Resta sempre uguale a come sei

Per Demi

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  1. QuerulousDemi
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    Si era gettato nelle braccia di quella nuova esperienza, e dopo aver portato il tutto sul letto della stanza, Dan, inebriato già solamente dal piacere dell'attesa prima del vero atto in sé, aveva tentato di iniziare le danze, con scarso successo. Era chiaramente inesperto in materia, tant'è che non appena ebbe concluso tutti quegli spostamenti, Misaki stessa lo fermò, andando ad esprimere la sua opinione riguardo la conoscenza del "Campo" del ragazzo. Dan fece un piccolo respiro, mentre annuiva silenzioso: non aveva paura di ammettere la sua incertezza e mancanza di esperienza. Avrebbe lasciato 'guidare' la sua compagna, dato che evidentemente era ben più 'acculturata' di lui. Il bacio che venne immediatamente subito dopo fu pieno di piacere, per lui, almeno, sicuramente. Non era un semplice bacio, ma Misaki stuzzicava le sue labbra leccandole, eccitandolo ancora di più, lo stuzzicò ancora di più quando, dopo avergli morso il labbro inferiore, si era fermata per l'ennesima volta. Non doveva correre, ma era difficile, difficilissimo anzi, per lui resistere a una ragazza così provocante. L'ultimo bacio fu quello più passionale, il quale sin dall'inizio spinse Daniel al limite della sua pazienza. Desiderava, bramava la ragazza che fino a quel momento lo aveva provocato, invitandolo, chiedendogli di entrare nella sua bocca. Non sarebbe servita nemmeno la mano nei capelli del ragazzo: senza esitare la sua lingua si sarebbe fatta strada per entrare in quella di Misaki, cercando a sua volta il contatto con la lingua della compagna. Era chiaro ciò che stava cercando di comunicargli: 'se vuoi il resto, vieni a prenderlo.' e il diciottenne non se lo sarebbe fatto ripetere. Avrebbe preso tutto ciò che la ragazza aveva da offrirgli, e anche di più. Proprio mentre la baciava ella si toglieva il reggiseno, sganciandolo da sola. Per la prima volta avrebbe potuto vedere i suoi capezzoli senza restrizioni, gonfi, a causa probabilmente della gravidanza, ma in quel momento a lui non importava. Tutto ciò che gli importava è che erano lì, ed erano fantastici. Portavano dei piercing strani, a forma di teschio, ma la ragione lo aveva completamento abbandonato, e non gli aveva causato nemmeno un minimo senso di ribrezzo. In quegli istanti era aperto a tutto. Seppure tuttavia i capezzoli fossero invitanti e quasi lo incitavano a fiondarsi su di loro, la 'Maestra' non gli aveva ancora detto nulla. Continuava a baciarla, prolungando quel loro passionale contatto, mentre portava una mano fra i suoi capelli a sua volta. Il suo respiro si faceva sempre più pesante, affannato, mentre l'euforia e l'eccitazione crescevano a dismisura. Ormai il suo affare, in mezzo ai pantaloni, cominciava a farsi sempre più sentire, sempre più grande e volenteroso. Nonostante il suo volere, tuttavia, la mente ferrea del diciottenne rimaneva agli ordini di Misaki, quasi come un cagnolino domestico a cui veniva imparato cosa potesse e non potesse fare. L'aveva forse ormai capito che lui non aveva ancora mai avuto un rapporto sessuale, e che dunque era rimasto puro e casto? Pensava di sì, ormai doveva essere abbastanza chiaro, e dalle parole insegnanti della ragazza lui, perlomeno, aveva capito ciò. Poteva però essere sicuro?... Il cervello non funzionava al massimo, ma i dubbi, comunque, si creavano.
    "Misaki, ascolta... io..."
    Interruppe per un momento quel loro bacio, il quale lo stava prendendo talmente tanto che quasi gli dispiacque doverlo fermare, ma era necessario per rendere chiare le cose. Arrossì, evidentemente imbarazzato. Non era facile, seppur fosse vero, ammetterlo.
    "...penso si sia capito, ormai, ma non ho mai- insomma, non sono mai stato con qualcuna, quindi..."
    Il suo imbarazzò aumento, ormai si era capito, no? Cioè, era abbastanza ovvio.
    "...se non ti sta bene..."
    Aspetta, cosa stava dicendo? Fermarsi? No! Non voleva fermarsi! La parte bonacciona della sua mente evidentemente era risorta dalle ceneri, sfruttando quel momento di debolezza per tentare di mandare all'aria tutto quanto! Il suo corpo diceva di sì, la sua mente moralista gli diceva di no. La spinta se l'era data da solo, ma a quanto pare quel dubbio che si era insinuato nella sua materia grigia minacciava di mandare tutto all'aria. Voltava lievemente lo sguardo verso la sua destra, quasi spaventato dal vedere l'espressione di Misaki. Probabilmente in quel momento lo stava odiando. Perché non gliel'aveva detto prima di essere rimasto casto fino a quel momento? Temeva la reazione della ragazza, quasi si aspettava un ceffone. Come avrebbe reagito?
     
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  2. †_†yun yun †_†
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    Tutto stava procedendo come da manuale. Forse anche meglio. L'atmosfera si stava lentamente surriscaldando, così come i loro stessi. Il corpo di Misaki avrebbe asciugato quello di Daniel e così viceversa, senza bisogno di teli o asciugamani. Pian piano i baci si fecero più insistenti più vogliosi. Magari il ragazzino non era un esperto, ma imparava in fretta. Aveva solo bisogno che qualcuno gli desse qualche piccolo suggerimento di tanto in tanto. Lei aveva lanciato l'esca e lui si aveva subito abboccato, nel vero senso della parola. Sentiva che la sua eccitazione stava crescendo e che ben presto avrebbe dovuto liberarsi dei pantaloni. Lei era compiaciuta. Non riusciva a capire quale parte di sé fosse quella più interessata a portare avanti quell'amplesso. Di certo non predominava la Misaki innamorata. In quel momento non era nello stato d'animo definibile come "a caccia". Voleva il suo corpo, voleva sentirlo dentro di sé semplicemente perché era attratta da lui. O forse perché provava un qualche istinto di insegnamento nei suoi confronti. Si sentiva attratta in quanto lei donna. Aveva sentito parlare di questo genere di attrazioni: a volte poteva essere l'odore, altre volte l'aura che il 'maschio' emanava. Non capiva perché si sentiva calamitata a lui, ma non riusciva né voleva che smettesse. In quel momento non si sentiva nemmeno una traditrice verso il proprio uomo, o meglio ancora, verso i propri sentimenti. Loro non si erano mai fatti promesse di fedeltà o cose simili. Ognuno era libero di andare con chi voleva. Certo forse qualche buon pensante l'avrebbe mal additata, ma lei si sentiva coerente con se stessa in quel momento. Ed era certamente la cosa più importante.
    Il suo desiderio nei confronti di Daniel crebbe con il trascorrere dei baci. Quando riusciva ad avere la porzione di tempo necessaria, lo mordicchiava sulle labbra, o insinuava la propria lingua dentro di lui. Giusto per stuzzicarlo un po'. Stava per indirizzarlo verso i suoi seni, quando lui si interruppe. I respiri concitati gli impedivano di parlare in modo fluido. Ma il succo era uno solo. Se le avessero sparato, si sarebbe sentita meglio. Sgranò gli occhi nella penombra. Il respiro si bloccò per qualche attimo e anche il suo cuore sembrò rallentare improvvisamente. Se anche lei voleva far finta di non aver capito, qualcosa dentro di sé glielo annunciò a calda voce. Si sentì formicolare il braccio. Non aveva bisogno di guardare per capire cosa stava accadendo. Quello che più temeva, coincideva con la realtà. "Tu sei... Vergine. Ho capito bene?" Chiese giusto per non rimanere nel silenzio più assoluto. Lo osservò per bene e vide quanto gli era costato confessarlo. Era rosso dall'imbarazzo e molto a disagio. Prese un grosso respiro. Gli accarezzò la guancia con la mano destra, il cuore e la ragione completamente in subbuglio. E ora cosa avrebbe dovuto fare? Lo baciò teneramente sulla fronte. Poi sulla punta del naso. E infine sulle labbra. Non era facile ammettere una cosa così intima di fronte ad una donna più grande, con evidenti segni di esperienza. Quei tre baci erano un segno per congratularsi con lui. Poi lo guardò negli occhi, i nasi che ancora si sfioravano. Stava cercando una risposta dentro si sé. Se fosse stata il suo ghignante compagno avrebbe saputo cosa fare. Ma lei non era lui. Solo una sua piccola copia ribelle. Sbatté lentamente le palpebre e si calmò. Forse ci poteva essere un modo per far combaciare le sue due parti. La Misaki vecchia, quella buona e adorabile e la Misaki nuova, la sadomaso mietitrice di anime. Con Daniel forse era possibile. Si ringalluzzì, contenta per l'esito dei suoi ragionamenti. Chiunque avrebbe potuto notare con facilità il cambiamento dei suoi stati d'animo. Ora lo baciò con rinnovata passione, mentre gli diceva tra le labbra: "Ormai è tardi per i ripensamenti, mio dolce pulcino. Adesso è tempo di divertirsi." Il suo tono di voce era più basso, un mix perfetto tra il minaccioso e il seducente. Esattamente com'era lei. Lo morse con più forza sul labbro inferiore, nella parte interna. Se fosse riuscita nel suo intento sarebbe stillata un piccola goccia di sangue dimostrativa. "Ti giuro che non ti farò più dolore di quanto ne hai sentito adesso. Ma voglio che tu ti fidi di me, fino alla fine." Forse aveva davvero la soluzione in mano ad alcuni dubbi che durante la notte la tenevano sveglia. Forse. Se si fosse fidato di lei, gli avrebbe poi chiesto di morderle i turgidi capezzoli con la stessa forza con cui lei aveva ferito lui. Sarebbe stato un piccolo assaggio di quello che li avrebbe attesi nel futuro più prossimo...
     
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  3. QuerulousDemi
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    La situazione era piuttosto bizzarra, se non unica. Entrambi desideravano andare avanti, apparentemente, ma allo stesso tempo entrambi avevano problemi interni, non correlati ad incertezza fisica o qualcosa di simile, ma solamente scelte e dubbi. Mentre Dan da una parte ritornava ad essere più lucido, chiedendosi se ciò che stesse facendo fosse moralmente corretto et simili, Misaki era visibilmente turbata da qualcosa. Spezzò il silenzio facendo una domanda quasi retorica, alla quale il diciottenne aveva praticamente già dato la risposta, e dunque non si disturbò di riconfermarla, dato che era anche abbastanza imbarazzato. Rimase abbastanza sorpreso quando la ragazza, seppur ancora evidentemente dubbiosa, lo baciò per l'ennesima volta, prima sulla fronte, sul naso, poi sulle labbra. Dunque non aveva intenzione di rinunciare? Tutto d'un tratto, sembrava rallegrata, come se avesse trovato una risposta a tutte le domande che parevano turbarle la mente. La passione del diciottenne si rinnovò non appena vide che la sua compagna non era più turbata. Nuovamente, le loro labbra si toccarono, ma questa volta, oltre ad un'emozione di piacere, un piccolo senso di dolore si fece strada nella bocca del ragazzo. Misaki aveva lievemente morso più fortemente la parte interna del suo labbro inferiore, facendo uscire una piccola goccia di sangue. Quel dolore, stranamente, non aveva rovinato l'atmosfera. Dan non fece neppure una smorfia: quelle due sensazioni si erano bizzarramente sposate bene assieme. Era quasi come se il dolore avesse amplificato la sensazione di piacere ricevuta con il bacio avvenuto subito dopo. Non gli avrebbe fatto più male di quanto ne avesse sentito? Lui non aveva sentito alcun male, eppure era il primo ad aver provato ribrezzo al pensiero a percepire sensazioni di dolore durante un rapporto, ma Dan cosa poteva saperne? Non aveva mai provato nulla del genere. Nella sua mente cominciavano a farsi largo troppe domande. Aveva ascoltato la richiesta di Misaki di morderle i capezzoli, e suddetta proposta lo attirava non poco, ma voleva farle un ultimo piccolo regalo. Bagnò la propria lingua con il suo stesso sangue, toccando la goccia spillata poco prima con la punta, per poi baciare per un'ultima volta la ragazza, entrando proprio come aveva fatto prima nella sua bocca, cercando nuovamente il contatto con la sua lingua, quasi come se volesse donargli il proprio sangue come ringraziamento, mentre a sua volta posava una mano dietro la testa della ragazza, andando a toccare i capelli bagnati della ragazza, come lei aveva fatto poco prima con lui. Prima aveva ricevuto, ora avrebbe dato. Dopo aver speso tutto il tempo necessario per godersi quel bacio, avrebbe finalmente soddisfatto anche la richiesta dell'interessata. Senza esitare si fiondò finalmente sui capezzoli di lei, andando a morderli e stuzzicarli con la stessa forza con la quale Misaki poco fa lo aveva morso. Ovviamente lui non aveva intenzione di farla sanguinare, ma voleva farle provare la stessa sensazione che lui aveva percepito poco fa, anche se probabilmente era ben più a conoscenza di lui di questa, avendo avute probabilmente molte esperienze passate, specialmente con il dolore, da quello che gli aveva riferito. Mentre mordeva poteva sentire, quasi assaggiare praticamente il seno della ragazza. Era incredibile, sublime. Sarebbe potuto stare lì ore a continuare, aspettando che la maestra lo fermasse. Nel frattempo il suo 'amico' fra i pantaloni continuava a farsi sentire, ma Dan quasi lo ignorava, concentrato, completamente catturato dal petto della ragazza. Proprio come voleva lei, avrebbe fatto tutto con calma. Seppure la voglia di saltare le tappe e passare direttamente al vivo dell'azione era tanta, la sua pazienza sarebbe perdurata per il bene del rapporto. L'ultima cosa che voleva era che quel mix di sensazioni, piacere e dolore terminasse in un istante. No. Lui avrebbe voluto farlo perdurare il più a lungo possibile, e per fare ciò doveva fare una semplice cosa: attenersi alla guida di qualcuna ben più esperta di lui.
     
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  4. †_†yun yun †_†
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    Un sapore carico di ruggine le pizzicò le papille gustative. Un bacio salato. Un bacio carico di desiderio. Non era come un vampiro che per una goccia di sangue perde la testa. Ma quel suo gesto le faceva capire che era pronto a gettarsi con lei, ovunque lo volesse portare. Ciò implicava che ormai era arrivato ad un tale punto di eccitazione che non si sarebbe tirato indietro neppure di fronte ad un po' di dolore. Le aveva dato la conferma di ciò che aveva provato lei: la sofferenza, se oliata con il desiderio sessuale, non fa altro che aumentare la carica erotica. E anche solo pensare a questi concetti Misa diventava ulteriormente lasciva. Complici anche le attenzioni che Daniel rivolgeva ai suoi seni. Non erano mai stati particolarmente grandi, una terza generalmente. Ma ora erano più gonfi, più carichi. L'aureola era più grande e molto più sensibile. Vedere il verginello per nulla intimorito dai piercing la fece sghignazzare sotto i baffi, divertita. Si sentì mordere proprio lì e una scarica di piacevole dolore la fece rabbrividire. E questo era più che positivo. La testa lievemente reclinata all'indietro, favoriva la messa in mostra dei suoi turgidi capezzoli, che ben presto sarebbero diventati particolarmente intirizziti a causa delle attenzioni che ricevevano. Un lieve gemito le sfuggì dalle labbra, confondendosi quasi con il rollio del mare. Si lasciò pervadere da quella sensazione di benessere, lasciandosi andare completamente: le membra si rilassarono e la testa divenne sgombra. Socchiuse gli occhi assaporando quel momento di puro godimento. Tuttavia era troppo presto per concedersi il lusso di sciogliersi sotto di lui. Facendo leva sui gomiti si mise seduta sul letto di fronte a lui. In quel momento, se non si fosse staccato, poteva quasi sembrare la scena di una madre che allatta il proprio piccolo. Solo che in quel quadro immaginario c'erano diversi elementi che non tornavano. "Continua così. Giocali, esplorali, mordili." Gli disse con una voce talmente rauca di piacere da far ringalluzzire anche un vecchio di ottant'anni con la sciatica. Nel frattempo lei avrebbe allungato la mano destra per togliergli i pantaloni. Sapeva che doveva essere insopportabile per lui quella sensazione claustrofobica. Aprì la patta con calma, le dita morbide che lievemente sfioravano la sua evidente eccitazione. Piano piano avrebbe abbassato il tutto, compresi i vestiti. Voleva vederlo nudo per intero. Voleva assaggiare il suo sapore. Voleva udirlo gemere. Voleva sentire la sua temperatura corporea che aumentava, man mano che aumentava il piacere. Voleva gustare il suo seme giù per la propria gola. "Togliti i pantaloni. Voglio farti godere nella mia bocca." Gli ordinò. Daniel sarebbe riuscito a resistere a quel suo comando perentorio, oppure avrebbe accondisceso alla prima? Misaki era quasi sicura delle sue azioni...
     
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  5. QuerulousDemi
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    Gemeva e godeva Misaki mentre Dan, da bravo studente qual'era, eseguiva alla lettera tutto ciò che la ragazza gli impartiva di fare. L'eccitazione ormai era alle stelle, e passare tutto quel tempo a contatto con i seni dell'insegnante aveva praticamente fatto raggiungere il limite di sopportazione al ragazzo, il suo membro ormai bramava la libertà, i pantaloni lo stavano soffocando. Mentre continuava, osservava le reazioni di lei, compiaciuto del fatto che nonostante fosse alle prime armi, riuscisse comunque a darle piacere. Tutto ciò, ovviamente, non fece altro che esaltarlo di più, e non appena udì la compagna dirgli, anzi, praticamente ordinargli di togliersi la parte inferiore dei suoi indumenti, un largo sorriso si stampò sul suo volto. Si atteneva alle istruzioni di Misaki, ma per lui rimaneva pur sempre la prima volta, e contrariamente da quel che si possa pensare, non si vergognava affatto di mostrare il suo corpo. Si separò, quasi a malincuore, dai capezzoli che aveva speso così tanto tempo a conoscere, e, rimessosi in una posizione più retta, su due piedi, si abbassò rapidamente i pantaloni assieme alle mutande, rivelando finalmente il membro che albergava in esse. Dan poteva anche essere giovane, ma in quanto a grandezza il suo affare era alquanto dotato, pur essendo inesperto. Completamente inebriato dall'esaltazione, lo avvicinò al viso di Misaki, impaziente, mentre la guardava con i suoi occhi viola in un modo piuttosto malizioso. Stava decisamente cambiando. Maliziosità? Impazienza? Il solito Dan non conosceva queste due parole, non erano nel suo vocabolario. Quell'esperienza peccaminosa, bollente, perversa... stava rivelando una parte della sua personalità che lui stesso non conosceva, che forse non avrebbe voluto conoscere, ma ormai aveva iniziato il dolce, doveva finirlo. L'attesa lo stava uccidendo, ma al tempo stesso era ciò che rendeva quella situazione così unica: l'incertezza riguardo le sensazioni, lo sperimentare per la prima volta ciò che normalmente non avrebbe mai sognato di fare. Tutto ciò gli mandava un brivido lungo la schiena, che, assieme al corpo ormai ai suoi occhi praticamente Divino della ragazza, non faceva altro che far ingrossare ulteriormente il suo membro, apparentemente quasi pronto a scoppiare.
     
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  6. †_†yun yun †_†
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    Daniel aveva accantonato ormai l'imbarazzo in un angolo remoto della propria coscienza: si mise dritto davanti a lei e in un batter d'occhio rimase completamente nudo ai suoi occhi. La guardava eccitato, affamato di piacere. E Misaki non poté fare altro che sorridere soddisfatta. Il potere della carne è l'arma più forte che esista. E lei la conosceva bene. Si mise seduta su bordo del letto, con le gambe che sporgevano oltre il bordo. Lanciò un ultima occhiata seducente al ragazzo e poi prese in bocca quel sesso così invitante. Si sentiva veramente lasciva mentre lo faceva. Saggiò la cappella con la lingua, lappandola fremente. Sembrava quasi che stesse leccando il gelato come aveva fatto poche ore prima nel parco. Il gusto era completamente diverso, ma non meno appagante per lei. Pian piano fece scorrere la lingua su tutta la lunghezza dell'asta, lubrificandola a dovere prima di prenderla completamente in bocca. Lo faceva con calma in modo da aumentare la durata del piacere di Daniel. Con la mano destra prese a segarlo lentamente, come se volesse spandere la propria saliva, mentre con la mano sinistra prese a toccargli la parte più bassa dello scroto. Era forse troppo per un verginello? Visto che era al prima volta che si trovava in una situazione simile, non sapeva quanto sarebbe riuscito a resistere prima di venire. Forse avrebbe potuto aiutarlo a trattenersi fino alla fine dell'amplesso ormai prossimo. Ma se avesse passato il tempo a concentrarsi per non venire, non si sarebbe abbastanza impegnato nel sesso vero e proprio. E lei invece voleva che lui desse il meglio per entrambi. Sapeva per esperienza indiretta che i maschi riescono a durare di più se prima si 'svuotano'. Avrebbe fatto così. E per farlo si sarebbe impegnata ancora di più nel muovere le sue sapienti mani e la sua languida lingua. Lo guardò maliziosa dal basso verso l'alto, in un'espressione decisamente porca. Evocò la Lanterna che pronta le illuminò il polso. L'aria intorno a loro assunse delle spettrali sfumature di verdognolo mentre Misaki richiamava un nastro nero come la pece che si sarebbe posato intorno agli occhi del ragazzo, oscurandogli completamente la vista. Senza più questo senso, Daniel avrebbe potuto provare un leggero smarrimento, magari anche di impotenza di fronte al niente. Ma ben presto avrebbe capito il motivo di quella scelta: la sua pelle sarebbe diventata più sensibile, le sue orecchie più vigili e così il suo olfatto. E a quel punto lei avrebbe preso completamente l'asta dentro la propria bocca, facendola sparire dentro le sua calde fauci. La mano sinistra avrebbe stretto la propria morsa su quella sacca carica di sperma mentre la destra sarebbe stata libera di circondargli la schiena per mantenerlo sempre alla giusta distanza dalle sue labbra. In poche parole, gli stava dicendo che era completamente nelle sue sapienti mani. Forse nemmeno Daniel era in grado di capire quanto avrebbe resistito prima di eiaculare sul fondo della sua gola...

    Scusa terribilmente per il ritardo!"
     
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  7. QuerulousDemi
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    Non scusarti, perché altrimenti io dovrei mandarti un pacco di scuse a casa a causa di tutti questi ritardi.

    Non appena Misaki prese in bocca il membro di Dan, questo rilasciò un accenno di gemito, soffocato. Il ragazzo stava visibilmente assaporando sempre di più quel piacere che per così tanto tempo gli era stato negato, gradualmente lasciandosi sempre di più andare, respirando in modo sempre più affannoso. Sin dal primo momento, gli parve ovvio che la ragazza ci sapeva fare: il modo in cui muoveva la lingua, preparava il tutto, assieme a come quasi massaggiava la parte inferiore del suo affare, erano chiari segni di esperienza. Mentre godeva del lavoro di lei, il Reyes la fissava operosa, ricambiando l'espressione porca che ella gli aveva appena lanciato dal basso verso l'alto. Quell'espressione pervertita fu l'ultima cosa che vide, accompagnata da un bagliore verdognole riconducibile a quando Misaki aveva fatto apparire dei nastri dal nulla al parco. Fu proprio un nastro, infatti, a coprirgli la visuale, immergendolo nel buio. Tutto ciò che poteva percepire ora erano i tutt'altro che puri suoni, le labbra di Misaki e le sue mani. L'appagamento non fece altro che aumentare a dismisura, e se già il fatto che Dan non avesse mai avuto sino a quel momento un rapporto con qualcuna già gli rendeva piuttosto difficile controllare la sua natura, ora la sensibilità aumentata a causa di quella temporanea cecità rese quasi impossibile mantenere sotto controllo l'istinto. Tutto ciò che vedeva era il buio più totale, mentre ondate di goduria invadeva il suo corpo, partendo dal basso, arrivando fino al cervello. Quel buio, quell'oscurità, non lo disturbava affatto, anzi, si trovava a proprio agio, quasi come se fosse abituato a rimanere a stretto contatto con le tenebre. Ormai il diciottenne non ce la faceva più a trattenersi, e dopo che Misaki, per "peggiorare" se così si può dire, la situazione, ebbe completamente preso il suo affare dentro la sua bocca, Dan venne copiosamente, quasi come se una vecchia diga fosse stata aperta per la prima volta dopo tanto tempo, rilasciando tutto ciò che tratteneva in una sola volta. Gemette piuttosto rumorosamente, soddisfatto, mentre il suo seme continuava ad uscire, entrando direttamente nella gola della ragazza, riempiendogliela. Seppur cieco, aveva ritrovato la testa della ragazza con la sua mano destra e, quasi d'istinto, era andato ad afferrarle il capo, premendolo contro il suo sesso, evidentemente vittima del piacere. Si assicurò di non farle perdere nemmeno un goccio prima di lasciarla e diamine, per quanto ne avesse trattenuto dentro di sé, avrebbe quasi potuto soffocarla con il suo sperma. Successivamente uscì, quasi a malincuore, da quelle labbra così invitanti, poggiando il caldo membro sul volto di Misaki. Era ancora eccitato, e seppure l'eccellente lavoro della ragazza lo avesse soddisfatto, il suo corpo bramava di più. Molto di più. Non aveva nemmeno ancora remotamente finito.
    "Incredibile... però, ho ancora molto da recuperare."
    Affermò con un tono ben diverso dal solito. La sua voce era molto più dominante, imponente. Aveva ottenuto una piccola parte di ciò che lo aspettava e ora pretendeva di ricevere tutto il resto. Un sorriso malizioso albergava sul suo viso, e non accennava a voler andare via. Non poteva vedere nulla, ma con le mani poteva toccare. Lasciava la mano destra poggiata sulla testa di Misaki, in attesa del prossimo step.
     
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  8. †_†yun yun †_†
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    Venne copiosamente dentro la sua bocca. Daniel voleva essere sicuro che non versasse nemmeno una goccia del suo liquido e l'aveva tenuta con una mano poggiata sulla testa. Lei, per tutta risposta, si era limitata a prendere tutto il membro dentro di sé: con la punta del naso poteva toccare il suo basso ventre, mentre con il mento, se si sforzava riusciva toccare la base inferiore dello stesso. Con la lingua si 'limitò' a dare dei sonori schiocchi, come se fossero dei colpetti, mentre i muscoli delle guance praticavano un effetto aspirapolvere. Lo sperma che ricevette era abbondante, molto fluido e aspro. Un odore acre le invase il gusto e scivolò imperterrito lungo la sua gola. Bevve fino all'ultima goccia, paziente, aspettando che il biondino si godesse per bene anche il finale di quel suo lavoretto di bocca. Dentro di sé era estremamente soddisfatta. Adesso era più che certa che si sarebbero divertiti a lungo. La presa della mano si allentò e Misaki sentì che il turgido membro scivolava fuori di lei, andandosi a poggiare vicino alla sua guancia, in attesa. Alzò lo sguardo per osservare il diciottenne: sembrava impaziente, come se fremesse nell'aspettare il passo successivo. Pareva smanioso di provare un piacere ancora più grande. E lei glielo avrebbe donato, ma non prima di averlo fatto soffrire un poco. Era la prima volta che si cimentava in quel tipo di gioco, ma al solo pensiero del risultato si eccitava ancora di più.
    Si alzò in piedi, strusciandosi addosso a lui, facendo il modo che il suo seno lo sfiorasse per tutta la lunghezza del suo busto. Quando fu all'altezza giusta lo baciò. Non potendo vederla forse non si aspettava di sentire le sue labbra carezzare la sua lingua come poco prima avevano fatto col suo sesso. Sebbene avesse ingoiato il liquido seminale a dovere, certamente il sapore le era rimasto in bocca. Perversa lo baciò a lungo, complice il fatto che la vista ottenebrata amplificava gli altri sensi. "E' vero. Hai proprio bisogno di recuperare" Gli sussurrò tra le labbra roca di passione. Fece scivolare la mano sinistra verso il basso, dandogli l'illusione di volerlo toccare nuovamente, ma proprio all'ultimo cambiò direzione, volgendo il palmo verso la propria intimità. Si sentiva già calda e bagnata e voleva che lui ne fosse consapevole. Infilò le dita all'intero della propria cavità, rendendole fradice dei propri umori. Poi fece risalire il braccio, portando la mano davanti alla bocca di Daniel. Delicatamente fece in modo che potesse desiderare di assaggiarla. Lo stuzzicò sulle labbra, toccandole con la punta delle dita. Poi stava a lui decidere quanto gustarle. Lei rimase immobile, ad osservarlo. "Buono vero? Ma quello è solo qualche goccia. Adesso devi venire a cercare la fonte." Non aveva nessuna intenzione di rendergli la vista. Erano arrivati al momento dei giochi. Misaki si allontanò da lui con passo felpato, fece il giro del letto e vi si sdraiò sopra. Ma certamente per il biondino non sarebbe stato facile udire i suoi movimenti. La sua Lanterna aveva preso a lamentarsi, come una folle nenia bisbigliata da anime irrequiete. Quanto avrebbe impiegato per raggiungere la fonte, come l'aveva chiamata lei? Sicuramente, ad ogni tentativo fallito, la giovane sarebbe stata in grado di addebitargli una punizione...
     
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  9. QuerulousDemi
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    Era cieco, non vedeva. Poteva sentire, percepire, annusare, ma Dan non poteva vedere. Sentì il sensuale corpo di Misaki strusciarglisi addosso, alzandosi poco a poco, ma proprio mentre si godeva quel contatto, improvvisamente, un bacio raggiunse le sue labbra. Era un bacio passionale, non da meno dei tanti scambiati poco prima, ma questo aveva anche un retrogusto 'speciale'. In circostanze normali probabilmente il ragazzo avrebbe potuto provare ribrezzo se non disgusto al solo pensiero, ma in quel momento la ragione era l'ultima ad avere la parola nel suo cervello. In quel momento l'eccitazione e la passione controllavano le sue azioni, e il bacio non gli dispiacque affatto, anzi. Mentre insaziabile si gustava quel bacio che pareva non durare mai abbastanza, percepiva la mano di lei scivolare lungo il suo corpo, verso il basso, apparentemente intenzionata a tornare a far visita alle sue parti basse, ma le sua aspettative non furono corrette, e ben presto il diciottenne si sarebbe ritrovato un nuovo gusto, un nuovo sapore alle porte del suo palato. Le sue labbra vennero stuzzicate, e ciò che gli sembravano essere le dita della ragazza ora nella sua mente sembravano più invitanti che mai. Inizialmente si leccò le labbra, come per testare cosa fosse. Era qualcosa di nuovo, che non aveva mai avuto il piacere di 'degustare' sino a quel momento. Era dolce. Desideroso, passò alle dita della compagna, cominciando a leccare quelle, anziché le proprie labbra. Ne voleva di più. Si sentì provocato dalle parole che successivamente ascoltò. Solo qualche goccia, e doveva trovare la fonte? Una sorta di sfida? No, era più un gioco, ma nella mente del Reyes qualsiasi competizione, anche leggera, appariva come una sfida. Misaki non poteva vedere gli occhi del ragazzo, perché era bendato, ma se avesse potuto avrebbe intravisto i suoi occhi luccicare, quasi come quelli di una gazza ladra che aveva appena notato qualcosa di scintillante. Il sorriso del diciottenne si fece più largo, e quasi come un lupo famelico la prima cosa che fece dopo che Misaki si fu allontanato da lui fu proprio... annusare. Fiutava. Tentò di camminare avanti, ma non poté completare l'azione: qualcosa di morbido gli bloccava la strada. Probabilmente il letto. Tastò le coperte, ma con profondo rammarico non riuscì a sentire nulla. Mentre lui faceva ciò, Misaki stava girando attorno ad esso. Un gioco che già di suo torturava l'impaziente e bramoso Daniel, ma che probabilmente avrebbe potuto portare ulteriore dolore al ragazzo il quale, rimasto deluso dalla propria ricerca, decise di rimanere fermo per un'istante, silenzioso, con le braccia poggiate sul materasso e lui stesso quindi inclinato in avanti, ad attendere una qualche svolta, mentre a sua insaputa Misaki si era cautamente sdraiata proprio sullo stesso letto, a praticamente pochi centimetri da lui, per ironia della sorte.
     
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  10. †_†yun yun †_†
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    Non appena si fu coricata sopra le coperte vide con enorme rammarico che Daniel, seppur involontariamente, l'aveva già trovata. Sentì la pressione del peso delle sue braccia alla propria sinistra, appoggiate apparentemente con disinvoltura sopra al letto. Solo pochi centimetri li dividevano. Sarebbe bastato fare un piccolo movimento per entrare in contatto. Dalla nuova angolazione poteva vedere chiaramente la sua fisionomia, osservarne il corpo muscoloso e lineare. Ad osservarlo bene sembrava che stesse annusando l'aria, come un bravo cane da tartufo. Beh certamente il suo odore non era forte come quello dei particolari funghi sotterranei, ma se Daniel era davvero chi credeva che fosse doveva essere abituato a fiutare le piste. Ora Misaki aveva due vie: rimanere ferma, sperando che non si accorgesse di lei, oppure scivolare via velocemente indirizzandosi verso la zona giorno. Optò per la seconda. Non voleva rendergli la caccia così facile. Cercando di fare il più veloce possibile rotolò fino alla fine del letto, andando dalla parte opposta per non finirgli addosso. Poi lentamente prese a strisciare per terra, in stile marines e sgusciò oltre la piccola porta. Non voleva controllare se era già stata beccata, se in realtà era proprio dietro a lei oppure se non si era accorto di niente e era nella solita posizione a fiutare l'aria. Raggiunse il piccolo soggiorno e capì di aver fatto una mossa doppiamente furba: la porta che portava sul ponte era aperta e l'aria all'interno era satura di salsedine. Per Daniel il gioco si sarebbe fatto più complicato. Ora doveva solo trovare un posto dove poter stare comoda. Si guardò intorno: fornelli, una dispensa, il tavolino, due panche imbottite, un piccolo ripostiglio e le scalette. Non è che ci fosse molta scelta. Così decise di sedersi sul tavolo, con le spalle appoggiate alla parete in fondo. Piegò le gambe, quasi a formare una 'M' e rimase divertita in attesa dell'arrivo del teenager. Non appena l'avesse trovata, si sarebbe trovato in una posizione piuttosto scomoda, più in basso rispetto a lui. Misaki era curiosa di vedere come si sarebbe posizionato di fronte a lei. Effettivamente lo stava aiutando troppo rispetto ai propri standard, ma anche lei ormai era impaziente e desiderava solo sentire la sua lingua percorrerle la sua calda intimità. Voleva godere e scaricarsi e godere ancora. Voleva che fosse lui ora a prendere l'iniziativa. Dopotutto, era pur sempre lui l'uomo. Inesperto, giovane, ma maschio. Lei al limite lo avrebbe corretto o indirizzato verso le sue zone più erogene. Ma voleva vedere se aveva gli attributi al posto giusto. Ovviamente se non la trovava... Avrebbe trovato un modo per rendergli tutto ancora più complicato..
     
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  11. QuerulousDemi
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    Era difficile, praticamente impossibile riuscire a non annusare quell'odore pungente che poco fa aveva invaso le sue labbra e di conseguenza il suo naso, quell'emanazione di umori era inconfondibile: Misaki rimaneva in zona, molto vicino a lui, mentre con un'espressione neutra, completamente concentrato, continuava a fiutare. Si avvicinò sempre di più al letto, ma proprio mentre sembrava aver finalmente trovato la cosiddetta fonte, essa si allontanò. Il rumore che causò la ragazza, rotolando via, fu minimo, quasi impercettibile, ma la cecità aveva potenziato gli altri sensi di Dan, e percepire quell'enorme sbalzo di pressione sul letto causato dall'abbandono di questo da parte della ragazza fu piuttosto facile. Si era allontanata. Senza indugiare, affamato di piacere e bramoso di avere ciò che in quel momento riteneva appartenergli quasi di diritto, il diciottenne scavalcò il letto lasciandosi guidare puramente dall'istinto. Non riuscì a saltarlo tutto d'un pezzo, ma comunque giunse dall'altra parte. Un calore inconfondibile, umano, giaceva ai suoi piedi. Misaki gli sottostava, strisciante, e avrebbe anche voluto prenderla immediatamente, afferrarla per non lasciarla andare per un bel pò di tempo, ma la mancanza totale di visione in quel frangente lo ostacolava non poco. Con molto dispiacere si limitò dunque a seguirla silenzioso, facendo attenzione a non provocare troppo rumore, furtivo, mentre rimaneva dietro di lei. Poté percepire il raggiungimento di una nuova zona, probabilmente il piccolo soggiorno che aveva potuto vedere prima di entrare nella camera da letto. Non riusciva più ad annusare nulla: il sale, l'aria di mare bloccava qualsiasi altro odore tentasse di farsi strada nelle sue narici, ma ciò al Reyes non importava, in quel momento il suo obiettivo era unico e semplice: Misaki. Riuscì a sentirla alzarsi, mentre continuava a seguire il calore che il suo corpo emanava. Avrebbe potuto togliersi quella benda da un momento all'altro, semplificare il tutto, e ottenere ciò che voleva in men che non si dica, ma al diciottenne ciò non sarebbe andato bene. Lui voleva guadagnarsi il piacere, non pretenderlo, e se per farlo avrebbe dovuto inseguire la ragazza sino in capo al mondo senza l'ausilio della vista, lo avrebbe fatto. Il 'viaggio sino in capo al mondo' tuttavia si rivelò essere alquanto breve. Lei si fermò, e successivamente perse contatto con il suo calore, il ragazzo. Estese di poco le mani davanti a sé, e poté toccare ciò che sembrava essere una superficie di legno. Si ricordò dunque il tavolino visto all'entrata del salotto poco prima. Doveva essere lo stesso. Avanzò il proprio viso, abbassandosi, e poté nuovamente tornare ad annusare quell'esalazione di umori che recentemente pareva averlo abbandonato. Il sorriso tornò sul suo volto: aveva trovato la fonte. Voglioso si abbassò ulteriormente, andando a tastare con le mani ciò che sembravano essere le cosce della ragazza, mentre immergeva, finalmente, il suo viso nelle intimità di ella. Leccava, assaporava e di nuovo degustava i suoi dolci umori, inserendo la propria lingua nella cavità, e di nuovo stuzzicando il clitoride. Poteva essere vergine, ma aveva studiato l'anatomia del corpo umano, e conosceva comunque le zone relativamente più erogene di esso. Mentre con la bocca dunque assaporava i liquidi di Misaki, con le mani andava a palpare e toccare il suo corpo, quasi a massaggiare le sue cosce, completamente inebriato dalla passione del momento. Non aveva bisogno di vedere lo spettacolo: là dove il guardo non riusciva a giungere, la mente prendeva il controllo, manipolando il tutto, e finendo per accrescere il piacere che normalmente si sarebbe potuto limitare solamente a ciò che gli occhi vedevano.
     
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  12. †_†yun yun †_†
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    Forse era stata fin troppo buona, o fin troppo ingenua, nell'organizzare il suo gioco. Daniel la raggiunse in un attimo e dopo averle toccato le sode gambe, era passato all'attacco senza nemmeno pensarci un secondo di troppo. Sebbene fosse piuttosto maldestro nei movimenti, sapeva bene dove andare a toccare per farla eccitare ulteriormente. Evidentemente forse aveva avuto qualche esperienza nel campo. Altrimenti aveva avuto solo molta fortuna. L'intera scena era di per sé intrigante: la 'sorellona' che si faceva masturbare dal 'fratellino', inginocchiato di fronte alle sue cosce e bendato. Vederlo così la faceva sentire forte e desiderata, come se fosse una dea del sesso, cui si deve solo obbedienza. Ma era questo ciò che Misaki realmente desiderava? Non lo sapeva nemmeno lei. Tuttavia il fatto di essere stata localizzata in così poco tempo l'aveva indispettita, perciò si prese una soddisfazione. Evocò un altro laccio nero, di pelle lucida e resistente: l'aria intorno a loro era tornata di quel colore spettrale, ma solo lei l'avrebbe vista. Forse Daniel avrebbe provato solo un oscuro presentimento, come una sorta di minaccia vicino a sé. Il nastro si posizionò alla base del suo membro, stringendolo abbastanza da farlo sicuramente irrigidire. Molto probabilmente le vene si sarebbero gonfiate lungo tutta la superficie, diventando visibili. Lei non riusciva ogni volta ad elaborare una strategia diversa, soprattutto se quelle già sperimentate sei erano rivelate molto efficaci. Misaki era del partito "tattica vincente non si cambia". Intanto con la mano sinistra prese la sua testa, afferrandolo per il collo e lo spinse ancora più vicino al proprio ventre. "Voglio sentirti ancora più a fondo" Gli ordinò, la voce sembrava quasi trasformata, causata sicuramente dall'utilizzo della Lanterna che ancora brillava fulgida sul suo polso. I suoi occhi color pece osservavano la situazione gustandosela lentamente. Quell'ammasso di capelli biondi scomposti sbucava dalle sue gambe e si muoveva secondo un ritmo ben preciso. Poteva distinguere bene dove andava a sperluciare quella lingua quasi insolente che desiderava solo prendersi la propria parte di libidine. Ma quello era anche il suo fine. Aveva scoperto che la gestazione era in grado di regalare istinti sessuali e desideri ancora più forti di quelli di una donna non in aspettativa. E lei era sempre stata una di grande appetito. Quando i movimenti di Daniel si fecero più mirati e languidi, la futura mamma si lasciò andare, iniziando lentamente a gemere di piacere. Il biondino si sarebbe ritrovato a leccare una calda cavità grondante di umori. I suoi occhi si addolcirono, rivelando tutta la fame che avevano. Era un peccato che nessuno in quel momento potesse vederla in quello stato: le guance arrossate, il respiro corto che faceva sobbalzare i seni turgidi, il ventre leggermente rigonfio, la peluria curata sul monte di venere, il mix di liquidi in mezzo alle cosce. Quando sentì che l'unica cosa che desiderava in quel momento era averlo dentro di sé, gli tolse la benda dagli occhi, che si sarebbe però trasformata in un guinzaglio già attorcigliato lungo la sua mano sinistra e che all'estremità avrebbe stretto il collo di Daniel. Una volta che si fosse abituato alla vista avrebbe visto tutto questo di fronte a sé e sicuramente avrebbe provato l'impulso di prenderla, perdendo la propria verginità. Dopotutto sarebbe stata una reazione plausibile. E forse non avrebbe notato la comparsa di cinque lunghi artigli, affilati come rasoi, al posto delle normali unghie. La mano destra, la mano della lanterna, si sarebbe trasformata, facendo comparire quelle grinfie spettrali ma tangibili e taglienti. E lei aveva tutte le intenzioni di affondarle nel fianco del biondino nello stesso momento in cui il membro di lui l'avesse penetrata fino in fondo. Ecco, la prima lezione, di quando un dolore forte, si tramuta in un piacere estremo. E sicuramente sarebbe rimasto impresso nella sua mente...
     
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  13. QuerulousDemi
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    La situazione si faceva sempre più interessante e gli inibitori emotivi e la ragione di Dan sempre più deboli. Ogni movimento sembrava farlo discendere sempre più a fondo in uno stato quasi animalesco, impaziente e incontrollabile. Nemmeno lui riusciva a capire se fosse normalmente così oppure se l'influenza di Misaki stava facendo quell'effetto su di lui. Poco gli importava. Guidato dal suo istinto percepì per un istante una minaccia, ma capì immediatamente di cosa si trattava. Il suo membro si era irrigidito ulteriormente, e se già prima raggiungeva dimensioni ben più che soddisfacenti, ora arrivava all'apice della sua grandezza, mentre le venature che si occupavano di pompare sempre più sangue al sesso ora si rigonfiavano, il flusso bloccato da un nastro nero, probabilmente per 'merito' della ragazza. Digrignò i denti per un istante: affermare che gli piaceva sarebbe stato mentire, quella sensazione di blocco, di controllo che quella fascia esercitava sul suo sesso lo faceva sentire quasi in gabbia, ma si sarebbe attenuto ai giochi e alle regole di Misaki. Fortunatamente subito dopo poté percepire la mano di lei andargli ad afferrare la testa, spingendolo ulteriormente vicino al ventre, ordinandogli di andare più a fondo. Un comando che, con piacere, il Reyes avrebbe seguito. Sempre più precisi i movimenti del ragazzo si facevano anche più rapidi, mentre gli umori bagnavano sempre di più le sue labbra, bramandone in quantità sempre maggiore. Quei liquidi che a lui sembravano così dolci erano qualcosa di cui non poteva quasi più fare a meno. Mentre continuava ostinato il suo lavoro, improvvisamente riguadagnò la vista, quasi accecato dall'improvviso cambio di luce. Seppur inizialmente appunto la sua visione era assai ostacolata, non appena vide lo spettacolo che si parava dinanzi a lui il suo corpo quasi d'istinto stette per muoversi da solo, ma proprio quando, come una bestia, stette per lasciarsi andare, il suo autocontrollo gli impartì di pagare attenzione alle unghie della ragazza, assieme al fatto che lei lo stesse letteralmente tenendo al guinzaglio, proprio come una specie di animale. Stava manipolando la sua libertà, lo stava controllando. Si sentiva proprio come una belva che, ritenuta troppo pericolosa per essere lasciata libera, veniva rinchiusa in una gabbia. Una sensazione strana, che lo infastidiva ma al contempo rendeva ancora più euforico. Ulteriormente eccitato sorrise malizioso, afferrò con la sua mano sinistra la mano 'affilata' di Misaki e, proprio mentre inseriva dentro di lei il suo affare, la guidò verso l'obiettivo: il suo fianco. Un miscuglio indescrivibile di emozioni pervase la sua mente. Dolore, piacere, pericolo, confusione, eccitazione. Un miscuglio che lo mandò più o meno in tilt, facendogli rilasciare a sua volta un gemito di piacere con accenni di vero e proprio dolore. Mentre del sangue sgorgava dalle ferite, per quanto piccole, appena infertegli dalla ragazza, l'appagamento che provava in quel momento era incommensurabile. Aveva perso la sua verginità, e l'interno di una ragazza, di Misaki, era a dir poco paradisiaco. Infilato finalmente il suo sesso dentro la cavità, certamente Misaki avrebbe potuto percepire il suo grosso e voglioso affare entrare dentro di lei. Daniel tuttavia non si sarebbe limitato a semplicemente metterlo dentro, la sua fame, sino a quel momento rimasta insaziata, sarebbe stata molta se non troppa da soddisfare. Immediatamente, senza aspettare o farsi pregare avrebbe cominciato a muoversi, inizialmente in modo piuttosto lento, giusto per abituare sia lui che lei dato che comunque si, la desiderava, ma sapeva di dover essere almeno inizialmente paziente dato che altrimenti avrebbe potuto causare più dolore che altro, per poi aumentare sempre di più il ritmo. Sempre più a fondo, più rapidamente. Il suo membro pulsava intensamente, sempre più eccitato, mentre il nastro che lo stringeva si faceva sempre più stretto. Ormai contenersi era fuori discussione, e i suoi gemiti di piacere si sarebbero fatti sempre più rumorosi. Proprio mentre si muoveva, tuttavia, avrebbe utilizzato la mano libera, la destra, per prendere la testa di Misaki ed avvicinarla a lui, nel tentativo di rubarle un ulteriore bacio, facendo prima incontrare le lingue, la sua ancora zuppa degli umori di lei, per poi mordere, inebriato dal piacere, quella di lei, quasi come se volesse cacciarla dalla bocca e portarla con sé, mentre con la mano sinistra stringeva la mano che aveva affondato le affilate unghie nel suo fianco. Tentativo perché, seppur completamente ormai immerso nel piacere, continuava comunque a ricordarsi che era lei ad avere un guinzaglio stretto attorno al suo collo. Non aveva idea di che genere di ragazzi avesse frequentato lei, ma quasi sicuramente tutti avevano avuto l'autocontrollo necessario per farsi desiderare ed attendere, Dan invece no. Proprio per questo probabilmente la ragazza sarebbe rimasta colta di sorpresa dall'improvvisa ondata di piacere che probabilmente avrebbe provato inavvertitamente.
     
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  14. †_†yun yun †_†
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    Misaki nel corso del tempo aveva avuto diversi amanti. Negli ultimi mesi questi erano aumentati, trasformandosi tuttavia in vittime. Aveva avuto modo di crearsi un proprio bagaglio culturale in materia e ormai era solita definirsi piuttosto esperta, quando si trattava di private relazioni con l'altro sesso. E riusciva bene o male a capire cosa passava nella loro mente in quegli attimi di godimento. Daniel la stupì: le fece intendere che sopportava quei lacci, sinonimo di controllo e superiorità, solo per rispetto verso di lei. Era conscia del fatto che lui potesse liberarsene in qualsiasi momento, data la schiacciante differenza di forza. Ma non aveva provato a liberarsene né aveva dato sentore di volersene disfare. Strano. Stava accettando il suo lato 'stravagante'senza porsi domande, senza fuggire. Se solo fosse stato più debole, lo avrebbe capito, ma allora perchè accondiscendere così facilmente? Non si dava risposta. Quando aveva iniziato ad accettare le stranezze del suo amante erano già accaduti molti fatti e lei era oramai perdutamente innamorata di lui. Possibile che il biondino avesse ricevuto un colpo di fulmine così forte da sconvolgergli la mente tanto da poterlo rendere così malleabile? No, ne dubitava. E allora come era potuto arrivare al punto di desiderare il dolore come la stessa Misaki? La sua mano era ancora lì ferma a mezz'aria che tentennava un attimo prima di colpirlo. Rimorso? Cambio di idea? Eppure lui le aveva afferrato il polso e si era quasi lacerato la carne da solo, pur di esaudire il suo desiderio. Forse era ancora più pazzo di lei. Rise selvaggiamente quando senti le unghie profanare quella candida pelle, certa ormai che la follia si fosse insinuata tra loro. Quando venne penetrata, il colpo le tolse per un attimonil respiro, interrompendole la risata che si trasformò in un gemito rantolato. Musica per le sue orecchie. Daniel sembrava trasfigurato nel viso, come se il dolce ragazzo conosciuto al parco fosse stata un'altra persona. Eppure lei ne era certa. si abituò in fretta alle sue misure e al suo ritmo. Non voleva mettetgli fretta, in modo che potesse gustarsi la sua prima volta. Daniel infine la sorprese un'ultima volta: si avvicinò al suo volto e la baciò con un tale trasporto e libidine che temette per l'integrità della propria lingua, cancellando completamente la sua voglia di tenerlo sotto controllo. In realtà era proprio questo che voleva. Desiderava che fosse lui in fondo a prendere l'iniziativa. Si sentiva strana, perché non capiva cosa volesse da lui. Forse avrebbe dovuto semplicemente farlo con Daniel. Lasciando a lui il dovere e la libidine di condurre i giochi. Chi poteva saperlo? Se fosse stato in grado di soddisfarla a modo suo, forse lei avrebbe deciso di togliergli i lacci. Forse Gli avrebbe fatto prendere in mano la situazione. Forse
     
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  15. QuerulousDemi
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    La risata di Misaki non fece altro che peggiorare il suo ormai già povero autocontrollo. Se prima gli era rimasto anche solo un accenno di freno riguardo i suoi desideri, ora la ragazza lo aveva completamente cancellato. Pazzo? No. Non era pazzia, la sua. O forse si? In realtà aveva accettato il bizzarro atteggiamento e richieste della sua partner per un semplice motivo: metterla a proprio agio, renderla felice, farle fare ciò che vuole. Non si era trasformato in un amante del dolore, e sicuramente non avrebbe mai accettato normalmente di farsi frustare senza motivo da qualcuno, ma in quel frangente pur di accontentare la sua compagna avrebbe fatto di tutto. C'era anche un'ultimo fattore ad influenzare la sua mentalità, qualcosa che dentro di lui, come una sorta di voce consigliera, gli intimava a continuare. Non sapeva cosa fosse, ma per qualche ragione gli stava dando retta. Continuava irruento a penetrare lei, andando sempre più a fondo con ogni movimento, arrivando eventualmente a toccare l'utero con la punta del suo membro. Mentre il laccio stringeva sempre di più ed il sangue lentamente scendeva dal suo fianco, Daniel andò a lentamente abbandonare la lingua di Misaki, leccandola un ultima volta come per salutarla, scendendo, e tornando ai suoi gonfi e prosperosi seni. Proprio come prima lì leccò, morse, quasi torturò in ogni modo, a volte anche tirando quei piercing a forma di teschio che alla ragazza piacevano tanto, non troppo forte, ma tanto quanto bastava per ricordarle che il dolore fosse sempre un metodo per raggiungere un piacere ancora più elevato, proprio come lei aveva comunicato a Daniel poco prima. Dunque mentre la bocca e il suo sesso erano entrambi occupati a provocare e ricevere piacere, la mano destra scivolò verso il basso, andando a posarsi vicino il sedere della ragazza. Palpò, tastò e di nuovo toccò il sedere di colei che in quel momento lo stava mandando su di giri, dispiaciuto del fatto che non potesse assaporarlo. Quella posizione, tuttavia, non era favorevole ai desideri di entrambi. Daniel voleva poter interagire appieno con tutto il corpo di Misaki, e lei probabilmente avrebbe preferito evitare di dover stare su uno scomodo tavolino. Senza indugiare dunque utilizzò la mano libera per sollevare la ragazza mentre, imperterrito, continuava i suoi movimenti, senza darle sosta né pausa. Il piacere per lui era troppo grande per essere anche solo minimamente ridotto per un istante. La sollevò dunque, sfruttando anche la mano che lei aveva conficcato nel suo fianco come appoggio per la sua mano che l'aveva accompagnata, e che tutt'ora la stringeva. Era ferito, gli faceva male, ma la goduria che ricavava da quel rapporto era incommensurabile, e, a confronto, quel dolore non era nulla. Si sarebbe improvvisamente fermato, tuttavia, quasi come se per provocare la ragazza, facendo risalire di nuovo la bocca, portandola di fianco l'orecchio di Misaki, per poi sussurrare.
    "Heh, perché non ce ne andiamo sul letto? So-rel-lo-na."
    Procedette poi a morderle lo stesso orecchio che aveva udito quelle parole, leggermente, per poi scendere di poco, baciandole e massaggiandole il collo con la stessa lingua che poco prima assaggiava i suoi gustosi seni. Senza nemmeno attendere una risposta avrebbe portato, trasportandola quasi impalata dal suo affare, Misaki di nuovo nella camera da letto, lasciando cadere poi entrambi sullo spazioso e morbido letto, riprendendo a muoversi così come si era fermato: inaspettatamente.
     
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79 replies since 20/1/2015, 16:04   876 views
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