Posts written by Poisonwind

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    Il loro orgasmo sarebbe stato come un temporale estivo, violento, inaspettato, potente. Ed improvvisa come era arrivata, sarebbe seguita la calma dopo la tempesta. Barghest si sarebbe ritirata con espressione beata nelle profondità della mente di Alice, lasciando alla sua socia le meritate carezze del drago.
    Ohhh...Eccellenza♥
    Un attimo prima era nel bagno, ed ora in quel che restava della sua stanza da letto, ma per una volta non sarebbe stata spaventata dal cambio improvviso di scenario. Non era stata mangiata, non aveva fatto un bagno nell' oro, era accoccolata tra le membra morbide di Kulvia, sentendosi la persona più protetta al mondo. Era come se il drago le avesse trasmesso un po' di coraggio, si sentiva più pronta, più decisa, avrebbe persino potuto affrontare i bulli...no quello magari no, era meglio lasciar fare ancora a Barghest in quei casi. Ora doveva solo godersi il riposo, e sperare che il racconto del suo Diario fosse decisamente ricco di dettagli piccanti ed interessanti.

    CITAZIONE
    Role conclusa
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    15 secondi (role 1 tiro)

    Lancio dado: 36
    • 1d100
      36
    • Inviato il
      12/5/2023, 17:30
      Poisonwind
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    Amerika avrebbe inclinato leggermente la testa di lato, lanciando al ragazzo uno sguardo obliquo ed interrogativo, come se stesse cercando di capire se stesse dicendo realmente la verità. Non stava considerando l' imbarazzo, il fatto che sfuggisse ad un contatto diretto di sguardi poteva significare che non avesse vuotato del tutto il sacco, forse era troppo presto per essere considerata degna di piena fiducia. Non aveva tutti i torti, dopotutto si erano appena conosciuti, eppure il suo corpo non sembrava farsi problemi a prendere confidenza col suo sedere. Doveva essere lei a fare il primo passo.
    Si. Alastor era...è mio marito.
    Annunciò, come se fosse la cosa più normale del mondo. Rengoku non poteva sapere che in passato, la spada era stata un demone a tutti gli effetti, un essere diabolico che l' aveva sverginata, torturata, seviziata in ogni modo immaginabile, ed infine amata, rendendola di fatto la donna che aveva di fronte adesso. Non sentiva il bisogno di nasconderlo, ed era troppo noioso mentire per farlo. Non avrebbe dato altre spiegazioni, se non di fronte a domande precise, per cui tornò rapidamente a concentrarsi su Rengoku e le sue motivazioni.
    Sai, somigli alla mia matrigna, anche lei aveva ideali simili ai tuoi. In parte li condivido, ma li trovo utopici. Per esperienza personale, non ho mai visto fiori mantenersi puri e profumati per sempre. Alla fine tutti diventano erbacce, chi prima, chi dopo. Io stessa, potrei diventare un fiore maligno da estirpare. Certo, se dovesse succedere, preferirei che a farlo fosse un ragazzo carino come te, Senpai.
    In quella fiera di doppi sensi, ad Amerika non sarebbe sfuggita la sensazione sempre più calda ed umida trasmessa dalla verga del ragazzo, le faceva piacere, per qualche secondo la sua inazione le aveva fatto dubitare che fosse di suo gusto. Rengoku avrebbe gradito un assaggio di quel fiore, prima che perdesse il suo profumo ?
    Se vuoi entrare, a me sta bene. Ma così ti verrà un po' troppo difficile, c'è bisogno di un piccolo aiuto.
    A conferma delle sue parole, Amerika si sarebbe distaccata dal bacino del ragazzo, lasciandolo finalmente libero di respirare normalmente, ma non si sarebbe allontanata troppo, semplicemente si sarebbe seduta sui talloni mentre la gonna lunga del vestito calava sino alla pancia di Rengoku, occultando quello che stava succedendo li sotto. Con la mano libera, avrebbe afferrato il pene eretto del ragazzo, stringendolo tra le dita come se stesse tirando il collo ad una gallina, iniziando a muoverla dal basso verso l' alto, approfittando della lubrificazione naturale per cercare di smuovere quegli spessi strati di pelle e scoprire quel che c' era al di sotto. In contemporanea, avrebbe indirizzato l' asta verso il piccolo pertugio del suo ano, sfiorandolo con la cappella gonfia in modo da stimolarlo, ed iniziare a lubrificarsi lei stessa.
    Con un po' di lozione sarebbe meglio, ma dovrebbe bastare il mio peso per farti entrare. Oh, ma così sembrerebbe che sia io a violentarti...è una cosa che fa guadagnare crediti, Senpai ?
    Alastor stava letteralmente fumando di rabbia, ma non c' era nulla che potesse fare per impedire alla sua perversa sposa di divertirsi un po'.
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    La sua concentrazione sarebbe stata interrotta in maniera improvvisa, sgradevole. Era talmente ossessionata da quella fonte di potere, così intenta a carpirne quel mistero, che non si era minimamente resa conto del nuovo arrivo, nonostante fosse allenata ad avere i sensi sempre all' erta. La voce era ancora piuttosto distante, per cui Barghest avrebbe avuto tutto il tempo di voltarsi lentamente, venendo investita dalla luce sia da dietro che di fronte, rivelandosi in tutta la sua possenza. Un corpo muscoloso alto quasi due metri, dotato di grazie e curve irreali che le donavano eleganza, a malapena contenuto da un paio di pantaloni scuri di taglio maschile, una camicia bianca, slacciata dal colletto sino al terzo bottone in una scollatura più che generosa, inevitabile se non voleva che si strappasse completamente al primo movimento brusco, dato che era a malapena in grado di reggere il peso e le dimensioni del suo seno prosperoso. Portava anche delle scarpe comode e dei guanti privi di dita, sembravano più fatti per il trekking e l' esplorazione, che per la lotta. Una fulgida chioma bionda calava lungo la schiena come un mantello, e persino a quella distanza la ragazzina poteva intravedere che Barghest la osservava con un occhio azzurro ed uno rosso, che pareva infuocato. Tra le mani reggeva quel che sembrava un Diario ed una penna arcaica, dopo avervi scribacchiato rapidamente un ultima nota, l' avrebbe chiuso di scatto e riposto al sicuro dentro la camicetta, tra la scollatura dei seni.
    Ma che...?
    Era stata apostrofata da una voce decisamente potente, per una ragazzina così minuta. Il suo volto poteva apparire giovane come quello di una bambina, i suoi seni anche, ma i fianchi ampi e le coscie ben tornite raccontavano che aveva più che superato la pubertà. Gli occhi ed i capelli sembravano brillare nel verde, come uno smeraldo ancora immaturo ma già più che prezioso.
    Ecco...
    In sincerità, non sapeva cosa rispondere alla ragazza, non sapeva se era una qualche guardiana o un intrusa come lei. Gli occhi saettavano rapidamente verso la distruzione circostante, non sapeva come giustificarla, nè a chi dare la colpa. Molto probabilmente, qualunque cosa avesse raccontato sul suo incontro all' aereoporto e le visioni che ne erano seguite, sarebbe stato inverosimile senza una lunga spiegazione.
    Oh al diavolo ! Si sono stata io, ho sfasciato tutto io !
    Barghest avrebbe improvvisamente iniziato a correre verso la ragazzina. Si trovava appena oltre l' ingresso, perfettamente equidistante tra le pareti e le colonne laterali alla navata del tempio, per cui anche lei si sarebbe mossa seguendo la stessa linea. Distavano almeno 30 metri, ma un combattente con un fisico superiore poteva tranquillamente colmare quella distanza in appena 3 secondi, se non avesse avuto impedimenti. Mentre si avvicinava, il corpo di Barghest sarebbe stato avvolto da quel che sembravano una miriade di esserini minuscoli, simile a piccoli spiritelli elementali, che sarebbero svaniti altrettanto rapidamente, rivelando l' attivazione del suo potere sottoforma di un Armatura, dotata di possenti gambali, bracciali, una gonna ed un pettorale completo, una corona di spine in cima alla fronte che lasciava scoperta unicamente il volto e la testa. L' armatura sembrava molto dura, forgiata sia in metallo che in elementi naturali, rendendo la sua figura persino più possente e minacciosa di prima.
    Quindi ?!
    Non era una pazza, ed in situazioni simili era solita cercare il dialogo. Ma in quel momento aveva ben altre priorità, quella traccia energetica poteva svanire da un momento all' altro, lasciandola priva di risposte a tormentarsi con la sua ossessione. Non aveva tempo per gestire gentilmente ogni interferenza.

    Fisico : In forma
    Psiche : Irritata
    Energia : 80/80
    Potere : Attivo
    La Zanna di Barghest è la reliquia fatata da cui Alice trae il suo potere, si tratta di una spina di un qualche materiale vegetale conficcata in profondità nel suo cuore che risveglia il suo sangue fatato e lo rende portatore di vita. Grazie alla spina il suo sangue è differente dal normale, è semitrasparente,incredibilmente dolce e somiglia vagamente alla linfa degli alberi, come essa è in grado di nutrire e far germogliare le particelle vegetali presenti nel suo corpo. Il risultato è che quando Alice risveglia il suo potere, dal suo petto inizia a ramificarsi e crescere una corteccia candida, decorata con motivi floreali che ricopre quasi completamente il suo corpo ed assume le fattezze di una vera e propria armatura completa, perfettamente adattata alle sue forme prominenti. L' armatura non è solo uno strumento di difesa, è una creatura vivente che nasce, ricresce, sboccia e si modifica nutrendosi della linfa vitale del suo portatore, generando armi, spine, fruste e spore a seconda della tattica adottata in battaglia.

    Livello 1
    -L' armatura può prelevare il sangue di Alice un massimo di 5 volte prima di mandarla in uno stato di anemia.
    Quando è in anemia la forza e la velocità di Alice sono ridotte del 90 % per i prossimi 5 turni.
    -Ogniqualvolta Alice attiva una tecnica può donare il suo sangue all' armatura per potenziarla con un bonus del 25 %.
    - L' armatura si divide in 7 parti (Corona,pettorale, gonna, 2 gambali, 2 bracciali) Ogniqualvolta una parte risulta danneggiata Alice può utilizzare una carica del suo sangue per ripristinarla completamente nell' arco di 3 turni.
    Le parti ripristinate risulteranno leggermente più resistenti al tipo di danno che le ha distrutte in precedenza.
    -L' armatura ha una resistenza inferiore al ferro.

    Note : Diario Personale nell' equipaggiamento (tra i seni).
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    Avrebbe voluto contenersi, la reazione involontaria sarebbe stata di portare le sue mani tra le gambe o sui seni, cercando di contenere in qualche modo quel flusso incontrollato, ma l' unica cosa che avrebbe ottenuto, sarebbe stata di far affondare ancora di più le corde d' oro dentro la sua pelle. Sapeva che i suoi fluidi erano un afrodisiaco naturale, non avrebbero fatto altro che incitare ancora di più il drago, come se stesse tirando bocconi di carne fresca e sanguinolenta ad un branco di iene affamate. Eppure non riusciva, anzi, non voleva affatto contenersi, abbandonando del tutto gli onorifici ed i suoi rigidi precetti militari , sentendosi completamente libera di perdersi in quella passione, allo stesso tempo dolce, violenta e soverchiante.
    Aaaah siiii ♥! SI ! Sono tutti tuoi Kulvia ! Ogni mia goccia di latte, ogni mia goccia di sangue sono tuoi ! Urlava senva ritegno. Non aveva più controllo dei nervi, dei muscoli, degli spasmi incontrollati del suo bacino, che pulsava all' unisono con quella verga, provava a contarsi e stringerla vanamente, mandandole di continuo segni di dolore e piacere.
    Ancora peggio, la belva sembrava raccogliere l' invito della pioggia, una nuova e pericolosa sensazione avrebbe iniziato a farsi strada dal corpo di Kulvia sino a raggiungere il suo. Il potere del drago iniziò ad attraversarla come una corrente elettrica, vincendo senza difficoltà la resistenza del suo potere fatto di vento e natura, teoricamente ottimo per contrastarla, ma in quel momento totalmente inutile di fronte all' avanzata del piacere. Quella potenza minacciava di friggerle il cervello, in un eccesso godurioso onirico e delirante, sufficiente a far perdere la ragione a chiunque non fosse dotato della volontà ferrea del Cavaliere. Anche se il suo in realtà, non era un nobile ideale, piuttosto egoismo. Svenire significava cedere la palla ad Alice, e Barghest al momento non aveva alcuna intenzione di condividere quel piacere con chiunque al di fuori di Kulvia, men che meno con la sua Socia. Grazie alla loro unione mentale, Kulvia poteva capire esattamente cosa stesse provando Barghest e sentirne il riflesso sul suo corpo, amplificandone ancora di più il piacere che generava il suo pertugio strettissimo. Ogni scossa, generava una contrazione di ogni singolo muscolo della Fae, sia interno che esterno, era come se il suo corpo voluttuoso danzasse in ogni sua cellula al ritmo indiavolato del drago. Persino il suo potere iniziava a finire fuori controllo, parti di corteccia ricoprivano zone casuali della sua pelle, finendo in briciole alla successiva contrazione per poi rigenerarsi nuovamente come in un ciclo infinito. Nel mentre, il suo vento aveva iniziato a spirare con forza crescente attorno alla coppia, avvolgendole in un turbine gentile che sembrava vagamente rosato, carico di profumi, come un tornado di petali floreali.
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    La confessione di Rengoku, sembrò accendere una scintilla di curiosità nell' espressione neutra di Amerika. E così quel ragazzo era un assassino, e non aveva alcun problema ad ammetterlo. Che non provasse rimorsi non la sorprendeva più di tanto, ma ciò che la incuriosiva era se avesse provato piacere a farlo. Probabilmente era per quello che veniva chiamato "mostro". Ad Amerika non balenò neppure lontanamente l' idea che fosse in spregio al suo aspetto fisico, aveva visto cose ben più orripilanti. Senza cambiare posizione, aveva assunto un aria vagamente pensierosa, socchiudendo gli occhi e portandosi un dito alle labbra mentre rifletteva sulle parole del ragazzo, un gesto molto più sensuale e meno innocente di quel che credeva.
    Quindi...la Gakuen punisce chi uccide, anche se per una giusta causa ? Ti ringrazio per questa informazione, dovrò tenerla a mente. Oh scusami, ti sto schiacciando la pancia, mi sposto subito.
    Com' era prevedibile, Amerika avrebbe preso alla lettera la richiesta e si sarebbe semplicemente spostata un po' indietro, strusciando sul suo bacino senza abbandonare la posizione seduta sopra di lui. Effettivamente, trovava il corpo di Rengoku piuttosto comodo e la sua pelle spessa piacevole al tatto, forse solo un po' pungente nei punti in cui era cucito dalle graffette. Ma quello non era l' unico stimolo che stava provando. Facendosi indietro, avrebbe chiaramente avvertito il pene eretto del ragazzo, teso e duro come un tronco d' albero. La verga si era parzialmente insinuata nello spacco tra le sue natiche a forma di pesca, divaricandole leggermente e trasmettendole una sensazione di calore crescente. Nel frattempo, l' espressione di Amerika si sarebbe fatta improvvisamente seria.
    Sentì un po', ora che stiamo entrando in confidenza puoi dirmelo. Hai parlato di punire chi se lo merita. Per caso vuoi diventare Akira per poter esercitare la tua Giustizia ?
    Amerika era nuova di quella città, non aveva conoscenze dirette, per lei tutto ciò che riguardava Akira assumeva i contorni della leggenda. Per quello, voleva capire cosa spingesse dei ragazzi così giovani a lottare e competere tra loro, e poter colmare il vuoto e la posizione che aveva lasciato vacante.
    Secondariamente, stai bussando al mio ingresso posteriore perché sono una donna sposata ? Molto educato da parte tua.
    Nel tono di Amerika non c' era la minima traccia di sarcasmo, solo uno strano modo di interpretare con ordine le priorità. Alastor invece sembrava avere ben chiari in mente i propri obbiettivi. Lo spadone aveva iniziato ad emettere spasmi e contrazioni muscolari, apparentemente involontari. Ma Rengoku poteva intuire come non fosse affatto così, e che l' arma aveva una gran voglia di saltargli alla gola.
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    Amerika l' ho pensata con un tono di voce bassissimo, quasi sussurrato e molto poco emozionale, quasi atono. Mi ispiro a Tomori Kusunoki, la doppiatrice di Makima di Chainsaw Man. Mi piace molto il suo modo di parlare estremamente lento e calmo, quasi ipnotico e senza variazioni, con pochissime differenze sia che stia provando a sedurti o ti stia minacciando di torture tremende. E' un personaggio che nonostante la giovane età, ha già avuto tantissime esperienze al limite, è molto difficile che qualcosa la turbi, la spaventi o la faccia vergognare. Non significa che sia priva di sentimenti o umorismo, ma reagisce con lacrime o risate solo di fronte a qualcosa di davvero significativo.
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    Tiri per Amerika
    Un nemico dal passato (role 1 tiro)
    15 secondi 2 3 (role 3 risposte 3 tiri)
    She was cursed, he was eager (operazione 3 tiri)
    Lancio dado: 33
    • 1d100
      33
    • Inviato il
      8/5/2023, 23:58
      Poisonwind
    Lancio dado: 24
    • 1d100
      24
    • Inviato il
      8/5/2023, 23:58
      Poisonwind
    Lancio dado: 54
    • 1d100
      54
    • Inviato il
      8/5/2023, 23:58
      Poisonwind
    Lancio dado: 5
    • 1d100
      5
    • Inviato il
      8/5/2023, 23:58
      Poisonwind
    Lancio dado: 75
    • 1d100
      75
    • Inviato il
      8/5/2023, 23:58
      Poisonwind
    Lancio dado: 53
    • 1d100
      53
    • Inviato il
      8/5/2023, 23:58
      Poisonwind
    Lancio dado: 86
    • 1d100
      86
    • Inviato il
      8/5/2023, 23:58
      Poisonwind
  9. .
    Dopo il primo contatto avvenuto in aereoporto, Barghest era stata come contaminata da quell' energia arcana e selvaggia. Non corrispondeva a niente che avesse mai affrontato in precedenza, non ai sortilegi della sua matrigna, neanche alla magia dei Fae o al potere dei draghi Felgrand. Era qualcosa di nuovo, ossessivo, che le si era insinuato sottopelle e si manifestava nei modi più disparati. A volte lo sognava, risvegliandosi improvvisamente col fiato corto di chi avesse inseguito a lungo qualcosa senza riuscire a raggiungerlo. A volte lo bramava, come un desiderio che si placava solo con la velocità, gli spazi aperti ed il soffio del vento sul suo corpo. Quando montava su qualcosa, qualunque mezzo fosse, sia un auto , una moto o una bestia, si sentiva appagata solamente quando lo spingeva al limite delle sue possibilità. Era forse impazzita completamente ? Cosa le stava succedendo ? Aveva provato a rivolgere alla sua Socia quelle domande, ma il Diario non le aveva dato alcuna risposta utile. Il suo alter ego Alice, non aveva la minima idea di quel che stava provando a spiegarle. Nemmeno lei riusciva a capire fino in fondo la sua ossessione. Con il tempo sembrava peggiorare, ed in più si era aggiunta la sgradevole sensazione di sentirsi osservata, come se si trovasse nella gabbia di un recinto pronta ad essere esaminata. Quando si stava avvicinando al punto di impazzire, un indizio si sarebbe palesato improvvisamente, sottoforma di una lettera anonima. Poteva essere una trappola, ma aveva la sensazione che sua madre non centrava nulla con tutto questo, per cui si sarebbe sentita piuttosto sicura a seguirlo, famelica di risposte alle sue domande. Non le piaceva che un terzo party entrasse nella sua testa già sin troppo affollata, era una questione che doveva risolvere il più in fretta possibile.
    L' indizio l' avrebbe guidata verso un tempo piuttosto popolare e non troppo nascosto, indagando ulteriormente aveva scoperto che si trattava di una meta di peregrinaggio piuttosto comune per i mistici, per cui aveva deciso di avvicinarsi nottetempo in modo da evitare incontri desiderati. Inizialmente ebbe timore di perdersi o sbagliare, ma ben presto si rese conto che stava percorrendo una strada che aveva già intrapreso nei suoi sogni, sicura e familiare come un destino già scritto. Anche quello che trovò al suo arrivo non l' avrebbe sorpresa più di tanto. Le colossali porte antiche del tempio si sarebbero aperte senza problemi, ma al suo interno vi era la stessa devastazione che aveva intravisto in precedenza all' aereoporto. Anche stavolta sembrava causata da una belva che cercava la fuga da ogni costrizione ed ogni laccio, in cerca della libertà. Il grido che aveva sentito in precedenza risuonava nella sua testa, mentre si incamminava per la navata centrale del tempio, ben illuminata dalla luna piena che filtrava dalle finestre. Davanti a lei aveva nuovamente quell' energia caotica da esaminare, sperava nuovamente indisturbata.


    Fisico : In forma
    Psiche : Concentrata
    Energia : 80/80
    Potere : Non attivo
    Note : Diario Personale nell' equipaggiamento.
  10. .
    Mmmmmhhhh♥
    Forse non se ne era subito reso conto, ma Rengoku stava allegramente premendo e stringendo tra le mani i seni di Amerika. Anni di sesso demoniaco l' avevano resa oltremodo sensibile, per cui il rilievo dei capezzoli che si indurivano sarebbe stato più che chiaro attraverso il tessuto zuppo del suo vestito, insinuandosi tra le dita spalancate del ragazzo. L' occhio della spada avrebbe iniziato a saettare qua e là nervosamente, e la lama stessa avrebbe iniziato a vibrare leggermente, come se stesse fremendo di rabbia.
    Oh non ti preoccupare. Alastor non uccide quasi mai al primo colpo, preferisce affettare i suoi nemici un pezzo alla volta, lentamente.
    Il tono stranamente calmo e rassicurante di Amerika, era in deciso contrasto con le parole che uscivano dalla sua bocca.
    Dopotutto era...E' un demone. Adora tormentare la gente senza motivo o con la minima scusa. Nulla di troppo importante, gli piace fare il possessivo, ma il nostro è un rapporto più che aperto a nuove esperienze. Dopotutto, sappiamo entrambi che saremo comunque fedeli l' uno all' altra persino oltre la morte. Toccami pure, si limiterà a fingersi offeso e geloso.
    Ah giusto, mi stai già toccando.

    Rengoku le si era completamente accasciato addosso dopo aver realizzato quello che si trovava tra le mani. A differenza sua, non sembrava troppo esperto in quel genere di esperienze, appariva timoroso ed impacciato e forse anche un po' impaurito. Per aiutarlo a rilassarsi, Amerika avrebbbe assecondato le sue richieste ed i suoi movimenti, lasciandosi cingere per i fianchi in modo che il ragazzo potesse ribaltare la loro posizione. La ragazza non era ancora abbastanza ferma sulle sue gambe da potersi reggere in piedi, per cui si sarebbe semplicemente ritrovata a sedere sopra il ragazzo disteso, il bacino premuto contro i suoi adominali ed i soffici peli pubici, vagamente umidi, che solleticavano la sua pelle. Da quella posizione non lo poteva vedere, ma il pene eretto del ragazzo sollevava la sua gonna sul retro, scoprendole il sedere nudo e sfiorando il solco tra le natiche. Le speranze di Rengoku stavano finendo giù per lo scarico come l' acqua della fontana. Quel che non sapeva, era che il peggio era a malapena iniziato.
    Mi fa piacere che provi qualcosa per me. Prima di arrivare quì mi sono parecchio informata su internet ed ho letto la chat degli studenti. Nelle pagine dalla 4700 alla 4730 è piuttosto popolare il furry porno gay, quindi credevo fosse questa l' inclinazione dei membri della Gakuen. Mi sbagliavo. Forse.
    Mentre Amerika cercava di rendersi interessante con gli argomenti più sbagliati, un movimento sulla porta dello stanzino avrebbe attirato l' attenzione di entrambi.
    Beccati ! 15 secondi pieni !
    Si trattava di una delle bullette precedenti, non si era data del tutto per vinta ed aveva solo finto di fuggire, nascondendosi per poterli seguire e filmare il tutto. Sembravano avere un ossessione morbosa per i video, al punto di rischiare le ire di Rengoku. Non era del tutto matta comunque, poiché come raggiunse il suo obbiettivo, si sarebbe nuovamente data alla fuga, per davvero questa volta. Amerika non avrebbe fatto nulla per impedirlo, limitandosi ad osservarla con sguardo neutro, rimanendo placidamente seduta sopra Rengoku, impedendo passivamente anche a lui di inseguirla. Dopo pochi secondi, il suo cellulare avrebbe emesso il suono di una notifica ricevuta, che avrebbe aperto e guardato con noncuranza.
    "Il mostro Rengoku sottomette la nuova studentessa straniera." Oh, ha già pubblicato il video online. Che tristezza, sembra il titolo di una romcom di serie c. Finirà fuori classifica con roba del genere.
    L' attenzione e lo sguardo di Amerika si sarebbero tornati a rivolgere verso il ragazzo, come se nulla di particolarmente importante fosse accaduto.
    Piuttosto, posso chiederti come mai eri ai lavori forzati, Rengoku ?
  11. .
    Supplicarti ? Dovrai fare decisamente di meglioooooohhhhhh♥
    Barghest aveva parlato presto, decisamente troppo presto. Kulvia aveva definitivamente abbandonato le buone maniere per decidersi a scoparla come si deve, d' improvviso si sentì riempire completamente, mentre quella verga si gonfiava in modo osceno dentro di lei senza che potesse opporre alcuna resistenza. La sua vagina non era pronta, non riusciva più a stringersi attorno all' asta ed anzi, non ce n' era affatto bisogno poiché toccava ogni suo remoto pertugio, spingendosi sino all' utero con la minaccia di sfondarlo completamente ed andare persino oltre. Avrebbe provato a divincolarsi, sfuggire da quella trappola prima che si concretizzasse del tutto, ma persino la sua forza non poteva nulla contro quelle corde d' oro che sembravano stringerla sempre più stretta, avvolgenti come la tela di un ragno enorme. Sentiva la tensione dei suoi muscoli scemare, tutto il suo corpo sciogliersi come burro di fronte a quella prepotenza, abbandonando ogni resistenza, persino la sua voce ed i suoi gemiti avevano assunto un tono decisamente femminile, più degno di Alice che di Barghest la guerriera. Che vergogna. Solo la sua matrigna in passato era riuscita a farla sentire così impotente, così piccola e debole. Ed il peggio, o il meglio a seconda dei punti di vista, era che Kulvia non aveva affatto finito di sorprenderla. I loro pensieri erano momentaneamente condivisi grazie al giuramento, per cui Barghest avrebbe immediatamente capito cosa aveva in mente Kulvia con qualche istante d' anticipo sul presente. Nella sua testa, era come se il drago fosse una fenice avvolta da una palla di fuoco dorato, pronto a rinascere, sorgere, ed annientare chiunque non fosse degno della sua mercè. Gli spiritelli fatati si sarebbero dati alla fuga, lasciandola completamente sola ad affrontare le sue ire imperiali. Bastardi, si sarebbe vendicata in seguito, se fosse sopravvissuta ovvio.
    ASPETTA NO ! NON FARLO ! E' TROPPO GROSSOOOOoooooo♥ !
    I suoi gemiti sarebbero stati divorati dalla mancanza di fiato e dall' imponenza del drago. Kulvia aveva finalmente rivelato la sua vera forma, splendida, imperiale e decisamente enorme in tutti i sensi. Occupava l' intera stanza, la saturava con il suo odore ed il suo bagliore accecante, facendola sentire in un luogo diverso, non più sicuro per lei. Quello non era più il suo antro fatato, era diventata la Tana del Drago. Avrebbe voluto avere il tempo di ammirare la sua forma, ma quella verga immensa stava spezzando sia il suo fiato che i suoi pensieri, gli occhi le si sarebbero persino rivoltati indietro per qualche istante, mostrando il bianco come se Kulvia stesse arrivando a fottersi persino il suo cervello. Se prima era stata riempita, ora veniva letteralmente sfondata dalla penetrazione. Nel mentre Kulvia avrebbe proteso le fauci verso di lei, sfoderando nuovamente la lunghissima lingua diventata ancora più enorme in seguito alla trasformazione, ed ora in grado di avvolgerla, leccarla, stimolando la sua pelle ed i suoi seni come l' assaggio di una fiera affamata prima del lauto banchetto. Non poteva resistere oltre, era doloroso ma il piacere stava rapidamente soverchiando qualunque sensazione negativa, tra la verga e la lingua era come se il drago la stesse divorando contemporaneamente da dentro e fuori il suo corpo. La sua vagina avrebbe iniziato letteralmente a spruzzare fluidi lattiginosi, e lo stesso avrebbero incredibilmente fatto i suoi capezzoli turgidi allo spasimo, inondando la carne, le scaglie e la lingua del drago col suo nettare fiorito, favorendo una penetrazione senza pietà.
    N-no...non..OH SI♥! L' ORO SI ♥!
    Dopo l' iniziale resistenza, persino la sua mente si sarebbe completamente piegata alla carne ed i miasmi della sua signora, a malapena riusciva a distinguere gli spasmi del suo corpo dai movimenti del drago e le poche parole che sfuggivano dalla sua bocca somigliavano ad un delirio febbrile. Non le stava più chiedendo di fermarsi, anzi aveva accettato completamente che il suo destino fosse ormai stretto tra le fauci di Kulvia.
  12. .
    Amerika non considerava quella botta così forte da costituire un pericolo per la sua salute, tuttavia presentarsi alla dirigenza della scuola con un grosso bernoccolo violaceo, non sarebbe stato un buon biglietto da visita. Avrebbe accettato di buon grado un po' di assistenza medica, per cui si sarebbe fatta aiutare dal ragazzo sia a rialzarsi, sia a farsi curare. Rengoku l' avevano chiamato quelle ragazze, probabilmente la sua prima impressione era sbagliata, si trattava effettivamente di uno studente suo coetaneo, anche se era difficile stabilirne con precisione l' età.
    Mi spiace per la tua tuta, è colpa della mia sfortuna. Te ne ricomprerò una uguale, anzi ancora più macchiata di verde e intrisa di veleno.
    Amerika sembrava più preoccupata dei danni materiali, che di quelli emotivi. Non aveva provato alcun imbarazzo nel vederlo nudo, anzi constatando che il suo aspetto particolare non si limitava alla faccia. Le sue non sembravano semplici ferite rattoppate malissimo, piuttosto un qualche genere di rituale diabolico, qualcosa di cui era decisamente più esperta rispetto alla cromoterapia.
    Lo trovava interessante e persino attraente, quindi avrebbe preso senza problemi la sua mano, badando bene però a tenere una certa distanza tra lui e la sua spada. Le sue gambe erano ancora malferme, per cui si sarebbe praticamente appoggiata a lui senza provare remore o disgusto, sentendo chiaramente i rilievi della pelle a tratti liscia, a tratti ruvida, oltre la strana sensazione che davano quelle che sembravano graffette. Le loro intimità erano separate solo dal sottile strato di stoffa della gonna, avrebbe voluto ritirarsi su le mutandine, ma al momento aveva entrambe le mani occupate.

    Grazie. Non volevo distrarti dal tuo lavoro, nè causare guai. Sono appena arrivataaaaaaaaaaaaaaaah !
    Il secondo scivolone riuscì a coglierla di sorpresa, portandola ad abbracciarsi istintivamente al ragazzo. Fu molto più rocambolesco del primo, dato che rotolarono giù dalle scale sino a finire in una stanzetta oscura e polverosa. Fortunatamente, il corpo duro dello studente l' avrebbe protetta dalla maggior parte degli urti, l' unico danno che avrebbe subito era una sensazione di leggero capogiro. Riaprendo gli occhi si rese conto che si trovavano in una posizione persino più imbarazzante di prima. Lei era distesa con la schiena a terra, le braccia e le gambe spalancate che la lasciavano completamente indifesa, mentre Rengoku le era letteralmente finito sopra. Aveva definitivamente perso le mutandine nella caduta, forse il ragazzo non se ne era accorto, ma comunque sembrava aver reagito a quel contatto corporeo, e le sue parti basse stavano lì a dimostrarlo. Sentiva chiaramente il turgore di quello strano pene premerle sul pube, nella caduta era finito avvolto nella sua gonna, sollevandola sino a scoprire i reggicalze violetti della sua guepiere, e lasciando solo pochi millimetri a malapena sufficenti a coprire la sua intimità.
    Anche i loro volti si trovavano a distanza di bacio, le labbra che praticamente si sfioravano ed erano a distanza di un tocco di lingua.

    Ehm...ti chiami Rengoku, vero ? Io sono Amerika e lui è mio marit...ehm il mio compagno di avventure, Alastor. Piacere.
    Con un cenno del volto avrebbe indicato il suo spadone, ancora ben stretto nella mano destra della ragazza. Un grosso occhio cremisi si era aperto tra l' impugnatura e la lama, che fissava Rengoku con quella che sembrava un espressione indispettita e carica di gelosia.
  13. .
    La presentazione di Amerika, non avrebbe particolarmente impressionato o calmato la gang, anzi si sarebbero decisamente più incazzate di prima. Una l' aveva praticamente spogliata, le altre bagnate come pulcini, non erano circostanze solitamente popolari per fare nuove amicizie.
    Ma guarda te questa stronza...Quanti secondi hai ripreso ?
    Solo 3. Non bastano nemmeno per qualificarci, altro che vincere il primo premio !
    Allora dobbiamo invertarci qualcos' altro. Dai, bloccate questa emo del...
    Le ragazze sembravano nervose oltre che arrabbiate, come se ci fosse un motivo più profondo per il loro comportamento. O forse semplicemente, l' avevano presa sul personale. Amerika percepiva una minaccia quasi palpabile, incredibilmente violenta ed omicida. Ciononostante, la sua espressione tranquilla non sarebbe mutata di una virgola. Probabilmente perché, quell'aura minacciosa non proveniva dal trio.
    CITAZIONE
    Si può sapere che cazzo state combinando?

    Un altra figura sarebbe apparsa, voce calma, modi burberi, senza divisa ma in abiti da lavoro. Solo un ragazzo all' apparenza, sporco e sudato dai suoi compiti. Le pupille di Amerika si sarebbero leggermente dilatate alla sua vista, illuminandosi di un bagliore di interesse che non aveva riservato alla stereotipata gang. Non tanto per la sua imponenza, piuttosto per il suo volto, segnato da strane cicatrici che non lo deturpavano ai suoi occhi, piuttosto raccontavano una storia di esperienze al limite estremamente interessanti. Amerika lo trovava adorabile. Quell' aura imponente sembrava provenire da lui, ed anche le altre presenti se ne sarebbero accorte.
    Merda ! E' quel malato di Rengoku !
    Andiamocene. Tanto ti becchiamo di nuovo, stupida stramboide !
    Come dei cattivi di serie b, le ragazze sarebbero state rapide sia ad apparire che a scomparire, sparendo in una rapida corsa verso direzioni diverse. Il timore verso quel ragazzo sembrava superiore a qualsiasi motivazione le avesse spinte ad attaccarla. Amerika avrebbe approfittato di quella tregua per estrarre un fazzoletto, usandolo per asciugarsi la faccia e ripulirla dal trucco colato. Non capiva il motivo di tanto disgusto, in quella scuola sembrava non esserci rispetto per nuove leve e lavoranti.
    Le chiedo scusa signor inserviente. Dopo essersi nuovamente resa presentabile, Amerika avrebbe tenuto lo spadone con entrambe le mani sulla guardia, dritto davanti a se con la punta appoggiata sul terreno, nel mentre avrebbe abbassato e rialzato la testa in segno di rispetto per il suo lavoro. Nella sua mente, chi era senza divisa non era uno studente, ed il vestiario di Rengoku le dava altri suggerimenti, probabilmente era un tuttofare o un bidello, scocciato per i danni causati e che ora doveva riparare.
    Mi sposto subito. Sa, il giallo è un colore che attira l' attenzione ed esprime cautela, ma alcune sua tonalità trasmettono accoglienza e calore. L'ho letto su internet.
    Quella strana enunciazione di fatti curiosi, ma di scarsa importanza, era il massimo delle capacità conversative che poteva esprimere Amerika, almeno con uno sconosciuto. Sperò di non apparire troppo cringe ai suoi occhi. Nel mentre avrebbe iniziato ad allontanarsi dalla fontana zampillante, senza però accorgersi che la banda elastica delle sue mutandine si era allentata, a causa della tensione precedente, e le stesse sarebbero calate all' altezza delle caviglie mentre camminava. Questo impedimento, unito al pavimento bagnato, l' avrebbero inevitabilmente portata a scivolare in avanti e cadere lunga distesa come un sacco di patate. La mano destra non avrebbe fatto nulla per proteggerla, continuando a stringere la spada. Con la sinistra invece, si sarebbe istintivamente afferrata al primo appiglio disponibile. Sfortuna volle, che si trattò della zip del ragazzo, totalmente inadatta per arrestare la caduta, poichè si sarebbe semplicemente aperta, spaccando in due parti la tuta di Rengoku. Amerika avrebbe picchiato la faccia al pavimento, finendo leggermente stordita dalla botta che avrebbe causato un vistoso livido violaceo sulla sua fronte.
    Ouch ! No, non si preoccupi, ci sono abituata.
    Non sembrava particolarmente turbata dalla brutta figura o dal dolore, come se per lei fosse qualcosa di assolutamente normale e quotidiano. Senza ulteriori lamentele si sarebbe subito alzata sulle ginocchia, ritrovandosi praticamente a 4 zampe con la faccia direttamente rivolta verso il pube di Rengoku.
    Il rosa è un colore che esprime sentimenti gentili, soavi e profondi...ma anche grossi, decisamente grossi...
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    Non so se si può fare ancora, ma ho creato una role aperta nella Gakuen. Chi ha voglia di intervenire, intervenga.
    15 secondi
  15. .
    CITAZIONE

    L' auto di lusso scivolava elegantemente nel traffico mattutino, agile nonostante le dimensioni ragguardevoli. Amerika sedeva comodamente nei sedili posteriori, come se fosse un passeggero di riguardo. Fissava con aria annoiata aldilà dei vetri oscurati, sbirciando di tanto in tanto in avanti, cercando di capire se fossero vicini alla destinazione. Nonostante l' aria distratta, non era affatto stravaccata o eccessivamente rilassata : era seduta ben dritta, la schiena tesa e le gambe strette, le mani posate sul grembo ed un aria impeccabile. Portava un vestito grigio nero piuttosto elaborato, ricco di nastri e merletti, con una gonna che si allungava sin quasi le caviglie, piccole scarpe scure dotate di un tacco leggero e comodo, ed un cappellino elegante simile ad un basco, anch' esso delle tonalità della notte. Il contrasto con la sua pelle bianchissima, simile ad avorio, era consistente come quello di un negativo fotografico, gli occhi ed i capelli argento e platino completavano la sua aria eterea, quasi spettrale. Se il busto prominente, non si fosse delicatamente alzato e abbassato al ritmo del suo respiro, si sarebbe persino potuto dubitare che fosse viva. Al suo fianco, in totale contrasto con la sua figura delicata, vi era un grosso spadone dall' aria frastagliata e brutale, su cui di tanto in tanto faceva scorrere le dita, come a trarre conforto dalla sua semplice presenza. Se lei era la notte, l' arma sembrava forgiata nel rosso e nero del crepuscolo, squarciato da una nuvola di puro vuoto nel suo centro, simile ad un sorriso mefistofelico.
    Sei nervosa ?
    La domanda improvvisa del suo chauffeur, avrebbe interrotto la stasi silenziosa che regnava nel veicolo. Poteva sembrare un impudenza, ma quella che l' accompagnava e guidava il veicolo non era una semplice autista. Era sua Madre o per meglio dire, matrigna. Condividevano il pallore, sia della carne che dei capelli, ma la sua matrigna appariva decisamente più pratica e meno infiocchettata nell' aspetto. I lunghissimi capelli argentati erano raccolti in una coda, il lungo corpo affusolato era vestito in quel che sembrava un abbigliamento serio, lavorativo, tipico di una dirigente d' azienda. Giacca e gonna scura che arrivava al ginocchio, un paio di collant a molti carati ad avvolgerle le gambe, una camicia dal colletto bianco senza nemmeno un bottone slacciato, nonostante l' evidente pressione che esercitava sui seni, lasciando intravedere appena il rilievo del reggipetto, scarpe con il tacco lungo e sottile.
    Non particolarmente. Curiosa piuttosto. Questa scuola può davvero farmi avvicinare...a lui ?
    Nella voce di Amerika si poteva percepire un briciolo di emozione ed aspettativa, anche se ben celata dal tono basso e calmo della voce, simile ad un sussurro.
    Chissà... avrebbe risposto sua madre, cogliendo l' ansia nascosta nella figliastra. Non devi essere frettolosa, ma muoverti con pazienza e determinazione. Le leggende su Akira si sprecano, ma raramente mi sbaglio. Concluse, rivolgendole un sorriso attraverso lo specchietto retrovisore. Amerika avrebbe replicato con un cenno di assenso, forse un po' troppo freddo per un rapporto madre-figlia. Ma quella era la loro realtà, non condividevano nè parentela, nè amore, solo una convergenza di interessi.
    Nel frattempo era arrivata a destinazione, la Justice Gakuen. Con un rapido saluto, si sarebbe congedata dalla sua matrigna per avviarsi verso la sua nuova casa, l' Istituzione che si era ripromessa di forgiare i nuovi eroi. Non che le interessassero particolarmente i nobili ideali, ciò che contava realmente per lei, era il potere che si trovava in cima a quella montagna da scalare. Non fu particolarmente impressionata dalla struttura imponente, dopo ciò che aveva visto nella sua breve vita poche cose riuscivano a sorprenderla. Senza guardarsi troppo attorno, si sarebbe limitata ad andare verso quello che sembrava l' edificio principale, confortata dalla presenza della Sua Spada, stretta nella mano destra. Quello era un luogo in cui si forgiavano combattenti, nessuno avrebbe avuto da ridire su una goth che girava per il campus con uno spadone enorme. Inoltre era decisamente presto, le lezioni non erano iniziate e la maggior parte degli studenti non era ancora arrivata, si potevano intravedere solo sparuti gruppi di inservienti e professori sparsi quà e là. Anche l' atrio d' ingresso era ancora avvolto dal silenzio del primo mattino, il suono dei suoi passi risuonava con un eco.

    Ehi, avete visto quella là ?
    Che carina ! Sembra nuova. Ho già voglia di spezzarla.
    Figa quella spada. Me la prendo io.
    Anche se Amerika ne era all' oscuro, aveva già attirato l' attenzione di una piccola gang. Si trattava di 3 studentesse, piuttosto procaci e succinte nel vestiario. Abbronzate e truccate con eccesso, sembravano delle ganguro o comunque delle comuni delinquenti. Senza farsi vedere, avrebbero iniziato a seguire la ragazza con intenti tutt' altro che pacifici. Ciò che Amerika non sapeva, ma che avrebbe presto imparato, era che quella scuola non era affatto come un qualsiasi istituto con delle rigide regole comportamentali. La prevaricazione non solo era tollerata, era incentivata e l' avrebbe scoperto a sue spese. Aveva ancora un po' di tempo prima del suo colloquio introduttivo, sentiva la gola secca ed il bisogno di rinfrescarsi, ma non riuscì ad individuare nessun bagno, solo una piccola fontanella da corridoio in stile college americano. Era attivata da una fotocellula, per cui non doveva azionare nulla, solo chinarsi in avanti per poter bere, occupando le mani per reggere la spada e scostarsi i capelli dal volto in modo che non si bagnassero.
    Ehi ciao !
    Sentì il saluto alle sue spalle mentre si abbassava, ma prima che potesse voltarsi, si sarebbe sentita afferrare per il collo e spingere la testa verso il basso, verso il blocco verticale della fontana.
    Coff,blurp,coff!
    La sua faccia si sarebbe immediatamente schiacciata contro di esso, l' acqua corrente che le entrava nelle narici e nella bocca, soffocandola e privandola della necessaria forza di reazione. Era stata colta di sopresa ed assalita, dopo neanche un minuto aver messo piede li dentro. Forte.
    Noi siamo il comitato di benvenuto. Erano più di uno, voci femminili, risate cristalline. La seconda la teneva per le spalle, impedendole di rizzarsi, mentre la terza aveva iniziato a frugarle sotto la gonna, palpeggiandola tra le gambe sino a raggiungere il pizzo della biancheria intima, costituita da calze semitrasparenti alte sino alle cosce, rette da una guepiere elaborata con cinghie e sormontata da un perizoma, il tutto tinto di un violetto piuttosto scuro. Afferrate le mutandine, l'assalitrice avrebbe iniziato a tirarle verso l' alto, eseguendo un perfetto sparticulo da bulletta, facendo affondare il tessuto sottile nelle sue carni. "Wedgie", così chiamavano su internet quella pratica solitamente riservata ai maschi. Probabilmente per loro risultava umiliante e dolorosa, ma per lei fu uno stimolo inaspettato che l' avrebbe istantaneamente fatta bagnare, avrebbe persino emesso un mugolio di piacere, non avesse avuto la gola piena d' acqua.
    Aiutatemi a tenerla ferma, intanto che faccio il video.
    Cosa sei, europea ? Non lo sai come funziona quì ? Beh te lo spiego, comandiamo noi. E questa bella spada me la prendo io.
    Amerika poteva accettare la sottomissione. Poteva accettare la loro autorità e prepotenza. Poteva accettare l' umiliazione. Ma ciò che non avrebbe mai tollerato, era che qualcuno toccasse la sua spada in una parte diversa del filo della lama. Quando si accorse del tentativo di sottrarle l' arma, avrebbe reagito come una fiera in gabbia, tendendo il suo corpo per rizzarsi con tutte le sue forze. Il rubinetto della fontana avrebbe ceduto, rompendosi ed innaffiando d' acqua tutti i presenti, le sue aguzzine sarebbero state respinte indietro dalla potenza inaspettata di quell' essere diafano. Una di esse, si sarebbe ritrovata la divisa impigliata tra i bottoni ed i merletti di Amerika, e quando fu respita indietro, si sarebbe strappata completamente, lasciandola seminuda, mentre le altre si sarebbero ritrovate bagnate e trasparenti. Tutte tranne Amerika ovviamente, che aveva solo il trucco rovinato dall' immersione improvvisa e tossiva acqua cercando di riprendere fiato. La sua rabbia sembrava essere scemata con la stessa velocità con cui era montata, istantaneamente.
    Ma che cazzo fai ?!
    Salve comitato di benvenuto...coff...coff...Io mi chiamo Amerika Folkenfanel. Devo avvisarvi che porto molta, moltissima sfortuna.
4257 replies since 23/1/2010
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