Raccontami la tua giornata

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    Oggi ho svolto la mia prima lezione di yoga dolce in movimento presso una palestra della mia zona.
    Ho trascorso 50 minuti con l'assoluta certezza di star sbagliando ogni singolo movimento mentre ero circondata da perfette yogine, ovviamente mi sentivo frustrata dopo 10 minuti.
    A fine lezione una mia conoscente mi si avvicina e dice: "Sono due anni che faccio yoga e solo adesso inizio a non sentirmi un'imbranata in ogni posizione"

    Sorella, con tutta l'ansia che ho addosso come ti viene da pensare che durerei due anni?
    Probabilmente non arriverò nemmeno a due lezioni.
     
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    CITAZIONE (Princess Twilight @ 17/5/2022, 22:15) 
    Oggi ho svolto la mia prima lezione di yoga dolce in movimento presso una palestra della mia zona.
    Ho trascorso 50 minuti con l'assoluta certezza di star sbagliando ogni singolo movimento mentre ero circondata da perfette yogine, ovviamente mi sentivo frustrata dopo 10 minuti.
    A fine lezione una mia conoscente mi si avvicina e dice: "Sono due anni che faccio yoga e solo adesso inizio a non sentirmi un'imbranata in ogni posizione"

    Sorella, con tutta l'ansia che ho addosso come ti viene da pensare che durerei due anni?
    Probabilmente non arriverò nemmeno a due lezioni.

    Le prime lezioni di yoga sono un dramma per tutti, ma se resisti poi ti piacerà....credo (io ho mollato dopo tre lezioni :rotfl: )
     
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    "Yoga dolce in movimento" mi sa di cosa sessuale.
    Ah scusate, questo non è il topic "Dimmi la prima cosa porno...". :omg:
     
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    In macchina con papà.
    Parcheggio.
    Mi passa accanto un cinquantenne in auto, abbassa il finestrino e mi urla: "Il cazzo in culo lo devi prendere di traverso come 'sto parcheggio!"
    Aveva parcheggiato papà.
    Il suo placido commento è stato: "Ma tu guarda che buzzurro"
     
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    Oggi mi sono sentita rivolgere di nuovo "apprezzamenti" non graditi mentre pedalavo in piedi sui pedali in salita. Ok, avevo dei jeans aderenti,ma cosa devo fare? Non posso più mettere pantaloni così se so che prenderò la bici? Meglio ancora non metterlo mai più nella vita. E poi, perché devi urlarmi quelle stronzate? Vuoi guardarmi il culo? Ok, guardalo, ma stai zitto! Davvero non capiscono che fanno male?
     
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    CITAZIONE (Licya25 @ 26/5/2022, 16:46) 
    Oggi mi sono sentita rivolgere di nuovo "apprezzamenti" non graditi mentre pedalavo in piedi sui pedali in salita. Ok, avevo dei jeans aderenti,ma cosa devo fare? Non posso più mettere pantaloni così se so che prenderò la bici? Meglio ancora non metterlo mai più nella vita. E poi, perché devi urlarmi quelle stronzate? Vuoi guardarmi il culo? Ok, guardalo, ma stai zitto! Davvero non capiscono che fanno male?

    Che gente. :omg: Se vuoi in sezione Sesso c'è una discussione sull'argomento.

    Questo weekend io e l'uomo eravamo ospiti dei miei genitori a Portovenere. Ieri dovevamo rientrare, e ci piangeva il cuore perché dove eravamo c'era un clima molto mite e un venticello fresco.
    Dopo pranzo siamo partiti in moto (quindi ovviamente pantaloni lunghi e giacca con le protezioni) per andare a trovare il padre dell'uomo a Sarzana, dato che non gode di ottima salute. Già a Sarzana il caldo era molto peggiore che a Portovenere. Quando poi siamo partiti per tornare a Milano, il tutto intorno alle 16:30, l'asfalto era così bollente da non riuscire a respirare. Persino sulla Cisa non abbiamo trovato refrigerio, c'erano 32°C.
    Il peggio è arrivato una volta imboccata la A1: avevamo il sole in faccia, la moto che non riusciva a raffreddarsi e dalla ventola sparava fuori aria bollente sulle nostre tibie, l'asfalto a una temperatura irreale e il termometro che segnava 41°C. :rossomg:
    Ci siamo dovuti fermare in Autogrill perché stavo svenendo, mi formicolavano le mani e avevo il mal di mare.
    Mi sono rinfrescata bevendo un gatorade ghiacciato, poi sono andata in bagno e ho letteralmente infilato la giacca da moto sotto il rubinetto, bagnandola completamente. Ho fatto fatica a rimettermela, ma quando siamo ripartiti il vento sulla giacca fradicia mi ha tenuta in vita fino a destinazione.
    Promemoria: sempre bagnare gli indumenti quando si gira in moto d'estate.
    Ovviamente, vietato tornare a casa e riposarsi, no! L'uomo è andato a suonare e io a bere birra con Alis. Riposeremo quando saremo morti. :ahse:
     
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    Ho staccato dal lavoro che erano quasi le due del mattino.
    Mi accorgo di aver poggiato le chiavi di casa, chissà dove, nell'armadietto, per una distrazione, mentre parlavo con un collega ... OK
    Oggi sono anche di riposo. Anche l'azienda è chiusa.
    Sto sveglio tutta la sera, in mezzo la strada, sotto casa, sulla panchina del parco.
    Faccio colazione fuori.
    Compro un paio di vestiti nuovi. Passo in lavanderia. Faccio la spesa.
    Ho sonno.
    Pago pegno per una distrazione. Ma voglio tutti i comfort: letto matrimoniale, tv, aria condizionata; perchè non ho altra scelta che dormire in albergo.
    Guardo un film.
    Dormo tutto il giorno.



    La mia giornata è durata 48 ore circa; ero troppo stanco per raccontarlo. :tittomg:
    Sembra che io voglia ottenere lo sconto permanente di livello 3 su Booking, sugli hotel. :ahse:
     
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    Giornata piuttosto frenetica a lavoro ma intervallata da alcune pause tragicomiche.
    La cosa più grave che è successa riguarda un lavoro che la ditta sta facendo, in pratica la ristrutturazione di un attico: è uscito fuori che non solo gran parte del palazzo non è conforme al progetto approvato dal comune (quindi abusivo) ma che addirittura l'attico non dovrebbe proprio esistere ed il palazzo (di 4 piani) è due piani più alto di quanto dovrebbe. Quindi stiamo facendo dei lavori (praticamente in nero) su una casa che neanche dovrebbe esistere.
    Ovviamente questa cosa ha generato del panico in ditta e "la capa" ha pensato bene di prendersela con me, che a suo dire avrei dovuto controllare che il palazzo fosse a norma. Ora, oltre a non avere i mezzi per accedere a tale documentazione, ho dovuto spiegarle (gentilmente) che non solo avevamo un incarico completamente in nero ma che era stata lei stessa a portare quella commissione :grr:
    La cosa piacevole invece è stata che sono stata abbracciata da una ragazza davvero "formosa" e mi sono sentita sprofondare tra le sue morbidezze, ovviamente è seguito lungo complesso di inferiorità :ahse:
     
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    Sveglia poco prima di mezzogiorno. Scendo. Non c'è nessuno in sala d'attesa. Il tempo per fare colazione in albergo è gia finito, ma non ricordavo gli orari, perchè avevo un pretesto per fare colazione fuori. La reception mi offre un caffè.

    Esco e vagabondo senza una meta precisa.
    Finalmente vedo di persona er colosseo, ma è in fase di ristrutturazione; penso come passa il tempo, e che qui la plebe veniva per godersi lo spettacolo cruento, ma ora è diventato un attrazione turistica, per farci le foto.

    Venditori ambulanti che mi fermano per strada, camerieri, e il primo tipo che vedo alla reception dell'hotel credono che sia un turista venuto da lontano. Rispondo ad un tizio che mi voleva vendere un bracciale. "No fratello, davvero non ne ho bisogno, sono della zona." :XP: :tittomg:


    Arrivato a sera cerco un posto dove mangiare ma non voglio fare la fila per mangiare un piatto di carbonara autentico, ne avevo voglia di mangiare una carbonara con la "parmigiana" in quel chiosco che vende kebab e pizza, quindi ho fatto la spesa di cibo spazzatura al supermercato. "momento cringe".


    Mi chiedo se ritornerò ancora.
     
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    Anche oggi faccio colazione in un piccolo locale di distributori automatici senza posti a sedere, è l'unico posto che conosco nelle vicinanze dove è possibile fumare e bere indisturbati; visto che fumare in pubblico, a Tokyo, è passibile di multa; oltre l'acqua sono disponibili bevande pre-riscaldate e in lattina.

    Arrivo alla stazione di Shibuya prendendo la metropolitana. La maggior parte delle stazioni qui a Tokyo sono labirintici e stracolmi di persone ad ogni ora, la quiete regna lo stesso nei vagoni, le persone in metro sono molto discrete anche quando devono parlare; ed è difficile vedere qualcuno non indossare la mascherina rispetto la maggioranza dei presenti. Per pranzo mangio cibi rivisati dai giapponesi, tipo i panini. Concludo la giornata passeggiando per il santuario Meiji; non ho voluto oltrepassare la linea invisibile dedicata ai credenti e alle offerte, e immedesimarmi in uno di loro, perchè non conoscendo la divinità del tempio mi sarei sentito "cringe" più del previsto e ho preferito evitare dileguandomi; per esempio, in hotel, una receptionist che stava uscendo dall'ascensore mi ha atteso all'uscita aspettando che le porte si chiudessero con un inchino formale durato per quasi una decina di secondi; ero da solo in ascensore e lei non si muoveva dalla posa, per l'imbarazzo ho affrettato la chiusura delle porte premendo il bottone.
     
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    Vi racconto la giornata del 22 aprile.

    Grigliata a casa di questo amico che era sparito per degli anni, persona carinissima che ha fatto qualche sbaglio e ora si sta rimettendo in carreggiata.
    Un sacco di gente nuova, conoscevo pochissime persone, quindi giustamente passo la prima ora a bere mentre preparo le cipolle caramellate, con sconosciuti che mi gravitano intorno e mi parlano della loro vita. Scambi profondi, bellissimo, e intanto io facevo le cipolle.

    Passano le ore e il tasso alcolemico sale a profusione, è palese che si crei dell'interesse fra uno dei ragazzi che conosco (lo chiameremo C) e questa ragazza (L) che è venuta da sola.
    L è piuttosto carina, fisico morbidoso, capelli lunghi, castani, ricci, TANTI. Non conosce nessuno, eppure parla con tutti e prende subito confidenza con il gruppo.

    Si fanno le 11 di sera circa, non so come. Dal giardino mi sposto in casa per andare in bagno. Faccio quello che devo fare, esco dal bagno e trovo in casa C che doveva usare il bagno a sua volta. Esco di casa e mi trovo davanti una scena assurda di persone che corrono e urlano con le mani nei capelli.

    Io: "Cazzo succede?"
    Tutti: "L ci ha fatto vedere le tette"

    L, un po' in imbarazzo, mi spiega che il suo scopo era far vedere il tatuaggio che ha sul costato, ma essendo vestita con 2947 strati e avendo la mobilità di un'ubriaca è riuscita a far uscire una tetta mentre cercava di tirarsi su la maglietta.

    Io: "Vabè ma cavolo, io vado in bagno e spuntano le tette? Non potevi aspettare che ci fossi anch'io?". OVVIAMENTE l'ho detto come una battuta.
    L: "Nooooo hai ragione, povera, volevi vederle?"
    Io: "Eh certo!". Sempre come battuta.

    A quel punto io ero seduta su una sedia.
    L mi si mette a cavalcioni sulle gambe, alza la maglietta e mi srotola (letteralmente) le tette a due centimetri dalla faccia. :omg: :omg: :omg:
    Io basita. Tutti smettono di urlare e stanno in silenzio.
    C torna dal bagno appena in tempo per non capire assolutamente nulla, ci trova muti e chiede cosa succede.

    Tutti: "L'unico che avrebbe dovuto vederle è stato l'unico che non le ha viste".

    Sipario.
     
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    Questa mattina sarei dovuta vedermi con amica speciale per un caffè ed un giro in un comune vicino e più grande del buco di culo dove abito. Tuttavia all'ultimo minuto amica speciale ha dovuto disdire per impegni improrogabili con i suoi genitori (con i quali non ha proprio un rapporto semplicissimo).
    Un po' delusa e amareggiata, ho pensato che avrei passato la tarda mattinata a vegetare attendendo l'inizio del turno di lavoro, invece sono stata contattata da due ragazzi che chiameremo A e B, storici amici del mio unico ex e con i quali ho mantenuto nel corso del tempo un buon rapporto. Mi rendo conto che potrebbe suonare strano rimanere amiche degli amici dell'ex ma quando vivi in un paesino di neanche 3000 anime sono pochi i coetanei che puoi frequentare. Comunque A e B erano intenzionati ad andare al sushi all you can eat nel comune vicino in cui mi sarei dovuta incontrare con amica speciale ed essendo poco avvezzi alla cucina orientale mi hanno chiesto se volessi andare con loro.
    A me la proposta suonava sospetta ma mi sembrava un vero peccato sprecare il trucco che già avevo mezzo messo (ovviamente quando succedono queste cose ho sempre un occhio con l'eyeliner ed uno no) pertanto ho accettato e mi è stato comunicato che sarebbero passati a prendermi di lì a poco.
    Caricata in macchina, siamo partiti per la nostra meta culinaria.

    Il pranzo si è rivelato assolutamente piacevole e divertente. Abbiamo parlato, riso e scherzato un sacco. I due, che si sono rivelati grandi apprezzatori dell'all you can eat (altro che poco avvezzi), hanno dato vita ad una vera e propria battaglia di cibo in stile Goku e Vegeta al quale, per non macchiare il mio orgoglio di donna forte, indipendente e lella, ho voluto partecipare anch'io a tutti i costi. Abbiamo mangiato tutti e tre molto più di quanto avremmo dovuto, io soprattutto sono arrivata a sentirmi davvero piena ma pur di non perdere la faccia ho continuato a spingere a forza cibo nella bocca e ad ingoiare (eheh :prugna: ).
    Alla fine, ho compreso tra le righe a metà pranzo, l'intento dei due marpioni era quello di carpire quante più informazioni possibili sul mio nuovo di lavoro poiché sono entrambi disoccupati ed in cerca di un impiego come camerieri / auto cuoco / qualsiasi cosa nella ristorazione. Forse si aspettavano meno comprensione da parte mia ma mi sono offerta di girare i loro cv a chi si occupava degli stagionali in hotel così da avere un canale privilegiato, roba che non mi comporterebbe chissà quale problema o dispiacere.
    Comunque il punto centrale del pranzo è stato che ho mangiato decisamente troppo.

    La via del ritorno è stata una vera sofferenza con il mio stomaco che sobbalzava ad ogni dosso e più volte mi son dovuta sforzare per non vomitare: mi sentivo l'addome teso, facevo fatica a respirare e mi girava la testa. Sentivo le gambe pesanti, le braccia fiacche ed un grosso nodo in gola.
    I due, a mio parere, non se la stavano passando meglio.
    Mi hanno lasciata davanti casa e proprio durante l'ultimo saluto ho sentito la gola gonfiarsi come se dovessi tossire e la mascella (o meglio, i muscoli sotto la lingua) bloccata.
    Come la macchina è ripartita ed ha voltato l'angolo ho fatto appena in tempo ad attraversare la strada e vomitare a getto negli arbusti incolti. Sono state tre scariche davvero violente, a getto, roba da film L'esorcista.
    Vi risparmio i particolari più crudi ma per me si è trattata della prima volta in vita mia che ho vomitato per il troppo mangiato.

    Subito dopo mi sono sentiva improvvisamente benissimo: la pancia non mi faceva più male, respiravo normalmente, sentivo le gambe e la testa leggerissime. Mi sembrava di essere in trip ed ho pensato subito tre cose:

    1. Che vomitare era bellissimo e liberatorio;
    2. Che capivo perché le ragazze bulimiche vomitassero e le invidiavo;
    3. Che volevo di nuovo qualcosa di caldo che mi entrava ed usciva dalla gola (sì, letteralmente questo);

    Stranamente mi sono sentiva davvero euforica oltre che bene fisicamente. Mi è anche tornato in mente un'opera letta qui su HF della bambina che si ficcava uno scopettino del water in gola e mi è parso di capire perché fosse così soddisfacente. Ecco, avevo trovato vomitare soddisfacente.
    Oltre quello, stranamente, ho pensato che mi sarebbe piaciuto molto prenderlo in gola, tipo foto e gif che postate nel topic dedicato.
    Leggera e felice come una pasqua sono rientrata a casa per lavarmi i denti e darmi una rinfrescata, per fortuna la folta vegetazione ha coperto completamente il mio scempio intestinale.

    La voglia di prenderlo in bocca mi è rimasta per gran parte del pomeriggio, quindi se dovessi sparire dal circuito è perché ho venduto al Vaticano il segreto della cura all'omosessualità: le abbuffate di sushi di terza categoria.

    Ovviamente a lavoro una collega (molto gentile) mi ha detto che le sembravo pallida nonostante io mi sentissi davvero bene, così le ho spiegato che non stavo benissimo di stomaco, mentendo in parte. Lei mi ha mandato in cucina a chiedere ad un suo amico cuoco (anche lui davvero molto gentile) un digestivo: il signore mi ha servito un calice di vino pieno di sorbetto al limone con vodka. Mai provato un disgorgante migliore.
     
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    Due considerazioni sul post di Princess:
    1. Trovo potenzialmente negativo il fatto di desiderare di vomitare, ma l'importante è che non ti rimanga questa voglia e che non diventi una cosa regolare o patologica. :ahse:
    2. Pensa se anche i tuoi amici, dopo aver girato l'angolo, avessero vomitato per poi ritrovarsi a volerlo prendere in bocca. Più che cura per l'omosessualità, diciamo che hai trovato un modo per far dediserare a qualsiasi persona un pisello in gola. :ahse:

    Skeletor tornerà domani per altre disturbanti curiosità.
     
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    Oggi turno di lavoro 10.30 - 14.30
    Non so se anche da altre parti è così ma nell'albergo dove lavoro si tratta del turno più "duro" perché è quello in cui oltre che delle pulizie ordinarie ci si occupa dei cambi, ovvero di pulire e riassettare le stanze dei clienti che fanno il check - out e prepararle per quelli che fanno il check - in. Inoltre è l'unico turno in cui si va "ai piani" (cioè a pulire le stanze) in coppia, questo perché in due persone è molto più facile e veloce smantellare e rifare un letto da zero con lenzuola pulite. Naturalmente smantellare e preparare ex novo una stanza ha la "priorità" rispetto alle pulizie ordinarie (perché ci sono i turni delle 8.30 e quelli delle 14.30) quindi è una sorta di compito più importante che ti dà il privilegio di poter andare a rompere le scatole alle altre se ti serve qualcosa di urgente.
    A me questo turno piace perché mi permette di socializzare con le colleghe, quasi tutte signore sulla quarantina, che altrimenti incontro solo per caso o se a qualcuna serve qualcosa. Insomma è un bel modo per chiacchierare mentre lavoriamo così il tempo passa più in fretta e non si sente troppo la fatica.
    Oggi la mia collega era A, persona con la quale posso lavorare di buona lena e con cui mi riesce semplice chiacchierare anche se abbiamo opinioni molto diverse su tanti argomenti.
    Intorno alle ore 12, mentre procedevamo velocemente da una stanza all'altra, ci è capitato di incrociare la collega B e, forte della nostra posizione di turniste di turno "duro", A si è permessa di chiedere a B di andarci a prendere un prodotto per pulire che stavamo finendo (essendo in due avevamo con noi il carrello della biancheria e dei detergenti).
    Ora io e B non abbiamo mai lavorato assieme e mi è sempre parsa una persona che sta sempre per conto proprio però data la situazione B ha accettato senza storie.
    Il tempo di aprire la stanza da smantellare e BAM, vengo colpita da un odore fortissimo di sudore mischiato ad altri che non so riconoscere.
    La stanza, i cui ospiti avevano fatto il check out, non era tanto in disordine ad eccezione del letto: copriletto gettato a terra tutto arrotolato, lenzuola praticamente divelte e cuscini zuppi di sudore. Macchie ovunque: tantissimi schizzi bianchi e gialli sul letto e a terra. Ovviamente l'odore che non ero riuscita ad identificare era quello della sperma. Sembra di stare sul set di qualche film porno a tema squirt e cum hard appena concluso.
    Io ed A ci guardiamo ed indossiamo i guanti, per quanto sia scomodo lavorare indossandoli. Lei, più coraggiosa di me, si fa avanti ed inizia a raccogliere la biancheria. Borbotta ad alta voce fra se ma soprattutto con me, riassumendo mi dice che quelle macchie non andranno mai via e che bisognerà buttare le lenzuola (le lenzuola non sono dell'albergo ma la lavanderia che ce la fornisce fa pagare una penale se vengono ridate indietro troppo danneggiate).
    In quel momento arriva B con il prodotto che le avevamo chiesto, fissa A e le chiede: "Ma è quello che penso che sia?"
    A e B, che io sappia, hanno un'età simile la provengono da due realtà molto diverse tra loro, nello specifico A è cresciuta in un paese come il mio mentre B è originaria dell'est Europa.
    A solleva le lenzuola come fossero la sacra sindone per far vedere bene le macchie, quindi dice a B: "Guarda quà che schifo, quanto hanno macchiato. Queste macchie non se ne andranno mai, questa roba non la togli neanche con la candeggina".
    "E' vero, per questo io mi faccio sempre venire dentro" risponde con serietà e naturalezza B.
    Io aspettavo che calasse un sipario così da non dover trattenere le risate.
     
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    Oggi prima giornata di mare per quest'anno.
    Si è trattato della seconda volta in cui mi sono trovata al mare con amica speciale nonché la prima da quando siamo diventate amiche speciali. Ovviamente non eravamo sole ma con le rispettive comitive di amiche e (pochi) fidanzati per un totale di 11 persone e 3 - 4 macchine. Inizialmente dovevamo essere 3 auto (di cui una guidata di me) ma alla fine amica speciale ha insistito tanto per prendere anche la "sua" macchina (ovvero quella dei suoi genitori) e non venire in macchina con me, come da piani originali. Questo mi ha molto colpita perché, finora, ogni volta che uscivo con amica speciale ero sempre io ad andare a prenderla e riportarla, anche perché so che non le piace guidare e lo fa piuttosto male. Comunque, poiché amica speciale voleva a tutti i costi prendere la sua auto, il fidanzato di una ragazza della comitiva si è offerto di guidare quindi mi sono risparmiata un'ora e mezza al volante ed ho potuto dedicarmi alle attività sociali.

    Visto che si trattava della prima volta in spiaggia con amica speciale, ho comprato per l'occasione un costume (due pezzi) più carino del solito. Sentire il desiderio di "apparire carina" agli occhi di amica speciale mi ha trasmesso sentimenti contrastanti: avendomi vista più volte nuda, non riuscivo a spiegarmi perché volevo che mi trovasse "carina" vestita.

    Durante il viaggio mi sono sforzata di chiacchierare e portare avanti gli argomenti di conversazione, volevo che le altre persone in macchina (ragazzo, fidanzata di ragazzo e amica) mi vedessero come una persona più socievole, credo di essere riuscita nel mio intento.
    In spiaggia abbiamo occupato 3 ombrelloni in uno stabilimento balneare, la giornata si è rivelata abbastanza tranquilla tra lunghi bagni, passeggiate sulla spiaggia e lettini stesi al sole. Per fortuna non faceva troppo caldo quindi non ho sentito il bisogno di rintanarmi sotto l'ombrellone come Gollum nella caverna.
    Mi sono sforzata di parlare un po' con tutti per non far capire ad amica speciale che il solo motivo per cui mi trovavo in spiaggia era poter stare con lei ma temo che ogni tanto abbia notato che la stavo fissando. Lei, al contrario, si è comportata per tutto il giorno come se fossi semplicemente parte della comitiva, però in ogni occasione cercava di starmi vicina: durante la passeggiata sul bagnasciuga, quando abbiamo pranzato al ristorante dello stabilimento e mentre eravamo sedute sugli asciugamani. Avrei tanto voluto tenerle la mano tutto il tempo ma non ho avuto il coraggio di farlo; c'è da dire che della comitiva nessun* sa che io e lei siamo amiche speciali, anche se alcune devono aver intuito la cosa e infatti non ci sono state proteste nelle varie scelte dei posti e nessuna ha fatto commenti sulla nostra vicinanza.

    L'unica occasione in cui siamo rimaste da sole è stata verso le 5 del pomeriggio, quando tutti erano in acqua per uno degli ultimi bagni prima di ripartire (alla fine ci sono stati 3 ultimi bagni): lei si era attardata sotto l'ombrellone per parlare al telefono con la madre ed io ero sgattaiolata fuori dall'acqua. Sinceramente speravo potesse essere un po' un momento tra amiche speciali e invece siamo rimaste lì, sedute vicine, a fissare il mare e parlare poco.
    Un momento molto esilarante è stato quando, tra un bagno e l'altro e al riparo da orecchie indiscrete, mi si è avvicinata quasi sussurrandomi all'orecchio: "senza farti notare, guarda gli ombrelloni a destra".
    Io, pensando avesse scoperto qualcun* della comitiva a limonare duro (con nascita di una nuova coppia) mi sono voltata con la grazia e la delicatezza di una mangusta, socchiudendo gli occhi per scrutare meglio le prede lussuriose ed indifese. Invece, a qualche ombrellone di distanza, era appoggiato un canotto rosso e bianco ancora gonfio con scritto in grande sulla parte anteriore TROPICANA. Qualcuno, con quello che da lontano sembrava un pennarello nero o qualcosa di simile, aveva aggiunto le lettere LE alla fine della parola.

    Io: "..."
    Amica speciale: "..."
    Io: "..."
    Amica speciale: "Non ti fa venire voglia di far..."
    Io: "Guai a te se finisci la frase"
     
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