[Awards] A wonderful nightmare.

Volkof e Gioco Di Ombre

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  1. GiocoDiOmbre
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    E L E T T R A



    Per tutti un cyborg è un essere diverso, è una composizione di leghe e di circuiti stampati, una miriade di connessioni elettriche, una macchina, come il V12 che le ruggiva sotto. Per Elettra, invece, non era così. Lui e lei in quell’auto, mentre si possedevano a vicenda in una guerra silenziosa dove ognuno desiderava l’altro senza dimostrarlo apertamente poiché ambivano alla vittoria, stavano per scoprire quanto nel profondo fossero esattamente uguali. In fondo anche il cervello umano è una macchina con una sterminata serie di connessioni elettriche. Quel giorno Dimitri avrebbe capito non solo cosa era veramente una donna, ma avrebbe fatto un’altra scoperta ancora più profonda: avrebbe scoperto quanto umano era diventato e quanto poco di artificiale rimaneva nelle sue leghe metalliche. Lui la toccava con perizia, con cura, nessun dettaglio era lasciato al caso. Le mani scorrevano sul suo corpo toccandola e facendola sussultare ad ogni pressione, ad ogni carezza. I capezzoli sempre più turgidi e grandi erano tra le sue dita come due calde bacche rosse pronte per essere divorate. Una tortura che accelerava il godimento e il piacere più intenso. Un membro umano e allo stesso tempo artificiale, un sogno per pochi. Un pene che pur mantenendo al tatto la superficiale sensazione di un fallo umano aveva consistenze, grandezze e accessori inimmaginabili. Un gioco perverso e molto scorretto… in cui lui la stava mandando fuori di testa senza poter opporre resistenza in quella posizione divaricata e allo stesso tempo bloccata tra i sedili e lui stesso. Era stato bravo: solo lui decideva quanto e come darle piacere. Lo sentiva perfettamente il pene dentro di lei, ingrossarsi sempre più, sfiorare e dilatare le pareti interne della vagina, per poi ritornare a grandezze più piccole. Un massaggio continuo sempre più deciso, sempre più veloce mentre la sua intimità ormai completamente assuefatta a quelle cure si sarebbe aperta e chiusa, rilasciando umori che sarebbero colati anche lungo le cosce coperte dell’uomo, sporcandolo. Non contento alcune dita della sua mano destra si posarono tra le gambe di Elettra, scendendo sfiorarono prima i piccoli peli ricchi, poi lentamente più giù le aprirono la parte sommitale delle grandi e piccole labbra per rivelare e scoprire l’ultima perla rimasta ancora nascosta: il clitoride violaceo e eretto come un piccolo dardo.
    Mmmhh.
    Le scappo un mugugno profondo e di puro godimento tanto fu la scarica di piacere nel sentirlo tastare e poi accarezzare. Volontariamente tentò di richiudere le gambe serrandole ma ormai era tardi poiché troppo incastrata per potersi muovere liberamente. Un unico dito, un unico movimento circolatorio e lui iniziò a stimolarla nel punto più sensibile e delicato. Era perfetto e sublime: ad ogni nuovo giro intorno alla base del piccolo organo lui faceva una deviazione per immergere prima la punta del dito negli umori sempre più abbondanti che fuoriuscivano poco più sotto per poi tornare a solcare la pelle bruna e delicata del clitoride avvolgendolo e scoprendolo sempre più. Era impossibile resistere a quel tocco lento e preciso. Elettra chiuse gli occhi poiché la luce le feriva l’iride velato di passione mentre tentava di baciarlo posando la lingua sulle sue labbra. Un sapore agre, quello della nicotina invase le bocca della ragazza. Elettra avrebbe insinuato la lingua dentro quelle labbra rosse cercandolo. Un bacio, uno solo, dove il fiato e la saliva di lei si sarebbe mischiato a quello di lui, un attimo e poi ella si sarebbe staccata mordendo la sua pelle. Nulla era stato lasciato al caso. Stretta nella sua presa, stava per cedere anche grazie ad una cosa che non aveva previsto: il glande dell’uomo prese a vibrare intensamente dentro di lei.
    Ahhhhh ahhhhhh…..
    Il corpo sussultò una, due, tre volte proiettandosi quasi in avanti insieme alla testa. Grida non più trattenute, un piacere moltiplicato all’infinito. Vibrava dentro di lei aprendola sempre di più, avanti e indietro con spinte rudi e prive di anima. Un gioco che avrebbe bruciato entrambi. L’orgasmo non è solo l’attivazione di reazioni fisiche di sfregamento ma molto di più, è qualcosa di assolutamente ingovernabile e sconvolgente in cui la mente prende il sopravvento e porta il corpo verso l’apice. Il corpo di Elettra era ormai completamente dell’uomo, avvolta dalla maestria dal suo desiderio di vittoria, ma poteva ancora frenarsi e resistere al piacere anche più estremo: la sua volontà contro quella di lui. Poteva farlo anche se era difficile attuarlo poiché sentiva dentro di lei un ruggito graffiante che la stava seducendo affinché si lasciasse andare. Era una musica nera che le mordeva la pelle entrando nelle vene, scorrere al posto del sangue. Ossessiva , martellante quasi metallica: un ruggito di perdizione estrema che le faceva tremare la pelle infiammandola ancora di più, dentro fin nel profondo. Un richiamo impossibile da non ascoltare. Un richiamo che l’avrebbe condotta attraverso l’oscurità. Era soltanto colpa di lui e della sua forza di resistenza. Ad un certo punto c’è solo il baratro e qualsiasi cosa che ti circonda passa in secondo piano, rimane solo il desiderio più nero di possesso e di stordimento. Un lampo negli occhi e un grido più roco, e l’inizio della perdizione più estrema. Mentre lui le dava un piacere ineguagliabile non solo fisico ma anche mentale, gli occhi della ragazza divennero color dell’oro: il suo potere non era più imbrigliato. Tra le gambe, dentro la vagina il sesso Dimitri avrebbe assaporato il fuoco. Un solo attimo e tutta la pelle artificiale del membro si sarebbe dissolta mentre le penetrava con destrezza e forza. Tutto sarebbe stato così veloce ed intenso che probabilmente lui non avrebbe provato nessuna sensazione di reale fastidio se non un calore estremo. Ora il pene sarebbe apparso in tutta la sua vera natura metallica. Una sofisticata lega dal colore intenso e balenante: una lama pronta a ferire e a dare piacere. Elettra sorrise vedendolo riflesso. Un robot a questo punto si sarebbe fermato perché il cervello gli avrebbe fatto valutare tutti i pro e i contro, e la sua natura elettronica avrebbe optato per la soluzione più razionale: fermarsi poiché non poteva spingersi oltre, aveva perso. Non ci sarebbe stata la paura della morte, non era questo in ballo poiché la donna lo avrebbe potuto uccidere già prima, era solo puramente una questione di desideri. Un uomo, invece, sarebbe stato assalito dalle sue pulsioni più estreme. Sarebbe stato un inferno di passioni e di sentimenti, una miscela di irrazionalità, di esaltazione ma allo stesso tempo di brutale prevaricazione, un desiderio di lussuria che l’avrebbe portato verso lei.
    Fammi vedere quanto sei razionale, portami all’orgasmo. Ti basta solo dimostrarmi quanto sei umano.
    Sarebbe bastato poco ed ella sarebbe esplosa in un orgasmo più che appagante poiché ormai non poteva più resistere. Dimitri avrebbe sentito il corpo di Elettra piegarsi e diventare ancora più languido sotto le sue mani. Un corpo molle e pieno di desiderio, accaldato e imperlato si sudore. La pelle sempre più liscia e lucida. Lei con la testa sulla sua spalla e gli occhi rivolti verso il tettino, le labbra socchiuse e le sue grida sempre più intense e il collo disteso nello spasmo di passione. Avrebbe aperto ancora di più le gambe stringendo i muscoli vaginali e schiacciando il bacino su si lui. Cyborg o uomo? Una scelta difficile da attuare ma che avrebbe sancito la verità.







     
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    Tutti stavano guardando e tutti venivano guardati. In quel gioco, cui chi osserva è a sua volta osservato da un'occhio più grande e da una vita più acuta nessuno si poteva nascondere; ed allora per ingannare l'osservatore ultimo per nascondersi bisognava mettersi in mostra. Mettendosi nei panni dell'ultima persona che si dovrebbe nascondere ma che è proprio lei per prima a svanire. Il marionettista.
    Colui il quale conduce lo show nello show 'dello' show. Che in quel caso era l'uomo dietro la donna che fremente e godente stava provando un intenso piacere nonostante era stata plagiata da un uomo a lei inferire. Privo di poteri sopraffini o dotato di potenza inimmaginabile. Come quella che lasciava trasparire la donna.
    Lui per primo si era nascosto mettendosi in bella mostra, perché tutti in quel momento stavano osservando con fremente eccitazione lei. La donna fatale che godeva apertamente lasciando ben poco spazio alla immaginazione. Godeva, fremeva ancora e ancora. Faceva di tutto per allungare la sua piacevole agonia mentre egli, Dimitri, la giostrava lasciando che solo le sue mani ed il suo sesso fossero visibili. Come se egli fosse uno strumento. Un mezzo, ma non il fine. Nascosto intenzionalmente dietro di lei sebbene come stazza era leggermente superiore. Aveva gli occhi chiusi ma poteva scommetterci sopra. Nessuno lo stava guardando. Tutti gli occhi, tutti i cervelli e tutti i sessi erano completamente concentrati, completamente assuefatti da quella piacevole visione di godimento che veniva rappresentata perfettamente dalla donna mentre egli la toccava nei modi e nei punti giusti.
    Dimitri sapeva quello che faceva.
    Con rapidi movimenti seguenti un andamento ritmico le stimolava l'intero corpo oppure solo il sesso, per farle sentire ogni singolo attimo di piacere intensamente. Senza alti e bassi ma allo stesso tempo farle sentire una altalena di sensazioni spiazzanti e stordenti oltre ogni misura. La sua mente temprata era ottima per lui. Poteva tirarla al massimo e poi lasciarla naufragare nelle sue sensazioni per poi trascinarla di nuovo in una tempesta di piaceri osceni senza alcuna decenza di definirli "umani". Giocava pesante e duro Dimitri, ma non poteva tirarsi minimamente indietro.
    Con rapidi affondi e lente risalite stimolava incessantemente i nervi bassi, medi e profondi del suo caldo sesso completamente pieno d'umori che oramai avevano sprigionato un aroma percepibile anche fuori dalla macchina a tutti gli spettatori li vicino che si erano spalmati sui vetri dell'auto. Lui intanto continuava a stimolarle sia il sesso, sia il corpo. Le mani erano concentrate su corpo mentre egli la possedeva in un gioco duplice e privo di qual si voglia decenza.. Il suo vestito inoltre era perfetto per lo scopo. Lasciando ben poco di nascosto se non lo stretto necessario egli poteva sfiorarle tutti i suoi più erogene zone senza nessun filtro. Pelle contro 'pelle'. La mano dedita al sesso della donna la masturbava alternando movimenti rapidi a lente "masturbazioni" usando il sottile lembo di pelle che nascondeva il collo del clitoride mentre con due dita unte dei suoi liquidi corporei egli la masturbava rude mentre la possedeva. Intanto l'altra mano era intenta a stringerle il collo con la dovuta pressione per farle accelerare ancora il cuore per inondarle il cervello di endorfine colme di piacere. Voleva stordirla ad un livello tale che ella non avrebbe potuto più reagire.
    Di fondo un marionettista era come un illusionista.. Facendoti credere che lo spettacolo sia solo quello visibile sul palco non ti lascia vedere l'intenso lavoro presente sul retroscena.
    Ma il controllo è un'arma a doppio taglio perché basta un attimo. Non un momento. Giusto un singolo secondo fuori posto, una mossa sbagliata e un perfetto spettacolo rischia di tramutarsi in un fallimento di proporzioni disumane.
    Ella aveva ancora un barlume di coscienza.
    Durante tutto l'amplesso Dimitri aveva tenuto costantemente i sensori ricettivi spenti. Ad occhi chiusi, nella sua mente, c'erano centinaia di stringhe composte a loro volta da interminabili letture di dati. Era la migliore via per dare il massimo. Freddezza calcolata. Il punto era che questo alla donna non bastò e tutto ad un tratto si sentirono voci di sorpresa colme di orrore. Dimitri percepì una punta di dolore.
    La donna gli lanciò apertamente un colpo basso e di infima mentalità ed una sfida di altissima bastardaggine.
    Il punto era che ella aveva sottovalutato lui, sebbene demilitarizzato Dimitri aveva fatto le sue guerre quasi alla strenua di un personaggio combattente. Non c'era molto da pensare, c'era molto da agire.
    Prendendola per i cappelli con una mano e con l'altra bloccandole le mani come se al posto di una mano aveva delle manette - bloccando le articolazioni delle dita la mano funse da tale - Dimitri sfogò tutta la rabbia su di lei. Una rabbia fredda ma colma di umanità perché il suo viso mutò espressione.
    Un violento affondo la colpì dentro di lei. Poi un'altro e un'altro ancora. Ancora e ancora. Senza più controllo alcuno. Non serviva più, dopo tutto quel prodigarsi ella gli aveva tirato un colpo cosi basso da lasciarlo senza parole.
    Il suo membro, come gran parte del suo corpo, era in lega nobile multi metallica. Bruciata la pelle sintetica sotto c'era un subpelle in materiale inerme, resistente ed elastica. Si poteva dire diversamente per il suo sesso il quale mostrava i nudi meccanismi cilindrici e sferici. Ma poco importava, funzionava ancora.
    Incrementò la vibrazione, ora quella nuda sfera metallica dentro di lei prese a vibrarle dritto sull'ingresso dell'utero mentre i vari anelli che componevano il sesso si estesero orizzontalmente. Ruotando dentro di lei fungevano da oscillatori per stimolarle i nervi lungo tutto il sesso.
    Ora doveva giudicare lei se dietro quella metodica c'era solo del 'freddo calcolo' oppure c'era ancora una anima umana.
    Il suo viso visibilmente alterato ed arrabbiato mostrava ancora negli iridi una freddezza mista a collera. Ma il suo modo di possederla era visibilmente cambiato. Adesso se la sbatteva di gusto, al diavolo lo show.




     
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    Urla di sorpresa e forse di disgusto provenivano dal di fuori: il pene dell’uomo destava sensazione, come dargli torto? Qual pezzo di metallo lucente faceva la sua bella figura in un alternarsi di spinte e controspinte sempre più decise. Elettra aveva percepito solo un attimo, un piccolissimo attimo in cui lui si era fermato assaporando forse la sua nuova condizione di “nudità”. Un breve secondo di indecisione o meglio di bruciante consapevolezza. Se era vero che la pelle era il solo veicolo per fargli provare piacere, ella era stata in un certo senso disumana, lo aveva privato dell’unica cosa che lo facesse sentire uomo: le sensazioni di piacere che gli provenivano dal membro. Perché? Ma è semplice, perché Elettra era sicura che fino a quel momento lui avesse solo giocato con lei, che non ci avesse messo l’anima preso solo dal freddo desiderio di vittoria, nascosto dietro di lei, quasi invisibile artefice e dominus in un razionale quanto spietato calcolo di probabilità. Ma il sesso è altro, è passione, è bruciante desiderio, è qualche cosa di maledettamente trascinante e di infinitamente carnale. Anche in pieno giorno in mezzo alle persone quel fuoco che arde ti fa perdere il controllo, e non c’è più nessun freno che possa distrarti dal possedere l’altro perché esiste solamente il corpo. L’avete mai ascoltato un concerto fatto solo da un violino e da una chitarra? Io si, è pura magia credetemi. Le sonorità basse e dense della chitarra penetrano dentro lentamente, nota per nota sempre più giù infiltrandosi nel sangue e torturandoti il corpo: è un canto dolente e sconvolgente; mentre le corde vibranti del violino stridono infuocandosi, sempre più intense ed alte come fossero il grido di una persona, un grido che ti taglia in due tanto è sottile e carico di sofferta attesa. Ecco che cos’è il sesso: è un concerto per chitarra e violino. Ed era esattamente questo che stava provando la donna tra le mani di lui. Solo per un attimo ella aveva creduto, e in un certo senso temuto, che lui cedesse al suo lato freddo e che si fermasse, ma l’aveva sottovalutato. La presa su di lei si fece più salda e decisa, più istintiva. La sua mano scivolò dalla gola, che aveva serrato fino a qual momento con tocchi sempre più decisi fino a farle percepire tutta la sua forza e facendola eccitare più che mai, alle mani, bloccandole in una morsa strettissima. Ma non era tutto, no, adesso vi era una diversità ancora più profonda poiché tutto ribolliva in lui, dalla prepotente rabbia al desiderio di possederla e di farla tremare di piacere. Elettra sorrise inumidendosi le labbra, in un certo senso aveva vinto lei. La punta rossa della lingua scivolò dal labbro superiore a quello inferiore con un movimento più che sensuale, mentre l’altra mano di Dimitri si annodava tra i suoi capelli corvini tirandoli verso il basso. Le spinte del fallo artificiale si fecero più intense mentre tutti i vari anelli che lo formavano presero ad allargarsi e a ristringersi in una danza, o meglio in un sinuoso quanto osceno massaggio interno che si ripercuoteva su tutto il suo sesso. Poteva sentirlo perfettamente aprirla e vibrare fino a sfiorare l’imboccatura dell’utero. Una penetrazione meravigliosa e ardita che ormai nulla aveva di razionale avendo lasciato lo spazio alla pura lussuria. Non c’era bisogno di guardarlo in volto per capire che ora se la stava sbattendo con passione: le sue mani bruciavano. I due corpi fusi tra loro si muovevano sempre più velocemente ed intensamente. Il rumore della carne fradicia penetrata iniziò a farsi più percettibile fino a diventare udibile anche agli spettatori mentre i seni ormai liberi si muovevano sfrenatamente accompagnando i movimenti dei due amanti. Elettra ansimò ancora più profondamente persa in quel piacere così devastante e intenso. Ma lui voleva portarla verso il baratro: il membro prese non solo a vibrare ma anche ad oscillare in un movimento rotatorio: ogni singolo segmento roteando differentemente sia in velocità che in direzione rotatoria si allargava stimolandola in punti nascosti a mai toccati prima, un meccanismo sofisticato quanto contorto che era pura bellezza. Non poteva più resistere. Il suo corpo era al limite come la sua mente. Il piacere trattenuto prese ad insinuarsi in lei, ma non prepotentemente e violentemente. L’ appagamento entrò piano strisciando lungo tutta la sua spina dorsale: una sensazione di godimento mentale che preludeva alla soddisfazione fisica. Lei la conosceva fin troppo bene, ci giocava spesso a trattenerla il più possibile per poi abbandonarsi repentinamente: il piacere era li bloccato e fermo, lei ne assaporava già il gusto senza tuttavia farlo entrare. Un gioco di resistenza sottile che se portato al limite intensifica oltre ogni dire il godimento. Ma una serie di nuove spinte sempre più forti la fecero sussultare tra le sue braccia e definitivamente capitolare. Un solo passo gli aveva chiesto ed un solo lui ne aveva fatto: era suo.
    Ohhh siiiiiiii… ohhh siiiii… così… di più, sempre più dentro... non ti fermare!!
    Con la voce impastata di desiderio Elettra era perduta: il piacere esplose tra le gambe e nella mente come un colpo di fucile. Il clitoride teso si contrasse, e una serie di scariche piacevoli e dense invasero il suo corpo penetrando dentro le ossa. Un benessere fisico intenso quanto esaltante la fecero gridare e contrarre violentemente mentre dentro la testa una miriade di luci sempre più intense le offuscarono la vista e i pensieri. Un piccolo rivolo di bava le colò dalla labbra ora serrate scorrendo verso il mento giù lungo il collo. Un piacere carico amplificato da lui e dalla sua passione e dalla consapevolezza di aver conquistato anche una mente così particolare. Il corpo della ragazza si irrigidì sempre di più negli spasmi dell’orgasmo per poi rilassarsi definitivamente sull’uomo ansimando però ancora vistosamente. I seni rossi e i capezzoli ancora turgidi si muovevano ora in maniera più conturbante: delicati accompagnavano il respiro. Chi era il vinto e chi il vincitore? Difficile dirlo, mentre l’unica cosa udibile oltre ai lievi e affannati sussurri di lei era il battito del suo cuore accelerato dallo sforzo appena provato.








     
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    Realtà e simulazione sono spesso due facce della stessa medaglia, perché l'una tentando di imitare l'altra riesce nell'arduo intento di far sfumare i confini fra le due situazioni. Portando con ciò un senso di confusione, disorientamento e stordimento. Arrivando al limite assoluto, dove non vi è più alcuna distinzione fra ciò che è simulato e ciò che e realtà. Dove si può simulare di vivere ed il vivere all'interno di una simulazione. Anche perché la definizione di realtà che tutti noi conosciamo è solo un concetto effimero. Indistinto e totalmente errato. Perché - per realtà - si ci riferisce a tutto quello che possiamo toccare, vedere, percepire ed udire quel 'reale' non è nient'altro che una serie di input celebrali intemperati dallo stesso al fine di distinguere una reazione da un'altra. Tutto ciò è simulabile da un cervello sintetico. Uno strumento, un dispositivo. Nell'era tecnologica la vita ha assunto un valore esiguo. La rarità delle sfaccettature umane però è ancora una delle poche cose del tutto originali. Perfino all'interno di una componente artificiale non è possibile vincolarle, ingabbiarle, a dei parametri "logici". Meccanici o men che si voglia la mente umana è resta sempre 'umana'. Perfino dentro un corpo totalmente sintetico.
    Dimitri era ancora umano. Nonostante avesse perso relativamente da poco il suo corpo, meno di quaranta anni, molti individui tendevano a perdere la loro umanità col passare del tempo. Ma lui, con un astuto meccanismo di ricordo aveva sigillato nella sua mente i ricordi umani. Al fine di poter testimoniare a se stesso d'essere ancora ciò che la donna stava cercano. Una sensazione, non una simulazione.

    Anche col membro ridotto a quello stato l'uomo non si tirò indietro e diede tutto il suo massimo per poterle dire con le azioni e non con le parole che egli era ancora umano. Niente più giochi, niente più sotterfugi. Niente. Che perdesse o vincesse qui c'era in gioco la sua umanità. Una delle poche cose a cui gli teneva di più.
    La tenne stretta e bloccata per possederla rude, nudo e crudo senza remore alcuna al fine di darle tutto il piacere che egli potesse darle in quel momento. Non importava se dopo non si fossero più rivisti, chiunque avesse una vena d'umanità e fosse stato tirato in ballo a quel modo avrebbe reagito in maniera appunto umana. Dimitri compreso. Quindi, continuando a far affondare e sfilare quel metallico membro con perizia e precisa forza man mano le stava dimostrando quanto egli fosse vivo dentro quella salva di componenti.
    Le teneva ancora con una mano il capo e con l'altra le bloccava le mani dietro la sua schiena e alzandola di peso le affondava completamente dentro di lei il suo sesso lasciando che ad ogni uscita fiotti di roventi umori schizzassero fra i sedili, bruciando lentamente il tessuto sintetico di questi. Un po come aveva fatto con lui. La guerra volgeva al termine perché ella man mano stava per arrivare all'apice. Un passo dopo l'altro, un affondo dopo l'altro ed egli trattandola rudemente la portò all'estasi. Lasciandola godere in modo fremente e smisurato. Le urla vennero nuovamente ampliate dagli altoparlanti mentre tutta la gente attorno era praticamente accalcata sui finestrini, sui cofano e sul copri motore per vedere da vicino quella donna bellissima che con ancora il potere semi attivato godeva li, senza remore alcuna. In bella mostra.
    Ma non bastò per lui. Doveva firmare sulla sua umanità e dandole solo un breve tempo per cullarsi nei suoi stessi piaceri post orgasmo la lasciò adagiarsi sul suo petto mentre gli spasmi del suo sesso si andavano ad attenuare. Poi egli riprese più rude di prima.

    La bloccò tenendola per i polsi e lasciando vibrare solo la punta premette fino in fondo il suo rovente sesso puntellando la bocca dell'utero fino a quando non fosse entrato dentro di lei e non le avesse fatto sentire un piacere sconosciuto ai suoi più reconditi nervi. La teneva con tutta la sua forza che il suo corpo demilitarizzato avesse. Non doveva farla sfuggire a quella mossa, doveva farla godere fin quasi a farle provare un secondo orgasmo. Lei che versava quasi nuda su di lui era uno splendido spettacolo per tutti i telespettatori, dal vivo o meno. Perché servire a loro 'solo un trattamento'? Tanto valeva riproporre il piatto forte ancora. Perché egli sapeva che un buon pasto vale la pena di mangiarlo due volte.
    Affondava e sfilava solo metà membro, poi affondava di nuovo e premeva sulla bocca dell'utero per entrare e massaggiarla dall'interno. Non si fermava fin quando indirettamente sentiva il cambio di pressione. Le invadeva il suo piccolo tempio. Farle sentire quelle sensazioni che lui in quel momento non poteva percepire valeva il rischio di farsi ammazzare.
    Ma si sa, le cose mutano sempre.
    Ben fatto concorrenti. Ora però il vero pezzo forte. Abbiamo chiamato la polizia per voi.. Chi di voi riuscirà a guidare con la vostra donna sulle spalle?


    Probabilmente il messaggio fu inviato ad entrambi, ma Dimitri era il più lucido dei due e senza indugiare li ancora sguinzagliò il motore. Era un chiaro segnale per tutti di "sgombrare la via".
    I passanti si fecero l'argo e l'uomo diede gas senza riserva tramite i comandi in remoto. L'auto riparti lasciando
    a terra una lunga scia d'accelerazione. Via, senza riservo.




    Se c'e qualche errore avvisami su skype.
     
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    Era ancora avvolta dalle sensazioni piacevoli appena provate che un nuovo affondo questa volta diretto verso la parte finale della sua vagina la fece ridestare e sussultare nuovamente. La punta arrotondata prese a vibrare sul collo dell’utero sempre più intensamente e insistentemente. Elettra spalancò gli occhi puntandoli verso il cofano invaso dagli spettatori visibilmente eccitati: alcuni addirittura si stavano masturbando esattamente davanti a lei sporcando la scocca della macchina di abbondante sperma. Ma non era quello che la stava turbando, giammai, era Dimitri che sotto di lei continuava quel gioco perverso spingendosi sempre più verso la perdizione. Non gli era bastato portarla al culmine del piacere in un tripudio di estasi e di oscena lussuria, lui voleva rimarcare chi fosse veramente, e chi avesse il comando in quel momento. Ancora una volta la ragazza si sorprese mentre lui la cingeva ancora più saldamente. Le braccia di Elettra tese e incastrate dietro la schiena non facevano che mettere in bella vista il seno prosperoso e il busto proteso in avanti, mentre i capelli annodati tra le dita di lui le scivolarono sulla gola quasi in una carezza sensuale. Ma l’uomo sapeva cosa stava facendo? Oh si che lo sapeva come del resto lo sapeva lei, ormai completamente assuefatta al piacere. L’orgasmo provato era ancora dentro di lei non del tutto sopito tuttavia la sua carne era sensibile a qualsiasi stimolazione. Quando lui riprese senza nessuna indecisione a violarla le sensazioni si fecero più intense e dirette di prima, puntando ad entrare nella parte più intima e nascosta. Nessuno è preparato per quel tipo di penetrazione anche se si è eccitati, poiché è lenta quanto è lento il dolore causato dalle contrazioni che allargano il collo. Ma lui prese a spingere sfilando il membro solo per metà da dentro lei per poi riaffondare con colpi sempre più potenti e dritti sull’imboccatura. Un gioco di bacino e di spinte verso il basso del corpo della ragazza. Il sesso di Elettra riprese a colare umori sempre più densi ma privi di qualsivoglia potere, umori di puro piacere: non voleva di certo liquefarlo li, lo desiderava non per ucciderlo. Un sudore freddo la avvolse: ad ogni spinta di lui le due piccole parti si separavano, sempre più contraendosi, e rilasciando nel sesso della ragazza scariche di piacere e di dolore. Una perversione estrema che la stava facendo discendere il baratro della lussuria. Un gioco sadico che forse l’avrebbe piagata definitivamente anche se la sua mente e il suo corpo era stato forgiato nel dolore e nella violenza. Una, due, tre, ad ogni pressione la punta vibrante si insinuava dentro l’ultima porzione sfregando e allargando le pareti più inviolate regalandole una sensazione inimmaginabile di godimento estremo. Per assaporare questo tipo di piacere bisogna avere una mente ben addestrata che amplificare il piacere e comprime il dolore altrimenti non si può gustare pienamente quella meravigliosa sensazione che si insinua tra le membra portandoti verso un nuovo apice di godimento. Ed eccola li, la carne sempre più sbattuta e sfregata stava riaccendendo i suoi sfrenati desideri, mentre ella aveva ripreso ad ansimare profondamente. Elettra stava per raggiungere un nuovo orgasmo ancora più intenso del precedente sotto le cure di quel cyborg che tutto aveva tranne che una mente androide. Ma prima che potesse nuovamente contorcersi sotto quelle sensazioni estreme e regalare a lui la consapevolezza di averla fatta godere nuovamente, una voce femminile prese a parlarle attraverso il suo auricolare.

    Ben fatto concorrenti. Ora però il vero pezzo forte. Abbiamo chiamato la polizia per voi.. Chi di voi riuscirà a guidare con la vostra donna sulle spalle?


    Ella si era persa in quel meraviglioso gioco così tanto da dimenticare completamente che si trattava di una sfida, di una gara con in palio un sogno, un unico desiderio solo per lei, che forse si sarebbe materializzato alla fine di tutto. Anche se una parte del suo cervello aveva ripreso il controllo del suo corpo, lui fu più veloce. Senza scomporsi fece ruggire il motore della macchina. Elettra rimase stupefatta poteva controllarla attraverso la mente, in remoto. Questo non faceva che rendere il tutto ancora più esaltante. Gli astanti si spostarono in preda al panico, un unico colpo di acceleratore e la macchina schizzo letteralmente in avanti proiettandosi verso quel dedalo di strade che era Kurayami. Elettra fu schiacciata contro il corpo di Dimitri. La spinta del membro amplificata dall’accelerazione del motore lo fece raggiungere il fondo dell’utero aprendola definitivamente in due. Ella non poté fare a meno di gridare nuovamente tutto il suo piacere contorcendosi tra le sue mani. Dimitri stava guidando al limite della pazzia, sgusciava tra le macchine in una serie di gincane arrivando quasi a sfiorare le altre autovetture. Se voleva farle provare il brivido della paura mischiato alla cocente eccitazione ci sarebbe riuscito alla perfezione. Ella era estasiata, lui era perfetto per devastarle la mente. Ma tenere stretta una donna mentre si va a trecento all’ora è impresa ardua. Elettra sentì la sua presa farsi più debole. Un sorriso astuto le inondò il viso. Con una mossa fulminea del corpo si liberò della sua stretta. Cosa voleva fare la donna? Semplice, con un delicato e molto circoscritto movimento si alzò languidamente da quella posizione sfilando il pene grondante di umori da dentro di lei, e roteando le gambe e il bacino fece in modo di ritrovarsi a cavalcioni dell’uomo: lei sopra lui sempre sotto. Questa volta viso contro viso, petto contro i capezzoli turgidi e gonfi. Ovviamente l’abitacolo era troppo stretto per tentare di roteare lasciando il pene inserito dentro di lei, ma tuttavia lui non avrebbe trovato la cosa svantaggiosa poiché ora due prosperosi seni gli avrebbero sollecitato la vista e i sensi. Elettra con le ginocchia posate sul sedile avrebbe adagiato il culetto sul suo ventre strusciando la sua intimità sul pene metallico divaricando sempre più le gambe. La gonna nera avrebbe ricoperto in parte le cosce mentre lo spacco laterale si sarebbe aperto fino ad arrivare a lambire il bacino, mentre il busto si sarebbe schiacciato contro di lui anche grazie ai repentini cambi di direzione dell’auto.
    Io penso che la vittoria è nostra...
    Elettra avrebbe avvicinato le labbra al suo orecchio sussurrando e soffiando aria e circondando la sua testa con le mani.
    Che ne dici se oscuri le telecamere e rimaniamo soli?
    Le labbra si sarebbero posate sul collo mordendolo con desiderio fino ad imprimergli un piccolo succhiotto.
    Ti voglio solo per me!
    Avrebbe ripreso ad ansimare strusciandosi contro di lui in un languido movimento del busto. Con la mano libera Elettra afferrò il proprio auricolare e posizionatolo tra il pollice e l’indice lo schiacciò davanti ai suoi occhi senza pensarci due volte. Il pubblico aveva avuto fin troppo spettacolo mentre la macchina sfrecciava a folle velocità. Era arrivato il momento della ricompensa quella vera e lei non se la sarebbe fatta sfuggire, anche a costo di legarlo ai sedili con i suoi rovi. Stava a lui decretare la fine, la sua vittoria, lei ormai era conquistata.









     
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    glitched away

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    Quando la mente cade in uno stato di incoscienza la propria persona è in pericolo. Pensieri e emozioni oscure lambiscono nostra 'mente' e la nostra persona virtuale fino a farla incappare in sogni o incubi dalla forma e dai modi cosi inaspettati da coglierci di sorpresa, stordirci e lasciarci inebetiti fino a lasciarsi andare in balia degli eventi che il nostro cervello prova a mettere in ordine da solo. Ma il risultato è molto simile a quello di un neonato che prova a comporre un puzzle molto elaborato. Prima di ritrovare la strada di casa ci si mette un po. Ma per quei pochi capaci e perspicaci il sogno lucido è un modo per testare se la realtà corrisponde alla realtà.
    Lo show a cui Dimitri aveva partecipato era come un sogno realistico da quale destarsi oppure comandarlo in modo lucido e senziente.
    L'auto riparti piegando il retro di lato, le possenti ruote da 20 fecerò slittare l'auto leggermente a sinistra prima che l'enorme v12 sotto il cofano posteriore potesse agguantare l'asfalto come aveva fatto prima. Proiettando l'auto in avanti, nel futuro. Come se avesse agito con intelletto aveva lasciato il tempo alle persone sopra il mezzo di togliersi di torno prima di finire rovinosamente a terra. Era l'uomo stesso l'auto in quel momento. Vedeva la strada, vedeva dietro, vedeva la donna.
    E proprio la donna era il suo principale obbiettivo ora. Per lei era giunto il momento di capire che era Dimitri colui il quale stava sognando lucidamente. Come voleva lasciar intendere lo show stesso.
    La possedeva ancora, ancora, ancora. Non gli importava se le sensazioni erano andate al diavolo per colpa sua e del suo potere, doveva possederla ancora. Senza sosta, senza pietà e affondando ripetutamente il membro dentro di lei e tenendola saldamente a se continuava a stimolarle tutti i nervi resi ancora più ricettivi dai vari orgasmi egli voleva vederla godere al massimo. Al suo reale orgasmo, voleva spingerla oltre i suoi limiti. Oltre la sua natura 'umana'. Oltre la sua natura mutata. Oltre il suo essere.
    L'averle lasciato la presa mentre l'auto viaggiava spedita sopra i 300 orarie era intenzionale.
    Egli aveva previsto che avesse attuato qualcosa per ricambiare in qualche modo l'averla portata ad una soglia di piacere nuova. Una piccola conquista persone da parte di Dimitri stesso. Ella, portandosi sopra di lui, petto contro petto gli diede la possibilità di ammirare il prosperoso seno che invitante e sudato al punto giusto emanava una fragranza unica. Per via della sua duplice natura, tutto il suo femminile corpo accarezzava con il suo aroma i sofisticati ricettori dell'uomo. Resistere ad un cosi caldo invito era difficile, infatti Dimitri accettò d'assaggiare un'altra sua pietanza..
    Prese a leccarle il lembo di pelle che divideva i prosperosi seni mentre alzandola quel tanto che bastava la riadagiò sul suo metallico membro ripenetrandola nuovamente. Stavolta procedette con un andamento più lento. Voleva farle gustare la sua bocca e la sua capacità di generare il vuoto spinto in gola. Succhiandole i seni. Era tutto ponderato, mirato e calcolato. Come agli inizi del gioco ma stavolta di diverso c'era che anche lui si gustava lei. Il gioco stava per finire di fondo, proiettati in avanti aveva avviato una diagnostica per controllare la Green line dei semafori. Si era interfacciato con il ripetitore satellitare del gps dell'auto.
    Mentre la lingua leccava i capezzoli turgidi della donna e le sue mani le agguandatavano le natiche sotto la gonna egli cambiava il traffico. Una volta sistemato tutto tornò con la mente al suo corpo. Gustandolo affondo in ogni sua più piccola ricezione sensoriale. Le mani che tastavano il sudore sulle morbide natiche, la lingua che inducendo un liquido simile alla saliva leccava e succhiava i capezzoli per stimolarla in modo completamente differente. Inoltre il membro dentro di lei leggermente scaldato le teneva "caldi" i nervi della spina dorsale. Rendendola ancora più ricettiva al piacere.


    Che ne dici se oscuri le telecamere e rimaniamo soli?

    Non chiedeva di meglio. In ogni caso erano arrivati al fine dello spettacolo. Alla fine dello show. L'aveva annunciato anche la voce color oro alle due auricolari. La donna gettando la sua gli fece capire chiaramente che per ella non aveva più importanza. Prese a possederla con dei brevi affondi alternati a delle lente "riuscite". Mentre le mani la teneva salda - andare a 280 km/h non rende niente stabile - sempre con l'aiuto delle gambe le regalava dei brevi affondi per stuzzicarle la parte dell'utero profondo. Utile quando dopo innumerevoli orgasmi i nervi si saturano e diventano irricettivi... Con delle lente uscite dal sesso la portava a rilassarsi. Intanto egli, guardandola di taglio 'dal basso' le succhiava i capezzoli come dessert ad un ottimo e lauto pasto.
    La sua mente si ricollegò al dispositivo gps. Che faceva anche da trasmettitore per le auricolari.. Identificò il segnale portante ed inviò un virus che avrebbe disattivato il segnale. Di li a poco i due sarebbero rimasti soli. Egli guardando lei si tolse l'auricolare dall'orecchio gettandola via.


    3...

    Prendendola la donna le affondò un dito nel sedere, fra le sue natiche, nell'ano. Voleva farla eccitare di nuovo in un modo tutt'altro che convenzionale e mentre l'altra mano afferrando il seno destro ne strinse i capezzoli ruotandolo, tirandolo e premendolo leggermente con l'indice ed il pollice egli dedicò la sua bocca solo e solamente sull'altro seno.


    2...

    Voleva farla godere al massimo prima che la trasmissione crollasse lasciandola urlare un ultima volta. Lanciandole arrivare all'apice un ultima volta. Lasciando che tutto un ultima volta la vedessero...


    1...

    *Bzzz

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    NO SIGNAL _
    System Offline_










     
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