Parliamo di sogni

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    In cauda venenum

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    Mi cadeva addosso una pioggia nerastra che sapeva vagamente di acqua salmastra, penso fosse l'alba, ma prima che il sole si alzi dall'orizzonte, in un paesaggio che pareva una zona di paludi tra le colline. I colori erano tutti sbagliati.
     
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    Ero in montagna e in città allo stesso tempo. Sembrava Milano, ma in montagna, con la metropolitana che saliva e scendeva dal pendio. Dovevo presentarmi a una gara di sci a cui tutti avrebbero partecipato. Non ero affatto contenta. Mentre correvo verso il punto di ritrovo insieme a un'ignota ragazza ho incontrato un gruppetto composto da Penth, Violo e una mia collega di università che mi sta antipatica. :omg: Siamo andati al deposito sci, ci siamo cambiati, Penth ne ha approfittato per intrufolarsi negli spogliatoi femminili e si è appartato con l'ignota ragazza che mi seguiva. :asd: Quando sono uscita ho scoperto che Violo era sparito. Allora mi sono recata da sola alla partenza, ho partecipato alla gara e, come accade ogni volta che scio, mi sono quasi spaccata una gamba. Arrivata, faticosamente, di nuovo a valle ho visto Violo con la medaglia d'oro. :rotfl:
     
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    CITAZIONE (Mrs. Independent @ 18/11/2015, 11:34) 
    Ero in montagna e in città allo stesso tempo. Sembrava Milano, ma in montagna, con la metropolitana che saliva e scendeva dal pendio. Dovevo presentarmi a una gara di sci a cui tutti avrebbero partecipato. Non ero affatto contenta. Mentre correvo verso il punto di ritrovo insieme a un'ignota ragazza ho incontrato un gruppetto composto da Penth, Violo e una mia collega di università che mi sta antipatica. :omg: Siamo andati al deposito sci, ci siamo cambiati, Penth ne ha approfittato per intrufolarsi negli spogliatoi femminili e si è appartato con l'ignota ragazza che mi seguiva. :asd: Quando sono uscita ho scoperto che Violo era sparito. Allora mi sono recata da sola alla partenza, ho partecipato alla gara e, come accade ogni volta che scio, mi sono quasi spaccata una gamba. Arrivata, faticosamente, di nuovo a valle ho visto Violo con la medaglia d'oro. :rotfl:

    A me :ops: ed a Violet è andata meglio. :oml:
     
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    CITAZIONE (Mrs. Independent @ 18/11/2015, 11:34) 
    Ero in montagna e in città allo stesso tempo. Sembrava Milano, ma in montagna, con la metropolitana che saliva e scendeva dal pendio. Dovevo presentarmi a una gara di sci a cui tutti avrebbero partecipato. Non ero affatto contenta. Mentre correvo verso il punto di ritrovo insieme a un'ignota ragazza ho incontrato un gruppetto composto da Penth, Violo e una mia collega di università che mi sta antipatica. :omg: Siamo andati al deposito sci, ci siamo cambiati, Penth ne ha approfittato per intrufolarsi negli spogliatoi femminili e si è appartato con l'ignota ragazza che mi seguiva. :asd: Quando sono uscita ho scoperto che Violo era sparito. Allora mi sono recata da sola alla partenza, ho partecipato alla gara e, come accade ogni volta che scio, mi sono quasi spaccata una gamba. Arrivata, faticosamente, di nuovo a valle ho visto Violo con la medaglia d'oro. :rotfl:

    Tutto questo racconto mi ha ricordato una famosa scena dei film di Fantozzi :ops:

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    .. In pratica dopo anni di campagne e pubblicità progresso da parte del governo, la gente aveva finalmente iniziato a suicidarsi in famiglia, tutti assieme e non più da soli. Non vi era nulla di angoscioso o disperato in ciò, la gente si comportava come se andasse a partecipare a un battesimo o prima comunione.
    La moda dell'anno era impiccarsi tutti allo stesso albero, un ramo diverso a testa, anzi a collo. Spesso vestiti uguali, in cosplay, o comunque a tema.
    I cadaveri venivano lasciati appesi per un po', se era periodo natalizio venivano anche decorati.
    Alcune città li imbalsamavano per lasciarli appesi il più possibile, e ciò attirava anche turismo.
    La gente che voleva impiccarsi era invitata a farlo nel modo più elegante ed artistico possibile, facendo leva sull'orgoglio cittadino. Vi erano anche dei corsi dedicati.
    Questa abitudine lanciava anche nuove occupazioni e ruoli professionali: istruttori di suicidio, fotografi per foto ricordo, "death planner", imbalsamatori, il settore abbigliamento creava abiti dedicati, creativi inventavano slogan, frasi buffe o profonde da appendersi addosso o nei pressi. Molti si lanciavano nel business fornendo parchi privati o boschi di proprietà per questa pratica, in cui era possibile morire in tranquillità, selezionando albero, luogo e stile, dietro pagamento. Poi c'era chi come me, che pur non facendolo di professione, affittava occasionalmente uno o più alberi del proprio giardino dietro richiesta.
    Mi son svegliato quando al mio albero di cachi un padre stava aiutando il suo bambino a mettersi la corda al collo.
    Sono andato a controllare l'albero dalla finestra. :zizi:

    Edited by Penthotal Fiabeschi - 26/11/2015, 23:03
     
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    Figo. E che sensazioni provavi durante il sogno? Paura, curiosità, altro?
     
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    CITAZIONE (Dazen @ 26/11/2015, 13:10) 
    Figo. E che sensazioni provavi durante il sogno? Paura, curiosità, altro?

    Nulla. Come tutti trovavo la cosa talmente banale da non fare nessuna riflessione, farmi nessuna domanda, né considerare l'estremo momento come qualcosa di importante. Anche chi si impiccava lo faceva come se fosse una azione di tutti i giorni e ovvia.
     
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  8. Artemisha
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    Stanotte ho sognato di essere in una serra piena di fiori tropicali, con me c'era un bambino e aveva la faccia piena di punture d'insetto. Non ricordo altro. :omg:
     
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    In cauda venenum

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    ..Ero in un paese ad est della città, con molta gente che conoscevo, appena usciti da un palazzetto dello sport.
    Loro volevano arrivare al centro del paese per la via più diretta, una brutta strada in cui passavano le auto, mentre io dicevo che secondo me era meglio prendere la via più lunga e piacevole, che attraversava fiumi e fiumiciattoli, attraverso dei ponticelli di legno. Loro parevano spaventati all'idea, mentre io li trattavo da pigri che non hanno mai voglia di camminare (cosa vera, tra l'altro :titto: ) e mi avviavo, sperando che nessuno mi seguisse.
    Dopo che avevo passato il primo ponte iniziava a fare la mia stessa strada una ragazza, e dopo un po' da lontano vedevo che iniziava a prendere la stessa via anche mio fratello. Mentre gli altri rimanevano fermi in fondo, a guardarci.
    La ragazza non la conoscevo e acceleravo il passo, perché non volevo né lei né il fratello tra i piedi.
    La via si rivelava inaspettatamente brevissima, e mi trovavo davanti a un negozio che conosco, che vende attrezzi agricoli, sementi e mercanzie simili. Però ora il negozio occupava metà superficie dell'edificio, l'altra metà aveva una vetrina impolverata, grande quasi come tutta la parete, in cui erano esposte tantissime armature complete e caschi cosplay di supereroi e personaggi anime: Ultraman, Iron Man, Power Rangers vari, ecc ecc..
    Improvvisamente di buon umore andavo verso la vetrina per ammirare quelle figate di costumi, la ragazza e fratello erano spariti, ma a loro non pensavo più.
    Notavo una entrata senza porta di fianco alla vetrina ed accedendo tutto era diverso!
    Due grandi sale sciatte, collegate tra loro da un piccolo passaggio privo di porta. Il pavimento era in legno marcio, i muri scrostati e fatti di pessimo cemento e malta, come diventano quelle brutte case degli anni '70 quando sono abbandonate.
    Era tutto vecchio, ma non antico come una rovina medievale che anche devastata resta affascinante. Lì era vecchio, relativamente recente e brutto. Inoltre lungo il perimetro delle pareti c'era tantissimo guano di piccioni o altri uccellacci.
    La cosa sorprendente è che ora la stanza era vuota, nessuna armatura esposta, nessun manichino, solo qualche casco o elmo giocattolo in vetrina buttati a caso. Nonostante l'abbandono, nei vecchi muri erano fissate delle mensole nuove, di plastica trasparente, con numerosi manga e fumetti occidentali, disposti senza ordine. Nella grande sala in cui ero c'erano solo mensole, ma nell'altra sala oltre il passaggio, c'erano interi scaffali pieni di manga, fumetti e libri fino al soffitto. E quella sala non era solo grande, era enorme come una sala banchetti di un castello.
    In quella stessa vasta sala notavo un bancone lungo come tutta una parete, rumori di lavoro e gente che girava.
    Finalmente capivo che si trattava di una fumetteria che stava aprendo e sistemando i locali, per quanto i lavori fossero privi di un ordine logico, con mensole, librerie e bancone già fissati, mentre i muri cadevano ancora a pezzi e il pavimento era disastrato.
    La gente che lavorava nella sala enorme alla fine mi notava e incazzata veniva a prendermi, per trascinarmi fino al bancone. Erano tre cinesi piuttosto brutti. Uno molto basso, uno con il volto devastato dall'acne e uno senza qualche dente. Io mi lasciavo trascinare scazzato, dicendo loro qualche insulto sinofobo e informandoli che li avrei picchiati dopo, ma prima volevo capire la situazione.
    Al bancone stava un tizio brutto, non molto alto, ma robusto, tra i 40-50, barba, faccia grassoccia, con l'occhio destro bianco, come cieco. Italiano o slavo, pensavo. Io lo chiamavo "capo-fumettaro" e gli dicevo che: "se trattate così dimmerda i futuri clienti, allora spero che falliate presto. Sembrate una banda di troll, e pure sozzi." Il tipo senza rivolgersi a me mi faceva cacciare via dai cinesi, e mentre mi portavano fuori notavo un'apertura in una parete, ed attraverso essa un enorme sotterraneo, vuoto e larghissimo, a cui si accedeva tramite una scala di cemento lungo il muro. Scala senza protezioni e coperta di guano. Il pavimento del sotterraneo era allagato di acqua stagnante, probabilmente qualche centimetro. In fondo vedevo un tizio in stivali che girava..
    Nei miei sogni c'è quasi sempre acqua, però si tratta sempre di paludi, pozzanghere di acqua salmastra durante una bassa marea o sotterranei allagati, pozze fangose. :rovescio:
    Il sogno più o meno finisce qua, mi pare di ricordare che tornando in seguito nella fumetteria recuperavo libri introvabili che nella realtà cerco davvero, e provavo a comprarli.
     
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  10. UC.188
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    L'ultimo sogno che ho fatto e stato in cui io mi stavo baciando con la mia migliore amica dentro una casa in cui non ci sono mai stato..
     
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    Lurker Member

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    io ho un'amica con 2 bocce enormi stile hentai...sogno sempre di farmela..un giorno ci riuscirò!
     
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    Arciduca von Mangaka

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    Ho provato l'esperienza di un sogno diviso in due parti.
    Nella prima stavo attraversando un bosco, molto suggestivo da quel che ricordo, con tre persone che seguo su Twitter e semplicemente camminavamo attraversando collinette su cui si poteva salire per osservare il panorama, laghetti in cui l'acqua aveva un colore rosa quarzo, piccoli ponticelli per superare i guadi e alberi dal tronco immenso.
    Subito dopo, non ricordo bene se la seconda parte fosse immediatamente collegata alla precedente, mi ritrovavo in una specie di base segreta (alla fine del bosco forse?) per sostenere un colloquio di lavoro per una non ben specificata unità para-militare o qualcosa di collegato a servizi investigativi/segreti. Ricordo che ero molto contrariato dall'essere lì perché mi era stato detto che la politica in tale corpo prevedeva che l'assumere un nuovo dipendente avrebbe comportato l'eliminazione fisica di un altro, lo stesso di cui il nuovo assunto avrebbe preso il posto, e ciò mi infastidiva. Durante il colloquio con quello che sembrava un pezzo grosso mentii dicendo che attualmente non potevo venire assunto perché ero ancora uno studente universitario molto impegnato, che studiavo 18 ore a weekend e che mi sarei riproposto una volta finita l'università. Un altro ragazzo invece accettò il meccanismo dell'assunzione e si propose come capo di una delle divisioni, al che il pezzo grosso rimase impassibile, accettò di buon grado e lo accompagnò a "parlare" con l'attuale capo.
    Poi mi sono svegliato.
     
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    I'm a h-ero.

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    CITAZIONE (Athan @ 8/4/2016, 19:19) 
    Ho provato l'esperienza di un sogno diviso in due parti.
    Nella prima stavo attraversando un bosco, molto suggestivo da quel che ricordo, con tre persone che seguo su Twitter e semplicemente camminavamo attraversando collinette su cui si poteva salire per osservare il panorama, laghetti in cui l'acqua aveva un colore rosa quarzo, piccoli ponticelli per superare i guadi e alberi dal tronco immenso.
    Subito dopo, non ricordo bene se la seconda parte fosse immediatamente collegata alla precedente, mi ritrovavo in una specie di base segreta (alla fine del bosco forse?) per sostenere un colloquio di lavoro per una non ben specificata unità para-militare o qualcosa di collegato a servizi investigativi/segreti. Ricordo che ero molto contrariato dall'essere lì perché mi era stato detto che la politica in tale corpo prevedeva che l'assumere un nuovo dipendente avrebbe comportato l'eliminazione fisica di un altro, lo stesso di cui il nuovo assunto avrebbe preso il posto, e ciò mi infastidiva. Durante il colloquio con quello che sembrava un pezzo grosso mentii dicendo che attualmente non potevo venire assunto perché ero ancora uno studente universitario molto impegnato, che studiavo 18 ore a weekend e che mi sarei riproposto una volta finita l'università. Un altro ragazzo invece accettò il meccanismo dell'assunzione e si propose come capo di una delle divisioni, al che il pezzo grosso rimase impassibile, accettò di buon grado e lo accompagnò a "parlare" con l'attuale capo.
    Poi mi sono svegliato.

    Trovo molto importanti i sogni che, detto in breve, hanno un seguito. A me capita molto spesso e da non molto tempo ho preso l'abitudine di trascrivermi su un quadernino questi sogni o in generale quelli che mi lasciano con emozioni particolari al risveglio, con tanto di disegnini e annotazioni. L'obiettivo è quello di realizzare una sorta di geografia del mondo onirico.
     
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    Ologramma pigro e annoiato
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    CITAZIONE (Dazen @ 9/4/2016, 00:11) 
    Trovo molto importanti i sogni che, detto in breve, hanno un seguito. A me capita molto spesso e da non molto tempo ho preso l'abitudine di trascrivermi su un quadernino questi sogni o in generale quelli che mi lasciano con emozioni particolari al risveglio, con tanto di disegnini e annotazioni. L'obiettivo è quello di realizzare una sorta di geografia del mondo onirico.

    C'avevo provato pure io, più che altro perché si dice sia un buon modo per allenare la mente ad avere sogni via via sempre più lucidi, e in effetti ho scoperto in questo modo che dei sogni che ho ricordo ben poco. Infatti bisogna trascriverli quando ancora sei nella dormiveglia più totale, per non dimenticarti niente.
    L'unico problema è che non ho comodini accanto al letto, dato che ai lati del letto ho il muro e la porta per entrare, e non sono mai riuscito a trovare un modo per tenere a portata di mano(assonnacchiata e stanca) un taccuino, se non sotto il letto, che comunque, non trovo abbastanza agevole.
     
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    In cauda venenum

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    Ho fatto un incubo, che è quasi totalmente identico ad una storia spaventosa che ho letto in un forum del circuito, in pratica ho sognato quella storia con qualche variazione, probabilmente c'è anche una influenza di Cimitero vivente di Stephen King. :zizi:

    Tutto inizia con me di ritorno a casa in piena notte, dopo aver finito il lavoro.
    Mentre aprivo la porta di casa, sento un miagolio sommesso e mi viene lentamente incontro un gatto nero, che teneva la testa bassa.
    Lo riconosco subito come Pandemonio, un gatto che ho avuto veramente, a cui volevo molto bene e che è scomparso tempo fa. Mentre faccio per chiamarlo e prenderlo in braccio lui alza il volto e mi accorgo che ha gli occhi cuciti. :omg:
    Mi spavento e lo afferro per vedere cosa diavolo gli è stato fatto, mentre lui resta calmo, miagolando piano.
    In pratica gli avevano cucito la pelle attorno agli occhi per tenerglieli chiusi, facendo anche un lavoro professionale, niente lacerazioni, niente pus o segni di infezione, pur usando un filo di cuoio abbastanza grosso. Il gatto si comportava come se vedesse, né si lamentava, semplicemente era diventato molto timido e pauroso, sicuramente a causa dell'esperienza traumatica, pensavo.
    Salendo le scale lo tenevo in braccio parlandogli e coccolandolo, e mi accorgo che il gatto era molto leggero, freddo e puzzava un po'.
    Nella realtà, con Pandemonio in quelle condizioni, lo avrei caricato immediatamente in auto e mi sarei precipitato alla prima clinica veterinaria guidando come pazzo. Nel sogno invece decisi di portarlo la mattina dopo.
    Per quanto gli volessi bene e fossi preoccupato, il mio gatto in quello stato mi inquietava e decido perciò di farlo dormire in salotto.
    Dopo averlo coccolato e fornito di cibo, acqua e cassettina, me ne vado a letto in camera mia, chiudendo a chiave la porta.
    Subito però dopo lo sento correre verso la porta chiusa, e questo mi sorprende, Pandemonio era sempre stato silenziosissimo. Ansimando, come se avesse fatto una lunghissima corsa, inizia grattare sulla porta.
    Per quanto non fosse poi così strano questo comportamento, la cosa non mi mise un po' di apprensione, non lo volevo tra i piedi, né dormire con lui addosso.
    Più io cercavo di ignorarlo, più lui pareva farsi insistente, pareva che grattasse quasi con tutte e quattro le zampe dal rumore che faceva.
    Dopo un buon quarto d'ora che non la smetteva, mi decido ad alzarmi dal letto per aprire la porta e sgridarlo.
    Ma mentre sto per girare la chiave noto una cosa.. Sentivo graffiare ed ansimare ben oltre la maniglia, quasi all'altezza della testa di un uomo. :omg: Nel momento che mi accorgo di ciò le graffiate erano diventate colpi sempre più forti, accompagnati da una sorta di grida stridule, quasi da pipistrello, ma lì mi sono svegliato e non ho più ripreso sonno. :zizi:
     
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