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Ti che te tachet i tac
tacum i tac a mi.
Mi tacat i tac a ti
che tachet i tac?
Tacheti ti i to tac
ti che te tachet i tac.. -
Cerejia.
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Custu est su procu
custu dd'ha mottu
custu d'adi abruschiau
custu si dd'at papau
e a Pistirinchinu
no ndi dd'hanti lassau.
Nota by Cerejia: questa filastrocca è alquanto strana perché vengono utilizzate contando le dita dei piedi (Custu est su procu è l'alluce, fino a Pistirinchinu il quinto dito del piede). -
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Ologramma pigro e annoiato
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Visto che siamo passati ai dialetti.
Dintra nu palazzu ci sta nu cani pazzu, pigghia 'stu cuozzu 'i pani cani pazzu.. -
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La sentivo da bambino, l'ho ritrovata in un libro che ho letto.
Venite, compagni, c’è birra a volontà,
Bevetela adesso che poi finirà!
Mettete nel piatto montagne d’arrosto:
Mangiare e bere ci vuole, piuttosto!
Riempite il bicchiere d’ottimo vino,
La vita è un passaggio più che repentino!
E quando stecchiti sarete, miei cari:
Né al vostro signore brinderete, né alle vostre comari!
Aveva il naso rosso Anacreonte,
ma che importa? Era felice come un conte!
Mi fulmini Iddio, preferisco esser rosso,
in questa cantina, che bianco in un fosso!
Per cui, Bettina cara, vienimi a baciare,
per tutto l’inferno, l’amor voglio fare!
Il giovane Enrico, che in piedi vuol stare,
sotto il tavolo dovrà rotolare!
Senza parrucca né biancheria addosso:
meglio sotto il tavolo che dentro un fosso!
Viva il vino che la sete sa placare:
Ohi, sottoterra non c’è da trincare!
Come son ridotto, non posso camminare,
Figuriamoci poi star dritto o parlare!
Qua, buona ostessa, fammi venire:
una carrozza lesta che voglio partire!
Mia moglie non è in casa, debbo approfittare:
dammi una mano, non so camminare!
Ma che importa, se tutto sommato:
calco la terra e non m’han sotterrato!?.