Scosse Profonde

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  1. †_†yun yun †_†
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    Lui stanco? No. Ci voleva ben altro per fiaccarlo. Scosse il capo in risposta ed i capelli gli ricaddero scomposti sul viso. Certo non è che stava facendo una nuotatina a favore di corrente. Non era molto semplice soddisfare una kaiju e lui stava solo facendo del suo meglio per intrattenerla e far provare ad entrambi piacere. In fondo non è che conoscesse bene la sua razza e aveva proceduto per tentativi: un conto era intavolare una serata come quella con un umana, tutto un altro affare era la giovane donna cui ora si stava prodigando. Era normale commettere qualche errorino in qua e là. Mica aveva mai affermato di essere perfetto. Il suo respiro si fece più corto, mentre stringeva i denti per affondare dentro di lei. Era anche difficile adesso resistere abbastanza a lungo a portare entrambi al piacere senza finire il tutto troppo precocemente. Questa era una questione di orgoglio. Vanelope lo aveva guardato come se lui avesse finito le cartucce. Il suo sguardo trasudava la vittoria. E a quel punto, mai si sarebbe sentito più umiliato se fosse venuto prima della donna. Tuttavia non voleva nemmeno che fosse una specie di gara di resistenza, altrimenti tutto il senso del rotolarsi tra le coperte fato fino a quel punto perdeva completamente il senso acquisito. Vedere quel volto quasi borioso, riaccese però la competitività in lui: digrignò i denti, serrando la mascella e la guardò con un'aria di sfida. Sentì la coda stringergli con più forza il braccio e capì che forse non tutto era perduto: per quella donna doveva arrivare a cedere l'anima. Lucien aumentò la spinta, forzando fin quasi al limite del suo corpo. Spingeva in lei con una tale forza che il letto pian piano andò ad urtare contro il muro, con un movimento ritmato. Mentre lei si "limitava" a squarciare il letto, lui si prese cura della parete, apportando delle fitte considerevoli all'altezza dei pomelli del letto che continuavano ad infrangersi sul fondo della stanza. Non gli dispiacque affatto per gli inquilini. Ogni colpo di reni si trasformava in puro piacere e lui sentiva il proprio sesso entrare in una corrente di acqua calda, tant'era adesso bagnata la giovane kaiju. La morse di nuovo, con foga, in mezzo alla schiena, poi ormai al culmine del piacere le disse: "Vieni... Veniamo insieme, Vanelope." Né una richiesta né una supplica. Un semplice desiderio tra amanti. E non appena l'avesse sentita pronta avrebbe riversato in lei tutto il suo piacere.
     
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    La provocazione di Vanelope era riferita al suo rallentare, al fermarsi durante l'amplesso come se facesse delle pause per non cedere subito. Cosa che invece Vanelope apprezzava, era una sorta di carezza alla sua vanità quella in cui gli uomini non riuscivamo a resistere a lungo per via della sua bellezza. Lucien invece continuava imperterrito ad andare avanti, accendendola con le sue spinte per poi fermarsi gradualmente, e allo stesso modo succedeva al piacere: cresceva con la forza delle sue spinte e scemava quando si arrestava del tutto. Sembrò comunque capirlo che fermarsi non era per Vanelope modo di goderne di più, sembrava più una tortura in cui le negava ciò per cui si stavano impegnando. Come se fosse un bambino dispettoso che agitava una merendina davanti ad un affamato senza mai dargliela. Non sapeva se fosse stato per le parole dette da Vanelope o perché i tempi dei giochi erano terminati, ma Lucien ci mise tutto se stesso per trovare il piacere che cercava. Per giungere finalmente all'obbiettivo che stavano agognando entrambi, o per lo meno più Vanelope a giudicare da quanto si era innervosita dalla negazione del piacere. Finalmente ci metteva la forza adatta per una pellaccia dura come la sua. Divenne tutto perfetto, non si accorse nemmeno del letto che andava a battere contro il muro, era come se tutto ciò che la circondava fosse sparito e rimaneva solo lei e Lucien e il calore crescente fra loro due. Si sentì avvampare, le gote arrossate e la bocca spalancata a gemere.
    Aaah sììì, voglio sentirlo tutto dentro di me. fece estremamente eccitata, anche grazie al morso che le procurò scosse di piacere intense che si propagarono sulla colonna vertebrale. Ormai era giunta al limite, sentì il piacere da costante crescere. Le sue carni si strinsero attorno al membro del ragazzo, la coda si sollevò di più come se volesse liberare la zona da ogni impedimento. La sua pelle si ricoprì quasi del tutto di carapace lasciando libera solo la zona pubica. Conservò ancora il suo viso anche se la pelle aveva cambiato colore.
    Vieni! Vieni con me... aah fece con voce più stridula e quasi senza fiato. Lo percepì chiaramente il membro di Lucien pulsare, era dunque giunto il momento di goderne assieme. L'orgasmo l'avrebbe investita più violento nel sentirsi riempire di caldissimo seme.
     
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  3. †_†yun yun †_†
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    Se anche avesse voluto fare il perfido e bloccare il piacere così, con uno schiocco di dita -come aveva fatto altre volte con delle umane-, non sarebbe stato possibile. Le carni della donna erano talmente contratte che era impossibile non cadervi prede all'interno. Invogliavano a perdersi dentro di esse, a regalare loro un piacere sempre maggiore, a non smettere di adorarle. Le sue parole e la sua morsa gli fecero capire che anche lei era pronta e che poteva lasciarsi andare. Sotto le sue mani il corpo della Kaiju si ricoprì delle dure placche di rivestimento, proprio mentre lui andava a segno con i suoi ultimi affondi. Si sentì pervadere dal piacere e venne scosso nel profondo quando la riempì del suo seme. La differenza di temperatura lo fece sussultare dal piacere stesso. Come sempre, il suo liquido era fresco, e a contrasto con i caldi umori di lei, provocava un mix fuori dall'ordinario, che gli faceva fremere l'asta. Lentamente uscì da quel caldo antro, più che altro perché i muscoli delle gambe avevano iniziato a dolergli per la posizione tenuta a lungo. Si mise seduto sul letto, riprendendo pian piano la sua forma umana. Più respirava e più il tempo passava più le squame sparivano dal suo viso e dal suo petto. La sua temperatura più bassa non gli permetteva di arrivare alla sudorazione, ma si sentiva alla stessa maniera. Osservò il corpo di Vanelope, che adesso le parve ancora più bello e seducente di quando avevano iniziato, anche di quando l'aveva vista nuda la prima volta, poche ore prima. Si avvicinò a lei e le baciò le cosce, le anche e pian piano sempre più su le costole con la punta delle labbra. Non malizia, ma una semplicemente idolatrandone le fattezze e la bellezza. Con le dita le sfiorava lieve i contorni, le mani fresche a contatto con quella pelle calda. E infine la guardò negli occhi. I suoi erano due gemme perfettamente appagate.
     
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    Non si aspettava di sentire una sensazione fresca quando Lucien riversò il suo seme dentro di lei. Di solito percepiva il seme come una sorte di calore che si dilagava e la riempiva, una sensazione effimera ma di grande effetto durante l'orgasmo. La differenza della temperatura corporea invece le fece percepire ancora più chiaramente cosa stesse succedendo al suo corpo. Delle piccole stille fresche che le riempirono l'utero e scivolavano sulle pareti della cervice, facendole provare qualcosa di nuovo e incredibilmente appagante. Lo sentiva perfettamente dentro si sé anche quando Lucien scivolò fuori da lei regalandole un ultimo brivido. Si sdraiò distendendo le gambe, ansante e meravigliata. Solitamente non si lasciava andare a rapporti sessuali occasionali se prima non vi era stata una sfida. Lucien tuttavia aveva catturato la sua attenzione e le aveva regalato una serata unica e magica, ben più meritevole di una sfida. Aveva provato emozioni uniche cavalcando un'onda, aveva appena scoperto che fare sesso con un sirenetto poteva rivelarsi stimolante e pieno di sorprese. Non sciolse subito la trasformazione, le serviva del tempo per farlo, per quel motivo lo faceva di rado. Tuttavia la carapace si assottigliò permettendole quindi di sentire le labbra fresche del ragazzo sul proprio corpo, era un tocco delicato e piacevole, la aiutarono a rilassarsi oltre alla già meravigliosa sensazione del dopo orgasmo. Quando Lucien le arrivò vicino e notò che era tornato nella sua forma umana ci rimase un tantino delusa. Era così bello con le sue scaglie cangianti, tuttavia pensò che probabilmente gli serviva dell'acqua per non deteriorare la loro bellezza, quindi non disse nulla e sospirò soddisfatta sorridendogli. Si voltò leggermente per poter rimanere sdraiata su un fianco e osservò incuriosita il ragazzo, e anche un tantino scettica. Lucien le aveva baciato la carapace come se fosse una cosa normalissima, quando invece solitamente gli umani la temevano vedendola in quello stato. Le donne di solito reagivano con ribrezzo alla sua pelle così dura e calda, sembravano quasi come se si trovassero vicino ad un serpente. Lucien invece la toccava senza alcun problema, addirittura la baciava. Le fece un immenso piacere, era raro trovare uomini con strani gusti in fatto di donne.
    Non ti fa senso la mia forma ibrida? gli chiese sinceramente curiosa. Giusto per assicurarsi che non mentisse si avvicinò a lui e provò a carezzarlo sul petto con la sua mano artigliata e tutt'altro che umana.
     
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  5. †_†yun yun †_†
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    Quando fu ad un passo dai suoi occhi, notò che Vanelope aveva un'aria delusa sul volto. Scrutandola bene capì che forse poteva derivare dalle sue squame che non c'erano più. Sembrava quasi che gliele stesse cercando, indagando con lo sguardo. Così si sentì in dovere di darle una seppur breve spiegazione di biologia: "E' pericoloso quando le mantengo a lungo sulla terraferma. L'aria così secca e malata le fa deteriorare." Lo aveva scoperto quando aveva iniziato a vivere nel mondo "di sopra" oltre cento anni prima. Non era stato facile assumere l'aspetto dei bipedi e ancora più difficile era stato nascondere le squame, per proteggerle. Aveva prestato quanta più attenzione possibile, ma a volte alcune si erano bruciate, trasformandosi in polvere nelle sue mani. Purtroppo aveva dei tempi di rigenerazione lenti, quasi inesistenti e per decenni, quando tornava al suo aspetto originale, aveva avuto delle chiazze di pelle esposta. Terribilmente imbarazzante e osceno. Tuttavia, odiava vedere quell'espressione sul volto di una donna tanto bella, la rendeva come deturpata da uno stupido vandalo. Rallentò il processo che lo avrebbe reso nuovamente umano, permettendo ad alcune piccole perle argentate di brillare ancora un poco al chiarore della Luna. Era notte e aveva nuotato a lungo, non sarebbero morte così facilmente. Per tutto il tempo non smise mai di toccarla, di esplorarle il corpo curioso osservando al meglio la sua natura, così particolare e interessante. Notò che pian piano le placche che la rivestivano svanivano, assottigliandosi sempre più. Era semplicemente affascinante. Per poter stare più comodo si sdraiò anche lui su un fianco, poggiando la testa su una mano, mentre l'altra continuava a toccarla. Nel silenzio, Vanelope gli chiese se gli faceva senso la sua forma. Forse per dare maggiore adito alle sue parole, gli poggiò una mano sul petto. Gli artigli che poco prima avevano squarciato il materasso erano adesso a pochi centimetri dal suo cuore, che continuava a battere fortissimo, vicino ai 150 battiti al minuto. Sicuramente anche lei lo avrebbe percepito. Quella domanda lasciava intendere molte altre cose, taciute per ora. Magari in passato era stata derisa, disprezzata, forse emarginata. Con la mano libera intrecciò le proprie dita ancora lievemente palmate con i suoi artigli, fissandola dolcemente. Poi abbassò la testa e li baciò con delicatezza, uno dopo l'altro. "Perché dovrebbe farmi senso? Te cosa pensi del mio corpo? Io sono nato con una pinna. No io credo..." E la baciò in bocca, insinuandole la lingua tra le labbra: "Che tu sia semplicemente perfetta." La baciò ancora una volta, adesso con più passione: "Secondo il mio modesto parere, sei bellissima sempre." Forse stava diventando eccessivamente sdolcinato, o melenso, ma Lucien era sempre stato un tipo corretto e sincero. Odiava le menzogne e i giri di parole. La kaiju era bella. "E fidati, te lo dice uno che ha baciato tanti scorfani in gioventù. Tu non gli assomigli per niente." Una battuta gettata lì, per allentare un po' l'atmosfera. Comunque era vero: mica tutte le sirene erano belle! La maggior parte era appunto, più simile ad uno scorfano.
     
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    Agli umani, per lo meno quelli normali non piaceva scoprire che la donna con cui sono stati a letto non era una donna umana. Altri invece ne erano più che entusiasti e non era strano che esistessero posti in cui prostituivano donne con poteri particolari o di razze particolari per i più avventurosi. Le era capitato che la scambiassero per un dragonico, e la delusione era sempre alta quando li smentiva. Le piaceva lasciarsi sulle spine e non rivelare loro a che razza appartenesse, spesso si accontentavano e si convincevano che fosse un ibrido con qualche potere animalesco. Ed era strano per lei scoprire che quasi nessuno pensava mai ai Kaiju. Era come se la gente si fosse dimenticata della loro esistenza in tutto quel tempo. Era una strana sensazione ma infondo non le dispiaceva essere misteriosa. Quindi sorrise a Lucien che la riempì di complimenti, amava quando la elogiavano. E si stupì nel vedere che non aveva paura dei suoi artigli così tozzi e dall'aspetto crudele.
    Lo sai vero che se me lo dice un sirenetto che ha baciato gli scorfani, io penso ai veri scorfani? iniziò a ridere.
    E' come se un licantropo baciasse un chiuaua. aggiunse ridendo ancora immaginandosi la scena buffa di questo mostruoso uomo lupo con un cagnolino fra le zampe. Si calmò gradualmente, senza però tornare seria. Stava per dirgli qualcosa ma in lontananza si sentì il suono di un paio di chiavi che stavano aprendo la porta di ingresso. Vanelope scattò mettendosi in piedi e guardandosi in giro. Non era ancora riuscita a tornare alla sua forma umana e non ci sarebbe riuscita molto presto. Guardò inevitabilmente verso le finestre rotte, allungò poi una mano verso Lucien, mentre la coda serpeggiava sul pavimento. Sul volto di Vanelope non c'era un'espressione preoccupata, sembrava invece piuttosto divertita.
    Abbiamo due opzioni, uscire di scena con un bel tonfo, oppure terrorizzare i proprietari sperando che scappano. A te la scelta. fece decisa e con l'aria di chi stesse per giocare. Erano su un piano molto alto e di sicuro Lucien non sapeva volare e l'acqua del mare era troppo lontana. Se Lucien si sarebbe fatti due conti avrebbe potuto intuire che Vanelope voleva fare un'uscita degna del loro ingresso in quel appartamento.
     
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  7. †_†yun yun †_†
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    Osservò Vanelope mentre lo prendeva in giro. Aveva una bella risata accogliente e subito anche a lui sfuggì un sorriso dalle labbra. Ma in realtà era proprio vero. Non tutte le sirene sono belle, soprattutto tra le done. La maggior parte sono ad una fase primordiale, altre sono in una fase dell'evoluzione futura. Quelle che somigliavano a Lucien erano la minoranza. E a volte era capitato di baciare sia le une che le altre. "Anche se sono brutte raramente puzzano. E comunque sì, le ho baciate e ci sono finito anche a letto." Disse con una punta d'orgoglio ferito. "E poi dalle mie parti si dice che più sono brutte e più sono... Generose. Le scorfane non fanno differenza" Precisò subito dopo. La kaiju sembrava voler rispondere ma udirono un rumore di chiavi vicino. Imprecò tra i denti. Si alzò in fretta e furia, afferrò il proprio costume e, oh. Era strappato. Era inutilizzabile. Guardò sbuffando la compagna, come se volesse farle capire che anche se era stato divertente, certe volte bisogna pensare alle conseguenze delle proprie azioni. Rovistò velocemente nell'armadio e alla fine trovò un paio di bermuda che si infilò. Intanto la bella accanto a lui gli proponeva un piano per uscire da lì dentro. Sbirciò fuori e capì che utilizzare i propri poteri era pressoché inutile e dispersivo. Soprattutto se lei aveva già in mente qualcosa. La guardò furbesco, sbirciando da sotto i capelli, quasi malizioso. Un sorriso sghembo gli illuminò il volto, facendolo sembrare più piccolo di età. "Ovviamente scelgo l'uscita di scena con botto. Apri tu le danze?" E così dicendo le porse scherzoso il gomito, non sapendo che cosa aspettarsi da lei.
     
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    Vanelope non giudicò il passato di Lucien e i suoi rapporti amorosi. Infondo non poteva capire la bellezza marina. Il concetto stesso di bellezza era molto soggettivo. Zeddy il suo collega di lavoro poteva essere considerato bruttissimo per molti, ma per Vanelope non lo era perché conosceva il suo vero aspetto, e non le dispiaceva affatto quella carapace che lo avviluppava completamente. Quindi non disse nulla in proposito limitandosi a sorridere. Non che avessero modo di discuterne vista l'urgenza di fuggire o far qualcosa per non finire nei guai. Non sapevano nulla su chi vi ci abitava e non sapevano se fossero in grado di combattere, potevano rimanere e stordirli, ma avrebbero fatto parlare di loro. Lucien scelse di affidarsi a Vanelope. Lo afferrò per il polso tirandolo verso di sé per poi baciarlo sulla bocca entusiasta. Forse era un ringraziamento o semplicemente voleva alimentare l'adrenalina nel corpo perdendo altro tempo. La porta dell'ingresso si aprì, la voce di un uomo affranto echeggiò per i corridoi.
    Tieniti stretto. gli disse senza alzare troppo la voce. Vanelope abbracciò stretto Lucien, sollevandolo di peso per poi correre verso la finestra rotta, da cui spiccò un salto per poi cadere nel vuoto. Il vento sferzava i due corpi stretti con violenza. Vanelope emise un grido di giubilo, il suo corpo si stratificò con altra carapace ed infine dopo vari metri di vuoto dalla sua schiena si aprirono due porzioni di carapace più sottili, somigliavano molto a delle ali. Difatti si ritrovarono a planare in aria. Da quell'altezza riuscirono a vedere le piccole case pesantemente danneggiate dall'onda anomala. Zone in cui l'acqua non riusciva a fluire via creando una sorta di piccolo lago artificiale pieno di detriti, auto e persone che arrancavano per uscirne. L'onda aveva fatto un bel po di danni, vedendo quello spettacolo Vanelope riuscì ad esprimere solo un "ops". Per lei poteva essere solo un vantaggio visto che lavorava alla banca. Molti di loro avrebbero chiesto un prestito, e ciò significava che Jack sarebbe stato di buon umore. E un Jack di buon umore era un Jack generoso. L'esperienza di cavalcare l'onda poi era stata troppo bella e pensò che infondo ne era valsa la pena. Planarono per qualche abbondante minuto, e sicuramente i proprietari dell'appartamento non fecero molto caso a loro due, oppure li stavano guardando dalla finestra rotta mentre fuggivano. Per Vanelope tuttavia non aveva importanza. Arrivarono infine di nuovo al porto, dove i piedi di Vanelope poggiarono di nuovo a terra, purtroppo non era molto avezza a quel tipo di pratica quindi finì per inciampare e cadere su un fianco. Rise di gusto per la sua goffaggine, pensando che forse avrebbe dovuto allenarsi di più. Allargò le braccia per dar modo al ragazzo di sollevarsi.
    Tutto bene? chiese senza mai perdere la sua aria allegra.
     
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  9. †_†yun yun †_†
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    Vanelope aveva rifiutato il suo appoggio col gomito, preferendo trascinarlo verso di sé per poi agguantarlo tra le sue braccia. Emise un "wow" di ammirazione quando si ritrovò stretto al suo petto. Dal momento che era più basso di lei, la sua faccia strofinava contro i suoi soffici seni. Giusto per non abbandonare l'allegria dovuta a tutta la situazione, scoccò un sonoro bacio su ognuna delle due grosse tette, pensando che anche se fosse morto in quel momento, non era poi così grave. Quando stavano ormai per essere scoperti dagli insulsi bipedi, saltarono fuori. Irruppero fuori dalla finestra, provocando altri danni alla casa. Sicuramente gli inquilini avrebbero dovuto sborsare un bel po' di soldi per riparare i danni. Caddero quasi in picchiata per qualche metro e Lucien si ritrovò a gridare di pura gioia, attirando sicuramente l'attenzione degli umani sotto di loro. Quando ormai credeva che il piano della kaiju fosse quello di sfracellarsi al suolo, una brusca frenata li allontanò dalla superficie sotto di loro. Non poteva vedere la sua schiena ma era certo che si fossero formate delle ali. Adesso stavano lentamente volando in qua e là. Sentiva che la pelle della donna si era fatta nuovamente coriacea e si strinse di più a lei, cercando di non darle troppo fastidio con la sua presenza. Volare era meraviglioso. Era la prima volta che stava così in alto, sospeso nel vuoto. Sotto di loro infuriava quasi il caos: gente urlante e disperata, macchie distrutte, edifici rovinati, una pompa di un benzinaio esplosa, da cui si alzava un fumo nero e fitto... Beh, non male per un lavoro da poco tempo. Osservò quegli esseri inutili lamentarsi e piangersi addosso. Sicuramente c'erano state delle vittime. Lucien non poté non gioirne. Per un attimo quella scena si sovrappose ad una molto simile accaduta quasi 200 anni prima, quando lui aveva perso tutto. I rumori metallici, le grida della gente, la disperazione e la distruzione ovunque. Era quasi tutto come allora. E allora rise, un ghigno diabolico si estese sul suo volto, mentre il corpo veniva scosso da tremiti di gioia. Non aveva mai pensato che vendicarsi potesse dare questa ilarità dirompente. Forse Vanelope avrebbe fatto alcune strane considerazioni, ma non gli importava. Continuarono a volare ancora un poco, fin quando non furono in prossimità del porto. Il luogo dove tutto era iniziato. L'atterraggio non fu dei migliori, ma per lui andava bene tutto. La sua pelle si graffiò e già sapeva che sarebbe rimasta una cicatrice. "Sto bene, grazie. Questo sarà un ricordo di questa nottata." AL buio ci vedeva meglio e per lui il pallido tremolio delle stelle era come un faro acceso. Si unì alla felice risata della donna mentre si rialzava. Che altro poteva dire? Noti come quella non capitano tanto spesso. Ma forse avrebbero potuto farle riaccadere qualche volta. In fondo, avevano trovato un modo per passare il tempo divertendosi... In più di un modo. Magari avrebbero potuto rifarlo, qualche volta. Controllò lo stato della sua ferita e capì che poteva bastare per il suo intento. "Non ho un telefono, ma conosco un modo per rimanere in contatto in futuro. Se avrai nuovamente voglia di tutto questo." Disse indicando il paesaggio distrutto intorno a loro. "Basta che tu lecchi anche solo una goccia del mio sangue e ogni volta che pronuncerai il mio nome, io ti sentirò. Ovunque saremo." A lei spettava ovviamente la scelta. Poteva benissimo decidere che una volta nella vita è più che sufficiente. Altrimenti, qualora avesse accettato, avrebbe sentito il sapore del sangue diverso, più fresco e salato, e anche più liquido del normale sangue umano. Lucien aveva capito che ormai erano arrivati al momento dei saluti e dilungarsi ulteriormente non aveva senso. Certamente non le avrebbe negato un ultimo bacio 'd'addio'. Era un ragazzo a modo in fondo.
     
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    Non riusciva proprio ad abituarsi all'idea che gli altri erano molto più fragili di lei. Non poteva fare altrimenti, fin dall'infanzia il suo corpo si era adattato alla dura vita da Kaiju rafforzandosi e diventando sempre più "dura" a qualsiasi tipo di danno. Era nella sua natura ed essendoci abituata non riusciva a calcolare quanta attenzione mettere in confronto agli altri. Lucien sembrò essersi ferito, ma non sembrò arrabbiato con lei. Un punto in più in stima per quel ragazzo. Dalle leggende sulle sirene non avrebbe mai detto che fossero così coriacei e coraggiosi. Lucien poi sembrò voler rimanere in contatto con lei, ma spiegò che non aveva un telefono, ma un metodo assai più curioso e arcano. Lo guardò scettica all'inizio, possibile che bastasse davvero una cosa del genere? La stava forse prendendo in giro? Tuttavia aveva imparato che di stranezze al mondo ce n'erano tante. Si guardò attorno, vedendo il disastro appena combinato. Forse era meglio non creare altri incidenti del genere, a lungo andare li avrebbero scoperti, o gli avrebbero dato la caccia. Lei se la poteva cavare benissimo, ma lui? Sarebbe riuscito a fuggire e nascondersi nelle profondità del mare?
    Si afferrò il mento pensierosa, per poi indicare la ferita con le dita.

    Non mi stai prendendo per il culo vero? chiese per sicurezza, anche se i suoi occhi sembravano sinceri non poteva sapere quanto potesse essere bravo a recitare. Anche lei vedeva benissimo nel buio, dopotutto era una caratteristica della sua razza, quindi se pensava di nascondere qualche sorriso di scherno nella notte, lei lo avrebbe notato sicuramente. Fece spallucce e si chinò per leccare la sua ferita direttamente. Non era di certo schizzinosa, ma quando assaporò il suo sangue non sembrò molto entusiasta.
    Sai di sushi salato. disse scherzando.
    Se invece sei tu che hai voglia di vedermi, o ti serve una mano potrai trovarmi alla Atlas game, ti basterà chiedere di me. Tutti lì sanno chi sono anche i clienti più affezionati. gli disse facendogli poi un occhiolino di intesa.
    Che farai adesso? Tornerai nelle profondità marine? Magari a sedurre qualche altra donna? chiese giusto per non rimanere in silenzio. Dopotutto lei doveva attendere di tornare alla sua forma umana, non poteva scorrazzare in giro in quello stato.
     
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  11. †_†yun yun †_†
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    In un mondo ormai governato da bugiardi era sempre più difficile dimostrare di essere sinceri. Lucien sbuffò, infastidito dalla domanda della donna. Possibile che per i terrestri era così difficile fidarsi? possibile che per loro fosse più facile credere ad una menzogna che alla verità? "No, Vanelope, non ti sto prendendo per il culo." Disse, rispondendole con lo stesso tono che aveva usato lei. Forse la convinsero le sue parole, o il suo tono, o semplicemente decise che in fondo poteva credere alle sue parole. Si chinò verso di lui e appoggiò la lingua sulla sua ferita. Poteva non sembrarlo ma era un gesto molto intimo e personale, quello di bere il sangue altrui. A lei non sarebbe cambiato niente, non sarebbe stata influenzata dalla sua natura né da nient'altro. Il fatto che paragonò il suo sangue al sapore del sushi non lo fece impazzire. L'idea di mangiare i suoi compagni lo nauseava e il solo pensiero di vederli a fettine, crudi, con intorno delle alghe lo faceva stare male per ore. Scacciò via quel pensiero. "Ah, guai a te se mi chiami ogni due secondi: io non posso fermare le tue parole e non ho molta voglia di sentirmi ronzare la tua voce nella testa per giornate." Se non avesse risposto ovviamente era perché aveva altro da fare. Ma di certo non l'avrebbe ignorata a lungo, anche solo per una questione di buon senso. Tuttavia la prospettiva di distruggere qualche altro pezzetto di costa non gli dispiaceva affatto. Poteva essere un modo divertente per passare il tempo di tanto in tanto. Dopotutto, loro non avrebbero rischiato: alcune zone del pianeta erano spesso colpite da violenti tsunami ogni anno. Chi avrebbe mai voluto indagare? Avrebbero avuto le spalle coperte da quel punto di vista.
    Vanelope lo distrasse dai suoi progetti, affermando che l'avrebbe trovata alla Atlas game. Non sapeva che cosa fosse, ma non avrebbe impiegato molto per scoprirlo. Poi gli chiese se sarebbe andato nuovamente a cercare altre donne per quella notte. Lucien rise. "Ormai, mio malgrado, ho preso le abitudini umane. Domattina devo andare a lavoro e mi aspetta una bella nuotata prima di tornare a casa." In effetti si era talmente inserito nel mondo capitalistico che sembrava avesse perso completamente la sua natura. Come se si fosse dimenticato a quale mondo appartenesse. Vedi, non è così facile. Non so quanti miei simili ci sono ancora liberi, né tanto meno quanti di questi vivano ancora nel mare. Gli umani ci hanno decimati nel corso dei secoli. O catturati. Non vedo una sirena da... Secoli." Le spiegò, mentre un velo di tristezza gli adombrava gli occhi blu. Sperava un giorno di poter riabbracciare i suoi simili, ma dopo tanto tempo, ormai quasi non ci sperava più. Scosse la testa, abbandonando quello stato d'animo. Si avvicinò alla donna, alzandosi in punta di piedi. Una mano scivolò dietro la sua nuca, mentre l'altra le afferrava il mento. La baciò con ardore, facendo guizzare un'ultima volta la propria lingua dentro di lei. Lentamente si staccò, mordendole il labbro inferiore, il volto nuovamente gioviale e felice. "Allora... Ci vediamo, eh?" Non era un tipo da saluti strappalacrime, né da grandi promesse. Si tolse quegli stupidi bermuda, rimanendo nudo davanti a lei. Poi si tuffò in mare. Con un guizzo tra le onde, le sue squame erano già tornate a splendere superbe, ricoprendolo quasi interamente. La sua lunga coda si flesse, cercando nuovamente il vigore naturale. Riemerse solo una volta, ormai lontano dalla riva, per guardare se la Kaiju era ancora là. Poi si immerse scomparendo tra le correnti.
     
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    La minaccia di Lucien nel farla desistere di chiamarlo in continuazione fece sorridere Vanelope che iniziò a fantasticare: in pratica Lucien avrebbe potuto sentire la sua voce, quindi se lo chiamava poteva praticamente fargli una specie di telefonata telepatica in cui lui riceveva le sue parole, ma non poteva sentirlo a sua volta. Un gran peccato.
    Tranquillo Lucien, non sono un tipo appiccicoso e tutta love love come le umane. Come promesso chiamo solo in caso di emergenza o in caso voglia farmi un'altra cavalcata sulle onde. lo rassicurò, sapeva quanto poteva essere fastidiosa una cosa del genere, infondo avevano solo passato una notte di passione insieme non aveva alcun diritto di tampinarlo, ammesso che lei stessa ne avesse avuto voglia. Era un gran bel tipo Lucien certo, ma non poteva distrarsi troppo dai suoi propositi. In fin dei conti le piaceva essere corteggiata, quindi magari vederlo alla Atlas sarebbe stata una bella sorpresa. Aveva qualche dubbio però in proposito: i sirenetti si mischiavano fra gli umani? Dalla risposta che le diede sembrava proprio di sì, anche se a quanto pare non aveva ancora trovato qualche altro suo simile.
    Quindi anche i sirenetti si sono mischiati nella società eh? fece sempre allegra, divenendo poi più seria quando sentì della brutta notizia. In fin dei conti loro due erano molto più simili di quanto pensasse. Anche lei non aveva ancora incontrato un suo simile e iniziava a dubitare che ce ne fossero molti. Non conosceva affondo la storia della sua razza, sapeva soltanto che vivevano misteriosamente sotto al suolo e che una leggenda narra del loro esilio, perché erano diventati troppo potenti e pericolosi per il mondo umano. Non faticava a crederlo, ma voleva scoprire se quella leggenda fosse vera e se c'era un modo per liberare i suoi simili ancora intrappolati sotto al suolo. Mentre era persa in quei pensieri non si aspettò che Lucien si avvicinasse di nuovo a lei per afferrarla in modo virile, nonostante la differenza di stazza. Non ne era intimorito, era parecchio sicuro di sé e questo alimentava molto il suo fascino. Ricambiò il bacio con altrettanta passione, infondo se ne sentiva attratta anche lei, sopratutto quando si denudò di nuovo per poi tuffarsi in mare.
    Ci vediamo sirenetto. fece con un gran sorriso, sicura che prima o poi lo avrebbe rivisto. Si voltò verso la città consapevole che doveva tornare nella sua stanza. Si concentrò imprimendo energia sul proprio corpo per tornare al suo aspetto umano. Solo tornata umana realizzò che era nuda come un verme. Sospirò esausta: se solo gli umani non avessero reazioni così strane a vederla nuda, sarebbe tornata a casa anche in quel modo. Avrebbe dovuto arrangiarsi e trovare qualcosa per coprirsi.

    Role conclusa.


    Grazie per la splendida rolata, spero di poter giocare ancora insieme a te ^__^
     
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