Posts written by Athan

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    Purtroppo credo tu abbia già provato le (uniche?) alternative più valide.
    BlueStacks l'ho usato tantissimi anni fa, quando non avevo internet sul cellulare, per utilizzare WhatsApp e più recentemente per giocare: anche se è orientato al gaming non è malaccio, ricordo che faceva il suo dovere anche con applicazioni "normali". Mi riferisco a BlueStacks "normale", non BlueStacks X.
    MuMu Player (presumo sia quello a cui ti riferisci con "Memu") è la mia opzione attuale per giocare a giochi particolarmente pesanti: non so come si comporti con le applicazioni "normali", però effettivamente con i giochi si pianta spesso all'avvio, una volta avviato però non mi ha mai dato problemi. Nuovamente, anche qui mi riferisco a MuMu Player (quello con l'icona azzurra).
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    CITAZIONE (Dark Knight @ 12/3/2022, 18:55) 
    CITAZIONE (Athan @ 12/3/2022, 18:06) 
    Messaggio più adatto a "L'angolo PORNO della sfiga" o "L'angolo PORNO dello sfogo", ma non ci sono quindi scrivo qui.
    Era da tempo che tenevo d'occhio una tizia su OnlyFans, ma i 19$ di abbonamento mi hanno sempre fatto desistere dall'iscrivermi finché l'altra sera ha messo uno sconto del 50% per i prossimi 20 utenti che si sarebbero iscritti. Ovviamente ne ho approfittato (contravvenendo ai miei buoni propositi per il 2022)... e quest'oggi vedo che la tizia ha disabilitato il profilo :fpm: Non le hanno disabilitato il profilo, l'ha proprio disabilitato lei dato che, prima di procedere, ha scritto un MP in cui dice che si sarebbe spostata su un'altra piattaforma.
    Questa è stata la cosiddetta goccia che ha fatto traboccare il vado: me ne sono successe tante su quella piattaforma che ho deciso di darci un taglio e cancellare l'account. Non voglio dire che il mondo del porno amatoriale sia una mezza truffa, però
    "Scusate ragazzi, ma questo mese ho avuto la nonna a casa e non ho pubblicato nulla x3".
    "Iscrivetevi per avere accesso alle foto non censurate!" e poi il profilo, con accesso a pagamento, è un catalogo di foto pesantemente censurate di cui devi indicare il codice via MP, con annessa mancia, per avere la foto non censurata.
    "Foto esclusive sul mio OnlyFans!" ed il 90% sono selfie castissimi.
    "La foto non censurata in MP per 5$" e poi scopri che la foto è solo un po' meno blurrata o che la censura copriva dei copricapezzoli.
    Torniamo ai vecchi tempi delle foto di tette in cambio di ricariche telefoniche (però stavolta con entrambe le parti maggiorenni) :killer:

    È strapieno di free trial di belle ragazze, che mettono anche belle foto, e di altrettante che mettono l'abbonamento a 4€ e postano sempre. Tocca che trovi quelle giuste :sisi: e inoltre puoi sempre verificare in alcuni forum che quello postato valga la pena, ci son proprio posti che recensiscono. :ahse:

    Hai sicuramente ragione, io ho sempre cercato il modello "ragazza normale che non diresti ha OF" e, probabilmente, come conseguenza ho semplicemente trovato persone che non hanno lo spirito giusto per usarlo. In ogni caso l'ultimo episodio mi ha fatto realizzare che OF non offre quello che cerco e/o che fantastico troppo quindi buh forse è un bene che mi allontani dalla piattaforma :zizi:
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    Messaggio più adatto a "L'angolo PORNO della sfiga" o "L'angolo PORNO dello sfogo", ma non ci sono quindi scrivo qui.
    Era da tempo che tenevo d'occhio una tizia su OnlyFans, ma i 19$ di abbonamento mi hanno sempre fatto desistere dall'iscrivermi finché l'altra sera ha messo uno sconto del 50% per i prossimi 20 utenti che si sarebbero iscritti. Ovviamente ne ho approfittato (contravvenendo ai miei buoni propositi per il 2022)... e quest'oggi vedo che la tizia ha disabilitato il profilo :fpm: Non le hanno disabilitato il profilo, l'ha proprio disabilitato lei dato che, prima di procedere, ha scritto un MP in cui dice che si sarebbe spostata su un'altra piattaforma.
    Questa è stata la cosiddetta goccia che ha fatto traboccare il vado: me ne sono successe tante su quella piattaforma che ho deciso di darci un taglio e cancellare l'account. Non voglio dire che il mondo del porno amatoriale sia una mezza truffa, però
    "Scusate ragazzi, ma questo mese ho avuto la nonna a casa e non ho pubblicato nulla x3".
    "Iscrivetevi per avere accesso alle foto non censurate!" e poi il profilo, con accesso a pagamento, è un catalogo di foto pesantemente censurate di cui devi indicare il codice via MP, con annessa mancia, per avere la foto non censurata.
    "Foto esclusive sul mio OnlyFans!" ed il 90% sono selfie castissimi.
    "La foto non censurata in MP per 5$" e poi scopri che la foto è solo un po' meno blurrata o che la censura copriva dei copricapezzoli.
    Torniamo ai vecchi tempi delle foto di tette in cambio di ricariche telefoniche (però stavolta con entrambe le parti maggiorenni) :killer:
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    Chissà che fine hanno fatto i dARI.
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    Ogni tanto penso che tutte le catene di sant'Antonio "Se non condividi diventerai un fallito" oppure "Inoltra questo messaggio a 7 amici o rimarrai solo" che ho ignorato durante gli anni delle superiori in realtà siano state minacce concrete che hanno avuto effetto dieci anni dopo.
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    Arrivo a lavoro un quarto d'ora prima e me ne vado (almeno) uno dopo solo perché così facendo trovo il parcheggio mezzo vuoto e posso fare tutte le manovre più becere per entrarne/uscirne senza rischiare di essere visto o di tamponare altre auto parcheggiate.
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    RIP il sogno in cui Amadeus avrebbe annunciato il nuovo Presidente della Repubblica durante Sanremo.
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    CITAZIONE (Athan @ 24/1/2022, 14:35) 
    Stamattina mi alzo e trovo una pentola sul fuoco. Solitamente se mia madre inizia a cucinare così presto vuol dire che sta preparando qualcosa che ci mette ore ad essere cucinato, come ad esempio il cotechino e/o la brovada. Il problema è che queste pietanze hanno un forte odore ed io non sentivo nulla. Mi sono anche avvicinato per annusare più da vicino, ma nulla, non sentivo nessun odore. Porca miseria vuoi vedere che ho beccato il COVID? In quella arriva mia madre e le chiedo cosa c'è sulla pentola.
    «Niente, acqua. Faccio un po' di vapore per umidificare la stanza».

    *voce narrante fuori campo*: «E invece...» :lacri:
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    CITAZIONE (Löwekaze @ 27/1/2022, 01:43) 
    CITAZIONE (Athan @ 26/1/2022, 23:51) 
    La situazione è un po' complicata perché io dovrei essere "quello che ne sa" di AI ed in entrambi i casi ero/sono l'unico con queste conoscenze: pensavo il resto dei colleghi si sarebbe aggiunto o allineato in seguito invece, giustamente, ognuno è rimasto a svolgere il proprio ruolo.

    Riassumendo, ti sei chiuso come un riccio e hai delle aspettative sulle persone > ma ti mancano le qualità di leadership, e il tuo ambiente di lavoro è poco stimolante. :giromg:

    Con le tue soluzioni pensavi di investire nelle risorse già presenti in azienda, o di costruire nuove infrastrutture?

    Con questa domanda vorrei sapere se sei stato realistico in tutte le volte che hai deciso di proporre delle soluzioni al tuo manager basandoti sul tuo team attuale e sulle tue capacità; se dici di essere l'unico che si intendeva di Machine Learning, ciò non mi dice che tu fossi anche pronto per istruire il tuo team e prendere posizione come "Product Manager".

    Ti rispondo/derò in privato perché ho la sensazione che stiamo deviando su una conversazione 1:1 :ahse:
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    CITAZIONE (Mrs. @ 26/1/2022, 13:26)
    CITAZIONE (Athan @ 26/1/2022, 10:56) 
    Sulla mancanza di modelli, sia nella vita che nel lavoro, hai fatto perfettamente centro: mi aspettavo di crescere sotto la guida di qualcuno/a, invece così non è stato e probabilmente questa delusione ha contribuito alla mia mentalità da "sono solo in questa azienda" (o anche "sono solo in questa vita", se vogliamo fare i tragici). Il lato, forse, positivo della cosa è che devo/dovrei imparare a non "appoggiarmi" eccessivamente sugli altri.
    Più che la motivazione ora come ora mi manca la validazione: nell'azienda precedente ho lavorato, prendendo anche parecchie batoste, ad una mezza dozzina progetti che sono stati tutti cestinati ed alla fine me ne sono andato senza soddisfazioni, senza essermi mai sentito dire «Hai fatto un bel lavoro». Forse sbaglio a subordinare la mia crescita professionale all'approvazione altrui, se non faccio così però sarebbe come fare i compiti senza che nessuno me li corregga: certo, magari sono bravo, disciplinato ed imparo comunque, però c'è sempre il rischio di (continuare a) sbagliare e non rendersene conto.

    Domanda doverosa: hai provato a chiedere dei feedback e/o aiuto durante la progettazione?
    Sbagliare è abbastanza normale, o magari non per forza sbagliare, ma non essere in linea con quelli che sono i "dettami" (passami il termine) aziendali. Confrontarsi con i colleghi e i manager è sempre utile per capire come svolgere un determinato lavoro, ma non sempre i superiori sono proattivi nel chiederti se ti serve una mano o nel darti dei feedback in corso d'opera. A volte devi essere tu che vai da loro e gli rompi le palle perché controllino se stai facendo bene e apportino le dovute correzioni.
    Se poi il lavoro esce ben fatto, questo darà soddisfazione sia a te che a loro, dato che sono stati loro a darti una mano e a farti imparare qualcosa. Spiegare a qualcuno e riuscire a farsi capire è un successo personale. Non pensare di essere di peso quando chiedi aiuto a qualcuno: anzi, questo potrebbe addirittura farti coltivare un rapporto con quella persona.

    La situazione è un po' complicata perché io dovrei essere "quello che ne sa" di AI ed in entrambi i casi ero/sono l'unico con queste conoscenze: pensavo il resto dei colleghi si sarebbe aggiunto o allineato in seguito invece, giustamente, ognuno è rimasto a svolgere il proprio ruolo. Quindi il feedback che ho ricevuto è sempre stato "agnostico", del tipo «Qui c'è un errore» oppure «Le performance non sono soddisfacenti» senza che mi potessero dire cosa avrei potuto/dovuto fare per risolvere i problemi, non per cattiveria, ma semplicemente perché non lo sapevano: quello è sempre stato qualcosa che ho dovuto smazzarmi da solo.
    Per i "normali" problemi di programmazione, invece, se sono bloccato su qualcosa da troppo tempo chiedo e ricevo aiuto senza troppi patemi, quello l'ho imparato.

    CITAZIONE (Löwekaze @ 26/1/2022, 23:00)
    CITAZIONE (Athan @ 26/1/2022, 10:56) 
    Forse sbaglio a subordinare la mia crescita professionale all'approvazione altrui, se non faccio così però sarebbe come fare i compiti senza che nessuno me li corregga: certo, magari sono bravo, disciplinato ed imparo comunque, però c'è sempre il rischio di (continuare a) sbagliare e non rendersene conto

    Confrontiamoci ancora e troveremo una soluzione. In questo caso si sta elaborando un sistema per accrescere l'autostima.

    Che cosa volevi ottenere presentando quei progetti per la tua azienda: un riconoscimento su scala globale o pensavi in locale?

    Ricordo di aver letto su di te che hai studiato informatica negli passati. :zizi:

    Io sono autodidatta e sto sviluppando delle competenze come "site reliability engineer" o "SRE". La speranza non è un opzione per un ingegnere.

    In realtà i progetti sono tutti arrivati dall'alto: c'è una richiesta per fare qualcosa ed io mi impegno a realizzare quel qualcosa. Quindi avrei voluto un riconoscimento "aziendale": vedere un cliente che effettivamente usa il progetto/prodotto realizzato (anche) da me, sentire il capo che dice «Quella cosa che avete fatto è una figata ed il cliente è soddisfatto!», farmi conoscere tra i colleghi come "quello che ha fatto X per il cliente Y", ... insomma vedere che ciò che ho fatto è stato utile a qualcuno o qualcosa, anche solo a farmi una reputazione, e non è il progettino del weekend fatto a tempo perso.
    Egoisticamente parlando, immagino che tutto questo confluisca nell'ottenere un riconoscimento che alimenti la mia autostima (lavorativa) e permetta di dimostrare, in primis a me medesimo, che sì, sono in grado di fare questa cosa.
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    CITAZIONE (Löwekaze @ 25/1/2022, 00:28) 
    CITAZIONE (Athan @ 24/1/2022, 14:19) 
    Anziché cambiare datore di lavoro penso che dovrei cambiare me stesso.

    Quest'anno spero mi assegnino almeno un progetto a cui lavorare assieme a qualche collega.

    Mi piacerebbe essere in grado di mandare avanti un discorso dicendo le cose giuste, facendo le domande opportune, ... pur non essendo interessato; più in generale mi piacerebbe essere bravo a giostrare lo small talk menzionato da Mrs., su cui sono però una frana.

    Io penso che non dovresti riscrivere la tua persona ma dovresti riscrivere la tua persona. Sei incerto perché ti manca un modello da seguire.


    Vorrei essere un esempio: il lavoro che sto ottenendo ha richiesto dei cambiamenti perchè in questa azienda i ruoli possono essere a rotazione periodica perché da la possibilità di crescere professionalmente, quindi è stato d'obbligo dover lavorare sulla propria persona e sulla comunicazione, oltre alle competenze tecniche richieste dal ruolo (di base, il mio punto di riferimento), da anche la possibilità di trasferisi in vari uffici sparsi nel globo; e mi piacerebbe visitare altri posti. Sono due aziende toste, perchè richiedono 4-6 colloqui. :look: ...e so che firmerò un contratto di segretezza e non potrò dire altro sul mio lavoro.

    Magari prova a definire meglio i tuoi obbiettivi chiedendoti "perché" prima di "cosa" tu debba fare. Puoi provare a simulare mentalmente un ruolo manageriale che comprende il dover gestire relazioni interpersonali: quali problemi dovresti affrontare?
    Sono opportunità che ti offre la vita: non problemi.


    Provo a seguirti perchè mi piacerebbe leggere dei cambiamenti, se questo può incentivarti. :zizi:

    Sulla mancanza di modelli, sia nella vita che nel lavoro, hai fatto perfettamente centro: mi aspettavo di crescere sotto la guida di qualcuno/a, invece così non è stato e probabilmente questa delusione ha contribuito alla mia mentalità da "sono solo in questa azienda" (o anche "sono solo in questa vita", se vogliamo fare i tragici). Il lato, forse, positivo della cosa è che devo/dovrei imparare a non "appoggiarmi" eccessivamente sugli altri.
    Più che la motivazione ora come ora mi manca la validazione: nell'azienda precedente ho lavorato, prendendo anche parecchie batoste, ad una mezza dozzina progetti che sono stati tutti cestinati ed alla fine me ne sono andato senza soddisfazioni, senza essermi mai sentito dire «Hai fatto un bel lavoro». Forse sbaglio a subordinare la mia crescita professionale all'approvazione altrui, se non faccio così però sarebbe come fare i compiti senza che nessuno me li corregga: certo, magari sono bravo, disciplinato ed imparo comunque, però c'è sempre il rischio di (continuare a) sbagliare e non rendersene conto.
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    Stamattina mi alzo e trovo una pentola sul fuoco. Solitamente se mia madre inizia a cucinare così presto vuol dire che sta preparando qualcosa che ci mette ore ad essere cucinato, come ad esempio il cotechino e/o la brovada. Il problema è che queste pietanze hanno un forte odore ed io non sentivo nulla. Mi sono anche avvicinato per annusare più da vicino, ma nulla, non sentivo nessun odore. Porca miseria vuoi vedere che ho beccato il COVID? In quella arriva mia madre e le chiedo cosa c'è sulla pentola.
    «Niente, acqua. Faccio un po' di vapore per umidificare la stanza».
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    CITAZIONE (Löwekaze @ 23/1/2022, 00:10)
    CITAZIONE (Athan @ 22/1/2022, 22:29) 
    «Non mi ero neanche accorto che c'eri oggi!»

    Ci ho rivisto il mio passato al lavoro. Ma rifiutare l’invito ad un caffè penso che sia una nota a tuo sfavore sommati agli altri che hai elencato che sono “sani”; perché a differenza dei miei ex-colleghi questi mi invitavano principalmente a delle serate a base di fiumi di alcol pesante, e da lì ho iniziato ad esternarmi da loro perdendo il loro consenso e il lavoro (buon per me).

    Io ti consiglierei di lavorare sulla tua persona e sulle qualità di “leadership” studiando come me delle soluzioni online. Devi tenere in conto che potresti aver inciso sul modo in cui ti vedono i tuoi colleghi in modo irreversibile e se questo è un problema: dovrai cambiare datore di lavoro per poter trovare il tempo di riadattarti e lavorare sulla tua persona in modo profondo. Ma “prendi questo consiglio con le pinze”, perché non conosco i dettagli e ti rispondo per esperienza personale.

    Hai ragione sul lavorare sulla mia persona, ma temo sia qualcosa che non posso fare da solo: prima di unirmi all'attuale azienda mi sono tanto ripetuto che "non avrei commesso gli stessi errori fatti con i colleghi dell'azienda precedente" ed invece eccoci qua. A voler puntualizzare, le mie buone intenzioni sono durate una settimana e sono andato ad una pausa caffè ed un aperitivo, ma nessuno dei due mi è piaciuto (né come evento sociale, né come bevanda) quindi ho deciso fosse meglio non continuare.
    Anziché cambiare datore di lavoro penso che dovrei cambiare me stesso.

    CITAZIONE (Mrs. @ 23/1/2022, 10:34)
    CITAZIONE (Athan @ 22/1/2022, 22:29) 
    Con l'inizio dell'anno a lavoro ci sono state nuove assunzioni e sono sinceramente sconvolto dalla velocità con cui sono riusciti ad integrarsi nell'ambiente, non tanto a livello lavorativo quanto a livello personale; dico sconvolto perché io dopo quasi un anno devo ancora specificare che sono "quello con la scrivania vicino l'ingresso, sulla destra" oppure "quello che durante la riunione era seduto vicino ad X" perché sennò i colleghi non riescono a capire chi sono. Il più delle volte si accorgono di me solo quando fanno la conta per prenotare a pranzo, quando parte il solito siparietto «Non mi ero neanche accorto che c'eri oggi!» ed io non so cosa dire se non ꞉)
    Finora me la sono sempre raccontata convincendomi che, probabilmente, ho un aspetto che mi rende inavvicinabile e/o che l'aver rifiutato tutti gli inviti alle pause caffè, agli aperitivi e alle cene aziendali mi ha tagliato fuori, però la verità è che non riesco proprio a legare con le persone: sento di non avere nulla in comune con loro, di non capire i loro discorsi e che tutto ciò che dicono mi scivoli addosso.
    Quello che è peggio è che mi rendo conto di stare diventando una persona tossica: non dico di desiderare che tutte le persone più felici di me spariscano, ma poco ci manca. Invidio tutti e probabilmente questo non fa altro che contribuire ad aumentare il mio "rifiuto" verso le altre persone o perlomeno mi fa allontanare da loro per non avvelenarli con la mia tossicità. Ringrazio il lavoro da casa, nonostante sia costretto a lavorare praticamente su delle scatole di cartone dato che non ho posto per una scrivania, in quanto mi permette di allontanarmi da successi, problemi, discorsi, ... altrui, con cui non riesco ad empatizzare nonostante i miei sforzi. Temo anche di star iniziando a somatizzare la situazione perché ogni volta che vado in ufficio e pranzo con i colleghi (unico momento di convivialità) arrivo a fine giornata con il mal di testa, credo, dalla tensione causata dallo sforzo di dire la cosa giusta, di non fare nulla che mi metta in imbarazzo, di ridere alle battute, ...
    Mi rassegnerò a diventare l'ombra dell'ufficio, tanto mi vesto già tutto di nero.

    Mi spiace molto leggere tutto questo.
    Non penso affatto che tu sia una persona tossica o che non ha successo. Semplicemente sei timido, e avendo interessi diversi dalla media fai fatica a trovare punti in comune con le persone. Ti capisco perché capita anche a me molto spesso.
    Quello che ha funzionato per me è stato fare uno sforzo verso i miei colleghi. So che è brutto dire "fare uno sforzo", ma se sei una persona solitaria e timida alla fine risulta difficile buttarti in un gruppo di persone. Però quello che ho visto è che se tu fai uno sforzo verso gli altri poi anche qualcuno di loro lo farà verso di te. Magari non diventerete mai amiconi, però avere un attimo di dialogo in ufficio ti rende la giornata più piacevole. Ovviamente non devi diventare il loro cagnolino, però magari prova a fare dei gesti carini per loro. Sorridi quando hai un'interazione con qualcuno, porta in ufficio qualcosa da mangiare per tutti tipo biscotti o focaccine, ricordati dei compleanni, e se riesci sforzati di scambiare due parole.
    Io credo che il successo di una persona non si misuri solo in "cose" ottenute, tipo una promozione o una casa nuova. Le relazioni sono la cosa più importante. Volere bene a qualcuno è una cosa bella, ma senza partire dallo small talk è impossibile iniziare a conoscere davvero qualcuno.
    Infine, non penso nemmeno che tu sia il tipo che non prova interesse verso i discorsi e i problemi altrui. Lo dimostra un famoso MP che mi hai mandato. :cuor:

    Più che timidezza provo proprio vergogna nel relazionarmi con le persone: ad esempio, quando sono con i colleghi in pausa pranzo non riesco a pensare ad altro che "Mi dispiace che dobbiate avere a che fare con me. Mi dispiace non avere la stessa vostra prontezza nel rispondere. Mi dispiace non avere mai nulla da raccontare." e quando apro bocca farfuglio, parlo veloce per smettere rapidamente di essere al centro dell'attenzione, ... peggiorando ulteriormente la mia concezione del parlare con gli altri.
    So che è stupido, ma ultimamente mi sto "sforzando" di salutare per primo i colleghi che incrocio anziché aspettare, spesso invano, che siano loro a farlo; immagino che anche per gli altri sia difficile approcciarmi visto che sono uno sconosciuto, quindi spero di mostrarmi un po' meno inavvicinabile facendo così.
    Inoltre non l'ho scritto, ma devo ancora lavorare fianco a fianco con un collega dato che finora sono stato messo solo su progetti "indipendenti" che ho mandato avanti da solo, quindi mi è mancato anche l'argomento base per iniziare una qualche conversazione a lavoro, ovvero il lavoro stesso. Come se non bastasse la mia scrivania si trova su un piano diverso da quello degli sviluppatori e, anche andando in ufficio, resto isolato e mi perdo tutte le battute che si scambiano durante il lavoro. Quest'anno spero mi assegnino almeno un progetto a cui lavorare assieme a qualche collega.

    CITAZIONE (Hina-Poppezinga @ 23/1/2022, 11:40)
    CITAZIONE (Athan @ 22/1/2022, 22:29) 
    Con l'inizio dell'anno a lavoro ci sono state nuove assunzioni e sono sinceramente sconvolto dalla velocità con cui sono riusciti ad integrarsi nell'ambiente, non tanto a livello lavorativo quanto a livello personale; dico sconvolto perché io dopo quasi un anno devo ancora specificare che sono "quello con la scrivania vicino l'ingresso, sulla destra" oppure "quello che durante la riunione era seduto vicino ad X" perché sennò i colleghi non riescono a capire chi sono. Il più delle volte si accorgono di me solo quando fanno la conta per prenotare a pranzo, quando parte il solito siparietto «Non mi ero neanche accorto che c'eri oggi!» ed io non so cosa dire se non ꞉)
    Finora me la sono sempre raccontata convincendomi che, probabilmente, ho un aspetto che mi rende inavvicinabile e/o che l'aver rifiutato tutti gli inviti alle pause caffè, agli aperitivi e alle cene aziendali mi ha tagliato fuori, però la verità è che non riesco proprio a legare con le persone: sento di non avere nulla in comune con loro, di non capire i loro discorsi e che tutto ciò che dicono mi scivoli addosso.
    Quello che è peggio è che mi rendo conto di stare diventando una persona tossica: non dico di desiderare che tutte le persone più felici di me spariscano, ma poco ci manca. Invidio tutti e probabilmente questo non fa altro che contribuire ad aumentare il mio "rifiuto" verso le altre persone o perlomeno mi fa allontanare da loro per non avvelenarli con la mia tossicità. Ringrazio il lavoro da casa, nonostante sia costretto a lavorare praticamente su delle scatole di cartone dato che non ho posto per una scrivania, in quanto mi permette di allontanarmi da successi, problemi, discorsi, ... altrui, con cui non riesco ad empatizzare nonostante i miei sforzi. Temo anche di star iniziando a somatizzare la situazione perché ogni volta che vado in ufficio e pranzo con i colleghi (unico momento di convivialità) arrivo a fine giornata con il mal di testa, credo, dalla tensione causata dallo sforzo di dire la cosa giusta, di non fare nulla che mi metta in imbarazzo, di ridere alle battute, ...
    Mi rassegnerò a diventare l'ombra dell'ufficio, tanto mi vesto già tutto di nero.

    Pima di tutto vorrei dirti che se tu fossi stata una persona "tossica" non avresti mai risposto con un sorriso di circostanza alla tristissima e insensibile battuta «Non mi ero neanche accorto che c'eri oggi!». Avresti risposto molto male ed in modo diverso. Voglio fare un pochino la voce fuori dal coro, nel senso che mi piacerebbe alleviare quel senso di inadeguatezza che ti prende quando hai notato che i nuovi arrivati si sono integrati bene. Allora io credo che ci siano riusciti perché diciamocelo nel modo più brutale possibile: Sanno leccare il culo, a colleghi, capi ecc ecc. Diciamocelo, oggi come oggi trovare un lavoro è una cosa difficile, quindi quando trovi qualcosa cerchi di tenertelo stretto lisciandoti tutto l'ambiente lavorativo. Se vuoi essere popolare fra gli altri devi saper fare un pochino il lecchino detto proprio nel modo più spregevole possibile. Ma in fondo a te interessa approfondire l'amicizia con questi colleghi? Sì, forse ti renderebbe le giornate al lavoro meno pesanti. Ho notato io stessa che se con i colleghi ci sono momenti di chiacchiere e svago è tutto più bello e passi molto più volentieri il tempo al lavoro, ma è anche vero che nella mia esperienza lavorativa mi è capitato che fanno tutti facce amiche e poi quando arrivano i capi cercano tutti di pararsi il culo buttandoti in mezzo come capro espiatorio. Ovvio non in tutti i posti è così, parlo per brutte esperienze che mi hanno lasciato davvero senza parole perché ho lavorato in molti posti diversi e dove credevo di trovare cameratismo fra colleghi invece ho trovato serpenti velenosi. In passato ero sempre stata la tipa "timida" che parla poco nel gruppo, scoprendo poi che in realtà non ero timida, ma semplicemente non trovavo mai niente da dire perché non mi piacevano gli argomenti di cui parlavano: calcio e inciuci amorosi di tizi che non conosco. Direi grazie al cazzo che non riuscivo a parlare, mi annoiavo pure. Mi capitava spesso che per esempio riuscivo ad infilarmi con una battuta e scoppiavano a ridere e mi guardavano meravigliati dicendomi "Non pensavo che sapessi fare battute del genere", mentre io ero tipo stupita perché quel tipo di battute a casa le facevo giornalmente. Invece quando sono riusciuta a trovarmi una cerchia di amici con interessi in comune le cose sono cambiate tantissimo ed ho capito che non ero io il problema.
    Se vuoi cambiare la situazione al lavoro non temere che sia troppo tardi, i colleghi noteranno che c'è un cambio nel tuo atteggiamento e si interesseranno a te. Semplicemente devi far finta che ti interessa ciò che interessa a loro. Se non sai mai che dire o che fare allenati con le chat on line. Chatta con tizi a caso e random, a me chattare mi ha aiutato moltissimo ad uscire fuori dal guscio.
    Se invece non te ne può fregar di meno di loro non crucciarti e fai solo quello che ti senti di fare.

    Sarai una voce fuori dal coro, ma con me sfondi una porta aperta perché mi sono promesso di non fare mai salamelecchi e riverenze per ingraziarmi qualcuno a lavoro, solo che non vorrei aver portato questo atteggiamento all'estremo e risultare "impopolare" perché non mi adeguo ai riti dell'ufficio.
    La faccenda degli argomenti che non mi interessano si verifica anche da me a lavoro, dove il 95% dei discorsi riguardano: sport, automobili, le cameriere del ristorante, ex colleghi che non ho conosciuto, ... quindi oltre ai miei problemi nel relazionarmi con le persone si aggiunge anche il fatto di non saper proprio cosa dire al di là delle frasi di circostanza, però alla maggioranza dei presenti quegli argomenti piacciono quindi non posso pretendere che si adeguino a me.
    Dei colleghi mi interessa relativamente: sono persone con cui devo passare quotidianamente 9/10 ore ed immagino che avere un qualche tipo di rapporto con loro le renda meno pesanti, ma restano sempre (e solo) colleghi di lavoro e non voglio sentirmi obbligato, ad esempio, a frequentarli fuori dall'ufficio. Mi piacerebbe essere in grado di mandare avanti un discorso dicendo le cose giuste, facendo le domande opportune, ... pur non essendo interessato; più in generale mi piacerebbe essere bravo a giostrare lo small talk menzionato da Mrs., su cui sono però una frana.
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    Con l'inizio dell'anno a lavoro ci sono state nuove assunzioni e sono sinceramente sconvolto dalla velocità con cui sono riusciti ad integrarsi nell'ambiente, non tanto a livello lavorativo quanto a livello personale; dico sconvolto perché io dopo quasi un anno devo ancora specificare che sono "quello con la scrivania vicino l'ingresso, sulla destra" oppure "quello che durante la riunione era seduto vicino ad X" perché sennò i colleghi non riescono a capire chi sono. Il più delle volte si accorgono di me solo quando fanno la conta per prenotare a pranzo, quando parte il solito siparietto «Non mi ero neanche accorto che c'eri oggi!» ed io non so cosa dire se non ꞉)
    Finora me la sono sempre raccontata convincendomi che, probabilmente, ho un aspetto che mi rende inavvicinabile e/o che l'aver rifiutato tutti gli inviti alle pause caffè, agli aperitivi e alle cene aziendali mi ha tagliato fuori, però la verità è che non riesco proprio a legare con le persone: sento di non avere nulla in comune con loro, di non capire i loro discorsi e che tutto ciò che dicono mi scivoli addosso.
    Quello che è peggio è che mi rendo conto di stare diventando una persona tossica: non dico di desiderare che tutte le persone più felici di me spariscano, ma poco ci manca. Invidio tutti e probabilmente questo non fa altro che contribuire ad aumentare il mio "rifiuto" verso le altre persone o perlomeno mi fa allontanare da loro per non avvelenarli con la mia tossicità. Ringrazio il lavoro da casa, nonostante sia costretto a lavorare praticamente su delle scatole di cartone dato che non ho posto per una scrivania, in quanto mi permette di allontanarmi da successi, problemi, discorsi, ... altrui, con cui non riesco ad empatizzare nonostante i miei sforzi. Temo anche di star iniziando a somatizzare la situazione perché ogni volta che vado in ufficio e pranzo con i colleghi (unico momento di convivialità) arrivo a fine giornata con il mal di testa, credo, dalla tensione causata dallo sforzo di dire la cosa giusta, di non fare nulla che mi metta in imbarazzo, di ridere alle battute, ...
    Mi rassegnerò a diventare l'ombra dell'ufficio, tanto mi vesto già tutto di nero.
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    Ultimamente il mio cervello riporta a galla barzellette che ho sentito quand'ero bambino e mi fa realizzare che a quei tempi non le avevo assolutamente capite :omg:
    Ad esempio quella dei due contadini che vedono i carabinieri che mangiano la loro uva e uno dice all'altro «Vai a chiamare i ladri» l'avevo sempre intesa come «Vai a chiamare i ladri perché così i carabinieri avranno qualcosa da fare anziché mangiarci l'uva», mentre invece si basa sull'inversione di ruoli: in questa situazione i carabinieri sono i ladri, quindi i contadini vorrebbero chiamare i ladri "veri" per far fare loro il ruolo dei carabinieri :giromg:
4881 replies since 2/1/2011
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