Posts written by Amaterasu Sakuya

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    Il desiderio che Raiko leggeva negli occhi di Bowen era una sensazione incredibile da descrivere. Sentiva le sue carni tremare, la gola bruciare, la sua intimità che quasi si lamentava come una bocca vogliosa mentre si lasciava ammirare in quel modo, aveva chiaramente un debole per quel demonietto e ancor di più per quello sguardo perverso, quasi diabolico, mentre la fissava. Le labbra della guerriera non riuscivano a trattenere l'istinto di deformarsi in un osceno sorriso impaziente, e anche mentre si spalancava le carni con le dita quei polpastrelli si animavano di spasmi continui come se cercasse in ogni modo di trattenere l'eccitazione dandosi un minimo di consolatorio piacere da sola. Ma non poteva bastare, non più, ciò che voleva era quel dannato diavoletto perverso su di sé, e lo voleva adesso. Quando se lo ritrovò davanti dopo il lungo rituale di attesa che lo fece gattonare sul letto, l'istinto di gridare e dirgli di ficcare quel grosso cazzo dentro di lei fu fortissimo, e dal modo in cui il bacino assecondava lo sfregarsi della sua mascolinità era ovvio che più che un pensiero era probabilmente una certezza, ma sapeva anche che bruciare le tappe frettolosamente sarebbe stato un vero spreco e rischiava soprattutto di vanificare il rito che stavano cercando di completare, quindi espirava rumorosamente un fiato così caldo da risultare quasi visibile ad occhio nudo, e mugugnava frustrata mentre lo fissava negli occhi, lasciando inturgidirei suoi capezzoli senza vergogna.
    N-non possiamo... il rituale...
    Mugugnava poco convinta, muovendo il capo in un lento e poco convinto diniego, mentre la sua carne lo invitava sempre di più a farsi avanti. Lo fissava, leccandosi le labbra frettolosamente per trattenere l'istinto di baciarlo e gettarsi su di lui per cavalcarlo fino alla morte, si mordeva il labbro inferiore alzando il capo e scoprendo il collo mentre le dita diventavano sempre più impazienti. La voglia di infilarne quante più possibile nella sua fica e aprirla fino a che non avrebbe ceduto e supplicato per quel cazzo era immane, ma riuscì a trattenersi perché poteva sentire il suo odore, la sua eccitazione, la sua voglia. Bowen non l'avrebbe delusa. Il suo respiro sulla pelle della guerriera la faceva tremare vistosamente, il piccolo bacio con cui esordì la presentazione a quel fiore perverso che lo supplicava strappò a Raiko uno squittio entusiasta ed eccitato, ma non le bastava, tanto che per un momento la vide chiaramente agitare il bacino come se lo stesse provocando. Poi finalmente tirò fuori quell'oscena lingua, ma per quanto solcasse la carne di Raiko dal basso verso l'alto, lo faceva solo per provocarla, costringendola a trattenere mugugni frustrati alla ricerca di uno stimolo migliore. Raiko si ritrovò a sospirare esasperata, voleva forse tirare fuori il lato più violento di lei? Ma Raiko non era una sadica, non somigliava affatto a Domino, anzi ogni volta che lo aveva respinto fino a quel momento si era sentita profondamente in colpa. Il rituale non era ancora abbastanza forte per stabilire una connessione a corta distanza tra i loro pensieri, ma ciò che si comunicavano con lo sguardo era chiaramente più che sufficiente per capire ogni cosa. Mordendosi il labbro inferiore, Raiko prese l'iniziativa e decise di lasciarsi completamente andare...
    Se non ti avvicini... io... farò un macello...
    Mentre bisbigliava quelle parole eccitate, Bowen vide chiaramente la sua carne aprirsi con degli spasmi vistosi, e schizzi di umori caldissimo si fecero strada verso di lui. Raiko aveva trattenuto i suoi orgasmi il più possibile fino a quel momento, e ora squirtava in maniera oscena e vergognosa verso di lui. Poteva lasciarsi schizzare in quel modo e sprecare tutto quel ben di dio... oppure succhiarlo come solo lui sapeva fare.
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    L'assalto in doppio delle due streghe tolse ad Iceringer tutta la voglia di contestare, di opporsi e di lottare, abbandonandosi alle perverse cure delle due che decisero con un solo sguardo di non trattenersi minimamente. La paralisi del giovane non la scoraggiò, anzi le tornò in mente quanto era stato difficile per lei ritrovare la sua intimità dopo l'esperienza traumatica con Gil, e si impose di non giudicarlo né di far gravare su di lui colpe che non aveva in caso si fosse ritrovato bloccato: erano lì anche per questo e non si fece indietro, rimanendo al fianco di Nariko. Syndra sottovalutò e non di poco la fame della sua maestra, forse più grande anche della sua, visto che non si accontentò affatto di prendersi solo il ragazzo ma cercò anche le attenzioni della sua allieva: sentendo le dita della maestra infilarsi tra le sue morbide ed eccitate carni, Syndra si lasciò sfuggire uno squittio gioioso che la portò ad allargare le palpebre proprio verso Nariko, senza nascondere la sua sorpresa ma accogliendola con entusiasmo. Le dita della sua maestra scivolarono come se fosse la cosa più naturale del mondo, tanto era eccitata Syndra, e i seguenti mugugni mentre baciava la strega e la verga del loro campione esprimevano tutta la gioia di una intimità perversa ritrovata. Era davvero felice di essere tornata a letto con loro, tutti assieme, tutti come un unica famiglia, senza distinzioni di importanza. Questo rese i suoi baci ancora più caldi ed eccitati, la sua bocca sembrava sciogliersi e le cosce parevano voler intrappolare le dita della sua maestra dentro di sé così da non rinunciare mai a quel perverso e possessivo tocco. Proprio quando stava per lasciarsi andare e abbandonarsi completamente alla lussuria, come se potesse avventarsi ancora di più su quella verga irresistibile, avvenne qualcosa di imprevisto. L'energia di Iceringer cambiò del tutto, cogliendo di sorpresa sia lei che Nariko, tanto che la strega anziana interrogò la sua protetta alla ricerca di risposte, ma dallo sguardo ingenuo e stupito di Syndra era facile intuire che lei non c'entrasse proprio nulla. Possibile che fossero già riuscite a risvegliare qualcosa in lui con così poco? Difficile da credere ma... una versione piacevole di quello che stava succedendo. Perché spezzare la magia, dopotutto? Forse non erano le incandescenti fiamme che la spada di Iceringer gli aveva donato in passato, ma di sicuro era un buon segno, quindi perché scoraggiarlo? Allargò un sorrisetto malizioso appena Nariko commentò la scoperta e anche lei avrebbe voluto dire qualcosa di tagliente, ma non ci riuscì perché la sua maestra la costrinse a serrare denti e gambe con quella presa perversa, tirandola a forza contro l'erezione di Iceringer. Piuttosto che un verso di disappunto, le sfuggì un lungo gemito di piacere che riempì le dita della sua adorata maestra di succhi di strega carichi di energia perversa, e appena si ritrovò davanti la verga del ragazzo, seppellita in mezzo ai suoi seni, le sfuggì un sospiro caldissimo, a dir poco innamorato. Da lì forse Ice non poteva vederla, ma Nariko avrebbe visto chiaramente le pupille di Syndra trasformarsi in un paio di cuori perversi impazienti di assaggiare quella delizia carica di energia misteriosa.
    Ooooh... è irresistibile! Lo sento che pulsa, ha un'energia tutta nuova... che meraviglia!
    Non riuscì a trattenere l'entusiasmo e dopo aver appoggiato delicatamente le mani sui suoi stessi seni, serrò le braccia intorno ad essi per serrare l'abbraccio intorno alla verga, offrendoli poi alla sua maestra mentre teneva la punta della lingua fuori dalle labbra, impaziente di prendersi la sua parte. Prima di fare la sua mossa, rimase pressoché incantata dall'entusiasmo perverso di Nariko, che non si accontentò affatto di manipolare Syndra come voleva, ma si prese al tempo stesso sia il seno della sua allieva che la verga del loro campione. Bacino perversi sulle carni di Syndra, alternati con leccate vogliose sulla punta che faceva capolino dal suo petto. Syndra si ritrovò a mordersi le labbra trattenendo i gemiti col volto arrossato, impaziente ed eccitato, quel banchetto era davvero irresistibile e pensò bene che forse anche Iceringer voleva la sua parte... quali sorprese avrebbe serbato loro se lo rimpinzavano a dovere?
    Riesco a sentire il tuo entusiasmo... ti siamo mancate, non è così? Fammi sentire quanto Ice... sono tutta tua...
    Da quella posizione bastò pochissimo girarsi quel tanto che bastava per ribaltare il suo orientamento e portare le gambe intorno alla testa di Iceringer: se si fosse opposto lo avrebbe incoraggiato a farsi avanti con i piedi, afferrandogli la testa e indirizzandolo verso la sua intimità. Si era sdraiata su di lui, facendogli sentire le morbide forme e il liscio ventre su quella muscolatura irresistibile, il tutto senza staccare il seno da quella verga deliziosa o sottrarre alla sua maestra il suo delizioso banchetto. Iceringer avrebbe trovato le carni di Syndra in uno stato a dir poco osceno. fradicie, dilatate, col clitoride gonfissimo e arrossato. Sembrava che quelle labbra lo stessero supplicando di baciarle il più a fondo possibile, pronte a divorarlo per intero. Visto che Ice era leggermente rialzato con le spalle, non sarebbe stato difficile mantenere la posizione senza perdere il ritmo, e più le labbra del ragazzo l'avrebbero fatta gemere, più i suoi sospiri avrebbero mosso quel morbido seno sulla sua verga, facendolo godere. Conscia di aver fatto la mossa giusta, Syndra lanciò un sorriso furbetto verso la sua maestra, che non lasciò assolutamente in disparte visto che abbassò il capo per unirsi a lei.
    Quel bacio che mi hai dato prima... non mi è bastato. Voglio che mi baciate ancora... entrambi... insieme...
    Fissando dritta negli occhi Nariko, Syndra avrebbe lentamente spalancato la bocca, allungando la lingua il più possibile senza fare nulla per trattenere la densa saliva che sarebbe crollata tra i suoi seni e la verga del ragazzo. Invitò Nariko a farsi avanti e quando entrambe sarebbero state al cospetto di quella verga scarlatta, l'avrebbe baciata di nuovo senza trattenersi. La lingua della sua allieva sarebbe stata carica di energia magica di Umbra, irresistibile per la sua maestra, lo fece apposta perché voleva sentirla gemere, attratta da lei, e stuzzicarla a darle quanto più piacere possibile. Sapeva che Nariko poteva usare ogni genere di perverso trucco per farla godere, ed iniziò a caricare di energia anche i suoi seni, per ingrossarli, così da offrirle una tavola molto più che imbandita.
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    Era bastato davvero poco per stuzzicare la parte più sadica e perversa di Bowen, e Raiko non se ne pentì un solo istante perché era esattamente quello che voleva, e ciò di cui aveva bisogno: un legame forte, intenso, duraturo, mettere una connessione decisiva tra le loro energie era una questione di vitale importanza e non potevano assolutamente permettersi di fallire. E poi quello non era solo il modo migliore per stabilire un legame... ma anche il più bello per entrambi. Adorava sentirlo spingere, gridare e pulsare come un disperato, aveva preso quella missione molto sul serio e Raiko fece di tutto per assisterlo. Non che le risultasse difficile... stringere tra le mani quel culetto delizioso era davvero una tentazione irresistibile e Raiko pur non riuscendo a schiaffeggiarlo lo strinse, artigliandolo con le unghie come se volesse strapparglielo via, scivolando verso l'interno del suo orifizio come se potesse tirare fuori altro sangue ribollente da pompare dentro quel cazzo vigoroso. Una tortura per i suoi polmoni, ma un paradiso per i suoi sensi, e Raiko era ben addestrata a trattenere il respiro a lungo, non le importava di spingere le sue capacità al limite, specialmente se poteva gustarsi tante sensazioni tutte assieme. Sprofondò con le dita e tirò la bocca verso di lui il più possibile, strappandogli quell'orgasmo come se volesse rubarlo perché suo di diritto, e quando finalmente sentì quella voce esplodere inarcò la schiena come a volergli offrire il suo prosperoso seno e serrò le labbra in modo da non perdere nemmeno una goccia. In un primo momento si abbandonò completamente alle spinte e alle pulsazioni, dandogli la possibilità di spezzare finalmente quel collare come se fosse un contratto da suggellare. Appena percepì lo schiocco, la gola di Raiko si strinse ed iniziò ad accompagnare l'orgasmo di Bowen non solo con i movimenti ma anche con la gola stessa, come se stesse cercando di inghiottire quella grossa mazza di carne assieme a tutto il suo succo. Nemmeno per un istante lasciò la presa di quel delizioso culetto, affondando le dita e stuzzicandolo con sapienti massaggi per poter spremere fuori ogni singola goccia del suo piacere maschile. Mugugnava ad ogni affondo, ad ogni fiotto bollente, lo sentiva scorrere dentro di sé e contorceva le gambe per tentare di trattenere i suoi di umori. Se le cosce di Raiko non fossero state una diga serrata, probabilmente sarebbero schizzati ovunque, perché anche in quello stato le lenzuola si impregnarono completamente della sua femminilità trasformandolo in un'oscena piscina dentro la quale sia lei che Bowen avrebbero presto sguazzato. Insaziabile, il demonietto cercò subito di riprendere da dove si era fermato, tornando ad assalire le gambe di Raiko mentre imperterrito spingeva quel grosso cazzo contro la gola di Raiko, impedendole di respirare. La guerriera dovette fare del suo meglio per tirarlo via da sé, non con disprezzo quanto più per potersi riposizionare, visto che aveva oramai il sangue al cervello e il fiato corto. Seppur scacciato però, Bowen avrebbe potuto godersi uno spettacolo decisamente perverso, perché appena la sua verga uscì dalla gola di Raiko questa tirò fuori un profondo sospiro che accompagnò saliva e umori sulla sua faccia. Il volto della ragazza si trasformò in una maschera perversa e quasi umiliante, ma la sua espressione non era stordita: era famelica, tanto che prese a leccare tutto il possibile con la lingua, e dove non arrivava portava le dita sulla faccia per raccogliere tutto e rimetterlo in bocca. Leccava e succhiava le sue stesse dita come se avesse appena finito un pasto delizioso, e tornò a serpeggiare sul letto decisa ad assecondare la richiesta di Bowen.
    Hai deciso che vuoi soffocarmi, Bowen? Sappi che ci sono modi più interessanti per togliermi il fiato...
    Tornò seduta sul letto, ma per poco, usando i cuscini sull'estremità come un comodo trono dove la schiena rimase leggermente piegata e il ventre all'infuori. Schiuse le gambe davanti a Bowen come se fossero un fiore perverso, e con entrambe le mani allargò la sua fica bollente. Le braccia strette in quel modo circondavano i suoi seni, strizzandoli e mettendolo in mostra, turgidi ed eccitati come non mai, e bastò aprire quelle grandi labbra con le dita per far colare fuori in maniera perversa tutti gli umori che fino a quel momento erano rimasti dentro. Un sorriso malizioso si stampò sul volto di Raiko mentre lo invitava a farsi avanti.
    Non me ne priverò... voglio assistere al tuo banchetto... guardami negli occhi mentre usi la lingua...
    A quel punto era veramente sua, non doveva fare altro che prendersi ciò che aveva desiderato fino a quel momento, sempre se fosse riuscito a staccare gli occhi dallo sguardo ipnotico e affamato di Raiko.
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    Poteva essere traumatizzato, stanco e mutilato, ma ad Iceringer il vigore per dimostrare alle sue adorate streghe quanto le amasse non mancava affatto. Non era la prima volta che lo sentiva "gonfiarsi" in quel modo ed era sempre un osceno piacere per lei, che per i ragazzi forzuti, aveva sempre avuto un debole. Iceringer non se ne rendeva neanche conto probabilmente, troppo occupato a preoccuparsi della gestione del suo potere e della sua timidezza, ma bastava davvero poco per attirare l'interesse di una ragazza quando sei così pronto a darti da fare. Non passò neanche un secondo da quando aveva realizzato cosa volevano le sue amanti da lui, e sembrava già pronto a combattere... forse dovevano tagliargli un braccio molto prima se quelli erano i risultati. Bastò uno sguardo verso la sua maestra per farle capire che stavano pensando le stesse cose, e con un sorriso malizioso Syndra prese a carezzare il petto gonfio di Iceringer, e le sue spalle, facendogli sentire il tocco caldo di una strega che poteva attraversare facilmente quelle spesse fasciature. Voleva farlo sciogliere, così per Nariko sarebbe stato molto più facile trascinarlo via, e lei ovviamente avrebbe continuato a spingerlo tenendogli il prosperoso seno intorno alla testa, così che non sarebbe riuscito ad opporre la minima resistenza.
    Non preoccuparti di essere abbastanza... adesso siamo qui, e ci godremo la vittoria, d'accodo?
    Lo lasciò andare solo quando Nariko lo spinse sul letto, e con un movimento fluido quanto una danza a mezz'aria, si adagiò a sua volta tra le coperte sdraiandosi al lato opposto di Nariko, girata verso di lui in modo da fargli sentire il calore del ventre, del petto e delle cosce su di Iceringer. Mentre il sorrisetto malizioso di Syndra si allargava, il suo pigiama si scioglieva in candidi capelli bianchi lasciandola completamente nuda assieme ai suoi partner. Nariko sollevò l'elastico dei pantaloni di Iceringer e subito Syndra si lasciò sfuggire una risatina eccitata mentre la maestra parlava.
    Forse ha sentito il richiamo dell'eroe... due donzelle in difficoltà che hanno bisogno di lui e lui soltanto... come potrebbe non dare il massimo il nostro Iceringer...?
    Il ragazzo aveva bisogno di essere consolato, e in realtà anche loro due si meritavano un bel premio, quindi non gli lasciarono modo né di reagire né di sottrarsi, e presero subito a coccolarlo. Nariko partì per prima con le sue labbra, mentre Syndra gli massaggiò il petto e il ventre, senza mai toccare la sua erezione, godendosi piuttosto i suoi muscoli definiti. Con le labbra si avvicinò al suo volto, respirando sulla gola e sulle orecchie del ragazzo per fargli sentire il respiro caldo e la voce eccitata. Quando Nariko le avrebbe lasciato spazio, anche lei avrebbe cercato le labbra di Iceringer, dandogli baci lentissimi ma sensuali, leccando le sue labbra, la sua lingua e il suo mento, anche quando tornava alla sua maestra, per farlo sentire desiderato. Scese a sua volta con le labbra assecondando Nariko, scambiando con lei qualche sguardo di intesa. Non era eccitata solo per Iceringer: adorava fare quelle cose assieme a lei, e in quel periodo erano state davvero molto distanti rispetto al solito. Syndra si era abituata ad avere un'intimità speciale con Nariko, e ritrovarla in quel modo era il premio migliore che potesse immaginare. Visto che la sua maestra smebrava impaziente di godersi la portata principale, Syndra scese quel tanto che le serviva per poter afferrare le palle del ragazzo, prima solo con le dita, carezzandole impaziente, poi con le labbra, baciandole e leccandole come se stesse cercando un modo per prendersi tutte le attenzioni che voleva. Aprì la bocca per farle scivolare dentro e sentire il suo calore dentro le labbra fu delizioso, tanto che si fece immediatamente golosa e la salivazione aumentata permise alla lingua di scivolare facilmente su entrambe le estremità. Le leccò avidamente per poi iniziare a risalire, deliziata dal turgore del ragazzo, per poi ritrovarsi faccia a faccia con la sua maestra. Un altro sguardo d'intesa, ma stavolta non complice, anzi... predatorio! Si fiondò verso le labbra di Nariko usando come punto di incontro la verga del ragazzo, ed iniziò a baciare appassionatamente la sua maestra mentre leccava la punta di quella verga deliziosa, continuando a massaggiare i testicoli del loro campione sempre più vigorosa, sempre più impaziente. Sentiva il suo corpo scaldarsi, il seno fremere, l'intimità gridare, ma non cedette alla tentazione di toccarsi da sola: aveva due amanti e se li sarebbe goduti entrambi!
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    Fu bellissimo poterli finalmente abbracciare entrambi, e anche se erano malmessi dopo una lunga missione Syndra non risparmiò affatto la forza dei suoi abbracci, perché voleva far capire loro quanto bene gli voleva, e soprattutto che non era più disposta a lasciarli andare. Era stufa che delle inerzie si mettessero tra di loro e i sentimenti che provavano, il loro legame era troppo forte per essere messo in discussione da qualche bastardo con manie di grandezza o eventi disturbanti. Erano forti proprio perché stavano uniti, e si erano sempre rialzati proprio perché ogni volta si erano fatti forza a vicenda. Lei per prima sapeva quanto fosse terribile venire umiliati fisicamente fino allo sfinimento, per questo strinse più forte a sé Iceringer quando provò a confessare ciò che aveva provato e sentito. Non doveva vuotare il sacco se non se la sentiva, ma fu davvero bello per Syndra sentirlo aprirsi senza timori. Gli occhi le si riempirono di lacrime e anche se riuscì a trattenerle si sentiva commossa, e per certi versi anche stupida: era così facile aprire il proprio cuore agli altri e cercare aiuto, mentre lei invece nella sua ingenuità non ci era riuscita in passato. Anche in quella situazione Ice aveva ancora molto da impararle e Syndra gli sorrise, annuendo col capo quando Nariko lo ammonì di non fidarsi di Aluber.
    Aluber era pronto a tutto pur di trasformati nel suo pupazzetto, non devi concedergli il minimo valore: non ha fatto altro che portarti via cose, in tutti i sensi. Non devi niente a lui, né a qualsiasi morale ti abbia inculcato...
    Probabilmente quel mostriciattolo aveva fatto leva sui sentimenti di Iceringer, e sulla sua fragilità, dopotutto prima di entrare nel Labirinto si era sentito tradito, anzi forse era l'unica ragione per cui il dannato Aluber era riuscito ad avere la meglio su di lui! Che odioso... giocare così sporco. Sospirò avvilita, crollando col capo su Nariko in cerca di comprensione, e bastò sfiorarla per percepire la sua gelosia e la sua rabbia. I loro sguardi si incrociarono e capì immediatamente cosa la sua maestra stava pensando: non c'era margine di errore se Iceringer andava in giro col minimo della sua possanza fisica. Anche se al momento, poverino, non dava l'idea di poter fare granché per farle ingelosire. Ma chi prendeva in giro! Con quel faccino poteva conquistare il mondo anche senza tutti e quatto gli arti. Dannato, anche lui...
    Dovrei essere io quella gelosa, ho iniziato un sacco di nuove adepte da quando siamo tornate nel clan e mi sono anche divertita nel farlo, ma Aluber ti ha mostrato solo Nariko! Sono indignata!
    Commentò con una vocina stridula tipica di chi vuole fare i capricci. Lo disse con naturalezza, senza vergogna, non solo perché si fidava di loro ma anche perché voleva dire la sua sull'argomento. Aveva capito perfettamente il discorso di Iceringer, ed era certo che fosse lo stesso anche di Nariko. Forse lui non aveva riti di iniziazione sessuali per chi vuole entrare nei Watchmen, ma molto probabilmente si riferiva più che altro ad eventuali altre visite nel Labirinto dove potevano capitare anche a lui situazioni dove veniva rimpicciolito, o peggio... quindi non volle condannare, né giudicare, disse come stavano le cose senza paura perché quelle erano per lei le persone più importanti, quelle da cui voleva tornare quando al termine di una dura battaglia o di incontri senza sentimenti sapeva di poter ritrovare ciò che chiamava "famiglia". E se quel bastardo di Aluber avesse avuto la faccia tosta di farsi vedere ancora lo avrebbe accusato di avere gusti discutibili. A quel punto però, la sua attenzione venne completamente rubata dalla mano di Nariko sul petto di Iceringer che, come una serpe seduttrice, aveva perso qualsiasi tipo di apprensione, preoccupandosi piuttosto di rivendicare il loro agognato premio. Gli occhi della giovane strega si alluminarono mentre li alzava verso la sua maestra con aria in genere, come a chiederle il permesso, o un più sincero "possiamo davvero?". L'unico dubbio era se Ice non fosse troppo stanco o ferito gravemente, ma a pensarci bene non c'era modo migliore per aiutarlo! Il sorrisetto goloso di Syndra si trasformò ben presto in una risatina maliziosa, e scivolando fuori dal loro abbraccio andò a levitare alle spalle di Iceringer, abbracciandogli il collo da dietro e piazzandogli il prosperoso seno intorno alla testa. Durante la volata aveva abbassato la cerniera del suo pigiama quel tanto che bastava per lasciare i capezzoli a malapena coperti, ed essendo nuda sotto Iceringer poteva godersi tutta la morbidezza del suo corpo senza filtri.
    Ovviamente questa non è una richiesta... se vuoi farti perdonare come si deve, sei obbligato ad accettare le nostre cure...
    Il tono di voce di Syndra si fece più basso man mano che avvicinava quelle carnose e vogliose labbra all'orecchio del ragazzo, facendogli capire che non avrebbe lasciato quella stanza senza dare loro il giusto premio...
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    Mentre le carni di Raiko guizzavano di osceni umori, e la sua gola produceva quei suoni a dir poco osceni e peccaminosi, sembrava quasi che non fosse rimasto nulla della materna e amorevole ragazza che si prendeva cura di tutti e aveva sempre una buona parola per ognuno, soprattutto i suoi compagni in difficoltà. Ma Bowen era connesso con lei, poteva sentire che quella non era altro che voglia, un desiderio perverso da sfogare, e non c'era nulla di maligno. Aveva provato l'oscurità di Evelynn che lo aveva ingannato e umiliato in ogni modo, spingendolo al limite, mentre invece Raiko quel limite voleva raggiungerlo assieme a lui. C'era una grande differenza, ma non significava che quella ragazza non potesse godersi ciò che le piaceva senza freni inibitori. Aveva trovato in Bowen un partner ideale e finalmente sentiva di non doversi più nascondere. Per questo veniva senza vergogna, e succhiava quel grosso cazzo dentro di sé ignorando i suoni che quelle labbra oscene provocavano. Erano la sua sinfonia, e sapeva che Bowen avrebbe partecipato volentieri a quel concerto. E mentre quel canto peccaminoso di piacere carnale si innalzava, i due amanti non perdevano occasione per provocarsi a vicenda, e Bowen stesso non volle trattenere i suoi pensieri proprio come se fossero gemiti, andando ad eccitare ancora di più le fantasie di Raiko. Si lasciò toccare, allargando le braccia il più possibile per potergli offrire i suoi seni, amava sentirli stretti in una presa così possessiva, la faceva sentire desiderata, in tutti i sensi. Poi però si sentì vuota a far vagare quelle braccia nel nulla proprio mentre la sua gola veniva così sapientemente violata. Fu proprio Bowen a darle il giusto suggerimento e senza pensarci due volte, Raiko afferrò prima i fianchi del demonietto e poi con le dita iniziò a stringergli quelle morbide natiche effeminate, non soltanto gustandosi la loro morbidezza ma anche e soprattutto aiutandolo a scandire il movimento spingendolo verso di sé e allontanandolo con fretta per poterlo invitare ancora in avanti. I testicoli si spalmavano sul volto della guerriera senza che lei se ne vergognasse e anzi lei stessa muoveva il capo il più possibile per coccolarli e stuzzicarli, come se stesse coltivando il seme che presto si sarebbe lasciata scivolare dentro. Ma non era ancora abbastanza, entrambi volevano di più e quel collare non era ancora spezzato. Ovviamente Bowen cercava un ulteriore stimolo e Raiko sapeva perfettamente cosa dargli.
    Ahhhh si... è vero... amo il tuo cazzo... mi piace sentirlo scivolare in gola... amo le sue pulsazioni, come se fossero minacce di un orgasmo... voglio sentirlo pulsare mentre viene dentro di me... ma hai ragione tu... quello che voglio veramente... è questo!
    Anche nei pensieri la voce di Raiko era spezzata, e mentre gli confessava ciò che provava, senza mai smettere di ingoiare e leccare quella deliziosa mazza, le sue dita scivolavano verso l'interno, palpando e allargando le natiche di Bowen fino a che, finalmente, non raggiunsero la corolla di carne del demonietto. Forse col senno di poi si sarebbe sentita in colpa, ma in quel momento non poteva immaginare di essere delicata: infilò dentro di lui entrambe le dita medie, non soltanto per allargarlo ma per affondare il più possibile. E mentre le dita scivolavano da un lato, la sua bocca spingeva dall'altro per farlo affondare. Cercò di stuzzicare la parte più profonda di quel culetto per accendere un istinto virile e perverso dentro di lui, avrebbe fatto eccitare quel piccoletto il più possibile in modo da portarlo all'orgasmo che avrebbe strappato una volta per tutte quel collare. Il suono osceno della sua gola che si spingeva verso di lui si mescolò con quello vizioso delle dita che entravano dentro quel morbido pertugio, impazienti di raccoglierne i frutti.
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    Artemis attese in silenzio la seguente proposta, e non poté fare a meno di sgranare gli occhi impressionata di fronte alla qualità di quell'abito, molto simile ad un'armatura, che lasciava libero il corpo della guerriera senza rinunciare all'eleganza. Sembrava proprio il genere di vestito che Desdemona avrebbe apprezzato, ma ciò che la convinse di più fu la sfumatura cromatica che reagiva all'energia di chi la indossava. Artemis si passò le dita della ano destra sulle labbra, chiaramente affascinata, curiosa di scoprire quanto l'oro sulla pelle di Lady Ganon avrebbe sfumato, data la sua energia più unica che rara. Forse il vero dono sarebbe stato proprio quella sorpresa. Anche se si leggeva negli occhi della strega anziana il suo entusiasmo, Artemis volle fare la preziosa, cedendo facilmente al modo di fare adulatorio di Cassandra ma senza cedere per intero. Aveva comunque una posizione da mantenere.
    Non fingerò che la proposta non mi tenti... ti chiedo soltanto di preparare questo secondo abito su un manichino alto almeno quanto me, così che io possa mettermi al suo fianco per osservare quanto bene stanno assieme.
    Il denaro non sarebbe stato un problema, e l'idea di sfoggiare assieme alla sua signora un abito elegante e abbinato era semplicemente perfetta. Cassandra stava toccando tutti i punti giusti, e non solo quelli. Mentre si avviava verso il camerino, Artemis notò il misterioso cappello che spalleggiava la giovane, come se stesse attendendo un comando. Era inerte al momento, ma una strega esperta riconosce uno strumento magico lontano un miglio. Non disse nulla però, lasciandosi guidare verso i camerini dove senza perdere tempo sciolse l'abito fatto di capelli e indossò il vestito che la ragazza aveva preparato per lei. Anche solo dai riflessi del camerino riusciva a comprendere quanto prezioso fosse quel vestito, e quanto finemente lavorato apparisse anche allo sguardo più disattento. Inoltre, alla sua figura quasi eterea, donava un fascino sacro, forse indegno di una Strega di Umbra ma difficile da disprezzare. Quando uscì dal camerino, lo fece avanzando come un generale che si avvicina al campo di battaglia. Era una figura estremamente fiera e carica di carisma quanto di potere in quel momento, non era riuscita a nascondere la sua inflessione da guerriera e perfino quando fu davanti all'abito destinato a Desdemona, mantenne il mento alto, come se fosse pronta a lanciare una sfida. Poi spostò lo sguardo verso uno specchio che potesse contenere entrambi gli abiti, e si immaginò di fianco alla sua signora vestite in quel modo.
    Sublime...
    Commentò tra sé e sé, con un tono di voce troppo alto per passare inosservato. Per quanto seria fosse in volto, la sua soddisfazione era palpabile.
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    Era assurdo pensare che quei due stavano cercando in ogni modo di dirsi scusa con la paura ce l'altro potesse decidere di non perdonarli, possibile che l'amore fosse così complicato per loro? Forse si, magari era Syndra a non rendersene conto, ma sapeva di aver detto le cose giuste perché finalmente li costrinse a sciogliersi. Rimase in silenzio, a gambe conserte sul letto aspettando che uno dei due parlasse, e fu ancora più comico capire che stavano per dirlo assieme, nello stesso momento. Che imbranati! Non sembravano proprio un supereroe e una strega anziana con la fissa per il femdom! Non se la sentì di giudicarli, però, perché Syndra riusciva a comprendere quei sentimenti complessi, e divenne tutto molto più chiaro quando finalmente Iceringer decise di confessarsi, come se dovesse espiare delle colpe. Non sarebbe stato giusto dirgli che non c'era niente di vero, e che non doveva preoccuparsi, perché avrebbe sminuito il suo problema, ma Syndra si ritrovò ad annuire silenziosamente e con il sorriso sul volto, felice che finalmente il ragazzo si stesse alleggerendo di quel peso troppo grande per lui. E non doveva condividerlo con nessuno, doveva solo imparare a tenerlo in equilibrio sulle sue spalle, lasciando spazio anche alle cose a cui teneva davvero.
    Non piangere Syndra, sei quasi una strega anziana, sei più forte di così...
    Mugugnò tra sé fingendo di mantenere una faccia impassibile mentre in realtà due righe di pioggia salmastra avevano iniziato a dividere il suo volto in tre, rendendo la sua voce ovattata. Come faceva quello scemo a dire sempre la cosa giusta nella maniera più stupida possibile? E il bello era che funzionava pure! Vide la sua maestra di ghiaccio sciogliersi come un fiocco di neve al sole, gettandosi tra le braccia del loro campione per potersi finalmente ricongiungere a lui. A quel punto Syndra dovette soffocare le lacrime su un cuscino, abbracciandolo con forza mentre si lamentava che non doveva piangere per nessuna ragione al mondo.
    Oh, per la Luna! Ma che m'importa! Vi amo ragazzi!
    Guizzò fuori dal letto come se le lenzuola fossero onde da infrangere, levitando con i suoi poteri per potersi tuffare tra le braccia di Iceringer e Nariko. Li strinse forte a sé, portando le dita tra i loro capelli mentre posava le labbra prima su uno e poi sull'altro, baciandoli tante volte da perdere il conto.
    Basta con i drammi! Le prossime volte che vi vedrò litigare vi bloccherò sul letto con i miei poteri e tirerò fuori la rabbia a suon di orgasmi! Non vi lascerò più andare!
    Ice e Nariko non dovevano dimenticarsi che avevano cresciuto una piccola pervertita, e con l'aumento dei suoi poteri la cosa era solo peggiorata.
  9. .
    Aveva sempre pensato che portare in gloria la sua squadra, con passo trionfante, lasciandosi alle spalle un campo di battaglia vinto, sarebbe stato epico e appagante. Mentre si stringeva a Nariko tra le lenzuola di quel letto però, Syndra non sentiva proprio nulla di gratificante. Era stato... traumatico: tutto ciò che avevano visto, sentito, provato, si era aggrappato alla sua pelle, alla sua mente, invadendola come un virus, come una malattia. Non stava male fisicamente, non stava peggio psicologicamente, ma sapeva di aver lasciato qualcosa dentro il Labirinto. Una parte di lei. Nariko e Syndra avevano combattuto bene, si erano fatte valere, avevano salvato tutti e avevano sconfitto quel dannato Aluber impartendogli una lezione severa. Allora perché quella sensazione addosso? Non capì, era troppo stanca per farlo, decise di riposare e rimandare tutto ad un altro momento. Forse si sarebbe ripresentato in un futuro lontano. Quanto si sbagliava. Appena la porta iniziò ad aprirsi, si rese conto che Nariko era sveglia. Non si mosse però, perché sentì l'odore di Iceringer. La sua energia era tenue ma non si era spenta, e con essa anche il cuore della sua maestra aveva ripreso a battere. Syndra sapeva di non essere estranea, non era la terza incomoda, loro tre si amavano ma Nariko e Iceringer avevano un rapporto diverso, particolare. Complicato. Non le interessava di capire, non le serviva farlo, sapeva per certo che doveva lasciare che si parlassero... perché anche loro avevano perso qualcosa. Finse di dormire dunque, aguzzando però i sensi e le orecchie così da capire cosa stava per succedere. Iceringer era... diverso. Dannatamente diverso. Non fisicamente, ma piuttosto nella morale. Sembrava avesse perso ogni cosa e, anche se non aveva smarrito la voglia di combattere, di sicuro non poteva più farlo allo stesso modo. Forse si sentiva colpevole perché le aveva attaccate mentre era fuori di sé, forse sentiva il peso del fallimento per non essere stato in grado di salvare Endymion, oppure il fardello più gravoso era la consapevolezza di aver quasi perso le persone a cui teneva per una missione semplicemente impossibile. Quel ragazzo era un vero idiota certe volte... un amabile e irresistibile idiota. Syndra capiva perfettamente come avesse fatto Nariko ad innamorarsi di lui, e in quel momento sapeva che la sua maestra non vedeva l'ora di riconciliarsi a lui. Eppure esitava. Cosa? Perché stava esitando?! Perché anche lei, ferma davanti alla persona che amava, non riusciva a dire niente? Sensi di colpa, paura, dolore... tutte quelle sensazioni. Aluber non era riuscito neanche a scalfirla con tutte le sue risorse, eppure la figura immobile di Ice davanti a lei la stava ferendo come nient'altro al mondo. Com'è fragile il cuore di una strega quando si apre finalmente a qualcuno... Syndra non la biasimava, anzi riusciva a capirla benissimo. Ciò che non riusciva a concepire era quanto quei due fossero bloccati!
    Oh e andiamo! E' tutto qui??? Sul serio???
    Sbottò, guizzando come una fontana appena accesa, saltando fuori dalle coperte quasi lanciandole in aria, alzandosi con il busto mentre le gambe rimanevano in una posizione conserte. A differenza della sua maestra, Syndra indossava una sorta di strano pigiama nero, lungo fino ai fianchi lasciati leggermente scoperti e mettendo in evidenza il suo intimo di pizzo nero, in netto contrasto con l'innocente cappuccio che simulava le fattezze di un drago nero con tanto di corna in peluche. Con le guance gonfie come se fosse pronta a fare i capricci, Syndra puntò l'indice destro verso i due, rimproverandoli stando però ben attenta a non scegliere le parole sbagliate.
    Abbiamo fatto delle cazzate, ok? Abbiamo sofferto... e tanto. Forse più di quanto qualcuno si meriterebbe in una vita sola. Ma siamo ancora qui! Siamo partiti con un ragazzino viziato con manie di grandezza e adesso abbiamo attraversato l'inferno andata e ritorno, e lo abbiamo fatto per stare assieme. Siamo tanto... tanto diversi. Crediamo in cose diverse... vogliamo cose diverse! Eppure siamo qui. Qualcosa dovrà significare, no?
    Man mano che il discorso si affievoliva, faceva lo stesso la voce di Syndra, che da furiosa e sprezzate diventava più mogia e triste, come se stesse per piangere. Tirò su col naso, passandosi una manica di drago morbidosa sugli occhi, per poi fare un ultima, egoistica richiesta.
    Quindi... dai, vi prego, ditevi tutto quello che dovete dirvi. Che può succedere di peggio di quello che abbiamo affrontato?
    Una spassionata richiesta, ma al tempo stesso anche una disperata richiesta di amore. Syndra era pazza di quei due e di ciò che rappresentavano non solo per lei, ma per loro stessi. Finché non si chiarivano, finché non trasformavano quella sofferenza in amore, non si sarebbero mai liberati. E con loro, neanche lei.
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    Raiko non lo privò neanche un secondo del suo spazio, non restando immobile ma quasi, sospirando impaziente mentre lo fissava negli occhi come poteva, ricambiando i mugugni che le loro gole si lasciarono sfuggire quando le lingue si unirono in quel bacio perverso, se così si poteva chiamare, e ogni istante in cui Bowen ribadiva quella promessa lei ansimava, forte, senza vergogna, allargando meglio le guance con le dita, spalancando la bocca il più possibile, agitando le gambe per nascondere l'impazienza. Il volto era rosso, ma non per la vergogna, era vermiglio di eccitazione e c'era solo un modo per alleviare quella fiamma perversa. E Bowen conosceva benissimo la risposta. La penetrazione fu molto più intensa di quello che Raiko potesse aspettarsi, e lei stessa contribuì a dargli manforte perché già da quando la cappella iniziò a scivolarle sulla lingua la gola della guerriera stava già contorcendosi come se stesse ingoiando un grosso boccone, avvolgendo quella mazza in un abbraccio a dir poco osceno. Non si lasciò scoraggiare né dalle dimensioni né dalla presa impaziente di Bowen che le afferrò il seno, anzi inarcò la schiena come a volergli offrire quelle montagne della lussuria mentre mugugnando si spingeva con la bocca verso di lui, incoraggiandolo ad entrare. Ogni centimetro della sua gola che si allargava era un vero e proprio passo verso il paradiso, e il piccolissimo momento di perdizione prima che Bowen uscisse e affondasse di nuovo con forza fu semplicemente l'anticamera verso la lussuria più totale. Bowen avrebbe visto chiaramente la fica di Raiko zampillare di umori con un vistoso e intenso fiotto appena quella cappella sbatté nella parte più bassa della sua gola, accompagnata da un mugugno che dire osceno non sarebbe stato abbastanza. Le era bastato prendere in gola quel grosso cazzo e trasformare la sua bocca in una fica per raggiungere un primo, incontrollabile orgasmo, e a giudicare dal turgore dei capezzoli che diventavano marmo tra le dita del demonietto, non ne era sazia. Per quanto le fosse possibile, Raiko assecondò i movimenti di Bowen, così che ogni singolo movimento fosse un affondo deciso e più forte degli altri, per quanto si impegnasse, non riusciva a prendere fiato ma non le importava perché non era di ossigeno che aveva bisogno in quel momento. Voleva le sue mani, le sue grida, la sua carne, e per quanto risultasse uno sforzo prendere tutto il suo cazzo in gola Raiko non si fermò neanche quando la saliva che colava densa dalle sue labbra le imbrattò il naso e gli occhi, coprendola con una maschera di pura oscenità. Quando Bowen si fece avanti come a volersi tuffare sulla sua fica, le mani di Raiko si piazzarono sul suo petto, frenandolo.
    Non puoi averla... hai promesso... dovrai prima spazzare il collare... e poi sarò tutta tua...
    Bowen sentì quella voce perversa e spezzata dal piacere rimbombargli nella testa, e fu come se gli occhi violacei e intensi di Raiko fossero davanti a lui, intenti ad ipnotizzarlo. La gola della donna però era completamente occlusa e al di fuori della piacevole danza delle corde vocali che accompagnavano i gemiti, non produceva nessun suono che somigliasse ad una parola.
    Sei sorpreso? Forse hai scordato perché siamo qui davvero... adesso stiamo iniziando ad unirci, e puoi sentire quello che voglio dirti anche se non posso usare la mia voce... puoi sentirmi godere anche mentre mi fotti la gola...
    La voce oscena e perversa di Raiko si unì a quell'orchestra di suoni perversi, costringendolo a concentrarsi su una cosa sola. Raiko si portò una mano sull'affusolato collo, stringendo la presa intorno al collare. Bowen aveva una missione e non poteva assolutamente dimenticarsene.
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    Proprio mentre si godeva quell'inebriante debolezza dopo l'orgasmo, Bowen si sarebbe sentito spingere via violentemente, come se Raiko volesse cacciarlo dal letto, offesa, tradita, indignata. Fu davvero un gesto improvviso e senza spiegazioni, che fece cadere il demonietto a terra tanto brutalmente che se non fosse stato per il tappeto probabilmente si sarebbe fatto anche male. Invece cadde sul morbido, tosto abbastanza da costringerlo a riprendersi, e magari iniziare a porsi qualche domanda. Perché Raiko lo aveva respinto? Non le era piaciuto? No, non poteva essere così: aveva sentito ogni singolo mugugno eccitato mentre si gustava quell'orgasmo, aveva percepito chiaramente le labbra e la lingua chiudersi intorno a lui mentre quel caldissimo seme le scorreva in bocca. I suoni prodotti dalla gola di Raiko erano stati a dir poco osceni mentre beveva tutto quel seme maschile cercando di perderne il meno possibile, le braccia che serravano i seni intorno a quella virilità testimoniavano chiaramente quanto in realtà fosse invaghita di tali sensazioni, e non trattenne neanche un gesto o un movimento che avrebbe potuto dare piacere anche a lui. L'abbraccio di quel seno enorme, la frizione dei capezzoli turgidi su quel fisico perfetto e muscoloso, per quanto minuto riusciva ad eccitare a non finire quell'oscena creatura che spasmodicamente si sfregava contro di lui come se volesse mungere anche l'ultima goccia di quel seme. Non aveva mai smesso di fissarlo negli occhi, con quello sguardo pieno di perverso desiderio, luminescente di un viola a dir poco maledetto e dannato che sapeva fin troppo di sesso e desiderio. Allora perché lo aveva spinto via in quel modo?
    E' una promessa?
    Se avesse alzato lo sguardo, Bowen avrebbe assistito agli ultimi istanti di quel lento riposizionamento che Raiko aveva eseguito mentre lui cadeva a terra, ancora una volta come una perversa serpe che cercava in ogni modo di incantarlo. Era scivolata sulle lenzuola del letto per avvicinarsi a lui, muovendosi in una sensuale spirale dove aveva messo in evidenza ogni forma del suo corpo, dalle sinuose gambe che danzavano sul letto ai prosperosi seni che si schiacciavano su di esso. Il respiro eccitato di Raiko somigliava decisamente al canto di una sirena che voleva a tutti i costi attirare l'attenzione del demonietto su di sé. Al termine di quella danza i piedi di Raiko la spinsero verso l'esterno, in modo che la lunga coda ricadesse a terra mentre lei, pancia in su, lasciava ricadere spalle e testa verso il basso. Tornò ben presto a fissarlo mentre oltre l'osceno spettacolo dei suoi seni turgidi ed eccitati si accavallarono le gambe in una posizione a dir poco lasciva, come se stesse cercando di mettere in evidenza ogni singolo lato di sé. Non smise mai di fissarlo, anche se lo guardava al contrario, perché i suoi occhi in quel momento non cercavano di certo un volto... ma solo quel grosso cazzo che Bowen portava in mezzo alle gambe.
    Se lo tiri fuori prima di aver spezzato il mio collare... non ti perdonerò mai...
    Le parole si deformarono per colpa degli indici di Raiko che si infilarono tra le sue guance, spalancando la bocca il più possibile, così da mostrargli il suo obbiettivo. La lingua di Raiko scivolò sul labbro inferiore e il mento per poi iniziare a muoversi in maniera lenta e sensuale. Un vapore caldissimo le sfuggiva dalla gola calda e spalancata, vogliosa di essere presa. Sembrava a tutti gli effetti una fica grondante di umori, e se non fosse stato per i versi eccitati di Raiko probabilmente Bowen sarebbe anche riuscito a sentire i suoni perversi provocati dalla fame della ragazza, che in quel momento tutto sembrava meno che una guerriera. Ma non le importava: ciò che desiderava era solo godere, e farlo insieme a Bowen. Il tanto agognato Bowen...
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    La risposta della giovane oltre il bancone strappò un sorriso malinconico sul volto di Artemis, che abbassò il capo e chiuse gli occhi per un istante, come se stesse rivangando piacevoli ricordi. Apprezzava molto il suo approccio: era evidente che faceva il suo lavoro con grande passione, e qualsiasi dettaglio che la aiutava a migliorarlo diventava automaticamente parte della sua ricerca. Artemis si sentì fortunata, e volle condividere un suo pensiero che forse alle orecchie della giovane sarebbe stato un delicato complimento.
    Quale donna non è una guerriera, a modo suo?
    Portò le braccia in posizione conserte sotto al proprio petto, circondando i gomiti con le mani assumendo una posa più comoda e pensierosa, affidandosi alle abili conoscenze di Cassandra per il giusto consiglio. La prima proposta riuscì immediatamente a colpire Artemis visto che non le propose qualcosa di banale ed elegante, ma andò subito verso abiti che potevano essere usati anche in combattimento, ed erano rifiniti con materiali pregni di possanza magica, perfetti per una strega. La ragazza aveva intuito.
    Meraviglioso, non nego di esserne stata immediatamente affascinata... il rosso e l'oro stanno molto bene sulla sua pelle scura, e metterebbero in risalto i suoi capelli di fuoco, ma temo che questo abito sia decisamente troppo minuto per lei... forse potrei indossarlo io, ma le differenze nella nostra costituzione sono piuttosto... evidenti.
    Commentò con una punta di malizia e di ironia mentre accennava un sorriso nascosto dietro le delicate dita che si erano posizionate davanti alle proprie labbra. Non lo disse né con vergogna né con invidia: sotto quegli abiti eleganti Artemis celava il fisico di una guerriera, e non aveva nulla da invidiare alla sua principessa. Tuttavia, in quanto ad altezza e massa, erano molto diverse, e anche questo faceva parte del fascino di Lady Ganon. La mano che aveva usato per nascondere il suo sorrisetto scivolò verso il capo, sfiorandolo con grande attenzione sulle scaglie di drago, senza rovinarle né stringerle troppo, ma assaporandone la fattura.
    Mostrami altre scaglie, quelle che ho davanti sono di grande qualità...
    Le Streghe di Umbra possono utilizzare i loro capelli per replicare qualsiasi tipo di indumento, in consistenza e dimensioni, ma imitare le scaglie di drago era estremamente difficile e quasi mai si otteneva un risultato degno di questo nome. Non a caso, molte streghe in passato avevano utilizzato incantesimi per ottenere corna di drago da utilizzare come potenziamento per la vestizione dei capelli di Umbra, pertanto era un tipo di vestiario molto ambito. Cercando la misura giusta e puntando su quel tessuto magico, Artemis era certa di poter far centro, e Cassandra sembrava la ragazza giusta per poterla aiutare.
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    Artemis accettò la lusinga senza troppe moine, né dire nulla, chinando il capo di lato con un'espressione serena e compiaciuta, donandole un sorriso che sapeva di malizioso, riaprendo lo sguardo direttamente verso di lei come se volesse fulminarla con la sua bellezza. Una strega di Umbra non rifiuta mai un complimento del genere, e se la ragazza davanti a lei apprezzava davvero il suo fascino, allora avrebbe accolto quel sorriso come un dono. Si accorse subito di avere lo sguardo della ragazza fisso su di sé, e non lo trovò minimamente fuori luogo, anzi: apprezzò senza nascondere la sorpresa quanto la giovane di fronte a lei fosse dedita al suo lavoro, e quanto abilmente stesse già prendendo le misure su di lei. Fatica sprecata, avrebbero detto molti, visto che Artemis non era lì per compiacere sé stessa, ma la diceva lunga sulla capacità di concentrazione di quella ragazza. Non era una sarta come tutte le altre, e prima ancora di scoprire qualcosa di interessante su di lei, era già riuscita a fare colpo.
    A dire la verità, non sono qui per me.
    Commentò sciogliendo lo sguardo analitico e portandosi una mano sul cappello, in modo da toglierselo per poterlo adagiare delicatamente su di uno dei manichini della sartoria. In questo modo scoprì i suoi lunghi capelli d'argento e non dovette più nascondere il suo sguardo, incrociando quello della ragazza mentre si faceva sempre più vicina. I movimenti di Artemis erano lenti e sensuali, misurati addirittura, sembrava quasi che stesse facendo di tutto per affascinarla. E non era sbagliata come impressione: istintivamente la strega anziana la stava mettendo alla prova, la giovane di fronte a lei era riuscita ad attirare la sua attenzione.
    Ho intenzione di fare un dono ad una persona a me cara... un'amica, no forse anche di più... una sorella senza ombra di dubbio. Voglio regalarle qualcosa di unico che possa indossare con comodità tutti i giorni e con eleganza nelle occasioni speciali. Lei è molto diversa da me... ha una delicatezza unica, invisibile allo sguardo, non è come un fiore ma come una spada affilata. Immagino di averti confusa con questa descrizione, ma ti aiuta a capire quanto per me sia difficile trovare il dono giusto, motivo per cui sono giunta fin qui.
    Portò entrambe le mani sul bancone, allargando le dita e lasciando i palmi schiacciati sulla superficie, mentre si spingeva in avanti con le spalle quasi come se volesse scavalcare quella piccola barriera che le separava per saltarle addosso.
    Il mio nome è Artemis, e se mi aiuterai, avrai la mia gratitudine...
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    Ogni sforzo di Bowen che accompagnava quella verga il più in alto possibile, veniva accompagnato da bassi e impazienti mugugni della guerriera che a stento riusciva a resistergli, respirando con la bocca aperta, impaziente, assimilando tutta la sua essenza come se stesse cercando disperatamente un palliativo, una consolazione, ma dal modo in cui le gambe si serravano sfregandosi in ogni maniera possibile era evidente che non sarebbe riuscita a trattenersi ancora a lungo. Ma non voleva essere frettolosa, quel momento andava goduto come se fosse un prezioso premio, e abbandonarsi semplicemente alla carne senza senso non avrebbe raggiunto nulla, né la goduria né la buona riuscita di quel rituale. Anche se si stavano decisamente divertendo, non potevano scordare il motivo per cui si trovavano nudi su un letto intenti a scambiarsi quanto più potere possibile. E mentre Raiko si tormentava con quei pensieri impazienti, Bowen cedeva del tutto alla voglia, gridando senza nascondere i suoi desideri, invitandola a dare forma a quella voglia che entrambi condividevano, e che Raiko aveva a malapena assaggiato con le labbra e con la lingua, impaziente di divorare quel demonietto proprio come lui la invitava a fare. Continuò piuttosto a stuzzicarlo, massaggiandogli la cappella e leccandola appena, godendosi il piccoletto che serrava sempre di più i muscoli e muoveva il bacino per scoparle quelle tette il meglio possibile. Non le importava di cedere, doveva resistere il più possibile, ma non aveva messo in conto quanto debole potesse essere Bowen in confronto a lei. Prima ancora che potesse rendersene conto, quella verga le stava già di nuovo schizzando addosso del seme caldissimo, cogliendola tanto di sorpresa che Raiko dovette spalancare la bocca e immobilizzarsi un momento. Fiotti bollenti le raggiunsero le labbra e iniziarono a schizzare in giro, tanto che le venne spontaneo piantare un dito sopra a quell'uretra spalancata, ottenendo un risultato discreto che tuttavia inondò il ventre del demonietto e i seni della guerriera con quell'orgasmo inaspettato. Raiko rimase a bocca aperta i primi secondi, ma mentre il seme di Bowen scivolava sulle sue labbra e sulla sua lingua non riuscì a resistere alla tentazione, chiudendo le labbra per poterlo ingoiare rumorosamente e con ampi movimenti della bocca. Un lungo gemito di piacere la assalì e mentre gli occhi diventavano sempre più brillanti spalancò di nuovo la bocca mostrando quanto fosse calda e piena di umori. Non gli avrebbe lasciato il tempo di riprendersi, lo avrebbe domato a modo suo. Senza dirgli nulla allargò la bocca così da poterlo prendere tutto tra le sue labbra, leccandolo avidamente a partire dalla punta e sciogliendosi verso le sue palle, fino a che la carne di Bowen non fu completamente per metà dentro di lei e l'altra metà stretta tra i suoi seni. Raiko non si limitò solo a chiudere le labbra e stringere le braccia che a loro volta trasformarono i seni in una trappola di carne bollente, iniziò anche a succhiare con tutta la forza che aveva in gola come se volesse strappargli altre preziose gocce di seme, rendendo il pompino non solo più intenso, ma anche molto più rumoroso. I suoni osceni provocati da quella frizione erano abbastanza da cancellare ogni altro pensiero, e mentre Raiko muoveva la testa con quella danza mpia non smetteva mai di fissarlo dritto negli occhi, tenendolo intrappolato sotto di sé. Stavolta quell'orgasmo non sarebbe andato in giro, non sarebbe andato sprecato: sarebbe stato tutto per lei.
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    Una strega di Umbra esperta conosce molte arti per incantare le persone che tenta di impressionare, ma una guerriera esperta sa riconoscere anche i suoi limiti, e le proprie mancanze. Tra i molti talenti di Artemis, l'arte non rientrava tra questi e sapeva che per produrre un regalo sentito alla sua principessa avrebbe dovuto affidarsi ad altri. L'avrebbe incantato lei in seguito, utilizzando le sue conoscenze, ma prima di ogni altra cosa il dono andava confezionato. Per mantenere un profilo basso, scelse una sartoria poco conosciuta, rinomata ma senza troppe pretese, avrebbe piuttosto utilizzato le sue doti persuasive per assicurarsi un lavoro eccellente, e degno di una Principessa di Umbra. Non le interessava di certo un nome sfarzoso, visto che in ogni caso avrebbe provveduto lei stessa a rendere speciale il dono. Ma Artemis era una perfezionista, e non si sarebbe accontentata di nulla che fosse inferiore all'eccellenza, per questo avrebbe agito personalmente. Con fare discreto, Artemis avrebbe raggiunto la sartoria in prossimità dell'orario di chiusura. così da avere meno sguardi indiscreti puntati addosso e magari, con un pò di fortuna, avrebbe convinto gli artigiani al suo interno a chiudere le serrande così da essere certa di non venire notata da sguardi indiscreti. In effetti, più che dei suoi possibili nemici, Artemis era preoccupata di essere vista da alleati che potessero notare il suo lato più tenero ed affezionato alle sue consorelle, un lato che non mostrava mai e che non era disposta a rivelare come se fosse un'adolescente innamorata. Indossava un abito molto elegante fatto dei suoi stessi capelli incantati, l'ampio cappello ricadeva leggermente sul suo volto in modo da nascondere la faccia, ma non le carnose labbra decorate da un vistoso rossetto nero. Aveva le mani coperte da dei guanti scurissimi, intonati con i fiocchi sull'abito e le labbra seducenti, ma dopo aver varcato la soglia aprendo la porta delicatamente, iniziò a sfilarli mentre si avvicinava sinuosa verso il bancone. Il passo di Artemis era lento, ma deciso, e muoveva i fianchi come se stesse cercando di attirare l'attenzione su di sé.
    Sono arrivata in tempo? Spero non sia troppo tardi...
    Esordì con tono pacato, ma autoritario, alzando lo sguardo verso la giovane iniziando subito a studiarla con grande attenzione. I suoi occhi chiari, come lune piene, stavano scrutando quella ragazza per capire se fosse talentuosa e degna di portare a termine il gravoso compito che Artemis voleva affidarle.
5984 replies since 19/9/2010
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