CITAZIONE
Parlato Shen
Pensato Shen
Parlato Met
Pensato Met
Narrato
La giovane ragazza demoniaca e la strana succube dalla sessualità ambigua di nome Met si stavano rilassando per la città di Londra con la loro Mini cooper blu elettrico, quando all'improvviso il traffico iniziò a congestionarsi al punto di arrivaree a fermarsi del tutto facendo sempre più innalzare un coro di strombazzamenti vari di clacson e di voci che si lagnavano dei quella congestione che li avrebbe fatti arrivare in ritardo al lavoro o ai propri impegni, addirittura una vecchietta che sedeva dentro ad una macchina d'epoca abbassò il finestrino ed iniziò ad inveire contro la causa di tale misfatto, utilizzando parole tutt'altro che signorili ed adatte ad una signora della sua età.
Ecco ci mancava solo questa...
Esclamò Shen mentre sbuffava con aria alquanto scocciata da quell'imprevisto che le avrbbe sottratto parecchio tempo, che avrebbe volutoutilizzare in altri modi piuttosto che starsene rinchiusa in macchina con la sua nuova pupilla. Al che iniziò a tamburellare con le dita della mano sinistra sul volante mentre l'altra sua mano si portava già al sistema di agganciamento delle cinture di sicurezza per potersi liberare da quella fasciatura che le dava alquanto ai nervi in quel momento di stress acuto, nel vago tentativo di alleviare un po di tensione e ritrovare finalmente un po di calma e di tranquillità anche se non sembrava ottenere i risultati sperati.
Andiamo a vedere che cazzo succede...
Così la ragazza si voltò verso il sedile posteriore ove vi era stata appoggiata la sua katana infoderata e ben tenuta come al solito, per poi aprire lo sportello rischiando di ammaccare l'auto alla sua sinistra e scendere con passo sicuro.
A prima vista l'ingorgo era dovuto da qualcosa che sembrava aver bloccato la marcia delle vetture nell'incrocio più avanti di loro di circa una ventina di metri ed aver richiamato addirittura l'attenzione diel corpo di guardia della città con le loro luccicanti sirene accompagnate da una decina di agenti che impugnavano delle armi da fuoco.
Mmm...Chissà magari possiamo arruolarlo...Che ne dici squaqquera?
Il volto della demonessa si voltò verso il proprio partneer cercando un qualche segno da quell'individuo dalla sessualità ambigua che aveva persuaso con le maniere forti nei propri sotterranei e che ora indossava un collare speciale che ne gestiva la produzione di ormoni, o all'occorrenza, con scariche di varia intensità,ricordava chi (in quel caso) era la femmina alfa, segno della sua supremazzia sulla ragazza.
Met di canto suo ormai ci si stava affezionando a quella piccola demone, vuoi per complicità, vuoi perchè ella tra una tortura e un po di piacere gli riservava molte attenzioni o vuoi per la sindrome di Stoccolma. Shen aveva trovato il modo di avere il rispetto da parte della succube, almeno il rispetto sessuale e la perversione dell'ultima era tale che non si preoccupava minimamente della sua sessualità o di come poteva apparire o cosa poteva fare. Quando Shen gli rivolse la domanda per un eventuale arruolamento o meno dell'armadio che bloccava il traffico, la succube inclinò leggermente il sopracciglio sinistro, portandosi le mani in mezzo alla lunga gonna nera, che Shen gli aveva regalato,risalendo verso i propri sessi, per poi estrarre un giocattolo sessuale in movimento, per poi spegnerlo e pulendolo per bene con un solo colpo di bocca, prima di conservarlo nel cruscotto all'interno di un sacchetto trasparente.
Mia signora Shen se lo arruoli, voglio giocarci un pochino prima che ve lo svuotate, chissà sotto quell'omone che regalino tiene tra le gambe per mè
Met uomo non sarebbe mai stato capace di pensare e di proferire in quella maniera o dire quelle cose, lui era etero, ma alla padrona dei giochi, trovava più divertente, quasi come una compagna di giochi la succube che prendeva posto a posto del maschio, per questo anche se non eccitato, Met si trovava meccanicamente trasformato in femmina.
Aveva i capelli raccolti in due trecce separate che a sua volta ruotavano intorno le corna, sino a scendere all'altezza del sedere, il sopra era rappresentato da un toppino viola fatto in macramé, stretto abbastanza da mettere in tiro i seni abbondanti e sotto, come detto prima, una gonna lunga nera in velluto con uno spacco laterale sino alla cintura, che lasciava il passo a delle scarpe che sembravano sandali ma che in realtà erano dei stivali alla schiava romana
Una cosa è sicura qua non possiamo fare niente di quello che vogliamo, dobbiamo allontanarlo