Non così inaspettato

x Yun

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    Misaki gli aveva dato la risposta che Thresh sperava, così senza esitare allargò un sorriso soddisfatto per poi baciarla ardentemente, ricambiando la sua stessa passione con ancora più lussuria, in modo da farle capire che avevano soltanto iniziato.
    Ma io volevo prendere te... Misaki sei ancora troppo buona. Ma sarò felice di accontentare entrambe...
    Oramai quel che è fatto è fatto, non le avrebbe concesso di rimangiarsi quello che aveva detto, e così mentre lei gustava l'intimità della poliziotta Thresh preparava la prossima mossa. Si sollevò in modo da gestire al meglio la situazione, assicurandosi che il bacino di Misaki fosse proprio sopra al volto della bionda e che quest'ultima allargando le gambe potesse offrire la sua intimità alla deliziosa compagna di Thresh, così da metterle praticamente in una posizione a 69 le due ragazze. Thresh si piazzò dietro alla biondina, davanti a Misaki, così da piazzare il suo grosso affare davanti alla faccia della ragazza appena violata, pronto a farsi strada nelle gambe della poliziotta che invece non aveva ancora ricevuto nessun tipo di soddisfazione.
    Ti mostrerò cosa voglio farti Misaki... e mentre lo faccio ti guarderò intensamente negli occhi... voglio vederti desiderare questo grosso affare dentro di te e spingerlo a fondo finché ci sarà spazio...
    E mentre parlava il suo volto si avvicinava a quello di Misaki, usando parole sempre più perverse mentre con la lunga e vogliosa asta iniziava a farsi strada nell'intimità della poliziotta, incapace di gridare a causa dei fianchi di Misaki che a quel punto sarebbero stati stimolati dalle vibrazioni della vogliosa gola della bionda. Thresh avrebbe mosso la mano di Misaki sul suo membro, come se volesse costringerla ad aiutarlo a fottere la ragazza sotto di loro, e renderla complice di quello stupro in piena regola, affamarla e farle desiderare tutto ciò che stava succedendo alla loro povera vittima. E mentre le faceva sentire cosa stava perdendo. Thresh mostrava a Misaki la sua espressione colma di lussuria, persa nel piacere, così da spingere le sue emozioni a tirare fuori tutto ciò che aveva dentro... lei era gelosa di Thresh, lo desiderava più di ogni altra cosa, ma voleva strapparglielo dalla bocca.
     
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    "Non sono troppo buona. E' lei che è buona... Da mangiare. Sa di fragola!" Provò così a giustificare un po' la sua scelta, anche se sapeva benissimo che non avrebbe riscosso un grande successo. Misaki si ritrovò in breve in una posizione abbastanza imbarazzante per un'ingenuotta come lei: si trovava sopra alla biondina, piegata come un 7, e capovolta. Un bel rompicapo a pensarci. Ma sopratutto era il fatto che Thresh fosse davanti a lei e potesse vedere quello strano livello di lussuria che aveva raggiunto, che la metteva davvero in imbarazzo. Dopo l'orgasmo, stava lentamente riprendendosi e capiva che c'erano diverse cose che non tornavano: lei era davvero, DAVVERO, cambiata troppo da quando lo conosceva; aveva trovato più che piacevole trastullarsi con un'altra donna e le aveva trovato dei pregi; e soprattutto stava diventando troppo preda della lussuria. "Thresh, Thresh, Thresh, ma cosa sto diventando?" Era una domanda retorica, non necessitava obbligatoriamente di una risposta.
    Non appena lo zombie si fu sistemato dietro alla poliziotta e le ebbe dato l'ordine di guardarlo negli occhi, pensò che rispetto a tanti altri ordini o all'avere la lanterna accanto, questo era decisamente più accettabile. In fondo doveva solo tenere il suo sguardo su di lui. Cosa ci poteva mai essere di strano? Lo avevano fatto mille volte. Non capiva. Era sinceramente basita. Non appena la lunga asta ancora grondante di umori e saliva entrò nell'intimità della biondina, subito questa prese a morderle le grandi labbra, strappandole un gridolino. Seguì allora i movimenti del non morto, senza opporgli resistenza, guardandolo ancora stupita. Con la mano gli afferrò il membro che entrava e usciva da quell'antro del piacere, sempre più caldo, sempre più bagnato e sempre più grosso. L'ipnotizzata sembrava apprezzare visto che stava praticamente gridando dentro alla sua parte più lasciva. E gli occhi. Oddio. Infine capì. Lui stava godendo. Lui stava provando piacere nel fottere una persona qualunque. E gli piaceva, eccome. Aveva sul volto un sorriso perverso e lussurioso, trovava sicuramente eccitante tutto quel teatrino. E ogni affondo, per Misaki era come ricevere una pugnalata al cuore. Ormai non c'era più piacere, solo e puro, semplice terrore. Di essere solo una come mille, di essere abbandonata, di essere un passatempo e nulla più. Provava a rimettere insieme i ricordi che aveva di lui. Non le aveva mai fatto una dichiarazione sincera e pura, non le aveva mai mostrato chissà quale dose di affetto... Eppure non credeva di essere per lui solo un buco da riempire quando ne avesse voglia. Ci aveva sperato, in quell'abbraccio spontaneo e sincero che le aveva donato dopo averlo salvato dal mare. Ci aveva creduto per davvero. Una furia incontenibile la travolse, partendo dal centro del petto e sgorgando fuori in un urlo quasi animalesco. Sicuramente lui si era già accorto del repentino mutamento del suo umore. Ma forse non si aspettava di essere colpito. Affondò la biondina tra le sue calde intimità, tirandosi su col busto e spingendo con tutta la forza che aveva in corpo. Spinse via Thresh lontano - nemmeno mezzo metro- dalla poliotta. Fissandolo con occhi non solo rabbiosi ma anche pienamente possessivi. Lo voleva. E non voleva cederlo a nessun altro.
    "Non lo fare mai più" La voce calma, piatta. Anche troppo forse.
     
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    Le reazioni di Misaki lo divertirono molto. Entrambe. Prima si abbandonava alla lussuria al punto da domandarsi in maniera del tutto retorica cosa stesse diventando. Ma nulla, semplicemente si stava trasformando in ciò che ogni uomo cerca veramente: il piacere estremo. Ma la risata più sentita di Thresh arrivò dopo il suo spintone, finalizzato a spostarlo con tutta la forza che aveva in corpo, ottenendo un mero risultato materiale ma un grande impatto morale. Thresh sentì chiaramente di aver percepito ciò che desiderava: la sua gelosia, il suo possesso. Era invidiosa della biondina? Invidiosa di qualsiasi altra donna? Oppure temeva di essere "una qualsiasi altra donna"? Tutte queste domande, miste allo sguardo che aveva Misaki in quel momento, fecero scoppiare Thresh in mille sentite risate, che sfociarono tutte in uno sguardo malizioso e provocatorio.
    Fare cosa? Oh per caso intendi... questo?
    E nel completare quel momento tornò di nuovo su entrambe le ragazze: con la mano destra afferrò Misaki per i capelli dietro la nuca, costringendola ad alzare la testa verso di lui, mentre con la sinistra divaricava una delle cosce della poliziotta tornando a penetrarla fino in fondo, con immenso trasporto e forse enfatizzando più del dovuto la sua espressione di godimento. Lo stava facendo apposta, solo per Misaki. Thresh non era il tipo da fare lunghi discorsi su quanto lei si sbagliasse, e che in realtà era unica per il non morto, pertanto glielo avrebbe fatto capire nella maniera più sbagliata in assoluto: rendendola la protagonista dei suoi giochi.
    In questi giorni ho riempito molti altri buchi, da quando non ci vediamo... non dirmi che non te l'aspettavi. Io sono uno zombie, questo cuore pulsa per magia nera, non per amore. Ma tu sei riuscita a fare qualcosa di molto interessante...
    Quelle parole fredde come acciaio nel cuore stavano per trasformarsi nella cosa più simile ad una dichiarazione che Thresh avesse mai fatto dopo essere tornato in vita... e pensandoci bene: anche prima di morire.
    Ma tu... tu rendi tutto speciale. Pensi che avrei risparmiato questo inutile pezzo di carne sotto di te se non mi fosse stato utile? Eppure fotterla davanti a te diventa molto più stimolante. E' la tua gelosia che mi alimenta ora... la tua lussuria che diventa sempre più grande. Voglio che tu mi desideri... esattamente come io desidero te.
    E a quel punto l'avrebbe stretta verso le sue labbra, cercando un bacio quasi violento mentre fotteva sempre più rapidamente la poliziotta sotto di lui. Non le avrebbe lasciato la possibilità di sottrarsi, questo mai, quel bacio doveva essere suo, con tutti i morsi, le grida e i rifiuti di questo mondo. Ma Misaki si sarebbe ancora allontanata da lui, nonostante una confessione tanto strana quanto sincera?
     
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  4. †_†yun yun †_†
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    La poliziotta non si rendeva conto di niente. Per lei era tutto normale. Si era solo un po' agitata quando non aveva più sentito niente dentro di sé, ma non appena Thresh riprese a penetrarla con forza e velocità riprese ad ansimare come prime, anzi forse di più. Misaki aveva provato a liberare la testa, ma la presa del non morto era infinitamente più forte di tutti i suoi sforzi e riuscì solo a farsi male.
    "Si proprio questo intendo" Sputò fuori con rabbia, digrignando i denti e mostrando uno sguardo truce. Era davvero furiosa. Non era un'ingenua fino a quel punto. Ne avevano già parlato, giorni fa, che lui non avrebbe mai potuto avere solo lei. E che anche il suo "lavoro" richiedeva un certo tipo di... Prestazioni.
    "Non sono così tonta come credi. Lo so che te ne sei fatte chissà quante altre. Me lo avevi già detto. E ero disposta a passarci sopra, davvero. Ma costringermi a guardarti negli occhi, mentre ti fottevi una qualunque... Beh è stato molto doloroso. Lo sai ancora cosa significa far soffrire una persona? Te hai mai sofferto? Non dico il dolore fisico. Dico quello dell'anima!" Avrebbe voluto ribattere ancora, cercare di scavare più a fondo nei suoi ricordi, nella sua mente impenetrabile. Ma l'espressione improvvisamente seria del non morto la fece tacere. "Tu rendi tutto speciale.... E' la tua gelosia... Voglio che tu mi desideri... come io desidero te." Rimase shockata. E quando poi attaccò le sue labbra in maniera quasi selvaggia e possessiva, Misaki cedette. "Voglio che tu mi desideri... Come io desidero te... Voglio che tu mi desideri come io desidero te... Voglio che tu mi desideri... Come io desidero te" Queste parole le rimbalzavano nella mente, scaraventandosi da una parte all'altra della materia grigia. Le tormentavano le orecchie. Il resto del discorso era passato in secondo piano, forse anche in terzo. Ma quelle frasi dette in modo così spontaneo, la annientarono. Possibile che fosse riuscita a far breccia dentro di lui? Poteva illudersi di essere importante? Piangendo -non sapeva nemmeno lei il motivo per cui piangeva- lo baciò con trasporto, fregandosene ampiamente del fatto che mentre si confessava, il suo corpo era intento a profanare sempre di più quello di un'altra donna. Circondò il corpo muscoloso con le sue braccia, all'altezza del petto, e strinse più forte che poteva mentre si lasciava circondare pienamente dalla sua presenza. Si fece travolgere dalla passione, cominciando avidamente a cercare ogni centimetro del suo corpo, mordendolo ovunque, baciandolo come forse non aveva mai fatto. Sapeva che cosa stava accettando. Una vita di inferno. Ma fatta anche di piccole gioie. Forse.
    "Spero che tu sia sincero. E che non voglia prendermi in giro. Io mi sto fidando di te, buttandomi in un mondo di cui non conosco che la punta di un iceberg. Ma voglio che tu ti fidi di me, quando ti chiederò di fare cose da... Umani." Lo fissava adesso, cercando di fargli capire bene che erano di fronte ad una svolta. Lui doveva solo accettare.
    Poi il suo sguardo cambiò, diventando serio. La sua voce si fece più bassa e perentoria:"E guai a te se riempi questa gallina! Quando sono con te, il tuo piacere è tutto MIO!" Sotto di loro infatti, la biondina era già venuta ripetute volte, senza ritegno. Le sue urla di piacere ancora rimbombavano nell'intimità di Misaki che era sempre seduta sopra alla sua faccia. Ma ora anche lei voleva la sua parte.
     
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    Misaki non aveva nemmeno mai sperimentato lo stesso dolore che aveva provato Thresh. Ma forse la differenza stava proprio in questo: che lei vedeva il "dolore" in maniera negativa, mentre per Thresh era una liberazione, uno scopo, l'unico vero modo per sentirsi vivo. Tuttavia non servirono altri precisazioni, Misaki era stata completamente stordita dall'ultima dichiarazione del non morto, forse addirittura convincendola che tutto quello che stavano provando ora era passione pura, non il capriccio o la perversione di un folle. Venivano da mondi diversi, impossibile che si incontrassero facilmente in unico punto, ma Thresh ce l'avrebbe messa tutta per attirarla fino a sé, a qualsiasi costo...
    Io dico solo la verità quando parlo con te, perché non ho motivo di pentire a chi ha intenzione di avvicinarsi così tanto al piacere... e non preoccuparti per lei: posso fotterla, ma la passione che mi spinge a desiderare di metterti in cinta non è qualcosa che posso donare a tutti Misaki... non ti sei scordata del mio proposito, non è così?
    Già, le aveva dato la sua parola, forse più simile ad una minaccia, che un giorno sarebbe stata totalmente sua. Eppure in quel momento doveva sembrarle qualcosa di estremamente sincero, dato che a confronto con della semplice carne da macello Thresh stava mettendo Misaki praticamente su un piedistallo. Fatto di perversione, sangue e dolore certo, ma pur sempre un punto di rilievo, e per un non morto la cosa ha un certo spessore. La baciò ancora mentre spingeva sempre più forte dentro la poliziotta, lei veniva ampiamente ma Thresh senza il trasporto o la sofferenza della sua vittima non otteneva ciò che desiderava, per questo non raggiungeva l'orgasmo indipendentemente da quanto forte la violasse. Voleva Misaki, non c'era altra spiegazione. Per questo il bacio si trasformò presto in un abbraccio, e le forti spalle di Thresh sollevarono Misaki in modo da liberarla dalla morsa della biondina sotto di lei, facendola sdraiare praticamente sopra ad essa usandola come se fosse un materasso, e posizionando Misaki di fronte a sé con le gambe divaricate tra i suoi fianchi ,era finalmente pronto a darle ciò che desiderava.
    Ora dimmi... non vorresti che questo treno non si fermasse mai?
    Allargò un lussurioso sorriso, pochi istanti prima di posizionare il suo grosso affare davanti alla sua intimità, senza però muoverlo di un solo centimetro. L'aveva sgridato, e non era così che voleva accontentarla. Misaki doveva chiederglielo... doveva soddisfare la sua perversione, e chiedergli con infinito desiderio di fotterla ancora una volta.
     
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  6. †_†yun yun †_†
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    "Secondo te è una cosa di cui una donna si possa così facilmente scordare? Sbagliato. Mi sento come Damocle, e so che un giorno accadrà." Poi lo guardò con una finta aria di rimprovero. "ma sappi che il nome lo sceglierò io" Sorrise radiosa, cancellando quelle nubi fatte di preoccupazioni dalla propria mente. Lo baciò ancor più felice. Che si fotta il mondo. Che vadano a quel paese i pregiudizi. Che vada in malora ogni cosa. Per la prima volta dopo tanto tempo, si sentiva come se finalmente la sua vita si stesse costruendo. Non solo per Thresh, ma anche perché adesso riusciva a creare una se stessa. Aveva voglia di conquistare l'universo intero. Si sentiva così carica di pensieri positivi che nulla poteva toglierle il buon umore. I loro baci lussuriosi, la trasportarono fuori dal mondo, in uno spazio senza luogo, in un tempo senza ore. Poteva essere ovunque e in nessun posto in quel momento. La sua gioia era palpabile. Quasi le spaccava il corpo a metà pur di uscire. E la sua gioia era destinata ad aumentare. Il non morto uscì dalla poliziotta senza aver mai raggiunto il piacere. Sollevò Misaki con la sua forza e la posò delicatamente sopra alla vittima ancora ipnotizzata. Fu un gesto bellissimo. "Credo che me lo ricorderò finché avrò vita" Pensò, ad occhi chiusi, mentre imprimeva nella mente ogni singolo dettaglio di quel momento.
    "Perché, tu non puoi farlo andare all'infinito?" Lo guardò, alzando un sopracciglio. Una domanda sciocca, ma con un fondo di verità. Chissà se tra le sue macchine c'era anche un treno. Un giorno avrebbe dovuto togliersi questa curiosità. Thresh era fermo, immobile davanti a lei. E non accennava a muoversi. Poi interpretò il suo sguardo, che ormai conosceva bene. Sorrise benevola, accarezzandogli la guancia, attorcigliandosi una delle sue lunghe trecce lungo il polso, come prima aveva fatto con la catena. "Guarda che se rimani costì, non credo proprio che riuscirò a darti un erede. A meno che non venga fuori una specie di IMMACOLATA concezione..." Lo baciò sghignazzando, avvicinandolo a sé tramite il legame della treccia. "Thresh... Fammi tua, ancora una volta, ancora cento volte, ancora mille volte" Con voce bassa e roca, ma anche tremendamente sensuale e dolce allo stesso tempo, così implorava il suo uomo di violarla, non una, ma ogni volta che lui ne avesse desiderio..
     
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    Una degna risposta di Misaki, Thresh non poté fare altro che allargare un ampio e soddisfatto sorriso mentre lei si prendeva ciò che desiderava, baciandolo ancora e ottenendo dal non morto tutta la passione che chiede, intrecciando le loro lingue in un perverso e bollente bacio. Poi finalmente la richiesta che stavano aspettando entrambi, lo zombie non fece passare un singolo istante prima di darle ciò che più desiderava al mondo in quel momento, facendosi strada dentro un'intimità priva di ostacoli, già fradicia ed eccitata, pronta ad ospitarlo tutto dentro di sé. Misaki avrebbe avvertito chiaramente la sensazione di pienezza che tentava letteralmente di farla esplodere, quasi come se Thresh crescesse ogni volta che lo facevano, oppure semplicemente era impossibile abituarsi a quella carne esageratamente piacevole, della quale non ne avrebbe mai avuto abbastanza. Thresh lo spinse in fondo più che poté, non si fermò nemmeno davanti al suo utero iniziando a spingerla letteralmente in avanti impedendole però di sfuggire alla morsa delle sue mani. Le teneva intorno ai suoi fianchi, ma sembrava più un abbraccio che il vano tentativo di andare ancora più a fondo nelle sue viscere. Il volto dello zombie era deformato dal piacere e si lasciò andare cavernosi ed intensi gemiti che risuonarono in quella metallica gabbia diventata oramai la prigione perfetta per il loro perverso amore.
    Dovresti conoscermi oramai... ciò che è puro e immacolato intorno a me tende a marcire, io stesso sono un cadavere che cammina. Sei disposta a mettere al mondo un abominio della natura solamente per soddisfare un mio capriccio? Non è come veder morire una persona e pregare per un destino crudele...
    Ovviamente non si trattava di un avvertimento, pareva più una cantilena che adesso recitava a campanello mentre i loro corpi finalmente si univano. La grossa asta del torturatore divideva a metà il suo corpo con vigore crescente, pulsando dentro di lei ogni volta che raggiungeva la sommità di quella carne vogliosa e spalancata dal piacere. Misaki aveva ragione: Thresh poteva venire all'infinito, fare sesso finché lei avrebbe avuto fiato in corpo ma la ragazza non era che una semplice umana, l'avrebbe portata sull'orlo del collasso senza troppi rimorsi pur di soddisfare la propria malizia. Che poteva succedere se il non morto perdeva il controllo?
     
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  8. †_†yun yun †_†
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    Si sorrisero a vicenda, complici e folli allo stesso tempo. E Thresh la prese, afferrandola per i fianchi, mentre cercava di farsi largo dentro di lei. Tutte le volte era come la prima volta tra loro. Era troppo ingombrante e nei primi affondi Misaki soffriva sempre. Poi però il suo corpo muscoloso si abituava, la sua lussuria irrompeva e lei iniziava solo a godere. Quell'asta era magnifica, riusciva a renderla completa e ad appagarla completamente. Non sapeva il perché, forse era dovuto all'astinenza fra loro, forse, al carico di emozioni, oppure semplicemente al desiderio carnale del momento, ma oggi sembrava che il non morto volesse andare più a fondo di quanto era mai andato. "Thresh... Io avanzerò con te... Nel tuo mondo. Ma a piccoli passi... E portandomi dietro... Parte del mio mondo... Se mai avremo un figlio... Sono certa che sarà parte di entrambi. Ma tu... Tu dovrai imparare ad amarlo..." Si aggrappò ancora più a lui, stringendo la treccia a sé con forza, aggrappandosi alla sua schiena, quasi graffiandolo. Inarcò il corpo per permettergli di entrare ancora più facilmente dentro di sé. Quel momento era solo per loro. Misaki gemeva e godeva, dimentica che sotto di lei, a sorreggere il peso dei loro corpi e le poderose spinte di Thresh, c'era una piccola umana. Dalla pelle liscia e dalle labbra di fragola. Quella che avrebbe voluto continuare a baciare e toccare. Adesso era trattata come un materasso. E chi, durante l'amplesso, si potrebbe preoccupare della salute di un materasso? Nessuno. Men che meno loro due. Troppo coinvolti dai loro corpi che si univano, troppo presi dalle loro lingue che si intrecciavano, troppo accecati da sguardi di passione. La ragazza del mare stava godendo, con gemiti e vagiti carichi di passione, che si univano a quelli del non morto, più bassi e profondi, formando uno duetto lirico del sesso. Misaki morse il suo compagno lungo i bordi della faccia, finendo nel collo e sul petto poderoso mentre le spinte si facevano incessanti e rapide. Il suo corpo reagiva bagnandosi all'infinito e ben presto avrebbe raggiunto il piacere più puro. Ma non era ancora soddisfatta. Voleva dimostrare a Thresh che poteva farcela, che doveva farcela. Voleva che lui staccasse la spina. Sapeva di essere una pazza, una svitata a chiedere ad uno zombie di perdere il controllo. Tuttavia si sentiva così da quando l'aveva presa da dietro. Voleva chiedergli di andare oltre. Ormai di lui si fidava. Sapeva che non le avrebbe fatto del male, usando la lanterna e le sue torture. Ma soprattutto voleva che lui si rendesse conto pienamente di cosa provava per lei. Era un test per entrambi. E secondo la folle Misaki, al momento non ci poteva essere di più interessante da aggiungere al loro rapporto. "Thresh.. Awn... Stacca la spina.... Voglio che tu una volta... Perda il controllo..." Sicuramente si sarebbe sentito spaesato, non avrebbe ceduto subito alle sue parole. Oppure sì, perché in fondo lui era infinitamente più pazzo di lei e non avrebbe esitato un solo istante. Reclinò il capo all'indietro permettendogli di afferrarle i seni e il collo, facendogli vedere che così gli affidava la sua vita. "Io mi fido di te, Faust Thresh Carnovash..."
     
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    Misaki si concesse completamente a lui e alla sua perversione, il non morto ricambiò tale invito violandola fino infondo, toccando ogni centimetro della sua carne perfetta e facendo a pezzi qualsiasi altro pensiero, lasciando dentro di lei solo il piacere il desiderio di provare piacere, un circolo infinito di dolore e pace che nessun altro poteva donarle al di fuori del maestro della tortura. Lo zombie non era men coinvolto, anzi era assuefatto di lei: la baciava e la mordeva incessantemente su collo e petto, mentre col bacino spingeva sempre più ardentemente dentro di lei. La sua erezione cresceva devastate dentro quella stretta carne umana, tenuta assieme solo dall'incrollabile volontà di Misaki di resistere, di provare piacere e soprattutto di non provare paura. Ma ecco una richiesta insolita che per un istante lo fece tentennare, ebbene sì: si bloccò quasi. Il suo sguardo si fece perso, come pensieroso. Voleva che perdesse il controllo? Follia, Thresh stesso si rifiutava spesso di lasciarsi andare ai suoi istinti proprio perché la natura che lo attanagliava lo portava spesso a rompere cose che normalmente potevano rivelarsi interessanti, o comunque non meritevoli di tanta attenzione. Misaki però si fidava di lui, e qualcosa le suggeriva che anche senza la sua lucidità non le avrebbe mai fatto del male. Quanto si sbagliava: se si fosse lasciato inghiottire dai suoi poteri non c'erano garanzie che sarebbe uscita via dalla sua folle ricerca del piacere. Eppure... il solo fatto che si stava facendo così tanti problemi ad agire, quando normalmente l'avrebbe già fatto, indicava che qualcosa Misaki riusciva a provocarla in lui, qualcosa di assolutamente imprevedibile e impossibile da calcolare.
    Misaki...
    Forse una possibilità su mille di contenersi o quantomeno riuscire a gestire il corpo della ragazza c'era eccome. Forse poteva mandarla sul limite del dolore e della distruzione per farle finalmente provare il piacere ultimo. Si eccitò e urtò letteralmente lo stomaco della ragazza a quel pensiero, e decise che valeva la pena provare, non importa delle conseguenze. Alle sue spalle si sollevò la lanterna verde, spalancandosi completamente e lasciando che l'energia spettrale invadesse l'intera zona come un verde e silente incendio. Il volto e le mani di Thresh si ricoprirono di una forza misteriosa che lentamente iniziarono a cambiarlo, mentre anche il suo lacero giaccone scuro diventava più etereo, simile alla veste di uno specchio. In breve tempo le braccia del non morto sembravano come ricoperte di un'armatura di scheletro nero, mentre sul volto aveva una maschera circondata da fiamme verdi che gli coprivano la testa. La maschera aveva mandibola e parte superiore del cranio divise, come se non fossero attaccate, e sulla sommità della testa tre catene dello stesso materiale seguivano la forma delle trecce. In quel momento Thresh era investito dei pieni poteri della sua lanterna, ed era senza controllo. [+]
    Se sopravvivrai... oggi scoprirai quanto sottile sia la differenza tra piacere e dolore... e quanto indispensabile sia uno per l'altro...
    La sua sta di carne si ingrossò di colpo come non mai, non solo in lunghezza ma anche in larghezza, diventando estremamente dura, probabilmente si trattava di una sensazione che Misaki non aveva mai provato in tutta la sua vita e nessun altro le avrebbe mai fatto provare. Le pareti della metropolitana scomparvero, e al loro posto si spalancarono dei grossi e inquietanti occhi rossi, che iniziarono a fissare come folli la ragazza resa protagonista di quell'atto. Misaki avrebbe dovuto sentirsi immensamente osservata a quel punto, e mentre le fiamme verdi circondavano il suo corpo invece di bruciare avrebbe avuto la sensazione di essere toccata da centinaia di mani che volevano spingerla verso il basso, bloccandola completamente. Il non morto scese sul suo corpo, baciandole collo e petto fino a scendere sui suoi seni, mordendoli con passione mentre con l'ennesima spinta spalancava il suo corpo e le dava un piacere inimmaginabile. Dal pavimento iniziarono ad uscire delle catene, saettando verso l'alto come delle frecce: sulla loro sommità c'erano dei ganci simili a quelli usati dai macellai per tenere sospesa la carne, ma più piccoli e sottili, che riscendendo si infilarono nelle estremità delle cosce, delle spalle e delle braccia di Misaki, afferrandole i primi strati di carne ed iniziando a spingerla verso il basso. Alcuni le presero addirittura le guance, ma con un minimo di lucidità avrebbe dovuto constatare con quanta precisione Thresh aveva evitato vene importanti, lasciando addirittura che la fuoriuscita di sangue fosse minima. Quei piccoli aghi che tiravano le avrebbero procurato un dolore intenso e continuo, mentre il suo perverso amante continuava imperterrito a riempire quell'intimità oramai colma solo di piacere.
     
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  10. †_†yun yun †_†
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    Misaki vide per un attimo il suo uomo bloccarsi. Forse la sua era una folle idea. E anche Thresh, con il suo tentennamento, le fece capire quanto poteva essere stupida e ingenua. Fu quello sguardo più di tutto il resto, a metterle paura. "Thresh" Rispose pronunciando il nome dell'amante. E lui riacquistò il suo solito temperamento spaccone e lussurioso. Aveva ripreso la situazione in mano e il suo controllo. E soprattutto fu invaso da un piacere immenso, che andò a riempire Misaki come mai aveva provato in vita sua. Si sentiva talmente piena che perfino respirare stava diventando difficile. L'enorme asta pulsante si stava facendo spazio all'interno del suo corpo come se avesse vita propria.
    Credeva di essere pronta a tutto, ma non si era aspettata la comparsa della lanterna. E nemmeno che lo zombie cambiasse aspetto. Tutto aveva pensato, tranne che di essere presa mentre lui aveva quella forma. Il corpo statuario, a cui si stava aggrappando, si liberò senza fatica della sua presa, ingrandendosi e irrobustendosi. Ai suoi occhi apparve enorme. Il volto tanto amato, con le cicatrici, le labbra sfuggenti e le trecce si trasformarono in una maschera senza emozioni, in un volto che non conosceva mai il sorriso. A meno che non fosse un ghigno. E gli occhi. Quei pozzi senza fondo che raramente facevano vedere al loro interno, quegli occhi che le erano così cari svanirono, diventando due fessure di un verde luminoso, quasi accecante. "Ecco Misaki, guarda. Questo è l'uomo che te ami. Questo è ciò che hai voluto risvegliare. Ti senti più appagata?" Si chiedeva dentro di sé. La sua ragione avrebbe voluto trovarsi a miglia di distanza, trascinarsi lontana da quell'incubo. Ma il suo corpo, folle di piacere, voleva andare oltre. "Io non voglio sopravvivere... Io voglio vivere." Voleva dimostrargli, ancora una volta, che non solo non era una debole di cuore, ma che poteva stare accanto a lui. Lei lo amava, ormai, di una amore sconsiderato e folle. Sapeva che non sarebbe potuta tornare indietro. Sapeva che se avesse dovuto rinunciare a lui, sarebbe impazzita. E allora tanto valeva impazzire con lui. Voleva capire il suo mondo, provandolo sulla propria pelle. E voleva uscirne nuova, più conscia del suo futuro, rimanendo se stessa. "Misaki, qualunque cosa succeda, devi resistere. Devi rimanere lucida" Si diceva per darsi coraggio.
    E quando la trasformazione fu completa, il membro dentro di lei aumentò ancora in dimensioni, andando a riempire ancora di più la sua intimità, scavando sempre più dentro di lei. Provò dolore, era innegabile. Ma oltre al dolore, pian piano iniziava a farsi largo anche il piacere. Mai si era sentita così. Forse non le sarebbe più risuccesso. Gemette di lussuria mentre il non morto saggiava il suo corpo con quella bocca infernale. E poi il mondo attorno a loro sparì. Svanirono i sedili e le luci, svanì il treno e la galleria. Come se si trovassero in un limbo. Pian piano però quello spazio vuoto si riempì di occhi e fiamme. Non bruciavano e non emettevano freddo. Era come essere immersa nell'acqua tant'era piacevole il loro tocco. Ma quegli sguardi erano inquietanti. Si sentiva osservata e violata nell'anima. Quando Thresh spinse più forte, scavando dentro di lei come una trivella nella roccia, Misaki venne. Era un piacere talmente forte e immenso che non lasciava vie di scampo. Inarcò la schiena all'indietro, mentre i muscoli vaginali si contraevano, andando a creare una morsa di ferro di lussuria. Il suo liquido andò a bagnare l'asta rendendola lubrificata e scivolosa come non mai. Al non morto sarebbe parso come di entrare sotto un getto di acqua calda. Quando ormai credeva di aver raggiunto un livello di stabilità, mentre si riprendeva, ecco che comparvero le catene. Non era come quando le aveva evocate in casa sua. Adesso sembravano arrivare da ogni dove. E alle loro estremità degli aghi affilati più di un rasoio. La trafissero in più punti, lacerando la pelle. Stiletti di sangue le colavano dolcemente giù per il corpo, creando un intreccio di righi rossi invisibili. Si sentì trascinare verso il basso e poi verso l'alto. "Va tutto bene. Rimani calma. Va tutto bene." Non provò eccessivo dolore. Aveva provato più e più volte su di sé e sugli altri l'agopuntura. E non ne aveva mai avuto paura. Non era come Aurora, nella bella addormentata del bosco. Non sarebbe caduta in un sonno eterno, aspettando il bacio del vero amore. Certo, Thresh l'aveva uncinata un po' a casaccio, stando attento si ai punti critici, ma senza andare a prendere nemmeno i giusti punti nevralgici. In un lampo di lucidità -o di follia, riuscì a dire, con voce pesante:"Ricordami di insegnarti... Un paio di cosette... Ricordati degli aghi... Potrei aiutarti.. Io non credo.. Che lo ricorderò" Sorrise. Un sorriso benevolo. Sperò di non farlo infuriare. Lui la stava portando verso il piacere più folle e lei ancora era in grado di ragionare, di provare un sano piacere. Pregò che questo suo incosciente gesto non lo facesse scatenare ulteriormente. Ma ormai, aveva trovato la sua strada, il suo modo per resistere. Mosse il braccio destro, e subito si sentì strappare ancora di più la carne, allungandolo verso il volto. Con mano tremante raggiunse il mento, la guancia ruvida e la fronte da cui partivano quelle specie di corna scheletriche. E poi scese, toccando il naso quasi incassato. Per ultima tenne la bocca, che non aveva niente di umano. I lunghi denti affilati, l'assenza di labbra... Era davvero, davvero, spaventoso. E chiunque, sano di mente, sarebbe impaurito o scappato. Accarezzò quel volto, percorrendo con le dita i denti aguzzi. E premette. Bucandosi. Non si fidava della sua voce. Ma voleva fargli capire che stava bene. Fece scivolare qualche goccia di sangue dentro quell'apertura. Non sapeva se poteva sentirne il sapore. Ma non le importava. Ritrasse la mano e se la portò alla bocca. In un gesto di pura lussuria, ignorando il dolore, leccò avidamente il suo stesso sangue. Voleva fargli capire che stava godendo, che era tutto merito suo e che era pronta a gettarsi nell'inferno della lussuria.
     
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    Avrebbe voluto potersi preoccupare per Misaki, o considerare quello che la ragazza stava facendo per lui, forse si trattava davvero di un amore puro e senza pregiudizi, ma purtroppo Misaki aveva scelto la difficoltà Hard, e ora non aveva più su di lei un malizioso non morto con una percezione strana della via, ma interessato a lei. No, in quel momento la ragazza stava lasciandosi violentare dal torturatore, dal servitore della sofferenza, e non c'era gesto o parola che lo avrebbe distratto da questo. Si mostrò quasi impaurita dalla sua vera forma, e ne cercò i lineamenti trovando solo affilate lame che le tagliarono le dita, facendo assaggiare al non morto il sapore del sangue, per poi assistere allo spettacolo di lei che lo beveva a sua volta, uno spettacolo di pura perversione che lo accese.
    Stai accettando la sofferenza... pensa all'eternità che potremmo condividere... devi solo lasciarti guidare dal tuo istinto...
    Era questo l'istinto che muoveva Misaki? L'autodistruzione? La consapevolezza che niente avrebbe mai fermato Thresh, che si sarebbe avventurato sempre più a fondo nel suo mondo fatto di carne senza valore e sofferenze crescenti? E' questo ciò che la aspettava una volta accettato il dolore, e dato che i ganci non avevano sortito un grosso effetto su di lei, Thresh decise di alzare la posta in gioco. Ma nel mentre il ventre della ragazza sarebbe stato riempito, in maniera molto più abbondante del solito con un orgasmo fatto di grida di piacere, e di bollente carne che spezzava le sue interiora, riempiendole con qualcosa di denso e caldo, alla ricerca della sua fertilità, del suo frutto, nel concreto tentativo di corromperla con qualcosa di inumano e privo di vita. Dopodiché dal terreno, assieme alle catene controllate dai ganci, iniziò a palesarsi uan figura inquietante, pregna di energia malvagia e chiaramente interessato ad aumentare il livello di dolore: sembrava un lungo serpente nero, si muoveva con fattezze meccnaiche ma era ricoperto di uno strato di pelle scura che lo faceva rossimigliare ad un guanto di lattice, co nall'estrmeità però una testa divisa in due dalla bocca. NOn aveva le ccaratteristiche tipice di una serpe,se non il collo leggermente ingrandito e a ventaglio di un cobra. La bestia, decisamente grande, era lunghissima e ad un certo punto del suo corpo si poresentava una sorta di scatola triangolare, evidentemente chiusa. L'essere dalla dubbia natura strisciava lentamente intorno ai due amanti, facendosi vedere da Misaki mentre il suo ventre veniva riempito. Una volta arrivato alle gambe di Thresh, il cobra nero risalì il ventre della biondina, finilandosi nella sua calda intimità come un vibratore, ma risultava estremamentep iù ingombrante, lungo e spazioso, un corpo umano non l'avrebbe mai potuto ospitare ocn tranquillità, e difatti Misaki avrebbe potuto iniziare a sentire le grida disperate della ragazza: il dolore era tale che il suo sonno di trance si era spezzato, e ora gridava disperatamente alla ricerca di aiuto. Ricerca che durò poco, dato che ben presto la sua bocca venne normalmente chiusa da uno dei congegni di Thresh. Il serpente dopo aver devastato letteralmente l'intimità della ragazza e aver gonfiato leggermente il suo stomaco, arrivò al punto del suo corpo dove c'era la scatola metallica: ecco che si rivelò essere qualcosa di molto simile ad un indumento intimo rigido, che si aprì, avvolgendo il ventre, il bacino e le gambe della poliziotta per poi richiudersi in torno ad esse con denti e viti, atte a penetrare carne ed ossa così da non far uscire più quella bestia dalla sua intimità. Misaki avrebbe sentito il rumore della pelle dilaniata, le ossa sfrigolare fino a frantumarsi, mentre il dolore e la paura della ragazza erano tali da farla piangere e rilasciare i suoi fluidi corporei, al punto da rilasciare a terra una leggera macchia di urina. Come già detto, la scatola era a metà del corpo del serpente, quindi dall'altra estremità c'era ancora una lunga protuberanza, identica nella forma al serpente, ma con un'estremità particolarmente familiare: aveva le fattezze del grosso affare di Thresh. In sostanza si trattava di un surrogato controllato alla perfezione dal torturatore, che una volta piazzatosi nel corpo della biondina come un parassita, puntò la sua grossa essenza nel buchino posteriore di Misaki, penetrandolo senza troppi complimenti unendosi alla penetrazione naturale di Thresh, dando il via ad una nuova serie di sensazioni che Misaki non aveva di sicuro mai provato... i due grossi affari entravano dentro di lei con violenza, le loro dimensioni non aiutavano e a giudicare dalla pulsazioni, anche il membro surrogato sembrava perfettamente capace di venire. Avrebbe sopportato due orgasmi contemporaneamente in quelle condizioni? Oppure si sarebbe spaventata prima? Cosa poteva diventare Thresh in quello stato? Forse era giunto il momento di ripensarci... e di supplicarlo di tornare normale.
     
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    Fu con uno spaventoso raccapriccio che Misaki si accorse della presenza della poliziotta poco distante da lei. Nel momento stesso in cui quella sottospecie di serpente si era materializzata, aveva avuto paura. Non riusciva a capirne bene la forma o la provenienza, se fosse reale o un'illusione. Ma quando il mostro si introdusse nel corpo della biondina e ne sentì le urla disumane, capì quanto potesse essere vero. E doloroso. Provava pena per lei. Aveva sicuramente avuto una giornata sfortunata. Prima nell'incontrare Thresh, poi per colpa del suo orgoglio. Troppo presa dal sua piacere, non aveva pensato alla possibilità che le attenzioni del non morto potessero rivolgersi anche alla terza presente. Sospirò, affranta. Quei berci acuti e striduli le stavano torturando le orecchie, più degli aghi infilati nella carne. Però aveva capito una cosa. "Guardala. Lei è stata tirata a forza dentro una cosa che non voleva fare, in modo molto prepotente. Io mi sto concedendo a te. Al tuo dolore. Ma anche al nostro piacere. E' questa la differenza. Io voglio capire come può piacerti la sofferenza. Sono IO che mi lascio 'usare' da te. Finché sarà la mia volontà, io non avrò paura di quello che mi farai" Aveva mentito nell'ultima affermazione, sperando che il non morto non capisse il suo tono di voce. Ma il resto delle parole lo pensava davvero. Anche quando si era sentita piena di sperma, mentre il suo utero diventava gonfio dalla portata abbondante, non aveva avuto paura. Le sembrava di essere già al terzo mese di gravidanza, tanto era piena. Era una sensazione stranissima, eppure perversamente dolce. Misaki stava davvero abbandonandosi alla lussuria. Si chiese se dopo questa avventura sarebbe più riuscita a fare sesso normalmente. Ne dubitava. Ma chi era lei per mettere limiti alla provvidenza?
    In risposta al suo bel discorsino, Thresh fece scendere altre macchine della tortura che andarono a tappare la bocca della biondina. "Finalmente... Le mie povere orecchie" Pensò sollevata. Sentire le grida di dolore dovute a una tortura le stava dilaniando il cuore.
    Si sentì sollevare leggermente e muovere. O almeno questo fu quello che percepì. O magari era lo spazio intorno a lei a ruotare. Non lo sapeva. Tuttavia le sorprese non erano finite lì. La parte terminale della coda del mostro serpente, era del tutto identica al fallo dello zombie. E quando si fece strada nella sua porta di servizio entrando come un treno in galleria, Misaki capì di essere nei guai. Già era difficile gestirne uno solo di quei membri, dentro il proprio corpo, ma due... Due era una follia. Se prima si era sentita piena, adesso si sentiva esplodere. Non poteva provare a fare niente, con il proprio corpo. Il non morto si sarebbe preso il suo piacere da solo. Lei non poteva esprimersi. E questo le dispiacque moltissimo. La stava trattando come una bambolina gonfiabile e non ne era affatto contenta. Che i suoi timori fossero esatti? Oppure era semplicemente il modo di comportarsi del carceriere? Non lo poteva sapere. I due membri sfregavano dentro di lei, scavando in profondità. La sottile membrana che divideva i due passaggi sembrava essere sul punto di spezzarsi. Ma grazie alla sua resistenza fisica, per ora sembrava resistere allo sfregamento. Recuperando un attimo di lucidità, capì che non poteva supplicarlo di smettere e tornare normale. Probabilmente si sarebbe eccitato ancora di più. Non poteva ribellarsi, o sicuramente le sarebbe partito qualche pezzo di carne. "Cosa posso far????" Pensava preoccupata. Doveva trovare una soluzione, e alla svelta! E poi capì, come un'illuminazione divina. Doveva fare una cosa semplicissima. Doveva solo lasciarsi andare, rilassarsi e godersi il momento. Dopotutto era ciò che le aveva chiesto il suo Thresh, prima di cambiare forma. E lei si fidava di lui. Gli aveva messo il proprio corpo in mano. Era come un musicista. Lui stava suonando sul suo corpo una splendida melodia, andando a prendere tutti i punti più sensibili. Se la parte del non morto "buona", fosse scomparsa del tutto, sicuramente la sorte toccata alla biondina sarebbe spettata a lei. Invece, anche adesso, lui le riservava un trattamento privilegiato. Forse lui non se n'era nemmeno accorto, ma Misaki si. Non glielo avrebbe detto, ma dopo essere arrivata a questa conclusione, capì che doveva fidarsi. E se fosse svenuta pregò che lo zombie la riportasse a casa.
    Si abbandonò allora al proprio corpo, ascoltando le sue zone sensibili e la voce che le usciva dalle labbra. NOn erano lamenti di dolore, ma di piacere. Era come se stesse cantando un'aria sopra a quella musica ben suonata da Thresh. Si lasciò abbandonare alla lussuria. Con molta meno paura della prima volta, allungò un braccio verso di lui, procurandosi più dolore e tagli sulla pelle sempre uncinata. Raggiunse le spalle del carceriere e le circondò con il braccio libero. Lo baciò sul mento e sulla guancia tagliandosi anche il volto. Pazienza per le cicatrici. Se le fossero rimaste, sarebbe stato più simile a lui. "Fammi venire di nuovo. Riempimi tutta. Fammi godere!" Gli urlò, pazza ormai di piacere, ma lucida in quello che gli chiedeva.
     
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    Misaki stava lottando con tuta se stessa per resistere al dolore e alla tentazione di gettarsi nella disperazione, ammirevole senz'altro ma in quel momento Thresh non voleva concederle nessun merito fino a che non sarebbe arrivata fino alla fine. La ragazza si rilassò per poter accogliere dentro di sé tutto ciò che Thresh voleva infilarle, ma a quanto pare non ne avrebbe mai avuto abbastanza: avvertendo il suo corpo abituarsi il non morto ingrossò ancora di più il suo membro, non solo il proprio ma anche quello nel buchino di Misaki che si stava facendo strada sempre più in profondità. Nessun essere umano normale avrebbe resistito a quel punto, ma Misaki era speciale poco ma sicuro. Però lei voleva ancora aggrapparsi a qualcosa di disperatamente umano come l'affetto, cercando di baciare Thresh mentre questo non faceva altro che riempirle il corpo di carne e seme maschile, denso e bollente come non mai. Il non morto accontentò subito la sua richiesta di riempirla a dovere con un nuovo orgasmo che si sfogò direttamente nella sua calda intimità, e anche nel suo buchino posteriore... ebbene si, anche la macchina-surrogato di Thresh poteva avere un orgasmo, vagamente più denso di quello del non morto ma perfettamente in grado di riempire lo stomaco della povera Misaki. Mentre anche quella macchina vogliosa riempiva il corpo di Misaki, lei avrebbe potuto sentire la poliziotta agitarsi sempre di più, evidentemente presa da spasmi di dolore assurdi.. L'unico inconveniente avvenne quando la ragazza si avvicinò per cercare un bacio: Thresh fece altrettanto, ma non si toccarono. Il suo sguardo perso dietro le fiamme malvagie di quella maschera crudele sembravano aver architettato qualcosa, e di fatti non potevano unirsi in quel voglioso e romantico gesto perché altri due piccoli ganci erano partiti sul volto di Misaki, afferrandole saldamente i lati della bocca all'altezza della guance. Questo significava che se Misaki voleva davvero un bacio doveva spingersi in avanti... e farlo significava guadagnarsi due grosse cicatrici sul volto, proprio come quelle che aveva Thresh. La differenza era che Misaki avrebbe dovuto farlo da sola, non le avrebbe tagliato nessuno la sua faccia. Fin dove era disposta a spingersi per il suo amore malvagio e perverso?
     
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  14. †_†yun yun †_†
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    Thresh era senza dubbio la persona più disfattista che avesse mai conosciuto. Diamine, mica voleva scambiare con lui un intenso bacio amoroso, mentre venivano carezzati dal vento. Non chiedeva che gli uccellini cinguettassero dietro di loro né che un tramonto rosso fuoco facesse ballare le loro ombre. Più che altro era mossa dalla curiosità di capire se la sua lingua aveva una consistenza oppure no. E se quelle labbra potevano emanare calore. Gli uncini le fecero male. Non erano volti a creare un doloroso piacere, ma solo a mettere un limite. Un muro di Berlino tra le loro bocche. Anzi, si sentiva un cane con la museruola. Misaki mise su un perfetto broncio femminile mentre un "Wooof" di avvertimento le usciva a fatica di bocca. A poco a poco le stava togliendo la possibilità di fare qualsiasi cosa. Poteva solo essere riempita di sperma. E il non morto ci stava riuscendo alla grande. Quando poco prima era stata riempita in contemporanea da entrambi i membri si era sentita come se fosse entrata sotto una cascata stando a testa in giù. Una cascata calda e densa. In quel momento aveva perso controllo del proprio corpo. Un rivolo di saliva le era colato giù per il mento, fino ai seni turgidi, mentre strafatta dal piacere gemeva senza ritegno. Non si era mai sentita così. Il corpo era tenuto su solo da quelle penetrazioni disumane, mentre lei reclinava la testa e le spalle all'indietro, abbandonate alla lussuria. Soltanto i gemiti di dolore della poliziotta l'avevano fatta tornare in sé. Sotto di lei la pozza di succhi vogliosi aumentava in dimensioni.
    Era stato in quel momento che aveva deciso di baciarlo. Voleva la sua lingua. Voleva assaggiarla e sentirla dentro la sua bocca. Voleva lasciarsi mordere le labbra. Voleva passargli la saliva calda che abbondava nella sua bocca. Possibile che non lo capisse?
    Anche se teneva la testa immobile, comunque gli uncini dentro di lei stavano scavando due piccoli buchini, consumando pian piano le guance. Il sapore ferroso del sangue prese a scenderle nuovamente lungo la gola. Non sapeva nuovamente cosa fare. Se gli ordinava di lasciarle libere le guance, lui sicuramente avrebbe trovato altri posti dove uncinarla. Se lo avesse supplicato chissà cosa sarebbe potuto venirgli in mente! Ma era uno sciocco se pensava che si sarebbe fermata lì. Lasciò la carta della disperazione per ultima. Avvicinò la mano sinistra, che era ancora libera, alla propria bocca, bagnando le dita con la propria abbondante salivazione. Provò a cercare il suo sguardo, guardandolo con lussuria. Sollevò la mano sopra le loro teste, di direzione della bocca del non morto. Un lento filo di piacere stava colando verso il basso. Si chiese cosa ne avrebbe fatto. Se lo avesse assaggiato, magari sarebbe stato lui a decidere di volere le sue labbra e il loro calore. Altrimenti Misaki avrebbe abbassato ulteriormente la mano, avrebbe toccato il volto del non morto, imprimendogli l'odore di desiderio su tutta la faccia, specialmente intorno alle labbra.. Ma doveva essere lui a decidere.
     
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    Era Misaki a non capire. Se Thresh l'aveva messa in quella condizione era perché desiderava metterla davanti ad una scelta. I ganci non servivano a tenerla ferma, ma era il pegno di sangue da pagare per raggiungere le sue labbra. Se desiderava davvero amare un essere del genere doveva aprire le porte del dolore così come le sue guance, doveva ingoiare il suo stesso sangue perché pieni ne sarebbero stati gli occhi, la bocca e lo stomaco stando al fianco di una creatura perversa e maligna come lui. Le morse il dito, assaggiandolo, ma abbandonandolo quasi subito dopo ,tenendo quell'espressione terrificante e inumana davanti ai suoi occhi, e porgendole il suo volto ad una certa distanza. Misaki doveva accettarlo, oppure rifiutarlo: ma accentandolo diventava come lui, e da lì quegli affilati uncini. Quella non era una risposta per Thresh, ma per se stessa: era disposta a tranciare la sua stessa carne e sfigurare il suo stesso volto pur di stare con lui? Mentre una decisione del genere gravava sul suo sangue e sulla sua mente, il non morto non smetteva un solo istante di spingere dentro di lei in entrambi orifizi, oramai deformati ad immagine e somiglianza della sua follia, aperti solamente per lui e per nessun altro essere vivente al mondo. Il corpo di Misaki era solo suo a quel punto, ma lo sarebbe stata anche lei? La sua bocca, il suo volto, il suo sangue... ecco cosa avrebbe dato la risposta. Le loro labbra si sarebbero unite in quel momento con le sue guance strappate, o non si sarebbero unite affatto...
     
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