Posts written by Yhei

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    Edward giocava col bicchiere usando la mano libera ascoltando il professore. Assottigliando gli occhi nel tentativo di capire cosa intendesse chiedergli durante tutta la premessa. Quello che da li a poco gli avrebbe detto non sfiorò minimamente il suo pensiero mentre si chiedeva cosa potesse centrare lui con un suo erede. La testa viaggiava come per anticipare la richiesta di Thresh, pensando che forse lo voleva come erede, ma la cosa non poteva avere senso per il fatto che aveva acconsentito a chiudere i contatti con lui almeno momentaneamente. Poi Thresh stesso aveva fatto riferimento a lui nel discorso come allievo, allora cosa voleva? Qualche favore dalla Umbrella? No, come poteva dargli un erede se non uno Xenomorfo? Pensò al mostro che l'attaccò prima e a come potesse avere eredi da quel ramo, tutto sembrava non avere senso. Si mosse mettendosi comodo quando capì che Thresh stava finalmente per svelare le sue intenzioni. Allungandosi verso il viso dell'interlocutore come a voler dare forma alla sua curiosità. Spostando lo sguardo sulla sua bocca, come a voler cogliere il più in fretta possibile le sue parole, .. Le pupille rimasero immobili su quelle labbra tenute insieme da cuciture e orribili cicatrici, il corpo tutto di Edward fremeva nella spasmodica attesa di sentire le sue parole. La poca lucidità dovuta alla bevanda alcolica sembrava voler rallentare ulteriormente il tempo e le pupille dilatate davano a Edward un espressione alienata.

    CRASH!


    Il bicchiere nella mano di Edward si frantumò in mille pezzi, troppo forte la sua pelle per lacerarsi ma il suo cuore sanguinava come non mai. Formando stallatiti ghiacciate quando il sangue si gelò nelle sue vene. Smettendo di battere nel vedere lo sguardo oscuro e puramente malvagio di Thresh. La cosa che angosciava ancora di più Edward era il fatto che non c'era cattiveria in quello sguardo, ma semplicemente il riflesso della natura malata di quell'individuo. La stessa natura che fino ad un attimo prima non lo preoccupava affatto, la natura della quale si era servito per arrivare a Tex ora era la causa dei suoi problemi. Tutto per un semplice desiderio... Edward si sentiva si in debito con Thresh ed era un suo fidato amico, ma non poteva spingersi a tanto pur di accontentarlo, non ora, ma che dico, mai! Il desiderio di Thresh si scontrava con il sogno di Edward di poter crescere una famiglia assieme alla sua amata Tex. Che padre sarebbe stato a mollare subito il suo primogenito! Poi ad un elemento come Thresh, certo, molto saggio, carismatico e veramente un alleato di cui fidarsi, ma non è certo il tipo di uomo al quale affidare il figlio per farne il suo erede. Edward scattò in piedi con l'espressione di chi aveva visto un fantasma, iniziando ad avere piccoli spasmi sul viso che si trasformarono in una risatina isterica.
    Dimmi che stai scherzando...
    Sapeva che non stava scherzando, ma un angolo remoto del suo cuore sperava in una risposta affermativa. Cercò di convincersi che la sua potesse essere una sadica presa in giro, cercando di entrare nella sua testa per analizzare la sua follia. Perchè arrivare a chiedergli tanto, gli Zombie sono per caso sterili? Che senso aveva portarlo ad abbracciare un così grande amore per poi strapparne i frutti? Il senso di tutto questo si rispecchiava nella sadica follia del professore e delle emozioni di cui si nutriva.
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    ...Cosa?!...
    Questo fu il primo pensiero di Edward alla reazione di Thresh riguardo al suo discorso. Si, l'espressione di Edward si fece sorpresa, alzando solo un sopracciglio osservandolo con aria interrogatoria. Solo Tex era riuscito a fargli spalancare la bocca a quel modo e non con le parole. Il fatto era che durante il discorso non aveva mai incontrato il suo sguardo se non alla fine, quindi non lo vide nemmeno spalmarsi sul divano, azione che avrebbe fatto capire la sua non ostilità riguardo al suo discorso. Edward non si sarebbe mai aspettato una reazione tanto positiva, questo perchè credeva di tradire l'amicizia del proprio amico. Ribaltando le parti, con Tex, (o almeno con la vecchia Tex) sarebbe stato una delusione e nella migliore delle ipotesi avrebbe subito una valanga di insulti. Invece Thresh l'aveva capito perfettamente, rispettava il legame creato e quindi anche la volontà di Tex che al momento non lo voleva tra i piedi. Rimanendo coerente col discorso che usò per far sbocciare l'amore tra i due. Il resto lo fece la sua esuberante personalità che trasformò la paura di Tex nel migliore dei complimenti. In effetti alla battuta di Thresh anche Edward non riuscì a trattenere una piccola risata per la comicità della frase.
    Già... Suona molto bene...
    L'ammirazione per quell'amico cresceva ad ogni sua parola, ad un certo punto pensò quasi che fosse una sorta di mercenario pronto ad andarsene una volta terminato il suo compito, invece si propose anche di soccorrerlo in caso di pericolo, rimanendo lusingato delle parole di buon auspicio per la sua relazione. La figura del professore era proprio quella che gli si addiceva e a tratti Edward si sentì come un suo alunno pronto a crescere e maturare sotto la sua protezione. Incominciò a ringraziare la buona sorte tra se e se, abbandonandosi al divano distrutto dalla tensione accumulata prima della risposta di Thresh. Il gesto di resa di un guerriero al termine di una vittoria sofferta, quando il suo corpo ormai privo di forze ha bisogno di ristoro, così si sentiva ora Edward, che con anche il collo appoggiato al divano portò nuovamente il calice alla bocca. Trangugiò il liquido con foga, tanto che le labbra si inumidirono facendo colare una piccola goccia a lato della bocca che pulì con la mano. il bruciore alla gola diventava sempre più sopportabile mentre la sensazione di leggerezza alla testa prendeva il sopravvento anche a causa della tensione accumulata in precedenza. Ma il non morto non aveva ancora finito di stupirlo e alla sua strana richiesta Edward drizzò le orecchie sollevando la testa con aria interrogativa.
    Cos...
    Incontrando il bagliore tetro degli occhi del professore Edward venne accolto da una sensazione pesante, come se il potere di Thresh fosse stato attivato, pensò che forse era la bevanda alla quale non era abituato o uno strano gioco dei suoi pensieri. Fatto sta che Thresh catalizzò l'attenzione di Edward che si fece sedurre da tale richiesta, chiedendosi cosa potesse avere di così tanto valore per il professore, la richiesta lo stuzzicò non poco.
    Sono in debito due volte con te, non solo per l'aiuto che mi hai dato ma anche per la tua comprensione. Avanti sono tutto orecchie...
    Dicendolo si portò nuovamente in avanti col busto, sorreggendo la testa tra il pollice e l'indice cercando di scavare nello sguardo di Thresh stimolato da quella richiesta. Quante sorprese nascondeva il professore ed ora Edward era più curioso che mai.
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    Questa è la vita e i momenti felici purtroppo non durano in eterno, questo Edward lo sapeva molto bene e, a quanto pare, anche il suo caro amico Thresh.
    Non ti si può nascondere niente vero...
    La voce di Edward si fece più cupa mentre fissava il fondo del calice roteandolo tra le mani. Sbirciando nel disperato tentativo di vederlo ancora pieno, per trovare un po di quel liquido che forse gli avrebbe dato in maniera piuttosto vile ancora un poco di coraggio per iniziare il suo discorso. In realtà quello che stava provando era piuttosto facile da intuire, vergogna: Questo perchè Thresh non credeva alla sincerità delle sue adulazioni. In realtà tutto quello che Edward gli aveva detto fino a quel momento proveniva dalla sincerità del suo cuore, e discorso di Tex a parte sarebbe tornato comunque a Roma per ringraziarlo. Magari non in tempi così celeri ma quando si riferiva alla "fine di un incubo" era estremamente sincero e ora doveva a lui la felicità che stava provando in quel momento. Quindi queste su parole gli fecero doppiamente male perchè spezzarono anche quell'aura felice di serenità per intavolare un discorso ben più serio. Qui cadde la tristezza di Edward, perchè in un momento così perfetto doveva ritrovarsi a fare una scelta tra Tex e Thresh, o meglio, l'aveva già fatta, si trattava solo di definirla a parole. Dunque sarebbe stato stupido ripudiare la donna per cui aveva tanto lottato, per la quale aveva scoperto di nutrire un forte amore, soprattutto dopo la lezione che lo stesso Thresh impartì sull'amore proprio nel momento in cui lui stava per affondare le catene nel suo cuore. Ma l'idea di rinunciare anche solo momentaneamente al suo amico più fidato gli faceva davvero male, e la paura più grande era quella che non potesse capirne le motivazioni. Dunque anche se arrivato a Roma anche per dargli quella notizia non avrebbe mai voluto che arrivasse quel momento. Thresh l'aveva capito subito e forzò così tanto la mano da farlo arrivare dopo pochi minuti dal loro incontro. Sicuramente il non morto si era mostrato più uomo di lui o forse, angosciato dalla sua deduzione aveva solo il desiderio di scoprire se fosse vera o meno. Ci fù un profondo respiro da parte di Edward, seguito da un silenzio tombale. La sensazione provata era molto simile a quella provata da un comune essere umano prima di saltare giù da un aereo col paracadute, sai che lo devi fare ma la paura ti assale comunque al momento del lancio e cerchi sempre di recuperare qualche secondo.
    Tex è terribilmente spaventata da te e da cosa potresti fare!
    Decise di tagliarla corta arrivando subito al dunque, o almeno a parte del "dunque". Le parole erano una legata all'altra come se non prendere fiato fosse l'unico modo per farle uscire tutte assieme dalla bocca. Ci fu un secondo respiro, oramai il più era fatto, ora si era in volo e si aveva tutto il tempo per ragionare sul resto dei dettagli, sperando nell'apertura del paracadute.
    Voglio essere sincero, adesso che le cose tra me e lei vanno bene non possiamo sederci. C'è qualcosa che ci minaccia ed è la stessa cosa che ha manipolato i suoi ricordi. A quanto pare è qualcosa di molto potente e Tex io e Wesker dobbiamo dargli la massima priorità. Ha paura che tu possa essere una distrazione, dopotutto cerca di capirla, hai visto come il tuo potere l'ha rigirata come un calzino. Non si fida e con te nei paraggi non riuscirebbe a mantenere la giusta lucidità per affrontare questo nuovo problema. Io ho provato a spiegargli che invece saresti stato un compagno fidato, ma ha bypassato il mio consiglio.
    A quel punto trovò il coraggio d'alzare gli occhi verso Thresh, il suo sguardo era tormentato e decisamente teso.
    Amico mio, cerca di capire... Dopotutto sei stato tu stesso a farmi riabbracciare questo forte amore, non posso girargli le spalle proprio ora che crede in me...
    Edward avrebbe voluto addolcire in qualche modo la pillola ma il risultato fu quello di una pessima spiegazione, dettata più dalla paura di una reazione troppo negativa da parte dell'amico e dalla tristezza di doverlo già salutare.
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    Thresh si mostrò molto indulgente riguardo al fatto che Edward l'aveva completamente estraniato durante il rapporto con Tex, quello di fatto era il punto che dava più preoccupazioni al combattente perchè fino a quel momento si era fatto l'idea che Thresh fosse un uomo fatto per essere un protagonista. Invece il non morto si era elevato ad una posizione ancora superiore, lui si era fatto regista stesso della storia, sapendo quando nascondersi ma riuscendo a muovere i fili della storia. Edward provò una profonda ammirazione per l'amico che non smetteva d'aiutarlo, arricchendo la sua mente dandogli nuovi spunti sui quali riflettere. Certo non era facile per Edward, proprio come aveva ipotizzato Thresh quel concetto era complicato da comprendere per un uomo che aveva bisogno dei fatti ai quali aggrapparsi. Ma come spiegare che proprio di un fatto stava parlando? Dopo aver avuto la certezza che a Tex avevano modificato i ricordi ora non aveva la certezza di cosa poteva essere reale o meno, se anche i suoi ricordi... Corrugò lievemente la fronte, non voleva parlarne, non doveva farlo. Aveva accanto Tex e la strapotenza della Umbrella, ci avrebbero pensato loro, questa fu la sua convinzione, almeno, questo fu quello che continuò a ripetersi. Ora era con un amico e doveva godersi quel momento così perfetto. Dopo anni di sofferenze se lo meritava e anche questa sensazione era totalmente nuova per lui, ricordandogli i tempi della sua adolescenza passati col nonno. Le parole di Thresh ripresero il sopravvento sui pensieri e lo sguardo tornò luminoso, era bello sapere di tutta quella fede riposta da Thresh per quel sentimento che provava. tutto andava perfettamente almeno fino a quando l'amico non gli offrì il brindisi, perchè si trovò con gli occhi sgranati e il viso paonazzo per la vergogna della figuraccia, mentre Thresh da buon commensale gli aveva preparato il bicchiere e si era apprestato a brindare, lui in maniera piuttosto maleducata si era già fatto i primi due sorsi.
    Oddio, scusa!
    Allungò il calice con quel poco di liquido che rimaneva sbattendolo con forse troppa foga contro quello dell'amico, alzandolo poi in un gesto d'intesa prima di portarlo nuovamente alle labbra per finirlo in un sorso. Nuovamente venne accolto dal forte bruciore seguito dal gusto piacevole, questa volta però l'aroma alle narici si fece più intenso forse a causa dell'ossigenazione della bevanda, trasportando con se una sensazione molto forte, tipica dell'atteggiamento allegorico del professore. Tornato alla sua posizione di partenza indugiò sulla risposta da dare all'amico, non perchè non sapesse cosa rispondere, anzi si stupì di una tale domanda, ma forse il suo era solo un modo di voler sottolineare l'ovvio. Edward indugiò rallentato da un primo lieve giramento di testa, fece scorrere gli occhi nella parte superiore delle orbite e poi fece schioccare le labbra.
    Ma certo che si! Sei stato un grande! Sei riuscito a vedere oltre la mia rabbia. Tu non sai quanto mi avevi fatto incazzare quando fermasti il mio ultimo colpo... Tu con la tua fiducia sei riuscito a creare questo finale inaspettato, ma lo era anche per me che credevo seriamente di odiarla, ero partito per ucciderla e giuro che non ti avevo capito. Continuavo a chiedermi perchè? Perchè arrivati a questo punto mi sta fermando? Anzi, ti ho odiato perchè pensavo di andare incontro all'ennesima umiliazione, invece cavoli... Lei mi ama, e lo stesso sentimento non è cambiato neanche per me. Mi chiedo solo come sei riuscito a vedere tutto ciò in quella situazione. Quando avevo chiesto il tuo aiuto avevo capito che eri d'accordo con me per vendicarmi. Sapevo fino a dove poteva spingersi la tua perversione, soprattutto dopo quello che mi avevi fatto, sinceramente non ti avrei mai creduto di una tale sensibilità. Sei una persona molto saggia, e ancora adesso riesci ad insegnarmi qualcosa...
    Edward prese a gesticolare euforico, accompagnando le parole col movimento delle braccia, come se volesse sottolineare i passaggi più importanti.
    Mi stai dando ancora una nuova prospettiva, sicuramente è molto più confortante pensare che mi sia svegliato da un incubo, piuttosto che finito ora in un sogno. Grazie, grazie di cuore...
    Strano come dietro a quelle ferite cucite alla bene e meglio Edward riuscisse ad abituarsi grazie al forte legame che provava per Thresh. Con Tex aveva conosciuto l'amore, con Thresh un amicizia che sembrava ben più profonda di quella con Niniel e Saito, entrambi scomparsi per motivi a lui sconosciuti.
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    Il sorriso di Thresh contagiò Edward che si lasciò andare anch'esso ad una risata senza alcuna remore. Edward provò una piacevole sensazione di calore, strano riceverla da qualcuno che aveva abbandonato il tepore della carne nel momento della sua prima morte. Edward si soffermò a pensare quanto fosse bello avere finalmente degli amici leali, persone a lui care in grado di gioire delle sue fortune. Tutto stava girando finalmente per il verso giusto.
    Volentieri! In effetti qui fuori fa piuttosto freddo.
    Seguì Thresh fin dentro alla Sapienza, provando non poco fastidio per lo sguardo di Dalamadur che non lo mollò per un solo istante. Il comportamento di quel... Mostro, l'aveva messo un poco a disagio ma ora non c'era più tempo per pensarci. Arrivato sulla soglia della stanza Edward si guardò attorno, come a voler attendere l'invito dell'amico ad entrare. Una volta indicato il piccolo divano Edward entrò venendo travolto da un aura misteriosa presente solo tra quelle mura. Qualcosa che solleticava la sua parte più profonda, in grado di fargli rizzare i peli sulle braccia per qualche istante, una sorta di carica erotica molto potente difficile da spiegare per la natura apparentemente normale di quella stanza. Sicuramente Edward gli avrebbe accennato qualcosa se ne avesse avuto la possibilità, ma ora aveva altro per la testa. La magia di Thresh non sorprese Edward, così come non lo fecero i calici a forma di teschio, tutto perfettamente in linea con la personalità dell'amico. Afferrò il calice per lo stelo tenendolo tra l'indice e il medio premendo sul piede per tenerlo in equilibrio mentre versava il liquido rossastro. Mentre misurava le parole del non morto Edward si portò in avanti col busto appoggiando i gomiti sulle ginocchia, tenendo il calice tra la coppa formata dalle dita della mano destra.
    Ci sono molte cose che mi portano qua, ma per questo abbiamo tempo... Abbiamo molte cose di cui parlare no? Mi è dispiaciuto che tu te ne sia andato senza dire niente. Oddio, non che sia così esibizionista da farmi vedere in certi atteggiamenti. Anzi se ci penso mi vergogno un po a pensare che tu mi abbia visto in un momento così "intimo". Senza farti un torto non mi spiego come abbia fatto a dimenticarmi della tua presenza ad certo punto, il fatto è che ero totalmente preso da lei da cancellare tutto ciò che avevo attorno.
    Si vedeva riflesso in quel calice, e l'azzurro dei suoi occhi riusciva a risaltare anche in mezzo a quel liquido rosso. Edward si era completamente lasciato andare parlando di ciò che aveva provato sfruttando l'amicizia che lo legava a Thresh. L'amicizia con lui era come un porto sicuro nel quale ormeggiare per potersi riprendere dalle paure del mare in tempesta.
    Dio... L'abbiamo fatto fino a che non è svenuta, ti rendi conto? Lei, la donna più potente del pianeta! Non riesco ancora a crederci, e il modo in cui mi tratta adesso. Fatico quasi a crederci ma non riesco a non lasciarmi andare, a volte ho paura che tutto questo sia solo un meraviglioso sogno dal quale non voglio svegliarmi.
    Finalmente portò il calice alla bocca, il liquido aveva un buon profumo e preso da tutta quell'euforia ne bevve un paio di sorsi lasciandone solo una piccola quantità nel bicchiere. Il liquido era alcolico e molto forte, tant'è che la sensazione di bruciore alla gola non era facilmente sopportabile per uno come lui poco abituato a certe gradazioni, ma il sapore secco e deciso che lasciava al palato era qualcosa di sublime.
    Ti prego dimmi... Come facevi a sapere che tutto sarebbe andato epr il verso giusto?
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    Già, c'era qualcosa ad aspettarlo nel buio, Edward lo percepiva e visto il carattere colorito del suo amico doveva aspettarsi di tutto... (Tranne che un attacco a sorpresa). Edward si voltò nel sentire quel ruggito metallico mordergli la schiena, ciò che gli balzò addosso fu una creatura massiccia, qualcosa di molto simile ad un drago dalle forme umanoidi. Il viso non aveva niente di umano e sembrava quasi una maschera se non fosse per il fatto che poteva muovere le fauci. Fortunatamente per lui le abilità fisiche del mostro erano nettamente inferiori alle sue, altrimenti avrebbe veramente faticato per evitare un colpo tanto vile. Edward si spostò di qualche metro in modo da far balzare la bestia oltre la sua figura, portando le mani avanti per afferrare il fianco della belva e accompagnare il suo movimento imprimendo una forza maggiore al suo slancio come a volerlo sospingere in quel salto per evitare strani colpi di coda. Toccandolo tastò la durezza di quelle scaglie molto simili al metallo capendo che non si trattava di un armatura e nel farlo percepì una forte concentrazione energetica.
    Ma che diavolo...(Sei?)
    Si morse la lingua allertato da quell'attacco, proprio non riusciva a capire la natura di quel mostro che in qualche modo gli ricordava gli Xenomorfi, ma la sua natura era totalmente differente e più simile a quella dei draghi. Quando Dalamadur cadde pesantemente a terra Edward si mise in posizione di Kōkutsu Dachi, portando le braccia in avanti pronto a far scattare le proprie catene se necessario. Posizione che si fece rilassata quando vide comparire dall'ombra la figura di Thresh, a quel punto visto anche le sue parole il guerriero si tirò su tornando alla sua solita postura sospirando.
    Cavoli, pensavo fosse un vizio della Umbrella quello di attaccare senza prima aver chiesto il permesso!
    Socchiuse gli occhi e fece un sorriso disteso, portando le mani al cappuccio per liberare la nuca da esso. La barba ora era tagliata, tenendo solo i sottili baffi e il pizzetto, mentre i capelli erano legati con u cipollotto sopra la testa.
    Sono felice di vederti Thresh!
    Concluse avvicinandosi a lui e alzando lo sguardo per arrivare a coprire i due metri e trenta della sua enorme stazza.
    Con Tex va alla grande! Sono venuto qua per ringraziarti! Non potevo andar via in quel modo, insomma, ti sei dileguato nel nulla...
    Quello che Thresh avrebbe visto era un Edward ben più disteso, molto solare e rilassato. Tutto il contrario del guerriero che aveva conosciuto, sofferente e dilaniato dal rancore. Il non morto aveva di fronte a se il frutto del suo lavoro, che si era rivelato ottimo.
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    La ghiaia scricchiolava sotto i passi di Edward. Quella sera le nuvole facevano da preambolo alla luna, erano soffici e compatte come una catena montuosa innevata, sembravano quasi avere una consistenza ed incorniciavano perfettamente il cielo. La luna era piena, una sfera resa imperfetta dagli schiaffi degli asteroidi sula sua superficie, astri invidiosi della sua bellezza che pur di rovinarla erano disposti a perdere la loro esistenza su quelle rocce. Mentre per i sognatori quegli astri non erano affatto invidiosi ma innamorati, e attratti dalla forza gravitazionale di tanta bellezza si erano lanciati noncuranti di far del male a quel satellite del quale provavano quel sentimento tanto forte (Una leggenda per niente nuova ai protagonisti di questa storia). Detto ciò l'interezza di quell'astro rifletteva in maniera quasi magica la luce solare illuminando la notte, lo faceva in modo così nitido che solo poche stelle riuscivano a rendersi visibili. I fasci erano così forti da riflettere e gettare le ombre di quelle nuvole sulla terra. Edward si trovava nel campo d'atletica fuori dalla palestra, camminava con circospezione indossando un paio di Jeans ed una camicia a quadri bianca e rossa, coperta da una felpa blu. Il cappuccio copriva la testa arrivando ad oscurare anche a fronte e rendendo gli occhi due splendide gemme azzurre nella notte. Le mani insaccate nelle due tasche sul ventre divise dalla zip, le spingeva all'interno come un uomo cerca gli ultimi spiccioli nella sua sacca. Il motivo era semplice: quella notte faceva freddo, preambolo alla brutta stagione che da li a poco sarebbe cominciata, e l'escursione termica tra il giorno e la notte iniziava a farsi sentire più marcata. Il motivo per cui Edward si trovava di nuovo in quel posto era semplice e facile da immaginare. Indipendentemente dal pensiero di Tex che non lo voleva più tra i piedi Edward non poteva chiudere il discorso con lui com'era successo qualche giorno prima nella palestra. Non era nelle sue corde un comportamento del genere, sparire in quel modo dopo quel grande aiuto da parte del professore. No, non poteva finire in quel modo e Edward doveva mostrare la sua riconoscenza al non morto.
    Allora? So che sei qui, quanto vuoi farmi aspettare?
    Si fece sentire con tono indispettito, non aveva modo di contattare Thresh, eppure sentiva che come le volte precedenti sarebbe saltato fuori da un momento all'altro.
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    Sono stufo! Spoiler spoiler ovunque! Cosa fate le puntate in inglese e la settimana dopo in italiano dei telefilm? Così si penalizza chi vuole vedere la puntata in italiano! Con questa stagione è successo ancora più di prima! Ogni santo giorno apro Fb e trovo immagini su immagini! stati su stati! cerco semrpe di on leggerli, vedo immagini che ricordano vagamente GOT e le sorvolo ma è impossibile evitarle tutte! Settimana scorsa imamgini di draghi su imamgini di draghi non p stato difficile pensare che a quel cazzo di drago sarebbe successo qualcosa e puf! ti rovina delle scene del film e non reagisci in modo naturale perchè orami te lo aspetti e se anche non hai guardato bene le immagini su FB, nel momento in cui arrivano i draghi immagini cosa possa accadere. E così è sulla prossima puntata che dovrò vedere! Immagini su immagini dello stesso tizio, scommetto che morirà o che farà qualcosa di influente! Ora c'è chi se ne fotte proprio dello spoiler e c'è chi ci pensa ma grazie a quei deficenti di Fox che nella pagina FB mettono cose viste nella puntata in inglese basta un solo mi piace per farlo apparire nella mia home. Ora ditemi perchè pago 50 euro di Sky per vedere quel telefilm in HD se poi quando lo guardo non ho nessun effetto sorpresa? DEvo per forza guardarlo in ingelse per potermelo gustare? NO! io lo voglio vedere in italiano ma oramai siamo in un mondo non più abituato ad aspettare e allora brava Fox, mandalo in inglese e poi in italiano una settimana dopo, così so già quello che è successo senza averlo visto!
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    Vai tranquilla, conosco i tuoi problemi e non farò mai storie a riguardo :asd:

    Henry rimase sbigottito alla prima frase di Nimue, ma rimase paziente aspettando il seguito, conscio che quelle parole servivano solo da prefazione ad un discorso ben più articolato. L'impressione ora era più quella di una chiacchierata paritaria tra due menti eccelse, quasi uno scambio di opinioni. Questo succedeva perchè Nimue era una maestra formidabile e si denotava che viveva per la magia e per il ruolo d'insegnante. Questo suo modo d'approcciarsi sicuramente rendeva molto più semplice l'apprendimento dei suoi alunni e lo stesso valeva per Henry che riusciva a capire al volo ciò che gli veniva insegnato, senza bisogno di troppi giri di parole o letture di testi fin troppo lunghe. Henry capì subito che doveva spostarsi su di un piano più trascendentale e piano piano la sua espressione si fece più rilassata guardandosi attorno proprio come faceva Nimue, come se avesse a che fare con una terza persona. Henry iniziò ad intendere l'energia che sentiva come viva, come la volontà della stanza di accettarli, non gli era ancora chiaro se questo fosse il ragionamento giusto ma iniziò ad intendere la stanza come elemento vivo. Difatti rispose a quella prima parte di discorso con un sorriso disteso, appena accennato, come quello che si ha di fronte ad un infante che fatica a tenere gli occhi aperti e regala momenti di estrema tenerezza. Questo è il sentimento che Henry provò quando Nimue descrisse il suo rapporto con la stanza. Interessante per il professore fu anche il secondo spunto, gli trasmise una curiosità spasmodica verso quel mondo che a detta di Nimue non poteva spiegarsi totalmente con raziocinio. Questo modo di pensare era molto lontano dalla logica del professore che da uomo di scienza credeva nelle meccaniche dietro ad ogni avvenimento, eppure questo mondo dava l'idea di essere volubile alle menti scientifiche e forse era proprio per questo suo aspetto che destava tutto quel fascino.
    Paura? Oh, no... Non potrei mai essere spaventato da questo mondo. Anzi lo trovo estremamente affascinante, mi sento fremere, sono incuriosito, vorrei conoscere ogni sfaccettatura, entrare a contatto con le sfumature di questo mondo, tutto ciò è incredibile, questo posto, queste sensazioni. Ora ho capito perchè mi ci hai dovuto portare, Non è possibile spiegare tutto ciò a parole, bisogna viverlo sulla propria pelle. Lasciatelo dire: Nimue, sei un insegnante straordinaria! Hai trovato il modo migliore per farmi capire certi concetti ed ora che gli sto vivendo sulla mia pelle è come se avessi acceso la mia curiosità.
    Come poteva Henry, da uomo di scienza temere un posto simile? Henry ne era fortemente attratto proprio perchè ancora inesplorato e tutto ciò che era sconosciuto non poteva far fuggire un uomo affamato come lui. Poi alienare la magia sarebbe stato come negare l'inclinazione di Nimue, per questo motivo Henry era ancora più propenso ad abbracciare questo mondo, in modo da poter avvicinarsi il più possibile alla natura di Nimue. Sfogliò le pagine del libro che fluttuava verso di lui, osservando incuriosito alcune rune che gli richiamarono immagini alla memoria, immagini probabilmente affrontate durante i suoi studi sull'alchimia. Ma la curiosità verso il posto era talmente tanta che spinse il professore a strafare, così iniziò a fare domande a Nimue mentre con interesse continuava a sfogliare il tomo.
    Hai detto che questa stanza ti ha accettata, deduco che non l'hai creata te, come hai scoperto questo posto? E tutti questi oggetti li hai portati te all'interno?
    Sembrava indaffarato a leggere ma avrebbe prestato la più completa attenzione alle parole di Nimue. Dimenticando per un momento le buone maniere, apparendo anche maleducato ma Nimue avrebbe potuto capirlo dalla luce che risplendeva nei suoi occhi, l'eccitazione per questa scoperta l'aveva completamente inghiottito, al punto da soffocare il suo lato legato all'educazione.
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    Quando Nimue portò le mani sulle sue venne accolto da sensazioni piacevoli che trasformarono quel gesto goffo in qualcosa di più profondo. In quel momento una parte di Henry ne voleva di più molto di più, quella parte era Hyde che per quanto egoista voleva godersi per un tempo molto più lungo quello che ora era diventata un effusione. I ricordi dei loro corpi nudi scorrevano tra i suoi aspetti razionali, la voglia di far l'amore, di unirsi nuovamente a lei nella carne... Li, in quel posto che tanto gli ricordava la loro prima volta. Hyde scalpitava voleva la sua parte, e in quanto Hyde anche Henry la voleva ma in modo ben più puro e casto, la desiderava come uomo maturo che era. Ciò che provava Hyde passò nella sfera dell'irrazionale facendo provare al professore solo qualche battito più accelerato e una meravigliosa sensazione di calore. Non era quello il tempo di fare l'amore, non si erano ancora incontrati sul livello nel quale si poteva fare ovunque e in qualunque tempo. Era li per una lezione e così doveva essere, erano due adulti e sapevano contenere i propri istinti ma, questo non negò a loro la gioia di crogiolarsi ancora qualche istante in quel caldo abbraccio. Quando Nimue si voltò verso Henry vide un volto disteso, sereno per l'esperienza che stava vivendo, questo perchè non era semplice per una persona normale di trovarsi in un luogo del genere senza tempo e senza spazio. Orientarsi diventava difficile per chi non ne aveva esperienza e gestire tutto quel flusso magico non era affatto facile, perchè quel luogo faceva vibrare corpo e spirito e bisognava abituarcisi. Henry era proprio come un bimbo che teneva le mani della madre che gli insegnava a pattinare, la paura di cadere lo faceva tenere stretto a chi invece già ne era abituato. Ma la curiosità per l'evento ad un certo punto supera la paura e si trova la forza di allentare la presa per saggiare la bravura e sperimentare la libertà che i pattini possono dare. Per quel luogo magico era esattamente lo stesso, Henry aveva ora di fronte a se un mondo totalmente nuovo. Ecco la curiosità prendere il sopravvento rispetto al calore e alla benevolenza di Nimue, Henry lentamente iniziò a guardarsi attorno e a provare a muoversi. Teneva le gambe leggermente divaricate e la muscolatura rigida per evitare di cadere, Osservava i vari oggetti, allungando la mano come per afferrarli: vecchi orologi a cucù, alcuni libri, ampolle... ogni cosa all'interno di quella stanza attirava la sua attenzione. Si avvicinò ad una libreria, appoggiandosi contro, toccandola quasi come se fosse una donna, percependone il calore, assaporandone i profumi. Sentiva l'energia scorrere attraverso il suo corpo, accarezzò un primo libro "il castello" di kafka, non aveva niente a che fare con la magia, l'aveva già letto e passò oltre. Il dito si mosse su un altro "Incantesimi ancestrali", lo afferrò aprendolo e sfogliando le pagine, era scritto in un lingua incomprensibile fatta eccezione per il titolo.
    Ti prego... Dimmi tutto di questo posto
    Disse rivolgendo lo sguardo a Nimue, i suoi occhi vibravano di vitalità, il sorriso era di quelli che non attraversava il suo viso da tempo. Nimue si sarebbe sentita orgogliosa di come si stava sentendo ora Henry che a questo punto aveva spalancato le braccia senza lasciare quel libro, e spostandosi verso un altra libreria lo fece con molta più disinvoltura. C'era riuscito si stava spostando badando solo alle sensazioni, abbandonando la mente calcolatrice, non è proprio quando si smette di ragionare che il proprio istinto ci permettere di stare in piedi?
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    Attese qualche istante in silenzio assorbendo il discorso di Wesker, come l'acqua messa in un vaso ha bisogno di qualche istante prima di farla scomparire tra le sue trame. Quella fu una di quelle poche volte in cui le parole di Wesker si fecero comprensive anche ai suoi orecchi. Oppure Edward finalmente stava iniziando ad entrare nell'ingranaggio, alla fine guardando dov'era arrivato e soprattutto la strada che aveva fatto forse era il caso di essere ottimisti. Il discorso di Wesker gli fece capire che Tex aveva visto bene su di lui, e sebbene i loro modi di fare erano agli antipodi e avevano influenzato il suo modo di essere poteva essere fiero nel notare che anche lui era riuscito a smussare caratteri come quello di Tex. C'era una cosa che non era cambiata e che gli accomunava, e Wesker aveva centrato perfettamente il punto: La testardaggine nel raggiungere un obiettivo, difatti mai Edward si era arreso, così come Tex o Wesker, anzi ora remavano entrambi nella stessa direzione contro una forza ben oltre le loro attuali possibilità. Il demone sentì un brivido attraversagli la schiena, non era paura, ma eccitazione nel tuffarsi in questa nuova avventura, soprattutto ora che sentiva Tex realmente al suo fianco. La gioia era quella di un bambino di fronte ai regali di natale, finalmente poteva combattere con e costruire qualcosa con Tex.
    Bene, è arrivato per me il momento di andare, chiuderò rapidamente il discorso Thresh e poi decideremo i prossimi passi. Nell'attesa spero di incrociare persone interessanti che possano darci una mano.
    Si diresse verso la porta dando le spalle a Wesker, vacillando sulla soglia della porta, ripercorrendo i minuti passati in quella stanza. Ricordando gli schiaffi, le tensioni e l'arrivo di Tex, capendo lo sforzo che Wesker fece epr avvicinarsi a lui e quanto doveva sembrare irritante con quel fare così lontano dal suo. Solo allora si girò verso il presidente della Umbrella.
    Grazie di tutto Wesker...
    Dopotutto un grazie se lo meritava, poteva intuire cosa provava per Tex e quanto poteva esser stato duro per lui sapere della sua sconfitta (specialmente nel modo in cui è maturata). Quello era il momento di maturare anche per lui, solo così avrebbe raggiunto i livelli di Wesker.
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    Nimue oltre ad avergli nuovamente insegnato il gusto alla vita, gli stava impartendo non una ma ben due lezioni: una legata alla magia e agli usi che grazie all'energia contenuta in ognuno di noi se ne possono fare, ampliando il concetto di alchimia. L'altro riguardava aspetti più spirituali della scienza, aspetti che vengono allontanati dagli scienziati come il concetto eliocentrico per gli abitanti del medioevo. Anche l'alchimia, uno studio che esamina aspetti trascendentali non arriva così a fondo rimanendo comunque aggrappata a quelle che sono le basi della natura. Nimue ancora non conosceva la storia di Henry, ma se così fosse stato lei stessa si sarebbe meravigliata del fatto che il professore non aveva approfondito tali aspetti della scienza. Perchè furono proprio questi che gli permisero di creare la pozione che ha portato ad Hyde, gli aspetti oscuri della scienza, quelli legati a tradizioni e forze spirituali. Quelli che non necessitano di una vera e propria spiegazione, l'anima, la vita alla quale si riferiva Nimue, così come il nostro carattere con tutte le sue sfaccettature e personalità: il pedofilo nascosto dietro l'amore di un genitore, soffocato dall'amore e segregato negli spazi più abietti del nostro Io. L'amore per i momenti gioiosi della vita impiccati nei meandri della memoria di un morto suicida e molte altre ancora... Henry da uomo di scienza aveva fuggito come la peste quegli aspetti, mentre inconsciamente lavoravano in lui, permettendogli il raggiungimento del risultato finale. Questo era il valore di quest'uomo, uomo fortemente intelligente e audace, in grado di risolvere un puzzle complicato senza averne tutti i pezzi tra le mani. Ma quello che ora gli aveva dato Nimue in mano era qualcosa di real e tangibile, un oggetto, una sensazione viva; come l'amore o l'odio, la tristezza o la felicità. Quello che provava lo portò a ciò che gli trasmise il tocco di Nimue, quell'energia calda e avvolgente, ecco di cosa si trattava. Ormai le parole divennero superflue e ascoltò ciò che lei aveva da dirgli, mangiandola con gli occhi e facendo l'amore con la sua mente. La seguì senza esitazione alla porta, restando estasiato da quel primo contatto magico che vide sulla runa, seguendola attraverso quella porta che avrebbe cambiato per sempre il suo modo di vedere e percepire le cose. L'ambiente circostante sembrava trovarsi fuori dal tempo e dallo spazio, non fu facile per Henry ambientarsi, la sensazione di camminare su qualcosa di solido che non si poteva vedere gli fece provare le vertigini. Non era facile sostenere una tale massa e istintivamente si aggrappò alla cosa a se più vicina, il corpo di Nimue. Siccome per galanteria aveva fatto entrare prima lei se la trovò davanti e conscio della raffinatezza di quel corpo sapeva che non poteva gravare troppo col suo peso. Così puramente in estasi per la vista celestiale si sostenne a lei cingendogli le braccia attorno alla vita, sfiorando con gli avambracci i seni generosi e appoggiando tutta la parte anteriore del suo corpo contro Nimue, incastrandosi perfettamente in lei in quello che poteva essere definito un goffo abbraccio da dietro, se in realtà non la stesse usando per reggersi in piedi. Abbracciato a lei si sentiva davvero bene, e si trovò a gestire l'imbarazzo per la scelta del suo appiglio così poco attinente alla sua educazione e la felicità nell'essersi trovato abbracciato a lei.
    Oddio, scusami è una sensazione stranissima..
    Il professore venne travolto da un quantitativo immane di energia, ancora non ne capiva molto ma ciò che lo stava attraversando era qualcosa di troppo simile alla sensazione di benessere che Nimue gli faceva provare col suo tocco. Qualcosa che lo portò ad allontanare il suo bacino dal corpo di Nimue per evitare di essere troppo volgare, nello stato delle cose Henry era come un bimbo troppo eccitato per riuscire a contenere le sue emozioni.
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    Edward fece un respiro rassegnato distogliendo per qualche istante lo sguardo da Wesker.
    Hai ragione, probabilmente dove arriva il mio potere non arriva quello di Tex, se dovessi concentrarmi su altro allora non sarei in grado di fare quello che faccio ora e situazioni che ad oggi sarebbero facili da affrontare potrebbero diventare più complicate. Forse sono io che non ho mai compreso a pieno il vostro concetto di evoluzione, per un momento ho provato ad immergermi in quello che è il vostro mondo, ma è così distante dal mio è ancora sconosciuto. Tant'è che avevo pensato che poteste cambiarmi potere così come si compra una maglietta in un negozio.
    Scappò un sorriso capendo l'ironia dei Wesker nel parlare del taglio, i gesti poi sembravano inequivocabili. Terminato quel breve gesto Edward tornò con lo sguardo agli occhi cremisi del professore.
    Alla fine se lui è sigillato in me ha comunque dei punti deboli che hanno permesso questa cosa, altrimenti avrebbe ucciso anche i monaci che l'hanno sigillato dentro il primo Akuryō no shihai-sha e da quel momento non è più stato in grado di liberarsi. Come sempre dipende tutto da me e dalla mia capacità di adeguarmi alla situazione... Quando è successo che dimenticassi queste cose fondamentali? In alcuni tratti del discorso mi hai ricordato il mio maestro... E' come se avessi perso di vista il guerriero che sono, inseguendo un costante miglioramento, cercando una strada sempre più facile e veloce, dovrei vergognarmi per il modo in cui sono andato a cercare un potere nuovo...
    Qui qualcuno tra Tex e Wesker avrebbero dovuto spiegarli il motivo di due modi di pensare così diversi, oppure spiegargli per bene cosa intendeva Tex per evoluzione, perchè Edward a conti fatti aveva capito cose totalmente diverse da quelle che gli aveva detto Wesker.
    Un ultima domanda e poi se non hai più niente da dirmi posso andare a Roma: Perchè? Perchè tu mi parli di squadra? Quando Tex ha sempre lottato per la sua individualità? Il fatto d'aver trovato un alleato per lei era motivo di disonore, mentre io l'ho fatto per il motivo che tu mi hai appena riproposto: Per arrivare dove io non potevo. Capisco che ora lei sia cambiata ma pensavo che voi la pensaste allo stesso modo.
    Il succo della domanda era molto semplice, Edward non riusciva a trovare il modo in cui Wesker e Tex si esprimevano con lui.
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    Stai forse dicendo che Hikisaku era una merda?
    Edward non usò mezzi termini, sinceramente rimase molto deluso dal discorso di Wesker, non perchè trovava assurda la sua spiegazione e di conseguenza i suo modo di ragionare. La delusione scaturì dal fatto che il suo discorso non faceva una piega. Ora conoscere la vera forza del demone non era possibile di conoscerla, almeno allo stato attuale delle cose, quindi non è detto sapere se fosse forte o meno. Certo è che un uomo in mutande è più facile da sconfiggere se sei uno con un armatura, ed è altrettanto vero che se sulla tua strada irrompe un uomo con un bazooka della tua armatura non te ne fai nulla. Insomma, mutande o bazooka non si poteva aver la certezza della forza di Hikisaku allo stato attuale, poteva esser realmente invincibile nell'antichità a causa degli scarsi mezzi, come poteva esserlo tutto'ora che il processo scientifico si è nettamente portato avanti. Ma bisogna dare atto al ragionamento di Wesker e magari ai nostri tempi, Hikisaku, poteva anche essere un demone minore... Edward non aveva minimamente accarezzato un eventualità del genere, forse proprio perchè così evidente, come quando si va a cercare un mazzo di chiavi per tutta casa, tralasciando i posti più in vista come la superficie di un tavolo, dove prontamente le chiavi sono appoggiate. Ecco la delusione di aver racchiuso in se un demone che poteva non essere forte come pensava era davvero forte, scaturendo appunto quella risposta poco ortodossa.
    Scusa, non dovevo... Il problema è che hai ragione, ma se così fosse non è forse un motivo in più per migliorare questo potere? Ci sono cose che non posso tagliare, colpi dai quali non posso difendermi e dovrei ogni volta trovare qualcosa che vada oltre al mio potere per sconfiggerli? Non è troppo rischioso così? Lo è anche per voi! Ad oggi sono il miglior guerriero che avete per combattere quello che c'è la sotto. Parlate sempre di sfide come se fosse un gioco, e se un giorno di questi dovesse andar male? Se Tex mi avesse ucciso? Non avreste mai scoperto l'inganno di Eva, eppure prima di oggi mi aveva già trovato e se non fosse stato per l'aiuto di una che passava di li ora non sarei qua... Quella sfida è stata vinta casualmente, capisci il rischio di questa cosa?
    Edward non era tipo da tirarsi indietro davanti alle sfide ma questa volta aveva qualcuno da proteggere, così prese decisamente alla lettera il consiglio di Tex di scegliere le proprie battaglie. E andare in giro per il mondo alla ricerca di persone più forti di lui sembrava come giocare alla roulette russa.
    Insomma, avete sempre parlato di evoluzione, perchè a me viene preclusa questa possibilità? Ti chiedo almeno il favore di studiare Hikisaku e fare almeno un tentativo quando tornerò da Roma
    Edward parlò in modo calmo e lucido a Wesker nonostante le singole parole potevano sembrare un incentivo alla ribellione, durante tutto il discorso il ragazzo si sarebbe dimostrato collaborativo.
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    Edward iniziò a guardarsi attorno come una tigre in gabbia, le cose non erano affatto facili per lui. Edward conosceva il significato più basilare di autorità nel suo concetto dove ciò rappresentava chi difendeva il giusto svolgersi delle leggi. Autorità come Wesker non facevano parte del suo mondo, mondo dal quale aveva sempre cercato di sfuggire, schifato da quegli esempi che utilizzavano il proprio potere per scopi meramente egocentrici. Il primo di questi fu proprio suo padre, finendo poi per incontrare Tex e Wesker, per questo Edward parlava a loro come se fosse un elemento della stessa casta, perchè per lui tale casta non esisteva, tendeva ad ignorarla. Ma la sola forza non serviva ed essere una bestia i cattività non agevolava affatto i contatti, nonostante i buoni propositi. Più maturo si fece evidentemente vedere Wesker che aveva ben chiara la situazione di Edward, oppure per fare un favore a Tex. Fatto sta che Edward non notò quanto Wesker si sforzò per superare quelle barriere che quindi esistevano solo per lui. Per lui era tutto molto più semplice, come quando Tex sbloccò il suo potere la prima volta, non l'aveva chiesto, quindi che male c'è a chiederlo ora a chi è a capo della più grande organizzazione scientifica? Anzi avrebbero dovuto proporglielo loro per rinforzarsi. L'unico ostacolo era solo il suo orgoglio ma di fronte alla possibilità di diventare più forte per difendere Tex questo si scioglieva come cera al calore di una fiamma.
    Mi sarei aspettato che tu potessi rispondere a quella domanda... Pensavo che voi sapeste tutto del mio potere, tant'è che Allison trovò facilmente il modo per sbloccarlo.
    Camminò lungo la vetrata con fare nervoso nel cercare di trovare le giuste parole da proferire a Wesker, in quel momento avrebbe preso sempre più le sembianze di una tigre intrappolata che fa capolino lungo le sbarre della gabbia, privata da ciò che era la sua libertà, la stessa che gli dava la forza.
    Vedi... Hikisaku era un demone leggendario con ben pochi eguali, non c'era modo di sconfiggerlo infatti hanno dovuto sigillarlo. Le storie che raccontavano su di lui terrorizzavano anche il più valoroso dei guerrieri. Si dice che potesse lacerare qualsiasi cosa con la sua oscurità, riusciva a dargli forme superando i limiti della comprensione. Invece io sento di essere limitato, ecco qual'è la mia debolezza... ho il potere di un demone invincibile eppure ci sono cose su questa terra che non posso tagliare... Poteri che possono annichilirmi in un secondo. Porto ancora in memoria quel buco nero creato da Allison, mi sentivo semplicemente inerme... Non potevo tagliarlo, non posso interagire contro quel tipo di energia. Sento dentro me questa grande potenza eppure non sono in grado di gestirla, devo centellinare le mie energie per poter usare pochi metri della catena perchè il potere del demone è semplicemente più forte. Nonostante Hikisaku ora sia un parassita nella mia colonna vertebrale questo non è bastato a sottometterlo totalmente... Allison non c'è riuscita. Semplicemente mi rifiuto di credere che questo sia il suo vero potenziale, è come se fosse frenato o come se si frenasse...
    Nel parlarne sembrava veramente soffrente di mostrare quella carenza, il discorso non verteva sulla mancanza di forza fisica nel contenere il demone, ma di qualcosa di più spirituale come se Hikisaku non volesse dargli la totalità dei suoi poteri.
    Vorrei accontentarmi di sfruttare al meglio l'oscurità o piuttosto sarei disposto anche a diventare io stesso Hikisaku, basta trovare un modo per renderlo totalmente sotto il mio dominio.
7425 replies since 26/3/2011
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