Scosse Profonde

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  1. †_†yun yun †_†
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    Quando fu ad un passo dai suoi occhi, notò che Vanelope aveva un'aria delusa sul volto. Scrutandola bene capì che forse poteva derivare dalle sue squame che non c'erano più. Sembrava quasi che gliele stesse cercando, indagando con lo sguardo. Così si sentì in dovere di darle una seppur breve spiegazione di biologia: "E' pericoloso quando le mantengo a lungo sulla terraferma. L'aria così secca e malata le fa deteriorare." Lo aveva scoperto quando aveva iniziato a vivere nel mondo "di sopra" oltre cento anni prima. Non era stato facile assumere l'aspetto dei bipedi e ancora più difficile era stato nascondere le squame, per proteggerle. Aveva prestato quanta più attenzione possibile, ma a volte alcune si erano bruciate, trasformandosi in polvere nelle sue mani. Purtroppo aveva dei tempi di rigenerazione lenti, quasi inesistenti e per decenni, quando tornava al suo aspetto originale, aveva avuto delle chiazze di pelle esposta. Terribilmente imbarazzante e osceno. Tuttavia, odiava vedere quell'espressione sul volto di una donna tanto bella, la rendeva come deturpata da uno stupido vandalo. Rallentò il processo che lo avrebbe reso nuovamente umano, permettendo ad alcune piccole perle argentate di brillare ancora un poco al chiarore della Luna. Era notte e aveva nuotato a lungo, non sarebbero morte così facilmente. Per tutto il tempo non smise mai di toccarla, di esplorarle il corpo curioso osservando al meglio la sua natura, così particolare e interessante. Notò che pian piano le placche che la rivestivano svanivano, assottigliandosi sempre più. Era semplicemente affascinante. Per poter stare più comodo si sdraiò anche lui su un fianco, poggiando la testa su una mano, mentre l'altra continuava a toccarla. Nel silenzio, Vanelope gli chiese se gli faceva senso la sua forma. Forse per dare maggiore adito alle sue parole, gli poggiò una mano sul petto. Gli artigli che poco prima avevano squarciato il materasso erano adesso a pochi centimetri dal suo cuore, che continuava a battere fortissimo, vicino ai 150 battiti al minuto. Sicuramente anche lei lo avrebbe percepito. Quella domanda lasciava intendere molte altre cose, taciute per ora. Magari in passato era stata derisa, disprezzata, forse emarginata. Con la mano libera intrecciò le proprie dita ancora lievemente palmate con i suoi artigli, fissandola dolcemente. Poi abbassò la testa e li baciò con delicatezza, uno dopo l'altro. "Perché dovrebbe farmi senso? Te cosa pensi del mio corpo? Io sono nato con una pinna. No io credo..." E la baciò in bocca, insinuandole la lingua tra le labbra: "Che tu sia semplicemente perfetta." La baciò ancora una volta, adesso con più passione: "Secondo il mio modesto parere, sei bellissima sempre." Forse stava diventando eccessivamente sdolcinato, o melenso, ma Lucien era sempre stato un tipo corretto e sincero. Odiava le menzogne e i giri di parole. La kaiju era bella. "E fidati, te lo dice uno che ha baciato tanti scorfani in gioventù. Tu non gli assomigli per niente." Una battuta gettata lì, per allentare un po' l'atmosfera. Comunque era vero: mica tutte le sirene erano belle! La maggior parte era appunto, più simile ad uno scorfano.
     
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56 replies since 22/12/2014, 12:19   420 views
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