ricongiungersi alla bellona. Solo che lei era sparita. Aveva usato la confusione momentanea per darsela a gambe. "Se scappi allora sì, che ho voglia di prenderti." Si disse. Riuscì in qualche modo a mimetizzarsi tra la folla: erano veramente umani stupidi. Mentre svicolava via da tutta quella baraonda vide una figura nota nascondersi dietro al Laboratory. Sorrise a se stesso, grato di averla vista in tempo. Un morso per una testata? Ancora il bello doveva venire. Si nascose dietro l'angolo e sbirciò, cercando di non farsi scorgere troppo presto. La vide intenta a spogliarsi e a mostrare le sue forme, mentre borbottava qualcosa tra sé e sé. Certamente il suo intento era chiaro: non era lì per concludere la sua vendetta, ma solo per evitare spiegazioni. Il braccio metallico era ora sparito all'interno di un suo indumento. Appena la vide chiudere gli occhi per cercare probabilmente di rilassarsi, ne approfittò. Si avvicinò a lei silenzioso oltre ogni modo di dire. Poi le si parò davanti, appoggiando una mano al muro, in modo da impedirle la fuga in quella direzione. Anche a costo di prendersi una seconda testata nel naso, si buttò sulle sue labbra, stavolta baciandola. Se anche si era accorta di lui, sarebbe comunque arrivato nel suo intento. Altrimenti si sarebbe accorta della sua presenza solo quando le sue fresche labbra avessero incontrato quelle carnose di lei. Con la mano libera avrebbe provato a cingerle un fianco, in modo da potersi avvicinare di più alla sua figura. "Che fai, te ne vai così, senza nemmeno esserti presentata? Suvvia, non essere maleducata." Le disse beffardo. I suoi occhi erano luminosi e molto molto divertiti dall'intera situazione. Era proprio curioso di vedere come avrebbe reagito. Un'altra botta nel naso era troppo, ma se per caso gli avesse tirato uno schiaffo, Lucien avrebbe avuto la certezza che forse quel viaggio non era stato un fallimento su tutta la linea.
     
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    Non se ne rese conto, colpa dello stress e della pressione psicologica, non poteva farci niente: reagiva ancora male di fronte a grosse responsabilità. Così il ragazzo che l'aveva aiutata riuscì ad incalzarla, sorprenderla e strapparle un bacio tutt'altro che ricambiato, guadagnandosi prima un'espressione basita e qualche gemito di disappunto, poi quando provò a riprendere il discorso Elimona gli incastrò un ginocchio tra gli zebbedei, reazione involontaria e neanche tanto trattenuta. A causa dello stress non riuscì a contenere la sua forza, questo significava che probabilmente gli avrebbe fatto molto male. Stavolta i sensi di colpa arrivarono, ed Elimona si piazzò subito la mano destra davanti alla bocca, celando un "ops" decisamente sincero.
    Oddio, stavolta l'ho ucciso...
    Tuttavia, col senno di poi, si rese conto di non essere lei la pazza violenta che lo stava riempiendo di botte, ma era lui il maniaco sessuale che non perdeva una singola occasione per farle sentire le sue labbra sul corpo. Così, cercando di riprendere un minimo di serietà e aggressività, lo rimproverò senza alzare troppo la voce, altrimenti rischiava di farsi scoprire.
    Ma si può sapere che problema hai? Prima sembri un bravo ragazzo che salva le persone e poi ti comporti come un maniaco sessuale! Non so come si usa da dove vieni tu ma da queste parti il bacio sulle labbra è ritenuto piuttosto intimo. Io non so nemmeno come ti chiami e fino a dieci minuti fa nella mia testa stavi violentando bambini davanti alle loro madri!
    Ovviamente sempre senza peli sulla lingua. Se il ragazzo fosse riuscito a riprendersi dalla ginocchiata, doveva darle una spiegazione ragionevole per il suo comportamento e magari provare a comportarsi in maniera normale. Elimona eraun a tipa violenta ed impulsiva, se sperava di incantarla con una passione così insensata sarebbe cascato molto male.
     
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  8. †_†yun yun †_†
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    Questo non l'aveva preventivato. Ma proprio per niente eh! Il dolore era tale che incassò il colpo piegandosi quasi in due, ma riuscendo comunque a mantenere il braccio intorno al suo fianco. Quello per lo meno non lo aveva tolto. Gli mancò il respiro per qualche secondo, come mai gli era successo in vita sua. Si sentì frantumato nella sua integrità di uomo. Gli parve di vedere, nella sua mente impanicata, se stesso da bambino, quando andava a rompere le uova dei lucci coi suoi compagni, così, per divertimento. Sentì che le sue parti intime bruciavano dal dolore, come quando le sue squame rimanevano troppo esposte al sole. Cazzo, che dolore. Perché, perché, perché gli umani avevano un punto così vulnerabili. Nella sua lingua natia prese a maledire il creatore di quei corpi così stupidamente esposti al dolore. Se avesse tenutola sua forma, quel problema non ci sarebbe stato. Per questo era doppiamente impreparato al colpo. Per cercare di darsi conforto si disse che per lo meno non aveva usato il braccio meccanico. Una fortuna nella sfortuna. La ascoltò sfogarsi e sputargli a bassa voce addosso tutto il suo malumore. "Cavoli, ma da quant'è che questa non si sfoga un po'?" Si chiese con stupore. Eppure la sua bellezza doveva essere notata anche dagli sciocchi bipedi. Nel senso, come potevano farsi scappare una donna come quella? Magri sì poteva avere un temperamento un po' violento, ma cavolo. Era uno schianto da ogni punto di vista. Mentre cercava di riprendere fiato e parte della propria mascolinità si tirò su, porgendole la mano destra e lasciandola in sospeso tra loro: "Mi chiamo Lucien." Si presentò ansando dalla fatica. Il dolore era ancora lancinante e non gli permetteva di parlare come voleva. Provò a schiarirsi la voce e a tirarsi ancora un po' più su, per poterla tornare a guardare negli occhi. Quel bellissimo paio di occhi. "Non sono un maniaco. Se ti ho baciata è solo perché volevo attirare la tua attenzione." Quello era ovvio e scontato. Aveva già rischiato di farsela sfuggire una volta, e alla seconda forse non avrebbe avuto fortuna. Poi se glielo avesse permesso, le avrebbe detto più o meno come mai si trovava lì, che in realtà non aveva nessuna voglia di farsi invischiare in quel delirio di gente e che se l'aveva aiutata non era per compassione -forse- ma solo perché sembrava che lei necessitasse di un piccolo aiuto esterno. Sicuramente le avrebbe creduto: Lucien non mentiva mai, visto che nessuno della sua razza lo faceva. E la donna avrebbe dovuto rendersene conto dal suo sguardo limpido e dalla voce calma e sincera. Alla fine era riuscito a recuperare tutta la propria dignità e poteva tornare all'attaccò: si avvicinò a lei lentamente, sorridendo gioviale guardandola in un unico modo. Quello che esprimeva quanto la desiderasse. Se avesse voluto picchiarlo una terza volta... Beh avrebbe incassato nuovamente il colpo. Dopotutto, i bipedi dicevano 'chi la dura, la vince'...
     
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    Lucien riuscì a presentarsi nonostante il dolore, una bella prova di forza poco ma sicuro, tuttavia insufficiente per sedare la curiosità della suora che continuava a fissarlo con una punta di diffidenza. Le sue motivazioni le fecero quasi cadere le braccia e fu costretta a sbuffare distogliendo lo sguardo per non rimproverarlo ancora.
    Ma un paio di fiori no? Guardami bene, non ho corna in testa, non li avrei mangiati, li avrei presi in considerazione. Se però tu provi ad infilarmi la lingua in gola senza averla usata nemmeno per salutarmi è scontato che mi venga voglia di evirarti. Hai visto là dentro cosa succede no? Sempre meglio non fidarsi di nessuno.
    Elimona non era mai stata una tipa espansiva ed affettuosa, per questo rispose a chi la dura la vince con il palmo della mano coperta sul petto al posto della stretta di mano, allontanandolo con forza ma lentamente, facendogli capire che non lo avrebbe colpito una terza volta, ma ci stava andando davvero vicino. Un pò come inserire monetine in continuazione dentro ad una macchina per prendere calci in culo.
    Mi chiamo Elimona comunque, e sappi che se non ti ho ancora rotto le costole è semplicemente perché ho apprezzato quello che hai fatto lì dentro. Sei stato prezioso, quindi grazie.
    Rimase con lo sguardo basso per tutto il tempo, anche ringraziare era una cosa che faceva estremamente di rado e di solito le guance le diventavano rosse mentre lo faceva, non voleva farsi vedere in quel modo. Alzò lo sguardo solo all'ultimo nella speranza che non lo notasse. Tuttavia non poteva fare a meno di pensare che tutto quel contatto fisico come ricompensa della sua collaborazione era decisamente forzato, Lucien doveva capire che il suo approccio invasivo lo avrebbe trasformato presto in un carpaccio affumicato: doveva cambiare strategia fintanto che Elimona gli concedeva tempo.
     
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  10. †_†yun yun †_†
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    Per una qualche grazia marina aveva deciso di non massacrarlo ulteriormente. E questo era senza dubbio un enorme passo avanti. Voleva dire che nonostante i suoi toni, la sua curiosità era stata destata. Oppure la sua compassione. Ma in quell'occasione gli andava bene in entrambi i casi. La vide sbuffare era talmente carina mentre lo faceva che avrebbe voluto morderle quelle labbra sospinte in fuori per far uscire l'aria, ma si trattenne. "Perdonate, madam. Ma dentro era impossibile presentarmi a dovere e renderle i miei omaggi come di consueto." Se cercava romanticismo e buone maniere da Lucien, le avrebbe trovate. Era un uomo a tutto tondo e sapeva come comportarsi. Rivolse il palmo verso l'alto mentre faceva spuntare dei fiori ghiacciati: assomigliavano a delle rose, ma senza le spine. Il colore era quello dell'Artico e sebbene potessero sembrare fragili, erano molto resistenti e lisci al tempo stesso. Chinando lievemente la testa glieli porse con tutta la galanteria di cui disponeva, sperando di vedere un'espressione diversa sul suo volto. Tuttavia quel movimento e l'attivazione delle sue capacità gli costarono una fitta al basso ventre e la comparsa di altre squame sulla schiena nuda.
    Quando poi poggiò la mano sul suo petto, come se volesse allontanarlo fu nuovamente difficile resistere all'impulso di stringerla tra le proprie braccia. Tuttavia lei si presentò e lo ringraziò per l'aiuto che le aveva dato dentro al Laboratory. Non disse niente al riguardo: sarebbe stato un gesto imperdonabile non intervenire in aiuto di una simil bellezza. Lei aveva quindi abbassato lo sguardo, come per nascondere qualcosa: non poteva certo sapere che Lucien vedeva di notte come lei vedeva di giorno. Vide che le sue guance si imporporavano mettendo in evidenza quel delizioso neo che aveva sotto l'occhio. Si morse una guancia per reprime il suo desiderio di farla sua lì, in quel momento e in quel posto. Mise invece la mano libera sopra la sua ancora a contatto con la sua pelle. Delicatamente e senza forzature. "Se vuoi che me ne vada e che le nostre strade non si incrocino mai più, deve solo ordinarmelo, madam." E come a dare credito alle sue parole fece un mezzo passo indietro, ma con le mani ancora unite, era come se la invogliasse a seguirlo, a non lasciarselo fuggire. In fondo lui si stava comportando in modo onesto e sincero. Avrebbe anche potuto ricattarla, minacciandola di avvisare i famosi rinforzi di cui sopra, rivelando la sua posizione. Se avesse voluto avrebbe potuto farlo. Ma preferiva ora che fosse lei a capire che tipo fosse. Lui aveva messo le carte in tavola. Lei aveva voglia di concederle parte del suo prezioso tempo?
     
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    Quando Lucien forgiò quei fiori di cristalli, Elimona rimase letteralmente colpita. Non tanto per il fatto che avesse eseguito esattamente cosa aveva richiesto, quanto più il gesto. Elimona aveva visto diversi poteri sul ghiaccio, ma li aveva sempre lottati o fermati per contrastare creature che lo usavano per combattere o distruggere. Vedere una simile abilità utilizzata in maniera tanto bella ed elegante le ricordò quanto in realtà fosse meraviglioso un mondo in cui potevano utilizzare l'energia e gli incantesimi per dare vita a simili spettacoli. Il suo rossore aumentò vistosamente quando si ritrovò tra le mani quel pensiero cristallino, trasparente proprio come quelle rose che a stento gelavano. Quasi le venne da annusarle per quanto si distrasse, poi però si rese conto che Lucien stava indietreggiando ed istintivamente le scappò un verso dalla bocca.
    No!
    Realizzò solo dopo aver rialzato lo sguardo che lo aveva richiamato a sé perché lo stava vedendo scivolargli via, non tanto per le sue parole. Serrò i denti, imbarazzata, come al solito era stata impulsiva ma cercò di salvarsi in calcio d'angolo allungando la mano destra verso di lui, per fargli capire di non doversene andare. Quella stessa mano finì poi a pugno chiuso sul suo petto.
    Voglio dire... mi hai aiutata, sarebbe davvero scorretto da parte mia mandarti via senza nemmeno ringraziarti a dovere. Devo sdebitarmi quindi... chiedimi pure qualsiasi cosa.
    La sua promessa verso Dio in quel momento valeva meno di un gesto sincero e disinteressato di quel ragazzo. Era giusto che mostrasse riconoscenza, anche se sperava vivamente che non le chiedesse di uscire insieme proprio ora che si era strappata la giacca, andare in giro con quel body appariscente si sarebbe rivelato estremamente sconveniente.
     
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  12. †_†yun yun †_†
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    Parlare con Elimona era come confrontarsi con una murena. Ovviamente non per intelligenza ma per il modo in cui lo guardava. Un attimo prima gli tirava colpi sotto la cintura, l'attimo dopo cercava di trattenerlo con sé. Infine diventava rossa, abbassava il capo e cercava di sminuire il tutto come se lui avesse bisogno di un ringraziamento materiale. Terribilmente carina. Ostrica, quant'era carina. E quel pugnetto? Rischiava di farlo impazzire se continuava su quella strada. Ed era l'ultima cosa che voleva. Ora che aveva finalmente visto una parte di lei, quella che si lasciava sfuggire di tanto in tanto, non aveva assolutamente voglia di lasciarla andare. Ma smise di arretrare, per farle intendere che non se ne sarebbe più andato se non glielo avesse chiesto lei. Poggiò la seconda mano sul pugno chiuso di lei, circondandola. La differenza di temperatura era notevole. Lentamente avrebbe cercato di fargliele abbassare, per farla rilassare e per poter parlare forse per la prima volta con tranquillità. "Madam, non potrei mai ordinarvi qualcosa solo perché vi sentite in debito per il mio aiuto di poco fa." Ed era vero. Non si era fatto male, erano riusciti nel loro intento e tutto era sotto controllo. Un grazie sincero era più che sufficiente. Non perché volesse interpretare la parte dell'eroe modesto: semplicemente perché non era il tipo da ricercare la gloria. Ovviamente se avesse insistito su quella strada non si sarebbe fatto pregare troppo, né avrebbe continuato a rifiutare all'infinito: era un uomo non il pesce san Pietro. Se invece non avesse insistito, si sarebbe solo avvicinato a lei, riportandosi ad una distanza che Lucien riteneva giusta per parlare col cuore, stando ben attento a non mollare mai le sue mani. La mise di Elimona era ora quanto meno provocante e lui non aveva niente per coprirla. Se avesse creato per lei qualcosa col ghiaccio avrebbe avuto freddo. Però volendo lei poteva rimettersi la giacca, togliendola dal braccio. Aveva capito che non voleva farla vedere, ma in fondo ora lui avrebbe impedito a chiunque, persino al dio dei mari, di poter disturbare il suo momento con lei.
     
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    Stava di nuovo passando al contatto fisico estremo, quel tipo non aveva davvero mezze misure ma rispolverargli i gioielli di famiglia dopo avergli gentilmente offerto la sua gratitudine le sembrava molto sconveniente, quindi si trattenne tirandosi indietro e schiacciandosi il più possibile contro il muro. Iniziò a sospirare rumorosamente, cercando di interromperlo prima che iniziasse di nuovo a cercare un bacio.
    Prima di tutto non chiamarmi Madam, mi fa sentire vecchia da morire, sono giovane sai? Mi sono solo conciata così come una milf di bassa categoria.
    Trovò la forza per riprendere a guardarlo, iniziando a sciogliere la giacca che aveva avvolto intorno al braccio per potersela mettere sulle spalle. Non sembrava più molto elegante ma per lo meno non sarebbe andata in giro nuda. A quel punto il locale sarebbe stato totalmente svuotato e, sentendo i veicoli di emergenza che andavano via poteva tranquillizzarsi e tirare un sospiro di sollievo. Sia lì che all'interno del locale non c'era nessun altro che loro.
    Ma devo insistere... se non incoraggiassi le buone azioni come queste non potrei definirmi una vera "brava persona", che probabilmente non sono sul serio ma comunque... io DEVO ringraziarti, e non solo per senso di dovere ma perché in fondo voglio. L'ho apprezzato, davvero, quindi smettila di farmi insistere. Non sono abituata a parlare così tanto.
    A quel punto, probabilmente, se Lucien avesse provato a baciarla di nuovo gli sarebbe andata decisamente meglio: Elimona oramai si era abituata a quella vicinanza e di sicuro non lo avrebbe colpito ancora dopo quel discorso. Quindi è vero: chi la dura la vince dopotutto.
     
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  14. †_†yun yun †_†
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    La seguì passo passo mentre indietreggiava, muovendosi al suo ritmo, continuando a tenerle le mani. Ora però con una cercava più contatto, voleva intrecciare le dita con le sue. Probabilmente si sarebbe accorta che avevano qualcosa di differente, che nonostante apparissero lunghe e affusolate, per colpa di una strana membrana al tatto apparivano più corte. Ma se anche traeva mille conclusioni, per lui non c'erano problemi. Era ovvio che anche lei aveva qualcosa da nascondere della propria vita e Lucien sentiva di potersi fidare di lei. Magari sbagliava, ma chi poteva dirlo? "Posso garantire che non sembri affatto una milf di bassa categoria." Disse arcuando un sopracciglio mentre la osservava attento nei dettagli. Una donna bella, in perfetta salute e consapevole delle proprie scelte che una sera andava a divertirsi. Magari pensava che fosse un locale tranquillo, dove la gente va per bere e divertirsi, magari anche per rimorchiare. Oppure si era infiltrata lì e per questo il suo abbigliamento era succinto per farsi notare il meno possibile. Comunque lui sapeva benissimo come sarebbe apparsa più bella: senza niente addosso. Le lasciò libero il polso della mano con cui teneva le rose per poterlo avvicinare con cautela alla sua spalla. Dopo le recenti esperienze preferiva procedere cauto, come con uno squalo selvatico che non conosce ancora l'odore dei sirenidi. "Sia mai che io obblighi una donna a parlare contro la sua volontà." E detto questo fece l'ultimo passetto avanti, mentre le accarezzava il collo. Avvicinò il viso al suo perdendosi un attimo nei suoi occhi di ambra. I nasi adesso potevano sfiorarsi, ma lui continuava a guardarla: non per il terrore di ricevere l'ennesimo colpo, ma per imprimere nella mente quello sguardo. In fondo il primo bacio è quello che ti fa ricordare com'è stato con quella persona. Infine cercava la certezza nei suoi occhi che era ciò che desiderava anche lei. I loro respiri potevano già condensarsi insieme. La sua mano stringeva la sua nuca e l'attimo dopo le sue labbra erano poggiate su quelle di lei. Un bacio casto. Un bacio puro. E poi un altro. E un altro ancora. Avvicinò il bacino al suo stringendola per la prima volta a sé.
     
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    Se non altro era un tipo che sapeva quello che voleva e soprattutto che passava al dunque quando richiesto. Elimona poteva perdonargli di essere una sorta di maniaco sessuale gentile, ma in fondo era consapevole della sua bellezza quindi non gliene avrebbe fatta una grossa colpa. Elimona chiuse gli occhi, scambiando con lui qualche bacio e lasciando cadere i fiori di ghiaccio a terra senza troppo rammarico. Portò le mani intorno alle spalle di Lucien, lasciando che le dita gli accarezzassero la nuca, poi lentamente si lasciò andare, lasciando che quei baci caldi e morbidi la ispirassero. Adesso che non lo stava bloccando a suon di botte si stava rendendo conto di quanto fossero piacevoli le effusioni di quel ragazzo. Si stava già ubriacando, diventando avida di quelle labbra, stavolta fu lei a morderle e quando se ne rese conto iniziò a respirare affannosamente, cercando di allontanarsi dal suo volto ma ottenendo in risposta una rapida fusione dei loro bacini.
    Aspetta... non qui fuori... dentro non dovrebbe esserci rimasto nessuno...
    Chi aveva orecchie per intendere intenda. L'invito di Elimona era piuttosto chiaro, a Lucien fare la prossima mossa. Elimona era convinta che non se ne sarebbe pentita, e in fondo cosa c'era di male? Nessuno l'avrebbe scoperto se non c'era nessuno lì dentro a spiarli, avevano praticamente un club esclusivamente per loro e non sfruttarlo sarebbe stato decisamente stupido. Chi poteva dirle che in realtà magari qualche losco individuo armato di droga e sedativi fosse ancora da quelle parti? La serata non era ancora finita...
    Te l'ho buttata lì, giocala come vuoi.
     
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